CATWOMAN E L’IDEA DEL REGISTA DEI GATTI RANDAGI, TRA INTERPRETAZIONE, COSTUMI E SCENOGRAFIE

Dichiarazioni ufficiali…

Reeves ha scelto tra i personaggi un’altra favorita dai fan di Batman, Selina Kyle, alias Catwoman, che potrebbe essere o meno dalla parte del “giusto”, ma che si trova spesso al fianco di Batman nel film.

Zoë Kravitz interpreta la femme fatale d’acciaio con i suoi obiettivi nascosti che è ugualmente enigmatica e altrettanto audace come il suo nuovo partner nella lotta al crimine. È stata l’opportunità di lavorare con Reeves che ha attirato l’attrice al progetto.

“Matt è fantastico perché è collaborativo, e vuole davvero sapere cosa pensano e provano i suoi attori riguardo ai personaggi”, dice, aggiungendo che “tutti i cattivi e gli eroi sono multidimensionali. La cosa meravigliosa di questo mondo è l’esplorazione dell’area grigia; non c’è solo il bianco o il nero, il bene o il male. Nel mezzo c’è tanto altro, e i personaggi sono complicati. Per me, questo è ciò che lo rende davvero interessante”.

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“La cosa più importante per me, era che Selina non fosse una vittima a causa del suo passato travagliato”, afferma la Kravitz. “Spesso personaggi femminili come lei possono cadere in questa trappola, e non è il suo caso. La reputo incredibilmente tosta, è sopravvissuta fino a questo punto e ha la spinta giusta per combattere per altre persone che vede in posizioni simili”.

Reeves afferma: “Fin dal mio primo incontro con Zoë sapevo che aveva qualcosa di speciale. Il suo legame e la sua affinità con Selina Kyle erano tangibili. Le ho parlato di varie ispirazioni, di personaggi come Evelyn Mulwray di “Chinatown” e Bree Daniels di “Una squillo per l’ispettore Klute”, cercando di trovare un modo per rendere questo personaggio una sopravvissuta, che ha dovuto combattere a modo suo a Gotham. Zoë ne ha fatto tesoro, e allo stesso tempo si è tuffata nei fumetti”.

“La sua storia passata era molto chiara nella sceneggiatura”, racconta, “quindi per me si trattava più di capire cosa è successo da allora a oggi: come è riuscita a sopravvivere, come è finita dove si trova ora e perché trova così importante combattere per ciò in cui crede. Quell’esplorazione, insieme al famoso soprannome, ha acceso un’idea. “L’altra cosa che ho proposto a Matt è stata questa idea dei gatti randagi. Penso che lei stessa sia una randagia, e penso che veda anche Batman così: è qui che risiede la loro connessione. Vuole davvero combattere per coloro che non hanno nessuno che li protegga, ed in questo Batman e Selina si connettono davvero”.

Per l’attrice era importante anche mettere il suo marchio su Catwoman. “Non volevo creare qualcosa di iconico o sexy o tutto ciò che le persone si aspettano. Volevo che mettesse in mostra il suo spirito. Non capita spesso di interpretare un personaggio femminile complesso, specialmente nei film di questa scala”, dice. “Mi sono innamorata della sua storia, del suo passato, del suo dolore, della sua lotta, della sua forza. In lei ho trovato un personaggio che era più di una semplice spalla o più di una bella ragazza con un vestito attillato. Non ha bisogno di essere salvata da nessuno e allo stesso tempo, mentre leggevo la sceneggiatura, c’erano volte in cui mettevo la mano sul cuore e provavo affetto per questa persona. Sentivo che la sua storia era importante da raccontare”.

Si è anche divertita nel modo in cui Reeves aveva intrecciato Catwoman e Batman. “In realtà, sono come il gatto e il topo”, sorride la Kravitz. “C’è una sorta di amore-odio e il confine è davvero molto sottile. C’è una profonda connessione di anime; anche se vedono le cose in modo diverso e provengono da contesti molto diversi, entrambi credono nella giustizia… pur sempre mantenendo delle idee diverse. Entrambi combattono per ciò in cui credono e non hanno paura di morire, e questa è una qualità molto rara”.

COSTUMI

La Durran ne era consapevole durante tutto lo sviluppo del design, osservando “Abbiamo trovato un compromesso tra un modello del mondo reale e una tuta da Catwoman a tutti gli effetti”, dice. “Doveva essere abbastanza simile alla divisa da Catwoman quando lo diventerà, quindi è stato difficile trovare quell’equilibrio. Abbiamo aggiunto degli inserti di tessuto elasticizzato per rendere la tuta aderente, ed è stato tecnicamente problematico poiché trattandosi di una tuta in pelle, non era elastica. Poi, una volta cucito il costume lo abbiamo usurato per far sembrare che lo indossasse sempre, per dargli una storia”.

