23 maggio MOLTO FORTE, INCREDIBILMENTE VICINO Tutte le curiosità
Adattamento dell’acclamato bestseller di Jonathan Safran Foer, “Molto Forte Incredibilmente Vicino” è una storia che si sviluppa nella mente del giovane Oskar Schell, un creativo undicenne newyorkese che scopre una chiave tra gli oggetti appartenuti a suo padre defunto. Questa scoperta lo spinge a condurre una ricerca approfondita tra le strade della città per trovare cosa apre quella chiave. A distanza di un anno dalla morte di suo padre avvenuta nell’attentato al World Trade Center, in quello che Oskar ha definito “Il giorno peggiore”, il ragazzo è determinato a mantenere vivo il legame con l’uomo che con gioia lo ha portato ad affrontare le sue paure più profonde. Mentre attraversa i cinque distretti di New York alla ricerca del lucchetto mancante –cosa che gli permette di incontrare una vasta gamma di persone tra le più diverse, ognuna a proprio modo “sopravvissuta”- Oskar inizia a scoprire dei legami nascosti con il padre di cui sente la mancanza, con la madre che sembra essere molto lontana da lui e con tutto il mondo rumoroso, pericoloso e scombussolato che lo circonda.
Candidato tre volte al Premio Oscar® Stephen Daldry (“Billy Elliot”, “The Reader,” “The Hours”) è il regista di “Molto Forte Incredibilmente Vicino” tratto dalla sceneggiatura del vincitore del Premio Oscar® Eric Roth (“Forrest Gump,” “Dietro la Verità”), e basato sul romanzo di Jonathan Safran Foer.
I protagonisti del film sono i vincitori del Premio Oscar® Tom Hanks (“Forrest Gump,” “Philadelphia”) e Sandra Bullock (“The Blind Side”), oltre all’emergente Thomas Horn nel ruolo di Oskar, ed il film è stato prodotto da Scott Rudin (“Questo non è un paese per vecchi,” “The Social Network,” “Il Grinta”). Celia Costas, Mark Roybal e Nora Skinner sono i produttori esecutivi, ed Eli Bush e Tarik Karam sono co-produttori.
Nel film recitano anche i candidati al Premio Oscar® Max von Sydow (“Shutter Island”, “The Diving Bell and the Butterfly”, “Pelle il Conquistatore,”) e Viola Davis (“Il dubbio,” “The Help”), John Goodman, Jeffrey Wright e Zoe Caldwell.
Il team creativo dei realizzatori include il Direttore della Fotografia vincitore del Premio Oscar® Chris Menges (“The Mission,” “Le Urla del Silenzio”); lo scenografo K.K. Barrett, la montatrice vincitrice del Premio Oscar® Claire Simpson (“Platoon”), e la costumista vincitrice del Premio Oscar® Ann Roth (“Il Paziente Inglese”). Le musiche sono del compositore candidato quattro volte all’Academy Award® Alexandre Desplat (“Il discorso del re”).
La Warner Bros. Pictures presenta la produzione Scott Rudin del film di Stephen Daldry, “Molto Forte Incredibilmente Vicino.” Il film sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures, società della Warner Bros. Entertainment Company.
LA PRODUZIONE
Nel 2005, lo scrittore Jonathan Safran Foer, già conosciuto per il suo mix di commedia incisiva e tragedia presente nel suo primo romanzo “Ogni cosa è illuminata,” ha pubblicato il suo romanzo successivo “Molto Forte Incredibilmente Vicino.” Il suo secondo romanzo da un lato era la storia in chiave allegra di un ragazzo insolitamente precoce e sensibile che inventa strumenti fantastici, sogna l’astrofisica, colleziona un’ampia serie di avvenimenti interessanti ed è costretto a compiere un’odissea donchisciottesca nel tessuto newyorkese. Nello stesso tempo, il romanzo rappresenta il primo lavoro letterario importante che affronta il dolore delle famiglie dell’11 settembre, ed è uno studio su come l’immaginazione di un bambino possa aiutarlo ad affrontare una paura enorme ed una perdita devastante a seguito di avvenimenti che nessuna logica potrà mai spiegare.
Quando il regista Stephen Daldry – candidato all’Oscar® per ben tre volte per “The Reader,” “The Hours” e “Billy Elliot” – ha letto il libro, è rimasto colpito essenzialmente dal punto di vista soggettivo di Oskar. Bambino fuori dal normale con una intelligenza vivissima ma comportamenti eccentrici ed ossessivi che potrebbero collocarlo nel mondo dell’autismo, Oskar descrive il mondo intorno a lui con il suo stile particolarissimo fatto di ingenuità e profondità interiore, nervosismo e sfrontatezza, incomprensione e desiderio di comprendere. Essenzialmente, Daldry è rimasto colpito dal modo in cui questo punto di vista, proprio come l’immaginazione di un bambino, riunisse insieme pensieri, flash di memoria, idee e fantasie all’impronta basate sulle emozioni – il tutto in un momento della vita di Oskar in cui tutto era stato stravolto per la sua famiglia e per tutto il mondo intorno a lui.
