dal 01 Giugno imperdibile Marilyn TUTTE LE CURIOSITA’ UFFICIALI

dal 01 Giugno imperdibile Marilyn TUTTE LE CURIOSITA’ UFFICIALI

All’inizio dell’estate del 1956 la star americana Marilyn Monroe toccava il suolo inglese per la prima volta. In luna di miele con il marito, il famoso drammaturgo Arthur Miller, la Monroe era andata in Inghilterra per girare Il principe e la ballerina, il film che doveva interpretare al fianco di Sir Laurence Olivier, leggenda del teatro e del cinema inglese, e che del film era regista e protagonista.

Quella stessa estate il ventitreenne Colin Clark era per la prima volta nella sua vita su un set cinematografico. Appena laureato ad Oxford, Clark, che aspirava a diventare un regista, aveva trovato un modesto impiego sul set de Il principe e la ballerina.

Quarant’anni dopo Clark racconta la sua esperienza di quei sei mesi di riprese in un’autobiografia in forma di diario dal titolo The prince, the showgirl and me. Ma nel resoconto di Clark manca una settimana.

Solo alcuni anni dopo Clark ne rivela il perché. Nel suo secondo libro, intitolato My Week with Marilyn, racconta infatti la vera storia della magica settimana che aveva trascorso da solo con la più grande star del mondo: Marilyn Monroe.

A tratti comico, a tratti commovente, Marilyn è un ritratto intimo della celebre icona hollywoodiana e traccia la storia del breve ma intenso legame che la star stabilì con un ragazzo in grado di capirla meglio di chiunque altro.

 

 

IL PRINCIPE E LA BALLERINA

di Laurence Olivier

Il Principe e la ballerina (titolo originale: The Prince and the Showgirl) è un film del 1957 diretto da Laurence Olivier (tra i più grandi attori teatrali e cinematografici del XX secolo), tratto dall’omonimo romanzo di Terence Rattigan (adattatore anche della sceneggiatura) e che vede tra i protagonisti Marilyn Monroe e lo stesso Olivier.

Siamo nella Londra del 1911, dove tutta la nobiltà europea è riunita per l’incoronazione di re Giorgio V. Tra gli invitati c’è anche Carlo, reggente di Carpazia (Olivier), e alcuni membri della sua corte. A uno spettacolo di varietà il nobile conosce Elsie (Marilyn Monroe) e se ne innamora a prima vista. Il rapporto tra i due si rafforza ulteriormente quando Elsie dà prova di essere dotata non solo di fascino e sensualità ma anche di intelligenza e acume. E’ grazie a lei, infatti, che il principe scopre una pericolosa tresca ai suoi danni ed è sempre grazie a lei che riuscirà a sistemare alcuni affari riguardanti il suo regno, per coronare finalmente il loro sogno d’amore.

Il principe e la ballerina, uscito negli USA il 13 giugno 1957, fu il primo e unico film  prodotto dalla Marilyn Monroe Production, casa di produzione fondata nel 1955 dalla Monroe insieme al fotografo Milton H. Greene.

Il film ottenne 5 nomination ai BAFTA Awards e una al Laurel Awards.

Nel 1958 Marilyn Monroe vinse il David di Donatello per la migliore interpretazione femminile. A consegnarglielo, presso l’Istituto di Cultura Italiana di New York, fu Anna Magnani.

 

 

 

MARILYN

NOTE DI REGIA e PRODUZIONE

 

“Per molti Marilyn è più un’icona che un’attrice”, dice Simon Curtis. “La gente conosce meglio le sue immagini sui poster che i suoi film. Mi sono imbarcato in questo progetto dopo essermi innamorato del primo libro di Colin Clark. Da assistente alla regia al Royal Court Theatre, riscoprire quell’epoca mi ha molto affascinato”

“Quella prima biografia, The prince, the showgirl and me, racconta l’esperienza di Clark come terzo assistente alla regia sul set de Il principe e la ballerina, il primo film di Marilyn Monroe da produttrice e protagonista al fianco di Sir Laurence Olivier, che ne era anche il regista. Il libro narra la miriade di problemi nati durante la produzione del film, causati quasi esclusivamente dalla mancanza di comunicazione e dalle incomprensioni tra le due star: il comportamento imprevedibile e i ritardi della Monroe erano aggravati dalla sua dipendenza dall’alcool e dai farmaci; mentre Olivier, conservatore convinto, si rifiutava di adattarsi al carattere della Monroe o al suo attaccamento al Metodo Stanislavskij, che Marilyn praticava sotto la guida di Paula Strasberg”.

Mentre la biografia di Clark è un godibile resoconto in prima persona del rapporto teso e difficile tra Olivier e la Monroe, il suo libro successivo, My Week With Marilyn, è più una confessione intima. In esso Clark ricorda con affetto l’incantevole settimana trascorsa facendo da guida ad un’inquieta Monroe in un tour nelle campagne inglesi. Offre un punto di vista praticamente inedito della donna reale, accuratamente nascosta dietro un’immagine pubblica meticolosamente costruita, libera per una volta dal peso dei meccanismi della celebrità.

“Quando My Week with Marilyn è stato pubblicato non potevo credere ai miei occhi”, continua Curtis. “Colin aveva vissuto davvero un’emozionante settimana carica di tensione erotica con la donna più famosa del mondo, all’apice della sua carriera. Non riuscivo a credere alla mia fortuna quando sono riuscito ad assicurarmene i diritti. Molti ci avevano provato nel corso degli anni. E nell’ultimo anno ho incontrato almeno tre registi affermati che hanno detto ‘avrei tanto voluto girare quella storia’. Perciò mi sento davvero fortunato”.

“Per realizzare il mio progetto ho fatto squadra con i famosi produttori David Parfitt ed Harvey Weinstein, che sono riusciti a bilanciare in modo magistrale le parti drammatiche con le sue radici musicali e i toni da commedia. Parfitt e Weinstein, che avevano già lavorato insieme per tre tra i più apprezzati film in costume degli ultimi quindici anni (Le ali dell’amore, Gangs of New York e Shakespeare in love) hanno compreso immediatamente il potenziale del libro di Clark come materiale per un film”.

 “Ritenevamo che il primo libro, interessante resoconto della realizzazione de Il principe e la ballerina, fosse più interessante per gli addetti ai lavori”, spiega Parfitt. “Mentre il secondo libro è un vero e proprio sguardo dietro le quinte che permette di svelare chi fosse veramente Marilyn. E’ importante dire che questo non è un biopic su Marilyn; è più uno squarcio su un passaggio della sua vita, mentre lavorava ad un particolare film, e sul rapporto stabilito con Colin Clark in un momento fondamentale della sua vita”.

Dopo essersi assicurato i diritti del libro, il team produttivo ha contattato lo sceneggiatore Adrian Hodges, con il quale avevo lavorato ad un adattamento della BBC di David Copperfield, per testarlo sull’adattamento del materiale. Ma Hodges in un primo momento ha espresso dei dubbi sulla Monroe come soggetto di un film. “Come chiunque altro ero rimasto incantato da A qualcuno piace caldo la prima volta che l’avevo visto. Non avevo mai visto niente di più sexy”, racconta lo sceneggiatore. “Ma le storie su Marilyn sono un territorio già molto battuto. Nel corso degli anni lei si è trasformata in un’entità, un poster, un’immagine riprodotta infinite volte, persino da personaggi contemporanei come Madonna e Lady Gaga”.

Ma dopo aver letto le due autobiografie di Clark, Hodges ha cambiato parere. “Mi sono reso conto che offrivano uno sguardo meravigliosamente intimo sulla vera Marilyn che era sia tutto quello che gli altri pensavano di lei – spaventata, insicura, disperata, talvolta insopportabile – ma anche, allo stesso tempo, vulnerabile, dolce, tenera, in fondo semplicemente una giovane donna. Così ho pensato che questa sceneggiatura avrebbe potuto farla tornare a vivere come un essere umano”.

Il motivo principale di interesse del rapporto di Clark con la Monroe risiede nella sua improbabilità. Com’è possibile che una star di fama mondiale all’apice del successo avesse trascorso una settimana in giro per l’Inghilterra da sola con un rospetto saltato fuori dal set del suo film? Clark si era appena laureato ad Oxford e, anche se in futuro sarebbe diventato un bravo filmaker, all’epoca della produzione de Il principe e la ballerina, all’inizio del 1956, doveva ancora farsi le ossa. Come terzo assistente alla regia, il suo lavoro consisteva nell’essere al contempo visibile e invisibile. I terzi assistenti sono dappertutto e tutti sanno chi sono, perché hanno accesso a qualsiasi comparto della produzione, eppure allo stesso tempo sono tra le persone meno importanti sul set.

Quando Clark arrivò sul set per il suo primo giorno di lavoro, si imbatté nell’atmosfera tesa provocata dalle due star. Era un momento molto difficile per la vita di entrambi. Marilyn aveva appena sposato Arthur Miller e quando arriva all’aeroporto di Londra per girare il film, si sente orgogliosa come mai prima in tutta la sua vita. Era la moglie di un grande intellettuale che pensava le sarebbe stato accanto per il resto della vita. Inoltre questo era il suo primo film come produttrice, il primo progetto della Marilyn Monroe Productions, e lei era andata in Inghilterra per lavorare con il grande Olivier, nello sforzo di smentire chi metteva in dubbio le sue qualità di attrice. In un certo senso il nostro film è la storia di come tutto andò storto.

Allo stesso tempo Olivier stava cercando di rilanciare la sua carriera come star del cinema in un panorama culturale in profondo mutamento, che sembrava proclamare la sua diminuzione di gradimento. Il 1956 era stato un anno straordinario in Inghilterra, con il rock’n’roll, la TV, l’anno di Look Back In Anger (I giovani arrabbiati), di Lucky Jim (Jim il fortunato). La squallida ambientazione e l’attacco anti-establishment di Look Back In Anger avevano scioccato la critica e dato uno scossone al teatro inglese molto perbenista degli anni ‘50, mentre il romanzo satirico Lucky Jim prendeva di mira proprio quella prosopopea accademica su cui Olivier aveva costruito la sua carriera. La cultura dell’epoca era tutta in subbuglio. Marilyn arrivò con Paula Strasberg, e il Metodo era un’ulteriore sfida a ciò in cui Olivier si identificava.

