Dal 29 marzo a Cinecittà si Mostra gli abiti di Bowie, Green, Smutniak

 

Sono i fasti delle recenti produzioni in costume i protagonisti della nuova selezione di abiti di scena originali di Cinecittà si Mostra, l’esposizione permanente che apre le porte degli studi di via Tuscolana 1055 al grande pubblico. Da 29 marzo i visitatori di tutte le età potranno ammirare dal vivo i costumi indossati da grandi star nazionali e internazionali del cinema e delle serie tv come Kasia SmutniakEva Green, Margherita Buy, Lily James, Willem Dafoe, e contemplare una chicca: la mise realizzata per un vero e proprio idolo degli amanti del rock, David Bowie.

L’esposizione prende il via con le atmosfere della Roma repubblicana, scenario in cui si svolgono le vicende di Domina, serie interamente girata a Cinecittà con un cast internazionale capeggiato da Kasia Smutniak, alias Livia Drusilla moglie di Augusto, interpretato da Matthew McNulty. Proprio ai due futuri imperatori romani appartengono i costumi provenienti dalla Sartoria Tirelli: due tuniche in seta, leggera per lei e bourette per lui, nel classico porpora che ricorda gli affreschi pompeiani, utilizzati come fonte di ispirazione dalla costumista, la premio Oscar Gabriella Pescucci che ha spiegato “ho usato il rosso e l’oro perché erano i colori dell’Impero e molte stoffe plissettate per maniche, spalle e torace: le parti degli abiti più inquadrate nei primi piani”.

Si entra nelle sale dei grandi palazzi europei dell’800 per Napoleon il film su ascesa e caduta di Bonaparte diretto da Ridley Scott per il quale la Sartoria Tirelli ha messo a disposizione le mise di tre personaggi chiave. Una divisa in panno indossata da Miles Jupp nel ruolo di Francesco I d’Asburgo-Lorena, primo imperatore dell’Impero d’Austria; un abito in stile impero di raso ricamato per Anna Mawn nel film Maria Luisa D’Asburgo-Lorena, seconda moglie di Napoleone, e uno verde acqua di tulle in seta con ricami dorati indossato da Isabella Brownson nel ruolo di Ortensia de Beauharnais, Regina d’Olanda e buona amica di Maria Luisa. Per questi abiti i costumisti di Scott hanno ricostruito fedelmente lo stile dell’epoca studiando quadri e stili dell’epoca e visitando di persona i luoghi in cui i protagonisti della vicenda hanno vissuto realmente. Il team era guidato da Janty Yates che con Scott ha lavorato a ben 15 produzioni tra cui Il Gladiatore per il quale la costumista vinse l’Oscar. Al suo fianco lo storico collaboratore David Crossman, specializzato nella realizzazione di divise militari. Un lavoro lungo e accurato che è valso ai due la nomination ai recenti Academy Awards.

È il fascino di Eva Green poi a conquistare i visitatori trasportati nella Londra vittoriana a caccia di creature mostruose in Penny Dreadful, la serie horror dove l’attrice è Vanessa Ives, donna intraprendente attratta dal soprannaturale. L’abito concesso dalla Sartoria Tirelli è un pezzo davvero unico realizzato da Gabriella Pescucci in lana, perline di vetro e pizzi autentici dell’800 recuperati da abiti d’epoca e riassemblati ad hoc proprio sul corpetto. Per questa sua particolarità uno dei pochissimi pezzi a non essere replicabile nel guardaroba della Green il cui personaggio, per esigenze di copione, finisce col macchiare spesso i vestiti con sangue e fango. Finti!

Ricercatezza è la parola chiave anche della mise di Margherita Buy per Magnifica presenza in cui si trasforma in Lea Marni, languida diva della compagnia teatrale di fantasmi che “infesta” un villino di Monteverde a Roma, i cui interni invero sono gli studi di Cinecittà. Creato da Alessandro Lai, storico collaboratore di Ferzan Ozpetek che proprio per questo film si è aggiudicato il Nastro d’argento, il costume è in paillettes argento con impalpabile stola di piume di marabù, ed è un prestito della Sartoria Tirelli.

Rarità di questa selezione è una mise che somma l’eleganza british del Duca bianco con i capi resistenti e pratici dei cowboy. Nasce così il costume realizzato dalla Sartoria Tirelli indossato da David Bowie per Il mio west di Giovanni Veronesi. Per la rockstar il costumista Maurizio Millenotti, due volte vincitore del David di Donatello, realizza con cotone, fustagno e panno un cappotto-trench, pantaloni, gilet e un vistoso cappello di piume. Bowie, alias il sicario Jack Sikora, apprezza al punto da rimanere così conciato anche durante le pause nonostante le temperature afose della Garfagnana in estate, set del film.

