Black Widow – Dopo aver visto il film ecco il Pressbook con tutte le curiosità

 

TEMPO PASSATO

Il viaggio nel passato svela nuovi segreti, alleati e una nemesi inarrestabile

 

Man mano che indagavano la personalità di Natasha Romanoff, i filmmaker si sono resi conto che bisognava tornare indietro nel tempo per esplorare il personaggio e spiegare come fosse diventata Vedova Nera. Secondo la regista Cate Shortland, il film doveva esplorare il passato di Natasha impiegando il mix tra umorismo e azione tipico dell’Universo Cinematografico Marvel e sfruttando al tempo stesso gli aspetti più emozionanti della storia. La sfida era riuscire a trovare il giusto equilibrio. “Sapevo che il film doveva essere divertente”, afferma Shortland. “Amo la spettacolarità. Volevo che Natasha prendesse il volo. Volevo che gli spettatori la vedessero spiccare il volo e trascendere ogni limite”.

 

Tra le cose che scopriremo in Black Widow, c’è anche un nucleo familiare non convenzionale che risale all’infanzia di Natasha. Florence Pugh, David Harbour e Rachel Weisz si uniscono a Scarlett Johansson nel film. Shortland afferma: “Sapevamo che l’umorismo e la dinamica familiare erano importanti tanto quanto vederla affrontare il suo passato”.

 

Gli spettatori verranno immediatamente trascinati indietro nel tempo vedendo questo nucleo familiare in azione. “Volevo realizzare qualcosa che somigliasse a un documentario”, afferma Shortland. “Volevo sentire il ronzio degli insetti, rendere queste scene talmente credibili da coinvolgere immediatamente il pubblico. Sarà una sorta di shock, perché è pur sempre la prima scena di un film targato Marvel Studios. È uno sguardo bellissimo al passato di questa famiglia, che ci mostra subito come mai queste ragazze siano rimaste così traumatizzate nel perderla.”

 

Il viaggio esplora in modo più profondo non soltanto la vita di Natasha, ma anche le vite di alcune persone del suo passato, svelando un gruppo di nuovi personaggi che hanno contribuito a plasmare la vita di Natasha, nel bene o nel male.

 

I personaggi: 

NATASHA ROMANOFF, separata dagli altri Avengers che sono ormai divisi, si confronta con il sentiero oscuro che ha percorso per diventare una spia e un’assassina, e con gli eventi successivi alla sua scelta. Con riluttanza si allea con un improbabile gruppo di spie legate al suo passato, che condividono una parte fondamentale della sua storia e sono accomunate dal desiderio di fermare una forza letale che sta per scatenarsi. Ma gli sforzi di Natasha sono minacciati da un letale assassino, le cui abilità sono diverse da qualsiasi cosa abbia mai affrontato prima d’ora.

 

“Quando la vediamo negli altri film dell’Universo Cinematografico Marvel, Natasha appare spesso come una forza impenetrabile”, afferma Scarlett Johansson, che torna a interpretare Black Widow (Vedova Nera). “È avventata e fuori controllo ma ha comunque un intelletto meraviglioso. Quali sono i suoi segreti? Cosa la rende vulnerabile? Sono entusiasta di mostrare la sua fragilità e la sua forza. Vive in un mondo maschile e per questo motivo si comporta in un determinato modo. Volevamo scoprire chi fosse davvero Vedova Nera”.

 

La regista Cate Shortland aggiunge: “Il personaggio deve esaminare la propria vita. Lei è decisa a chiudere tutte quelle porte, e noi invece le spalanchiamo. Scarlett ha davvero riflettuto su chi sia Natasha come essere umano, invece che come una semplice supereroina. La sua spavalderia nasconde tanta paura. All’inizio di questo film è convinta che rimarrà sola per sempre e si è autoconvinta che non ci siano problemi in questo”.

 

Johansson afferma: “Conosco molto bene questo personaggio, perché è dentro di me. Ma non avevo mai avuto davvero l’opportunità di avere accesso a tutte le parti di cui è composta. Cate ama l’idea di esplorare a fondo questo personaggio. Sono riuscita a scoprire molte cose su di lei, a trovare diversi punti di forza e difetti. È stato molto terapeutico. Non credo che molti attori abbiano avuto l’opportunità di fare una cosa del genere con un personaggio che hanno interpretato per dieci anni”.

 

Lo sceneggiatore Eric Pearson afferma che il misterioso passato del personaggio era pieno di opportunità. “Spero che la gente rimanga sorpresa nel vedere quali siano i momenti fondamentali della vita di Natasha che l’hanno spinta a diventare un Avenger”, afferma. “Abbiamo l’opportunità di dare ulteriore profondità a Natasha, di arricchire un personaggio che ha scelto di rimanere nell’ombra”.

 

Ma l’azione non manca. “Forse sono di parte, ma credo che questo film abbia alcuni dei migliori combattimenti che abbiamo mai visto nell’Universo Cinematografico Marvel”, afferma Johansson. “Si sviluppano a partire dal carattere dei personaggi. Capire dove si trova la mente di Natasha in ciascun combattimento è una parte fondamentale della narrazione”.

 

La narrazione guida anche il look dei personaggi. Secondo la costumista Jany Temime, che è stata candidata a un BAFTA Award nel 2019 grazie al lavoro svolto in Judy, creare il guardaroba del personaggio è stato un processo collaborativo. “Scarlett conosce benissimo il personaggio e la sua personalità senza fronzoli”, afferma. “Natasha è una donna molto forte ma anche una persona che è stata ferita, ed è proprio questo a renderla umana”.

 

Temime ha apportato un’aggiunta fondamentale al guardaroba del personaggio. “Per la prima volta, abbiamo un costume bianco per Vedova Nera”, afferma la costumista. “Scarlett indossa una tuta bianca incredibile perché deve combattere in Siberia. Così ho esaminato alcune tenute militari ideate per combattere nella neve e ho pensato ‘Perché no?’. Ho aggiunto degli accessori neri per mantenerlo deciso. Funziona in modo brillante. È semplicemente meraviglioso”.

 

 

La GIOVANE NATASHA conduce una vita normale nei sobborghi dell’Ohio con sua mamma, suo papà e la sua sorellina Yelena. Natasha sfoggia dei capelli blu, ha un’anima antica, è leggermente più matura rispetto alle sue controparti preadolescenziali, e tiene sempre d’occhio la sua sorellina. A volte immagina persino che la sua vita potrebbe essere così per sempre.

 

Ever Anderson è stata scelta per interpretare Natasha da piccola. “Descriverei la piccola Nat come una ragazza con l’aria da maschiaccio, una bravissima studentessa e una persona che vuole soltanto una vita normale”, afferma Anderson. “Ne ha passate tante prima di arrivare in Ohio, quindi vuole soltanto dimenticare il suo passato e ricominciare da capo”.

 

Anderson afferma che Natasha è molto protettiva nei confronti della sua sorellina. “Credo che Nat abbia un comportamento molto materno con sua sorella”, afferma. “Sì, a volte bisticciano e litigano, ma in realtà Natasha farebbe qualsiasi cosa per Yelena perché le vuole molto bene”.

