DAL 5 Dicembre Moonrise Kingdom di Wes Anderson con Bruce Willis, Edward Norton, Tilda Swinton, Bill Murray, Frances McDormand, Jason Schwartzman e Harvey Keitel.
SINOSSI
Ambientato in un’isola al largo delle coste del New England nell’estate del 1965, Moonrise Kingdom racconta la storia di due dodicenni che si innamorano, stringono un patto segreto e fuggono insieme nella foresta. Mentre le autorità li cercano, una violenta tempesta al largo dell’isola sta per scatenarsi, e la pacifica comunità locale verrà messa completamente a soqquadro.
NOTE DI PRODUZIONE Per Anderson la decisione di scegliere per il ruolo dei protagonisti del film due debuttanti, praticamente senza alcuna esperienza, avrebbe potuto rivelarsi molto rischiosa. Ma, come osserva Jeremy Dawson produttore di Moonrise Kingdom, “Wes Anderson si fida del suo istinto, così ha scelto i due che riusciva a immaginare bene nei panni dei protagonisti e, ancora una volta, ha messo a segno un colpo da maestro in termini di casting”. I giovanissimi Jared Gilman e Kara Hayward hanno convinto Anderson in momenti diversi durante quello che è stato il lungo percorso necessario a mettere insieme il cast. Dopo un primo provino e dopo essere stato richiamato tre volte in sei mesi, ricorda Gilman: “Stavo salendo in macchina con mia madre e le ho chiesto se c’erano novità. Lei non mi ha risposto; ha invece chiamato mio padre, e lui ha fatto l’imitazione di Ryan Seacrest [che annuncia in un crescendo i risultati di American Idol], prima di dirmi che avevo ottenuto la parte. Allora ho urlato, ho riso e ho pianto. E’ stato probabilmente il giorno più felice della mia vita”. La madre di Kara Hayward è stata più diretta nel darle la buona notizia. Ricorda l’attrice: “Ero appena tornata da scuola e mia madre mi ha detto ‘Indovina?’ e io ‘Cosa?’, e lei ‘Hai ottenuto la parte’. Mi ci è voluto un minuto per realizzare. E’ stato molto emozionante. I cinque minuti in video del mio primo provino mi avevano fatto arrivare al film”. “Adoro il mio personaggio. A casa Suzy Bishop è incompresa; vive con tre fratelli più piccoli, un padre pieno di problemi e una madre che ha una storia con un altro uomo. E’ molto sensibile ma è anche una ragazza forte”. Gilman vede il personaggio di Sam Shakusky come “un bravo ragazzo con fantastiche abilità da scout; ha già ottenuto tutti e tre i brevetti da esploratore. Ma è maltrattato dal fratello adottivo (Sam è un orfano) e dagli altri scout. Incontra Suzy ad un evento organizzato dalla parrocchia e, in un anno, concepiscono un piano per fuggire insieme”. Nonostante non avessero alcuna esperienza nel mondo del cinema, i due giovani attori si sono impegnati con grande serietà e dedizione. Per prepararsi entrambi avevano già imparato a memoria tutta la sceneggiatura prima di arrivare sul set. I due giovani attori hanno anche provato insieme negli uffici della produzione prima di andare sul set. Ma la preparazione ha implicato molto di più che imparare le battute a memoria; Anderson ha voluto che esplorassero i loro personaggi, per sentirsi a proprio agio nei loro panni e per comprendere a fondo chi fossero Suzy e Sam e quali le loro motivazioni. Perciò ha assegnato loro un po’ di compiti a casa. Ricorda Gilman: “Ho preso lezioni di canottaggio, un paio di lezioni di karate e ho imparato un po’ a cucinare, visto che ci sono delle scene in cui devo cucinare con un fuoco”. Con riferimento al fatto che il film è ambientato nel 1965, Gilman racconta: “Wes ha anche voluto che vedessi un film di Clint Eastwood [ambientato nel 1963], Fuga da Alcatraz. E ho potuto contare anche sui miei genitori, visto che sono cresciuti negli anni ‘60”. Rivela la Hayward “Wes ha voluto che Jared ed io ci scrivessimo delle lettere. Perché nella storia Sam e Suzy si scrivono lettere per un anno dopo essersi incontrati. Voleva che cominciassimo partendo dall’inizio delle loro frasi…” “Dato che nella sceneggiatura le lettere si interrompono a metà frase” aggiunge Gilman, “Wes ha pensato che potessimo completarle noi”. Visto il mondo in cui vivono e come sono cresciuti, i due giovani attori hanno cominciato a fare i compiti utilizzando la posta elettronica. Ma Anderson li ha immediatamente fermati. “Credo che pensasse che le e-mail non fossero abbastanza autentiche” dice la Hayward. “Voleva proprio le lettere!”