14 Settembre Prometheus di Ridley Scott Tutte le curiosità

14 Settembre Prometheus in 3D di Ridley Scott con Michael Fassbender, Idris Elba, Charlize Theron, Noomi Rapace, Guy Pearce, Kate Dickie

 

Sir Ridley Scott, il celebrato realizzatore che ha reinventato il genere della fantascienza quando ha diretto Alien, un rivoluzionario mix di fantascienza e horror, seguito da Blade Runner, uno dei più acclamati e influenti film moderni di genere, offre il suo caratteristico marchio di azione, emozioni, spaventi e molto altro, grazie all’uscita di Prometheus nei cinema mondiali.

Con Prometheus, Scott ha creato una nuova mitologia, in cui una squadra di esploratori scopre degli indizi sulle origini dell’umanità, che li porta a compiere un viaggio eccitante a bordo della nave spaziale Prometheus, fino alle profondità più oscure dell’universo, dove avverrà una battaglia terribile per salvare la razza umana.

Sebbene non abbia diretto una pellicola di fantascienza negli ultimi tre decenni, l’interesse di Ridley Scott verso questo genere non è mai venuto meno. Avendo dato vita a due dei più acclamati film di genere di tutti i tempi, il suo ritorno doveva essere contrassegnato da un’idea notevole. “Negli ultimi decenni, si è abusato dell’azione, dei mostri e della fantascienza al cinema”, sostiene Scott. “Quindi la domanda fondamentale era: quanto possiamo essere originali?”.

“E’ da tanti anni che non faccio film di fantascienza. Io sono stato impegnato in altre pellicole e a esplorare generi diversi, ma la ragione di questa assenza è anche legata al fatto di non aver trovato nulla che valesse la pena realizzare in termini di verità, originalità e forza. Prometheus possiede invece tutte queste caratteristiche”.

Il concetto alla base di Prometheus ha avuto inizio con una figura appena accennata in Alien e che sembrava dimenticata una volta che il protagonista xenomorfo è balzato letteralmente in scena. Ma questo essere misterioso – una gigantesca creatura fossilizzata con il petto squarciato, che sarebbe divenuta nota come lo Space Jockey, era rimasta in mente all’uomo che l’aveva portata in vita. “E’ qualcosa che porto con me dai tempi di Alien, il mistero che si nasconde dietro”, rivela Scott. “Chi era? Da dove proveniva? Qual era la sua missione? Che tecnologia possedeva? Pensavo che queste domande potessero rappresentare la base per produrre idee molto importanti”.
           
Quindi, Prometheus ha preso vita anni fa come un prequel di Alien, prima di diventare molto più di questo. Come dichiara Scott, il progetto si “è evoluto in un altro universo”. La pellicola è incentrata e definita da nuove idee e domande che hanno conquistato la formidabile immaginazione del realizzatore. Come nota Scott, “in questo processo creativo per sviluppare il film, è emersa una nuova, notevole mitologia in cui si sarebbe svolta la storia. L’appassionato riconoscerà dei filamenti del DNA di Alien, ma le idee affrontate in questa pellicola sono uniche, approfondite e provocatorie. Prometheus è proprio il racconto di genere che stavo cercando”.

Il cosceneggiatore Jon Spaihts aggiunge che “la cosa più difficile nello scrivere questa storia, è che non c’era nulla di scontato e tutto doveva essere inventato. Nel creare un intero mondo con Ridley Scott, io avevo un’enorme tavolozza su cui dipingere. Il cosceneggiatore e produttore esecutivo Damon Lindelof sostiene di essere rimasto “impressionato dalla visione originale di Ridley per questo film. E’ coraggiosa, viscerale e, almeno spero, totalmente inattesa per il pubblico”.

Mentre la sceneggiatura veniva sviluppata, emergevano le grandi idee della storia. Durante un viaggio per incontrare quelli che alcuni scienziati ritengono essere stati i loro ‘creatori’ – esseri che potrebbero aver generato la vita sul nostro pianeta – l’equipaggio della nave spaziale Prometheus e la grande corporation che sta finanziando questa missione costosissima stanno sfidando gli dei. E, come potrebbe testimoniare il personaggio della mitologia greca da cui la navicella prende il nome, sfidare gli dei può rivelarsi una pessima idea.

“Abbiamo chiamato il film Prometheus, perché la metafora centrale della pellicola riguarda il Titano greco Prometeo, che sfidò gli dei dando agli esseri umani il dono del fuoco, azione per cui venne orribilmente punito”, spiega Scott. “Quando si parla del mito legato al titolo del film, stiamo affrontando il rapporto dell’umanità con gli dei – gli esseri che ci hanno creato – e quello che succede quando li sfidiamo”.

Ma in fin dei conti, come nota Lindelof, Prometheus parla di… noi. “Stiamo descrivendo l’umanità nel futuro, mettendo alla prova alcune delle nostre idee scientifiche e filosofiche più importanti”.

La squadra di scienziati ed esploratori a bordo della Prometheus è impegnata in un viaggio per fornire delle risposte ad alcune delle maggiori domande sulla vita. Due giovani e brillanti scienziati, Shaw (Noomi Rapace) e Holloway (Logan Marshall-Green), che sono spinti da ragioni contrastanti, conducono la spedizione. Shaw è credente: lei vuole incontrare questi ‘dei’, in modo da avvicinarsi alle sue convinzioni religiose tradizionali, mentre Holloway vuole sfatare questi concetti spirituali. Nella loro attività di archeologi, hanno scoperto degli indizi nei pittogrammi delle caverne creati dalle civiltà antiche, che indicano lo stesso luogo nello spazio profondo, e così hanno convinto una corporation, la Weyland Industries, a finanziare la loro missione.

Ma questi scienziati non sono preparati agli orrori inimmaginabili che incontreranno. “Quando Shaw e Holloway preparavano la missione, si aspettavano di scoprire una specie benevola, che avrebbe potuto fornire delle risposte ad alcuni dei nostri maggiori misteri”, rivela il produttore esecutivo Michael Ellenberg. “In altre parole, speravano di incontrare gli dei. Ma queste creature sono tutt’altro che compassionevoli. In realtà, si tratta di una pericolosa razza di superesseri”.

“L’equipaggio della Prometheus ritiene di essere diretto verso il paradiso, dove scoprirà le risposte alle domande sull’esistenza. Ma loro si ritrovano in un mondo oscuro e spaventoso, una stazione di passaggio per questi esseri”, aggiunge Jon Spaiths. “Questo ambiente freddo e implacabile assomiglia più all’inferno che al paradiso”.

Nelle pellicole di Ridley Scott, tra cui anche Prometheus, le scoperte dei protagonisti spesso superano le loro aspettative. “E’ il modo di creare storie interessanti”, afferma il realizzatore. “La nostra vicenda affronta quello che potremmo trovare e punta su una visione pessimista. La verosimiglianza dà sempre vita ai drammi migliori e più inquietanti, fornendomi la possibilità di spaventare il pubblico”.

Sul pianeta, la squadra incontra il sopravvissuto di una civiltà che controlla degli elementi molto pericolosi, tra cui varie forme di biologia e biomeccanica, che in un battito di ciglia può eviscerare le sue vittime o fare anche di peggio. “Questo suscita una domanda”, rivela Scott, “quali sono le conseguenze di un incontro con un essere superiore, le cui capacità sono infinitamente superiori alle nostre, tanto da renderlo simile a un dio?”.

O per dirla con altre parole: forse è meglio non aprire il vaso di Pandora. Come ha sostenuto il celebre astrofisico Stephen Hawking nel suo programma televisivo Into the Universe with Stephen Hawking: “se gli alieni venissero a farci visita, il risultato sarebbe simile allo sbarco di Colombo in America, che non si è rivelato un evento positivo per i nativi americani. Basta osservare noi stessi, per capire come la vita intelligente può svilupparsi e diventare qualcosa che non vogliamo incontrare”.

 

L’EQUIPAGGIO DELLA PROMETHEUS

I personaggi femminili forti sono un marchio di fabbrica di Ridley Scott: Sigourney Weaver nei panni di Ripley in Alien, Geena Davis e Susan Sarandon in Thelma and Louise, Demi Moore in Soldato Jane, Eva Green ne Le crociate, Connie Nielsen ne Il gladiatore e la lista potrebbe proseguire a lungo. Prometheus presenta non una, ma due formidabili protagoniste, che portano avanti l’impressionante tradizione di Scott. Elizabeth Shaw, incarnata da Naomi Rapace, è uno scienziato pieno di fede e speranza, ma che si trasforma in una guerriera quando si ritrova di fronte a un pericolo che incontra sul suo cammino; Vickers, interpretata da Charlize Theron, è una dirigente che rappresenta gli interessi di una megacorporation, che ha finanziato il viaggio in un mondo distante e sconosciuto.

