FRAMMENTI DAL PASSATO – REMINISCENCE – TUTTE LE CURIOSITA’ DEL FILM DAL 26 AGOSTO SOLO AL CINEMA

IL CAST:
Guardando indietro, guardando avanti

La Joy descrive acutamente il suo lavoro: “Ogni volta che scrivo, mi innamoro dei miei personaggi, siano essi cattivi o eroi, e non importa di che sesso siano o quanto siano grandi o imperfetti, c’è sempre un pezzo di me in loro. Penso che sia l’unico modo per scrivere in modo sincero e andare oltre le aspettative, nel senso che una donna non deve essere ritratta in questo modo, o un eroe d’azione deve essere scritto in un altro. Tutti hanno un’anima, e tutti affrontano problemi simili… ma lo fanno in modi diversi. Vogliamo tutti avere una nobiltà d’animo, amare ed essere felici, e sopravvivere”.
Nick Bannister è un distinto veterano di guerra che si guadagna da vivere aiutando gli altri a rivivere il loro passato, ma la sua tendenza gentile a non far pagare i suoi clienti problematici non lo aiutano a vivere bene. La Joy sente che le esperienze dell’uomo lo mettono al passo con la cultura attuale, permettendole di approfondire un aspetto della vita a volte diffamato. La regista aggiunge: “Nick a un certo punto parla dei tanti tramonti che ha visto quando era in guerra, e di come ha imparato ad apprezzare quei momenti, perché i combattimenti sono iniziati subito dopo il tramonto. Penso che a volte superare un’esperienza estrema, ti rende felice quando la rivedi. Il mondo oggi sta uscendo da una situazione incredibilmente traumatica… praticamente una piaga; forse non dovremmo dare le cose per scontate e dovremmo perseguire ciò che ci procura piacere. Penso che questa sia una lezione che Bannister ha davvero imparato, e forse anche noi”.
La filmmaker ha usato una strategia quando ha contattato il suo sperato protagonista via e-mail, dicendo qualcosa su sé stessa e su “Westworld”. Inoltre, che “Frammenti dal passato – Reminiscence” era il suo primo film, che (fino a quel punto) aveva diretto solo un episodio della sua serie e che non voleva mandargli la sceneggiatura prima del loro incontro. La Joy descrive: “Hugh, ha detto ‘Okay, possiamo incontrarci’, ma non gli ho detto che avrei preso un aereo da Los Angeles a New York per vederlo!. Gli ho mostrato tutto il progetto, e lui ha capito la cosa più importante: che doveva mettere da parte la vanità di attore, e fare tutto il necessario per trasmettere gli aspetti del suo personaggio. Gli ho anche detto: “Pensi di essere un eroe e, in qualche modo lo sei, ma non sempre e non completamente. Non è un racconto semplice. Non puoi essere solo un supereroe’ … e gli ho lasciato la sceneggiatura”.
Jackman ricorda vividamente l’incontro: “Ciò che mi ha attratto, oltre a lavorare con Lisa, è stata l’originalità del film. Oramai il pubblico va al cinema per vedere qualcosa di mai visto prima e per immergersi in un mondo che non conosce: un viaggio inaspettato, ed è ciò che offre questo progetto. Quindi, il mondo del film è davvero elettrizzante, ma ancor più lo è l’originalità e il fatto di non sapere dove arriva la storia. E proprio quando pensi di aver capito, hai una grande sorpresa. La storia va a zigzag e ha uno dei migliori finali che abbia mai letto in una sceneggiatura”.
Jackman ha accolto con favore il fatto di tuffarsi in acque agitate, a volte oscure, e dice: “È un solitario, un veterano, ed è segnato. Ha molti lati oscuri. Probabilmente è per questo che è così isolato; e con la macchina dei ricordi, ha a che fare con la memoria e la mente. Il mio personaggio è la persona che ti porta in un ricordo per far sì che tu non prenda la strada sbagliata o viri in posti in cui non vuoi andare. La mente, il cervello, sono luoghi molto confusi e potenzialmente pericolosi, quindi il mio personaggio ti porta dove devi andare in modo sicuro”.
Il suo ruolo di guida sicura, secondo la Joy, forse è dovuto alla sua esperienza di reminiscenza sia come strumento di guerra che di pace, e a come sia traumatizzato dal fatto che qualcuno possa semplicemente sparire, essere cancellato da questo mondo. Lui e Watts, con le loro tendenze analoghe (archiviare le sessioni/ricordi su archivi tangibili piuttosto che digitali), potrebbero essere gli unici a custodire le ultime tracce terrene rimaste di alcuni dei loro clienti. In un certo senso, Bannister è già pronto ad aggrapparsi tenacemente a chiunque minacci il suo equilibrio e poi svanisca… E poi entra l’enigmatica Mae.
“Mae è un personaggio complesso”, aggiunge la Joy. “I noir sono famosi per le femme fatale: donne con un passato, disturbate e che disturbano altre persone, dalla vita intrisa di tradimenti e segreti. Volevo seguire quell’idea. Ci sono decine di film – oltre al mio “Westworld” – in cui c’è la brava ragazza innocente e virginale e quella infida e sexy. C’è sempre questa dicotomia completa, ma a volte le due personalità si incontrano: si può essere amorevoli e sexy allo stesso tempo, essere intelligenti e dolci. Quindi la domanda è: chi è Mae? E la risposta è un essere umano pieno di complessità, non una santa, né una peccatrice. Bannister per trovarla deve tenere conto di tutte queste caratteristiche. Non può esistere una storia d’amore in cui consideri solo il buono e il fascino di una persona. Quello non è amore, è una specie di infatuazione. Quello che inizia come un viaggio di infatuazione e ossessione, diventa più profondo man mano che la conosce”.
Rebecca Ferguson ha apprezzato l’esplorazione di tutte le sfaccettature legate a Mae, così come il mondo labirintico attraverso il quale si muove: “Lisa Joy è molto intelligente, e mette tutta sé stessa nel suo lavoro. Non so come funziona la sua mente, ma funziona. E’ impossibile catalogare il film come fantascienza o qualsiasi altra cosa. Io trovo che ci sia tanto dramma ed emozione. È un thriller. È suspense. È basato sui personaggi. La nota di fantascienza ci trasporta in spazi diversi e in diverse aree del dramma. C’è anche questa meravigliosa percezione del film noir, della cinematografia della vecchia scuola. E questo mondo, è una bellezza infranta”.
“Penso che sia sempre interessante trovare gli aspetti interrotti”, continua la Ferguson, “in ogni personaggio. Altrimenti, saremmo solo uni o bidimensionali. Ma non dobbiamo analizzare troppo tutto. Il mondo è bello, perfetto o rotto; dipende dagli occhi di chi guarda. Proprio come spesso è Mae, definita dall’opinione che gli altri hanno di lei”.