Gli scontri della Monroe con Olivier, le sue ansie riguardo al matrimonio con Arthur Miller, e le stesse insicurezze sul proprio talento, la resero estremamente vulnerabile. “Aveva bisogno di un amico”, spiega Hodges, “e, per una serie di coincidenze, divenne molto intima in senso platonico con Colin Clark, perché lui era sempre presente e non rappresentava alcuna minaccia, sebbene fosse un uomo bello e affascinante”.

La Monroe desiderava ardentemente sfuggire alla tormentata produzione del film e, quando apprese che Clark era di buona famiglia e proveniva da un ambiente privilegiato – era fratello del famoso cronista Alan Clark e figlio minore di Kenneth Clark, noto scrittore e storico dell’arte – pensò che lui avrebbe potuto farla entrare in luoghi che di norma sarebbero stati fuori della sua portata, come il Castello di Windsor e il Collegio di Eton. Aggiunge Hodges “Si trattò di una settimana trascorsa in modo innocente, e allo stesso tempo piena di intimità e di emozioni”.

“Volevo iscrivere la storia del film nello stesso filone del popolare e delicato Lost in translation: le orbite di due persone molto diverse si incontrano per caso, facendo sì che si stabilisca un legame intenso, destinato ad evaporare in breve tempo”, racconta Curtis. “Questo mi affascina. Inoltre la storia si combina molto bene con la nostra attuale fascinazione per la celebrità. Oggi, con Twitter, conosci molti particolari della vita delle star, ma un tempo il controllo era molto più severo, perciò mi piace come Colin riesca a farci osservare da vicino queste cose”.

“Ho atteso a lungo il mio debutto cinematografico”, continua. “Sono stato sul punto di girare alcuni film, ma ora sono davvero molto emozionato all’idea che il mio primo film sia quello che viene chiamato un ‘progetto del cuore’, e non semplicemente qualcosa in cui mi sono imbattuto. Ho sempre desiderato farlo, quindi è un grande punto di partenza”.

“E’ un segno della stima di cui gode Simon come regista il fatto che sia stato in grado di coinvolgere così tanti talenti per il suo debutto sul grande schermo”, aggiunge Weinstein. “Possiede un vero dono con gli attori ed è stato in grado di ottenere da tutto il cast, senza distinzioni, interpretazioni meravigliose e profonde”.

“C’è sempre stata una sola attrice presa in considerazione per il ruolo di Marilyn, la candidata al premio Oscar® Michelle Williams. Sono da sempre un ammiratore del lavoro di Michelle e la considero senz’altro una delle migliori attrici della sua generazione. Le sue interpretazioni in Brokeback mountain e Blue valentine sono particolarmente belle, ed ha esattamente la stessa età che la nostra Marilyn aveva nel 1956. Quando ho saputo che Michelle era interessata alla parte mi sono sentito felice. E’ una lavoratrice instancabile, fa un sacco di ricerche ed ha dimostrato un coraggio incredibile nell’assumere il ruolo di una tale icona del cinema”.

Michelle ha particolarmente apprezzato il punto di vista inedito sulla vita di Marilyn offerto dai diari di Clark. Per Michelle è stato determinante il fatto che la storia non fosse sull’intera vita della Monroe. Si svolge nell’arco di un solo mese, riuscendo così a mettere a fuoco in maniera naturale la storia.

L’attrice americana confessa di aver temuto di non essere in grado di interpretare il personaggio. “Oddio, ero davvero preoccupata. E come non esserlo?” ammette la Williams. “Ho cercato però di non tenerne conto, e ho provato ad immaginarla non come una persona famosa, ma come un’attrice qualsiasi, più come un’amica che come un’icona del cinema”.

Per Michelle la possibilità di interpretare il ruolo della Monroe era importante anche a livello personale. “Sono cresciuta con il suo poster in camera”, rivela. “Ma sono sempre stata attratta di più dalla vita privata di Marilyn, dalla vera Marilyn – la Marilyn prima di ‘Marilyn’. Anche da ragazzina non ero tanto interessata alla sua personalità pubblica, quanto a ciò che c’era dietro la sua immagine”.

Anche se apparentemente la Williams interpreta sullo schermo un’unica donna, in realtà riesce a impersonare i tre distinti “ruoli” nei quali si muoveva la famosa attrice: Marilyn Monroe, la star del cinema internazionale; la donna vulnerabile e insicura battezzata e cresciuta con il nome di Norma Jeane Baker; ed Elsie, la showgirl ingenua protagonista del film di Olivier.

“Per poter dare al pubblico un’idea reale della potenza della Monroe come star, ho girato due numeri musicali che puntellano la storia principale. Il film mostra la parte intima e vulnerabile di Marilyn Monroe, il suo lato segreto. Ma volevo anche essere sicuri di riuscire a mostrarla nella sua veste di star, di attrice che vive il suo sogno. E’ il contrasto tra questi due aspetti, così diversi tra loro, a renderla tanto affascinante”.

Anziché ricorrere alle controfigure e al doppiaggio, Michelle ha invece accettato subito la sfida di cantare e ballare nel film. Michelle canta e balla meravigliosamente. Ha messo anima e corpo nelle riprese dei due numeri musicali.

“Per rendere più semplice girare quelle scene – racconta Curtis – abbiamo messo insieme una squadra fantastica di campioni di Broadway composta dalla coreografa candidata al Tony Award Kathleen Marshall, la coreografa Denise Faye (Nine, Chicago), e l’insegnante di canto David Krane. Krane ha anche arrangiato le canzoni della Monroe scelte per il film, tra cui il medley When Love Goes Wrong/Heat Wave e That Old Black Magic”.

Nonostante conoscesse già bene la vita della Monroe, Michelle ha letto con attenzione qualsiasi fonte sia riuscita a scovare per prepararsi al ruolo. Ha studiato i movimenti per ricreare la fisicità unica della Monroe, dal suo modo di camminare alla documentata discesa dalla scaletta dell’aereo all’aeroporto di Londra. La Williams ha anche lavorato molto con Faye, Marshall e Krane per riuscire ad impossessarsi dello stile della Monroe nel canto e nel ballo. “Quello che mi è stato più utile è stato vedere e rivedere i suoi film, per imprimermi bene ogni cosa nella mente” racconta la Williams. “Il principe e la ballerina continua a piacermi, nonostante ormai l’abbia visto un numero elevato di volte”. A rendere possibile l’incredibile trasformazione fisica della Williams è stata la responsabile del trucco e delle acconciature Jenny Shircore, vincitrice di un premio Oscar® per il suo lavoro nel film di Shekar Kapur Elizabeth.

Il desiderio della Monroe di produrre da sola i suoi film, e di venire in Inghilterra per lavorare con il grande Olivier, traeva origine dal suo bisogno di essere presa sul serio come attrice. La decisione rappresentò un passo coraggioso nella sua carriera che portò la Monroe ad assumere il ruolo che nella versione teatrale originale de Il principe e la ballerina era stato dell’apprezzata attrice (nonché moglie e partner sulle scene di Olivier) Vivien Leigh. La dedizione della Monroe al Metodo come tecnica per la recitazione era un altro modo per cercare di ottenere rispetto, sebbene la ponesse in netta contrapposizione con le performance molto teatrali portate dagli inglesi sullo schermo.

“Quello che Marilyn si aspettava accadesse e ciò che accadde davvero, furono due cose molto diverse e furono all’origine di discordie e di infelicità per lei in Inghilterra”, spiega la Williams. “Lei si aspettava di andare a Londra e di fare un film con l’attore più ammirato dell’epoca, e sperava che questo le avrebbe fatto ottenere quel rispetto che desiderava e che pensava di meritare. Una volta lì si sentì invece maltrattata e derisa. Olivier rideva di lei e non la trattava con l’attenzione che lei sperava di ricevere. Sentì di aver bisogno di alleati e ne trovò uno in Colin”.

La Williams è davvero convinta del talento della Monroe e di quanto le sue interpretazioni appaiano oggi moderne. “Lei voleva ruoli drammatici ma io la preferisco nelle commedie, e la sua presenza ne Il principe e la ballerina fa sparire completamente dallo schermo il resto del cast”, dichiara la Williams. “Sono tutti rigidi, manierati, arcaici e inavvicinabili, mentre se lei facesse quel film oggi non ci sarebbe niente nella sua performance fuori moda o appassito. Lei è molto reale, attuale e bellissima”.

“Per portare Colin Clark sullo schermo ho inseguito il giovane attore Eddie Redmayne”, dice Curtis. “Eddie mi è sempre piaciuto e, come Colin, Eddie ha frequentato Eton e possiede le qualità giuste per la parte: maturità emotiva e innocenza giovanile”.

Nonostante Clark fosse nato in una famiglia molto benestante, è stato sempre considerato un po’ bohémien per gli standard degli ambienti alto borghesi. “Ha frequentato Eton insieme a molti aristocratici ma in effetti era un originale perché la sua famiglia era del tutto estranea al mondo snob dell’epoca” spiega Redmayne. Mentre tutti gli altri andavano a caccia o a pesca, loro avevano come ospiti a cena Laurence Olivier o Margot Fonteyn. Poteva sembrare un ragazzo al quale non mancava nulla. Invece era un tipo eccentrico che si era allontanato dal suo ambiente per mettersi alla prova e per dimostrare il suo valore ai componenti della sua famiglia, tutti di successo, ed anche a se stesso. Affascinante, intelligente e soprattutto tenace, Clark dimostra di possedere una qualità vincente: l’altruismo. “Colin è un tipo generoso che si preoccupa per gli altri”, riflette Redmayne. “Mentre intorno a lui c’è il caos, un’esplosione continua di talento, egocentrismo, energia e sensualità”.

Nel film il ventitreenne Clark è un giovane affascinante e sicuro di sé, anche se non così maturo quanto crede di essere. “Si sente un po’ un protagonista”, ammette Redmayne con un sorriso. “Ho incontrato una signora che si occupava dell’ufficio stampa del film originale e lei mi ha detto che Colin era un vero incantatore, che avrebbe potuto far cambiare idea a chiunque. E’ la tipica, sottile arroganza dei giovani. Ma nel film imparerà una lezione molto importante. E’ una delicata storia sul passaggio dall’adolescenza all’età adulta”. Non a molti ragazzi è capitato di imparare le cose del mondo da una delle donne più famose di tutti i tempi. Aggiunge Redmayne: “E’ incredibile che questo runner, che non aveva mai lavorato su un set prima di allora, sia riuscito ad avere con la protagonista assoluta un’amicizia più intima di chiunque altro sul set. Questa è una delle cose meravigliosamente bizzarre e fantastiche che possono accadere se lavori nel cinema”. Redmayne pensa che quell’amicizia sia nata in parte grazie al fatto che Clark fosse un grande osservatore, una dote che in seguito avrebbe messo a frutto nella vita quando diventerà un documentarista. “Percepisce la fragilità di Marilyn in mezzo a tutta quella confusione sul set”, riflette l’attore. “Vede attraverso le porte chiuse. E non è intimidito dalla celebrità, essendo cresciuto in una casa in cui prendeva il tè con Olivier o la Fonteyn e con i più grandi compositori dell’epoca. La fama gli scivola addosso, ma quello che lo colpisce è il lato abbagliante di Marilyn e un altro suo aspetto straordinario: la vulnerabilità. E’ questo che lo attrae”.