 

 

YELENA BELOVA, un prodotto dello spietato programma d’addestramento della Stanza Rossa, condivide un passato segreto con Vedova Nera che è determinata ad affrontare. Quando si trova intrappolata in un mondo pieno di pericolose minacce che si annidano dietro ogni angolo, Yelena si accorge che la sua unica opportunità di sopravvivenza risiede in una delicata tregua con la persona che lei incolpa per una vita di tormenti: Natasha Romanoff. “A Yelena non importa: è decisa a parlare francamente e non ha intenzione di rispondere delle sue azioni a nessuno”, afferma Shortland. “Credo che le giovani donne presenti nel pubblico faranno il tifo per questo personaggio, che non ha nessuna intenzione di chiedere scusa. Questa è l’essenza di questo bellissimo personaggio”.

 

Florence Pugh interpreta questa feroce assassina. “Yelena è ferita e complicata e spesso si comporta male”, afferma Pugh. “Una delle cose più belle del personaggio di Yelena è il fatto che è una persona estremamente complessa e spezzata, pur essendo estremamente sicura di ciò che fa. Sa esattamente come svolgere i compiti per cui è stata addestrata, ma non è assolutamente in grado di vivere come un normale essere umano. È un’arma letale ma anche una sorta di bambina. Questa è una delle sue qualità più belle”.

 

Shortland, che aveva visto l’interpretazione di Pugh in Lady Macbeth, era entusiasta di lavorare con l’attrice. “È davvero ammaliante”, afferma la regista. “Lei e Scarlett formano una squadra inarrestabile. Era bellissimo vederle in scena insieme”.

 

Lo sceneggiatore Eric Pearson è d’accordo. “Abbiamo girato la scena in cui Natasha e Yelena si ritrovano proprio all’inizio delle riprese”, afferma. “Natasha cammina in una safe house di Budapest mentre i personaggi parlano l’uno con l’altro, senza essersi ancora visti. Non appena si mostrano, si rispecchiano perfettamente l’una nell’altra. Subito dopo aver visto quella scena, ho pensato ‘Abbiamo il nostro film’”.

 

“Yelena è la perfetta controparte di Natasha”, prosegue Pearson. “Mentre Natasha è chiusa in se stessa, Yelena ha raggiunto un certo livello di libertà emotiva. È estroversa, determinata e senza peli sulla lingua: questo spiazza Natasha, spingendola a tirare maggiormente fuori la sua personalità”.

 

“Credo che Yelena desideri che qualcuno le chieda scusa”, afferma Pugh. “Vuole smettere di sentirsi come se fosse pazza. Questo non è normale e vuole che tutti sappiano che non è stata lei a scegliere questa vita. Tutta la rabbia di Yelena (e anche tutto il suo viaggio suppongo) consiste semplicemente nel cercare di convincere queste persone, che lei pensava di conoscere così bene, ad ammettere che ciò che hanno fatto era sbagliato, e che è stata abbandonata”.

 

“Non riesce ad adattarsi molto bene al mondo che la circonda”, prosegue Pugh. “È una delle caratteristiche più affascinanti del personaggio. Reagisce in modo istintivo, non c’è nulla di misterioso in lei. Vuole semplicemente portare a termine il lavoro. Credo che il suo rapporto con Natasha sia molto interessante, perché discutono sempre, proprio come fanno le sorelle. Ma proprio come Natasha, anche lei sta soffrendo molto. Ha avuto un’infanzia molto confusa e credo che sia costantemente alla ricerca di un modo per fare pace con se stessa”.

 

Temime afferma che i costumi delle sorelle rispecchiano le loro personalità contrastanti offrendo anche un suggerimento sul futuro. “Volevo dare due stili differenti a queste due sorelle”, afferma. “Il costume di Yelena è più semplice: non è una tuta da Vedova, è una tuta da combattimento. Ed è qui che introduciamo il corpetto verde: prima che lo indossasse Natasha, apparteneva a Yelena”.

 

 

La GIOVANE YELENA prospera in un’idilliaca famiglia suburbana da qualche parte in Ohio. Le sue giornate sono piene di cene in famiglia e corse in bicicletta, una vita perfetta per qualsiasi bambina, a parte qualche occasionale ginocchio sbucciato. Anche in quel caso, la sua sorella maggiore è sempre lì per farla stare meglio… fino a che non se ne va.

 

“Yelena da piccola è fiduciosa e affettuosa”, afferma Violet McGraw, che interpreta il personaggio. “Vuole bene a Natasha e la ammira. Sono leggermente competitive, soprattutto perché Yelena vuole fare una buona impressione su sua sorella maggiore”.

 

 

MELINA è una spia altamente addestrata, sottoposta per quattro volte al programma Vedova della Stanza Rossa. Dopo varie missioni sotto copertura, una delle quali coinvolgeva una giovane Natasha Romanoff, la Stanza Rossa ha riconosciuto l’intelligenza di Melina rendendola una dei suoi principali scienziati. Dopo decenni di servizio è riuscita a distanziarsi dalla Stanza Rossa, ma al ritorno di Natasha, Melina dovrà decidere a chi essere fedele. “È stata reclutata quando era molto giovane”, afferma Rachel Weisz, che interpreta Melina nel film. “È diventata una spia russa ed è stata mandata sotto copertura in America insieme ad Alexei e due bambine molto piccole, fingendo di essere la classica famiglia suburbana con la staccionata bianca. Credo che Melina fosse molto più felice in quel periodo. Penso che il suo cuore si sia davvero indurito dopo quell’esperienza. È diventata rigida e forse anche un po’ rancorosa”.

 

Secondo Shortland, Melina è comunque una spia anche se riveste un ruolo matriarcale. “Lo considera un semplice lavoro, ma che accadrebbe se dovesse diventare molto più di questo? La verità è che non dipende da lei. Fa parte della Stanza Rossa e diventa un’apologeta di quel sistema”.

 

La costumista Jany Temime doveva creare un guardaroba molto variegato per Melina, che tra le altre cose comprendeva un abbigliamento nello stile di una madre di periferia, una tuta da lavoro e un costume da Vedova. “È una mamma dell’Ohio nel 1995”, afferma Temime. “Poi facciamo un salto in avanti e ha una fattoria di maiali in Russia, per poi diventare una potente Vedova. È un salto molto grande, ma Rachel è riuscita a indossare tutti questi abiti in modo fantastico”.

 

Chapek afferma che l’esperienza di Weisz in ruoli drammatici si è dimostrato una risorsa. “Dà al personaggio un grande realismo e tante sfumature”, afferma. “Melina ha sempre fatto parte di questo mondo di spie e ha attraversato la Stanza Rossa molto prima di Natasha”.

 

Per Weisz è stato davvero entusiasmante entrare a far parte del cast del film nel ruolo della brillante Melina. “L’Universo Cinematografico Marvel è probabilmente la mitologia contemporanea più popolare e diffusa che esista e per me è stato davvero entusiasmante essere invitata a unirmi a loro”, afferma.

 

 

ALEXEI/RED GUARDIAN, la risposta della Stanza Rossa a Captain America, è un super soldato e una spia che ha vissuto una vita di trionfi durante la Guerra Fredda. Ormai Alexei ha abbandonato la vita da spia, ma si considera ancora il più grande eroe che esista. Ama condividere la sua grandezza con quelli che lo circondano… ovvero gli altri detenuti della prigione russa in cui vive. Nel profondo – molto in profondità – ha molti sensi di colpa riguardo alla sua vita da spia, specialmente quando si tratta di Natasha Romanoff, che conosceva molto prima che diventasse Vedova Nera.