Secondo la Joy, “Rebecca come attrice emana intelligenza. Mi piaceva l’idea che avesse sempre qualcosa da aggiungere a Mae. Quando abbiamo parlato per la prima volta del ruolo, ci siamo subito piaciute come esseri umani, come donne, come persone, come artiste. ‘Sarai la femme fatale in un vestito sexy, ma sarai anche molto di più’, attraverso le varie metamorfosi che emergono durante la scoperta del suo passato, per capire chi è veramente. Rebecca è stata in grado di capovolgere la nozione di femme fatale, apparendo prima come tale e poi, nel tempo, rivelandosi molto, molto di più”.
Quella intricata danza tra interprete e personaggio è stata resa più solida, forse, grazie alla fiducia artistica forgiata nel tempo tra Jackman e la Ferguson, avendo lavorato insieme in “The Greatest Showman”.
Per la Ferguson: “E’ nata subito un’amicizia, una connessione con Hugh. A volte non servivano le parole. Con Mae, volevo mostrare le sfumature, le crepe, e nessun altro attore mi avrebbe messo a mio agio quanto Hugh; mi dà sicurezza, è generoso, gentile e divertente. A volte avevamo la complicità di due fratelli che giocano nella sabbia”.
Jackman aggiunge: “Rebecca è una delle attrici più talentuose in circolazione. Ti attrae facilmente. Mae è avvolta nel mistero; è una donna sensuale e volubile. Ha una corazza che nasconde quella vulnerabilità che svela gradualmente attraverso la storia, senza mai rivelare il mistero che la circonda. Ed è totalmente allettante per Nick Bannister come per Hugh Jackman e, sono certo, per l’intero pubblico”.
Tutte le relazioni sono galvanizzate tra i realizzatori e il cast di “Frammenti dal passato – Reminiscence”. La Joy ripensa a uno dei suoi primi incontri con Thandiwe Newton per discutere sulla sua possibile partecipazione alla nuova serie della HBO “Westworld”. La Joy dichiara: “Ho incontrato Thandiwe su FaceTime ed entrambe stavamo allattando i nostri bambini. Cosa c’è di più intimo?. La rispetto molto come artista, come attivista, come amica. È una donna bellissima e vitale: quando cammina per strada, con un portamento delicato e composto, non immagineresti mai che sia la star d’azione più tosta che c’è. È una donna forte, ma ha cuore, ed è esattamente come Watts doveva essere. Con lei emergono i desideri del personaggio, le sue paure, la sua feroce lealtà, la sua fragilità e la sua resilienza”.
Thandiwe Newton afferma: “Quel che mi piace di Lisa è che si proietta nel futuro prima ancora che si realizzi, pensa al percorso, ai cambiamenti che si verificano, a come ci si evolve o devolve, ai crescenti dolori dell’umanità, alla realtà fisica che ci circonda…. Lisa è molto profonda e razionale, empatica e di cuore. La sua preoccupazione per i più deboli e per la natura, è in netto contrasto con la realtà tecnologica e la fantascienza. E colloca i suoi personaggi in ambienti freddi – o in questo caso mortalmente caldo – e difficili. Crea storie che ci permettono di pensare al nostro futuro e di chiederci davvero, se per arrivarci valga la pena perdere la nostra umanità”.
Come Bannister, la Watts ha l’animo tormentato e danneggiato di un veterano, e non riesce a staccarsi dalla mentalità da soldato anche a guerra finita, al servizio costante del suo fidato compagno. La Newton aggiunge: “Avevano una grande amicizia platonica nell’esercito. L’idea era che Nick la proteggeva, anche se lei era perfettamente in grado di badare a sé stessa. In passato Watts ha avuto problemi di alcolismo per fuggire dalla sofferenza, e l’unico amico che ha è il suo datore di lavoro. Il film evidenzia il fatto che malgrado i periodi bui si può sempre aver una nuova opportunità. Nelle conversazioni con Lisa, il messaggio da lasciare era quello di cercare sempre di sopravvivere alle difficoltà, trasformare il dolore in potere, senza arrendersi mai. Ed è ciò che c’è alla base dell’amicizia tra Watts e Bannister”.
Qualcuno per il quale il dolore è sia uno stimolo che un alleato, è l’agente di polizia Cyrus Boothe, che si approfitta delle persone svantaggiate. Boothe è tenuto saldamente in pugno da Saint Joe, una delle figure di spicco nella distribuzione e nella vendita di baca, il principale oppiaceo delle masse mondiali. Cliff Curtis interpreta Boothe e Daniel Wu interpreta Saint Joe.
La Joy afferma: “Cliff Curtis è un camaleonte, e si impegna totalmente in ogni personaggio che interpreta. Volevo che Boothe nascondesse un evento tragico della sua vita, anche se è imperdonabile la sua crudeltà. C’è un momento in cui si può capire da cosa nasce la sua crudeltà quando afferma ‘Sei al di là del bene e del male, quando tutti stanno annegando’. Quando è una questione di vita o di morte, la moralità non conta. C’è solo la volontà di sopravvivere, e potrebbe portare a fare cose crudeli. Sapevo che Cliff poteva rappresentare tutte quelle sfumature al personaggio, e renderlo molto più di un semplice criminale, un assassino”.
Da parte sua, Cliff Curtis ammette: “Volevo trovare un po’ di ‘poesia’, perché c’è un’intera sezione scritta da Lisa profondamente filosofica e piena di sentimento riguardo al mio personaggio. È come una slam poetry, ed è stato emozionante cercare di trovare la mia strada. Ci sono molti tipi di cattivi; ad alcuni, come Cyrus Booth piace quel che fanno in modo sadico. Penso che abbia trovato il suo posto nella società, e si senta forte quando si mette al servizio di gente potente”.
“Per Saint Joe”, sottolinea la Joy: “non avendo alcun preconcetto sulla scelta per il ruolo del cattivo, quando ho visto il lavoro di Daniel Wu, ho capito che volevo collaborare con lui. È talentuoso, versatile e magnetico, quindi l’ho scelto. Ha aperto molte strade nella sceneggiatura che non avevo previsto. Mi sono resa conto che era un’occasione per esplorare nuovamente il tema della moralità, dei peccati, della criminalità e dell’eroismo in un mondo compromesso”.
