LE BARBIE:
Kate McKinnon (Barbie): “Greta ed io abbiamo frequentato lo stesso corso di scrittura teatrale; lei era geniale, e non è stata assolutamente una sorpresa quando è diventata una scrittrice e regista pluripremiata. Quando ho sentito che stava girando il film su Barbie ho pensato: ‘perfetto!’. Il mio agente mi ha parlato del ruolo di questa Barbie ed io mi ci sono subito riconosciuta. Mia sorella aveva un mucchio di Barbie a cui spazzolava i capelli e curava i vestiti, ma ce n’era una che era diventata un ricettacolo delle sue ire, a cui aveva rasato la testa. Infine, noi tutte da bambine ci divertivamo ad allargare al massimo le gambe della nostra Barbie”.
Issa Rae (Barbie): “La cosa più lusinghiera del mondo è stata quando Greta ha detto: ‘Immaginando a chi avrei voluto come Presidentessa di questo mondo, ho pensato che sarebbe stato bello se fosse stata Issa!”. E io ho pensato: “Cosa, io?’. Avere l’opportunità di interpretare la Presidentessa di tutte le Barbie, anche se tutte le Barbie sono libere di fare qualsiasi cosa e sono capaci di tutto, è stato un vero piacere”.
Hari Nef (Barbie): “C’è un velo di satira e di assurdità nella struttura di Barbie Land che mette in luce e prende in giro la cultura in cui viviamo, soprattutto il fatto che le ragazze possono e devono essere tutto. Questo può crear loro una certa pressione, ma in “Barbie” Greta crea questa dinamica ricca di sfumature, che ci rallegra e ne ridiamo allo stesso tempo. Credo che chi mi possiede sia un uomo gay di 38 anni che vive nel West Village e colleziona bambole, perché tesoro, questo vestito è perfettamente conservato nella scatola! Non è da tutti!”.
Alexandra Shipp (Barbie): “È stato bellissimo vedere le varie tipologie di Barbie che Greta ha adattato al cast principale ed agli artisti non protagonisti: persone di tutte le etnie, di tutte le conformazioni fisiche, alcune diversamente abili. Ritengo sia importante far vedere che le Barbie non assomigliano solo a Margot. L’approccio di Greta a ciò che rende unica ogni Barbie è stato un misto di conoscenza di noi come singoli esseri umani, per poi fonderlo con ciò che ha visto per queste diverse Barbie”.
Emma Mackey (Barbie): “Una cosa su cui Greta è stata molto precisa è che siamo tutte una cosa sola. Siamo tutte un unico essere, eppure siamo tutte diverse rappresentazioni idiosincratiche di quello stesso mucchio di Barbie”.
Sharon Rooney (Barbie): “La cosa più importante che Greta ha detto, e che mi è rimasta ben impressa, è che Barbie è tutto e qualsiasi cosa; non c’è niente che non possa fare e non c’è nessuno che non possa essere. Credo che anche le altre ragazze abbiano fatto tesoro di questo concetto: siamo tutte Barbie, possiamo fare tutto, e farlo davvero bene”.
Ana Cruz Kayne (Barbie): “Ho un background molto eterogeneo, dato che mia madre è originaria dalle Filippine e mio padre è ebreo, e quindi crescendo ho seguito entrambe le culture. Non credo di essere un caso unico: ci sono molte persone in giro per il mondo che seguono due culture nella loro vita, senza presentarne una fisicamente e fenotipicamente, ma che in realtà rendono unico il loro background e di conseguenza loro stessi. La mia Barbie rappresenta queste persone, e la cosa mi ha emozionata perché raramente riesco ad essere tutte le parti di me stessa, e rappresento una piccola parte di queste persone che non sono altro, ma tutto”.
SOLTANTO DEI KEN:
Kingsley Ben-Adir “La linea che ho seguito è stata che in un certo senso questo ragazzo non ha un cervello, e volevo che rappresentasse quei ragazzi con cui sono cresciuto che scelgono un leader da seguire e basano tutti i loro pensieri e le loro opinioni intorno a qualcun altro, perché non hanno un proprio pensiero. E ciò che ha reso tutto questo così divertente è che non sapevo realmente cosa sarei andato a fare finché non ho osservato Ryan. È diventato giocoso e spontaneo, e ogni volta che vedevo la scena nella mia testa, finivamo per interpretarla in modo completamente diverso”.
