Un doc indispensabile “Vitti d’arte, Vitti d’amore” di Fabrizio Corallo

Ci sono mostri sacri del cinema che spesso si ha timore di dimenticare, ma ci sono artisti (4/5 rimasti  in vita) che per la loro unicità e la capacità di emozionare il pubblico sono e saranno per sempre un punto di riferimento.

Un punto di riferimento oggi come ieri per chi attrice italiana famosa pensa di essere arrivata all’apice della propria carriera  ma sa bene  che non arriverà mai alla sua bravura, un punto di riferimento per come sia riuscita a conquistare le persone non inseguendo quello che hanno fatto i suoi colleghi ma andando avanti per la propria strada, scegliendo in libertà i propri progetti  con compagni di viaggio a volte più noti di lei ma sempre al suo pari come importanza e come eredità che ci ha lasciato.

Monica Vitti, 90 anni il 3 Novembre è una meta irraggiungibile per chiunque, una donna libera e forte, intelligente e profondamente artista.

“Grazie del Premio …ho lavorato tutta la vita, ho debuttato a 14 anni e mezzo, perchè recitare per me era ed è la mia vita. è come cercare di continuare a giocare e cercare di conquistare la vita tutti i giorni e questo premio (Leone D’oro) mi darà la possibilità di continuare a lavorare e vedrete miei film dove si ride e si piange ….spero di farle insieme a queste persone che sono qui…… (si gira ha dietro da Martin Scorsese ed Ennio Morricone…) perchè se c’è un mestiere che sappiamo fare bene è il cinema …”

“Vitti d’arte, Vitti d’amore” di Fabrizio Corallo racconta non solo il mito ma la donna grazie ai tanti aneddoti di compagni di lavoro e di attori e attrici che sono rimasti folgorati dalle sue interpretazioni che non tramonteranno – emotivamente – mai.

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