Daniel Wu afferma: “Mi ero preso nove mesi di pausa, in attesa di una buona sceneggiatura”, ricorda. “Poi, ho ricevuto una chiamata da Lisa, che mi ha inviato lo script. Ero molto felice, non ho mai interpretato un personaggio con così tante sfumature. Voglio dire, è un gangster, un cattivo, ma allo stesso tempo è vulnerabile, perché gli è stato strappato il cuore. È un uomo che ha subito un danno, ma è anche un duro, quindi è un personaggio piuttosto interessante”.
La Joy e la sua squadra di “Frammenti dal passato – Reminiscence” hanno completato il cast con una variegata lista di attori affermati e consueti collaboratori, tra cui: Marina de Tavira nei panni di Tamara, Mojean Aria nei panni di Sebastian e Brett Cullen in quelli di Walter, rispettivamente la figura materna, il rampollo e il capostipite della ricca dinastia di baroni terrieri, i Sylvan; Natalie Martinez nei panni della spietata procuratrice distrettuale di Miami, Avery Castillo; e Angela Sarafyan nei panni della fragile Elsa Carine

LA PRODUZIONE
Lisa Joy afferma: “Alcuni dei momenti più incredibili della nostra vita sono impressi nelle nostre teste; sono storie che rivisitiamo sempre, e che rendono la vita degna di essere vissuta. A volte, sono storie non condivise da nessun altro, e quindi quando ce ne andiamo, svaniscono. In fondo diventiamo tutti delle storie. Bisogna sempre pensare di fare del proprio meglio, per aggiungere più gioia a questo mondo di quanta ne prendiamo, per le generazioni future”.
Nonostante tutto l’acume cinematografico e i riferimenti filmici presenti nel lavoro della Joy, è sorprendente il fatto che non sia cresciuta immersa nel cinema. La sua istruzione e il suo apprezzamento per i classici sono iniziati durante gli anni del college, quando lavorava come ragazza alla pari nell’ultimo anno, per avere un sostentamento economico quando scriveva per le riviste letterarie a New York.
Quando possibile, la sera guardava vecchi film. Confessa: “Ero attratta dai film noir e da quelli mitologici. Riguardano entrambi persone complesse che vivono in un mondo oscuro, crudele, senza legge. Non ci sono eroi ben definiti, né vittime. Nello scrivere “Frammenti dal passato – Reminiscence”, ho voluto approfondire ancora di più quella complessità che tanto mi piaceva, distorcendo i canoni tradizionali dei noir… a partire dallo stesso termine “noir”. Solitamente, come indica il nome, si tratta di film oscuri, mentre invece volevo che fosse inondato di luce e bellezza naturale”.
Il produttore Jonathan Nolan, co-fondatore insieme a Joy della Kilter Films, ricorda la sua prima reazione alla sceneggiatura: “L’ho letta e sono rimasto completamente sbalordito. Aveva fatto riferimento ad alcuni dei miei film preferiti, noir e classici, parlando dei personaggi, del destino, della memoria… Ha raccolto tutte quelle idee e le ha capovolte, rovesciate: le ha fatte a pezzi e le ha rimontate in modo da togliere il fiato. Ha venduto la sceneggiatura. Poi, dopo un paio d’anni di gentile pressione da parte mia e dei suoi amici, sul fatto che solo lei avrebbe potuto dirigere questo progetto, ha iniziato a dargli vita con la sua solita incredibile precisione e con dedizione”.
Il produttore Michael De Luca racconta: “Aver preso parte a questo arco narrativo che Lisa Joy ha vissuto, è stato immensamente gratificante. Stava davvero esplodendo con “Westworld”, e prima ancora aveva già in serbo questa sceneggiatura. “Frammenti dal passato – Reminiscence” è un progetto inebriante, che include le stesse discussioni ponderate presenti in “Westworld” e ruota intorno a tanti generi: azione, thriller, mistero, romanticismo. Lisa bilancia la sua narrazione con temi risonanti, senza mai ostacolare l’intrattenimento”.

Il collaboratore di lunga data, amico e produttore Aaron Ryder ricorda: “Tutti hanno colto l’intelligenza della sceneggiatura. In fase di sviluppo, Lisa mi aggiornava sullo stato dei lavori. Poi, a un certo punto, ha deciso: ‘Cosa sto aspettando? Dovrei farlo io’. C’erano altre opportunità che le erano state presentate, altre cose che avrebbe potuto dirigere. Ma la storia nasce dalla sua determinazione appassionata e incrollabile, e aveva bisogno di essere raccontata da lei e ora. Ogni film ha un proprio momento. Sono solo felice di averne fatto parte”.
Nel caso del suo protagonista, la reputazione della filmmaker gli ha aperto la porta, ma il materiale e le premesse, hanno siglato l’accordo. Hugh Jackman racconta: “Quando ho incontrato Lisa, mi aveva mostrato alcune immagini e ho capito di cosa parlava in generale il film, ma senza aver letto la sceneggiatura ero già entusiasta. Ero entusiasta del mondo del film, del personaggio, e di lei come sceneggiatrice e regista. La trovo davvero talentuosa, e quando l’ho incontrata di persona, ha emanato fiducia e sicurezza riguardo al materiale e su come lo avrebbe affrontato. La sua passione per questo progetto era evidente. È una cosa rara avere quella sorta d’istinto che ti fa dire ‘lo devo fare’ e, ad essere onesti, ne ho avuto la conferma dopo 20 pagine dello script”.
Allo stesso modo Rebecca Ferguson riguardo alla Joy e al suo modo di porsi e di scrivere, afferma: “Nel modo di scrivere di Lisa c’è poesia e musicalità, senza mai sembrare ridicola. Come attrice, mi fa desiderare di essere onesta in ogni singola parola. Penso che a parte la scrittura, la prima cosa di cui mi sono innamorata è stata il fatto che Mae fosse ritratta in molti modi diversi: attraverso le idee che gli altri hanno di lei. La sua esistenza è definita da ogni persona che la conosce. Parlando con Lisa, mi sono chiesta chi è Mae? Qual è la sua vera identità? Cosa ci sfugge di lei? Non mi era mai capitata una cosa del genere. Alla fine ho creato una linea temporale di Mae, iniziando nel mezzo e facendola uscire sia alla fine che all’inizio. È stato incredibile”.
Per la parte di Watts, l’aiutante, il supporto e la compagna d’armi di Nick Bannister, la Joy si è rivolta all’ ‘inimitabile’ Thandiwe Newton. L’attrice rivela: “Quando è arrivato ‘Frammenti dal passato – Reminiscence’, mi ci è voluta una settimana per rendermi conto che Lisa mi voleva nel suo primo lungometraggio. Non la consideravo una scelta ovvia la sua, ma è lì che accade la magia, quando ti viene affidato il compito di fare qualcosa di audace, qualcosa di diverso, di usare le mie capacità di attrice per trasformarmi. Lisa mi vedeva come Maeve in “Westworld” e aveva la sensazione che avrei potuto creare quel personaggio, che è stata una delle cose migliori che mi sia mai capitata personalmente o professionalmente. Con Watts, ho avuto modo di esplorare e interpretare una personalità che non credo avrei avuto necessariamente l’opportunità di ritrarre”.