L’interpretazione potente e destabilizzante della Rapace nella versione originale di Uomini che odiano le donne, il primo capitolo basato sulla trilogia di Stieg Larsson Millennium, ha conquistato l’interesse del pubblico mondiale, tra cui quello di Scott. “Noomi mette assieme un’intelligenza e una fisicità rare”, nota il realizzatore. “Lei si era calata perfettamente nel ruolo di Uomini che odiano le donne. Era così convincente che, quando l’ho incontrata, mi aspettavo una persona dura, mentre invece lei risultava adorabile e intelligente. Era un mix impressionante e perfetto per interpretare Shaw”.

Una chiamata da Ridley Scott rappresenta un momento fondamentale nella carriera di qualsiasi attore, compresa la Rapace. “Dopo aver incontrato Ridley, ho pensato che se anche non fossi riuscita a lavorare con lui a Prometheus, sarei stata comunque felice di aver passato un’ora con quest’uomo”. In realtà, la Rapace è stata impegnata con Scott molto più a lungo, dopo che il regista l’ha scelta in seguito a un provino effettuato con il direttore della fotografia Dariusz Wolski. “Abbiamo usato un magazzino della Panavision, che lo scenografo Arthur Max aveva decorato in modo da fornire una sensazione industriale e inquietante. Noomi è stata fantastica”, rivela Ellenberg. “Siamo rimasti sconvolti dalla sua ferocia, potenza e presenza in scena”.

Un diverso tipo di potere è rappresentato da Meredith Vickers, una dirigente della Weyland Industries, che si trova a bordo della Prometheus per seguire i misteriosi interessi dell’azienda. Quando Charlize Theron ha accettato la parte, Vickers è diventato un personaggio molto più complesso. Come rivela Lindelof, “io e Charlize abbiamo lavorato insieme per fornirle maggiore profondità. Vickers è qualcuno che il pubblico amerà odiare, ma in alcuni momenti notiamo la sua vulnerabilità e iniziamo a capire come e perché è diventata così cinica e dura. Questo la rende molto più interessante come antagonista di Shaw”.

La Theron era attirata dall’idea di esplorare i temi epici della pellicola, da un punto di vista diverso dal resto dell’equipaggio. “Per Vickers, questo viaggio epico di due anni in un altro mondo è limitato al lato economico. Lei pensa soltanto agli affari”, rivela l’attrice.

Ma come succede per tante altre situazioni della missione, ci sono diversi aspetti e misteri legati agli obiettivi di Vickers. “Lei è un’enigma e il mistero che la circonda mi è piaciuto molto”, sostiene la Theron. “E’ pragmatica e vuole disperatamente controllare la situazione. Lei ostacola tutti gli sforzi che fanno gli altri, tanto che diventa chiaro che ha degli obiettivi personali o che sta nascondendo qualcosa”.

La fredda efficienza di Vickers potrebbe farla sembrare una macchina, ma un altro membro dell’equipaggio, David, incarnato da Michael Fassbender, è letteralmente una macchina, un androide creato dalla corporation. Mentre David possiede un’intelligenza e altre doti straordinarie, il suo compito principale sulla Prometheus, come rivela Scott, è di servire a bordo. “In sostanza, è il governante della nave spaziale, che fa la guardia mentre l’equipaggio umano si trova in animazione sospesa, una situazione resa necessaria da questo viaggio lungo due anni”.

David è comunque molto più ‘umano’ di quanto potremmo aspettarci da una persona sintetica. Come spiega Lindelof, “David è programmato per aiutare i membri umani dell’equipaggio, ma pensa che la missione sia ridicola, perché si ritrova accanto ai suoi creatori – gli umani – senza provare nessun rispetto per loro. Io volevo fargli mostrare il suo disprezzo, almeno nei limiti consentiti dalla sua programmazione”.

La combinazione dell’intelletto e degli umili compiti affidati a David forniscono alcuni momenti inattesi di umorismo. Quando lo incontriamo per la prima volta, sembra un bambino in un parco giochi, che però in questo caso è la Prometheus. “Mentre il resto dell’equipaggio si trova in animazione sospesa, David si diverte con le tante meraviglie tecniche della navicella”, rivela Fassbender. E proprio come un bambino, David ama vedere continuamente lo stesso film. La sua passione cinematografica è la pellicola epica di David Lean Lawrence of Arabia. David, proprio come il personaggio di Peter O’Toole, T.E. Lawrence, è per molti versi una versione idealizzata di un uomo. Inoltre, come sostiene Lindelof, “Lawrence era uno straniero in terra straniera. Lui si vedeva come un liberatore e tutti questi elementi sono presenti in David”.

Inoltre, la considerazione di David sull’equipaggio umano è simile a quella di un bambino. “E’ geloso ed arrogante, perché capisce che la sua conoscenza è straordinaria e quindi superiore a quella degli umani”, sostiene Fassbender. “Vuole essere riconosciuto e apprezzato per il suo valore, ma nessuno perde tempo con lui. Loro non lo accettano e questo gli dà fastidio. E, proprio come un bambino, David può essere molto deciso nelle scelte che compie”.

Janek, il capitano della Prometheus, viene descritto da Scott come un “vecchio lupo di mare”, un capo branco che ha come compito principale proteggere la nave e l’equipaggio. Le sue ambizioni e la vocazione rappresentano un contrasto evidente con gli obiettivi profondi di Shaw e Holloway e con i venali interessi aziendali di Vickers. 

L’attore britannico Idris Elba, che incarna Janek, ritrova Scott dopo aver lavorato al premiato film American Gangster. La formidabile presenza di Elba in quella pellicola ha lasciato un’impressione forte in Scott, come ha fatto la prova dell’attore nella serie The Wire e nei panni di un complesso ufficiale di polizia in Luther.

Elba descrive Janek come “un marinaio di lungo corso. Questa è la sua vita e l’equipaggio si trova sotto la sua responsabilità. Alla fine, prende una decisione importante, che rappresenta perfettamente la sua personalità”.

Logan Marshall-Green incarna la parte di Holloway, il compagno di Shaw sia a livello personale che professionale, anche lui impegnato nella ricerca per rispondere ad alcune delle maggiori domande dell’umanità. Come capita anche a Shaw, Holloway è in cerca di risposte, ma alla fine di questo viaggio, si aspetta di trovare dei risultati molto diversi da quelli previsti da Shaw.

“Shaw rappresenta il cuore della ricerca, mentre Holloway è lo stomaco”, aggiunge Marshall-Green. “Credo che Holloway stia cercando delle risposte a queste enormi domande, perché lui si spinge sempre al limite in tutto quello che fa, talvolta con risultati positivi, in altri casi negativi per la squadra. Credo che lui sia motivato dall’eccitazione della ricerca”.

Infine, c’è Peter Weyland, il megamiliardario proprietario della enorme corporation Weyland Industries, che finanzia la missione. Weyland, interpretato da Guy Pearce, viene presentato come un ologramma e ha l’aspetto di una persona anziana, ormai deceduta, che dà il benvenuto all’equipaggio della Prometheus all’arrivo a destinazione. I suoi scopi, almeno per ora, sono misteriosi, ma un uomo con questa visione e con le sue risorse deve avere in mente qualcosa di rivoluzionario per la missione.

 

LA PRODUZIONE

Sebbene Ridley Scott abbia abbracciato da tempo i “nuovi trucchi e giocattoli” del cinema, tra cui le immagini generate al computer, è anche conosciuto per la fiducia che ripone “nella realtà”, ossia i set concreti. In effetti, con tanti film epici di genere che puntano pesantemente sul CGI, Prometheus rappresenta un’eccezione, proponendo un imponente mondo di fantascienza in cui buona parte dei set, degli oggetti di scena e degli stunt sono concreti. Questo dà vita a un’impressionante realtà tangibile, con tanti set che risultano impressionanti. Come ha detto un membro dell’equipaggio, “Ridley ha costruito il maggior parco giochi alieni nel mondo”.

Il cast e la troupe erano ammirati dagli sforzi dello scenografo Arthur Max e della sua squadra di artigiani. “Questo lavoro mi ha fornito una grande ispirazione. Ci sono tante cose sottili e istintive che avvengono quando giri su set concreti, tutti si comportano in maniera più naturale e spontanea, perché sentono di ritrovarsi immersi nella realtà. Ogni dettaglio di design era basato su dei riferimenti al mondo reale, in termini di idee e concetti. Alcuni di questi sono concetti complicati, ma comunque provengono dal nostro mondo. E se vuoi spaventare e coinvolgere il pubblico, a livello viscerale ed emotivo, i set concreti sono la strada giusta”.

La produzione ha girato su cinque teatri di posa dei Pinewood Studios in Inghilterra, tra cui il celebre “007 Stage” (uno dei maggiori teatri di posa europei, ampio circa 4.700 metri quadrati). Con lo spazio ridotto al minimo, i realizzatori hanno dovuto costruire 16 set sui cinque teatri di posa, oltre ad aumentare le dimensioni dello 007 Stage di almeno un terzo. Le riprese sono cominciate nell’agosto del 2010, sebbene il lavoro preparatorio fosse iniziato molto prima.

