netflix – “È stato paurosamente difficile”: John Cho a proposito dell’adattamento dell’amata serie Cowboy Bebop

In parte film western, in parte film noir e odissea spaziale fantascientifica, l’adattamento live action dell’amata serie anime Cowboy Bebop non è inquadrabile in un genere specifico. Ed è proprio il motivo per il quale John Cho ha aderito al progetto. “Lo considero un lavoro ideale perché è un mashup di tanti generi”, afferma l’attore. “È come se tutti i ruoli che interpreterai nella tua carriera venissero inglobati in un unico personaggio”. Nella serie Cho riveste l’ambita parte di Spike Spiegel, un irresistibile cacciatore di taglie noto come “cowboy”, dotato di sorriso accattivante, spirito tagliente e stile inimitabile. Viaggia nel sistema solare insieme a un ex poliziotto a caccia dei fuorilegge più pericolosi del futuro, mescolando fascino, carisma e uno stile di combattimento letale. Prima del 19 novembre, data di esordio della serie, abbiamo parlato con Cho a proposito dell’universo “totalmente unico” di Cowboy Bebop, dell’addestramento per le grandi scene di combattimento e della fedeltà al materiale originale: “è stato paurosamente difficile”.

Come sei venuto a conoscenza dell’universo di Cowboy Bebop?

Sono venuto a sapere di Cowboy Bebop grazie all’intervento pragmatico dei miei agenti, che mi hanno inviato il copione. Non sapevo di che cosa si trattasse. Dopo aver letto la sceneggiatura del primo episodio sono rimasto talmente colpito che mi sono detto: “devo controllare il materiale originale”, così ho guardato l’anime. Sono rimasto esterrefatto. È un mondo totalmente unico, ingegnoso, divertente e con un’alta posta in gioco. Sono rimasto affascinato dall’ambientazione e da tutti gli aspetti a cui si erano ispirati. È qualcosa che personalmente non avevo mai visto nel campo degli anime e ora nelle produzioni live action.

Come ti sei preparato fisicamente per il ruolo di Spike?

Lavorare con il coordinatore di stunt Allan Poppleton e tutto il team degli stunt mi ha aiutato molto a sentirmi a mio agio nell’interpretare l’abile Spike Spiegel. Se mi conoscete da American Trip – Il primo viaggio non si scorda mai potreste pensare giustamente che io non sia un maestro di arti marziali. Il team mi ha aiutato a delineare il personaggio da questo punto di vista e mi ha dato un senso di sicurezza con il quale ho perfezionato la fisicità del ruolo. Sono stati i migliori del mondo, oltre che incredibili e ingegnosi maestri, e ci hanno permesso di muoverci alla perfezione entro i parametri del set. Erano anche grandi fan dell’anime, cosa che ha reso più accurate le scene dei combattimenti. Quello che hanno cercato di fare è trovare dei momenti che fossero diversi da ogni altra sequenza d’azione cinematografica o televisiva, in pratica creando una personalità specifica per i combattimenti di Cowboy Bebop. Dopo tanto addestramento e impegno spero di essere riuscito ad assomigliare allo Spike che i fan adorano.

 

I costumi devono averti aiutato a entrare nel ruolo di Spike, ci puoi parlare della realizzazione dell’iconico abito blu di Spike con la costumista Jane Holland?

È una questione di atteggiamento: maniche ripiegate, collo rialzato, cravatta stretta, camicia slacciata. Direi che è appariscente, con toni scintillanti. Ci sono anche alcune accortezze, che sono dei segreti tra me e Jane, come la fibbia della cintura, con un’onda che rifluisce, e i bottoni. Sono dettagli che mi aiutano a entrare nella parte e a ritrovarmi sul set. Fortunatamente è tutto molto facile da indossare. C’è anche una cerniera lampo, di grande utilità se devi andare in bagno, e per indossare il tutto non occorrono altre persone al di fuori di me.

Puoi parlarci di come è stato lavorare con lo showrunner André Nemec e i registi Alex Garcia Lopez e Michael Katleman?

Il nostro showrunner, André Nemec, e i nostri due registi di questa stagione, Alex Garcia Lopez e Michael Katleman, ci hanno regalato un’esperienza sul set molto positiva, aperta e piena di entusiasmo. Sono veramente appassionati dell’anime e incredibilmente devoti al materiale originale. Ho fatto leva sul loro ruolo di fan perché avevano vissuto quell’esperienza. Hanno portato tanto entusiasmo, ognuno a modo suo. André è stato grande con i personaggi e nell’identificare le motivazioni umane. Michael si è superato nelle ambientazioni. Alex mi ricordava sempre di far risaltare gli aspetti brillanti insieme quelli cupi perché quello era il tono generale di Cowboy Bebop.

L’anime originale è apprezzatissimo. Come ha collaborato il team per adattare la serie originale in modo rispettoso e fedele?

È stato paurosamente difficile. Nessuno voleva deludere le aspettative, perché sapevamo quanto amati fossero questo universo e i suoi personaggi. Alla fin fine però il nostro entusiasmo ha avuto la meglio sulla paura. Dal punto di vista visivo lo trovo un adattamento veramente fedele. Per quel che riguarda i personaggi, credo che il fine fosse quello di mantenere un legame con l’anime ma anche fornire alcune sorprese. L’intero team creativo si è barcamenato tra rimanere fedele all’originale e proporre qualcosa di inatteso. Credo abbiano fatto un bel lavoro. Si scava di più sul passato dei personaggi e ci sono più antefatti. Anche la musica di questa produzione gioca un ruolo molto importante e quando ho sentito che la compositrice dell’anime originale, Yoko Kanno, avrebbe lavorato al nostro adattamento, non ho avuto più dubbi sulla mia partecipazione.

Cowboy Bebop è disponibile in streaming dal 19 novembre su Netflix

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