All’inizio della sua esperienza sul set, Clark flirta con una giovane assistente costumista, interpretata da Emma Watson, in quella che sembra una storia d’amore sul punto di sbocciare. Ma il corteggiamento viene interrotto dalla fascinazione che Clark prova per Marilyn e dal suo desiderio di avvicinarsi a lei. “Colin osa sognare che la sua amicizia con Marilyn possa spingersi oltre, e sicuramente, da ciò che il libro racconta, l’idea di baciarla in quell’utopico e frivolo giorno di libertà è assolutamente meravigliosa”, spiega Redmayne. Ma nonostante la settimana trascorsa insieme contenga anche una certa carica erotica, Clark e la Monroe si muovono su un terreno emotivo più complesso di quello di una semplice relazione occasionale. Afferma Redmayne “La loro è una strana relazione. In un certo senso è un miscuglio tra un rapporto madre-figlio e il suo opposto, con lui che si prende cura di lei. E’ un rapporto delicato e abbastanza profondo. E mi piace che abbia un carattere effimero, qualcosa che resta tra Colin e Marilyn”.

 


 

SIMON CURTIS

 

Simon ha iniziato la sua carriera al Royal Court Theatre di Londra come assistente alla regia per Danny Boyle e Max Stafford Clark. Gli spettacoli per i quali ha lavorato in quel periodo comprendono la prima di Road di Jim Cartwright (poi in tournée al Lincoln Centre di New York con un cast del quale facevano parte anche Kevin Bacon e Joan Cusack) e A Lie of the Mind di Sam Shepard. Tra le altre produzioni di rilievo sono da segnalare anche Roots di Arnold Wesker e Making History di Brian Friel per il Royal National Theatre; Dinner with Friends all’Hampstead Theatre; The Rise and Fall of Little Voice allo Steppenwolf Theatre di Chicago a poi a Broadway; e Otherwise Engaged di Simon Gray al Criterion Theatre nel West End. Nel 2010 ha diretto Serenading Louie di Lanford Wilson al Donmar Warehouse.

Curtis ha un legame professionale molto intenso con BBC Television and Films, e da produttore o produttore esecutivo ha curato più di cinquanta titoli, tra cui Absolute Hell con Judi Dench; Tales from Hollywood con Alec Guinness e Jeremy Irons; Shadow of a Gunman con Kenneth Branagh; il vincitore del Prix Italia Stephen Poliakoff Shooting the Past; The Designated Mourner con Mike Nichols; La signora Dalloway con Vanessa Redgrave; Improvvisamente l’estate scorsa con Maggie Smith, Natasha Richardson e Rob Lowe; Via Dolorosa con David Hare, diretto da Stephen Daldry; e Company diretto da Sam Mendes.

Le sue regie per il cinema e la televisione comprendono la prima stagione di Tracey Takes On… (HBO) con Tracey Ullman e Hugh Laurie; Old Times con John Malkovich e Miranda Richardson; The Changeling con Hugh Grant; The Mother con Anne Bancroft; The Student Prince con Lee Hall; The Sins con Pete Postlethwaite; My Summer With Des con Rachel Weisz; e David Copperfield, da un adattamento di Adrian Hodges con Maggie Smith, Ian McKellen, Bob Hoskins, Imelda Staunton e un esordiente Daniel Radcliffe, vincitore del Peabody Award 2001. Il suo episodio della serie Twenty Thousand Street Under the Sky con Sally Hawkins è stato candidato come miglior film a ben quattro premi, compreso quello del Banff Festival 2006 e proiettato al Telluride Film Festival 2006. Per BBC1 ha diretto The Amazing Mrs. Pritchard con Jane Horrocks e Carey Mulligan, ed è stato produttore esecutivo e regista del candidato al Golden Globe e ai BAFTA Five Days con Hugh Bonneville e Janet McTeer per la BBC e la HBO.

Nel 2007 ha diretto Judi Dench, Eileen Atkins, Michael Gambon e Imelda Staunton nel vincitore di BAFTA ed Emmy, Cranford per il quale lui stesso ha ricevuto una candidatura ai BAFTA, e Freezing con Hugh Bonneville, Tom Hollander ed Elizabeth McGovern.

Nel 2008 ha diretto Una breve vacanza in Svizzera con il quale Julie Walters ha vinto il premio come miglior attrice al festival di Monte Carlo nel 2009 e successivamente ha vinto il Broadcast Best Film 2010 ed è stato candidato ad un BAFTA. L’anno scorso ha diretto Cranford 2 premiato ai BAFTA e agli Emmy con un cast che comprendeva Judi Dench, Imelda Staunton, Jonathan Pryce, Tim Curry, Jodie Whittaker e Tom Hiddleston.


 

I PERSONAGGI SECONDARI

 

Laurence Olivier riponeva grandi speranze nel progetto con Marilyn Monroe: era il film che avrebbe dovuto rilanciare la sua traballante carriera cinematografica. Per riportare in vita sullo schermo il grande attore, i filmaker si sono rivolti a Kenneth Branagh, un contemporaneo maestro del palcoscenico e dello schermo, che in gioventù è stato spesso paragonato a Olivier. Tra l’altro entrambi hanno diretto e interpretato versioni cinematografiche molto apprezzate dell’Enrico V e di Amleto.

“Avevo delle perplessità, ma poi ho deciso di leggere la sceneggiatura e vedere cosa sarebbe successo” racconta Branagh. “Sono rimasto molto colpito dalla storia. Conoscevo i libri di Colin Clark dai quali era tratta la sceneggiatura, ma quello che mi ha sorpreso è stato che, mentre il film rischiava di essere incentrato sul gossip e le curiosità legate alle riprese, era invece molto commovente e delicato e molto, molto divertente”.

Branagh è rimasto colpito anche dal ritratto “affettuoso e celebrativo” di Olivier. “La sceneggiatura tratta Olivier, Marilyn Monroe e la loro epoca con affetto. E non si propone solo di mostrare dall’interno il mondo della creazione artistica e cinematografica, è anche così avvincente da farti venire voglia di leggerla tutta di un fiato”.

Durante le riprese de Il principe e la ballerina, Olivier era sposato con la protagonista di Via col vento, Vivien Leigh, che visitava il set di tanto in tanto. Interpretata nel film da Julia Ormond, anche la Leigh aveva un debole per Colin Clark. “Credo che Vivien sia un mix di grande vivacità e durezza in un corpo molto femminile” dice la Ormond, che confessa di essere una grande fan della star di Hollywood. “Una delle cose per cui era nota Vivien era la sua straordinaria bellezza, cosa che ovviamente intimidisce orribilmente. Grazie al cielo mi hanno chiesto di interpretarla all’età di 43 anni e non di 23. Penso che subisse il fascino di Marilyn e che fosse molto invidiosa della sua bellezza”.

Marilyn all’epoca era sposata con il famoso drammaturgo Arthur Miller, interpretato nel film da Dougray Scott. La coppia arriva in Inghilterra subito dopo il matrimonio, mostrando però già qualche segno di tensione. “Erano sempre più divisi e il rapporto si faceva ogni giorno più difficile”, racconta Scott. “Lei era una donna molto complicata, molto difficile da capire. Anche se alla fine, anni dopo, Miller ha raccontato di quanto l’avesse amata e adorata”.

Quando Miller torna negli Stati Uniti dopo un fraintendimento con la neo-sposa, la Monroe resta senza nessun vero amico accanto, a parte la sua insegnante di recitazione e sostenitrice del Metodo Stanislavskij Paula Strasberg, interpretata da Zoë Wanamaker. “Paula era la moglie di Lee Strasberg, che a New York era il più importante riferimento per la scuola di recitazione basata sul Metodo”, racconta la Wanamaker. “Lavorava con Marilyn e non credo che ad Olivier piacesse averla così tanto tra i piedi. E credo che in fondo non piacesse neanche ad Arthur Miller. Però non voglio che appaia come un mostro. Volevo provare a dare al mio personaggio un po’ di calore e di verità, preoccupazione sincera e sincero attaccamento”.

Ma mentre la Strasberg agisce avendo a cuore il bene della sua cliente, lo stesso non può dirsi del suo socio Milton Greene, interpretato da Dominic Cooper. “Tanto per cominciare avevano un rapporto molto stretto”, spiega Cooper. “Ma la loro relazione nel corso di quella settimana, anziché essere di aiuto, si era fatta sempre più difficile. Lui cercava di aiutarla dandole sempre più medicine, e all’epoca in cui il film venne girato le veniva somministrato qualsiasi tipo di sostanza per cose che oggi sono assolutamente superabili in altro modo. Marilyn stava molto male, sia fisicamente che psicologicamente, e Milton, senza sapere bene cosa stesse facendo, la riempiva di medicine per farle passare il dolore. Tutti cercavano di aiutarla in quel momento, senza capire esattamente la portata dei suoi problemi”.

Nel momento in cui Marilyn si sforza di adattarsi al set di Olivier, è la bravissima attrice Sybil Thorndike, interpretata dall’altrettanto brava ed apprezzata Judi Dench, che le sta vicino per incoraggiarla. “Lei è lì, pronta ad ascoltare e ad aiutare sia sir Laurence che Marilyn” spiega la Dench. “Sybil, conoscendo bene sir Laurence, percepisce immediatamente la tensione tremenda tra lui e Marilyn. Credo però che in fondo stesse dalla parte di Marilyn e Colin. Era molto gentile con Marilyn, la ammirava e la sosteneva”.

A completare il cast c’è Lucy, l’assistente ai costumi, interpretata da Emma Watson, con la quale Colin ha un inizio di relazione amorosa prima che Marilyn catturi il suo cuore. “Lucy ha esperienza di set, mentre per Colin Clark il mondo del cinema è una cosa nuova, scintillante ed emozionante” dice la Watson. “E’ molto prudente con gli assistenti alla regia e sa come vanno questi film, ma è ancora un po’ ingenua e innocente. E anche se all’inizio è molto cauta con Colin, se ne innamora e finisce col farsi male”.