Arthur Max ha ideato non solo le navicelle e i veicoli, ma anche il pianeta in cui si dirige la spedizione e le strutture e la navicella spaziale che scoprono lì. Per la Prometheus, Max voleva “realizzare qualcosa che fosse all’avanguardia, in modo da rappresentare una navicella dotata della tecnologia necessaria per arrivare nelle profondità estreme della galassia. Abbiamo studiato attentamente i progetti della NASA e dell’Agenzia spaziale europea, giocando con queste idee e cercando di capire come sarebbero stati i viaggi spaziali nella prossima generazione”. In seguito, Max ha lavorato sull’architettura interna della navicella e sul modo in cui avrebbe interagito con l’esterno.

Il ponte della Prometheus era un set di due piani, contrassegnato da una straordinaria attenzione ai dettagli e una tecnologia incredibile, tra cui un parabrezza gigantesco che fronteggiava la struttura. Forse, il set più elaborato sulla Prometheus sono gli uffici di Vickers, più simili a un appartamento della Fifth Avenue piuttosto che alla cabina di una navicella interstellare. Questo ambiente risplende di decorazioni firmate vecchie e nuove, tra cui un pianoforte Fazoili, dei candelabri Swarovski e una struttura medica, comprendente un’unità medico robotica (chiamata Med-pod), in grado di soddisfare ogni necessità di salute e anche di svolgere operazioni di emergenza. E’ simile a uno scrigno e appare in una delle più importanti scene della pellicola, che mette assieme azione e orrore come non era mai avvenuto prima al cinema. “Quello che succede è semplicemente la cosa peggiore che siete in grado (o non siete in grado) di immaginare”, rivela la Rapace.

Altri interni della Prometheus comprendono un laboratorio, in cui l’equipaggio porta il ritrovamento di una perlustrazione; la stanza di passaggio, in cui i membri si vestono per la loro missione; gli ambienti per il sonno profondo, dove David monitora l’equipaggio durante il loro viaggio di due anni verso il pianeta; la mensa, con un’impressionante gamma di equipaggiamento high-tech, e gli ambienti privati dell’equipaggio. 

Gli epici set di Max che formano il pianeta alieno includono una Piramide, che contiene il Juggernaut, una navicella simile a quella distrutta e già apparsa in Alien. Utilizzando una serie di camere, corridoi e tunnel che uniscono questi spazi profondi tra di essi, e dopo dei ritocchi effettuati in fase di postproduzione, l’ambiente è diventato enorme come l’Empire State Building. Era talmente contorto, che alcuni membri della troupe si sono persi all’interno.

All’esterno, nel backlot di Pinewood, Max e la sua squadra hanno costruito il Prometheus Garage, uno dei tre set che si trova nella struttura principale della navicella. Questo set enorme ospitava i veicoli dell’equipaggio, che sono stati costruiti da zero. “Abbiamo dovuto creare dei veicoli che potessero viaggiare su una superficie ostile, ondulata e rocciosa”, sostiene Max. “Avevamo bisogno di trasporti adatti ad affrontare questi ambienti, ma allo stesso tempo con delle caratteristiche futuristiche”. Ci sono volute undici settimane per costruire questi veicoli solidi, dotati di tecnologia all’avanguardia, luci LED e poltrone imbottite, tutti con un design metallico molto elegante.

Dopo 15 settimane passate a Pinewood, il cast e la troupe si sono spostati in Islanda, per girare le sequenze conclusive, così come il prologo. Nella cittadina di Hekla, i realizzatori hanno messo in scena una sequenza dotata di un’azione epica ed eccitante, mentre uno dei vulcani islandesi più attivi minacciava di eruttare. Infine, delle scene aggiuntive sono state girate in una spettacolare cascata a Dettifoss.

Un altro collaboratore abituale di Scott, l’ideatrice dei costumi e vincitrice dell’Oscar Janty Yates, affrontava delle sfide complesse. “Ridley voleva evitare assolutamente le tute spaziali gonfie in stile NASA, che il pubblico conosce bene”, rivela la Yates. “Lui preferiva un aspetto lineare, quindi abbiamo adottato un approccio originale per le tute spaziali, con l’idea di inserire delle innovazioni biomediche per quanto riguarda la sostituzione della pelle, così come dei materiali in grado di offrire una flessibilità leggera e un comfort adeguato in tutti gli ambienti extraterrestri. Ogni costume consisteva in una tuta spaziale esterna e una tuta interna in neoprene, una parte in cui era attaccato il casco e uno zaino. Scott voleva un casco rotondo, senza zone oscure. Ogni casco conteneva nove schermi video funzionanti, luci e una fornitura di ossigeno grazie a due ventilatori, con le batterie all’interno dello zaino. La parte esterna del casco comprendeva una torcia perfettamente funzionante e una camera HD dotata di una trasmittente e un registratore.

Il costume di David è simile a quelli umani, ma con delle linee eleganti, che gli forniscono un aspetto più regolare. La Theron invece indossa un magnifico abito di seta mohair di color grigio ghiaccio. “Vickers è le regina delle nevi. Volevamo renderla scultorea”, spiega la Yates. Tenendo bene in mente l’abbigliamento marittimo per Janek, l’ideatrice dei costumi ha fornito a Elba una giacca di tela, che fornisce l’impressione che lui sia alla guida della nave da tanti anni. Marshall-Green, nei panni di Holloway, ha un aspetto più casual e senza tempo grazie alle sue felpe con cappuccio, ai pantaloni alla pescatora e alle infradito.

Le nuove creature della pellicola sono opera del Supervisore creativo per gli effetti delle creature e gli effetti speciali makeup Neal Scanlan e del supervisore alle protesi Conor O’Sullivan. “Noi rappresentiamo l’evoluzione delle creature in maniera logica e biologica”, rivela Scott. Scanlan aggiunge che “ogni aspetto del ciclo vitale di una creatura è legato a uno scopo preciso. Nella nostra xenobiologia, abbiamo inserito dei nuovi elementi, che non sono necessariamente un’anticipazione di Alien, ma comunque prevedono un DNA simile. Ridley ha inserito molti riferimenti alla natura – piante, vegetali, creature marine e altri animali. Nulla è stato inventato da zero”.

Prometheus rappresenta il primo film di Scott a essere girato digitalmente e in 3D, un formato che presentava delle sfide tecniche ed estetiche, abbracciate dal realizzatore con entusiasmo. Scott e Wolski hanno utilizzato la tecnologia per migliorare l’azione e le emozioni sia negli spazi limitati, così come negli ambienti ampi ed epici.

Nel ritorno a un genere che ha contribuito a definire, Ridley Scott continua a superare i limiti narrativi, sia a livello visivo che tematico. Come sottolinea il regista, bisogna sempre pensare a tutto, dalla struttura della storia al casting, dai set e i costumi ai nuovi modi di raccontare una storia. E mentre il celebrato realizzatore vuole spaventare gli spettatori, non perde mai di vista l’obiettivo principale. “Dopo aver visto Prometheus”, conclude Scott, “capirete di aver vissuto qualcosa di assolutamente inaspettato”.

 

 

 

 

 

IL CAST

NOOMI RAPACE (Elizabeth Shaw)ha catturato l’attenzione del mondo dello spettacolo con il suo ritratto forte, teso e acclamato di Lisbeth Salander negli adattamenti cinematografici della trilogia di Stieg Larsson Millennium Trilogy: Uomini che odiano le donne (The Girl With the Dragon Tattoo), La ragazza che giocava con il fuoco (The Girl Who Played With Fire)e La regina dei castelli di carta (The Girl Who Kicked The Hornet’s Nest).

            In seguito, è apparsa al fianco di Robert Downey Jr. e Jude Law nel sequel, diretto da Guy Ritchie, Sherlock Holmes – Gioco di ombre (Sherlock Holmes: A Game of Shadows), incarnando Sim, la zingara in grado di predire il futuro e che sa più di quello che rivela.

Di recente, la Rapace ha lavorato a Passion di Brian de Palma, al fianco di Rachel McAdams. Lei incarna Isabelle, un’ambiziosa dirigente di un’azienda pubblicitaria, che vuole vendicarsi del suo capo e mentore, che le ha rubato un’idea importante. In seguito, la Rapace è stata impegnata nelle riprese di Dead Man Down, in cui ha ritrovato il regista Niels Arden Oplev e ha recitato assieme a Colin Farrell, interpretando Beatrice, la vittima di un crimine in cerca di vendetta.

            Ha iniziato la sua carriera all’età di sette anni, nella pellicola islandese In the Shadow of the Raven. In seguito, è apparso in oltre 20 film e telefilm. Nel 2007, si è fatta notare sul grande schermo grazie a un’impressionante interpretazione nella pellicola danese Daisy Diamond. Nel film, la Rapace incarna una giovane madre problematica, che lascia la sua casa per inseguire un sogno, fallendo e subendo un crollo dalle conseguenze fatali. Per la sua interpretazione, è stata celebrata con un Bodil Award (il riconoscimento dei critici danesi) e Robert Award (il premio dell’accademia danese) come miglior attrice protagonista.

            Ha ottenuto grandi consensi per la sua rivoluzionaria prova in Uomini che odiano le donne, il primo capitolo della trilogia di Millennium, che è stato presentato in Svezia nel febbraio del 2009. Così, si è aggiudicata il Guldbagge Award da parte dell’accademia svedese e l’International Jupiter Award tedesco come miglior attrice, oltre a ricevere una candidatura ai Orange British Academy Film Award e agli European Film Award grazie al suo ruolo. E’ stata acclamata anche per il secondo e il terzo episodio della serie, La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta.