 

“All’inizio, per Alexei, qualsiasi altra persona è una sorta di riflesso di se stesso”, afferma David Harbour, che interpreta Red Guardian. “È il tipico comportamento di un narcisista: non è interessato a nessun altro. È interessato al modo in cui gli altri lo vedono. ‘Dimmi un po’, sono tosto? Sono forte? Ti piaccio? So che ti piaccio’.”

 

La regista Cate Shortland conferma che Alexei è insicuro e si nasconde dietro al potere che è convinto di avere. Nonostante questo, la regista afferma: “Amo questo personaggio, è come un grande orso russo. Fa le battute tipiche di qualsiasi papà, ma non smette mai”.

 

Harbour aggiunge: “È cresciuto in Unione Sovietica ed è stato scelto per un programma simile all’esperimento americano che portò alla creazione di Captain America. Mentre gli americani stavano creando il loro eroe, i russi stavano sviluppando il Red Guardian. Il problema è che non è diventato famoso come Captain America e questo rappresenta la più grande tragedia della sua vita. Si sente molto sottovalutato”.

 

Il co-produttore Brian Chapek afferma che Harbour si è calato facilmente nei panni di Alexei. “Le persone non possono fare a meno di sentirsi attratte da lui”, afferma Chapek. “Ha ottenuto tantissimi fan grazie al suo lavoro in Stranger Things. Ha un’empatia molto grezza e istintiva”.

 

Harbour afferma che la dicotomia offerta da Alexei era interessante. “È una persona davvero complicata”, afferma l’attore. “È un omone che vuole disperatamente piacere a tutti. Vuole che le persone lo trovino divertente e affascinante. Le contraddizioni di questo personaggio erano molto particolari: è grande e forte ma ha delle qualità estremamente umane”.

 

La costumista Jany Temime ha creato due costumi fondamentali per Alexei. “Ha un costume da detenuto russo”, afferma. “Lo abbiamo reso un po’ troppo largo ed è sporchissimo. È come se lo indossasse ininterrottamente da vent’anni”.

 

“Il costume di Red Guardian è leggermente più stretto”, prosegue Temime. “Alexei è un uomo forte, ma non indossa questo costume da anni. Non gli sta bene come una volta. Quindi fatica un po’ a indossarlo, ma poi ci riesce. Quando indossava quel costume, David camminava in modo diverso. Lo indossava con grande orgoglio”.

 

 

Il GENERALE DREYKOV è lo spietato leader della Stanza Rossa, l’organizzazione segreta di spionaggio che ha trasformato Natasha Romanoff in Vedova Nera. Mentre il mondo è convinto che questa organizzazione sia stata distrutta anni fa, la Stanza Rossa ha sempre agito nell’ombra, con un esercito di assassine chiamate Vedove Nere a fare il lavoro sporco. Natasha Romanoff considera Dreykov responsabile del suo torturato passato, quindi vuole porre fine alle operazioni portate avanti dal generale attraverso la Stanza Rossa. Ma proprio mentre Natasha sta per raggiungerlo, il Generale Dreykov scatena tutte le forze a sua disposizione per fermare l’assassina che lui stesso ha creato.

 

I filmmaker si sono rivolti a Ray Winstone per dare vita al tormento di Natasha. “Dreykov proviene dalla Russia del passato”, afferma Winstone. “Credo che all’inizio sia partito con ottime intenzioni, ma come succede alla maggior parte delle persone che finiscono in una situazione del genere, è stato sopraffatto dall’avidità e dalla sete di potere”.

 

“Ray Winstone era perfetto per la parte”, afferma Chapek. “Non appena entra in una stanza, ha una solennità incredibile. La cosa interessante è che lo vediamo per la prima volta da giovane in una scena ambientata a Cuba a metà degli anni Novanta, un momento che influenza il futuro di molte persone”.

 

 

TASKMASTER è un assassino mascherato che si occupa di missioni letali per conto della Stanza Rossa. Dotato dell’abilità di replicare ogni mossa dei suoi nemici, l’attento e formidabile Taskmaster non si fermerà di fronte a nulla finché non avrà completato la sua missione. “Possiede dei riflessi fotografici: dopo aver combattuto contro di te, sa perfettamente come emulare il tuo stile”, afferma il produttore esecutivo Brad Winderbaum. “I trucchi di Natasha possono funzionare nel primo combattimento, ma nel secondo o nel terzo round lui sa cosa aspettarsi e lei deve inventarsi qualcosa di nuovo”.

 

La regista Cate Shortland suggerisce che Taskmaster abbia un legame con il passato di Natasha. “In qualche modo, Taskmaster è la personificazione vivente del passato di Natasha”, afferma la regista.

 

Per creare il costume di questo agile assassino, Temime e la sua squadra dovevano assicurarsi che i suoi indumenti potessero muoversi agevolmente. “Eravamo piuttosto ossessionati dall’idea di rendere il costume leggero affinché il personaggio potesse saltare, rotolare e fare tutte le acrobazie richieste”, afferma. “L’armatura, l’elmetto e il cappuccio che abbiamo creato sono più leggeri che mai. Ero molto felice del successo tecnico del costume… è stato uno dei primi costumi a cui abbiamo lavorato”.

 

 

MASON è un uomo misterioso con un atteggiamento costruttivo. In realtà, è un ex soldato che si è trasformato in un contrabbandiere internazionale e sta pagando un debito nei confronti di Natasha Romanoff dopo che lei lo ha salvato da una prigione cambogiana. Tuttavia, il loro legame è inequivocabile. La sua abilità di soddisfare persino le richieste più improbabili è ammirevole, anche se spesso si addormenta sul lavoro.

 

“Quando incontriamo Natasha e Mason, ci rendiamo conto che hanno un ottimo rapporto anche se non si vedono da moltissimi anni”, afferma il co-produttore Brian Chapek. “Hanno una grande alchimia. Per Cate era molto importante che vedessimo un personaggio del passato di Natasha che la comprendesse più di quanto gli Avengers avrebbero mai potuto fare”.

 

“Mason è un nuovo personaggio dell’Universo Marvel”, prosegue Chapek. “Nel nostro film, è sostanzialmente una persona che risolve problemi. Ci serviva qualcuno che potesse essere affascinante, forte e intelligente, e che giocasse alla pari con Natasha. O-T Fagbenle è proprio la persona che cercavamo: è un attore incredibile”.

 

Fagbenle era entusiasta di unirsi all’Universo Cinematografico Marvel e lavorare con Shortland. “È una vera autrice, e i film che ha diretto sono davvero toccanti e ricchi di significato”, afferma Fagbenle parlando della regista. “La congiunzione tra il suo stile e la spettacolarità dei film Marvel era davvero intrigante per me. Cate riesce a mostrare facilmente le sfumature emotive tra i personaggi. Parzialmente, ci riesce perché è un essere umano con i piedi per terra”.

 

 

LE VEDOVE sono le promettenti spie assassine che sembrano provenire dallo stesso programma che ha addestrato Natasha. L’idea che la Stanza Rossa possa ancora esistere è dolorosa per Natasha e anche l’esistenza di un esercito di guerriere spietate potrebbe dimostrarsi un problema.

