Attack the Block – Invasione aliena TUTTE LE CURIOSITA’ UFFICIALI

Attack the Block – Invasione aliena TUTTE LE CURIOSITA’ UFFICIALI

Londra. Sam (JODIE WHITTAKER), un’infermiera tirocinante, sta tornando a casa dal lavoro quando viene aggredita e derubata da una banda composta da cinque giovanissimi teppisti incappucciati: Moses (John Boyega), Pest (Alex Esmail), Denis (Franz Drameh), Jerome (Leeon Jones) e Biggz (Simon Howard). La donna riesce a fuggire quando un meteorite si schianta su una macchina parcheggiata lì vicino. Incuriositi, i ragazzi si avvicinano alla carcassa dell’automobile e, con grande sorpresa, vengono aggrediti da un piccolo alieno. Per nulla intimoriti, i cinque giovani si lanciano all’inseguimento della creatura e la uccidono. Dopo averla trascinata in giro per il quartiere come un trofeo di guerra decidono di nasconderla nell’appartamento di Ron (NICK FROST), uno spacciatore che vive nel loro stesso caseggiato e che ha creato una piccola coltivazione di cannabis in un appartamento abbandonato agli ultimi piani del palazzo. Mentre Sam e la polizia danno la caccia alla banda, una seconda ondata di meteoriti si abbatte sul quartiere: è un’invasione aliena in piena regola. Convinta di una facile vittoria contro creature così deboli, la gang impugna le armi, inforca le proprie bici e gli scooter e si prepara alla caccia. Ma questa volta le creature sono più grandi e molto più pericolose. Cercano il loro compagno caduto e nulla sembra poterle fermare. Il quartiere si trasforma in un campo di battaglia e il gruppo di teppisti diventa l’unica speranza di salvezza per chi vi abita…

LA GANG MOSES La banda è capeggiata dallo stoico, forte e silenzioso Moses, un giovane diviso tra una forte morale e la volontà di fuggire in ogni modo alla faticosa vita del quartiere. Moses può essere paragonato ad uno degli emblematici eroi di John Carpenter. “Vedevo Moses come Snake Plissken – racconta il regista – il Kurt Russell guercio di Fuga da New York. Non ha una benda sull’occhio, però ha tre cicatrici sulla guancia e una giacca da combattimento che gli dà un non so che di ribelle in stile agit-prop”. Prima di ATTACK THE BLOCK John Boyega aveva lavorato con Joe Cornish in alcuni spettacoli teatrali. “Moses è un tipo silenzioso e coraggioso – racconta il giovane attore, qui al suo debutto nel cinema -. E’ un bravo ragazzo che si trova in una brutta situazione, non lo si può biasimare, purtroppo non ha scelta. E’ silenzioso perché non è solito aprirsi troppo, non ama che la gente gli faccia troppe domande e si fida difficilmente di qualcuno”.

PEST Pest è un chiacchierone dalla lingua tagliente e ha un arsenale di fuochi d’artificio sempre pronto a sua disposizione. “E’ un tossico, è pazzo ed è capace di qualsiasi follia” lo definisce Alex Esmail, la cui unica esperienza recitativa prima di ATTACK THE BLOCK è stata un laboratorio teatrale a scuola. “Il personaggio di Pest è quello che ha il maggior numero di battute nel film, era importante che, nonostante tutto, risultasse dolce, adorabile e tenero” spiega Cornish.

 

 

DENNIS È il braccio destro di Moses e possiede una spada da samurai. “E’ un tipo arrogante, bello e furbo, un tipo alla Han Solo – spiega Cornish -. Con questo personaggio siamo stati particolarmente fortunati perché abbiamo trovato in Franz Drameh un interprete perfetto”. Dennis “è la testa calda del gruppo, ama le bici, le moto, gli scooter e le BMX” spiega il giovane attore, già visto in Hereafter di Clint Eastwood. “Quando ho letto il copione ero felice per il modo in cui veniva descritta la gang. Più il film entra nel vivo e più il pubblico si rende conto che la banda è molto di più di un gruppo di ragazzi che vanno in giro a derubare la gente, si tratta di persone normali”.

 

 

JEROME Con i suoi occhiali e con l’uniforme scolastica che si intravede sotto i vestiti, Jerome sembra fuori luogo nella gang. “Sostanzialmente è un bravo ragazzo – dice Cornish – è il tipo timido e sensibile che non ti aspetteresti certo di vedere coinvolto nella rapina all’inizio del film”. Per il suo ruolo è stato scelto Leeon Jones. “La gang di ATTACK THE BLOCK è molto credibile – dice il giovane attore – c’è sempre un leader come Moses, c’è sempre una testa calda, qualcuno che è su di giri così come quello che si butta sempre nella mischia e non manca mai nemmeno il tizio che vorrebbe essere già adulto”.

BIGGZ Biggz è il più giovane membro del gruppo “ed è il più spaventato anche se non lo dà a vedere perché vuole sentirsi grande davanti agli altri” spiega l’attore Simon Howard alla sua prima esperienza cinematografica. “La sceneggiatura mi è arrivata alla vigilia di Natale, è stato un regalo bellissimo. Di film di gang ce ne sono, ma uno in cui ci si trova ad affrontare un fantasma o un alieno? Ora un film di questo tipo esiste!”.