 


LA REALIZZAZIONE

 

Gran parte di Marilyn è stata girata ai Pinewood Studios, gli stessi usati per Il principe e la ballerina, oltre che in esterni ad Hatfield House, al Castello di Windsor, all’Eton College e sulle banchine del Tamigi. La produzione ha anche girato alcune scene alla Parkside House, la casa in cui Marilyn alloggiava durante le riprese de Il principe e la ballerina. “E’ stato emozionante trovarsi in quel posto” racconta Curtis. “Girare la scena in cui Marilyn trova il quaderno di Arthur Miller e lo legge con orrore, esattamente sulle stesse scale dove Marilyn si era seduta, è stato davvero incredibile”.

Curtis spiega che il film avrebbe dovuto essere fedele alle atmosfere del 1956, “pur presentando elementi moderni”. Nel film ci sono anche delle sequenze in cui Olivier e la compagnia girano alcune scene de Il principe e la balle   rina. “E’ come un film nel film”, dice il produttore David Parfitt. “Per Simon era molto importante tener conto dei colori e degli ambienti dell’epoca e dell’introduzione del technicolor negli anni ’50. Volevamo differenziare le scene che riguardano le riprese de Il principe e la ballerina da quelle che raccontano ciò che accadeva fuori dal set”.

“E’ stato molto divertente”, prosegue, “perché sul nostro set c’erano persone che avevano lavorato al film originale, assieme ad alcuni dei loro figli. La segretaria di edizione del film originale è venuta per un giorno, e girare in quello studio, esattamente lo stesso in cui era stato fatto quel film, con Michelle nello stesso camerino, tutto ha contribuito a dare un’atmosfera particolare alla nostra storia”.

Quando Marilyn è entrato nella fase della post-produzione, il produttore Harvey Weinstein ha contattato un suo buon amico e collega, il compositore Alexandre Desplat, per la colonna sonora del film. Avendo collaborato con Weinstein per oltre dieci film, compreso il vincitore dell’Oscar® come miglior film Il discorso del re, Desplat ha acconsentito a creare un “tema di Marilyn”, lavorando con il compositore e arrangiatore Conrad Pope, che ha invece realizzato la colonna sonora.

Weinstein è rimasto talmente colpito dal “tema di Marilyn” composto da Desplat che ha pensato che dovesse essere eseguito da uno dei più grandi pianisti del mondo. Fortunatamente il famoso pianista Lang Lang è rimasto molto colpito dal lavoro di Desplat e ha deciso di impegnarsi a registrare il pezzo negli Abbey Road Studios di Londra, a settembre. “Ascoltare Lang Lang che suonava “il tema di Marilyn” è stato uno dei momenti più memorabili e magici della mia carriera”, racconta Curtis. “Non avrei potuto immaginare un punto di arrivo migliore per l’incredibile percorso fatto da questo progetto”.

 


 

BIOGRAFIE DEL CAST

 

Michelle Williams                                                                                  Marilyn Monroe

 

Le performance di Michelle Williams l’hanno resa una delle attrici più richieste e apprezzate di Hollywood. Per la magnifica interpretazione di Marilyn ha ottenuto quest’anno una candidatura agli Oscar e il prestigioso Golden Globe come Miglior Attrice Protagonista.

Per il film di Derek Cianfrance Blue valentine ha ottenuto una candidatura agli Oscar® come miglior attrice, oltre a candidature al Golden Globe, al premio della Broadcast Film Critics Association e ad una quarta candidatura agli Independent Spirit Awards.

La Williams sta attualmente lavorando per il film di Sam Raimi Oz: the great and powerful con James Franco, in cui interpreta Glinda, la Strega Buona.

L’interpretazione della Williams nel film di Ang Lee Brokeback mountain, uscito nel 2005, le ha fatto vincere un Broadcast Film Critics Association Award, oltre a farle meritare candidature come miglior attrice non protagonista agli Independent Spirit Awards, ai SAG, ai Golden Globe, ai BAFTA e agli Oscar®. Due anni dopo la Williams è stata candidata agli Independent Spirit Awards come miglior attrice per la sua interpretazione nel film di Wim Wenders La terra dell’abbondanza. E ancora la sua commovente ed evocativa performance nei panni di Wendy in Wendy e Lucy – film indipendente molto apprezzato dalla critica e anche prima collaborazione della Williams con Kelly Reichardt – le ha fatto ottenere un Toronto Film Critics Award come miglior attrice nel 2009 e una terza candidatura agli Independent Spirit Awards.

Nel 2004 Michelle Williams ha condiviso con i suoi colleghi del set una candidatura per il miglior cast nel suo complesso agli Screen Actors Guild Awards con il film di Thomas McCarthy The station agent. Nel 2005 era stata nominata dal Motion Picture Club “Star femminile del futuro”.

Tra gli altri film interpretati dalla Williams ricordiamo la sua seconda collaborazione con la regista Kelly Reichardt Meek’s cuttoff; Shutter island di Martin Scorsese; Senza apparente motivo di Sharon Maguire; Synecdoche, new york di Charlie Kaufman; Io non sono qui di Todd Haynes; L’amore giovane di Ethan Hawke; Me without you di Sandra Goldbacher e Le ragazze della casa bianca di Andrew Fleming.

In televisione la Williams è stata la protagonista con Chloë Sevigny del film di Martha Coolidge per la HBO If These Walls Could Talk 2. Per sei anni ha anche vestito i panni di Jen Lindley della serie di grande successo della WB Dawson’s Creek. La serie, partita nel 1998, è stata una delle serie di maggior successo della WB per l’intero corso delle sue stagioni in TV.

A teatro la Williams ha ottenuto fantastiche recensioni per la sua interpretazione di Varya ne Il giardino dei ciliegi di Cekhov al Williamstown Theatre Festival. E’ stata anche molto apprezzata per la sua interpretazione in Smelling a Rat di Mike Leigh al Samuel Beckett Theatre e per il suo debutto nell’off-Broadway in Killer Joe.

 


Eddie Redmayne                                                                                               Colin Clark

 

Eddie Redmayne è già molto conosciuto per aver lavorato con registi importanti e con grandi talenti dell’industria audiovisiva.

Redmayne ha appena finito di girare Hick di Derick Martini con Chloe Moretz e Blake Lively, adattamento del romanzo di Andrea Portes. Oltre a Marilyn, ha lavorato di recente nell’episodio pilota per la HBO di The Miraculous Year, scritto dal vincitore del Tony John Logan e diretto dal premio Oscar® Kathryn Bigelow.

Ha anche appena concluso le riprese di Birdsong con Clemence Poesy. La serie in due puntate della BBC è un adattamento dell’epica storia d’amore scritta da Sebastian Faulks e ambientata durante la Prima Guerra mondiale e verrà trasmessa nel 2012.

In autunno Redmayne ha ricominciato le prove per il Riccardo II di Shakespeare, andato in scena al Donmar Warehouse di Londra a dicembre, per il ruolo di Riccardo.

Redmayne è noto anche per aver lavorato nella miniserie tratta dal best seller di Ken Follett e candidata ai Golden Globe e agli Emmy I pilastri della terra, con Matthew MacFadyen, Hayley Atwell e Rufus Sewell, e con Ridley Scott come produttore esecutivo. Sempre per la televisione è stato Angel Clare, protagonista dell’amata serie della BBC Tess of the D’Urbervilles, al fianco di Gemma Arterton.

Redmayne è apparso sul grande schermo in The yellow handkerchief, con Maria Bello e William Hurt e ha interpretato il ruolo di Osmund in Black death-un viaggio all’inferno diretto da Christopher Smith. Ha fatto parte del cast del film di Stephen Poliakoff Glorious 39, con Romola Garai, Julie Christie, Bill Nighy e Juno Temple e di Powder blue di Timothy Linh Bui, con Jessica Biel e Forrest Whittaker.

Redmayne ha fatto il suo debutto cinematografico nel 2006 nel thriller diretto da Robert De Niro The good shepherd, con Matt Damon e Angelina Jolie; i critici hanno scritto in modo molto lusinghiero di quella prima performance di Redmayne, spesso mettendone in rilievo l’interpretazione come elemento di spicco del film. Nel 2007 Redmayne ha poi ottenuto un ruolo in Elizabeth: the golden age, il film diretto da Shekhar Kapur e interpretato da Cate Blanchett, Geoffrey Rush e Clive Owen. E’ apparso anche al fianco di Toni Collette nel thriller Like minds, in L’altra donna del re con Natalie Portman e Scarlett Johansson e Savage grace con Julianne Moore.

Nel 2010 Redmayne ha vinto sia il Tony che il Laurence Olivier Award come miglior attore non protagonista per la sua straordinaria performance nella produzione teatrale di grande successo di Michael Grandage

Red, trasferitasi dal Donmar Warehouse di Londra al Golden Theatre di Broadway. Redmayne recitava al fianco di Alfred Molina in questa pièce con due soli attori in scena. Ha anche ottenuto critiche molto positive per la sua interpretazione al West End nel dramma di Edward Albee The Goat Or Who Is Sylvia?, con Jonathan Pryce, in cui vestiva i panni di un adolescente tormentato. Per questa sua interpretazione ha ottenuto un London Evening Standard Award nel 2004 e un London Critics Circle Theatre Award nel 2005 come miglior esordiente. In quello stesso anno ha ottenuto anche una candidatura ad un Olivier Award come miglior attore non protagonista. Successivamente è tornato sul palcoscenico con la nuova pièce di Christopher Shinn Now Or Later, in cartellone al Royal Court Theatre. E’ infine tornato lo scorso dicembre al Donmar per vestire i panni di Riccardo II.

Kenneth Branagh                                                                               Sir Laurence Olivier

 

Kenneth Branagh è uno dei più noti attori e registi del nostro tempo, da sempre apprezzato per la qualità, la verità e la passione dimostrata nel suo lavoro.

Per il ruolo di  Olivier nel film Marilyn ha ottenuto la candidatura agli Oscar 2012 per il Miglior Attore non Protagonista.