. Una volta abbandonate le comunicazioni elettroniche in favore delle vecchie, care epistole, i due attori si sono impegnati anima e corpo nel compito che era stato loro affidato. Dice la Hayward: “Ho imparato molto di Jared. E’ un tipo molto divertente!” Gilman osserva: “Le lettere di Kara avevano anche una piccola etichetta in cima su cui c’era scritto ‘Suzy Bishop’, con un falso indirizzo”. Una volta che la produzione ha avuto inizio, per Gilman la parte più difficile è stata quella di cominciare “il mattino presto”, mentre la Hayward è rimasta “scioccata” quando ha scoperto che i film di norma non vengono girati in sequenza. Aiutato dalle battute della coprotagonista e dai suggerimenti del regista, Gilman è entrato nella parte “sul set. Ogni volta che indossavo il cappello di pelo di Sam e i suoi occhiali – diversi dagli occhiali che porto io – pensavo ‘Ora sono Sam’.” Nei giorni liberi dei fine settimana, Anderson ha invitato i due ragazzi a vedere i giornalieri per discutere con loro regolarmente del lavoro svolto. Tuttavia, nota Gilman, “Wes ci ha fatto provare tutte le scene ma non quella del bacio; voleva che fosse naturale, dato che è la prima volta che Sam e Suzy baciano qualcuno”.Un’altra cosa che ha suscitato meraviglia è stata quando Frances McDormand, che interpreta la madre di Suzy – la signora Bishop – ha indicato alla Hayward la macchina da scrivere nell’ufficio del suo personaggio. La Hayward non ne aveva mai vista una prima “nel mondo reale”, e lo ha detto. “Fran ha pensato che fosse molto divertente” dice ridendo la Hayward. “Mi ha fatto vedere come funzionava, battendo a macchina i nostri nomi. Gli oggetti di scena mi hanno aiutato molto a calarmi negli anni ‘60”. La McDormand ha colpito molto la giovane attrice, che racconta: “Fran è fantastica. Forse la mia scena preferita è quella in cui Suzy è nella vasca da bagno e parla con sua madre. E’ molto tenera e affettuosa, e piena di sentimenti; dimostra ciò che prova Suzy”. “Vedere come Fran riuscisse a trasformarsi in un’altra persona e dover fare lo stesso, è stato molto affascinante. Mi è piaciuta l’idea di poter essere tanto diversa da quello che normalmente sono”. Gilman è stato preso sotto l’ala protettrice dei colleghi più esperti; Bruce Willis lo ha incoraggiato a rivedere e a ripetere le battute prima dei ciak, anche se le parole erano già impresse nella memoria. Inoltre, rivela Gilman, “Bill Murray ha sentito per caso che dicevo ad uno dei costumisti che non sapevo fare il nodo alla cravatta, così mi ha chiamato da parte. Ha praticamente messo le sue mani sulle mie e lo ha fatto, e poi mi ha detto di provare. Ecco come ho imparato a farmi il nodo”. “Beh, si fa quel che si può – commenta Murray – una volta ho fatto vedere ad un ragazzo come ci si rade, e stavolta ho mostrato ad un ragazzo come annodare una cravatta!”. Confessa la Hayward “Bill ha anche detto a Jared e a me di canticchiare a bocca chiusa al mattino per preparare la voce prima delle riprese. Funziona davvero!” Un altro membro del cast ha dovuto tenere in allenamento la sua voce, anche quando nessun altro attore era tenuto a farlo: Bob Balaban, Narratore e attore in Moonrise Kingdom. “Quando ho letto la sceneggiatura la prima volta non riuscivo a smettere” racconta il celebre attore e filmmaker, che ha anche dovuto farsi crescere la barba per settimane per somigliare all’idea che Anderson aveva del personaggio del Narratore. “Il fatto che il Narratore si vede è nello stile del film. Suzy, la ragazzina, legge e ama molto i libri di avventura per ragazzi. Direi che io sono un po’ la voce del libro, delle avventure che lei immagina. Ma il mio personaggio nel film ha un legame anche con il ragazzo”. “Moonrise Kingdom è un film universale perché tutti possono identificarsi con i personaggi: è la storia di un primo amore e di un’estate megica”, dice Dawson. “Parla di un ragazzo e di una