Per le scene nel club in cui lavora Selina, la Durran le ha creato un costume con richiami ai fumetti di Batman: Anno Uno, con pantaloni plastificati, cintura e top corto. “Zoë era entusiasta del tessuto plastificato e lucido, quindi abbiamo cercato di accontentarla”, osserva la Durran. “Selina ha anche un cappotto che ricorda la Catsuit, sempre piuttosto malandato. La combinazione tra questi due capi era fantastica”.

Ma la Durran non si è limitata a ciò. “Un altro modo che abbiamo trovato per suggerire cosa diventerà, è stato tagliare un berretto e fare delle cuciture nella parte superiore, che ‘inavvertitamente’ lo fa sembrare un po’ come le orecchie di un gatto”, dice sorridendo.

Reeves era entusiasta di quest’idea. “Avevo detto a Jacqueline che Selina doveva indossare un passamontagna, e quando l’ha modificato per formare queste piccole orecchie, ho detto, ‘è davvero pazzesco, lo adoro!’ E così ho pensato di inserire in una scena l’immagine del contorno della sua testa dove si intravedono le orecchie e si percepisce la sua imminente trasformazione, senza mostrare palesemente i dettagli”.

Il regista è rimasto colpito dal modo in cui è stata realizzata l’intera Catsuit. “Uno degli elementi chiave del look di Selina è la tuta da motociclista e che, con il passamontagna con le orecchie da gatto e la frusta, ha reso omaggio all’Anno Uno, con un outfit molto particolare: un bustier e pantaloni di pelle”.

Il lavoro della Durran ha entusiasmato la Kravitz. “Jaqueline è geniale, disponibile, ed ha reso l’intero processo molto divertente”, afferma l’attrice. “Matt voleva che la Catsuit non fosse un capo alla moda, ma fosse pratica. Ha forme e sagome diverse e alcune parti sono lucide; ci sono pezzi che sono stati rattoppati con diversi tipi di pelle, che si direbbe l’abbia indossata fino alla morte. E’ femminile e sexy, ma allo stesso tempo pratica, e per noi era una cosa fondamentale”.

SCENOGRAFIA

Lo scenografo si è molto divertito a giocare sul concept di Selina e anche sulla sua transizione a Catwoman. Chinlund descrive: “L’appartamento è abitato da tanti gatti randagi, i mobili sono graffiati, e il frigorifero è pieno di cibo per loro. Alle pareti ci sono gallerie di fotografie di gatti”.

Ovviamente, la produzione ha dovuto piazzare dei gatti randagi nel suo appartamento per settimane, in modo che si sentissero a loro agio e andassero intorno alla Kravitz quando rientrava a casa.

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ZOË KRAVITZ (Selina Kyle) si è distinta in franchise di successo sul grande schermo come “Mad Max” e “Animali fantastici”, e in televisione nella celebre serie vincitrice dell’Emmy Award “Big Little Lies”. All’inizio della sua poliedrica carriera, Variety l’ha inserita tra i dieci giovani attori da tenere d’occhio, mentre Forbes l’ha inserita nell’ambita lista 30 Under 30, avendo affascinato il grande pubblico con i suoi ruoli in diversi film, sia ad alto budget che indipendenti.
Oltre al doppio ruolo di protagonista e produttrice esecutiva della serie Hulu, adattamento dell’originale cinematografico di “High Fidelity”, è stato recentemente reso noto che la Kravitz farà il suo debutto dietro la macchina da presa in un film originale, “Pussy Island”. Scritto dalla Kravitz e da E.T. Feigenbaum, nel film reciterà Naomi Ackie al fianco di Channing Tatum. Bruce Cohen, Kravitz, Tiffany Persons e la Free Association di Tatum saranno i produttori, con Garret Levitz alla supervisione per la Free Association. La Kravitz ha inoltre annunciato di aver firmato per recitare nella serie animata “Phatty Patty”, di cui sarà anche produttrice esecutiva attraverso la sua società di produzione, la THIS IS IMPORTANT.
Tra gli altri crediti della Kravitz: il ruolo di Bonnie nella rivoluzionaria miniserie della HBO “Big Little Lies” al fianco di Reese Witherspoon e Nicole Kidman. Diretta da Jean Marc Vallee, la serie ha vinto otto Emmy Award. La Kravitz è anche apparsa in “Viaggio verso la libertà”, al fianco di Dev Patel; in “Good Kill”, al fianco di Ethan Hawke e January Jones; in “Crazy Night – Festa col morto”, al fianco di Scarlett Johansson e Kate McKinnon; nel film acclamato dalla critica “Dope: Follia e riscatto”, prodotto da Forest Whitaker con la produzione esecutiva di Pharrell Williams; e in “Gemini”, al fianco di Lola Kirke. La Kravitz ha anche recitato nel secondo capitolo del franchise di “Animali fantastici”, “Animali fantastici: I Crimini di Grindelwald”, al fianco di Eddie Redmayne e Jude Law. Attualmente può essere ammirata nel thriller originale di Steven Soderbergh, “Kimi”.
La Kravitz ha iniziato a recitare quando frequentava il liceo, muovendo i primi passi in “Sapori e Dissapori” al fianco di Catherine Zeta-Jones e Aaron Eckhart, e ne “Il buio nell’anima”, diretto da Neil Jordan, e interpretato da Jodie Foster. Poco dopo, è apparsa nel ruolo di Angel Salvadore in “X-Men – L’Inizio”, in cui recitava al fianco di Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, James McAvoy e Kevin Bacon. È stata anche scelta per ruoli da protagonista in “5 giorni fuori”, al fianco di Zack Galifianakis ed Emma Roberts, e nella serie di film “Divergent”, in cui ha ricoperto il ruolo di Christina, al fianco di Shailene Woodley. Ha inoltre recitato al fianco di Charlize Theron e Tom Hardy in “Mad Max: Fury Road”, che ha ottenuto sei premi su 10 nomination agli Oscar del 2016, il numero più alto di ogni film di quell’edizione.
Al di fuori dei suoi impegni cinematografici la Kravitz è il volto globale dei trucchi YSL, ambasciatrice di Saint Laurent, e la testimonial del profumo YSL, Black Opium.
La Kravitz attualmente vive a New York.