La prima incursione di Branagh nel mondo del cinema fu un immediato successo. La sua produzione nel 1989 dell’Enrico V, da lui adattato dal dramma di Shakespeare, recitato e diretto, ottenne infatti una serie di riconoscimenti internazionali, compresa una candidatura agli Oscar® e un premio BAFTA per la miglior regia, nonché candidature agli Oscar® e ai BAFTA come miglior attore. Venne quindi chiamato ad Hollywood per dirigere e interpretare L’altro delitto, altro grande successo internazionale, dopo il quale ha diretto e interpretato un film corale, Gli amici di Peter, vincitore dell’Evening Standard Peter Sellers Award per la miglior commedia. Il secondo film di successo tratto da Shakespeare, di cui Branagh è stato attore, regista, sceneggiatore e produttore, Molto rumore per nulla, venne invitato anche al festival di Cannes, mentre in quello stesso anno il suo cortometraggio Il canto del cigno tratto dalla pièce di Cekhov riceveva una candidatura agli Oscar®. Ha poi diretto Robert De Niro nel grande successo di incassi Frankenstein di Mary Shelley, mentre il suo film in bianco e nero Nel bel mezzo di un gelido inverno veniva selezionato nel 1996 al Sundance Film Festival, vincendo poi la prestigiosa Osella d’Oro a Venezia. La celebrata versione cinematografica di Branagh di Amleto, girato in 70mm, ha ottenuto ben 4 candidature agli Oscar®, mentre Il suo quarto adattamento da Shakespeare è una versione musical ambientata negli anni ‘30 di Pene d’amor perdute. In anni più recenti Branagh ha diretto per la HBO Come vi piace, Il flauto magico, tratto dall’opera omonima di Mozart e Sleuth-gli insospettabili, scritto da Harold Pinter e interpretato da Jude Law e Michael Caine. Inoltre ha da poco diretto il film d’avventura di grande successo Thor, interpretato da Natalie Portman, Anthony Hopkins e Chris Hemsworth.

In veste di attore ha lavorato in Un mese in campagna di Pat O’Connor, Othello di Oliver Parker, Conflitto di interessi di Robert Altman, Celebrity di Woody Allen, Alien love triangle diretto da Danny Boyle, La teoria del volo di Paul Greengrass; Wild wild west di Barry Sonnenfeld, La generazione rubata diretto da Philip Noyce, Harry potter e la camera dei segreti, la commedia di Richard Curtis I love radio rock, e Operazione valchiria di Bryan Singer.

Branagh ha lavorato anche in numerosi e apprezzati film per la televisione compresa la serie premiata ai BAFTA Il commissario Wallander in cui interpreta Kurt Wallander, ruolo che gli ha fatto ottenere candidature agli Emmy e ai Golden Globe e una vittoria ai BAFTA come miglior attore. E’ stato anche il protagonista di Shackleton per Channel 4, per il quale ha ricevuto una candidatura ai BAFTA; di Conspiracy – soluzione finale per la BBC, con cui ha vinto un Emmy come miglior attore e ha ricevuto candidature ai Golden Globe e ai BAFTA; e di Warm Springs, nel quale ha vestito i panni del presidente Roosevelt e per il quale è stato candidato ad un Emmy e ad un Golden Globe.

Il lavoro di Branagh per il teatro ha avuto inizio con il suo debutto come attore nel West End in Another Country, per il quale ha ottenuto il premio dalla Society of West End Theatre come miglior esordiente. Ha poi fondato la Renaissance Theatre Company per la quale ha diretto o ha recitato in Public Enemy, La dodicesima notte, Molto rumore per nulla, Come vi piace, Amleto, I giovani arrabbiati, Zio Vanya, Re Lear, Sogno di una notte di mezza estate e Coriolano. Ha anche diretto The Life of Napoleon, scritto e interpretato da John Sessions.

Julia Ormond                                                                                                       Vivien Leigh

 

L’attrice vincitrice di un Emmy, Julia Ormond, è nota per il suo talento, la sua eleganza e l’impegno costante nel suo lavoro. Con le sue interpretazioni per il cinema, la televisione e il teatro la Ormond continua ad incantare il pubblico di tutto il mondo.

Di recente ha lavorato nel film di Jim Kohlberg The music never stopped, storia di un padre che cerca di riavvicinarsi al figlio malato di un tipo di tumore al cervello che gli impedisce di creare nuovi ricordi. E’ stata apprezzata anche nel pluripremiato film della HBO Temple Grandin, per il quale ha vinto un Emmy come miglior attrice non protagonista in una miniserie, recitando al fianco di Claire Danes.

Tra le sue interpretazioni per il grande schermo, quelle in Il curioso caso di Benjamin Button di David Fincher, Kit kittredge: an american girl di Patricia Rozema, Che di Steven Soderbergh, Surveillance di Jennifer Lynch, Inland Empire di David Lynch, Il barbiere di Siberia di Nikita Mikhalkov, Il senso di smilla per la neve di Bille August, il remake di Sabrina diretto da Sydney Pollack, Il primo cavaliere di Jerry Zucker, Vento di passioni di Edward Zwick e Captives-prigionieri di Angela Pope.

Per la televisione Julia ha lavorato nel biopic della HBO Stalin, interpretando la tormentata signora Stalin, e nel telefilm prodotto da Gale Ann Hurd The Wronged Man per Lifetime.

La Ormond è anche una grande attivista impegnata nel sociale e partecipa a campagne internazionali contro l’HIV/AIDS, il traffico di esseri umani e la povertà in Africa. Nel 2006 la Ormond è stata nominata Ambasciatrice di Buona Volontà contro la schiavitù e il traffico di esseri umani presso l’UNODC.

Attualmente è presidentessa e fondatrice di ASSET (Alliance to Stop Slavery and End Trafficking), associazione impegnata a combattere la schiavitù. Lo scorso settembre, la ASSET è stata determinante per l’approvazione del California Senate Bill 657 (contro il traffico di esseri umani). Per maggiori informazioni sulla ASSET: www.assetcampaign.org.

E’ anche fondatrice e co-presidentessa di FilmAid International, un’organizzazione non governativa che usa il cinema per alleviare la disperazione dei rifugiati, i traumi psicologici, combattere l’isolamento e comunicare con le popolazioni private dei loro diritti in Afghanistan, Africa Orientale e nei Balcani. Con Transatlantic Partners Against AIDS, la Ormond si batte anche contro la diffusione dell’HIV/AIDS in Russia e in Ucraina incoraggiando una migliore prevenzione e interventi per il trattamento della malattia, promuovendo la sensibilizzazione attraverso apparizioni nei media, e mobilitando le comunità artistiche in entrambi i paesi.

 

 

 

 

 


 

Dougray Scott                                                                                                    Arthur Miller

 

Dougray Scott si è formato al Welsh College of Music & Drama e ha iniziato la sua carriera lavorando per la televisione inglese nel premiato The crow road, ottenendo poi ruoli nelle popolarissime serie Desperate Housewives e Heist negli Stati Uniti e in Father and Son, la serie inglese molto apprezzata dalla critica.

Per quanto riguarda il cinema, ha lavorato con importanti registi come Walter Salles e Michael Apted in Dark water ed enigma. Ha fatto parte anche del cast di molti film americani di grande successo-come Mission Impossible ii, con Tom Cruise, Deep Impact, con Morgan Freeman, e La leggenda di un amore-Cinderella con Drew Barrymore. Tra i film in uscita, There be dragons di Roland Joffe e United con David Tennant.

 

Judi Dench                                                                                                       Sybil Thorndike

 

Judi Dench è una delle attrici contemporanee più ammirate e amate, con una carriera costellata di performance straordinarie, sia sul palcoscenico che sullo schermo. Ha vinto tantissimi premi prestigiosi, compreso un Oscar®, nove BAFTA e tre Laurence Olivier e, come riconoscimento dei suoi meriti, ha ricevuto un OBE (Ordine dell’Impero Britannico) nel 1970, è diventata una DBE (Dame dell’Impero Britannico) nel 1988, e ha ottenuto una medaglia dall’Ordine della Companion of Honour nel 2005.

Le sue interpretazioni comprendono performance indimenticabili come quella della Regina Vittoria in La mia regina, per la quale ha vinto un premio BAFTA, un Golden Globe ed è stata candidata all’Oscar®, e quella della Regina Elisabetta I in Shakespeare in love, grazie alla quale ha vinto un Oscar® e un BAFTA come miglior attrice non protagonista. E’ anche conosciuta in tutto il mondo per il suo ruolo dell’autoritaria M negli ultimi cinque film di James Bond.

La Dench è stata candidata agli Oscar® altre quattro volte per le sue interpretazioni nei film: Chocolat, Iris – un amore vero (con il quale ha anche vinto un BAFTA), Lady henderson presentae Diario di uno scandalo. Tra i numerosi altri film da lei interpretati ricordiamo anche Un tè con mussolini, Camera con vista e Il matrimonio di Lady Brenda (questi ultimi due le hanno fatto vincere un BAFTA come miglior attrice non protagonista), 84 charing cross road, Enrico V, Amleto e il musical Nine.

Per la televisione, Judi Dench ha recitato in The Last of the Blonde Bombshells – con il quale ha ottenuto un BAFTA, un Golden Globe e una candidatura agli Emmy – e nella sitcom della BBC di grande successo, As Time Goes By. Più di recente ha interpretato il ruolo di Miss Matty nella serie della BBC molto apprezzata dalla critica Cranford (ricevendo candidature ai BAFTA, agli Emmy, al Golden Globe e al Satellite Award) e in Cranford: Return to Cranford, per la quale ha ottenuto candidature agli Emmy e ai Golden Globe.

I successi della Dench sullo schermo trovano uguale riscontro nella sua straordinaria carriera sul palcoscenico. Ha vinto il premio Laurence Olivier per le sue performance in Antonio e Cleopatra, Absolute Hell e A Little Night Music (tutti al National Theatre), mentre la sua performance in Amy’s View, diretta da Richard Eyre, le ha fatto ottenere riconoscimenti a Londra (al National e all’Aldwych) e a Broadway, dove ha vinto un Tony Award come miglior attrice. Tra gli altri lavori per il teatro ricordiamo: The Royal Family, con la regia di Peter Hall; The Breath of Life, regia di Howard Davies; Tutto è bene ciò che finisce bene per la Royal Shakespeare Company; Hay Fever, diretto da Peter Hall; Le allegre comari di Windsor per la Royal Shakespeare Company; Madame de Sade, diretto da Michael Grandage; e la recente produzione di Sogno di una notte di mezza estate al Rose Theatre di Kingston con la regia di Peter Hall.