            Nella sua filmografia, figurano anche l’esordio alla regia di Pernilla August, Beyond (Svinalägorna), girato in Svezia. La pellicola è stata presentata nel 2010 al Festival di Venezia e si è aggiudicata il premio della Settimana della critica. Tratto da un fortunato romanzo, il film racconta l’avvincente storia di una giovane ragazza che cresce in una casa colpita dagli abusi e dall’alcolismo. Dopo Beyond, la Rapace è apparsa nel thriller norvegese di Pål Sletaune Babycall, su una giovane madre che pensa di aver sentito accadere un omicidio. Grazie alla sua prova, la Rapace ha ricevuto il premio come miglior attrice al Festival di Roma del 2011.

            Nata in Svezia, la Rapace è la figlia del cantante di Flamenco Rogelio Duran.

 

Nato in Germania e cresciuto a Killarney, Irlanda, MICHAEL FASSBENDER (David) nel 2011 e 2012 ha inanellato una serie di acclamate interpretazioni, ottenendo numerosi riconoscimenti, tra cui il premio come miglior attore al festival di Venezia del 2011 e l’Irish Film and Television Award (IFTAs), così come delle candidature ai Golden Globe e ai BAFTA come miglior attore protagonista per Shame di Steve McQueen. La National Board of Review ha conferito a Fassbender lo Spotlight Award, mentre la Los Angeles Film Critics Association lo ha eletto miglior attore protagonista per le sue prove in Shame e nella pellicola drammatica di David Cronenberg A Dangerous Method, in cui Fassbender incarna Carl Jung al fianco di Keira Knightley e Viggo Mortensen. Recentemente, è apparso in X-Men: L’inizio (X-Men: First Class) di Matthew Vaughn nei panni di Erik Lehnsherr, meglio conosciuto come il supervillain Magneto; ha incarnato Rochester in Jane Eyre di Cary Joji Fukunaga; ed è stato un killer assieme a Ewan McGregor e Gina Carano in Knockout – Resa dei conti (Haywire) di Steven Soderbergh.

Nel 2009, ha partecipato alla fortunata pellicola di Quentin Tarantino Bastardi senza gloria (Inglourious Basterds), che gli ha permesso di ottenere, assieme ai suoi colleghi, uno Screen Actors Guild Award® per il miglior cast di una pellicola, così come l’analogo premio agli Critics’ Choice Award.  

 Fassbender ha iniziato la sua carriera nei panni di Bobby Sands, morto per uno sciopero della fame, nel dramma biografico di Steve McQueen Hunger. Questa interpretazione gli è valsa il British Independent Film Award (BIFA) e l’IFTA per il miglior attore protagonista, un London Film Critics Award e i riconoscimenti come miglior attore ai Festival di Stoccolma e di Chicago del 2008. L’anno successivo, è stato premiato nuovamente al Festival di Chicago come miglior attore non protagonista, per la sua prova in Fish Tank di Andrea Arnold. Questa parte gli ha permesso di conquistare delle nomination ai BIFA e agli IFTA, così come il suo secondo London Film Critics Circle Award. Inoltre, è stato candidato agli IFTA per la sua prova nella miniserie di Marc Munden The Devil’s Whore.

Fassbender si è diplomato al prestigioso Drama Centre di Londra. Si è fatto notare grazie alla parte del sergente Burton “Pat” Christenson nella premiata miniserie epica della HBO Band of Brothers.

Dopo aver esordito al cinema nel blockbuster di Zack Snyder 300, è apparso in Town Creek di Joel Schumacher, Eden Lake di James Watkins, Jonah Hex di Jimmy Hayward, Angel: La vita, il romanzo (Angel) di Francois Ozon e Centurion di Neil Marshall.

 

GUY PEARCE (Weyland)è nato in Inghilterra e cresciuto in Australia dall’età di tre anni. Sempre interessato a recitare, con un talento particolare per cogliere perfettamente gli accenti, ha partecipato a diverse rappresentazioni teatrali da giovane, per poi passare alla televisione con la soap opera australiana Neighbours nel 1985, incarnando il ruolo di Mike Young per diversi anni. Inoltre, è stato impegnato anche in altri telefilm, come Home and Away (1988) e Snowy River: The McGregor Saga (1993).

Nel 1994, Pearce si è fatto notare al cinema nella parte di una drag queen in Priscilla, la regina del deserto (Priscilla, Queen of the Desert) di Stefan Elliott. In seguito, è apparso in diverse produzioni americane, tra cui L.A.Confidential, Regole d’onore (Rules Of Engagement), Montecristo (The Count of Monte Cristo), The time machine – Dove vorresti andare? (The Time Machine) e soprattutto in Memento di Christopher Nolan 

Successivamente, è apparso nell’acclamato La proposta (The Proposition, 2005), diretto da John Hillcoat, con cui ha lavorato nuovamente a The Road. Pearce ha conquistato grandi consensi nei panni di Andy Warhol in Factory Girl, ha incarnato Harry Houdini in Houdini – l’ultimo mago (Death Defying Acts) di Gillian Armstrong ed è stato impegnato in un cammeo nella pellicola di Kathryn Bigelow, vincitrice agli Academy Award, The Hurt Locker.   

Si è calato nei panni di Edward VIII nel film di Tom Hooper che ha vinto diversi Oscar Il discorso del re (The King’s Speech). Più di recente, ha lavorato all’acclamato dramma criminale Animal Kingdom; al thriller Solo per vendetta (Seeking Justice), al fianco di Nicolas Cage; nell’horror-thriller Non aver paura del buio (Don’t Be Afraid of the Dark), prodotto e sceneggiato da Guillermo del Toro; alla pellicola drammatica 33 Postcards; e all’avventura di fantascienza Lockout, sceneggiata da Luc Besson. In futuro, lo vedremo in Lawless, che vede impegnato anche Tom Hardy.

Ha conquistato un Emmy® Award per il miglior attore non protagonista in una miniserie o un film, grazie al prodotto della HBO Mildred Pierce, che gli ha anche permesso di ricevere delle candidature ai Golden Globe e agli Screen Actors Guild Award®. La miniserie vedeva protagonista Kate Winslet ed era diretta da Todd Haynes.

 

L’attore britannico IDRIS ELBA (Janek) ha conquistato il pubblico americano nei panni del malvagio Stringer Bell, un personaggio dell’acclamata serie della HBO, The Wire. Lui continua a farsi notare come uno degli attori più interessanti di Hollywood, grazie a una serie di apprezzate interpretazioni in film e serie televisive importanti.

Ha iniziato la sua carriera a Londra, sua città natale, grazie a diverse partecipazioni alla televisione britannica quando era ventenne. Negli anni novanta, ha recitato in alcuni telefilm importanti, tra cui Dangerfield, Bramwell e Ultraviolet. Quest’ultima, nel 2000, Ultraviolet è stata acquistata dalla Fox negli Stati Uniti, rendendolo un volto noto sul mercato americano. Dopo essersi trasferito a New York, ha ricevuto grandi consensi per la sua interpretazione di Achille nella produzione off-Broadway di Sir Peter Hall di una delle opere più complesse di Shakespeare, Troilo e Cressida (Troilus and Cressida). In seguito, ha conquistato una parte nel telefilm Law & Order – I due volti della giustizia (Law & Order).

Nello stesso periodo, David Simon, creatore della premiata serie della HBO Oz, lo ha scelto nel ruolo di Stringer Bell, il capo di un impero della droga a Baltimore, in The Wire. Il suo ritratto di Bell, un personaggio complesso, è senza dubbio uno dei più affascinanti nella storia della televisione. Dopo il successo del telefilm nel mondo, i critici e il pubblico hanno iniziato ad apprezzare il talento di Elba. Nel 2005, ha ricevuto una candidatura agli NAACP Image Award come miglior attore non protagonista, proprio grazie a The Wire.

E’ passato a un ruolo da protagonista nel film della HBO Sometimes in April, che gli ha consentito di ottenere la sua seconda candidatura agli Image Award, come miglior attore protagonista in un film, miniserie o speciale drammatico per la televisione. In seguito, sono arrivati diversi ruoli importanti, tra cui quelli nella pellicola drammatica di Tyler Perry Daddy’s Little Girls, che gli è valsa una candidatura ai premi BET; il thriller I segni del male (The Reaping), con protagonista Hilary Swank; e l’horror thriller 28 settimane dopo (28 Weeks Later).

Nel 2007, ha lavorato alla pellicola di Ridley Scott, candidata ai Golden Globe, American Gangster, al fianco di Denzel Washington, Russell Crowe, Ruby Dee e Josh Brolin. Assieme al resto del cast, ha ottenuto una nomination agli Screen Actors Guild Award. Lo stesso anno, è tornato a Londra per partecipare a RocknRolla di Guy Ritchie, assieme a Gerard Butler, Thandie Newton e Tom Wilkinson. La pellicola ha conquistato il primo posto del botteghino inglese durante la settimana d’esordio.