 

Nel film ci sono 22 Vedove, interpretate da attrici, stuntwomen, ballerine e artiste marziali provenienti da diverse parti del mondo. “Nell’affrontare un’organizzazione come la Stanza Rossa, volevamo espandere quella mitologia e, così facendo, introdurre un gruppo completamente nuovo di Vedove”, afferma Chapek. “Una delle esperienze più belle di questo processo è stato il momento in cui abbiamo visto questi personaggi prendere vita tutti insieme nella stessa stanza”.

 

Per le interpreti delle Vedove, i filmmaker erano alla ricerca di un insieme di competenze diverse. “Cercavamo persone che praticassero arti marziali di tutti i tipi, wushu, judo e kickboxing”, afferma lo stunt coordinator Rob Inch. “Ci siamo assicurati che ognuna di loro avesse uno stile di combattimento caratteristico”.

 

Oltre a portare gli stunt a un nuovo livello, la realizzazione di Black Widow ha ridefinito l’aspetto del set di un film dell’Universo Cinematografico Marvel. “Era straordinario vedere così tante stuntwomen presenti sul set in qualsiasi momento”, afferma Scarlett Johansson. “Il potere generato da tutte queste donne insieme in una sola stanza era qualcosa che non avevo mai sperimentato prima. Essere circondata da tutte queste donne tostissime e avere la possibilità di sporcarmi le mani insieme a loro era una sensazione meravigliosa. È stato grandioso”.

 

GETTARE LE BASI

I filmmaker creano uno scenario coinvolgente per uno spy thriller pieno d’azione

 

Il film Marvel Studios Black Widow è stato girato in varie location in Norvegia, a Budapest, in Marocco, ad Atlanta e nel Regno Unito, catturando le ambientazioni realistiche e tangibili che hanno aiutato a gettare le basi per la storia. Secondo il co-produttore Brian Chapek, i filmmaker volevano che il film apparisse vasto e concreto per rispecchiare la storia di Natasha. “Trattandosi di un film di spionaggio ambientato in tante parti del mondo, era importante inserire Natasha all’interno di ambienti reali, che non potevano essere replicati all’interno di un teatro di posa. Per ottenere quel senso di realismo, era importante recarsi realmente in molti di questi posti per girare le scene”.

 

Per quelle sequenze che non potevano essere girate in location (e la costruzione di elementi scenografici aggiuntivi nelle location reali), è stato assemblato un team straordinario di artisti e tecnici che si è occupato di progettare e costruire una serie di set nei Pinewood Studios appena fuori Londra, dalla misteriosa Stanza Rossa fino agli interni di un elicottero. Altri set aggiuntivi sono stati costruiti presso i Cardington Studios, a poco più di 80 km di distanza da Londra.

 

Il direttore della fotografia Gabriel Beristain non è estraneo a Marvel Studios, essendosi occupato della fotografia di alcune riprese aggiuntive in una serie di film che comprendono la trilogia di Iron Man, The Avengers, Guardiani della Galassia, Thor: The Dark World e Thor: Ragnarok. Black Widow rappresenta il suo primo film Marvel Studios in qualità di direttore della fotografia, ma Beristain è riuscito a partire in quarta, fornendo lo stile tipico dell’Universo Cinematografico Marvel alle dinamiche scene d’azione del film, e infondendo allo stesso tempo la sensibilità della regista Cate Shortland nei momenti più profondi e legati ai personaggi. Beristain afferma: “Ho sempre pensato che l’Universo Cinematografico Marvel nascesse da una meravigliosa concezione artistica: Stan Lee, Steve Ditko, Jack Kirby e tutti i più grandi artisti dei fumetti Marvel tradizionali erano prima di tutto bravissimi a raccontare storie. Seguire il loro lavoro ha reso Black Widow un’esperienza cinematografica eccezionale”.

 

“Cate Shortland e io eravamo estremamente determinati a sfruttare la perfetta combinazione di elementi che ha dato vita al linguaggio unico del cinema”, prosegue Beristain. “Abbiamo preso ogni elemento e gli abbiamo dato l’importanza che meritava all’interno della narrativa del film. La composizione delle inquadrature, lo stile delle riprese, la luce, le ombre e il colore rappresentavano spesso dei punti di partenza. La sceneggiatura si evolveva costantemente, ma dal punto di vista concettuale era davvero solida. Eric Pearson e io abbiamo collaborato molto spesso in passato e abbiamo sviluppato un linguaggio essenziale che è davvero originale. Abbiamo corso molti rischi creativi in Agent Carter, e ne abbiamo corsi anche di più in Black Widow. Credevamo nel linguaggio cinematografico e lo abbiamo celebrato in tutta la sua maestosa complessità e bellezza”.

 

Secondo Beristain, il sottotesto emotivo del film era sempre di primaria importanza. “Cate e io abbiamo avvicinato le nostre macchine da presa alle emozioni, rispettando allo stesso tempo il processo interpretativo degli attori”, afferma. “Utilizzando le nostre tre macchine da presa e impiegando un’illuminazione poco intrusiva, abbiamo avvicinato il più possibile il pubblico a quei momenti in cui c’era bisogno di provare un trasporto emotivo nei confronti dei personaggi. In alcuni momenti, Black Widow farà dimenticare agli spettatori di trovarsi in un mondo fittizio: si avvicineranno moltissimo alle emozioni dei personaggi, ai loro problemi e alle loro difficoltà”.

 

Anche lo scenografo Charles Wood fa parte della famiglia di Marvel Studios, avendo lavorato come scenografo in sei lungometraggi dell’Universo Cinematografico Marvel prima di Black Widow, ovvero Thor: The Dark World, Guardiani della Galassia, Avengers: Age of Ultron, Doctor Strange, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Le riprese del prossimo film Marvel Studios di cui Wood ha ideato le scenografie, Doctor Strange in the Multiverse of Madness, si sono concluse da poco.

 

Wood afferma che solitamente gli viene dato ampio margine di manovra per costruire i mondi dell’Universo Cinematografico Marvel. Anche se talvolta sono influenzati da qualche elemento dei fumetti, i mondi che Wood contribuisce a creare sono originali e guidati interamente dalle esigenze della storia. “Abbiamo una grande libertà in termini di design”, afferma. “Questa libertà è generata dalla natura di questi film, che sono sempre molto diversi. Non ci sono delimitazioni di alcun tipo. Dal punto di vista del design, è davvero liberatorio”.

 

I loro sforzi sono completati dalla squadra responsabile degli effetti visivi, diretta dal visual effects supervisor Geoffrey Baumann, che grazie alla sua grande esperienza e alla sua immaginazione ha creato molti effetti spettacolari e altri leggermente più sottili, che consistevano nell’espansione di location reali, nell’aggiunta di fondali digitali, nel rafforzamento delle scene d’azione e nella costruzione di elementi digitali. Baumann aveva svolto lo stesso lavoro nel blockbuster Marvel Studios del 2018 Black Panther. La sua filmografia all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel comprende inoltre Doctor Strange, Captain America: Civil War, Avengers: Age of Ultron, Captain America: The Winter Soldier, Iron Man 3 e The Avengers.

 

Tuttavia Baumann sapeva che questo nuovo film sarebbe stato diverso. “Credo che Black Widow possieda quell’atmosfera tangibile tipica dei thriller di spionaggio, che lo rende molto differente dagli altri film dell’Universo Cinematografico Marvel”, afferma. “Per questo, la maggior parte degli effetti visivi aveva bisogno di un aspetto realistico per apparire credibile agli occhi del pubblico. Siamo riusciti a mantenere viva l’illusione ricostruendo ambienti reali e ricreando immagini della Guerra Fredda. Questo processo ha richiesto una grande collaborazione tra tutti i reparti, ma era soprattutto il rapporto con lo scenografo a essere fondamentale per noi addetti agli effetti visivi. Partendo dalle location reali che hanno ispirato i set, siamo riusciti a creare una fusione relativamente armoniosa tra le scenografie e le estensioni in CG”.

