Ha studiato recitazione a Londra, ha all’attivo film con alcuni dei registi italiani più apprezzati del cinema contemporaneo ed ha appena girato un film negli Stati Uniti. Cristiana Dell’Anna è tornata dopo molti anni a Giffoni, portando con sé un carico di novità. L’ultima è l’esperienza oltreoceano, con le riprese del film Cabrini, regia di Alejandro Monteverde, non ancora uscito in Italia.
“Forse il mio lavoro più complesso, una lunghissima preparazione negli Stati Uniti, un successo che non avrei potuto immaginare”. Francesca Saverio Cabrini è stata una missionaria ed una educatrice, in seguito proclamata santa per le sue profonde radici umane. “Aveva capito il senso di comunità, la usava come difesa e come attacco. Irriverente, non accettava un no come risposta, lottava per la dignità delle persone e le comprendeva grazie alla sua straordinaria empatia”.
L’incontro con i giurati di Generator +13, +16 e +18 è stato denso di emozioni. Tanta la sete di scoprire il suo percorso, le sue difficoltà, di ricevere consigli. “Studiate, studiate, studiate, arricchitevi sempre. Questo è un lavoro che richiede costanza e preparazione, non è un lavoro che vi viene dato ma che dovete conquistare. Non esiste un percorso uguale per tutti. Non ho mai pensato che qualcuno mi dovesse dare opportunità, me le sono andate a cercare sempre. Salire piano piano è più bello, quando ti guardi indietro è molto soddisfacente”.
Il suo è un racconto di forza, quella che ha trovato nonostante non sia stata sostenuta dalla sua famiglia. Anni di duro lavoro, in cui l’accademia a Londra è stata possibile solo lavorando in un pub e stringendo i denti. “Dove non ho sentito la forza del sostegno della mia famiglia ci sono stata io, credendo in me stessa. Fare l’attrice significa essere sempre disoccupati, o quasi. È stancante, è difficile, ma non riuscirei a fare altro. Per me recitare è espandere le mie esperienze e la mia vita. Ma l’idea del successo va ridimensionata, deve essere collegata a qualcosa di più profondo, come fare ciò che si ama, non necessariamente arrivare all’apice”.
I nomi dei personaggi che ha interpretato, da Gomorra a Qui rido io, si rincorrono tra le domande dei giurati. Ognuno con delle peculiarità, sempre diversi. “Come ci sei riuscita?”, le hanno chiesto. “In questa domanda c’è un complimento bellissimo, è il mio cruccio cercare di non essere mai uguale. Credo sia importante vivere, arricchirsi come persona, restare aperti ed empatici. Se accogli gli altri e le esperienze, se sai osservare bene, allora raccogli più materiale da utilizzare. I mezzi oggi ci sono: imparate, viaggiate, siate esseri umani ricchi”.