NOTE DI PRODUZIONE ATTACK THE BLOCK – il cui titolo è un omaggio ad un film sud coreano poco conosciuto dal titolo Attack The Gas Station – è stato ispirato al regista e sceneggiatore Joe Cornish da un evento di cui è stato protagonista in prima persona. “Nel 2001, una gang di ragazzini mi rubò il portafoglio e il cellulare approfittando semplicemente della propria superiorità numerica – racconta –. Erano molto giovani, cosa che mi colpì molto, ma sono un codardo e così gli lasciai prendere tutto”. Determinante è stata, dopo qualche mese, la visione di Signs, l’horror fantascientifico di M. Night Shyamalan. “L’idea della Terra messa sotto assedio da un attacco alieno mi ha sempre affascinato, così cominciai a pensare: cosa succederebbe se tutto questo accadesse nel quartiere dove sono cresciuto, South London? E cosa sarebbe successo se una cosa del genere si fosse verificata mentre mi stavano rapinavano? Da qui l’idea di un gruppo di ragazzini, emarginati dalla società e temuti da tutti, che improvvisamente si trasformano in eroi”. Cornish aveva un’idea precisa del film che voleva realizzare, “una sorta di actionmovie stile anni ‘80, fortemente ispirato al lavoro di John Carpenter, con dei mostri a basso costo”. Sebbene ATTACK THE BLOCK abbia radici ben piantate nel genere fantascientifico, Cornish voleva fin da subito realizzare un film che fosse anche il più realistico possibile, con dialoghi e personaggi presi direttamente dalle strade del quartiere in cui era cresciuto. “Il linguaggio era molto importante per me – spiega il regista – Adoro Arancia meccanica e ricordo romanzi che ho letto, come Il colore viola e Il garzone del macellaio, scritti in dialetto. All’inizio sono impenetrabili ma poi accade qualcosa di magico e capisci tutto, quasi per osmosi. Così ho pensato che sarebbe stato bello avere la possibilità di realizzare qualcosa di simile”. Per più di un anno Cornish ha frequentato i locali per giovani di South London, intervistando i ragazzi e cercando di entrare nella psiche dei suoi futuri personaggi e di rubare il loro linguaggio. “Abbiamo fatto molto lavoro di ricerca – racconta ancora -. Prima ho scritto la storia in stile cartoon, una bozza di ciò che volevo accadesse, e poi ho chiesto ad un amico di fare delle illustrazione per avere un’idea su come fossero fatte le creature. Le abbiamo ingrandite per bene su delle schede e le abbiamo mostrate a gruppi di ragazzi ai quali abbiamo narrato la storia, registrando tutto ciò che dicevano. Gli chiedevamo ‘Cosa avresti fatto?’ e loro: ‘Se mi fosse saltato addosso, lo avrei preso a calci!’. Approvavano la storia e spesso andavano nella direzione che speravamo”. Tra i punti di forza di ATTACK THE BLOCK vi è sicuramente il quintetto di protagonisti. “Mi ha colpito il fatto che mi fosse stata data la possibilità di fare un film di genere con dei ragazzini che sembravano venuti fuori direttamente da un film ninja o western – racconta Cornish -. Guidano scooter e biciclette ma hanno anche un armamentario fatto di spade samurai, mazze da baseball e fuochi d’artificio”. Cornish ha voluto lasciare molta libertà di interpretazione ai cinque giovani attori, soprattutto per quanto riguarda il look della gang, che insieme allo slang utilizzato dalla banda, era “un aspetto molto importante e da non sottovalutare – spiega Cornish -. C’è una serie precisa di codici e di segnali nell’abbigliamento delle giovani gang”. I cinque attori hanno avuto la possibilità di scegliere personalmente le scarpe, le bandane e gli abiti da indossare tra quelli messi loro a disposizione dalla costumista. “Abbiamo imparato da loro e li abbiamo usati davvero come una risorsa per il film – ammette Cornish -. Per esempio abbiamo imparato come un paio di jeans con sopra una tuta possano servire per nascondere la droga se vieni beccato dalla polizia o quanto sia importante indossare dei vestiti scuri se sei in giro per delle rapine e come i colori delle bandana indichino i vari territori”. Le riprese di ATTACK THE BLOCK sono iniziate nel marzo del 2010 e sono andate avanti per undici settimane di cui sei di riprese notturne. “Abbiamo deciso di girare tutto di notte perché pensavamo che si sarebbe subito differenziato da altri film inglesi con la stessa ambientazione. Abbiamo bagnato le strade per dargli l’effetto che avevano ne I Guerrieri della Notte e Strade di fuoco, raddoppiando l’effetto con le luci. Abbiamo cercato di usare le stesse lenti usate ne I Guerrieri della Notte per ottenere la stessa fotografia, in modo tale che le luci sullo sfondo sembrassero dei gioielli scintillanti nell’ombra”. Chiunque conosca i lavori di Cornish come parodista dei film di Hollywood nella trasmissione The Adam & Joe Show, sa che è molto colto cinematograficamente. “Abbiamo guardato I ragazzi della 56ª strada, Rusty il selvaggio, 1997 Fuga da New York ed ET” ammette Cornish. “Diva per gli inseguimenti in scooter, Subway per quelli a piedi. I miei film preferiti sono quelli dove ci si dimentica dello stile del regista e si viene assorbiti dall’azione”. Per la musica si è ispirato a John Carpenter e alla musica elettronica e minimalista usata dal regista per i suoi film. “La cosa più incredibile delle sue composizioni – dice Cornish – è che ti colpiscono ma non ti distolgono dallo svolgimento della storia”. Alien, Gremlins, La Cosa, tutti grandi film di mostri ma anche di grandi effetti speciali che Cornish era desideroso di emulare con le sue creature. “La tecnica che abbiamo usato è della vecchia scuola – ammette -. Non volevo fare degli alieni creati al computer poiché non potevamo permetterceli e volevo fossero qualcosa che stesse realmente davanti alla telecamera”. Cornish desiderava inoltre che i suoi giovani attori potessero avere realmente un incontro faccia a faccia con le creature, che in questo caso voleva dire con uomini in costume. Fondamentale è stata la collaborazione con l’animatore Terry Notary, che ha collaborato con Tim Burton per il Pianeta delle scimmie, Steven Spielberg per Tintin e James Cameron per Avatar. “Averlo qui voleva dire poter mettere una creatura in una stanza con i ragazzi. Se un alieno saltava fuori da una finestra rompendola, lo doveva fare davvero. Se doveva atterrare su di loro, doveva farlo davvero. Se dovevano affettarlo con una spada samurai, potevano farlo”. Sin dall’inizio, Cornish aveva deciso che i suoi alieni dovevano essere diversi dagli alieni visti fino ad oggi al cinema. Nel film, la gang li descrive come “mezzi gorilla e mezzi lupo” ed è piuttosto esatta come definizione. Sono grosse, orribili, selvagge bestie pelose determinate a eliminare quasi tutto ciò che trovano sulla loro strada con i loro artigli affilati e i loro denti che brillano nell’oscurità. E’ quasi impossibile proporre un nuovo tipo di alieno nel cinema d’oggi, ma Cornish e la sua squadra, compreso il genio premio Oscar Mike Elizalde, della US company Spectral Motion, ci sono riusciti. “Le creature sono come pupazzi d’ombra – spiega Cornish – un po’ come i lupi all’inizio di 300 o i Cavalieri Oscuri nel film di animazione Il Signore degli Anelli di Ralph Bakshi. Usiamo una tecnica tipo il rotoscopio per crearle”. Era importante, inoltre, che fossero veramente spaventosi, il che voleva dire che dovevano dilaniare, strappare, lacerare e uccidere personaggi minori e principali con i loro denti e gli artigli, per creare un senso di pericolo. “Lo scopo – spiega il regista – era quello di tirar fuori tutta l’umanità e il carattere dei ragazzi facendoli scontrare con qualcosa che è puro male”.

