3,2,1, Via: “Mi chiamo Paolo Bonolis e ho 63 anni. Sono nato a Roma il 14 giugno del 1961 sono padre di cinque figli, due nipotini, un terzo che sta per arrivare. Lavoro in televisione da 45 anni” inizia così la divertente sfida di che i ragazzi di Giffoni propongono a Paolo Bonolis, quella di presentarsi in 60 secondi, sfruttando la sua proverbiale capacità di parlare velocemente, che gli è valsa anche un Guinness World Record. È un vero show quello che il conduttore televisivo porta sul palco del Giffoni Film festival, in corso fino al 28 luglio: “Mi piace leggere, mi piace il cinema, ma soprattutto mi piace la diversità che c’è nel mondo. Quindi chi si oppone alla diversità per me è un gran co*****e perché la cosa più bella che c’è è che siamo tutti diversi uno dall’altro e ognuno è in grado di dare qualcosa a qualcun altro”.
Dopo la sfida, vinta, il conduttore si sofferma sul panorama dell’intrattenimento contemporaneo, dalla tv per ragazzi, di cui Bonolis è stato trai protagonisti per larga parte della sua carriera televisiva: “oggi ci sono interi canali dedicati ai bambini, ma sono canali di cartoons, ininterrotti. Manca l’intermediario, manca la persona che permetta al bambino di distinguere la differenza tra realtà e fantasia. Manca un umano che ti prende e ti accompagna. Mancano i giovani Virgilio che possano accompagnare i piccoli Dante nel mondo della fantasia”. Infine una riflessione sul trash e la cosiddetta “tv spazzatura”: “La spazzatura dipende chi la raccoglie!” ironizza il conduttore, che a Giffoni riceve il Premio Sirena, “Non tutto è educativo non tutto è spazzatura, in tv c’è un mare di roba. Il filtro sei sempre tu che sei in grado di valutare”, e aggiunge “la televisione può dare ma non può togliere, perché basta spegnere.”