LE SCENE:
Oscurità anche in piena Luce
Per aiutarla a costruire le complesse immagini visive e le musiche di “Frammenti dal passato – Reminiscence”, la Joy si è rivolta ai suoi fidati colleghi di “Westworld”, tra cui il direttore della fotografia Paul Cameron, lo scenografo Howard Cummings, il montatore Mark Yoshikawa e il compositore Ramin Djawadi, insieme alla new entry Jennifer Starzyk per i costumi.
“Howard è abituato a soddisfare le nostre richieste impossibili; questo è il suo superpotere”, commenta la Joy. “Mi sono rivolta a lui dicendogli: ‘Dobbiamo affondare Miami, e soprattutto New Orleans’, e lui ridendo ha risposto: ‘Okay, affonderò Miami per te ‘. Con l’incredibile supporto del nostro team addetto agli effetti speciali guidati da Peter Chesney, abbiamo inserito una città sommersa in un parco a tema fatiscente. Ma bisogna stare molto attenti con l’acqua, devi essere paziente e organizzato, e fortunatamente Brian Machleit, il mio coordinatore degli stunt, è stato meticoloso nel preparare la squadra, mettere tutti in sicurezza, capire esteticamente cosa stavo cercando e aiutare a raccontare la storia”.
“Le riprese sono state folli, tutti con stivaloni di gomma a caccia di barche, ma è stato molto divertente e le scene appaiono esattamente come le immaginavo”, continua. “Devo ringraziare i miei attori e Brian e Howard per aver creato il mondo che avevo in mente, e la mia incredibile troupe per aver girato sott’acqua. Limitando l’utilizzo del CGI c’è più interazione col mondo a cui si dà vita”.
Cummings risponde: “Lisa ha sempre in mente delle belle immagini: già in “Westworld” abbiamo usato tre colori: grigio, bianco e nero; quattro, con il rosso per il sangue. Questa è stata un’occasione per spingerci oltre, con Miami, le luci al neon, l’acqua scintillante, l’atmosfera. Abbiamo usato un parco divertimenti dismesso di New Orleans chiamato Jazzland, tutto incolto e trascurato; la bellezza del decadimento era troppo bella per lasciarsela sfuggire. Lisa ha anche sviluppato l’idea che quando l’acqua invade le strutture, le persone si spostano più in alto invece di abbandonarle. Ad un certo punto ci siamo posti la domanda di come far attraversare le strade alle persone, oltre all’utilizzo delle barche. Ci sono ponti? Le persone vivono sui tetti: ci sono posti per le coltivazioni? Come ottengono l’energia, con pannelli solari? Come avrebbero piazzato l’elettricità in tutta quest’acqua? Facendo varie ricerche abbiamo optato per soluzioni fondate sulla scienza e sulla realtà, ma abbiamo arricchito il tutto anche con scelte inventate”.
La Joy e Cummings hanno cercato di creare un’atmosfera calda per il posto di lavoro di Nick e Watts, la Bannister & Associates, evitando una consueta tavolozza “fantascientifica” di blu freddi e bianchi a favore di colori caldi come arancio e ambra insieme all’energia tattile del vecchio legno. Mentre le discussioni iniziali hanno coinvolto pesantemente gli elementi architettonici dello stile Art Deco, è stata trovata una banca nell’Old Financial District di Miami con l’estetica degli anni ’20 che è stata “trasportata” all’angolo tra Gravier Street e St. Charles Avenue nel quartiere francese, aggiungendo elementi dell’Art Deco sulla facciata esterna.
Per il covo di Saint Joe, la produzione inizialmente ha preso in considerazione delle location storiche all’interno del quartiere, inclusa la Preservation Hall, optando poi per Algiers Point, sulla riva occidentale del fiume Mississippi. All’interno di un ex bar, che in precedenza era diventato un emporio, le squadre addette hanno puntellato la struttura, lasciando intatto gran parte dell’ambiente grezzo. Per Cummings: “Joe ha un ritrovo al piano superiore, e questa struttura appare solo a metà, perché invece di spendere per rifarla totalmente, abbiamo sistemato alcuni pezzi d’arredamento —Rococò, mobili e dipinti — all’interno di questo spazio fatiscente. A volte, una location parla da sola. Quella di Bannister era più o meno come la immaginavo, mentre la location di Saint Joe è stata una sorpresa, perché sono entrato mi son detto: ‘Non c’ avevo pensato… Così è meglio’ ”.
Per il Coconut Club, dove Bannister incontra Mae mentre canta, Cummings e il team hanno scelto un’ex casa di burlesque e attuale locale di musica, nel quartiere francese. Secondo Cummings, “La cosa che più mi piaceva era il camerino dietro il palco, tutto rosso e nero, stretto, dove siamo riusciti a incastrare una telecamera. Dà un’ottima immagine di Mae, di una persona che forse ha bisogno di aiuto. Usciti dal locale ci si immerge in un bel blues di Miami, dove inizia la storia d’amore”.
Per creare il mercato galleggiante di ispirazione asiatica, i moli del parco divertimenti sono stati fortificati ed estesi nelle paludi, apparendo secondo Lisa Joy il luogo in cui “le persone avrebbero dovuto adattarsi: portare i loro beni su moli e chiatte”. Gli addetti al verde ed agli animali si sono dovuti dare da fare, poiché gran parte della vegetazione era troppo alta e doveva essere rimossa, mentre alligatori, cinghiali e serpenti dovevano essere portati via con cura.
Mentre sorgevano imperi – beh, si stavano creando una Miami e una New Orleans futuristiche – la Joy e il direttore della fotografia Paul Cameron hanno pianificato un aspetto per il film che sfidava le aspettative realistiche della sceneggiatura. Cameron afferma: “Ciò che amo di ‘Frammenti dal passato – Reminiscence’ è che si tratta di un thriller romantico futuristico analogico. Era importante per me, Lisa e Howard non dare una sensazione distopica futuristica. Miami, anche parzialmente affondata e sott’acqua, è sempre romantica. Soffiano gli alisei. Lisa si è innamorata di questa bellissima torre indipendente, una vecchia Immigration Tower vicino all’arena downtown. Ne abbiamo utilizzato la parte superiore per una scena romantica tra Hugh e Rebecca, dove lui le racconta il mito di Orfeo ed Euridice. Il fine era sempre quello di aggiungere romanticismo alla distopia”.