ragazza che scappano per stare insieme. Questo film è pieno di dolcezza e di magia, ed è anche divertente. “Il titolo si riferisce alla baia nella quale si vanno a nascondere i due ragazzi. Tecnicamente sulla mappa il suo nome è ‘Miglio 3.25 di Tidal Inlet’, ma per loro si tratta di un luogo magico e segreto, e perciò lo ribattezzano: Moonrise Kingdom”. Entrambi i nomi, quello tecnico e quello più evocativo, dimostrano quell’attenzione per i dettagli che gli spettatori si aspettano di trovare in un film di Wes Anderson. Per scrivere la sceneggiatura di Moonrise Kingdom, Anderson ha collaborato con il collega Roman Coppola, ed è la seconda volta che i due lavorano insieme per portare un’idea di Anderson sullo schermo, dopo Il treno per il Darjeeling (2007). Balaban racconta di essere stato colpito dal modo in cui “I film di Wes riflettono la sua sensibilità. Non solo ha talento; ha anche una mente organizzata ed è pieno di gentilezza. Fa film originali, ma mai per il gusto di apparire diverso; lo fa perché è fatto così”. Quello che appare chiaro a chiunque lavori con Anderson è quanto sia preciso il suo stile; prima di arrivare sul set ogni mattina sa esattamente ciò che vuole e come fare per ottenerlo. E questo non fa altro che aumentare il suo piacere di girare; quando dirige trasmette sempre una sensazione di pura gioia. Gli attori e la troupe vengono invitati a condividere e a dare il loro contributo alla sua visione delle cose. “Da scrittore, produttore e regista, Wes è coinvolto in ogni fase del film, dai costumi al casting”, aggiunge Dawson. “Tutto questo contribuisce a realizzare il mondo che lui vuole creare”. L’entusiasmo di Anderson contagia il cast e i professionisti sul set, molti dei quali hanno collaborato con lui per più di un film. Dawson, che è tra questi, osserva: “Vuole che il film rappresenti un’avventura per tutti coloro che sono coinvolti nella sua realizzazione, che si tratti di saltare su un treno in India o di viaggiare in barca nel Mediterraneo. Questo film mantiene senz’altro viva questa tradizione. “A Wes interessa molto il processo produttivo” afferma lo scenografo Kris Moran. “Ma gli interessano altrettanto le persone che ha accanto, l’atmosfera che si crea sul set; riesce a tirare fuori il meglio di te stesso. Quando fai un film, quello che desideri è trovarti in un posto pieno di creatività”. Perfino quando fa ripetere i ciak diverse volte per ottenere una scena esattamente come l’aveva immaginata, Anderson mantiene la calma e non fa pressioni per “essere accontentato”. Questo ha funzionato bene per Moonrise Kingdom, dato che i protagonisti, e la maggior parte delle comparse, erano ragazzini. “Wes è molto bravo con i bambini, più o meno nello stesso modo in cui lo è Steven Spielberg. Li incoraggia” osserva Balaban. Anderson è riuscito ad avere un buon rapporto con i suoi giovani attori anche perché da sempre i suoi film riescono a mescolare tematiche da adulti alla pura fantasia; Moonrise Kingdom affronta direttamente il mondo dei bambini fatto di segreti e quell’insieme di momenti magici che si associano alle estati della giovinezza. “Era un po’ che Wes aveva in mente questa idea” rivela Coppola. “Aveva in mente l’ambientazione e i personaggi e l’atmosfera, e abbiamo passato un po’ di tempo a discuterne. “Il mio ruolo nella scrittura è stato quello di ampliare alcune di quelle idee e di aiutare a definirle. Quando hai un buon ascoltatore, è più facile dare forma alle cose. Questa, in un certo senso, è stata la mia funzione: ascoltare, modellare, rivedere”. Insieme, Anderson e Coppola hanno creato una trama ricca di personaggi pittoreschi con legami a diversi livelli in grado di condurci dritto in mezzo alla comunità dell’isola del film: New Penzance. Questa comunità è un luogo preciso, popolato da personaggi complessi e definiti a tutto tondo. Per questo gli attori si sono sentiti subito attratti dalla storia. “Ti trasporta in un mondo diverso fin dalla prima pagina” dice Tilda Swinton. “Un mondo come questo, così ben delineato e meravigliosamente concepito, è sempre emozionante da vedere al cinema”. Per