La grande storia nascosta di migliaia di italiani. La piccola storia di un uomo solo. Insieme in un racconto che parla a tutti noi, oggi. Arriva nelle sale dal 7 marzo, dopo l’ottima accoglienza all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, in concorso in Orizzonti, La macchina delle immagini di Alfredo C., il film di Roland Sejko prodotto e distribuito da Luce-Cinecittà, fresco candidato nella decina finalista per il Miglior documentario dell’anno ai David di Donatello.
A partire da un clamoroso e misconosciuto evento storico, che vide coinvolti migliaia di italiani al termine della seconda guerra mondiale, e dal singolare destino di un tecnico del cinema, La macchina delle immagini di Alfredo C. regala una riflessione avvincente sul potere pervasivo della propaganda. E attraverso l’intreccio di straordinari filmati dell’Archivio Luce – un autentico protagonista del film – e di riprese originali affidate alla voce, al volto e al talento di Pietro De Silva, mette in scena un poema visivo sulla memoria e sulla responsabilità di chi crea immagini, e di chi le vede.
Il film arriva nei cinema con un tour di proiezioni-evento dal 7 marzo, con la prima a Roma al cinema Nuovo Sacher, per toccare Milano, Torino, Firenze, Bologna, Bergamo, Pisa e altre tappe in un calendario in aggiornamento.
LOGLINE
La storia di Alfredo C., operatore di propaganda del fascismo, divenuto da un giorno all’altro operatore cinematografico del comunismo.
La storia di 27.000 italiani trattenuti in Albania.
E altre storie vere di finzione.
SINOSSI
Aprile 1939. L’Italia fascista occupa l’Albania. Migliaia di italiani, operai, coloni e tecnici, vengono trasferiti nel paese.
Novembre 1944, l’Albania è liberata. Il nuovo regime comunista chiude i confini e pone all’Italia decine di condizioni per il rimpatrio dei suoi concittadini.
Nel 1945 in Albania si trovano trattenuti ancora 27.000 italiani tra reduci e civili.
Tra di loro c’è anche un operatore cinematografico.
Alfredo C., operatore della propaganda fascista, ha girato per cinque anni l’Albania con la sua cinepresa. Prima, per quasi un ventennio, ha immortalato la capillare macchina del regime.
Ora, da un giorno all’altro, deve fare lo stesso, ma per un regime comunista.
Chiuso nel suo magazzino, circondato da migliaia di pellicole, Alfredo C. rivede su una vecchia moviola quello che ha girato. La sua storia.
È il suo film quello che vediamo. E forse, non solo il suo.
NOTA BREVE
La storia degli italiani trattenuti in Albania dal regime comunista è quasi dimenticata, coperta dalla valanga di eventi che ha travolto centinaia di migliaia di italiani in altri paesi.
La chiave per raccontare è arrivata, come spesso succede, per caso. Quando tra i documenti dell’Archivio Centrale d’Albania, in una richiesta di rimpatrio ho notato un nome che conoscevo: quello dell’operatore dell’Istituto Nazionale Luce in Albania, ora, in quelle carte, dipendente del Minculpop comunista.
La sua storia, intrecciata giocoforza con le immagini e le storie di altri, dava l’occasione per elaborare alcuni temi: l’onnipresenza e le tecniche della propaganda, l’incombenza degli eventi storici sui destini personali, la responsabilità della folla e quella dei singoli. E una riflessione sulla responsabilità – di oggi, come di ieri – di chi produce immagini, e di chi le vede.
R.S.
ROLAND SEJKO
Nato e cresciuto in Albania, si laurea nel 1990 alla Facoltà di Storia e Filologia di Tirana. Dal 1991 vive a Roma e dal 1995 lavora per Istituto Luce Cinecittà dove attualmente è direttore della redazione editoriale dell’Archivio Storico Luce.
Ha scritto e diretto diversi documentari distinti in maggior parte dal riuso del cinema d’archivio.
Nel 2013 ha vinto il Premio David di Donatello con il suo documentario “Anija / La nave”.
È curatore artistico e autore dei filmati di numerose mostre di Istituto Luce Cinecittà. È uno dei curatori del MIAC, il Museo Italiano del Cinema e dell’Audiovisivo a Cinecittà.
La macchina delle immagini di Alfredo C.
Regia, soggetto e sceneggiatura Roland Sejko
montaggio Luca Onorati fotografia Niccolò Palomba musiche originali Riccardo Giagni
scenografia Giulia Chiara Crugnola costumi Sabrina Beretta
con Pietro De Silva
operatore alla macchina Niccolò Palomba montaggio del suono Marco Furlani fonico di doppiaggio Vieri Martelli fonico di mix Roberto Cappannelli colorist Ivan Tozzi
effetti speciali Luigi Cammuca produzione esecutiva Maura Cosenza
Filmati di repertorio Archivio storico Luce
Archivio Centrale del Film d’Albania AQSHF
British Pathé, Imperial War Museum, Kaleidoscope Moscow, Critical Past, Cineteca di Milano
GIRATO A CINECITTÀ
Prodotto e distribuito da Luce Cinecittà
durata: 76’, colore e b/n, pellicola
Italia, 2021