Più che un viaggio negli inferi, un viaggio dentro le nostre incertezze, dentro i nostri peccati che speriamo possano essere espiati abbracciando un nuovo credo o credendo nella forza di un nuovo amore.
In questo viaggio negli inferi vagano due anime, uno dei due è uno scrittore di successo (interpretato da Toni Servillo) che trova proprio nella vita del giovane dal nome Caracas (un uomo tormentato che si muove tra ideologie fasciste e desiderio di pace) la forza di tornare a scrivere e a raccontare una Napoli che non riconosce più.
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”Io non ho mai creduto che ci fosse bisogno di un Dio per sapere cos’è giusto e cosa è sbagliato, a volte può aiutare a sentirsi meno soli.. ma anche questo con scarsi risultati”
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Un film interessante che non prevede assolutamente nessuna distrazione, importante seguire bene il susseguirsi degli eventi dalle scene iniziali più “violente” ai dialoghi fino al finale.
La storia dal romanzo “Napoli Ferrovia” di Ermanno Rea riesce ad avere un’inevitabile forza cinematografica soprattutto grazie a Toni Servillo che (anche qui) fa un grande lavoro.
Alcune scene potevano essere sforbiciate, non è però semplice tradurre in immagine quello che è stato scritto su un libro poi sceneggiato dal regista-attore con Francesco Ghiaccio.
Un film non semplice ma molto interessante e soprattutto attuale per capire come possano nascere spesso convinzioni nel dover o voler abbracciare la violenza solo per il sentirsi inascoltati, abbandonati, soli e senza ideali.
VOTO 6 1/2