L’inclusione del mito greco era un altro modo per la Joy di capovolgere subdolamente le aspettative. La Joy spiega: “Le persone tendono a definire il valore di una relazione in base a come è finita, o se è finita. Si dà quindi più valore al momento più recente, che diventa il legittimo. In un film sulla memoria e sul tempo, ho voluto sfidare questa nozione, perché ogni fine è triste, soprattutto se la storia è stata felice. Se la fine è l’ultima destinazione, non vorremmo mai andare da nessuna parte, perché finisce tristemente.
“Ci sono così tante interpretazioni poetiche sul motivo per cui Orfeo sceglie di guardare indietro, ma così facendo, Euridice svanisce e la perde per sempre”, continua la Joy. “Il mito funziona su tanti livelli. Se il mito si fosse interrotto nel mezzo, così come una storia d’amore, sarebbe una storia felice. Perché ci guardiamo indietro? La nostalgia è un sentimento agrodolce, bello nel ricordo, ma doloroso perché comunque, non c’è più. La crudeltà del tempo è che si finisce per perdere le persone. Forse, a volte bisogna perdere qualcuno per andare avanti. Ad un certo punto, non bisogna mai voltarsi indietro e andare avanti nella vita”.
Per la costumista Jennifer Starzyk, l’inclusione degli elementi noir non è mai stata pensata per sminuire la storia. Commenta: “Non volevamo trovarci in un vecchio film, o ripetere qualcosa che appartiene al passato. Ci sono solo piccoli accenni a capi classici. Ci troviamo inoltre in un ambiente difficile, terribilmente caldo e umido, lungo una costa che sta sprofondando, dove erano necessari equipaggiamenti per la sopravvivenza. La maggior parte delle persone della storia deve adattarsi a un ambiente in cambiamento. E questo è in grande contrasto con i benestanti, che vivono nelle terre più aride e sono completamente ignari di tutto ciò che c’è al di fuori della loro realtà”.
Per il Bannister di Jackman, la Starzyk ha pensato ad un guardaroba semplice, con dei capi versatili, e un paio di accessori in più per quando incontra Mae, perché chi non si cura maggiormente quando intraprende una nuova relazione? Per la Watts della Newton, la stilista ha evidenziato il suo passato da militare, con tagli utilitaristici prevalentemente per capi in lino, sbiaditi dal sole, t-shirt e pantaloni di sartoria maschile. Booth è il classico esempio di chi è caduto in disgrazia, che conserva i capi dei suoi primi giorni in divisa da ufficio, ora molto più consumati, sfoggiando una felpa con cappuccio per nascondere le sue cicatrici. Il mondo di Saint Joe è quello della malavita, e veste un completo di velluto verde e, per la sua grande resa dei conti, un completo largo ornato di creature marine.
Per la Mae interpretata della Ferguson, il suo aspetto variava in ogni versione del suo personaggio, simil Rashomon. Aggiunge la Starzyk: “Per Mae la seduttrice: il tessuto era la chiave, con sete ed altri materiali che hanno luminosità. Ci sono piccoli e divertenti riferimenti a Lauren Bacall, e visto che Mae è un’artista che lavora in un club di Miami, ho anche aggiunto un po’ di J-Lo. Poi la vediamo in altri momenti della sua vita, non proprio felici. In tutto, ci sono circa 20 look per il personaggio di Rebecca”.

LE RIPRESE:
Inseguendo la Luce
In un film incentrato sull’idea di guardare indietro, di ricordare, era fondamentale per la Joy e per il team che i ricordi prendessero letteralmente vita agli occhi degli spettatori. Poiché Bannister viene a conoscenza del passato del cliente immerso nella vasca dei ricordi, gli eventi si svolgono in 3D e lui (e chiunque altro presente) può osservarli in modo tangibile. Ciò ha significato che la Joy e i suoi collaboratori hanno dovuto creare qualcosa di magico sullo schermo, per trasportare le attività della mente nella realtà, che hanno chiamato “hologauze”. Il supervisore degli effetti visivi Bruce Jones spiega in parole povere: “Siamo stati incaricati di creare un effetto olografico in 3D per consentire ai nostri attori di reagire a inquadrature e scene in tempo reale, e di muoversi nell’ologramma nei giusti campi visivi”.
La Joy descrive l’intento: “Cercavo una sensazione calda e analogica, e non volevo che i miei attori dovessero interfacciarsi solo con una voce quando erano sottoposti alla macchina dei ricordi. Ho pensato che avere un ologramma pratico sarebbe stato d’aiuto per la performance e per stabilire l’aspetto e la realtà di ciò che potrebbe essere presunto. Sfortunatamente per il mio DP Paul, tutto ciò ha implicato molte difficoltà. Dovevamo prima girare tutti i ricordi. Bloccavo le riprese anticipando i modi in cui Hugh avrebbe portato avanti la scena, e poi dovevamo far muovere la telecamera sullo stesso asse adattandosi ai suoi successivi movimenti sullo schermo. Non sono mai stata su un set in cui tutti i cameraman e il regista giravano con giganteschi righelli, misurando sempre dove sarebbe stata l’ipotenusa del triangolo del proiettore”, dice sorridendo.
Tutto, dalle scelte delle scenografie al posizionamento dei mobili, è stato esaminato attentamente per consentire alla “reminiscenza” di adattarsi allo spazio, poiché è stata proiettata senza soluzione di continuità su una rete sottile tesa sul set a forma di mezzo cilindro. Joy riassume: “È stata una delle cose più masochiste che abbiamo fatto”.
Per Cummings, la scelta di girare a New Orleans è stata fortuita. Dice: “New Orleans è un posto fantastico. E quando crei un mondo totalmente stravolto, puoi anche dettare le tue regole. Si arrivano a stabilire nuovi criteri di estetica. La cosa fantastica di questo progetto è che molte cose che sono rovinate, caotiche, decadute, sono in realtà piuttosto belle. È divertente poter operare in questa gamma di consistenza e bellezza. Le nostre troupe locali hanno lavorato duramente, e una volta che hanno iniziato a vedere i risultati… ho visto più persone del mio dipartimento di design tornare dopo aver finito e portare le loro famiglie; hanno voluto condividerlo. Ciò rende utile qualsiasi lavoro, anche il più impegnativo come questo”.