 

 

LE LOCATION

Il supervising locations manager Jamie Lengyel spiega che fin dall’inizio l’obiettivo era mettere in luce il passato di Natasha come spia internazionale. “Volevamo trovare location che potessero contribuire a dare un sapore internazionale al film, inserendo Natasha all’interno di alcuni ambienti incredibili che avrebbero arricchito sia la storia che il suo personaggio”, afferma.

 

Wood aggiunge: “Non avremmo mai potuto costruire tutti questi luoghi e sarebbe stato impossibile trovarli tutti in una sola location. Avremmo potuto ideare delle soluzioni astute, ma recarsi in tutte queste città – da Tangeri a Budapest – era l’unico modo per catturare la portata di cui avevamo bisogno”.

 

Norvegia

Troviamo Natasha Romanoff in Norvegia per un buon motivo, afferma il co-produttore Brian Chapek. “Il Segretario Ross sta dando la caccia a Natasha dopo che lei ha infranto gli Accordi di Sokovia”, afferma. “La sua strada la porta in Norvegia, dove deve farsi un esame di coscienza. È una fuggitiva, ma questo è solo l’inizio dei suoi problemi”.

 

Le riprese del film si sono svolte per due giorni in un piccolo villaggio di pescatori chiamato Sæbø e poi si sono spostate nella valle di Trollstigen. “Sæbø è il paesino vicino alla roulotte di Natasha, che è il suo rifugio sicuro”, afferma Lengyel. “Lei prende il traghetto e noi vediamo tutti questi incredibili fiordi norvegesi”.

 

“Abbiamo scelto la Norvegia perché ci offriva dei panorami molto vasti e, con la sua natura, contribuiva a catturare il momento di svolta che Natasha stava vivendo”, prosegue Lengyel. “Abbiamo ripreso queste incredibili montagne nella valle di Trollstigen”.

 

Budapest

Il film porta Natasha a Budapest, una città in cui in passato aveva partecipato a una missione insieme a Clint Barton. Scarlett Johansson afferma: “Quando abbiamo iniziato a parlare per la prima volta delle location, nel periodo in cui tutto era possibile, eravamo tutti d’accordo che avremmo dovuto scoprire cosa fosse accaduto a Budapest. Credo che Natasha sia tormentata. È convinta che stia per accadere qualcosa di tragico. Ci sono delle questioni in sospeso e un senso di colpa che la segue ovunque, e tutto questo è causato dagli avvenimenti di Budapest. Il film non parla di ciò che è accaduto a Budapest, ma ci aiuta a comprendere il peso che grava sulle spalle di Natasha. Ci ha fornito un punto di partenza grandioso per molte delle cose che avvengono nel film”.

 

Secondo Chapek, Natasha è attratta da Budapest a dispetto di ciò che le è accaduto in questa città. “Viene trascinata a Budapest da un MacGuffin molto importante, un indizio che le ricorda il suo passato: proviene da Yelena e Natasha si rende conto che sua sorella si trova a Budapest. Non si vedono da vent’anni”.

 

Johansson aggiunge che la città offriva moltissime opportunità. “Budapest è una città davvero bellissima, un luogo iconico da inserire in tutte queste situazioni folli”, afferma. “È davvero elettrizzante dal punto di vista visivo… forniva all’Universo Cinematografico Marvel un sapore che non avevamo mai esplorato prima: quell’atmosfera tipica dell’Europa dell’Est, che è davvero divertente”.

 

Le riprese svoltesi nella città comprendevano gli esterni della safe house in cui Natasha ritrova sua sorella Yelena, oltre al successivo inseguimento di Yelena e Natasha da parte della squadra di assassine delle Vedove e poi anche di Taskmaster. L’inseguimento si svolge sui tetti e attraverso le dinamiche strade della città, e comprende tallonamenti tra motociclette ed enormi veicoli corazzati attraverso Budapest. Florence Pugh afferma: “Faceva un caldo pazzesco. Noi siamo su una motocicletta e Taskmaster ci sta inseguendo con un gigantesco carro armato. Sono sicura che abbiamo sconvolto parecchie persone, ma è stato molto divertente e dà subito la giusta energia al film. Ci aiuta a muovere tutta la trama verso la parte principale del film”.

 

Le riprese si sono svolte per due settimane in diversi luoghi di Budapest, dalle strade della città al tetto dell’ex Palazzo della Borsa. Le location comprendevano inoltre la stazione di Budapest Est, la metropolitana di Budapest Ovest e un distributore di benzina dove Natasha e Yelena si fermano per riprendersi dopo il grande inseguimento. “Siamo riusciti a utilizzare queste location iconiche in modo molto funzionale”, afferma Johansson, “e questo è molto divertente, perché poi non bisogna utilizzare moltissima CG. È davvero fattibile”.

 

Marocco

La seconda unità si è recata per due settimane a Tangeri insieme a Pugh per girare una sequenza che vede Yelena impegnata in una complessa missione nelle prime scene del film, che cambierà tutto per il personaggio. Per lo scenografo Charles Wood, girare a Tangeri ha fornito le dimensioni richieste dalla sequenza. “Avevamo bisogno di girare il film all’interno di una città del genere per ottenere le dimensioni richieste, la giusta atmosfera e il contesto storico adatto”, afferma.

 

Atlanta

In Black Widow scopriamo che il passato di Natasha comprendeva tre anni di vita all’interno di un nucleo familiare fittizio, completo di genitori spie e una sorellina. Le sequenze legate a questa famiglia sono state girate ad Atlanta, dove lo scenografo Charles Wood e la sua squadra hanno creato il sobborgo dell’Ohio in cui la famiglia svolge le sue attività. Una strada di Chamblee ha fornito il look tipico dell’architettura degli anni Novanta per le scene in esterni. Anche gli interni dell’abitazione di questa famigliola sotto copertura sono stati girati ad Atlanta.

 

Regno Unito  

La base operativa della produzione si trovava in Regno Unito: inoltre, il dipartimento responsabile delle location doveva trovare luoghi reali che potessero ospitare una serie di ambientazioni differenti. La riserva naturale di Hankley Common ha sostituito le lande selvagge della Russia, fornendo il vasto panorama che circonda la fattoria di Melina, mentre alcune caserme militari nelle vicinanze sono state trasformate negli esterni dell’abitazione di Melina.

 

L’ex aeroporto di Dunsfold ha “ospitato” una pista d’atterraggio dell’Ohio. L’art department ha trascorso diversi mesi a far crescere l’erba, asfaltare la strada e allestire tunnel serra in polietilene che potevano essere illuminati durante la notte. L’art department ha dedicato sei settimane alla creazione di questo set, che era uno dei più grandi del film.

 

L’aeroporto militare della RAF di Upper Heyford Park è divenuto un campo d’aviazione cubano. Un ponte in Scozia – abbinato ad alcune riprese con coreografie molto complesse che sono state filmate sul set dei Cardington Studios – ha sostituito una fondamentale ambientazione norvegese in cui Natasha incontra per la prima volta Taskmaster.

