SCORDATO – DAL 13 APRILE AL CINEMA – INTERVISTA A GIORGIA

Che cosa ricorda del primo ciak?

“Eravamo a Salerno nel giardino davanti al teatro, c’era da arginare tanta gente intorno a noi che voleva assistere alle riprese da vicino, è stato un primo impatto un po’ traumatico e all’inizio non è stato semplice concentrarmi. Così ho detto a Rocco: “Sei sempre in tempo per cambiare idea e attrice…”. Poi è arrivato uno “switch” e mi sono sbloccata, già al secondo ciak è calata all’improvviso una magia. Arrivati alla fine della lavorazione ero talmente diversa rispetto all’inizio delle riprese che, potendo contare su tutta l’esperienza acquisita strada facendo, avrei voluto ripetere le scene girate nei primi giorni per poterle farle meglio”.

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Come ha affrontato la vita del set?

“Papaleo è stato bravissimo a creare un gruppo di lavoro di veri complici, una vera e propria band, lo stesso approccio che io utilizzo nei miei concerti, convinta che bisogna essere tanti ma anche una cosa sola. Sia noi attori che i tecnici eravamo tutti appassionati e tenevamo molto al progetto, ognuno come se fosse il proprio, e questo lo si deve al nostro regista che ha scelto le persone giuste dimostrando di essere generoso e attento a valorizzare al massimo gli interpreti”.

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Come è stata coinvolta in questo progetto?

“Avevo ricevuto in passato altre proposte per recitare in un film e le avevo sempre rifiutate, ma questa volta sono stata spinta ad accettare dalla fiducia che ha riposto in me Rocco Papaleo. L’ho incontrato più volte negli ultimi 30 anni, perché ha seguito i miei concerti fin da quando ero una ragazzina e perchè abbiamo diversi amici in comune. Quando mi è arrivata la sua proposta gli ho detto subito: “Ma sei matto, non sono capace!”. E lui ha replicato: “Non ti preoccupare, io vedo cose che tu non vedi e non sai”. Ho letto il copione e mi è piaciuto molto e in effetti analizzando il personaggio di Olga mi sono ritrovata moltissimo in lei, quella sua tendenza a mettere in relazione la parte fisica con l’esperienza emotiva era qualcosa che mi apparteneva da sempre. Ho chiesto allora a Rocco di insegnarmi tutto. Gli sono molto grata, mi ha aiutato a essere vera e naturale. Per me è arrivato presto il piacere e il gusto di recitare, a un certo punto mi sono ritrovata totalmente immersa in una situazione completamente inedita e estremamente piacevole. Rocco scriveva nuove battute prima di ogni ciak e mi dava un margine di improvvisazione.

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Quanto le somiglia il personaggio di Olga?

“Alla fine della lavorazione Rocco mi ha detto che ero stata esattamente la Olga che lui aveva pensato e scritto. Ha poi aggiunto, con molta delicatezza, che in questa donna che in un primo tempo aveva immaginato più risoluta, avevo inserito una maggiore dolcezza e che aveva trovato nella mia voce una musicalità a cui non aveva pensato prima.
E’ molto importante poi anche la parte musicale, Olga è coinvolta in un coro che rappresenta una terapia e anche io credo profondamente da sempre che il canto sia una terapia di vita che ti fa allenare il respiro e ti libera. Rocco non voleva che fossi identificata con il personaggio della cantante popolare e così al mio arrivo in scena al naturale, senza trucco, mi ha fatto dire subito una parolaccia per fare in modo che il pubblico dimenticasse l’artista che va a cantare in tv. Dopo il primo ciak mi ha chiesto di cantare volutamente un po’ peggio rispetto ai miei standard abituali perchè Olga non era una cantante professionista e così ho provato a cantare “live” come una dilettante”.

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Quali sono secondo lei le doti principali di Papaleo?

“Sul set è stato capace di creare un’atmosfera di armonia pur rimanendo molto concentrato. Rocco prima e durante le riprese è sempre stato attento e presente. Si è fidato molto delle persone con cui collabora e con cui ha dato vita a uno splendido lavoro di squadra. Ha un’attitudine “jazz” in tutto quello che fa, con lui devi sempre saper improvvisare, non ti devi far spaventare dall’imprevisto e noi attori sapevamo che ci stava guidando nel migliore dei modi”

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Che tipo di relazione si è creata con gli altri attori?

“Abbiamo avuto molto tempo per stare insieme a Rocco prima di girare, il primo contatto col resto del cast è stato per me Simone Corbisiero che ho trovato favoloso, bravissimo ma anche generoso e attento a fare in modo che io riuscissi a fare bene quello che dovevo. Ho avuto la fortuna di incontrare solo attori di alto livello, per esempio mi sono innamorata artisticamente di Anna Ferraioli Ravel, un vero talento naturale che ho conosciuto in una delle prime scene. Angela Curri è una ragazza stupenda, con Eugenia Tamburri ho legato molto nella parte musicale e poi, ancora, Marco Torta che recita un monologo pazzesco. Sono tutti di livello altissimo”.

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