Questo nuovo approccio visivo appartiene proprio alla filosofia della Joy. Thandiwe Newton conferma: “Nella vita, le strade che percorriamo per inseguire la felicità o per sentirsi al sicuro… possono cambiare velocemente. Ho sempre amato la citazione dell’antropologa britannica Dame Mary Douglas, “L’impurità è materia fuori posto”. Riguarda il modo in cui vediamo le cose. Ciò che a noi sembra brutto, sporco, in un contesto diverso, ha una grande bellezza. Questo non vuol dire che non si possano avere opinioni, credenze, simpatie e antipatie, no. Si tratta di aprirsi ed accettare, per avere un senso più ampio di umanità. Adoro questo di “Frammenti dal passato – Reminiscence”: guardare le cose da tante angolazioni diverse. Le persone non sono cattive né buone, c’è sempre una via di mezzo. Il mondo del film è sommerso, ma è anche incredibilmente caldo. C’è questo tipo di dualismo. Appare un fantastico paesaggio urbano, selvaggio e moderno, e la natura sta prendendo il sopravvento sulla giungla di cemento”.
Anche per il veterano Jonathan Nolan, l’ampiezza della visione e quella dell’esecuzione sono degne di nota: “Sono rimasto sbalordito dalla fedeltà con cui Lisa è riuscita a dare vita alla sua visione. Penso che nessuno avrebbe potuto realizzare questo film se non lei stessa, per l’ambizione e la bellezza che ha messo nelle caratterizzazioni e nella costruzione del mondo. Anche in “Westworld” abbiamo fatto grandi cose, ma stare con lei in un parco a tema abbandonato in Louisiana e ascoltare le sue conversazioni con Howard – diventato uno di famiglia a questo punto – sulla trasformazione di Miami nella sua sceneggiatura, e poi vedere i risultati…”
Rebecca Ferguson ha trovato delle giustificazioni per il suo entusiasmo, ricordando: “Uno dei miei momenti preferiti è stato l’ingresso al reparto costumi. Avevo pensato che forse, essendo una grande produzione, tutto sarebbe stato bello, nuovo e incredibile. Ma Lisa ha rispettato la narrazione della storia e l’ha fatta trasparire in ogni dettaglio: il paesaggio, le stanze, i mobili, le modanature, i volti delle persone che devono vivere in questo ambiente aspro. E il club in cui ho cantato non era sporco e squallido: aveva un’anima. Il camerino dietro il palco è stato una folgorazione, un archetipo di un servizio fotografico degli anni ’30 con gli specchi illuminati e le ragazze nei loro vestitini poco prima di salire sul palco. Mi ha fatto venire voglia di cantare”.
Il motivo per cui Ade, il dio degli inferi, consente ad Orfeo di entrare e cercare la moglie defunta, è perché è un ammaliante cantore: suo padre Apollo gli regala una lira e gli insegna a suonare. In “Frammenti dal passato – Reminiscence”, Mae è una cantante, e parte dell’attrazione iniziale di Bannister per lei è nata dalla sua voce ossessionante.
Per realizzare la musicalità lussureggiante e sofisticata che la Joy desiderava per il suo primo lungometraggio, si è rivolta al suo compositore di “Westworld” Ramin Djawadi. Come nelle precedenti conversazioni con i filmmaker, la parola “rotto” ha determinato le scelte artistiche. Il suono raffinato di un’orchestra tradizionale era riservato con parsimonia ai ricchi residenti delle terre aride. Invece, l’uso stratificato di chitarre, pianoforte e batteria ha caratterizzato la colonna sonora di Bannister e Mae, dei personaggi che li circondano e dei mondi in cui vivono. Djawadi ha accennato al mistero del film anticipando il tema musicale che si ascolta in seguito quando Nick e Mae si innamorano, che viene poi ampliato dall’orchestra, durante la ricerca ossessiva di Nick.
Djawadi osserva: “Al centro del film ci sono i ricordi, il ripensamento e l’aggrapparsi al passato. Quindi volevamo che il sound fosse senza tempo per questi personaggi, i misteri e i ricordi. La semplicità della musica per chitarra/pianoforte mi è sembrata appropriata”.
Il confronto tra ciò che era e ciò che è, oltre ad aver inizialmente attirato Hugh Jackman nel film, gli ha persino fornito un contesto più ampio in cui inserire “Frammenti dal passato- Reminiscence” e il suo tema centrale. Jackman conclude: “Ogni personaggio, in particolare il mio, ha una scelta da fare: se andare avanti e guardare avanti, o se tornare nel passato, conservare i ricordi e vivere in quel ricordo. Ora viviamo in un mondo in cui si può letteralmente vivere nella memoria. Penso che sia un modo potente per tutti gli spettatori di guardare dentro sé stessi e riconsiderare il loro modo di vita. E’ qui che i film e l’arte danno il meglio. Quando una storia può portarci in posti in cui non ci aspettavamo, può lasciarci coinvolgere dai personaggi, farci ridere, piangere, rapirci… ma allo stesso tempo, ci fa semplicemente aprire i nostri cuori verso ciò che sta accadendo nel nostro vite”.

IL CAST ARTISTICO

HUGH JACKMAN (Nick Bannister), è un attore candidato all’Oscar, che ha vinto il Golden Globe, l’Emmy e il Tony Award, e che ha impressionato il pubblico di tutte le età con una carriera multi sfaccettata e di successo, sia sul palcoscenico che sul grande schermo.
Australiano di nascita, ha debuttato in un film di una major U.S.A. nel ruolo di Wolverine, nel primo capitolo della serie di “X-Men”, ruolo che ha poi ripreso nei fortunatissimi “X- Men 2” e “X-Men- Conflitto Finale”. Ha poi avuto il ruolo da protagonista in “X-Men Le Origini: Wolverine”, prequel della popolare serie che ha avuto un lusinghiero incasso di 90 milioni di dollari negli Stati Uniti nel solo weekend di apertura. Il pubblico ha continuato a vedere Jackman nel popolare ruolo, nel seguente capitolo intitolato “Wolverine- l’Immortale”, che ha incassato 400 milioni di dollari in tutto il mondo. Nel 2014, Jackman e il team di X-Men si sono ritrovati per “X-Men: Days of Future Past”. Il viaggio di Jackman nei panni di Wolverine, si è concluso con la sua ultima acclamata performance da supereroe in “Logan”.
Jackman ha ricevuto la sua prima candidatura agli Oscar come Migliore Attore, per la sua performance nel film di Tom Hooper “I Misérabili”, tratto dalla popolare commedia teatrale e basato sul famoso romanzo omonimo di Victor Hugo. La straordinaria interpretazione di Jackman nel ruolo del protagonista Jean Valjean, gli ha portato il Golden Globe Award come Migliore Attore di una Commedia/Musical, oltre alla nomination allo Screen Actors Guild (SAG) Award, sia per il Migliore Cast che per il Migliore Attore Protagonista, e al BAFTA Award.