 

 

COMPLETARE IL QUADRO DEL FILM

Per il film sono stati costruiti 64 set sia in interni che in esterni: essi comprendevano la casa della famiglia di spie, il ponte in Norvegia, l’appartamento di Yelena, il cortile e la passerella sopraelevata del Gulag, la fattoria di Melina e la Stanza Rossa, con le celle, i corridoi e l’ufficio di Dreykov. Per le scene dell’elicottero, i filmmaker hanno utilizzato un Mi-8, un elicottero russo impiegato sia dall’esercito che per uso commerciale. “Sono molto complicati da costruire e sapevamo che ce ne servivano quattro, quindi li abbiamo trovati in Ungheria, abbiamo acquistato le strutture portanti e le abbiamo portate in Inghilterra, dove abbiamo ricostruito le cabine di pilotaggio e le abbiamo dipinte”, afferma Wood.

 

La casa della famiglia di spie

Le sequenze ambientate nella casa della famiglia fittizia di spie rappresentano un’importante svolta nella storia di Natasha, introducendo allo stesso tempo alcuni degli importanti personaggi del suo passato. I filmmaker accompagnano il pubblico nei sobborghi dell’Ohio, dove Natasha vive da qualche anno insieme alla sua famiglia fittizia, che comprende sua sorella Yelena, sua madre Melina e suo padre Alexei. La loro casa è progettata per imitare la classica dimora di una tipica famiglia americana, completa di una curiosa collezione di foto di famiglia, ed è una parte fondamentale della loro copertura. Probabilmente è l’unica casa che Yelena ricorda, e ha quasi dato a Natasha la speranza di una vita normale. Per questo, quando sono costretti a fuggire, le emozioni sono molto intense.

 

Il visual effects supervisor Geoffrey Baumann ha collaborato con numerosi dipartimenti per assicurarsi che le emozioni fossero chiaramente visibili nel corso di una drammatica sequenza di fuga, composta da una pericolosa corsa in macchina, un delicato decollo in aeroplano durante un inseguimento e una fine straziante per questa famiglia. “Queste poche scene rappresentavano il nostro punto di riferimento”, afferma Baumann. “È la prima scena del film, getta le basi per tutta la storia e anticipa i titoli di testa”.

 

Baumann e la sua squadra hanno fornito ciò che lui definisce “effetti visivi relativamente semplici” alle scene ambientate nella casa: ad esempio, hanno aggiunto digitalmente delle lucciole e riportato gli attori Rachel Weisz e David Harbour indietro nel tempo tramite il make-up e gli effetti visivi. “Dopo che i nostri personaggi abbandonano il quartiere, il loro viaggio è composto da cinque o sei location che attraversano in macchina, girate principalmente attorno alla città di Rome, in Georgia”, afferma Baumann. “Queste scene di guida erano una combinazione di immagini filmate con macchine da presa multiple, riprese effettuate da un’automobile e carrellate. Deviare dalla strada principale in Georgia ci ha permesso poi di effettuare una transizione a una location di Londra che rappresentava la fattoria in cui il loro aereo decolla”.

 

“Abbiamo realizzato uno storyboard dell’intera sequenza seguendo le indicazioni di Cate”, prosegue Baumann. “Abbiamo poi creato un animatic digitale, continuando comunque a utilizzare gli storyboard della prima porzione della casa. La seconda parte del viaggio in macchina è stata integrata con fotografie di potenziali location in cui avremmo potuto filmare le varie componenti delle scene di guida. L’arrivo alla fattoria e il successivo inseguimento sono stati pre-visualizzati digitalmente. Quest’ultima parte della scena d’azione era la più complicata ed è stata girata in Regno Unito nel corso di diverse notti, sia dall’unità principale che dalla seconda unità”.

 

Il ponte in Norvegia

Natasha e Taskmaster si affrontano in un’intensa sequenza di lotta vicino al suo rifugio in Norvegia. I filmmaker hanno trovato il luogo che cercavano nel ponte di Ballachulish, in Scozia. Ma chiudere per settimane un ponte operativo era impossibile, per non parlare degli effetti speciali richiesti dalla scena. Un terzo del ponte è stato ricreato ai Cardington Studios, mentre la squadra responsabile degli effetti visivi ha costruito il resto del ponte al computer.

 

L’appartamento di Yelena a Budapest

Uno dei più importanti set costruiti per il film era l’appartamento di Yelena a Budapest, dove Natasha si presenta ed esegue una sorta di danza con la sorella che non vede da moltissimo tempo, prima di scatenare l’iconico combattimento. “Per prima cosa, dovevamo trovare gli esterni dell’appartamento a Budapest, che avremmo poi utilizzato come base per costruire gli interni”, afferma Wood. “Una volta trovato il luogo perfetto, abbiamo progettato la scenografia, creando una serie di stanze che la macchina da presa avrebbe potuto attraversare con facilità. Ci sono moltissimi ingressi e passaggi nascosti”.

 

Il direttore della fotografia Gabriel Beristain illustra perfettamente l’approccio nei confronti dell’illuminazione. “Lasciamo che, entrando dalle finestre, la luce penetri all’interno delle aree in cui i nostri attori recitano, senza però andare a illuminare il resto del set”, afferma Beristain, che si ispira da molti anni all’approccio del direttore della fotografia inglese David Watkin nei confronti dell’illuminazione. “Questa luce proveniente da una singola fonte si rifrange attraverso le finestre, invadendo i set il meno possibile. I registi e gli attori apprezzano molto questa tecnica e questo tipo di illuminazione ha un look molto naturale”.

 

Il cortile e la passerella sopraelevata del Gulag

Il più grande set realizzato per il film era quello del cortile e della passerella sopraelevata del Gulag, costruito nel backlot dei Pinewood. “Il design era basato sul nocciolo di un vecchio reattore nucleare”, afferma lo scenografo Charles Wood. “È stato ideato per somigliare a uno spazio riconvertito: una vecchia centrale nucleare sovietica che nel corso degli anni è caduta in disuso e ora ospita questi pericolosi prigionieri”.

 

La squadra responsabile degli effetti visivi ha fornito il suo contributo successivamente, circondando il set del Gulag di montagne, ghiacciai e neve per mostrare al pubblico che ci troviamo in Siberia. La squadra ha inoltre inserito un elicottero digitale nei campi lunghi per mostrare l’evasione di Alexei.

 

La fattoria di Melina

Nella storia del film, la residenza di Melina è situata in una vasta distesa di terra nell’Europa dell’Est. Wood afferma: “Abbiamo preso in esame numerose immagini di fattorie russe e abbiamo costruito questo spazio basandoci su quei punti di riferimento. Volevamo creare ambientazioni che la macchina da presa potesse riprendere in modo oggettivo, quindi questi ambienti composti da molte stanze ci davano la possibilità di muovere la macchina liberamente e creare inquadrature piacevoli per la scena in cui questi personaggi si ritrovano”.

 

“Questa è la storia di una famiglia che viene separata e poi si ritrova: è molto umana”, prosegue Wood. “È costruita sull’onestà di queste persone che si ritrovano… si tratta di persone spezzate che devono trovare un modo per guarire”.