 

Dominic Cooper                                                                                           Milton Greene

 

Dominic Cooper si sta decisamente affermando come uno dei più interessanti talenti emergenti. Bravo sia sul palcoscenico che sullo schermo, Cooper continua a dimostrare la sua grande versatilità. Recentemente ha fatto parte del cast del film indipendente The devil’s double, proiettato al Sundance Film Festival 2011 e selezionato al Festival di Berlino dello stesso anno. Diretto da Lee Tamahori e scritto da Michael Thomas, The devil’s double è un teso film d’azione sulla vita di Latif Yahia, costretto contro la sua volontà a fare da controfigura per Uday Hussein. Grazie al suo incarico, Yahia riesce ad avere accesso al rifugio di Hussein, assistendo ad episodi di corruzione, violenza e dissolutezza. Nel film Cooper interpreta il difficile doppio ruolo di Yahia e Hussein.

Contemporaneamente Cooper era sugli schermi anche nell’attesissimo film tratto da uno storico fumetto, Captain america-il primo vendicatore, diretto da Joe Johnston, interpretato anche da Chris Evans, Tommy Lee Jones e Hugo Weaving, in cui veste i panni dell’eccentrico inventore Howard Stark. Ha anche da poco concluso le riprese di La leggenda del cacciatore di vampiri. Diretto da Timur Bekmambetov e interpretato anche da Benjamin Walker e Anthony Mackie, il film è un adattamento dall’omonimo bestseller di Seth Grahame-Smith.

Cooper è apparso sugli schermi anche nel film di Stephen Frears Tamara drewe con Gemma Arterton tra i protagonisti. Cooper era anche nel cast del dramma An education. Diretto da Lone Scherfig e scritto da Nick Hornby, An education narra di una sedicenne alla ricerca di se stessa nella Londra degli anni ‘60 e della sua relazione con un playboy trentenne. Il film, nel cui cast figurano anche Carey Mulligan, Peter Sarsgaard, Alfred Molina ed Emma Thompson, è stato selezionato nel 2009 al Sundance, a Berlino e a Toronto, ed è stato candidato come miglior film sia agli Oscar® che ai BAFTA.

Cooper era anche nel film di enorme successo Mamma mia!, adattamento dell’amatissimo musical teatrale. Con uno straordinario cast di star composto da Meryl Streep, Pierce Brosnan, Colin Firth, Stellan Skarsgård, Christine Baranski, Julie Walters e Amanda Seyfried, Mamma mia! ha fatto registrare incassi da record in tutto il mondo, diventando uno dei film inglesi che ha incassato di più. Inoltre Cooper ha fatto parte del cast del film La duchessa, basato sulla biografia scritta da Amanda Foreman dell’aristocratica inglese del XVIII secolo, Georgiana, Duchessa del Devonshire, celebre per gli scandali che segnarono la sua vita. Diretto da Saul Dibb, questo film in costume ha come protagonisti Keira Knightley e Ralph Fiennes.

Tra gli altri film interpretati da Dominic Cooper ricordiamo anche: Prison escape, diretto da Rupert Wyatt e interpretato anche da Brian Cox e Joseph Fiennes; Brief interviews with hideous men, diretto da John Krasinski; il film prodotto da Tom Hanks Il quiz dell’amore, con James McAvoy; BOUDICA; I’ll be there; triplo gioco di Neil Jordan; e il film dei fratelli Hughes From hell-la vera storia di jack lo squartatore.

Cooper ha studiato alla London Academy of Music and Dramatic Art (LAMDA). Dopo la scuola ha ottenuto un ruolo in Mother Clap’s Molly House al prestigioso National Theatre diretto da Nicholas Hytner. Ha poi recitato alla Royal Shakespeare Company in Sogno di una notte di mezza estate prima di tornare a lavorare con Hytner al National Theatre in His Dark Materials e The History Boys, vincitore di tre premi Olivier, compreso quello come miglior nuovo dramma teatrale.

Scritto da Alan Bennett, The History Boys è stato messo in scena anche a Broadway, dove ha ottenuto sei Tony Awards, compreso quello per il miglior dramma. Cooper a sua volta ha ottenuto candidature al Drama Desk e al premio dell’Evening Standard per la sua apprezzata performance nei panni del personaggio seducente e sicuro di sé Dakin. Cooper ha poi ricoperto di nuovo questo ruolo nel riuscito adattamento per lo schermo, per il quale è stato candidato ai British Independent Film Awards come miglior esordiente e al premio del London Film Critics Circle come miglior attore non protagonista.

Inoltre Cooper è stato Ippolito nella celebrata messa in scena al National Theatre della Fedra di Jean Racine, al fianco di Helen Mirren nei panni della protagonista. La produzione con la regia di Nicholas Hytner, è stata presentata anche ad Epidauro in Grecia e dalla Shakespeare Theatre Company a Washington.

Oltre ai suoi impegni in teatro e per il cinema, Cooper ha lavorato molto anche per la televisione. Recentemente è stato Dave, il corrotto e mellifluo prestatore di mutui in Freefall, un dramma molto attuale prodotto da BBC Two incentrato sul distorto mondo della finanza e sul suo impatto devastante su persone di ogni ceto. E’ stato anche l’elegante e attraente Willoughby nella recente produzione della BBC  di Ragione e sentimento. Tratto dall’omonimo, amato romanzo di Jane Austen, la miniserie per la televisione in due parti è stata diretta da John Alexander e adattata per lo schermo da Andrew Davies.

Tra gli altri progetti per la televisione nei quali Cooper ha recitato ci sono anche il dramma sull’Olocausto God on Trial, Down to Earth per la BBC, Sparkling Cyanide, The Gentleman Thief, sempre per la BBC, Davison’s Eyes per Hallmark, e l’apprezzato Band of Brothers di Steven Spielberg.


 

Emma Watson                                                                                                                 Lucy

 

Emma Watson è nota soprattutto per il suo ruolo di Hermione Granger, da lei interpretato in tutti e otto i film della serie di Harry potter, compreso l’ultimo, Harry potter e i doni della morte–parte 2 che è uscito nelle sale lo scorso anno riscuotendo un enorme successo.

La Watson ha debuttato sullo schermo a 10 anni nel primo film di Harry Potter, Harry Potter e la pietra filosofale, ottenendo con la sua performance uno Young Artist Award come miglior giovane attrice protagonista. La Watson ha anche ricevuto due candidature ai Critics’ Choice Awards della Broadcast Film Critics Association per le sue interpretazioni in Harry potter e il prigioniero di Azkaban e Harry Potter e il calice di fuoco. Per il primo dei due, i lettori della rivista Total Film l’hanno peraltro votata come migliore promessa del panorama cinematografico. Più di recente, Emma Watson è stata candidata al Nickelodeon Kids’ Choice Award del 2011 e come miglior attrice ai Jameson Empire Awards per la sua performance in Harry potter e i doni della morte–parte 1.

In tempi ancor più recenti, la Watson ha girato The perks of being a wallflower a Pittsburgh, negli Stati Uniti. In questo film, adattamento del romanzo di Stephen Chbosky incentrato sulle difficoltà e le vicissitudini di una quindicenne problematica, la Watson interpreta Samantha.

Emma Watson ha anche prestato la voce alla Principessa Pea nel film di animazione del 2008 Le avventure del topino despereaux. Ed ha recitato con Victoria Wood, Richard Griffiths ed Emilia Fox nel ruolo di Pauline Fossil nel dramma per la televisione Ballet Shoes della BBC.

 

Zoë Wanamaker                                                                                        Paula Strasberg

 

Zoë Wanamaker è un’apprezzata e nota attrice di cinema e teatro. Ha ricevuto quattro candidature ai Tony Awards e 14 ai Laurence Olivier Awards (UK), compresa quella che l’ha portata a vincere il premio come miglior attrice protagonista per Electra di David Leveaux. Le sue interpretazioni a teatro sono sempre molto apprezzate dalla critica e comprendono produzioni molto diverse allestite per i principali palcoscenici del mondo. Tra gli ultimo ruoli da lei interpretati al National Theatre ci sono quelli in Molto rumore per nulla, La rosa tatuata, La signora del venerdì e Battle Royal. La Wanamaker ha lavorato anche in Boston Marriage, che dal Donmar Warehouse si è trasferito poi al West End. Ciascuna delle sue interpretazioni a Broadway le ha fatto ottenere una candidatura ad un Tony, compresa nel 2008 quella per la sua performance in Awake and Sing!. Recentemente è apparsa all’Apollo Theatre nella produzione di Howard Davies di All My Sons.

I ruoli della Wanamaker in televisione comprendono quelli in alcune importanti produzioni: Poirot per la ITV, nella quale recita al fianco di David Suchet; Miss Marple, sempre per la ITV; David Copperfield per la BBC, diretto da Simon Curtis; e Othello di Trevor Nunn. La Wanamaker ricevuto il Golden Rose Award al Rose d’Or Light Entertainment Festival per la sua interpretazione di Susan Harper nella sitcom di enorme successo della BBC TV My Family. Ha anche ricevuto due candidature ai BAFTA TV come miglior attrice per le sue interpretazioni in Prime Suspect e Love Hurts, Al cinema la Wanamaker è apparsa in Harry Potter e la pietra filosofale, It’s a wonderful afterlife, Five children and it ed è stata candidata ad un BAFTA per Wilde, nel quale recitava al fianco di Stephen Fry. Nel 2000 la Wanamaker ha ricevuto un’onorificenza (Commander of the British Empire) dalla Regina nel corso di una cerimonia tenutasi a Buckingham Palace.

 

Toby Jones                                                                                                          Arthur Jacobs

 

Toby Jones ha vinto il London Film Critics’ Circle Award per la sua interpretazione di Truman Capote nel film biografico molto apprezzato dalla critica, Infamous-una pessima reputazione. Tra le sue ultime performance quella nel film di Tomas Alfredson La talpa, con Colin Firth e Gary Oldman, quella nel film di Steven Spielberg in motion-capture Le avventure di tintin, tratto dalle famose strisce del fumettista belga Hergé, quella in Captain america: il primo vendicatore di Joe Johnston e quella al fianco di Anthony Hopkins ne Il rito.

Ha interpretato Karl Rove nel film di Oliver Stone W; l’agente di Hollywood Swifty Lazar nel film di Ron Howard Frost/Nixon; e ha lavorato nel film di Jon Amiel Creation, tratto dalla biografia di Charles Darwin scritta dal pronipote del grande scienziato, Randal Keynes. E’ stato poi nel cast del film fantasy Ember-il mistero della citta’ di luce al fianco di Bill Murray e Tim Robbins. E’ apparso in entrambi i film di St. Trinian’s con Rupert Everett e Colin Firth, oltre che nel thriller The mist, diretto da Frank Darabont. Tra gli altri film interpretati da Jones ci sono Nightwatching di Peter Greenaway; Amazing grace, biografia dell’abolizionista William Wilberforce, diretta da Michael Apted; ed l’apprezzatissimo adattamento per lo schermo del romanzo di W. Somerset Maugham Il velo dipinto, interpretato da Edward Norton e Naomi Watts.