Successivamente, ha recitato con Beyonce Knowles nel thriller Obsessed, diretto da Steve Shill, che gli è valso una candidatura come miglior attore ai BET e agli NAACP Image Award. La pellicola ha ottenuto 28,5 milioni nel suo weekend d’esordio, arrivando al primo posto del botteghino e diventando il maggiore incasso di sempre per quanto riguarda i film con tematiche stalker.

Nel 2009, ha mostrato le sue doti comiche nel telefilm della NBC The Office, nei panni del serioso capo di Michael Scott, Charles Minor. In seguito, ha incarnato l’interesse amoroso di Laura Linney nella serie comica della Showtime The Big C.

I suoi progetti successivi sono stati The Losers, in cui condivideva lo schermo con Zoe Saldana, Chris Evans e Jeffrey Dean Morgan; e il grande successo Takers, assieme a Matt Dillon, T.I. e Hayden Christensen, che gli è valso una nomination ai NAACP Image Award del 2011 come miglior attore non protagonista. Nel maggio del 2009, si è trasferito a Glasgow per girare Legacy. Oltre a interpretare un agente coinvolto nelle operazioni sotto copertura, è stato produttore esecutivo della pellicola, selezionata per chiudere il Glasgow Film Festival nel febbraio 2010. Due mesi dopo, il Tribeca Film Festival ha presentato questo titolo con grande successo.

In seguito, ha lavorato alla serie drammatica della BBC Luther, nel ruolo di John Luther, un detective complesso che combatte contro i suoi demoni interiori. I sei episodi sono stati mostrati su BBC 1 nell’aprile del 2010, portando pubblico e critica a reagire positivamente al ritratto di Elba. La serie è stata acquistata dalla BBC America e trasmessa nel 2010, facendogli ottenere altri consensi. Grazie al suo lavoro in Luther, ha ottenuto una candidatura ai Golden Globe Award come miglior attore protagonista e ha vinto un NAACP Image Award come miglior attore in un film, miniserie o speciale drammatico per la televisione. Nel 2012, ha conquistato il Golden Globe per il miglior attore in una miniserie o film realizzato per la televisione.

Ha partecipato all’atteso adattamento di un fumetto Marvel, Thor, diretto da Kenneth Branagh, assieme a Natalie Portman, Anthony Hopkins e Samuel L Jackson. Ultimamente, ha lavorato a Ghost Rider: Spirito di vendetta (Ghost Rider: Spirit of Vengeance), assieme a Nicolas Cage.

Oltre all’impegno di Luther, che sta tornando per la terza stagione, Elba apparirà sul grande schermo in Pacific Rim di Guillermo del Toro, e incarnerà Nelson Mandela questa estate, quando inizieranno le riprese della pellicola biografica Long Walk to Freedom.

 

LOGAN MARSHALL-GREEN (Holloway)è apparso sul grande schermo in Devil, prodotto da M. Night Shyamalan. E’ conosciuto dal pubblico per il ruolo dell’attivista Paco in Across the Universe di Julie Taymor. Inoltre, ha partecipato alle pellicole Brooklyn’s FinestThe Kindness of Strangers e The Great Raid.

            Ha anche lavorato al telefilm Dark Blue e sul piccolo schermoè stato impegnato in Traveler, 24Law & Order – I due volti della giustizia (Law & Order), Law & Order: Special Victims Unit e The OC.

Laureato al programma di recitazione della Tisch della New York University e molto impegnato come attore teatrale, Marshall-Green ha conquistato una nomination al Drama League per il suo lavoro in Re Lear (King Lear)assieme a Kevin Klein al Public Theatre e a Pig Farm di Greg Kotis, messo in scena off-Broadway al Roundabout Theatre. Ha conquistato delle candidature al Lortel Award grazie a Dog Sees God The Distance from Here di Neil LaBute, quest’ultimo in grado di fargli vincere anche un Drama Desk Award assieme al resto del cast.

Tra le altre produzioni off-Broadway figurano BeastSwimming in the Shallows, U.S. Drag e Giro di vite (Turn of the Screw). Ha lavorato spesso al Williamstown Theatre, in spettacoli come Bus StopStreet SceneSkin of Our TeethThe Blue BirdLight Up the Sky, Tonight at 8:30The Hour We Knew Nothing of Each OtherArlecchino servitore di due padroni (Servant of Two Masters) e Xanadu.

 

     L’attrice vincitrice dell’Oscar® CHARLIZE THERON (Vickers) è una delle migliori interpreti moderne. Grazie alla sua abilità nel calarsi in un’ampia gamma di personaggi, lei richiede un’attenzione totale al pubblico non appena appare sullo schermo. Nata in Sudafrica, viene continuamente apprezzata e ammirata per le sue prove potenti e ispirate.

Ha sconvolto il pubblico nei panni della serial killer Aileen Wuornos nella pellicola indipendente Monster, che le ha permesso di aggiudicarsi l’Independent Spirit Award, il National Broadcast Film Critics Association, il Golden Globe, lo Screen Actors Guild, il Francisco Film Critics Circle, il New York Film Critics Online, il Southeastern Film Critics, il Nation Board of Review e soprattutto l’Academy Award®.  

Recentemente, ha partecipato alla dark comedy di Jason Reitman, Young Adult, ottenendo una candidatura ai Golden Globe per la migliore attrice protagonista in una pellicola drammatica. Ha anche lavorato a Biancaneve e il cacciatore (Snow White and the Huntsman) assieme a Kristen Stewart, mentre quest’estate inizierà le riprese di Mad Max: Fury Road della Warner Bros., per la regia di George Miller.

Nel novembre del 2008,  è stata protagonista dell’esordio alla regia di Guillermo Arriaga The Burning Plain – Il confine della solitudine (The Burning Plain), in cui interpreta Sylvia, una donna costretta ad affrontare un viaggio emotivo per espiare un peccato del suo passato. La pellicola vedeva la presenza di Kim Basinger, mentre la Theron era impegnata anche come produttrice.  

Nel 2008, è stata protagonista di Hancock assieme a Will Smith e Jason Bateman, titolo che ha fatto segnare il terzo maggiore incasso di quell’anno.

La Theron è apparsa in North Country – Storia di Josey (North Country) assieme a Frances McDormand e Sissy Spacek per la regista Niki Caro. Ispirata alla storia vera di un gruppo di minatrici e all’ostile ambiente lavorativo che affrontavano ogni giorno, North Country ha ricevuto grandi consensi e l’incredibile interpretazione dell’attrice nei panni di Josey Aimes le ha fatto ottenere altre nomination ai Golden Globe, SAG, Critics Choice e agli Oscar®.

La Theron ha anche conquistato il pubblico in Tu chiamami Peter (The Life and Death of Peter Sellers) della HBO, al fianco di Geoffrey Rush, grazie al quale ha ricevuto una candidatura come miglior attrice non protagonista ai Golden Globe, agli Screen Actors Guild Award e agli Emmy.

Oltre a produrre The Burning Plain grazie alla sua società Denver and Delilah, è impegnata come produttrice esecutiva e nello sviluppo della serie della HBO Mind Hunter, diretta da David Lynch.

Charlize Theron ha esordito al cinema con Due giorni senza respiro (2 Days in the Valley) della MGM, in cui recitava assieme a James Spader, Eric Stoltz e Jeff Daniels. Inoltre, ha affiancato Al Pacino e Keanu Reeves ne L’avvocato del diavolo (TheDevil’s Advocate), Tom Hanks in Music Graffiti (That Thing You Do) e ha partecipato ad Ancora più scemo (Trial and Error) di Jonathan Lynn. Ha anche lavorato a Celebrity di Woody Allen, a cui poi ha fatto seguito Il grande Joe (Mighty Joe Young) con Bill Paxton.  Nel 1999, ha recitato nella pellicola candidata agli Oscar Le regole della casa del sidro (The Cider House Rules)e ne La moglie dell’astronauta (The Astronaut’s Wife) della New Line Cinema assieme a Johnny Depp. Nel 2000, la Theron era così richiesta da lavorare a diverse pellicole senza un attimo di sosta: La leggenda di Bagger Vance (The Legend of Bagger Vance)di Robert Redford, con Will Smith e Matt Damon; Men of Honor – L’onore degli uomini (Men of Honor) della Fox 2000, interpretata da Robert DeNiro e Cuba Gooding, Jr.; Trappola criminale (Reindeer Games)di John Frankenheimer con protagonista Ben Affleck; e The Yards della Miramax, al fianco di Mark Wahlberg, Joaquin Phoenix, James Caan e Faye Dunaway.

Nel 2001, illuminava lo schermo nella pellicola strappalacrime della Warner Bros Sweet November – Dolce novembre (Sweet November) assieme a Keanu Reeves, così come ne La maledizione dello scorpione di giada (Curse of the Jade Scorpion) di Woody Allen, che vedeva anche la presenza di Helen Hunt, Dan Aykroyd e David Ogden Stiers. Nell’autunno del 2002, ha recitato con Patrick Swayze, Natasha Richardson e Billy Bob Thornton in Amici di letti (Waking Up in Reno), a cui ha fatto seguito il suo impegno, assieme a Kevin Bacon, Courtney Love, Stuart Townsend, Pruitt Taylor Vince e Dakota Fanning, nel film 24 ore (Trapped)di Luis Mandoki.