girare questo film sulla scoperta del primo amore e sulle peripezie di due ragazzini, i filmmaker, dopo quella che Dawson ha definito la “ricerca su Google”, si sono trasferiti nel Rhode Island che ha svolto la funzione di location polivalente. “E’ stato un procedimento di ricerca molto inusuale” aggiunge l’ideatore delle scenografie Adam Stockhausen. “Tutti – io, Wes, Jeremy, [la co-produttrice] Molly Cooper – eravamo a New York in cerca di isole”. Dawson racconta “La storia era stata scritta con l’idea che dovesse svolgersi su un’isola, immaginata come un’isola al largo delle coste del New England. Ma noi abbiamo scandagliato tutto il mondo, anche se siamo rimasti seduti nel nostro salotto: il litorale orientale, la Costa Occidentale, perfino le coste della Cornovaglia…”. Con una popolazione scarsa e pochissime automobili autorizzate, New Penzance si presenta come il posto perfetto per stimolare l’immaginazione dei bambini e il loro senso di avventura. I molti chilometri delle meravigliose coste del Rhode Island e le sue dimensioni geografiche ridotte hanno convinto i filmmaker a chiudere le ricerche e firmare un accordo con il Rhode Island Film & TV Office. La topografia dello Stato presenta i paesaggi più diversi: campi ondulati e gole scoscese,alture, foreste e spiagge, e baie rocciose. Tra i numerosi luoghi utilizzati per le riprese di Moonrise Kingdom ci sono la Baia di Narragansett; i 1.800 acri di Camp Yawgoog, ripresi poco prima della stagione estiva; e la storica Trinity Church di Newport, di cui era parrocchiano perfino George Washington. Il cast e la troupe hanno prestato particolare attenzione durante le riprese in quest’ultima location, risistemata due volte per trasformarla nella chiesa di New Penzance; all’inizio per la festa durante la quale Suzy e Sam si incontrano per la prima volta un anno prima degli eventi principali raccontati nella storia, e poi per la sequenza decisiva del film che chiude il cerchio della loro avventura. I filmmaker hanno voluto che i materiali necessari alla produzione fossero ridotti all’essenziale. Di conseguenza non c’erano grandi camion, né roulotte per gli attori o per la produzione. Gli attori sono stati incoraggiati ad arrivare pronti per la macchina da presa, ed è stato chiesto loro di indossare i costumi in albergo, prima di arrivare sul set. Prudence Island, nella Baia di Narragansett, è stata per la produzione probabilmente la location più speciale di tutte. Commenta Dawson “Lì non c’è alcuna infrastruttura e c’è solo un piccolissimo spaccio. Abbiamo dovuto ottenere permessi dalle autorità ambientali del posto per poter mettere piede su alcune delle spiagge di ciottoli, e abbiamo dovuto noleggiare un traghetto per trasportare la troupe. Ma il risultato si vede sullo schermo; Prudence sembra davvero incontaminata”. Grazie alla versatilità geografica del Rhode Island e all’agilità della troupe, è stato possibile per la produzione spostarsi per girare in tre o quattro posti diversi nello stesso giorno – un parco qui, una spiaggia lì, una cascata in fondo alla strada. Inoltre, Anderson si è preparato per questa parte della lavorazione con alcune settimane di riprese prima dell’inizio di quelle principali; ha assunto una troupe ridotta e ha girato alcune scene – molte delle quali nella foresta – che sarebbero state poi inserite nel film finito. Questa unità ridotta all’essenziale ha goduto di un’ampia libertà di movimento. Ricorda Dawson: “Con un furgoncino abbiamo percorso lo Stato in lungo e in largo e abbiamo girato delle scene, anche con gli attori bambini. Le macchine da presa erano piccole e leggere, in modo da non essere intralciati da apparecchiature pesanti. Tecnologia e creatività andavano a braccetto. Queste riprese “preliminari” hanno riguardato “un sacco di materiale non scritto e di improvvisazioni” spiega Gilman. “Abbiamo trascorso un’intera settimana nella foresta”. Una volta messo in moto il meccanismo, “avevamo la sensazione di essere in campeggio, o magari in un parco giochi ben organizzato e con delle regole” racconta Balaban. Tutto è andato come sperato; Anderson