i è appena concluso CagliariTiAmo, festival che ha visto come protagonisti i quartieri periferici di di Is Mirrionis, San Michele, Giorgino, Cep e Pirri nella città di Cagliari.
La settimana appena conclusa si è aperta nel quartiere Pirri, dove Emanuele Pittoni ha presentato il suo lavoro “Periferiche”, racconto di un confine urbano che non ha più voglia di mettersi in gioco. Il Teatro Dell’Armadio ha presentato “Amore e Tandos”, lettura di poesie tratte da “Maledetta la tua bocca, maledetta!” di Vanessa Aroff Podda. “Il Mare Minore – Se l’Isola è l’Orizzone” di Anastaiya Bogach, Andrea Congia e Samuele Meloni ha concluso la serata raccontando il rapporto tra l’uomo e il mare della Sardegna tramite l’utilizzo di strumenti tradizionali sardi.
CagliariTiAmo è poi continuato nel quartiere Cep dove LucidoSottile, con “L’uomo nell’armadio”, ha inscenato la quotidianità di tre uomini costretti ad affrontare le proprie idiosincrasie. “Mitomania”, della compagnia Batisfera, ha dato nuovamente voce al racconto mitologico mediante una veste coinvolgente e democratica. Consuelo Melis ha portato alla luce la vita di un’anziana signora alle prese con il rapporto madre-figlio nel suo spettacolo “Cagliari-Tana”.
L’ultima giornata di CagliariTiAmo si è svolta nel quartiere Giorgino, in cui Il Cinquetto ha regalato alcuni brani del repertorio ironico e dissacrante al pubblico. In chiusura, i Malasorti, trio composto da Francesco Medda, Emanuele Pittoni e Francesco Bachis, si è esibito in un concerto dalle sonorità sarde, tropicali e mediterranee. A seguire la grande festa conclusiva del festival, che ha sancito l’unione della comunità cagliaritana tutta.
Le giornate del 29 e del 30 settembre hanno visto come protagonisti i ragazzi dei quartieri interessati, coinvolgendoli in una serie di laboratori intenti a portare avanti lo spirito della compagnia LucidoSottile.
Gli appuntamenti del festival proseguono per le vie del centro cittadino con le foto del “Progetto Corpo” di Gianluca Vassallo, esposte fino al 10 ottobre 2022. La mostra prevede l’affissione di 320 fotografie ritraenti gli abitanti delle periferie che, con prepotenza, si riprendono il centro della città. Il progetto, da conoscere e da conservare nel nostro sguardo per continuare ad avere la libertà di cambiare punto di vista, è aperto a chiunque voglia rivendicare il diritto delle periferie a farsi sentire.