Simu Liu “I Ken sono soltanto dei Ken. Se ne vanno semplicemente in giro, e gran parte della loro identità deriva dall’essere in grado di conquistare lo sguardo delle Barbie, quindi diventano iper-competitivi su cose davvero stupide. Si scopre che il mio Ken è un abile ballerino e riesce a fare dei salti mortali, cosa che il Ken di Ryan non sopporta affatto”.
Ncuti Gatwa “Il mio Ken è un po’ più tenero e vulnerabile. Penso che sia semplicemente felice di far parte di un ‘qualcosa’. Vuole essere coinvolto e incluso, e adora il fatto che i Ken siano tutti lì l’uno per l’altro. È un commento sociale sorprendente e preciso sulla società e sulle norme di genere, fatto in modo rosa e soffice”.
Scott Evans “All’inizio, tutti i Ken avevano un’idea generale di chi fossero e di quale fosse il loro lavoro, che si chiama ‘spiaggia’. Greta ha spiegato che i Ken non hanno case né lavori. Non hanno davvero nulla! Io ho assunto un tono più drammatico per il mio personaggio, e poi c’era Kingsley che era una specie di Ken con gli occhi spalancati, e Ncuti, che interpretava un Ken molto dolce e semplice”.
OH, SÌ, E ALLAN:
Michael Cera “Greta e Noah hanno definito il mio personaggio Allan come una sorta di emarginato in questo mondo di Ken: fondamentalmente non ha successo né popolarità. È un solitario, sempre ai margini, che cerca disperatamente di inserirsi, ma che in realtà non è sulla stessa lunghezza d’onda della confraternita dei Ken che lo circonda”.
I NOSTRI UMANI NEL MONDO REALE:
America Ferrera è Gloria: “Gloria è la ‘donna qualunque’. Al lavoro è in fondo alla scala gerarchica. Da tempo sogna di fare carriera e pubblicizzare il marchio per cui lavora. Non sono cresciuta giocando con le Barbie né pensavo di avere in qualche modo a che fare con lei, ma ne siamo rimaste tutte coinvolte perché fa parte della nostra cultura”.
“Quando mi è arrivata la sceneggiatura, mi sono fidata della prospettiva di Greta e Margot; e quando ho finito di leggerla, ero a tutti gli effetti una Barbie Girl. Ricordo di aver riso e pianto allo stesso tempo; i personaggi della storia erano ricchi di umanità e generosità di spirito. Era irresistibile e mi sono ritrovata coinvolta nella storia e in tutti i personaggi, soprattutto in Gloria”.
Ariana Greenblatt è la figlia di Gloria, Sasha: “Sasha è una ragazza molto diretta, molto istruita e pensa in modo logico a tutto. Ha un’opinione su quasi tutto e non indora nulla. Ti dice come stanno le cose ed è l’ape regina della sua scuola, quindi incute soggezione a molte persone. È stata davvero divertente da interpretare”.
“Sasha e sua madre attraversano molte montagne russe di emozioni, sono in disaccordo su molte cose. Sasha è piuttosto dura con Gloria, ma presenta diversi lati del suo carattere. Anche se bisticciano e litigano, c’è quel legame madre-figlia che tutti capiranno. Si tratta di un arco e di una trama così belli e riconoscibili, ed è stato piacevole da realizzare”.
Will Ferrell è il CEO di Mattel: “Penso che alla Mattel siano dei geni perché, mentre il film è una vetrina per l’universo di Barbie, dimostrano anche di avere un senso dell’umorismo nel farsi prendere in giro. Incontriamo il mio personaggio e la nostra squadra quando scopriamo che c’è stata una frattura tra Barbie Land e il mondo reale. Barbie e Ken girano per il mondo umano come versioni a grandezza naturale di loro stessi. Ci rendiamo conto che questo non va bene, principalmente per gli affari. Quindi noi di Mattel dobbiamo riportare, letteralmente e figurativamente, Barbie nella scatola. Siamo un po’ minacciosi, ma il tutto è sempre accompagnato da un po’ di stupidità”.
“Greta ci ha incoraggiato a improvvisare, così io, Jamie Demetriou e Connor Swindells abbiamo tirato fuori molte idee. Ci ha dato la possibilità di sentirci davvero una squadra, di conoscerci e di giocare l’uno con l’altro, di bisticciare tra di noi e di dare una cornice sciocca a questo importante CEO e ai suoi lacchè. È stato divertente creare questa dinamica tra di noi, in cui siamo tutti impacciati e maldestri”.