desiderava che il cast e la troupe condividessero quante più cose possibili durante le riprese. Ricorda Murray “Il mio primo giorno di lavoro è stato sul set di un campeggio, e mi sono accorto che non c’erano le roulotte e tutto il resto. Avevamo solo le tende, delle piccole tende. “Fuori c’erano circa dieci gradi e pioveva, ma una volta stipate 51 persone in una tenda, ha cominciato a fare caldo abbastanza. Dopo un po’ eravamo diventati intimi”. Un altro fattore che ha contribuito a far avvicinare ulteriormente cast e troupe è stato il necessario sforzo collettivo di fantasia; ciascun membro della produzione – non importa se nato negli anni ’60 oppure no – ha dato una mano agli attori ad identificarsi con i propri personaggi e a familiarizzare con l’epoca in cui si svolge la storia. Osserva Dawson: “Questo film rappresenta il punto di vista di Wes sul 1965. Secondo me i suoi film precedenti si svolgono tutti in un’epoca non bene identificabile che mescola passato e presente. “Durante la pre-produzione Wes ha sempre realizzato degli storyboard. Per questo film abbiamo fatto una cosa che avevamo già sperimentato per Fantastic Mr. Fox: abbiamo montato gli storyboard con le voci e la musica per verificare che le sequenze funzionassero”. “Il nostro punto di partenza è stata una ricerca per immagini” racconta la costumista Kasia Walicka Maimone. “E abbiamo cominciato con materiale fotografico”. L’art director Gerald Sullivan afferma: “la cosa più importante per il nostro reparto è stata una ricerca sull’architettura dell’epoca, e della zona; sia per gli interni che per gli esterni. Abbiamo esaminato le case dell’isola, i fari, le tradizionali case col tetto a punta, sempre collaborando con Wes, che aveva raccolto per noi pacchi di foto affinché le usassimo per i nostri progetti”. Così tante foto accumulate hanno richiesto la realizzazione di un sito web privato ad uso della produzione, in modo che tutto lo staff e i membri della troupe potessero avere accesso ai materiali al completo. Lo scenografo Kris Moran, che aveva lavorato la prima volta con Anderson come ‘trovarobe’ per I Tenenbaum, osserva: “Wes presta attenzione al minimo dettaglio. Abbiamo fatto il giro di molti antiquari e preso in prestito cose dai membri della troupe e dalle persone che incontravamo. Se Wes stava passeggiando e vedeva qualcosa di interessante sotto il portico di qualcuno, dovevamo cominciare a dare la caccia a quell’oggetto. Inoltre nella preparazione di un set, non tutti gli oggetti dovevano necessariamente essere tipici dell’epoca, purché fossero complementari e utili per raccontare qualcosa del passato dei personaggi. Spesso però è stato difficile trovare oggetti, arredi o abiti d’epoca nelle quantità necessarie alla produzione.Un’eccezione è stata la casa-caravan del comandante Sharp, il personaggio interpretato da Bruce Willis; l’agognata Spartanette del 1952 è stata trovata grazie ad un commerciante del Texas. Ma affinché la macchina da presa di Robert Yeoman potesse muoversi liberamente al suo interno, dice Moran, “Abbiamo dovuto letteralmente aprirla in due e poi ricostruirla. Gli interni erano intatti, ma noi li abbiamo rimossi in modo da ottenere un campo visivo a 360 gradi. Poi l’abbiamo completamente riarredata”. Moran ricorda che la sua squadra è andata in cerca delle tende necessarie a formare la colonia dell’immaginario Campo 55 delle truppe scout del Nord America, accampate sotto il comando del capo scout Ward, interpretato da Edward Norton. Dopo aver setacciato il paese per individuare un quantitativo sufficiente di vecchie tende, la squadra di Moran si è resa conto che perfino nei magazzini dell’esercito e della marina le tende d’epoca cominciavano a scarseggiare. Ne sono state trovate solo poche, peraltro nella maggior parte dei casi con un colore, una forma o una dimensione sbagliata; Anderson aveva specificato quale dovesse essere il colore delle tende degli scout (giallo chiaro) e della dotazione interna (tessuto scozzese, compresa una parete scozzese anche per la tenda di Ward). Una società del New Hampshire, la Tentsmiths, replica e