“Ho trovato molto stimolante il fatto che Jonathan Safran Foer abbia raccontato la sua storia non solo dal punto di vista di un bambino che deve sopportare un dolore grandissimo, ma di un bambino che ha un’opinione precisa su tutto” afferma Daldry. “E’ un punto di vista interessante, creativo e ricco di emozioni.”
Daldry era anche interessato a comprendere meglio il trauma specifico vissuto dai 3.000 bambini che hanno perso i propri genitori l’11 settembre, e la loro lotta per la sopravvivenza. E’ ricorso all’aiuto di numerosi esperti, compresa l’organizzazione Tuesday’s Children, struttura non-profit fondata da famiglie e amici delle vittime dell’11 settembre per affrontare le difficoltà continue e specifiche di coloro che hanno perso i propri cari nell’attacco terroristico. Il regista ha appreso che per molti bambini come Oskar, l’inaspettatezza, l’enormità e la natura pubblica dell’avvenimento hanno lasciato un senso di impotenza in aggiunta al loro dolore già molto profondo.
“Ho iniziato a parlare con diversi specialisti, tra cui vari terapisti che si occupavano di bambini che avevano perso i genitori,” racconta Daldry. “Volevo comprendere meglio quello che ragazzini come Oskar avevano passato nei giorni, mesi ed anni successivi all’11 settembre – come erano riusciti a superarlo, oppure come non ci erano riusciti. Il processo di apprendimento del regista è andato di pari passo con lo sviluppo del copione. Inoltre, ci siamo consultati anche con degli esperti di autismo e di Sindrome di Asperger, di cui si sospetta, a torto, che Oskar sia affetto.”
L’esperienza molto personale di Oskar riguardo all’11 settembre ed a tutto ciò che ne è seguito, viene raccontata nell’adattamento della sceneggiatura di Eric Roth, che voleva rispettare e riproporre l’immediatezza tipica del romanzo di Foer. “E’ un libro pieno di emozioni e spero che anche il film lo sia,” afferma Roth. “Inoltre, nel libro si respira anche una vera e propria energia cinetica e la sfida era di tradurla in immagini visive.”
Il libro tratta molti temi – il trauma individuale e nazionale, la stranezza dell’infanzia, la natura della tragedie e del perdurare dell’amore durante i periodi familiari problematici. Ognuno di tali temi era fondamentale per il racconto, ma Roth ha concentrato il filo conduttore su un elemento particolare: il rapporto tra Oskar e suo padre, Thomas, che viene raccontato nel film esclusivamente attraverso i ricordi soggettivi di Oskar, a loro volta alimentati da un miscuglio confuso di amore, perdita e domande persistenti.
Ad Oskar mancano terribilmente le cosiddette “perlustrazioni” di suo padre, quei puzzle intelligenti che Thomas aveva creato per Oskar affinché il ragazzo li risolvesse, non solo come giochi intelligenti tra padre e figlio ma anche per aiutare il bambino ad affrontare il mondo nonostante la sua ritrosia sociale. Quindi, quando scopre una chiave misteriosa sul fondo di un vaso nascosto in un angolo buio dell’armadio di suo padre, Oskar si butta in una nuova missione per scoprire il segreto di quella chiave.
L’unico suo indizio per comprendere le origini della chiave è il nome “Black,” scritto sulla busta che la contiene, così Oskar elabora diligentemente il suo piano ambizioso di recarsi in visita presso tutti i 472 “Black” di New York City che trova nell’elenco del telefono e, se la matematica non è un’opinione, valuta che gli ci vorranno tre anni per finire il giro. Elabora meticolosamente il percorso, la piantina della città sotto forma di rete perfettamente suddivisa, si impone delle regole di base ed inizia a girare a piedi perché potrebbero verificarsi ancora degli attacchi sugli autobus o sulla metro.
Come molti altri bambini con il dono dell’intelligenza, con un’elevata sensibilità sensoriale e con qualità sociali ridotte, Oskar vive di programmi, regole e fatti concreti, ma nonostante ciò la sua ricerca lo porta molto lontano da tutto ciò che è prevedibile e tranquillo. A prescindere dagli ostacoli che incontrerà, Oskar è comunque determinato a completare il proprio compito.
“Oskar è un bambino diverso, ma in un modo stupendo,” fa notare Roth. “Potrebbe soffrire di una forma di Asperger ma possiede una grande immaginazione ed un profondo senso di curiosità oltre alle sue numerose paure. Per molto tempo, è riuscito a cavarsela grazie a suo padre con il quale divideva molte cose. E quindi ora che Oskar trova una chiave appartenente al padre, un anno dopo la sua morte, ritiene che debba aprire qualcosa: un segreto, un oggetto, qualcosa di saggio che suo padre ha lasciato per lui. E la chiave lo porta in un’avventura che rappresenta il suo modo di venire a patti con il dolore e con molte altre cose.”