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schede cast tecnico

JACQUELINE DURRAN (Costumista) è un’apprezzata costumista la cui carriera è iniziata con “Eyes Wide Shut” di Stanley Kubrick ed è proseguita come assistente costumista di produzioni di rilievo, fra cui: “The World Is Not Enough- Il mondo non basta” , “Lara Croft: Tomb Raider” e “Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni”. La Durran collabora frequentemente con due registi con cui ha già girato ben sette film. Il primo è Mike Leigh, che ha incontrato durante la produzione di “Topsy-Turvy- Sottosopra”, nel 1999. In quel periodo Jacqueline lavorava come seconda assistente alla regia. Da quel momento Leigh l’ha reclutata in ogni suo film, da “Tutto o niente” (2002) a “Peterloo” (2018). La Durran ha vinto un BAFTA Award per le sue creazioni in “Il Segreto di Vera Drake”, e ha ricevuto otto candidature sia ai BAFTA che agli Oscar per il suo lavoro in “Turner”. Altri riconoscimenti li deve ai suoi progetti al fianco di un altro suo frequente collaboratore, il regista Joe Wright. Per le sue creazioni in “Anna Karenina”, si è aggiudicata 11 premi, fra cui il Costume Designers Guild Award, il BAFTA Award e l’Oscar. Ha inoltre ottenuto numerose nomination e premi per altri film di Wright, come “Orgoglio e pregiudizio” e “Espiazione”.
Nel 2018 è stata nominata agli Oscar e al BAFTA Award per il suo lavoro in due progetti cinematografici: “L’ora più buia”, un’altra collaborazione con Joe Wright, e “La Bella e la Bestia”; per quest’ultimo film ha conquistato un totale di cinque vittorie e nove candidature a differenti premi.
Nel 2019, ha disegnato i costumi per due film che hanno conquistato l’Academy: l’impressionante piano sequenza di “1917”, diretto da Sam Mendes, e l’adattamento cinematografico ad opera di Greta Gerwig di “Piccole Donne”, quest’ ultimo ha portato alla Durran l’Oscar.
Le creazioni più recenti della Durran sono ammirabili oltre che in “The Batman” anche in “Spencer”, diretto da Pablo Larrain e interpretato da Kristen Stewart nei panni della Principessa Diana.

JAMES CHINLUND (Scenografo) è nato e cresciuto a New York. Ha studiato belle arti presso la CalArts di Los Angeles, con particolare attenzione alla scultura e alle installazioni artistiche su larga scala. Dopo la laurea, Chinlund è tornato a New York e ha iniziato la carriera nell’industria cinematografica come falegname, prima di avere delle opportunità come scenografo di video musicali e film indipendenti. Durante questo periodo, ha lavorato per la prima volta con il regista Darren Aronofsky (“Requiem for a Dream”, “The Fountain”) oltre ad altri registi dell’ambiente della cinematografia indipendente di New York, tra cui Todd Solondz (“Storytelling”), Paul Schrader (“Autofocus”) e Spike Lee (“La 25a ora”).
Dopo una breve pausa dai lungometraggi per prendersi cura della figlia piccola, Chinlund è tornato sul campo nel 2012 per lavorare a “The Avengers”, che ha stabilito il record per il weekend di apertura con il maggior incasso nella storia del cinema. Da allora è stato candidato otto volte all’Art Directors Guild Award: due per il suo lavoro a “L’Alba del Pianeta delle Scimmie” e “The War- Il Pianeta delle Scimmie”, diretti da Matt Reeves, e più recentemente per il suo lavoro in “Il Re Leone”, diretto da Jon Favreau, che è stato il primo lungometraggio interamente girato in realtà virtuale.
Nel corso degli anni, Chinlund è stato attivo anche nel mondo della pubblicità e della moda. Con collaborazioni con artisti del calibro di Inez van Lamsweerde e VinoodhMatadin, Rupert Sanders, Spike Jonze, Marc Forster, Lance Acord, Gus Van Sant e Harmony Korine.

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