Proiettato stamattina al Teatro Petruzzelli, “L’ombra del giorno” di Giuseppe Piccioni con Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli. Regista e interpreti hanno poi dialogato col pubblico in un partecipato incontro.
Stasera, sempre al Petruzzelli, Riccardo Scamarcio ritirerà il Federico Fellini Platinum Award del Bif&st 2022.
Sul suo ruolo di produttore del film, Scamarcio ha ricordato come inizialmente Piccioni gli avesse offerto solo il ruolo di attore. “Ci stavo mettendo un po’ di tempo a leggere la sceneggiatura, tanto che a un certo punto Giuseppe mi ha chiamato per dirmi che avrebbe affidato il ruolo a un altro attore. Senonché quell’altro ha declinato l’offerta, io ho finalmente letto la sceneggiatura e ho trovato il copione bellissimo e la sicurezza che ne sarebbe risultato uno splendido film. Sono molto contento di averlo anche prodotto, è un’opera pura nella sua essenza che trova un aggancio emotivo nelle persone. È un film non solo romantico perché mette in scena personaggi che non sono eroici, che hanno i loro limiti e le loro meschinità, ma verso cui l’autore mostra indulgenza per poi assolverli, proprio come capitava in tanti capolavori di Scola o di Risi”.
Benedetta Porcaroli ha detto che “raramente mi era capitato di leggere un copione con personaggi di tale umanità. Spesso nei copioni trovo delle semplificazioni nei personaggi che qui invece non ci sono. Benché il racconto sia in fondo semplice, vengono messi in scena conflitti profondi e complessi“.
Della sua attività di produttore, Scamarcio ha osservato: “Mi sono reso conto che, paradossalmente, mi migliora come attore. Conoscere il film sotto tutti i punti di vista è un vantaggio perché la preparazione te la ritrovi nel momento di recitare. Le mie scelte da produttore riguardano e riguarderanno sempre e solo il cinema e più in particolare il cinema indipendente, artigianale, quello per cui non devo essere sottoposto ad alcun tipo di diktat. Non ho né la forza né le competenze per fare ‘il prodotto’ e non penso di voler produrre, ad esempio, per le piattaforme televisive”.
Sulla sua carriera di attrice iniziata in televisione con la serie “Tutto può succedere” e proseguita al cinema a partire da “Perfetti sconosciuti”, Porcaroli ha dichiarato di sentirsi “molto fortunata, poiché ho avuto la possibilità di interpretare personaggi che ho amato, di sposare progetti in cui credevo e di lavorare con bravi registi e produttori che hanno creduto in me. Cerco quindi storie che mi possano stimolare, di fare cose nuove dalle quali io possa imparare e che mi permettano di non ripetermi. Dopodiché accettare ruoli così belli come quello di ‘L’ombra del giorno’ è la cosa più facile del mondo!”.
Stasera, sempre al Teatro Petruzzelli, Riccardo Scamarcio ritirerà il Federico Fellini Platinum Award. È tempo di bilanci? “Posso solo dire che sono felice di fare quello che faccio, ho avuto sì qualche delusione e ho qualche rimpianto, ma mi resta ancora tanta voglia di fare, sia da attore che da produttore”.
Un regista bravo e sensibile che ha conquistato il pubblico con film come “Fuori dal mondo” e ‘Luce dei miei occhi”. Una coppia “glamour” ma soprattutto due attori molto popolari e amati, uno dalla carriera già consolidata e l’altra una giovane e talentuosa interprete che, con un pugno di film, ha già fatto breccia nel cuore degli spettatori. Non poteva che esserci una grande attesa per la presenza stamattina al Teatro Petruzzelli di Giuseppe Piccioni, Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli che ha infatti registrato il tutto esaurito, sia per la proiezione di “L’ombra del giorno” che per l’incontro che ne è seguito, moderato da Marco Spagnoli.
“L’ombra del giorno” di Giuseppe Piccioni vede Scamarcio e Porcaroli assoluti protagonisti di una storia d’amore ambientata alla fine degli anni ’30, nei giorni immediatamente precedenti all’entrata in guerra dell’Italia fascista, che presenta anche analogie con il presente. Un contesto storico racchiuso già nel titolo che, come ha spiegato il regista, fa riferimento a un periodo in cui il fascismo sembrava consolidato e invece mostrava le sue prime ombre.
A fare da sfondo, la città di Ascoli Piceno, dove Giuseppe Piccioni è nato e dove aveva già ambientato il suo primo film, “Il grande Blek” nel 1987.
“In questi anni - ha raccontato il regista - avevo sempre allontanato l’idea di tornare a girare nella mia città e questo un po’ per scaramanzia, poiché avendovi ambientato il primo film mi sembrava che avrei dovuto chiudere un cerchio e dunque la mia carriera di regista. Ma a dire la verità, la scelta di Ascoli è stata casuale. La prima sceneggiatura, infatti, era ambientata a Roma ma avevamo difficoltà a trovare la location adatta e poi Roma è una città difficile dove girare, per il rumore, il caos e anche per i costi produttivi. Poi un giorno mi trovavo ad Ascoli, seduto al Caffè Meletti, e ho pensato che, per le sue caratteristiche, sarebbe stato perfetto per diventare il ristorante nel quale si svolge gran parte della vicenda narrata. Ho quindi chiamato Riccardo Scamarcio, che era subentrato a un precedente produttore, gli ho inviato delle foto, si è convinto e ha lasciato che rivedessi la sceneggiatura per adattarla al nuovo set. Penso che abbiamo fatto una scelta felice perché, con la provincia, la storia ha acquisito una dimensione più universale”.