risistema tende d’epoca. Sebbene sia specializzata nella riproduzione di tende pre-1950, lo staff della Tentsmiths ha accettato la sfida di mettersi alla prova con i modelli del 1965. Dice Moran “Abbiamo mandato qualcuno ad incontrarli per spiegar loro quale fosse lo stile visivo che cercavamo di ottenere. Alla Tentsmiths hanno compreso perfettamente, e le tende che hanno realizzato per noi sono fantastiche!” Il realizzatore delle scenografie Stockhausen ha supervisionato l’intero look di Moonrise Kingdom, coordinando il lavoro di ciascun comparto. Le sue ricerche sono state condotte pertanto in più direzioni. Commenta: “Ho fatto ricerche su tutto, dallo stile di vita in generale a oggetti molto specifici. Mi chiedevo, ad esempio, ‘In che anno esattamente sono stati introdotti gli interruttori per le lampade da notte?’ Non volevo commettere errori”. La squadra di Stockhausen ha dimostrato di essere creativa e piena di risorse, realizzando segnaletica da campeggio con assi e ceppi di legno legati tra loro. E, come per le tende, le canoe richieste dalla storia dovevano rispettare uno stile molto preciso; per diverse mattine all’Holiday Inn Express, membri della troupe hanno testato nella piscina dell’hotel le canoe appena costruite e dipinte. Siccome erano realizzate in compensato, la galleggiabilità non sempre era garantita; alla fine, per diverse scene che prevedevano l’uso delle canoe, sono state montate delle zavorre sotto le chiglie, fuori dalle inquadrature, per aiutare a controllare l’immersione degli attori evitando il rischio che finissero sott’acqua. Un gruppo di artigiani del Rhode Island ha affiancato la troupe. Parlando del loro contributo, Moran si entusiasma: “Un artigiano del posto, James Langston, ha scolpito piccoli procioni sul davanti delle canoe, e ha anche realizzato per noi alcuni totem scolpiti. Chris Wiley ha realizzato degli ornamenti di granoturco per la tenda del capo scout Ward. Un altro artigiano ha fatto con dei bastoncini tutte le suppellettili nella tenda! Un altro ha perfino realizzato con una motosega gli emblemi sulla segnaletica per il campo scout”. Per la casa della famiglia Bishop, la speranza era quella di trovare qualcosa che andasse bene senza modifiche. Per gli esterni è stato scelto Conanicut Light, a Jamestown, nel Rhode Island, che in passato era un faro. Per gli interni, quattro case avevano caratteristiche così interessanti che la produzione ha pensato di ricrearne gli elementi. E’ stato quindi deciso di ricostruire interamente gli interni della casa dei Bishop in un teatro di posa ricavato da un capannone vuoto situato nella strada dei negozi di Middletown. In quello spazio sono stati ricreati tutti gli elementi architettonici e di arredamento che avevano suscitato interesse nelle quattro location esaminate. Osserva Dawson: “Abbiamo tratto ispirazione da ciascuna di quelle quattro case. In tutte c’erano delle cose che ci piacevano e che volevamo fossero nel film. Adam le ha memorizzate. Quando è tornato da Wes aveva creato un ibrido che appare in tutto il suo splendore nella sequenza di apertura del film”. “Erano tutte case speciali” riflette Stockhausen. “Messe insieme, le parti che ci piacevano di più caratterizzano e mostrano il carattere eclettico e particolare della famiglia che ci vive”. Le quattro case che hanno fornito il DNA per gli interni della casa dei Bishop sono Comfort Island, ad Alexandria Bay sul fiume San Lorenzo, al confine tra lo stato di New York e il Canada; Stafford House, a Cumberland Island in Georgia; il Cottage a Ten Chimneys, nel Wisconsin; e Clingstone a Narragansett Bay, che si vede dalle rive di Newport, nel Rhode Island. “Le decorazioni di alberi che si vedono sui muri sono una copia di quelle che ci sono a Comfort Island”, rivela Moran. “La perlinatura interna è quella tipica di Clingstone. Gli attrezzi da cucina sono in parte quelli di Alexandria Bay. Tutto si combina in quella che sullo schermo è la casa della famiglia Bishop”. “L’atmosfera generale è decisamente quella del New England”, afferma Sullivan. “Alcuni di quegli elementi architettonici non si vedono