Toby Jones ha vinto nel 2001 il Laurence Olivier Award come miglior attore non protagonista per la commedia in scena al West End The Play What I Wrote, diretta da Kenneth Branagh. Da tempo attore impegnato sui palcoscenici dei teatri britannici, tra i lavori da lui interpretati ci sono anche la produzione di Tom Stoppard dell’apprezzata pièce Every Good Boy Deserves Favour al National, seguita dalla dark comedy di Jez Butterworth Parlour Song all’Almeida.

Dopo aver debuttato sul grande schermo nel 1992 nell’adattamento di Orlando, con Tilda Swinton come protagonista, negli ultimi 15 anni Jones si è diviso tra il teatro e il cinema. Tra gli altri film ai quali ha preso parte ricordiamo Ladies in lavender con Judi Dench e Maggie Smith; il film candidato agli Oscar® nel 2004 Neverland-un sogno per la vita; Harry potter e la camera dei segreti e Harry potter e i doni della morte: parte 1, in cui prestava la voce a Dobby l’elfo domestico; Giovanna d’arco di Luc Besson; la commedia romantica La leggenda di un amore-cinderella; e la versione cinematografica de I miserabili, diretta da Bille August. Jones ha lavorato anche per la televisione inglese, interpretando tra gli altri nel 2005 il ruolo di Robert Cecil, primo conte di Salisbury, nella produzione HBO/Channel 4 di Elizabeth I.

 

Derek Jacobi                                                                                       Sir Owen Moreshead

 

La lunga carriera di Sir Derek Jacobi è segnata da una grande varietà di ruoli al cinema, in televisione e a teatro, che gli hanno fatto meritare numerosi premi, compresi un BAFTA per la sua performance in I Claudius e due Emmy per le sue apparizioni in Frasier e Il decimo uomo-l’impostore. Nel 1994 Jacobi è stato nominato baronetto per l’eccellenza del suo lavoro per il teatro e nel 2009 ha vinto un Olivier Award per la sua interpretazione di Malvolio nella produzione al Donmar Warehouse del West End de La dodicesima notte.

Tra i film più noti ai quali ha partecipato ricordiamo Il gladiatore, Gosford park, Nanny mcphee–Tata matilda, La bussola d’oro e, più di recente, il premiato Il discorso del re, oltre ad Ironclad e A bunch of amateurs. Tra le sue ultime apparizioni in televisione ci sono quelle in The Borgias, Joe Maddison’s War, Endgame e in alcune serie televisive che sono ormai delle vere e proprie istituzioni inglesi, come Dr. Who e Miss Marple. Attualmente Jacobi è impegnato in teatro a vestire i panni di Re Lear nella celebrata produzione di Michael Grandage al Donmar Warehouse.

 

Philip Jackson                                                                                                    Roger Smith

 

Philip Jackson ha alle spalle una lunga e apprezzata carriera di attore. Tra i film da lui interpretati: Scum, High hopes, Brassed off, Little voice-e’ nata una stella, Mike bassett, England manager, The intended, Little trip to heaven, Bad behaviour, Grow your own e il film islandese uscito poco tempo fa City state.

Le sue interpretazioni più recenti per la televisione comprendono quelle in Margaret Thatcher, The Long Walk To Finchley, Margaret, Fanny Hill, Crooked House, The Queen, Place of Execution, Funland, Chekhov Shorts, Pete versus Life e la serie della BBC1 tra poco sugli schermi Sugartown. Jackson è anche conosciuto da milioni di telespettatori per il suo ruolo di capo ispettore Japp nella serie Poirot.

In teatro l’anno scorso è stato Willy Loman in Morte di un commesso viaggiatore alla West Yorkshire Playhouse, ed ha interpretato ruoli da protagonista anche in Re Lear,Ice Cream e Rat in the Skull alla Royal Court, e quest’ultima pièce anche al Public Theatre di New York. Ha lavorato in molti spettacoli del Bush Theatre, ed è stato Nick Bottom alla Royal Shakespeare C.ompany. Ha anche registrato molti drammi radiofonici alla BBC Radio 4.

 

Geraldine Somerville                                                                                       Jane Clark

La Somerville ha studiato alla Guildhall School of Music and Drama prima di iniziare la sua carriera di successo in teatro, in televisione e al cinema.

Tra le sue interpretazioni per il grande schermo oltre al ruolo di Lily Potter nella serie di grande successo di Harry Potter, ricordiamo quelle in Sixty six di Paul Weiland e nel premiato Gosford park. Per quanto riguarda la televisione, tra le cose più recenti della Somerville ci sono Surivivors, The Children e Daphne, di cui è la protagonista. E’ stata anche candidata ai BAFTA per la sua interpretazione nella serie Cracker.

Per quanto riguarda il suo lavoro a teatro, ricordiamo Serenading Louie al Donmar Warehouse, Remember This,Power e Blue Hills Remembered al Royal National, oltre a I am Yours, The Treatment, 3 Birds Alighting on a Field e A Jamaican Airman Foresees his Death.

 

 


 

CAST TECNICO

Adrian Hodges                                                                                               Sceneggiatore

 

Adrian Hodges ha lavorato nel giornalismo e nello sviluppo cinematografico, prima di cominciare a dedicarsi a tempo pieno alla sceneggiatura nel 1990. Tra i film da lui scritti The bridge con Saskia Reeves e David O’Hara, Tom & Viv (co-sceneggiatura), film che si è aggiudicato candidature agli Oscar® per Miranda Richardson e Rosemary Harris, e Metroland con Christian Bale ed Emily Watson.

Tra i suoi numerosi progetti per la televisione ricordiamo Charles II – The Power and the Passion, interpretato da Rufus Sewell e vincitore di un BAFTA come miglior serie drammatica nel 2003. Ha anche co-sceneggiato la serie di successo della ITV ambientata nella preistoria Primeval, e ha ideato e scritto Survivors per la BBC. La sua mini-serie Amongst Women è stata candidata ai BAFTA e ha vinto il Grand Prix al BANFF Television festival come miglior serie drammatica. Si è aggiudicata anche il premio come Best Television Drama agli Irish Film and Television Awards. Il suo adattamento di David Copperfield, con Daniel Radcliffe, ha vinto invece un Peabody Award. Tra le altre cose realizzate per la televisione, Kavanagh QC (Granada Television, con John Thaw), Lorna Doone (BBC), Roma (HBO/BBC), The History of Mr. Polly (ITV) e The Ruby in the Smoke e il suo sequel The Shadow in the North (BBC), tratti dai libri di Phillip Pullman.

Sta attualmente lavorando ad una nuova versione di un classico, Peter Pan di JM Barrie, per la BBC, e a Medici per la Kudos Film and TV e la BBC.

 

 

Ben Smithard                                                                                        Direttore della fotografia

 

Smithard ha lavorato a moltissimi progetti apprezzati dalla critica e dal pubblico. Tra i molti: The Street di Jimmy McGovern; Firefall di Dominic Savage; The trip, con Steve Coogan e Rob Brydon; Money tratto dal romanzo di Martin Amis; The Day of the Triffids; Il maledetto united di Tom Hooper. Ha anche vinto un Emmy per la fotografia di Cranford.

 

 


 

Donal Woods                                                                                            Scenografo

 

Woods è apprezzato per le sue scenografie da oltre vent’anni. Per le scenografie della miniserie Cranford ha vinto un BAFTA e ha ottenuto due candidature agli Emmy. E’ stato candidato ai BAFTA e ai premi della RTS (Royal Television Society) per To the End of the Earth, ottenendo poi un’altra candidatura ai premi RTS per State of the Play.

Ha inoltre curato, tra le altre, le scenografie per Downton Abbey, The Virgin Queen e All the King’s Men.

 

Jill Taylor                                                                                                                  Costumista

 

Nel 2005 Jill Taylor ha ricevuto una candidatura agli Emmy e ha vinto un Costume Designers Guild Award grazie ai costumi realizzati per il film di Stephen Hopkins prodotto dalla HBO Tu chiamami Peter, con Geoffrey Rush, Charlize Theron, John Lithgow ed Emily Watson.

Tra le sue prime collaborazioni quella per il film del 1997, diventato quasi inaspettatamente un grandissimo successo, The full monty, diretto da Peter Cattaneo. Quello stesso anno aveva disegnato i costumi per il dramma classico Il mulino sulla Floss, diretto da Graham Theakston, per i quali aveva ottenuto una candidatura ai BAFTA.

Suoi sono anche i costumi realizzati per tre film di Woody Allen, tutti girati a Londra: Sogni e delitti, con Colin Farrell e Ewan McGregor; Scoop con Scarlett Johansson e Hugh Jackman; e Match point, con Scarlett Johansson e Jonathan Rhys Meyers.

La Taylor ha anche disegnato i costumi per due film di Peter Howitt, Sliding doors e Johnny english; per il film di John Madden Proof – la prova; per Two men went to war di John Henderson; per The one and only di Simon Cellan Jones; L’ultimo bicchiere di Fred Schepisi; Sposami kate! di John McKay; Romantici nati e L’amore dell’anno di David Kane; Prenditi un sogno di Mark Herman; Elephant juice di Sam Miller; Il prete di Antonia Bird e per due film di Gurinder Chadha, It’s a wonderful afterlife e la mia vita e’ un disastro.

In televisione, la Taylor è stata la costumista della miniserie The 10th Kingdom- Il magico mondo delle favole e di film quali After Miss Julie-Performance di Patrick Marber, Killing Me Softly di Stephen Whittaker e Safe di Antonia Bird.

 

Jenny Shircore                                                             Make-up e acconciature

 

La Shircore lavora nell’industria del cinema da circa quarant’anni, realizzando trucco e acconciature per una vasta gamma di film, molti dei quali estremamente apprezzati dalla critica. E’ stata candidata per due volte all’Oscar®, vincendone uno per Elizabeth, e cinque volte ai BAFTA, ottenendone due: uno per Elizabeth e uno per The young victoria. La Shircore ha lavorato per moltissimi progetti di alto livello, tra i quali Notting Hill, La fiera della vanita’, La ragazza con l’orecchino di perla, Elizabeth: the golden age, Lady henderson presenta e Scontro tra titani. Tra i film più recenti ricordiamo W.E di Madonna e Bel ami con Robert Pattinson.

