DAL 29 GIUGNO I tre marmittoni TUTTE LE CURIOSITA’ UFFICIALI
Abbandonati davanti al portone di un orfanatrofio, i neonati Moe, Larry e Curly – fra lazzi e piagnistei – diventano adulti e ne combineranno di tutti i colori. In questo film li vedremo all’opera per riuscire a sventare la vendita dell’orfanatrofio in cui sono stati cresciuti … restando coinvolti in un assurdo complotto criminale e approdando persino sul set di un famoso reality show televisivo. Qual è la commedia più grande di tutti i tempi? Alcuni conferirebbero questo titolo ai fratelli Marx, altri sceglierebbero Abbott & Costello oppure Laurel & Hardy. Ma c’è un’ampia schiera di fan formata da bambini, dai loro genitori e dai genitori dei genitori, che considera ‘I Tre Marmittoni’ un vero e proprio classico della commedia. Le chiassose buffonate di Larry, Curly e Moe, dal cuore puro e dalla testa vuota, sono ormai l’emblema di una comicità senza tempo, accompagnate dall’inconfondibile “Nyaaaaaahhhhhhh!”.Il nuovo film de I TRE MARMITTONI colloca questi tre zucconi nella realtà contemporanea. Il film ripropone i loro classici e leggendari effetti sonori (che comprendono versi incomprensibili, schiocco di dita e battito di mani), il loro tipico taglio di capelli, e tutte le loro stravaganti caratteristiche, calate però all’interno di situazioni attuali e con riferimenti alla cultura pop.
All’inizio del film i marmittoni sono piccoli e le suore che li allevano all’interno dell’orfanatrofio li definiscono ‘i nuovi angeli del paradiso’. Che importa se uno di loro ha una pettinatura a caschetto simile ad una scodella rovesciata, o se l’altro ha due ciuffi di capelli che spuntano come cespugli da una testa completamente calva, o se il terzo sfoggia un buffo taglio rasato. Ma quando Moe mette un dito nell’occhio di Suor Mary-Mengele scaraventandola nella contea accanto, le suore iniziano a sospettare che i nuovi arrivati siano tutt’altro che celestiali. Quando i tre marmittoni crescono, le suore sono ormai sfinite, ammaccate e sconcertate. Ma la cosa peggiore è che si dice che l’orfanatrofio sia costretto a chiudere i battenti a causa di difficoltà finanziarie. A quel punto Larry, Curly e Moe, che vivono ancora nella casa famiglia, dove lavorano come manutentori (dando costante prova della loro inettitudine!), decidono di raccogliere 830,000 dollari in soli 30 giorni per non perdere l’unica casa che hanno mai conosciuto. Usciti dall’orfanatrofio per la prima volta nella loro vita, i marmittoni si inoltrano per le strade della metropoli, e incontrano una bomba sexy di nome Lydia, che offre loro la possibilità di guadagnare dei soldi facili: se metteranno fine alle sofferenze del suo povero marito, lei li ricompenserà con una cifra in grado da salvare l’orfanatrofio. Nonostante la loro inesorabile stupidità, i marmittoni subodorano qualcosa di sospetto nel piano di Lydia, specialmente quando scoprono chi è l’uomo in questione: il loro amico d’infanzia Teddy, un ex orfano che è per l’appunto in procinto di sposare Lydia. A questo punto Larry, Curly e Moe restano invischiati in una serie di situazioni comiche mentre cercano di districarsi fra pile di pannolini bagnati nel nido di un ospedale, facendo la loro comparsa ad un party in abito scuro in una villa spettacolare, fino ad approdare in TV, dove Moe diventa la star di un reality show. Questo straordinario trio senza cervello è composto dall’attore vincitore di un Emmy® e di un Tony® Award, Sean Hayes (“Will & Grace”), che interpreta il musone Larry dai capelli a cespuglio; da Will Sasso (“MADtv”) nel ruolo del paffuto Curly, il cui caratteristico grido “nyuk-nyuk-nyuk” generalmente provoca l’ira del suo fratello maggiore Moe, interpretato da Chris Diamantopoulos (“24”, “The Kennedys”) che veste i panni del leader del gruppetto, l’uomo che tutti conoscono per i suoi inconfondibili capelli a caschetto e i suoi improvvisi scoppi d’ira. I TRE MARMITTONI è stato realizzato perché sia gli attori che i filmmakers sono fan degli sketch del trio originale. I marmittoni, dice lo scrittore-regista Peter Farrelly, “sono tre degli individui più divertenti che siano mai stati visti. Volevamo rendere loro omaggio con un film” “I tre marmittoni sono davvero gli antesignani di tutto ciò che è comico”, aggiunge Will Sasso. “Non riesco ad immaginare la ‘commedia fisica’ senza di loro. E sono certo che anche oggi sarebbero molto apprezzati”. Nei 25 anni presso la Columbia Pictures (1934-1959), i tre marmittoni si sono fatti strada con 190 commedie tragicomiche, ognuna delle quali avrebbe potuto fornire ai filmmaker la storia di un nuovo film. Ma al posto di ispirarsi al materiale dei loro cortometraggi, gli scrittori/registi Peter Farrelly e Bobby Farrelly (insieme a Mike Cerrone) hanno ideato una storia nuova e contemporanea. Ciononostante i marmittoni conservano l’aspetto dei personaggi originali, parlano e si muovono proprio come loro. “Una delle cose più belle del film è la nuova dimensione che arricchisce questi amati personaggi”, osserva Sean Hayes. “I corti dei tre marmittoni non esploravano le emozioni né avevano un vero e proprio soggetto. I loro sketch erano solo mirati alla risata immediata. Il nostro film arricchisce la storia di emozioni pur conservando tutto il divertimento. E’ una versione davvero inedita della loro vita”. E mentre la loro comicità è più delirante che mai, Jane Lynch (che interpreta la Madre Superiora) li definisce così: “Sono dei buffoni dolcissimi, che in fondo si cacciano nei guai perché sono troppo buoni, anche quando si punzecchiano e conficcano le dita negli occhi dell’altro”. Lynch li considera degli esseri puri e innocenti, dato che le suore li hanno cresciuti in modo molto protetto. “Non hanno idea di cosa sia il mondo reale” dice Chris Diamantopoulos. “Sono dei pesci fuor d’acqua che non sanno nulla del mondo moderno. L’unico posto che conoscono è l’orfanatrofio in cui sono cresciuti”.
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