La Regista di Barbie Greta Gerwig – che ha curato la sceneggiatura del film insieme al candidato all’Oscar® Noah Baumbach – svela…. (seconda parte)
Sulla realizzazione di “Barbie”…
“Barbie è conosciuta e amata da oltre 60 anni, e la cosa mi ha davvero entusiasmata. In veste di sceneggiatrice e regista, sono sempre alla ricerca di una sfida divertente. Come nel caso di Piccole donne, Barbie è famosissima, eppure a me è sembrato un personaggio con una storia da raccontare, in un modo nuovo e inaspettato, onorando la sua eredità e rendendo il suo mondo fresco, vivo e moderno”.
Sulla comprensione di Barbie…
“L’idea della molteplicità delle Barbie e poi dei Ken è nata dal mio primo incontro con la Mattel quando, iniziando a parlare di personaggi diversi, mi hanno risposto: “No, non abbiamo personaggi diversi. Tutte queste donne sono Barbie”. Ed io ho risposto che se tutte queste donne sono Barbie, allora Barbie è tutte queste donne, e loro hanno risposto: ‘Esatto’ “.
Sul passato con la Barbie…
“Sono cresciuta con le Barbie, ma aspettavo sempre che i figli dei nostri vicini si stancassero delle loro così me le avrebbero regalate. Aspettavo sempre con ansia quel momento. Ho un ricordo molto vivido e viscerale di Barbie, e di cosa significasse”.
Su Margot Robbie come produttrice…
“‘Barbie’ mi è arrivata tramite Margot Robbie. Era lei che aveva ottenuto i diritti, li aveva portati alla Warner Bros. e aveva in un certo senso guidato l’intero progetto. Ho sempre ammirato il suo lavoro da attrice, ma poi quando ci siamo incontrate e abbiamo parlato, ho capito che era anche una produttrice incredibile. È stata super intuitiva ed estremamente coinvolta; davvero interessante”.
Su Margot Robbie nel ruolo di Barbie…
“Margot è la nostra Barbie stereotipata, come dice nel film: ‘Sono la Barbie a cui tutti pensano quando si pensa a Barbie’. E quando si pensa alla donna bionda più bella, allegra e amichevole che si sia mai vista, quella è Margot. Ma la cosa che volevo fare più di tutte, era consentirle di essere oltraggiosamente divertente. È la persona con cui farete un vero e proprio viaggio nel film e, poiché è sempre in grado di rendere le cose concrete, riconoscibili e molto emotive anche quando sono ridicolmente accentuate e divertenti, non si ha mai la sensazione di perdere di umanità”.
Su Ryan Gosling…
“Abbiamo scritto questa parte appositamente per Ryan Gosling. Pur essendo meraviglioso in ruoli drammatici, conoscevo la sua vena ironica, avendo visto tutte le sue apparizioni al ‘Saturday Night Live’. Non c’era un piano B; è sempre stato solo Ryan”.
Sul colore rosa…
“Innanzi tutto, volevo che Barbie Land sembrasse un luogo felice, dove Barbie vive nella nostra immaginazione infantile. Uno dei primi giorni in cui mi sono confrontata con [la scenografa] Sarah Greenwood e il suo team artistico, abbiamo esaminato tutte le diverse tonalità di rosa per capire come avrebbero interagito. Da bambina mi piacevano i rosa più accesi, ma Barbie Land avrebbe incorporato l’intero spettro dei colori, quindi era fondamentale trovare il giusto abbinamento tra il rosa acceso con il rosa pastello più pallido e, naturalmente, con tutte le tonalità di rosa intermedie”.
Sulla sfida alla gravità…
“Non c’è posto per le leggi di Newton a Barbie Land. Non c’è il vento, non c’è il sole, né gravità e né acqua, ma ovviamente da filmmaker viviamo in un mondo di fisica, quindi di fronte alla realtà di Barbie Land bisognava seguire le sue regole, certo, ma poi c’erano le regole che abbiamo stabilito per la realizzazione del film: quindi ne abbiamo tenuto conto e fatto interagire le due cose. Adoro i musical degli anni Cinquanta, con quegli spazi meravigliosamente artificiali, e dato che Barbie è stata inventata nel 1959, sembrava potessimo fondare tutto su quell’aspetto senza esserne vincolati. Volevo dare la percezione di poter avvicinarsi allo schermo e toccare tutto, perché questo è il bello delle bambole e dei giocattoli. Ricordo che in un negozio di giocattoli Toys ‘R Us, guardando le Barbie e i loro accessori avvolti nella plastica della scatola, mi veniva voglia di smontare tutto e toccare ogni oggetto!”.
Sulla colonna sonora e la partitura…
“Il film è ricco di musica, cosa per me molto importante. Barbie ha un livello di ottimismo che ci ha influenzato durante la stesura della sceneggiatura, una sorta di sincerità mista a gioia che incontra un atteggiamento del tipo ‘non viene voglia a tutti di ballare?’. Mark [Ronson] ha davvero trasmesso questo concetto al film, con l’ausilio di artisti straordinari che hanno dato il loro contributo con le loro canzoni, del calibro di Dua Lipa, Lizzo, Nicki Minaj, Karol G… e tantissimi altri! È stato un vero piacere lavorare con tutti loro. Mark e il suo partner, Andrew Wyatt, hanno scritto una sorta di inno per Ken cantato da Ryan: qualcosa di epico. Inoltre, è presente una ballata che mi ha commossa quando l’ho sentita. Mark e Andrew, che hanno anche scritto la colonna sonora, hanno infuso quella melodia in diverse scene”.