in nessun altro luogo. I set e gli ambienti sono stati pensati per caratterizzare i personaggi, e gli attori”. Per la roulotte Spartanette, i movimenti di macchina che Anderson e Yeoman avevano previsto per la scena d’apertura richiedevano una specie di dissezione degli interni. Osserva Stockhausen: “Tutto è cominciato nel momento in cui Wes ha deciso di mettere in pratica la sua idea di muoversi all’interno della casa/roulotte in un dato modo – da una stanza all’altra, senza tagli – per la sequenza iniziale del film, che è stata illustrata per noi, inquadratura per inquadratura, usando degli storyboard. “Ci siamo seduti e abbiamo cominciato a pensare come fare, sia dal punto di vista delle immagini che da quello del budget. E’ stato come comporre un puzzle: questa soluzione può andare bene per quella ripresa? Abbiamo fatto un respiro profondo, e poi ci siamo messi al lavoro. Lavorare in un teatro di posa ha permesso ai filmmaker di piegare un po’ alle proprie esigenze le regole dell’architettura e della fisica, così da non essere costretti a posizionare sempre in modo coerente finestre, porte e stanze. Fa notare Sullivan che “Wes ha collaborato costantemente, sempre pronto a cooperare e a reagire agli input che gli venivano dati, spesso proponendo idee o soluzioni un giorno, o perfino un’ora prima delle riprese”. Alcuni particolari elementi realizzati per la casa dei Bishop, come la perlinatura, hanno contribuito a creare degli interni fantasiosi con un tocco di stile antico. La casa è straripante di libri, testimonianza della vocazione dei genitori a diventare avvocati; alcuni sono libri d’epoca, mentre altri sono stati realizzati dalla troupe. Una buona parte dei mobili e dei dipinti sono stati noleggiati a Comfort Island, compresi alcuni quadri di Alson Skinner Clark. Avendo svolto in passato la funzione di faro, la casa dei Bishop presenta anche decorazioni con motivi nautici. Nonostante la storia si svolga nel 1965, non era necessario che la casa fosse di un’epoca specifica, ed è stata immaginata come un insieme di elementi risalenti alla metà degli anni ‘60. Osserva Moran: “Abbiamo dato spazio anche a cose risalenti agli anni ’40 e ‘50; qua e là ci sono oggetti che i personaggi potrebbero aver trovato in passato e che dimostrano il loro grande amore per l’arte”. “C’era un sacco di roba interessante in giro, un sacco di cose di cui non avevano preso nota; se volevi qualcosa potevi prendertelo e uscire da lì”. Moran ride: “Bill pensa che non avessimo preso nota dei dischi che c’erano, ma io so esattamente quali si è preso!”. Per quello che gli attori avrebbero indossato, “Wes ha fatto un sacco di ricerche” commenta la costumista Kasia Walicka Maimone, che, assieme ad Anderson, ha studiato con attenzione un mucchio di fotografie cercando idee “per arricchire e approfondire i personaggi”. Racconta: “Il passo successivo è stato quello di produrre dei collage e degli schizzi molto semplici. Lui mi dava un feedback immediato in modo che noi potessimo lavorarci ulteriormente seguendo le sue indicazioni. “I costumi per gli animali dell’Arca di Noè per le scene della festa in chiesa si sono ispirati a ‘Il carnevale degli animali’ come rappresentato da Leonard Bernstein e Benjamin Britten; da bambino Wes ha partecipato alla una produzione di quello spettacolo, perciò abbiamo dato un’occhiata alle sue foto di famiglia e a quelle del direttore di produzione”. In linea con la creatività espressa dalla produzione, la maggior parte dei costumi sono stati realizzati a mano. Anche agli attori è stato chiesto di esprimersi, sebbene questo non abbia garantito sempre risultati lusinghieri; Murray sospira: “I pantaloncini del mio personaggio, il signor Bishop, sono realizzati con dei pezzi quadrati di materiale vistoso cuciti insieme, e sono anche troppo corti!”