 

 

I REALIZZATORI

RIDLEY SCOTT (Regista, produttore) è stato celebrato con delle candidature agli Academy Award come miglior regista grazie a Black Hawk Down, Il gladiatore (Gladiator) e Thelma & Louise. Sempre per questi titoli, ha ottenuto tre nomination ai DGA Award. 

Scott ha ottenuto tanti riconoscimenti nella sua prestigiosa carriera. Oltre alle candidature agli Academy Award e alle DGA, ha conquistato una nomination ai Golden Globe come miglior regista per American Gangster, che vedeva protagonisti Denzel Washington e Russell Crowe. E’ anche stato produttore di questo dramma ispirato a fatti reali, ricevendo una candidatura ai BAFTA come miglior film. Inoltre, ha conquistato delle candidature ai Golden Globe e ai BAFTA come miglior regista per Il Gladiatore (Gladiator). La pellicola ha ottenuto l’Academy Award, il Golden Globe e il BAFTA come miglior film.

Nel 1977, Scott ha esordito come regista al cinema con I duellanti (The Duellists), col quale ha vinto il premio di miglior opera prima al Festival di Cannes. Il suo secondo film è stato il titolo di fantascienza Alien, che ha reso Sigourney Weaver una stare ha portato a una lunga serie di sequel. Nel 1982, ha diretto Blade Runner con Harrison Ford. Ritenuto un classico della fantascienza, questo thriller futuristico è stato inserito nell’elenco del National Film Registry della Biblioteca del Congresso nel 1993. Nello stesso anno, è uscito il director’s cut di Blade Runner ottenendo grandi consensi, per poi essere ripresentato nel 2007.

Nella sua filmografia, figurano anche Legend, con Tom Cruise; Chi protegge il testimone (Someone to Watch Over Me); Black Rain- Pioggia sporca (Black Rain), interpretato da Michael Douglas e Andy Garcia; 1492: La conquista del Paradiso (1492: Conquest of Paradise); L’albatros- Oltre la tempesta (White Squall), che vedeva coinvolto Jeff Bridges; Soldato Jane (G.I. Jane), con Demi Moore e Viggo Mortensen; Hannibal, interpretato da Anthony Hopkins e Julianne Moore; Nessuna verità (Body of Lies), che vedeva la partecipazione di Russell Crowe e Leonardo DiCaprio; Un’ottima annata (A Good Year), con protagonisti Russell Crowe e Albert Finney; la pellicola epica Le crociate (Kingdom of Heaven), interpretato da Orlando Bloom e Jeremy Irons; e Il genio della truffa (Matchstick Men), con Nicolas Cage e Sam Rockwell. Scott è stato impegnato ultimamente nella versione di successo del racconto senza tempo Robin Hood, che ha rappresentato la sua quinta collaborazione con Russell Crowe. Il film vedeva coinvolta anche Cate Blanchett.

Ridley il fratello Tony hanno dato vita alla società di produzione di pubblicità RSA nel 1967. La RSA si è conquistata una solida reputazione nella creazione degli spot innovativi e rivoluzionari per alcune delle più importanti marche mondiali. Nel 1995, Scott e il fratello minore Tony hanno creato la Scott Free Productions. Con i loro uffici a Los Angeles e Londra, i fratelli Scott hanno prodotto pellicole come In her shoes – se fossi lei (In Her Shoes), A-Team (The A-Team), Cyrus e il film candidato agli Academy Award L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford (The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford). Inoltre, sono stati produttori esecutivi del telefilm vincitore agli Emmy, Peabody e Golden Globe The Good Wife per la CBS, così come della serie della CBS, durata sei stagioni, Numbers. Ridley e Tony Scott sono anche stati produttori esecutivi di molti altri progetti, come la miniserie della Starz I pilastri della terra (The Pillars of The Earth); la miniserie della A&E The Andromeda Strain, basata sul libro di Michael Crichton; la miniserie della TNT The Company; e i premiati film della HBO RKO 281, e The Gathering Storme Into the Storm.

Come riconoscimento per il suo contributo artistico, nel 2003 è stato nominato Cavaliere dell’Ordine dell’Impero Britannico.

 

JON SPAIHTS (Sceneggiatore), laureato alla Princeton University, si è trasferito a New York per diventare un romanziere, ma rapidamente ha cambiato il corso della sua carriera diventando un dirigente di dot-com, per la società tecnologica di New York Teachscape. E’ stato proprio il suo lavoro a New York che lo ha portato verso la strada del cinema. Ha fondato una società di produzione con un amico del college e insieme hanno realizzato dei documentari e dei prodotti multimediali per il New York Museum of Natural History, il National Civil Rights Museum e il Richmond Civil War Museum. In questo ambito, ha girato e montato dei video, pensando per la prima volta al cinema come un mezzo narrativo. Così, l’aspirante romanziere è diventato un aspirante sceneggiatore.

Dopo essersi preso un anno sabbatico, Spaiths ha passato un anno a scrivere e revisionare la pellicola Shadow 19. La sceneggiatura ha lanciato la sua carriera quando è stata comprata dalla Warner Bros. e Keanu Reeves era impegnato come protagonista. 

Quando Shadow 19 è rimasto bloccato in fase di sviluppo, Reeves ha spinto Spaihts a creare un progetto per lui. Come risultato, ha scritto la sceneggiatura di Passengers, che ha raggiunto la terza posizione nella Black List ed è diventata uno degli script più apprezzati a Hollywood, portandolo a ottenere tanti lavori di major.

Un incontro alla Scott Free Productions di Ridley Scott gli ha permesso di affrontare il ritorno del regista all’universo della fondamentale pellicola Alien. Spaihts ha proposto un’idea valida, per cui è stato ricevuto dai vertici della Fox pochi giorni più tardi e ha ispirato Ridley Scott a dirigere il film personalmente e non limitarsi solo a produrlo. Spaihts ha lavorato a stretto contatto con Scott per molti mesi, utili per creare quello che è diventato Prometheus.

La carriera di Spaihts, che nel 2012 è apparso nella lista dei 10 sceneggiatori da tenere d’occhio di Variety, è ormai lanciata e lui è diventato l’uomo più ricercato per i thriller spaziali. Infatti, si è occupato della sceneggiatura della pellicola New Regency-Summit L’ora nera (The Darkest Hour), mentre attualmente sta scrivendo Children of Mars per la Disney e Scott Rudin, e in seguito si occuperà di riscrivere St. George and the Dragon per la Sony e la Red Wagon.Inoltre, Spaihts ha un impegno con la Bruckheimer Films per due sceneggiature di fila: un adattamento del graphic novel World War Robot e un progetto originale, che metterà assieme i temi del vero amore e dello spazio interstellare.

Più di recente, la Universal Pictures lo ha ingaggiato per scrivere un reboot della serie de La mummia (The Mummy), con Sean Daniel di nuovo come produttore.

Spaihts vive a Venice, in California, assieme a sua moglie, l’attrice Johanna Watts, ed è un appassionato di fotografia, che ama riprendere ritratti e paesaggi.

 

Nonostante gli fosse stato detto che il suo cervello sarebbe marcito se non avesse smesso, DAMON LINDELOF (Sceneggiatore, produttore esecutivo) ha passato la maggior parte della sua infanzia guardando la televisione. Dopo un breve flirt con il cinema grazie a una laurea ottenuta alla Tisch School of the Arts della New York University, Lindelof è salito sulla sua macchina e si è diretto a ovest. Utilizzando Los Angeles come un master post-laurea, Lindelof ha lavorato per un’agenzia letteraria, ai Paramount Studios e infine come dirigente creativo per il produttore Alan Ladd Jr., prima di ricordarsi che la sua vera passione era la televisione. Sostituendo il suo completo elegante per una T-shirt e delle Birkenstocks, ha accettato l’incarico di assistente sceneggiatore per la serie drammatica di Kevin Williamson Wasteland per la ABC. In breve tempo, la sorte gli ha sorriso ed è diventato uno sceneggiatore dello staff. Poco dopo, la sorte gli ha voltato le spalle e la serie è stata cancellata.

Lindelof è passato a scrivere per il telefilm della CBS Nash Bridges, per la stagione finale (una coincidenza?) e poi è passato alla nuova serie drammatica della NBC Crossing Jordan, che lo ha visto impegnato come sceneggiatore e produttore per tre stagioni. Poi per Lindelof è arrivato Lost. Nel giro di dodici settimane di follia, assieme al cocreatore JJ Abrams è riuscito a realizzare un pilota per la ABC molto costoso, stranissimo, implausibile e che parlava di un gruppo di sopravvissuti a un disastro aereo  nel Pacifico del Sud. Nonostante questo, Lost ha conquistato il Golden Globe e l’Emmy award per la miglior serie drammatica grazie alla sua prima stagione. Dopo sei annate, Lindelof ha posto fine a Lost e ancora adesso non ha capito bene cosa sia successo.