Nel 2009 Jackman è stato il presentatore dell’ottentunesima notte degli Oscar, che gli ha portato la nomination agli Emmy Award. Ad ogni modo, questa non è stata la prima volta che Jackman presentava cerimonie di premiazione. Precedentemente, aveva presentato i Tony Award per tre anni di seguito, dal 2003 al 2005, vincendo un Emmy Award per la cerimonia del 2004, e ottenendo una candidatura agli Emmy per la sua presenza alla cerimonia del 2005.
Tra gli altri suoi crediti cinematografici: “Prisoners”, “Real Steel”, “Australia” di Baz Luhrmann, “The Prestige” di Christopher Nolan, “The Fountain” di Darren Aronofsky, “Scoop” di Woody Allen, “Deception”, “Qualcuno come te”, “Codice: Swordfish”, “Van Helsing” e “Kate & Leopold”, grazie al quale nel 2002 ha ricevuto la nomination al Golden Globe. Inoltre, ha prestato la voce ai cartoni animati “Happy Feet”, “Giù per il Tubo” e “Le 5 Leggende”. È stato nominato all’Emmy Award per il suo ritratto di Frank Tassone, nell’acclamato film della HBO, “Bad Education.”
A Broadway, Jackman è stato lodato per la sua performance nel ruolo di The Man in “The River”. Nel 2011, ha fatto furore al Great White Way con il suo one-man show “Hugh Jackman – Back on Broadway”. Supportato da un’orchestra di 18 elementi, lo spettacolo, che aveva già debuttato con gli elogi della critica, durante la sua tournee limitata a San Francisco e Toronto all’inizio di quell’anno, era composta da successi di Broadway e da una selezione di suoi personali personaggi preferiti. La dedizione di Jackman alla comunità di Broadway è stata premiata ai Tony Award del 2012, dove gli è stato consegnato il Premio Speciale dal Tony Awards Administration Committee, che ha riconosciuto i suoi meriti sia come attore che come filantropo.
Nel 2009, il pubblico di Broadway ha potuto ammirare Jackman nella commedia scritta da Keith Huff “A Steady Rain” nella quale recitava al fianco di Daniel Craig. Per la sua interpretazione del cantautore anni ’70 Peter Allen, in “The Boy From Oz”, Jackman ha ricevuto nel 2004 il Tony Award come Migliore Attore in un musical oltre al Drama Desk, il Drama League, l’Outer Critics Circle e il Theatre World. Altri suoi lavori a teatro includono “Carousel” alla Carnegie Hall; “Oklahoma!” al National Theater di Londra, per il quale ha ricevuto la nomination all’Olivier Award; “Sunset Boulevard” con il quale si è aggiudicato il prestigioso premio australiano ‘MO’ Award; e “Beauty and the Beast” per il quale ha ricevuto la nomination al ‘MO’ Award.
Hugh è stato ingaggiato per recitare in “The Son”, diretto dallo sceneggiatore e regista premio Oscar, Florian Zeller, e farà il suo ritorno a Broadway nel revival di “The Music Man” nel febbraio del 2022.
REBECCA FERGUSON (Mae) ha catturato per la prima volta l’attenzione del pubblico internazionale interpretando l’iconica Regina Elisabetta nella serie BBC/Starz, “The White Queen”, per cui è stata nominata al Golden Globe. Da allora si è affermata come attrice protagonista nell’industria cinematografica.
Il prossimo impegno della Ferguson sarà l’attesissimo film di Denis Villeneuve “Dune”, l’adattamento cinematografico del romanzo fantascientifico di Frank Herbert. La Ferguson è la protagonista femminile al fianco di Timothée Chalamet, e di un nutrito cast di attori di prim’ordine che comprende Josh Brolin, Jason Momoa, Javier Bardem, Charlotte Rampling, Zendaya e Oscar Isaac, tra gli altri. Il film sarà presentato in anteprima mondiale al Festival del Cinema di Venezia 2021 e sarà distribuito nelle sale cinematografiche questo autunno.
La Ferguson sarà anche al fianco di Tom Cruise nel film di Chris McQuarrie, “Mission: Impossible 7”, che uscirà negli Stati Uniti il 27 maggio 2022. Riprenderà il ruolo di Ilsa Faust, che aveva già affrontato in “Mission: Impossible – Fallout” (2018) e in “Mission: Impossible – Rogue Nation” (2015). Per la sua performance in “Rogue Nation”, la Ferguson è stata candidata al Critics Choice Award.
Altri recenti progetti cinematografici in cui è apparsa la Ferguson: “Doctor Sleep”, il sequel del classico di Stephen King “Shining” al fianco di Ewan McGregor per la regia di Mike Flanagan; “The Greatest Showman” di Michael Gracey, al fianco di Hugh Jackman; nel film sci-fi di Daniel Espinosa “Life”, al fianco di Ryan Reynolds e Jake Gyllenhaal; “The Snowman” al fianco di Michael Fassbender, diretta da Tomas Alfredson, e ne “La Ragazza del Treno” al fianco di Emily Blunt per la regia di Tate Taylor.
Nel settembre del 2021, la Ferguson inizierà le riprese di “Wool”, una nuova serie originale Apple TV+, adattamento dall’acclamato romanzo di Hugh Howrey. La Ferguson interpreterà la protagonista e sarà anche produttrice esecutiva, al fianco dello showrunner Graham Yost del regista Morten Tyldum.

THANDIWE NEWTON (Emily “Watts” Sanders) è tra i protagonisti della serie HBO acclamata dalla critica “Westworld – Dove tutto è concesso”, per la quale nel 2018 ha vinto l’Emmy Award ed ha ricevuto la nomination nel 2020 come miglior attrice protagonista in una serie drammatica. In aggiunta, ha vinto nel 2016 e nel 2018 il Critics Choice Award per miglior attrice non protagonista in una serie drammatica e nel 2017 è stata candidata all’Emmy Award per miglior attrice non protagonista in una serie drammatica. Nel 2017 e nel 2019, la Newton è stata candidata al Golden Globe Award come Miglior attrice non protagonista in una serie, mini-serie o film per la TV, e a due SAG Award come miglior interprete femminile in una serie drammatica.
La Newton ha recentemente terminato le riprese del film di debutto alla regia di Julian Higgins, “God’s Country”, oltre allo spy thriller di Janus Metz “All the Old Knives”, in cui recita al fianco di Chris Pine per gli Amazon Studios.
