“Ricordiamoci che la condizione del cinema italiano non si misura con
quanti film siano presenti in un Festival ma con quanta gente decide
di vederli in sala (o li apprezza nella piattaforme per più di 2/3
giorni superato l’effetto sorpresa)
Lo spettatore è sempre sovrano, si fanno film per loro non per
alimentare l’ego autoriale di noi registi “