Un appassionato da una vita di questa saga, Lindelof ha anche prodotto il reboot di Star Trek diretto da Abrams, uscito nel maggio del 2009, mentre ha cosceneggiato Cowboys & Aliens di Jon Favreau, arrivato in sala nel 2011. Sta cosceneggiando e producendo il sequel di Star Trek, mentre nel tempo libero ha anche scritto questa scheda biografica.

 

MICHAEL COSTIGAN (Produttore esecutivo) è stato Presidente della Scott Free Productions, la società di Ridley e Tony Scott, fin dal 2005. Con la Scott Free, è stato recentemente impegnato nella produzione di Being Flynn, con protagonista Robert De Niro e Paul Dano, diretti da Paul Weitz; e Cyrus, interpretato da John C. Reilly, Jonah Hill e Marisa Tomei, per la regia di Mark Duplass e Jay Duplass, distribuito dalla Fox Searchlight Pictures. E’ stato produttore esecutivo di Robin Hood, diretto da Ridley Scott e che vedeva coinvolti Russell Crowe e Cate Blanchett; Nessuna verità (Body of Lies) di Ridley Scott e con protagonisti Leonardo DiCaprio e Russell Crowe; e American Gangster, per la regia di Ridley Scott e con Denzel Washington e Russell Crowe. La Scott Free ha prodotto anche The Company della TNT, una miniserie in sei ore che parla della storia della CIA.

Costigan ha sviluppato molti progetti durante il periodo passato alla Scott Free, tra cui Domino, con protagonista Keira Knightley; Un’ottima annata (A Good Year), una commedia romantica con Russell Crowe; il film romantico e drammatico di Curtis Hanson In her Shoes – se fossi lei (In Her Shoes), con protagoniste Cameron Diaz, Toni Collette e Shirley MacLaine; e la fortunata serie della CBS Numbers. Tra gli imminenti progetti per la Scott Free, figura la pellicola Factor X, la storia del famigerato killer BTK in Kansas.

Costigan è stato produttore esecutivo del rivoluzionario dramma I segreti di Brokeback Mountain (Brokeback Mountain). Diretto da Ang Lee partendo da una sceneggiatura di Larry McMurtry e Diana Ossana, che adattava un racconto di Annie Proulx, questo titolo è stato candidato all’Academy Award per il miglior film, mentre ha vinto gli Oscar per la miglior regia e la miglior sceneggiatura non originale. Inoltre, ha prodotto la pellicola romantica Smart People e il film per le feste Conciati per le feste (Deck the Halls).

Prima di diventare produttore, Costigan ha passato oltre un decennio a lavorare per le major, tra cui un periodo di nove anni come vicepresidente della produzione alla Sony Pictures. In questo ambito, ha supervisionato l’acquisizione, lo sviluppo e la produzione di decine di pellicole, tra cui il titolo vincitore agli Oscar Ragazze interrotte (Girl, Interrupted) di James Mangold; il film di Milos Forman candidato agli Academy Award Larry Flint – Oltre lo scandalo (The People vs. Larry Flynt); il blockbuster di McG Charlie’s Angels; l’acclamata black comedy Da morire (To Die For) di Gus Van Sant; e due importanti esordi come Gattaca di Andrew Niccol e Un colpo da dilettanti (Bottle Rocket) di Wes Anderson.

 

MARK HUFFAM (Produttore esecutivo)lavora nell’industria del cinema dal 1983 e negli ultimi dieci anni è stato impegnato come produttore. Il suo primo impegno importante è avvenuto grazie a Salvate il soldato Ryan (Saving Private Ryan) di Steven Spielberg con protagonista Tom Hanks, che ha vinto cinque Oscar. Come riconoscimento per il suo contributo al film, Huffam ha ottenuto il Directors Guild of America (DGA) Award per il miglior team di produttori di quell’anno.

            Nel 2000, Huffam ha coprodotto Quills – La penna dello scandalo (Quills), con Geoffrey Rush e Kate Winslet, candidato a tre Oscar e cinque BAFTA Award. Nel 2001, ha prodotto Il mandolino del capitano Corelli (Captain Corelli’s Mandolin) per la Working Title Films. Diretta da John Madden, la pellicola vedeva protagonisti Nicolas Cage e Penelope Cruz.

            Nel 2002, ha collaborato con Scott Rudin per produrre The Hours, diretto da Stephen Daldry, con Nicole Kidman, Julianne Moore e Meryl Streep. La pellicola ha conquistato otto candidature agli Academy Award, mentre la Kidman ha vinto il premio come miglior attrice protagonista, grazie alla sua interpretazione di Virginia Woolf.

            Nel 2003, ha prodotto Johnny English, sempre per la Working Title. La pellicola, che vedeva protagonista Rowan Atkinson, ha incassato 147 milioni di dollari nel mondo, e ha ottenuto delle candidature come miglior film ai British Comedy Awards del 2003 e come miglior pellicola britannica agli Empire Awards del 2004. Nel 2004, ha lavorato con Tim Bevan ed Eric Fellner per produrre la versione cinematografica della popolare serie televisiva degli anni sessanta Thunderbirds

            Sempre quell’anno, con Stephen Daldry come produttore esecutivo, Huffam ha prodotto Mickybo and Me, una pellicola sviluppata con lo sceneggiatore e regista Terry Loane. Girato in Irlanda del Nord e con protagonista Julie Walters, questo titolo ha ottenuto diversi riconoscimenti e consensi all’Irish Film Festival del 2005 e in altre manifestazioni cinematografiche nel mondo.

            Nel 2005 e nel 2006, è rimasto coinvolto nella serie di successo iniziata con Goal! – Il film (GOAL!) e ambientata nel mondo del calcio professionistico, producendo i primi due titoli della trilogia per la Milkshake Films e la Buena Vista Pictures.

Nel 2007 ha prodotto Mamma Mia!, la versione cinematografica del popolare musical, con protagonisti Meryl Streep, Pierce Brosnan e Colin Firth. La pellicola si è rivelata un enorme successo nel mondo, conquistando oltre 600 milioni di dollari al botteghino, diventando anche uno dei titoli che ha generato i maggiori profitti di sempre per la Universal.

Nel 2008, Huffam ha fondato la Generator Entertainment assieme a Simon Bosanquet, per sviluppare e produrre una serie di film di genere. I titoli della Generator comprendono l’horror thriller Red Mist, il dramma di formazione Cherrybomb con Rupert Grint e il thriller sovrannaturale Ghost Machine.

Nel 2009, ha prodotto la pellicola Sua maestà (Your Highness) per la Universal Pictures, interpretata da Danny McBride, James Franco, Natalie Portman e Zooey Deschanel. Lo stesso anno, ha prodotto il pilota televisivo della HBO Il trono di spade (Game of Thrones), basata sul primo volume della serie di libri fantasy A Song of Fire and Ice, scritta da George RR Martin.

Nel 2010, ha prodotto Killing Bono di Nick Hamm per la Generator assieme alla Salt Company e alla Greenroom Entertainment. La pellicola vedeva coinvolti Ben Barnes, l’attore irlandese Robert Sheehan e il compianto Pete Postlethwaite. Nel 2010, Huffam ha collaborato con la HBO per produrre la serie televisiva Il trono di spade, girata in Irlanda del Nord e a Malta, con protagonisti Sean Bean, Lena Headey e Jason Momoa.

 

MICHAEL ELLENBERG (Produttore esecutivo)attualmente è il vicepresidente esecutivo della HBO, dove supervisiona le serie drammatiche del network, tra cui Boardwalk Empire, Il trono di spade (Game of Thrones), True Bloode Treme, così come lo sviluppo e la produzione delle nuove serie. In precedenza, è stato vicepresidente responsabile della Scott Free Productions, dove ha lavorato come produttore di Robin Hood e Cyrus. Ancora prima, è stata vicepresidente della produzione e dello sviluppo alla Scott Rudin Productions. 

 

DARIUSZ WOLSKI, ASC (Direttore della fotografia)recentemente è stato impegnato in Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare (Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides), dopo il suo acclamato lavoro ne La maledizione della prima luna (Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl), Pirati dei Caraibi – La maledizione del forziere fantasma (Pirates of the Caribbean: Dead Man’s Chest) e Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo (Pirates of the Caribbean: At World’s End). Wolski ha lavorato con Johnny Depp anche in Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street (Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street) e Alice in Wonderland di Tim Burton, oltre che in The Rum Diary – Cronache di una passione (The Rum Diary) di Bruce Robinson.

 Ha collaborato con tanti registi importanti, tra cui Gore Verbinski per The Mexican prima delle tre pellicole della serie di Pirati dei Caraibi; DJ Caruso in Eagle Eye; Andrew Davis grazie a Delitto perfetto (A Perfect Murder); Alex Proyas per Dark City e la pellicola di culto Il corvo (The Crow); Peter Medak con Triplo gioco (Romeo is Bleeding); John Polson in Nascosto nel buio (Hide and Seek); oltre che con Tony Scott per The fan – Il mito (The Fan) e la produzione di Don Simpson Jerry Bruckheimer Allarme rosso (Crimson Tide). Grazie al suo lavoro in quest’ultimo film, ha conquistato una candidatura agli ASC Award per la miglior fotografia.