 

La Stanza Rossa

La Stanza Rossa è un misterioso programma in cui spie e assassini, come Natasha Romanoff, vengono sottoposti a un lavaggio del cervello e addestrati. Nessuno sa dove si trovi realmente questa organizzazione, nemmeno Natasha. Wood afferma: “Quando stavamo creando le strutture della Stanza Rossa, volevamo assicurarci che gli spettatori non fossero in grado di capire dove si trovassero”.

 

“Volevamo creare un mondo basato su un periodo antecedente al nostro”, prosegue Wood. “Nella nostra storia, la Stanza Rossa è stata costruita durante la corsa allo spazio degli anni Sessanta. Abbiamo creato un look retrò, con moltissime strutture architettoniche che fanno riferimento agli anni Sessanta e Settanta e ai primi anni Ottanta”.

 

Tra le varie porzioni della Stanza Rossa, la squadra di Wood ha progettato un ufficio sofisticato e all’avanguardia per Dreykov.

 

 

COMBATTIMENTI, CADUTE E VOLI

I filmmaker selezionano una potente squadra di responsabili degli stunt per questa avventura piena d’azione

Black Widow è pieno d’azione e contiene stunt automobilistici con macchine e motociclette, sequenze di paracadutismo e straordinarie scene di lotta sia elettrizzanti che emozionanti. Ogni scena di combattimento, afferma il co-produttore Brian Chapek, contribuisce ad arricchire la storia. “Per i fan, un combattimento non è interessante se non contribuisce ad approfondire un determinato personaggio, ed è quello che abbiamo cercato di fare in questo film”, afferma.

 

Gli interpreti Scarlett Johansson, Florence Pugh, Rachel Weisz e David Harbour si sono allenati estensivamente per gli stunt e i combattimenti, così da essere in grado di eseguire la maggior parte delle scene d’azione in prima persona. Lo stunt coordinator Rob Inch e il fight coordinator James Young erano a capo della squadra responsabile degli stunt e dei combattimenti del film.

 

Young ha lavorato in una serie di film targati Marvel Studios, mentre la filmografia di Inch comprende film come Wonder Woman 1984, Rogue One: A Star Wars Story e Captain America – Il Primo Vendicatore. Afferma che la regista Cate Shortland ha fatto affidamento sulla loro esperienza. “È stato grandioso lavorare con una persona che ci permetteva di offrire liberamente le nostre idee creative e che al tempo stesso era in grado di fornire degli elementi artistici diversi a cui non avremmo pensato. Vedeva qualcosa e poi la modificava leggermente per renderla più artistica e stilizzata”.

 

Black Widow è il sesto film Marvel Studios in cui Young ha lavorato con Johansson, dopo Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Age of Ultron, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. “Scarlett è bravissima a seguire le indicazioni e tradurle sullo schermo”, afferma. “Non ho bisogno di preoccuparmi di lei, perché le controfigure che ha avuto in passato l’hanno addestrata molto bene. Il combattimento non è altro che un tipo altamente performativo di recitazione e Scarlett è una veterana. Capisce immediatamente cosa fare”.

 

Ma, come sottolinea Young, lo stile di combattimento del personaggio si è evoluto nel corso degli anni. “Natasha è stata addestrata nella Stanza Rossa ma ha lavorato con gli Avengers per molti anni, dunque abbiamo intercettato un po’ di cose che lei potrebbe aver imparato da loro. In questo film, Natasha deve utilizzare le sue abilità nel combattimento corpo a corpo”.

 

Secondo Inch, l’istinto di Johansson nei confronti del personaggio è stato di grande ispirazione. “Scarlett si è presentata alle prove degli stunt sapendo esattamente quali caratteristiche appartenevano al personaggio e quali invece no”, afferma Inch.

 

Parlando di Natasha, Johansson afferma: “Non ha superpoteri, quindi proviene tutto da lei. Ho avuto tantissimo tempo per sviluppare questo vocabolario fisico e finalmente sono in grado di utilizzarlo pienamente in questo film. È stato davvero entusiasmante e sono molto contenta del risultato finale”.

 

Proprio come Johansson, anche Pugh si è addestrata duramente prima di arrivare sul set, praticando kickboxing e Tae Kwon Do, e allenandosi nel combattimento con il coltello e negli stunt. “Lavorare con Florence è stata una vera delizia”, afferma Young. “Riesce a farsi un’idea molto precisa dell’azione. Ha la mente di una ballerina e riesce a imparare molto velocemente le coreografie”.

 

Pugh aggiunge: “È stato molto divertente essere coinvolta negli stunt e imparare nuove abilità. È una parte fondamentale del film e se ti mostri pronta a eseguire le scene d’azione in prima persona, loro sono davvero entusiasti di coinvolgerti il più possibile. Yelena è energica, il suo stile di combattimento è rapido e potente, e lei preferisce terminare il lavoro in fretta piuttosto che apparire aggraziata. È una caratteristica del personaggio a cui mi sono aggrappata molto nel corso del film”.

 

RIVALITÀ TRA SORELLE

La prima settimana di riprese effettuata da Pugh (che rappresentava anche la sua prima volta sul set accanto a Johansson) consisteva nella sequenza di combattimento tra Natasha e Yelena quando i personaggi si rivedono per la prima volta dopo essere state separate da bambine. “Due giorni dopo aver conosciuto Scarlett, la stavo sbattendo sullo stipite di una porta o sul piano di lavoro di una cucina”, afferma Pugh. “Era il modo migliore per imparare a conoscere velocemente una persona: combattere contro di lei per una settimana”.

 

Inch afferma: “Speravamo di poter provare la sequenza di combattimento in anticipo con Scarlett e Florence, ma non c’era tempo e non siamo riusciti a organizzarci. È stato interessante, perché erano davvero in sintonia l’una con l’altra e si davano energia a vicenda. Speriamo che gli spettatori riescano a vederlo nel film”.

 

La coreografia intensa e creativa rende la scena unica, anche all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel. “È grintosa, viscerale ed estremamente carica di emozioni e storia, dato che questi due personaggi non si vedono da vent’anni”, afferma Young. “Chiunque abbia fatto a botte con un fratello o una sorella sa che in realtà non si tratta di un semplice combattimento. È qualcosa di molto più primordiale, ci sono molte più cose in gioco, e finisce soltanto se uno dei due si arrende”.

 

Shortland aggiunge: “Yelena non ha mai perdonato Natasha per averla abbandonata. Vuole punirla. Il loro combattimento nell’appartamento è sia una punizione che un modo per mettere alla prova la loro fiducia reciproca. Permette al pubblico di comprendere il rapporto tra queste due persone a un livello davvero profondo. Ed è anche molto divertente”.

 

LO SCONTRO CON TASKMASTER

Un’altra sequenza di combattimento fondamentale è lo scontro tra Natasha e Taskmaster sul ponte in Norvegia. “È la prima volta che vediamo Natasha in svantaggio”, afferma Inch. “Esegue tutte le sue tipiche mosse, ma Taskmaster le blocca tutte, le usa contro di lei e riesce anche ad anticiparle. Speriamo quasi che Natasha rimanga a terra… è la prima volta che la vediamo affrontare una sconfitta”.

 

Per Young, Taskmaster è stato il personaggio più difficile da coreografare. “È un personaggio che può replicare quello che fai e utilizzare le tue mosse contro di te”, afferma. “La sfida era trovare un modo per mantenere questo combattimento coinvolgente e non renderlo ripetitivo”.

