«Cosenza, e questo cinema in particolare, ha portato fortuna anche a “Io Capitano”, visto che sarà il film italiano designato a rappresentarsi per gli Oscar, attendendo e sperando che possa far parte delle nomination (si saprà il 21 dicembre)
“Siamo molto fiduciosi sul fatto che il film possa toccare anche il cuore degli americani” . Ad affermarlo Matteo Garrone, a Cosenza per “La Primavera del Cinema Italiano – Premio Federico II”, festival sostenuto dalla Calabria Film Commission nell’ambito del progetto “Bella come il cinema”.
Il commissario della Calabria Film Commission, Anton Giulio Grande ha voluto abbracciare seppur a distanza il regista e il pubblico «“Io capitano” va visto, per capire e viaggiare, fare il viaggio di tanti migranti. Un inno a guadare – ha detto il commissario Anton Giulio Grande – per riflettere attraverso una bella interpretazione dei due giovani protagonisti. Un plauso ancora a Garrone e grazie di essere nuovamente in Calabria».
Garrone ha ricevuto il Premio Federico II: «La Calabria è una terra che amo molto, avevo fatto parecchi sopralluoghi per il film “Pinocchio”. Solitamente parto dalle storie, poi la storia mi suggerisce l’ambientazione».
Ha parlato per oltre un’ora con il pubblico in sala rispondendo a domande e curiosità degli spettatori: «Nel film “Io Capitano” ho raccontato delle storie che sono documentate e dietro ogni fotogramma ci sono le persone. È una rappresentazione, un’interpretazione perché c’è il mio sguardo, ma sicuramente è un’opera onesta e autentica, nel rispetto di chi ha fatto questo viaggio e di chi non ce l’ha fatta, e perché possa essere d’aiuto e monito a chi, magari, sta per prendere questa decisione. Ci auguriamo che il viaggio di Seydou possa toccare il cuore anche del pubblico americano».
Ma è stata anche la serata di Riccardo Milani. Il regista di film di successo come “Grazie ragazzi”, “Come un gatto in tangenziale”, “Benvenuto Presidente”, ha presentato a Cosenza “Nel nostro cielo un rombo di tuono”, un docufilm che racconta la vita di un uomo simbolo del calcio: Gigi Riva.
«È la storia di un uomo, di un popolo, di una terra e di come si può, nonostante tutto, riuscire a dire di no alle leggi del mercato, salvaguardando la propria dignità e la propria esistenza. Sono valori, quelli di Gigi, che sono stati seminati sia fuori dal campo che dentro il campo, giocando a calcio ma non solo – ha raccontato Milani – seminando onestà, umiltà, coraggio, tutti valori che hanno fatto sì che il pubblico abbia apprezzato anche l’attualità di questo racconto».