La Newton è celebre per aver recitato nel film premio Oscar per Miglior Film, “Crash- Contatto Fisico”, per il quale ha vinto il BAFTA Award come miglior attrice non protagonista e il SAG Award per miglior interpretazione corale in un film. La Newton ha inoltre ricevuto ottime critiche per la sua interpretazione nel film di Gabriele Muccino, acclamato dalla critica e successo al botteghino “La ricerca della felicità” al fianco di Will Smith. Ha anche recitato in diversi altri blockbuster e film di successo, tra questi: il film di John Woo “Mission: Impossible II”, al fianco di Tom Cruise, che ha incassato oltre 540 milioni di dollari nel mondo; il film di Roland Emmerich “2012” che ha incassato oltre 760 milioni di dollari nel mondo; il film di Ron Howard “Solo: A Star Wars Story” (390 di dollari nel mondo); il film di Nash Edgerton “Gringo”; il film di Chimamanda Ngozi Adichie “Half a Yellow Sun”, al fianco di Chiwetel Ejiofor; il film di Tyler Perry “Good Deeds”; “For Colored Girls”, al fianco di Whoopi Goldberg; il film di Guy Ritchie “RocknRolla”; il film di Oliver Stone “W.”, in cui interpretava il segretario di stato americano Condoleezza Rice, al fianco di Josh Brolin; il film di Xavier Dolan “La mia vita con John F. Donovan”, che è stato presentato nel 2018 al Toronto International Film Festival; il film di David Schwimmer “Run FatboyRun”; e i film di Jonathan Demme “The Truth About Charlie” e “Beloved”, per il quale ha ricevuto ottime critiche per la sua interpretazione originale, al fianco di Oprah Winfrey.
La Newton ha anche prodotto esecutivamente il film “Liyana”, che è un documentario su un gruppo di bambini dello Swaziland che usano il potere della narrazione per lavorare su traumi personali. “Liyana” è uscito nelle sale cinematografiche il 10 ottobre del 2018. In aggiunta, la Newton ha prodotto esecutivamente il documentario “President”, sulle elezioni in Zimbabwe. Diretto da Camilla Nielsson, è stato proiettato all’American Film Institute (AFI) il 24 giugno 2021.
Tra gli altri crediti televisivi della Newton: il dramma della BBC One “Line of Duty”, che le ha portato ottime critiche e nel 2018 la nomination al BAFTA TV Award per miglior attrice protagonista; “ER- Medici in Prima Linea”; “American Dad!”; “Rogue”; “The Slap”; e “Big Mouth”.
Nel 2012, la Newton ha fatto il suo debutto su un palcoscenico nel West End di Londra, in “Death and the Maiden” di Ariel Dorfman. E nel 2016 ha registrato l’audiolibro di Jane Eyre, il nono audiolibro meglio recensito dal pubblico di quell’anno. Più recentemente, ha registrato l’audiolibro di Guerra e Pace per Audible.
Come attivista e filantropa, la Newton è stata inserita nella Queen’s New Year’s Honours List, ed ha ricevuto il premio OBE per i suoi impegni nella beneficenza e nella cinematografia. È tra i membri fondatori della V-Day Foundation e della campagna One Billion Rising, un movimento globale che si batte per la fine delle violenze su donne e bambine. Nel 2011, ha partecipato all’inaugurazione di City of Joy, una comunità trasformativa che aiuta donne sopravvissute ad atti di violenza, che si trova a Bukavu, nell’est della Repubblica democratica del Congo (DRC). In concomitanza con V-Day, Netflix ha pubblicato un documentario, “The City of Joy”, il 7 settembre del 2018. In aggiunta, la Newton ha tenuto un memorabile discorso alla conferenza globale di TED nel 2011 sul tema “Embracing Otherness”, e il video del suo intervento ha ricevuto più di 3,2 milioni di visualizzazioni.
Quando non recita, la Newton vive a Londra insieme a suo marito, il regista/sceneggiatore Ol Parker, e ai loro tre figli, Ripley, Nico e Booker.

IL CAST TECNICO

LISA JOY (Sceneggiatrice / Regista / Produttrice) è una sceneggiatrice, regista, produttrice candidata all’Emmy Award, molto apprezzata per i suoi lavori sia al cinema che in televisione.
La Joy è la co-creatrice, la co-showrunner, produttrice esecutiva e regista di alcuni episodi della serie di successo della HBO, “Westworld – Dove tutto è concesso”. “Westworld” è stata la serie originale HBO più vista durante la prima stagione, nella storia della casa di produzione, ed ha accumulato nel corso delle prime tre stagioni, un totale di 54 nomination agli Emmy, oltre a numerose candidature ai SAG, ai DGA, ai WGA e ai PGA. HBO ha da poco annunciato una quarta stagione.
La sua carriera da sceneggiatrice è iniziata nel 2007 nello show della ABC premiato con l’Emmy e vincitore del Golden Globe, “Pushing Daisies”, che è anche stato candidato al Writers Guild.
Nel 2011 la Joy ha co-fondato la società di produzione Kilter Films insieme a Jonathan Nolan. Dopo il fenomenale successo ottenuto con “Westworld”, la Kilter Films ha siglato un accordo globale con gli Amazon Studios nel giugno del 2019. Attraverso questo accordo, la società è attualmente in pre-produzione di “The Peripheral”, adattamento in serie del film di fantascienza di William Gibson del 2014, che sarà interpretato da Chloë Grace Moretz e Gary Carr. La Kilter è anche in procinto di sviluppare una serie antologica horror, sempre per Amazon, “Unknown” che è descritta come una serie che si tufferà negli angoli più reconditi del paesaggio americano, alla ricerca di connubi tra folklore e storie di veri crimini. La prima stagione della serie è incentrata su un fratello e una sorella che fanno ritorno nelle campagne del Texas, per incontrare uno spirito oscuro che abitava i luoghi della loro infanzia.
In aggiunta, gli Amazon Studios hanno concesso i diritti di sfruttamento del franchise di videogiochi più venduto in tutto il mondo “Fallout” alla Kilter, affinché ne tragga una serie televisiva. Al di fuori di questo accordo con Amazon, la Kilter si occuperà della produzione esecutiva dell’adattamento in serie del romanzo di Jo Nesbø “The Son”, che sarà interpretato da Jake Gyllenhaal, diretto da Denis Villeneuve e scritto da Lenore Zion.
Prima della sua carriera nell’intrattenimento, la Joy si è laureata presso la Stanford University e in precedenza ha studiato presso la Harvard Law School. Ha poi lavorato come consulente di gestione nel settore tecnologico e come praticante legale in California. La Joy è birazziale, asiatica americana di prima generazione, nata e cresciuta nel New Jersey. Attualmente risiede a Los Angeles con il marito e i loro due figli.

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