Domande / risposte a Giorgio Quarzo Guarascio interprete di Enea dall’11 gennaio solo al cinema

Intervista a Giorgio Quarzo Guarascio

Come e quando è stato coinvolto in questo progetto?

Prima di questa occasione non avevo mai avuto nessuna esperienza da attore, la scintilla iniziale è arrivata grazie alla mia musica o meglio a quella del mio alter ego artistico che si firma “Tutti Fenomeni”: Pietro Castellitto su indicazione di sua sorella ha ascoltato e visto nei video vari brani musicali che scrivo e canto e si è interessato a me, forse perché pensava che la mia personalità potesse sopperire alla mia inesperienza. Così, dopo essersi incuriosito, ha chiesto il mio numero di telefono a un nostro comune amico Niccolò Contessa alias “I cani” che aveva curato la colonna sonora del suo primo film “I predatori”. Quando ci siamo incontrati Pietro mi ha detto che voleva propormi un ruolo “strutturale” nel film che stava preparando anche se non lo aveva ancora delineato e non sapeva ancora in che parte della storia sarebbe stato previsto. Mi ha detto soltanto che immaginava che il personaggio avrebbe dovuto cantare più volte in scena la canzone di Renato Zero “Spiagge” in una specie di versione malinconica e che fin da quando aveva iniziato a scrivere aveva avuto sempre in mente.

Poi le è arrivata la certezza di essere stato scelto per il ruolo di Valentino, l’amico del cuore del protagonista Enea.

Dopo quel nostro primo incontro io e Pietro non ci siamo più sentiti per diversi mesi e pensavo che l’ipotesi di lavorare insieme fosse svanita, anche se ero stato comunque lusingato dalla sua offerta, consapevole che fosse stato molto generoso nei miei confronti. Ho saputo solo dopo molto tempo che quando scrive lui si isola completamente e sparisce per tutti. Quando mi ha cercato per confermarmi che ero stato scelto sono riuscito a far conciliare il nuovo impegno con altri che avevo preso in precedenza.

Chi è il personaggio che interpreta?

Valentino è l’antieroe del film, un nichilista romantico, un personaggio piuttosto surreale, a volte parla in maniera sconclusionata, non è più troppo connesso con il mondo, nemmeno sua madre gli parla più. In lui c’è una disperazione di fondo che lo fa essere un eroe in modo anti-epico e che lo spinge a fare cose sbagliate ma con una sorta di sentimento negativo.

Si può dire che lei sia stato una sorta di coautore del suo personaggio?

Forse sì ma Valentino nasce dalla mente e dalla creatività di Pietro, non ho cercato di renderlo simile a me ma ci sono tratti della mia vera personalità di cui lui ha tenuto conto scrivendo, ispirandosi al mio lavoro di cantautore e rapper. La sua è l’osservazione esterna di un regista su un autore. “Enea” è un film che faceva parte della vita di Pietro Castellitto ma tra noi si è creata un’empatia unica e secondo me il risultato si vede. Credo che questo film sia stato speciale perché ha fatto confluire nel racconto la nostra vera vita, non si è trattato soltanto di costruire il personaggio insieme al mio regista/sceneggiatore. Pietro mi ha dato grandissima libertà, mi è sembrato quasi sempre soddisfatto di quello che pensavo e facevo.

Quali sono a suo parere le doti principali di Castellitto sia come regista sia come attore?

Credo che il suo migliore talento sia quello della scrittura, prima di girare mi sono concentrato e ho cercato di documentarmi su tutto quello che aveva realizzato negli anni precedenti nel cinema e in campo letterario ma non avevo mai avuto idea di cosa potesse realmente accadere su un set. In passato avevo girato soltanto dei brevi videoclip musicali ma in questa occasione ho trovato un regista forte della sua grande flessibilità, pronto ad ascoltare gli altri ma anche a stravolgere una certa scena per un’intuizione arrivata all’ultimo minuto di luce: la sua è stata una propensione a pensare in grande, senza porsi mai troppi limiti.

Castellitto si è fidato di tutto quello che portava in scena ogni giorno?

Si è fidato molto, è stato sempre molto protettivo, non mi ha scelto per fare l’attore in modo classico, se avesse voluto un interprete perfetto non avrebbe puntato su di me. In qualche modo desiderava la mia stravaganza ma non mi ha mai detto volta per volta come intonare le battute, mi faceva provare assecondando la mia naturalezza e poi dopo aver girato sceglievamo la ripresa migliore tra le tante. Non ha mai voluto ripetere una sequenza troppe volte girando tanti ciak e per quello che mi riguarda non c’è stato mai niente di frustrante, tranne quando c’era da realizzare certe scene impegnative. Più di una volta ho sofferto fisicamente, soprattutto le temperature alte e le mancanze d’aria, per esempio quando ho dovuto pilotare un piccolo aereo o restare per molte ore a girare in una stanza chiusa con un caldo infernale ma poi mi sono adattato al disagio: per la magia del cinema si fa questo e altro.

Fra lei e Pietro si è creata una forte amicizia anche nella vita?

Siamo due artisti diversi che si sono incontrati e si sono apprezzati per quello che l’altro faceva, siamo stati uno il consigliere dell’altro e per eventuali progetti futuri potremmo influenzarci l’un l’altro perché ci rendiamo conto spesso di pensare cose simili. Avevamo da tempo del materiale umano in comune ma al di là della creatività artistica ci siamo divertiti tantissimo. Ormai fa parte della mia famiglia e difendo il suo progetto come se fosse mio, non potevo immaginare un esordio più felice.

Come si è trovato alle prese con i meccanismi del cinema, ne è stato disorientato?

Ho affrontato questo impegno insolito come un’opportunità seria anche se sul set mi sono divertito tanto. Nonostante non avessi mai avuto altre esperienze come attore ho avuto la fortuna di familiarizzare subito con il cast e la troupe e sono certo che nell’eventualità di dover ripetere un’esperienza simile con altri registi per me non sarà mai così facile come è accaduto questa volta. I momenti di maggiore incertezza sono stati quelli in cui oltre a recitare dovevo anche cantare. Certamente si trattava di qualcosa che mi riguardava da vicino ma questa volta mi sentivo più giudicato del solito. Alla fine delle riprese avevo paura di non essere stato all’altezza delle aspettative ma poi alla fine vedendo il film completato sono rimasto piuttosto soddisfatto di me e del mio lavoro.

Le piacerebbe continuare a recitare?

Me lo chiedono in tanti ma non so ancora bene come si fa, sono stato inserito in questa impresa dal nulla. Sicuramente non mi metterò alla ricerca spasmodica di provini, ma se qualcuno mi consigliasse di impegnarmi molto in questo nuovo contesto lo prenderei in considerazione seriamente.

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