PER CHI HA VISTO IL FILM – LE LOCATION di Doctor Strange nel Multiverso della Follia

CREARE IL MULTIVERSO…UN UNIVERSO ALLA VOLTA

 

Le riprese hanno avuto inizio a Londra a novembre del 2020, ma la pandemia ha causato ritardi nella produzione e restrizioni sui viaggi: per questo motivo il film è stato girato quasi interamente all’interno di un teatro di posa.

 

Prima della pandemia, la produzione aveva pianificato di girare le scene con Gargantos a Philadelphia, ma poi, a causa delle restrizioni sui viaggi e dei lockdown che stavano avendo inizio in tutto il mondo, lo scenografo Charles Wood ha dovuto progettare e costruire una strada di New York nel backlot dei Longcross Studios di Londra, lo stesso luogo in cui furono costruite le strade di Hong Kong viste nel primo film. Per soddisfare le necessità degli effetti speciali che avrebbero dovuto mostrare i danni inflitti da un polpo gigante come Gargantos per le strade di New York, sono stati costruiti quattro isolati di strade, che avevano una lunghezza pari a 15 metri. Il processo di costruzione è stato epico.

 

“La parte più difficile era costruire un set che fosse il più autentico possibile, dato che in post-produzione la vera città sarà inserita digitalmente sul nostro set”, afferma Wood. “New York è una città con una storia ricchissima. È davvero interessante dal punto di vista visivo. È molto stratificata, quindi per noi è stato piuttosto complesso ricrearla. Ci siamo riusciti grazie a una squadra davvero geniale, che ha svolto un lavoro grandioso. Hanno lavorato duramente per rendere autentico ogni elemento di questo set, dal design all’intonaco. Tutto doveva essere perfetto”.

 

Una volta completata la costruzione del set, un’unità è stata mandata a New York per girare alcune immagini che sarebbero state aggiunte sul set in post-produzione per creare lo skyline di grattacieli della città. Per far sì che il risultato finale fosse efficace, il set doveva apparire totalmente autentico. È un po’ come accade con le fondamenta di un edificio. Se le fondamenta sono instabili, l’edificio non si regge in piedi. “Ogni elemento inquadrato dalla macchina da presa deve apparire realistico e questo è di grande aiuto per i responsabili degli effetti visivi”, afferma Wood.

 

L’unità inviata a New York ha ricevuto alcune immagini del set: l’obiettivo era trovare edifici e panorami che potessero essere integrati nel set di New York costruito in Regno Unito. “Ci siamo basati su alcuni edifici reali di New York e li abbiamo ricreati sul set: in questo modo, quando questi due elementi saranno riuniti in post, il risultato apparirà realistico”, spiega Wood. “Se visitaste New York, potreste riconoscere un edificio che avete visto nel film, ma non mettetevi a cercare le strade, dato che le abbiamo costruite da zero sul set”.

 

Lo stesso discorso vale per Bleecker Street, che è stata spostata dal Greenwich Village a un’area più commerciale della città, una scelta piuttosto interessante. “Volevamo collegare la strada a un’area più vivace della città e siamo riusciti a farlo soltanto perché abbiamo costruito il set di New York in studio. Ora possiamo collegare il Sanctum a questa parte più affollata della città”.

 

Ciò che in origine era stato costruito per una sola scena ha finito per ospitare le riprese di molteplici scene ambientate in molteplici universi. “Inizialmente il set era stato costruito soltanto per girare il combattimento contro Gargantos”, afferma Wood. “Col tempo, a causa del Covid e per via dello sviluppo della sceneggiatura, il set si è trovato a dover ospitare tre storie diverse e tre ambienti diversi nello stesso luogo”.

 

Dato che le scenografie variavano in ognuno di questi tre universi differenti, gli scenografi non avevano molto tempo a disposizione per modificare fisicamente le strade, dunque hanno usato elementi come la neve, i segnali stradali e i costumi per differenziare le tre ambientazioni.

 

In uno di questi universi, ci sono persino delle automobili fluttuanti…

 

“Ah, le famose macchine fluttuanti!”, afferma ridendo Wood. “Erano presenti da molto tempo nei nostri bozzetti. È un’immagine che c’è sempre piaciuta per questo mondo al contrario in cui entriamo. All’inizio avrebbero dovute essere create in post-produzione con l’ausilio degli effetti visivi, ma Chris Corbould e la sua geniale squadra ci hanno detto che avrebbero potuto appendere le auto ad alcune gru, quindi è quello che abbiamo deciso di fare. E abbiamo ottenuto degli effetti davvero grandiosi. Ci hanno aiutato a dare vita a questo mondo strano, inquietante e disturbante”.

 

Il regista Sam Raimi riassume: “Costruire un mondo è difficile, ma costruire un universo lo è ancor di più. È stata una sfida straordinaria ed entusiasmante, che ha richiesto l’apporto di una squadra di artisti davvero grandiosi. Io e queste squadre di artisti saremmo riusciti a far credere agli spettatori di stare intraprendendo un viaggio attraverso molteplici universi?”.

 

Quando gli spettatori vedranno il film, la loro risposta sarà sicuramente un fragoroso “sì”.

 

GARGANTOS E NEW YORK

 

Una forza invisibile attraversa New York all’inseguimento di America Chavez, lanciando automobili in aria e devastando gli edifici. È la più grande scena con effetti speciali di tutto il film, ed è davvero epica.

