DOC SU MONICELLI A VENEZIA

MONICELLI LA VERSIONE DI MARIO

regia di Mario Canale   Felice Farina   Mario Gianni   Wilma Labate   Annarosa Morri

 

Il documentario nasce dall’incontro di cinque persone che hanno conosciuto, ammirato e amato Mario Monicelli.

Qualche anno fa Wilma Labate, Felice Farina e Mario Gianni decisero di passare una giornata con lui e di riprendere con le telecamere a mano non un’intervista ma una chiacchierata a ruota libera, per cercare di catturare quel suo sguardo sulla vita oltre che sul cinema, che è senz’altro un punto di riferimento prezioso e raro.

Mario Canale e Annarosa Morri hanno incontrato Monicelli in vari momenti della sua carriera: dai set alle interviste sui più diversi argomenti, in situazioni pubbliche e private, raccogliendo testimonianze e ricordi spesso irriverenti ma sempre precisi e taglienti. 

Da questi materiali, usati assieme al repertorio, con le cose più divertenti, buffe e tranchant di Monicelli uomo e cineasta, è nato il progetto di un ritratto complessivo, diviso in cinque capitoli:

“Mestiere: la lunga avventura di Mario Monicelli che è sempre stato considerato dalla gente del cinema e dagli addetti ai lavori un “maestro”. Uno che possedeva il “mestiere”, una sorta di leggenda . Nel cinema aveva iniziato dal basso, come “ciakkista”, ricoprendo in seguito moltissimi ruoli fino a diventare aiuto regista, sceneggiatore e infine regista. 63 film belli, meno belli, successi, insuccessi ma tutti con un segno forte, una firma: un film di Mario Monicelli.

“Origini”: Il racconto dell’adolescenza e della formazione viareggina di Monicelli, i primi esperimenti, gli amici, “il flaneur” del lungomare, le immagini del primo film “ Pioggia d’estate “, la partenza per l’Africa e per il grande cinema e l’arrivo a Cinecittà.

“Confidenze”: in una breve intervista Martina Monicelli, la prima figlia, dichiara che il padre aveva grande stima delle donne, quando però non gli piacevano le chiamava “femmine”, Goffredo Fofi invece sostiene che Mario era in realtà un misogino, come tutti quelli della sua epoca. Ma “Speriamo che sia femmina” é un film culto e i tanti personaggi femminili del cinema di Monicelli sono sempre ricchi di spessore, raccontati con sguardo ruvido ma garbato. Se la protagonista di quel momento magico del cinema é stata l’amicizia tra uomini, ma tra gli sceneggiatori c’era una donna, una sola ma immensa, Suso, quale era la vera immagine della donna? E lui, Mario, le donne le amava o no?

“Ridere”: con “Totò cerca casa” di Monicelli e Steno nasce probabilmente la commedia all’italiana e inizia anche il percorso di un autore –regista assolutamente originale capace di stravolgere continuamente i canoni del genere. Prima con i  film di Totò poi con i “Soliti ignoti “ in cui inserisce attori drammatici e dramma all’interno di un tessuto comico, fino agli esperimenti linguistici e lo stravolgimento dell’iconografia medioevale dell’Armata Brancaleone.

“Politica”:  un omaggio alla contemporaneità di Monicelli, alla sua etica, alle sue convinzioni politiche.  Un uomo che ha sempre avuto lo sguardo aperto sul mondo e che, anche nei suoi film considerati minori, non perdeva mai di vista il senso politico e sociale e ironico della vita. Un grande che ha sempre avuto la capacità di incidere sul presente tanto da diventare un simbolo anche per le generazioni più giovani.

 

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