JOE CORNISH (Scrittore/Regista) Joe Cornish è meglio conosciuto come uno dei componenti del duo comico Adam and Joe. Attack the Block, di cui è anche sceneggiatore, segna il debutto nella regia cinematografica. La sua carriera comincia in televisione dove è apparso per la prima volta nel 1997 come attore e creatore, insieme ad Adam Buxter, del The Adam and Joe Show, uno programma molto famoso in Gran Bretagna per i suoi sketch, le sue canzoni e le sue animazioni satiriche. Lo show ha riscosso fin da subito un grande consenso non solo di pubblico ma anche di critica, fino ad aggiudicarsi il Television Society’s Award nel 1998 come migliore novità. Il successo del The Adam and Joe Show ha portato ad altre serie televisive sia su Channel 4 che sulla BBC, come Adam & Joe’s Formative Years, Adam and Joe’s American Animation Adventure e Adam and Joe Go Tokyo. Cornish è stato anche regista di alcuni show comici di Channel 4 come Modern Toss e Blunder e sceneggiatore di Big Train della BBC2. Ha lavorato come presentatore per la BBC2 e la BBC Radio 4. Prima di passare dietro alla macchina da presa, al cinema ha lavorato come sceneggiatore. Insieme a Edgar Wright ha scritto The Astonishing Ant Man per la Marvel Studios ed è anche tra gli sceneggiatori di The Adventures of Tintin: The Secret of the Unicorn di Steven Spielberg. Cornish porta avanti anche una carriera radiofonica di grande successo insieme ad Adam. Il duo ha sostituito Ricky Gervais nella stazione radio XFM nel 2003, producendo una popolare serie di podcast. Si sono poi trasferiti alla BBC 6music nel 2007, dove il loro show del sabato mattina è stato premiato ai 2008 Broadcasting Press Guild Award come programma radiofonico dell’anno e ha ricevuto anche tre Silver Sony Awards nel 2009 e un Sony Gold come miglior commedia radiofonica nel 2010.

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