. Persino così, chiarisce Walicka Maimone, “I costumi del signor Bishop sono meno vistosi di quelli degli altri; il suo personaggio è infatti il più conservatore. “La ricerca più lunga è stata quella per le scarpe della divisa della scuola domenicale di Suzy, perché dopo aver cercato un po’ ci siamo resi conto che avevamo bisogno di scarpe con la suola di cuoio, come le facevano negli anni ‘60; quelle di adesso non hanno più la suola di cuoio. Alla fine ne abbiamo trovati un paio blu e un paio rosso, uno in un negozio di New York e uno online”. Ma per la sartoria la sfida maggiore è stata la progettazione e la realizzazione delle uniformi degli scout. Dopo essersi consultati con Anderson e Stockhausen, Walicka Maimone e il suo staff hanno creato ogni singolo elemento delle divise, dai calzettoni ai distintivi. E’ stato un lavoro impegnativo, eseguito in poco tempo; gli stemmi con il simbolo della mascotte, il procione, realizzati in feltro, sono stati cuciti a mano sulle uniformi, uno per uno. Il gruppo delle comparse per gli scout era composto in gran parte di squadre scout di Narragansett Bay, felici di svolgere il compito di comparse e di vivere l’esperienza del cinema; “Erano previsti un sacco di scout in scene di massa” racconta Walicka Maimone. “Credo che il numero complessivo di divise realizzate sia stato 350”. Aggiunge: “Le uniformi per gli scout e l’abbigliamento di Suzy sono state le cose che ho amato di più fare, ma mi è piaciuto anche realizzare i costumi per il capo scout Ward, per il signor Bishop e quelli per Servizi Sociali”. In Moonrise Kingdom questi ultimi non sono né un comparto né un gruppo di persone, sono invece il nome di un personaggio: Tilda Swinton interpreta la Responsabile dei Servizi Sociali. I veri operatori dei servizi sociali non indossano uniformi, perciò Walicka Maimone ha fatto riferimento all’Esercito della Salvezza e alle uniformi delle soldatesse per trarre ispirazione. Ha poi accentuato alcune forme e allungato le mantelline fino ad ottenere il risultato finale: la divisa indossata dalla Swinton, parrucca e tutto il resto. “La divisa dei Servizi Sociali era la più strutturata, fatta su misura e fisicamente personalizzata” racconta Walicka Maimone. Osserva la Swinton: “i Servizi Sociali rappresentano l’autorità, la force majeure; quando scoppia il caos lei viene chiamata a riportare l’ordine. Il mio personaggio indossa un’uniforme bianca e blu, un completo pantaloni. Sul capo porta un cappello in stile ufficiale dell’Esercito della Salvezza. Annodato attorno al collo porta un nastro rosso, con un fiocco. “Sono molti i riferimenti cinematografici, le attrici e gli attori che ci hanno ispirato”. Il costume per il personaggio della signora Bishop interpretato da Frances McDormand mette insieme lo stile di alcune artiste, pittrici e scrittrici degli anni ‘60. Per Anderson la storia dietro il personaggio prevedeva che, sebbene la signora Bishop fosse un avvocato, era cresciuta in una casa piena di gente creativa e quindi il suo abbigliamento doveva presentare elementi più fantasiosi. La Swinton: “Mia madre portava vestiti come quelli che indossa Fran. Tutti quei colori sono impressi in modo viscerale nei ricordi della mia prima infanzia; i costumi sono realizzati con grande accuratezza. “Nella storia raccontata in questo film la comunità degli adulti è molto disorientata e per affrontare la situazione non si comporta in modo infantile. Far parte di questa avventura è stato un grande divertimento. Tutto è stato vissuto allegramente anche perché tutto molto ben organizzato”. La Swinton e la McDormand non erano le uniche due ad essere per la prima volta al fianco di Anderson in Moonrise Kingdom. La maggior parte del cast, compresi Bruce Willis ed Edward Norton, non aveva mai lavorato con il regista prima. Secondo Dawson “L’immagine di Bruce ed Ed in questo film è molto diversa dalla solita, e credo che alla gente piacerà”. Bill Murray e Jason Schwartzman sono apparsi per la prima volta insieme in Rushmore, film di Anderson del 1998, e da allora sono ritornati sui set di quest’ultimo diverse volte. I due giovani debuttanti hanno capito che la loro prima esperienza davanti alla macchina da presa è stata speciale. “Moonrise Kingdom è una storia piena di dolcezza” dice la Hayward. Gilman aggiunge “E’ un film d’azione. E’ una commedia. E’ un dramma. E’ un film romantico. E’ davvero fantastico!”