 

RED GUARDIAN

Anche David Harbour si è allenato in modo estensivo con lo stunt team per tutte le scene di combattimento, imparando un particolare sport da combattimento/arte marziale sovietica, il Sambo. Harbour afferma: “Non ho mai lavorato con uno stunt team così fantastico. Vorrei che avessero eseguito tutte queste scene in prima persona, dato che sono molto più bravi di me, ma forse ogni tanto è carino vedere la mia faccia”.

 

La prima sequenza di combattimento di Alexei si svolge nel Gulag quando Natasha e Yelena arrivano per farlo evadere. “Alexei vuole combattere ma è un po’ arrugginito”, afferma Young.

 

 

Nel film targato Marvel Studios Black Widow, quando viene alla luce un pericoloso complotto, Natasha Romanoff alias Black Widow (Vedova Nera) si trova ad affrontare il lato più oscuro del suo passato. Inseguita da una forza che non si fermerà di fronte a nulla per distruggerla, Natasha dovrà fare i conti con il suo passato da spia e con le relazioni che ha lasciato dietro di sé molto prima di diventare un Avenger. “Penso che fin dall’inizio, quando abbiamo iniziato a discutere dell’idea di fare un film su Vedova Nera, sapevamo che avremmo dovuto realizzare qualcosa di coraggioso, che scavasse in profondità nel personaggio, altrimenti non avrebbe avuto senso”, afferma Scarlett Johansson, che torna a interpretare il ruolo di Natasha Romanoff/Black Widow (Vedova Nera). “Dopo aver interpretato questo personaggio per un decennio, volevo assicurarmi che il film fosse soddisfacente dal punto di vista artistico e creativo, sia per me che per i fan”.

 

Il produttore Kevin Feige, presidente e chief creative officer di Marvel Studios, afferma che il personaggio di Natasha Romanoff ha incuriosito il pubblico fin dalla sua prima apparizione in Iron Man 2 nel 2010. “Ha un passato davvero ricco, di cui abbiamo dato degli indizi negli altri film”, afferma Feige. “Ma stavolta lo affrontiamo in un modo completamente inaspettato. Ha fatto moltissime cose nei periodi intercorsi tra le sue apparizioni nei vari film, alcune delle quali saranno molto sorprendenti per il pubblico”.

 

Feige spiega che Johansson ha contattato la regista Cate Shortland chiedendole se fosse interessata a dirigere il film. “Cate è venuta a Los Angeles e si è innamorata del personaggio e delle possibilità che poteva offrire”, afferma Feige. “Si è resa conto che avrebbe potuto raccontare una storia molto personale e fare qualcosa di davvero speciale all’interno di un quadro molto ampio”.

 

Shortland afferma: “Credo che la cosa più interessante del film sia il fatto che stiamo giocando con le aspettative del pubblico. Stiamo esplorando alcune parti del passato di Natasha di cui gli spettatori non hanno la benché minima idea. Esploriamo la sua famiglia, ciò che ama e le sue passioni. Si riusciranno a vedere tutti quei suoi aspetti che non si sono mai visti prima d’ora”.

 

Come spiega la regista, la squadra creativa aveva a disposizione una sorta di tabula rasa per raccontare il passato di Natasha. “Ho lavorato con una studiosa di storia russa a Londra per costruire una storia del luogo dove Natasha sarebbe nata, del tipo di madre che avrebbe avuto, dei motivi che avrebbero spinto sua madre ad abbandonarla, e dell’infanzia che avrebbe avuto prima di entrare nella Stanza Rossa”, afferma Shortland. “E poi dovevamo creare un’intera linea narrativa che fosse coerente con la storia del nostro film, mostrando il modo in cui sarebbe stata addestrata a diventare una ragazza americana, a parlare inglese e conoscere la cultura pop. Cerco sempre di costruire i personaggi partendo dallo scheletro per creare persone reali. Anche se questo film parla di una supereroina, ho impiegato lo stesso processo. Vedova Nera è una femme fatale, ma cosa c’è veramente dentro di lei?”.

 

Oltre al suo esordio nel 2010, Natasha Romanoff è apparsa in sei film Marvel: The Avengers, Captain America: The Winter Soldier, Avengers: Age of Ultron, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e l’entusiasmante ed emozionante film del 2019 Avengers: Endgame. “Abbiamo presentato Natasha Romanoff al nostro pubblico in Iron Man 2”, afferma la produttrice esecutiva Victoria Alonso. “Tuttavia per me la scena più importante che la riguarda è quella in The Avengers in cui combatte contro questi russi in un deposito indossando un vestito lungo. Si allontana e prende in mano le sue scarpe col tacco alto come la persona più tosta di sempre. In questo film, torniamo indietro a quando aveva all’incirca 12 anni. A poco a poco, iniziamo a rimuovere gli strati che la ricoprono”.

 

Black Widow è ambientato prima di Avengers: Infinity War. “Il film si svolge subito dopo Captain America: Civil War”, spiega il co-produttore Brian Chapek. “Natasha ha infranto gli Accordi di Sokovia e tradito il Segretario Ross, mentre gli Avengers si sono sciolti. All’inizio del film, Natasha tenta disperatamente di fuggire da Ross e abbandonare il suolo statunitense. Quando ha l’opportunità di ricominciare da capo, si rende rapidamente conto che ci sono forze più oscure che minacciano il mondo e questo la spinge a tornare in azione”.

 

Secondo lo sceneggiatore Eric Pearson, il continuo mistero di Natasha Romanoff era interessante sia per il pubblico che per i filmmaker. “Tra gli Avengers, credo sia il personaggio che abbia rivelato meno informazioni su di sé da quando l’abbiamo incontrata”, afferma. “In Iron Man 2 non era chi diceva di essere. Ha scelto di non svelare il proprio passato e la propria identità al pubblico e agli altri personaggi. In Black Widow, esploreremo finalmente il suo passato e capiremo come mai era così restia a raccontarlo”.

 

Per Jac Schaeffer, che ha contribuito al soggetto, potersi ispirare a tutto l’Universo Cinematografico Marvel e all’interpretazione offerta da Johansson nel ruolo di Natasha è stato utile ma anche intimidatorio. “Avevamo la grande responsabilità di raccontare in modo giusto la storia di questa donna che conosciamo, amiamo e idolatriamo”, afferma. “C’è un quadro davvero ricco a cui ispirarsi e che poi abbiamo espanso”.

 

Il risultato finale è un thriller d’azione estremamente intenso, afferma Chapek. “Allo stesso tempo, il nostro film risponde a molte domande sul passato di Natasha”, aggiunge. “Abbiamo visto il suo personaggio evolversi e aprirsi. Abbiamo dato indizi sulla sua identità e sulla sua personalità. In Avengers: Endgame, Natasha è riuscita a fare il sacrificio definitivo per il bene comune. Ora, vogliamo raccontare una storia incentrata su chi sia veramente e su cosa l’abbia spinta a prendere quella decisione eroica”.

 

Il produttore esecutivo Brad Winderbaum aggiunge: “In ogni film Marvel cerchiamo di impiegare un tono diverso, un genere diverso, un’idea diversa… qualcosa che non abbiamo mai visto prima. Questo spiega le enormi differenze tra film come Captain America: The Winter Soldier e Thor: Ragnarok. Cerchiamo sempre di fare qualcosa di nuovo e con Black Widow sveleremo un aspetto completamente inaspettato della sua storia”.

 

 

 

 

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