Nato a Varsavia, in Polonia, ha frequentato la Scuola di cinema di Lodz. Dopo essersi trasferito negli Stati Uniti nel 1979, ha lavorato a diversi documentari, filmati aziendali e pellicole indipendenti. Si è fatto notare nel 1986 grazie alla pellicola Heart, quando gli è stato chiesto di sostituire il direttore della fotografia, che era passato su un altro progetto. Poco dopo, si è trasferito a Los Angeles, dove ha lavorato come direttore della fotografia in video musicali e pubblicità per registi come Alex Proyas, David Fincher, Tony Scott e Jake Scott. In seguito, ha collaborato alla pellicola prodotta da Roger Corman Nightfall e alla produzione della PBS American Playhouse Land of Little Rain.

 

ARTHUR MAX (Scenografie) ha iniziato a collaborare con il regista Ridley Scott due decenni fa in ambito pubblicitario. Ha ricevuto due candidature agli Academy Award per il lavoro svolto su pellicole dirette da Scott: il titolo vincitore dell’Oscar come miglior film Il gladiatore (Gladiator), in cui ha portato in vita l’antica Roma, e American Gangster, dove ha dovuto ricreare la Harlem degli anni settanta. Per Il gladiatore, ha anche vinto un BAFTA, un National Board of Review award, un Broadcast Film Critics award e un Excellence in Production Design award da parte della Art Directors Guild. Ha conquistato la sua quarta candidatura agli Art Directors Guild grazie ad American Gangster.

Sempre con Scott, ha collaborato a Robin Hood, che gli ha consentito di ottenere la sua quinta candidatura agli Art Directors Guild, Nessuna verità (Body of Lies), Le crociate (Kingdom of Heaven), Black Hawk Down, per cui ha ricevuto la sua seconda candidatura agli Art Directors Guild, oltre a una nomination agli American Film Institute award, e Soldato Jane (GI Jane). Max poi collaborato in un paio di occasioni con David Fincher, come scenografo del thriller dark del 1995 Seven e del thriller claustrofobico Panic Room, che gli ha permesso di ottenere la sua terza candidatura agli Art Directors Guild.

Nato a New York, si è laureato alla New York University alla fine degli anni sessanta e ha iniziato la sua carriera come scenografo addetto alle luci del palcoscenico per l’industria musicale. I suoi primi lavori comprendono lo storico Festival di Woodstock nel 1969 e progetti come il celebre locale di Bill Graham a Fillmore East nell’East Village di New York. Nel corso del decennio successivo, si è occupato dei palcoscenici per concerti di leggendari artisti come T-Rex e Pink Floyd. Dopo aver studiato architettura in Inghilterra, si è diplomato all’inizio degli anni ottanta al Polytechnic of Central London e al Royal College of Art, per poi lavorare in diversi progetti architettonici a Londra.

E’ stato impegnato nell’industria cinematografica britannica come assistente di importanti scenografi, tra cui Stuart Craig per Greystoke la leggenda di Tarzan il signore delle scimmie (Greystoke: The Legend of Tarzan, Lord of the Apes) e Cal, così come Asshetton Gorton in Revolution. In seguito, si è concentrato sulle pubblicità televisive e, per un decennio, ha creato le scenografie per clienti come Pepsi, Nike, Jeep, Coke e Levi’s, incarichi che gli hanno permesso di collaborare con i realizzatori Ridley Scott e David Fincher.

 

            PIETRO SCALIA, A.C.E. (Montaggio)è stato celebrato in due occasioni con l’Academy Award per il miglior montaggio: nel 1991 grazie al controverso dramma di Oliver Stone su una cospirazione JFK – un caso ancora aperto (JFK), premio che Scalia ha condiviso con il co-montatore Joe Hutshing, conquistando anche un BAFTA e un American Cinema Editors’ (ACE) Eddie Award; così come per il suo lavoro nella pellicola bellica di Ridley Scott del 2001 Black Hawk Down, che gli è valso anche un ACE Eddie Award e una nomination ai BAFTA. Inoltre, Scalia ha conquistato delle candidature all’Oscar e all’ACE Eddie Award grazie a Will Hunting – genio ribelle (Good Will Hunting) di Gus Van Sant e una candidatura all’Oscar, un ACE Eddie Award, e un BAFTA per la pellicola di Scott vincitrice dell’Oscar come miglior film Il gladiatore (Gladiator). Sempre con questo regista, ha lavorato a Robin Hood, Nessuna verità (Body of Lies), American Gangster, che gli ha fatto ottenere una nomination ai BAFTA, Soldato Jane (GI Jane) e Hannibal Lecter – Le origini del male (Hannibal).

Scalia è stato il montatore dell’acclamato documentario del 2007, prodotto da Leonardo DiCaprio, The 11th Hour e di Kick-Ass di Matthew Vaughn. Attualmente, Scalia sta lavorando a The Amazing Spider-Man di Marc Webb.

In passato, aveva collaborato con Bernardo Bertolucci a Piccolo Buddha (Little Buddha e Io ballo da sola (Stealing Beauty). Inoltre, ha lavorato con Sam Raimi a Pronti a morire (The Quick and the Dead), Rob Marshall per Memorie di una geisha (Memoirs of a Geisha) e Larry Charles grazie a Masked and Anonymous.

Scalia ha iniziato la sua carriera con Oliver Stone, come assistente al montaggio di Wall Street e Talk Radio. E’ poi diventato montatore associato per Nato il quattro luglio (Born on the Fourth of July), che ha ottenuto un Oscar per il miglior montaggio, e montatore aggiunto in The Doors.

Nato in Sicilia, Scalia è cresciuto in Svizzera. E’ arrivato negli Stati Uniti per frequentare il college, ottenendo un master in arti cinematografiche e teatrali alla UCLA nel 1985.

 

             MARC STREITENFELD (Musiche)è stato compositore di cinque film consecutivi di Ridley Scott, ossia Prometheus, Robin Hood, Nessuna verità (Body of Lies), le musiche nominate ai BAFTA di American Gangster, e la commedia romantica Un’ottima annata (A Good Year). Inoltre, ha lavorato assieme a Scott come supervisore delle musiche per Le crociate (Kingdom of Heaven) e Il genio della truffa (Matchstick Men), come montatore della musica in Black Hawk Down e Hannibal Lecter – Le origini del male (Hannibal), e consulente tecnico nella colonna sonora candidata agli Oscar de Il gladiatore (Gladiator).

Nato a Monaco di Baviera, Streitenfeld si è trasferito a Los Angeles all’età di 19 anni. Ha iniziato a lavorare come assistente del compositore Hans Zimmer, per poi diventare montatore musicale freelance e supervisore delle musiche in diversi film importanti.

 

            JANTY YATES (Ideatrice dei costumi)nel 2000 si è aggiudicata l’Academy Award e ha conquistato una candidatura ai BAFTA per aver evocato l’antica Roma nella pellicola di Ridley Scott, vincitrice dell’Oscar per il miglior film, Il gladiatore (Gladiator). Questo titolo ha rappresentato la prima di sette collaborazioni con il regista, tra cui Robin Hood, che ha permesso alla Yates di ottenere delle nomination ai Saturn e ai Satellite Award per i migliori costumi, Nessuna verità (Body of Lies), American Gangster, Hannibal Lecter – Le origini del male (Hannibal) e Le crociate (Kingdom of Heaven), che le è valso una candidatura ai Goya Award.

Tra gli altri grandi registi con cui ha collaborato, ricordiamo Michael Winterbottom per Benvenuti a Sarajevo (Welcome to Sarajevo), Jude e With or Without You – con te o senza di te (With or Without You), Michael Mann in Miami Vice, Jean-Jacques Annaud grazie a Il nemico alle porte (Enemy at the Gates), Christopher Monger con L’inglese che salì la collina e scese da una montagna (The Englishman Who Went Up a Hill But Came Down a Mountain), Jon Amiel per L’uomo che sapeva troppo poco (The Man Who Knew Too Little), Gillian Armstrong in Charlotte Gray e Irwin Winkler per il dramma biografico su Cole Porter De-Lovely – Così facile da amare (De-Lovely), che ha visto la Yates impegnata con il periodo successivo alla Depressione e che le è valso una nomination ai Costume Designers Guild Award.

La Yates ha iniziato la sua carriera nel mondo della moda, per poi passare all’industria del cinema come assistente ai costumi del regista Jean-Jacques Annaud per La guerra del fuoco (La guerre du feu). In seguito, ha lavorato a due pellicole di Mike Newell: il thriller del 1985 Ballando con uno sconosciuto (Dance with a Stranger) e il titolo drammatico del 1988 La legge delle triadi (Soursweet). E’ stata supervisore al guardaroba nell’acclamata pellicola di Alan Parker su alcuni musicisti irlandesi The Commitments, per poi esordire come ideatrice dei costumi grazie alla pellicola malinconica britannica del 1993 Bad Behaviour.

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