Il polveroso terreno dell’ovest lascia il passo all’immaginifico mondo creato a Cinecittà da Terry Gilliam per Le avventure del Barone di Münchausen. Per la mega produzione angloamericana Gabriella Pescucci ha il compito di realizzare gli abiti dello sterminato guazzabuglio di personaggi messi sul grande schermo da Gilliam. Solo per il protagonista, il celebre attore inglese John Nelville, aka Münchausen, la costumista crea 25 cambi, tra cui il completo pantaloni bianchi e giacca rossa, in esposizione grazie alla Sartoria Tirelli, che ricorda una divisa militare del ’700. Per simulare il passare del tempo e sottolineare l’evoluzione del personaggio, Pescucci sottopose a invecchiamento molti di questi completi.

Abiti da sera glamour e sfarzosi costumi da peplum arrivano da Finalmente l’alba il film sul cinema degli anni ‘50 che Saverio Costanzo ha ambientato a Cinecittà. Le mise raccontano due momenti diversi della vicenda: i due costumi egizi provengono dall’inizio del film quando durante le riprese del kolossal si incontrano l’ancella Mimosa, alias Rebecca Antonaci, e la faraona Josephine Esperanto, aka Lily James. Si tratta di una tunica leggera per la prima e di un corpetto con gonna e mantelli per la sovrana e si rifanno idealmente al periodo di Tutankhamon utilizzando elementi riconoscibili e iconici come le larghe collane di perline colorate e il copricapo-corona nei tipici color oro e blu. Entrambi in esposizione grazie alla Sartoria Teatrale Farani. Gli altri tre vestiti sono invece abiti da sera. Due da donna importanti, uno verde con linea a sirena per Josephine, e l’altro rosso plissettato monospalla per Mimosa, e un completo da uomo con giacca doppiopetto blu con revers, papillon rosso e pantaloni neri, per il loro chauffeur Rufo Priori, il mercante d’arte amico di Josephine cui presta il volto, Willem Dafoe. Concessi dalla Sartoria Costumi d’Arte Peruzzi i capi sono opera di Antonella Cannarozzi, che si è ispirata alla moda delle dive del tempo con scolli a cuore e vestiti fascianti prediligendo raso e chiffon. Pezzi classici che non smettono di incantare. Perché come sentenzia Josephine Esperanto nel film: “Il classico non è vecchio. Il classico è eterno”.

Rivivere i fasti delle grandi produzioni è possibile a Cinecittà si Mostra dal 29 marzo tutti i giorni, ad eccezione del martedì, dalle 10 alle 18 presso gli Studi di Cinecittà, Via Tuscolana 1055. Previsti quattro appuntamenti speciali sul costume cinematografico con visite guidate da prenotare via mail a didattica@cinecitta.it nei giorni 7 e 21 aprile e 12 e 26 maggio alle ore 11,30Tutte le info su www.cinecittasimostra.it

Ad arricchire la selezione di preziosi dettagli sono eccellenze nella confezione di accessori per lo spettacolo come E. Rancati, Rocchetti, Studio Maschera di Apollo, Fenice Calzature, Pikkio: tutti partner fondamentali per dare al lavoro di Cinecittà si Mostra il tocco finale.

Una sapienza artigianale messa in particolare luce in questa selezione da un focus sul gioiello cinematografico attraverso film, serie tv e moda, ospitato nelle teche che accolgono i visitatori all’ingresso dell’esposizione. A farla da padrone sono le corone. Da quelle indossate da Corey Mylchreest come Re Giorgio e da India Amarteifio alias Regina Carlotta in Queen Charlotte, lo spin off di Bridgerton, ideato da Shonda Rhimes, a quella imperiale realizzata per Elle Fanning nei panni di Caterina II di Russia, in The Great creata da Tony McNamara, passando per il copricapo ricolmo di teschi e ossa calzato da Massimo Ranieri nel ruolo di Riccardo Mancini in Riccardo va all’Inferno di Roberta Torre. Dallo stesso film una valigetta trasparente contenente una pistola tempestata di Swarovski ideata per Sonia Bergamasco nel ruolo della Regina Madre.

Ma le particolarità non finiscono qua. In esposizione anche un eccentrico trespolo con pappagallini gioiello dal film Lift regia di F. Gary Gray, realizzato come arredo della festa in maschera girata a Venezia, e la maschera in maglie metalliche e i guanti in ferro realizzati per la sfilata primavera-estate 2021 di Dior. Realizzato in tempi di restrizioni sanitarie anti covid il defilè ebbe uno spin off cinematografico grazie al corto Il Castello dei Tarocchi firmato da Matteo Garrone. Tutti i pezzi sono stati realizzati da Pikkio in collaborazione con i costumisti delle produzioni. In ordine di citazione: Lara Frecon, Lyn Paolo, Emma Fryer, Massimo Cantini Parrini, Karen E. Weber, Maria Grazia Chiuri.

La selezione di abiti di scena di Cinecittà si Mostra 2024 è a cura di Barbara Goretti in collaborazione con A.S.C. Associazione Scenografi Arredatori e Costumisti.

Per l’allestimento Cinecittà si Mostra ringrazia: Carlo Poggioli, Piero Risani, Carolina Guarienti, Wildside.

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