SICCITA’ – INTERVISTA A FRANCESCO PICCOLO

Da dove arriva l’idea di Siccità?

 

“L’idea del film è di Paolo Giordano e Paolo Virzì. Era appena finito il primo lockdown quando Virzì ha chiesto anche a me e a Francesca Archibugi di collaborare. È stato chiaro, fin dall’inizio, che non intendevamo fare nessun riferimento esplicito alla pandemia, scrivendo il film abbiamo cercato di raccontare quella particolare fase di inquietudine mettendo in scena, come facciamo sempre con Virzì, soprattutto storie di persone, la loro umanità, attraverso un tipo di sguardo che non è e non deve essere mai giudicante. Cerchiamo sempre di avere uno sguardo che sia impietoso e pietoso al tempo stesso: non esistono personaggi positivi o negativi o unidimensionali e questo lo dico a proposito sia della vita che del cinema, che dovrebbe sempre preoccuparsi di rendere le persone complesse come lo sono nella realtà”.

 

 

Come vi siete divisi i compiti in fase di sceneggiatura?

“Abbiamo dato vita, fin da subito, a una specie di laboratorio comune, ma qualche volta ci siamo dati anche “compiti a casa” da eseguire ognuno per proprio conto. Giordano è entrato nella nostra collaudata squadra di lavoro con una “morbidezza” molto bella, mi è piaciuto molto lavorare con lui”.

 

Avete scritto le storie intrecciate dei vari personaggi pensando già direttamente a chi li avrebbe interpretati?

“Come succede molto spesso con Paolo Virzì, mentre scrivevamo veniva fuori ogni tanto il nome di un attore che ci sembrava giusto per un certo ruolo e una volta individuato un interprete, che di comune accordo pensavamo fosse quello ideale, ci capitava di scrivere alcune sequenze o alcuni dialoghi anche in funzione delle sue caratteristiche”.

 

Come vi siete documentati sul tema siccità?

 

“Abbiamo letto e studiato molti testi sull’argomento, indagando soprattutto gli aspetti che riguardavano gli effetti a breve termine. Nel film si vedono certe cose che si rivelano “apparentate” alla nostra realtà di questi giorni, ma in fase di scrittura noi non pensavamo minimamente che questo problema, che era comunque già all’epoca molto vivo e urgente, sarebbe diventato poi così impellente” Crediti non contrattuali 13

La forma di racconto fa pensare ai libri di Raymond Carver e in particolare a Short Cuts…

“È stato molto appassionante e divertente costruire la trama fondendo le varie vite e le varie storie con i personaggi che si incrociano e si conoscono, e far scoprire, ad esempio, a poco a poco, che un avvocato è anche l’amante di una donna vista nel corso del racconto…”

 

Nel film si nota l’assenza programmatica di qualsiasi giudizio o moralismo nella rappresentazione dei vari personaggi: lei è sempre convinto che sia necessario comprenderne le motivazioni e compenetrarsi comunque, anche con quelli più negativi o di difficile redenzione come insegnava Furio Scarpelli?

 

“Credo sia una caratteristica che accomuna molto me, Virzì e Archibugi: capire le ragioni di ogni personaggio, e anche quando compie atti discutibili”.

 

Che cosa ha pensato dopo aver visto il film finito?

“Un film deve parlare da solo e Siccità ha parlato anche a me spettatore, mi è piaciuto tantissimo così come mi piaceva già molto il copione. Nel mio lavoro a me questo basta, essere contento di quello che abbiamo fatto, e lo sono molto. Poi è ovvio che però saranno gli altri a giudicare quello che abbiamo fatto…

 

CINEMA – ITALIA – DATA CONFERMATA – 29 Settembre “Siccità” di Paolo Virzì con Silvio Orlando, Claudia Pandolfi, Tommaso Ragno, Sara Serraiocco, Max Tortora Elena Lietti, Vinicio Marchioni,Monica Bellucci, Emanuela Fanelli, Valerio Mastandrea … – Vision Distribution 

I commenti sono chiusi.