 

Conrad Pope                                                                                                Colonna sonora

 

Pope si sta affermando come una delle voci più affascinanti e originali nel panorama della musica da film, ma la cosa non sorprende affatto quanti lo conoscono o conoscono il suo lavoro. Pope ha dato il suo contributo artistico alla realizzazione di più di cento film, di ogni genere o budget, realizzando colonne sonore che “funzionano” sempre, praticamente in qualsiasi stile. Il suo lavoro “in trincea” nella creazione della musica, lavorando fianco a fianco con alcuni tra i più importanti professionisti di Hollywood tra i quali Joe Johnston e Walter Murch per Wolfman della Universal, Scott Hicks per Sapori e dissapori e Gary Ross per Seabiscuit-un mito senza tempo—ha affinato la sua capacità di guardare un film con gli stessi occhi del suo realizzatore. Spesso le discussioni sulla musica per un film possono apparire astratte e nebulose. Ed è proprio la straordinaria esperienza di Pope e la sua prospettiva che parte dalla narrazione ad averlo reso un collaboratore prezioso, in grado di comunicare con un regista in modo efficace e concreto sull’effettivo contributo che la musica può dare al suo film.

La passione che Pope mette nel raccontare la storia di un film attraverso una musica convincente e trascinante lo ha reso uno dei più richiesti orchestratori, oltre ad un valido compositore, avendo realizzato meravigliose colonne sonore come quelle per Pavilion of women, In my sleep, Under the moon, Neo wolf and ghost ship. Alcune vecchie volpi del calibro di John Williams, Alexandre Desplat, James Newton Howard, Jerry Goldsmith, James Horner, Alan Silvestri, Danny Elfman, John Powell, Hans Zimmer, Don Davis, e Mark Isham hanno spesso utilizzato le sue doti di arrangiatore, orchestratore e direttore d’orchestra.

Le competenze musicali di Popesono rare nella Hollywood di oggi. Con una preparazione classica al Conservatorio del New England, ha iniziato a lavorare ad Hollywood correggendo le bozze di colonne sonore prima che fossero registrate, e creando i “suona come” per la società di servizi JoAnne Kane Music, la più importante società di preparazione di spartiti per l’industria del cinema. Il suo talento per l’orchestrazione è stato poi subito riconosciuto dall’ex orchestratore di Hollywood Arthur Morton, che gli ha affidato diverse orchestrazioni di “fonti musicali” per numerosi film, e orchestrazioni e arrangiamenti per le musiche di sottofondo. Oggi pochi professionisti della musica sono stimati quanto Conrad per la sua padronanza totale di tutti gli aspetti che riguardano la colonna sonora di un film e per la sua reputazione nel riuscire regolarmente ad effettuare le “consegne”.

I successi e i film divenuti dei classici ai quali Pope ha dato il suo contributo sono troppi per poter essere elencati. Per fare solo qualche esempio citiamo le produzioni più recenti della serie dei film di Star Wars (La minaccia fantasma, L’attacco dei cloni, La vendetta dei Sith), la serie dei film di Harry Potter, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, Il mondo perduto: Jurassic park, Pirati dei caraibi, Star Trek x, la trilogia di Matrix, Memorie di una geisha, Julie and Julia, Il curioso caso di Benjamin Button, A christmas carol e Le avventure di Tin Tin: il segreto dell’unicorno.

 

Alexandre Desplat                                                              Compositore, “Tema di Marilyn”

 

Alexandre Desplat, quattro volte candidato al premio Oscar®, ha ottenuto il suo più recente riconoscimento dall’Academy in occasione della realizzazione della sua colonna sonora per Il discorso del re, colonna sonora che gli ha fatto ottenere anche un premio BAFTA e una candidatura ai Golden Globe. In precedenza aveva ottenuto candidature agli Oscar® e ai BAFTA per la colonna sonora del film di animazione Fantastic Mr. Fox; candidature ad Oscar®, Golden Globe e BAFTA per il film di David Fincher Il curioso caso di Benjamin Button e candidature a Oscar® e BAFTA per il film di Stephen Frears The Queen.

Inoltre Desplat ha vinto un Golden Globe per il film diretto da John Curran Il velo dipinto e candidature sempre ai Golden Globe per le sue colonne sonore di Syriana di Stephen Gaghan e La ragazza con l’orecchino di perla di Peter Webber. Nel suo paese natale, la Francia, Desplat ha vinto il César per la colonna sonora realizzata per Tutti i battiti del mio cuore, con il quale ha vinto anche un Orso d’Argento al Festival di Berlino 2005. E’ stato inoltre candidato ad un César per la colonna sonora del film di Roman Polanksy L’uomo nell’ombra. E ben altre quattro candidature ai César, compresa quella per il film candidato agli Oscar 2009 come miglior film straniero Il profeta.

Tra le sue colonne sonore più recenti, quella per Le idi di marzo, diretto e interpretato da George Clooney, Harry Potter e i doni della morte: parte 2, The tree of life di Terrence Malick, A better life di Chris Weitz, Harry Potter e i doni della morte: parte 1, The twilight saga: new moon, La bussola d’oro, Julie and Julia di Nora Ephron, Coco avant Chanel, Lussuria-seduzione e tradimento di Ang Lee.

E, ancora quest’anno, Carnage diretto da Roman Polanksy e interpretato da Jodie Foster, Kate Winslett, Christopher Waltz e John C. Reilly e il nuovo film di Stephen Daldry, Molto forte, incredibilmente vicino con Tom Hanks e Sandra Bullock.

 

Lang Lang                                                                                                                        Pianista

 

Proclamato “l’artista più interessante nella galassia della musica classica” dal New York Times, il ventinovenne Lang Lang ha suonato in recital e concerti che hanno fatto sempre il “tutto esaurito” in tutte le più importanti città del mondo ed è il primo pianista cinese ad essere stato ingaggiato dalla Filarmonica di Vienna, da quella di Berlino e da tutte le più importanti orchestre americane.

A riprova del suo successo, Lang Lang è stato inserito nel 2009 nell’elenco annuale stilato da Time delle 100 persone più influenti del mondo. Nel 2008, oltre quattro miliardi di persone hanno assistito alla performance di Lang Lang in occasione della cerimonia di apertura a Pechino delle XXIX Olimpiadi, apparendo come il simbolo della gioventù e del futuro della Cina. Questo ha ispirato oltre 40 milioni di bambini cinesi che hanno cominciato a studiare il pianoforte classico, fenomeno battezzato dal Today Show come “effetto Lang Lang”. Prendendo atto dell’influenza culturale esercitata da Lang Lang, nel 2008 la Recording Academy lo ha nominato suo Ambasciatore Culturale in Cina. Più di recente Lang Lang è stato scelto come ambasciatore ufficiale nel mondo per Shanghai Expo 2010, e ha suonato alla sua cerimonia d’apertura.

Continuando ad apparire sui palcoscenici di tutto il mondo, Lang Lang ha partecipato ai Grammy® Awards 2008, duettando con il grande musicista jazz Herbie Hancock in una straordinaria performance trasmessa in diretta mondiale per 45 milioni di telespettatori. I due pianisti hanno continuato a collaborare ed hanno realizzato un tour mondiale nell’estate del 2009.

 

 

 

David Parfitt                                                                                    Produttore

 

David Parfitt ha lavorato come produttore indipendente per il cinema e il teatro per oltre vent’anni. Tra i film prodotti: Enrico V, Gli amici di Peter, Molto rumore per nulla, La pazzia di re George, Frankenstein di Mary Shelley, La dodicesima notte, Le ali dell’amore (entrambi candidati a quattro premi Oscar®), Shakespeare in love (vincitore di sette Oscar®, compreso quello come miglior film, e di quattro BAFTA, compreso quello come miglior film), Gangs of New York (come consulente alla produzione), Il profumo delle campanule, Amori in corsa e A bunch of amateurs.

Nel 2007 ha coprodotto con Finola Dwyer, la produzione teatrale molto amata dalla critica Elling al Bush Theatre e nel West End.

In passato, prima di cominciare ad occuparsi di produzione, Parfitt ha lavorato come attore.

 

Harvey Weinstein                                                                           Produttore

 

Harvey Weinstein ha creato con suo fratello Bob la The Weinstein Company, società operante nel settore dei media, il 1° ottobre 2005. The Weinstein Company comprende anche Dimension Films, la società specializzata nei film di genere, fondata nel 1993 da Bob Weinstein, che ha dato vita a serie cinematografiche famose come Scream, Spy kids e Scary movie. Insieme The Weinstein e Dimension Films hanno prodotto una vasta gamma di blockbuster, film di genere e film d’autore che hanno fatto registrare uno straordinario successo di critica e di pubblico, tra cui Il discorso del re di Tom Hooper, vincitore nel 2011 di quattro Oscar®, compreso quello per il miglior film. Dal 2005 TWC e Dimension Films hanno realizzato film come Grindhouse; Io non sono qui; The great debaters; Vicky Cristina Barcelona; The reader; The road; Halloween; The Pat Tillman Story; Piranha 3d; Bastardi senza gloria; A single man e Blue valentine, Tra le produzioni più recenti The Artist (vincitore di cinque Oscar nel 2012), The Iron lady (vincitore di due Oscar nel 2012), Coriolanus e W.E.

Harvey Weinstein aveva fondato nel 1979 la Miramax con suo fratello Bob, dando alla società il nome dei loro genitori, Miriam e Max. Sotto la guida di Harvey e Bob, la Miramax Films ha prodotto alcuni dei film indipendenti più apprezzati dalla critica e di maggior successo commerciale, con sedici candidature agli Oscar® per il miglior film in soli sedici anni: The aviator, Neverland–un sogno per la vita, Chicago, Gangs of New York, In the bedroom, Chocolat, Le regole della casa del sidro, Shakespeare in love, La vita è bella, Will hunting–genio ribelle, Il paziente inglese, Il postino, Pulp fiction, Lezioni di piano, La moglie del soldato e Il mio piede sinistro, oltre ad una candidatura come miglior film per THE HOURS, che era una coproduzione.

La straordinaria qualità dei film della Miramax guidata dai Weinstein è documentata dai continui successi nell’annuale corsa agli Oscar®. La Miramax, nel periodo in cui era gestita dai due fratelli, e The Weinstein Company, hanno infatti totalizzato nel corso degli anni 274 candidature agli Oscar® vincendone ben 69.

Un pensiero su “dal 01 Giugno imperdibile Marilyn TUTTE LE CURIOSITA’ UFFICIALI

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