 

Una volta svelato, questo mostro invisibile è una gigantesca bestia con un occhio solo simile a un polpo, chiamata Gargantos. Gli esperti di fumetti riconosceranno subito Gargantos, avendolo già incontrato tra le pagine dell’80° numero di “Strange Tales”.

 

“Questa scena è quella che chiameremmo una classica avventura di Doctor Strange, e l’ispirazione per questa battaglia arriva proprio dai fumetti”, afferma Michael Waldron. “L’aspetto di questo polpo è basato sul design di Gargantos visto nei fumetti, ed è proprio da lì che deriva il nome. Sapevamo di voler realizzare una grande e rocambolesca scena d’azione alla luce del giorno, perché si tratta di un marchio di fabbrica di Sam Raimi, che aveva girato moltissime scene diurne nei suoi Spider-Man. Inoltre, era il modo perfetto per introdurre America”.

 

Per Doctor Strange si tratta soltanto di un’altra giornata di lavoro, ma per la squadra creativa che aveva il compito di inserire un gigantesco mostro arrabbiato tra le affollate strade di New York, si trattava di un’operazione colossale.

 

“È la scena del film con il maggior numero di effetti speciali”, afferma il supervisore degli effetti speciali Chris Corbould. “Questa creatura a otto zampe alta 2 metri e mezzo lancia automobili in aria, scaraventa oggetti sulle vetrine dei negozi, abbatte pali della luce e sradica semafori. Scatena il caos per le strade di New York, e la mia missione era filmare quel caos con la macchina da presa”.

 

Si tratta di una fusione grandiosa tra gli effetti speciali e gli effetti visivi. Si completano a vicenda. Se gli effetti speciali riescono a inserire elementi reali all’interno di una sequenza, gli effetti visivi hanno qualcosa su cui basarsi. Se i responsabili degli effetti speciali riescono a ribaltare automobili e abbattere pali della luce, questo crea un punto di riferimento. Gli effetti visivi devono rispecchiare gli effetti speciali e renderli più realistici.

 

LA BATTAGLIA DI KAMAR-TAJ

Per girare la battaglia di Kamar-Taj, sono stati necessari molti mesi di pianificazioni e prove, e diverse settimane di riprese. È stata un’impresa colossale, girata in un enorme teatro di posa dei Longcross Studios. La realizzazione della sequenza ha richiesto uno sforzo collettivo da parte dei responsabili degli effetti visivi, degli effetti speciali, degli stunt, degli oggetti di scena e delle macchine da presa: la scena è stata colossale da girare, e apparirà colossale anche sullo schermo. Gigantesche esplosioni, stuntman appesi a cavi che vengono lanciati in aria, luci abbaglianti, macchine da presa che eseguono piroette, anelli di fuoco… e questo è soltanto l’inizio.

 

Per la battaglia, il supervisore degli effetti speciali Chris Corbould e la sua squadra hanno allestito trenta esplosioni sul set del tetto: nel momento in cui le hanno fatte detonare, una cable-cam ha effettuato una corsa attraverso tutte le esplosioni, catturandole sullo schermo. Dato che stavano lavorando all’interno di alcuni teatri di posa temporanei dei Longcross, hanno dovuto incastonare gli esplosivi nel pavimento del set: per riuscirci, hanno praticato dei fori sul pavimento del teatro di posa e scavato nella terra sotto di esso così da ottenere la profondità necessaria a filmare i detriti smossi dall’esplosione.

 

“Sono stati necessari quattro mesi di preparazione soltanto per questa sequenza”, afferma il regista della seconda unità Jeff Habberstad, un veterano di Marvel che aveva diretto le sequenze d’azione del primo Doctor Strange. “La prima esplosione ha generato talmente tanta polvere da oscurare la macchina da presa. Quindi abbiamo dovuto rimuovere i detriti e preparare nuovamente gli esplosivi per il secondo ciak”.

 

Ci sono tre tetti a Kamar-Taj, ma ne è stato costruito soltanto uno dal vivo. Gli altri due tetti sono stati costruiti in digitale, generando un piccolo grattacapo per i filmmaker, che si sono trovati costretti a riprendere lo stesso tetto da posizioni e angolazioni differenti per creare l’illusione di tre tetti diversi. Dato che i tre tetti erano tutti orientati in direzioni differenti, ogni giorno bisognava capire non soltanto quali personaggi e quali oggetti di scena avrebbero dovuto trovarsi sul tetto, ma anche da quale direzione avrebbe dovuto provenire la luce.

 

La compagnia di effetti visivi Third Floor ha dato un importante sostegno alle squadre creative che si trovavano sul set del tetto (attori compresi) creando una simulazione virtuale di tutto Kamar-Taj. Utilizzando una tecnologia per la realtà aumentata chiamata Cyclops, hanno caricato una pre-visualizzazione digitale dell’intera sequenza (fornita dalla compagnia Proof) all’interno del software, che comprendeva anche le scenografie tridimensionali create da Wood. Il software Cyclops è stato quindi caricato su alcuni iPad, che erano sincronizzati con la telecamera di un altro iPad: in questo modo, quando gli operatori puntavano l’iPad in qualsiasi parte del set, veniva mostrata una versione digitale di ciò che stavano guardando. Era come se la produzione avesse a disposizione un Occhio di Agamotto tutto suo!

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