Quando Roth ha iniziato a compattare la trama estesa di Foer per trovare la giusta struttura cinematografica, ha scoperto che Foer rappresentava una risorsa di grande sostegno. “Jonathan è uno scrittore stupendo ma la mia abilità è quella di riuscire ad essere un buon drammaturgo e di far rivivere lo scritto sullo schermo. Mi ha dato fiducia ed abbiamo sviluppato un rapporto molto stretto e di grande collaborazione
Aggiunge Stephen Daldry: “Jonathan comprende realmente la differenza tra un libro ed un copione, ed è stato di grande aiuto. Non ha mai pronunciato la fatidica frase, ‘Ma nel libro…’ E’ stato sempre disponibile verso l’interpretazione ed il reinventare.”
Quando la sceneggiatura è stata completata, molti attori di talento ne sono stati interessati. “Penso che la storia di Oskar toccasse tutti quelli che leggevano il copione e quindi siamo riusciti a mettere insieme un gruppo di attori meravigliosi,” racconta Daldry del cast che non comprende solo i vincitori del premio Oscar® Tom Hanks e Sandra Bullock, ed il candidato al premio Oscar®Max von Sydow, ma che introduce al pubblico anche Thomas Horn nella parte di Oskar. Anche gli attori non protagonisti sono altrettanto importanti, e tra questi troviamo Zoe Caldwell, la candidata all’Academy Award® Viola Davis, Jeffrey Wright e John Goodman.
Hanks, che interpreta il padre di Oskar, è stato attratto dal modo in cui il copione entra nella mente di Oskar nel momento in cui la potenza degli eventi logici che dovrebbero tenerlo con i piedi per terra sembra sia evaporata. “In un battibaleno, il corso di tutto il mondo di Oskar cambia ed il ragazzo perde la sua unica ancora,” spiega Hanks. “Il padre gli diceva sempre che ci sono tesori e cose preziose da trovare nel mondo. Quindi quando trova la chiave appartenente al padre, è interessante notare come Oskar elabori un suo piano riguardo al significato di questa chiave, convinto che in qualche modo possa arrivare a spiegargli ciò che non riesce a capire. Diventa una storia molto intima e personale, di un ragazzo che cerca di dare a modo suo un senso ad un mondo che senso non ne ha.”
Aggiunge: “Per me è stato naturale desiderare di realizzare questo film non appena ho letto il copione, non mi sono neanche posto la domanda.”
Il ruolo della mamma di Oskar stroncata dal dolore, la cui assenza apparente dalla vita di Oskar non è come sembra, è interpretato dalla Bullock. “Quello che trovo così commovente di Oskar è che il ragazzo ritiene che debba esserci una risposta, ma non sempre nelle situazioni troviamo un perché comprensibile,” afferma. “Ed a volte la risposta che si ottiene non è quella che ci aspettiamo, e questo Oskar lo andrà a scoprire da solo.”
Continua l’attrice: “Penso che Eric Roth abbia fatto un lavoro eccellente nel raccontare questa storia totalmente dal punto di vista di un bambino.”
IL CAST & I PERSONAGGI
Al centro della ricerca di Oskar Schell del lucchetto che si aprirà con la chiave di suo padre troviamo l’uomo che ha sempre cercato di aiutare Oskar a risolvere i propri problemi e ad affrontare le proprie preoccupazioni: suo padre, Thomas. Come personaggio cinematografico, Thomas Schell ha rappresentato una sfida in quanto viene mostrato totalmente attraverso gli occhi di Oskar, al punto che gran parte della sua storia e della sua vita interiore rimangono avvolti nel mistero — ad eccezione delle situazioni che in qualche modo hanno colpito Oskar e soprattutto dei ricordi di Oskar del tempo trascorso insieme, che rimangono indelebili nella memoria del ragazzo.
Per raffigurare l’essenza di un padre intrappolato nel tempo dal proprio figlio, Stephen Daldry ha subito pensato a Tom Hanks. “Abbiamo pensato che in termini di ricordi di Oskar riguardo a Thomas come il padre perfetto .. chi altri avrebbe potuto interpretarlo se non Tom Hanks?” ricorda Daldry. “Tom ha preso a cuore questa responsabilità ed ha creato un legame vero proprio con Thomas Horn che tutti sul set hanno potuto percepire. Insieme erano incantevoli e per me tutto ciò era fantastico come cineasta in quanto avevano creato un rapporto dinamico e tutto quello che a me rimaneva da fare era girare le scene. È stato un atteggiamento di totale devozione da parte di un attore straordinario e di un grande collaboratore.”
Hanks racconta di aver studiato molto il tipo di padre che Thomas era stato per Oskar prima della sua morte. Inoltre ha sempre tenuto a mente il fatto che anche Thomas era stato figlio di immigranti e che si era buttato nel commercio di gioielli essendo il suo unico modo per sostenere la sua famiglia, anche se aveva sempre sognato di diventare uno scienziato. “Penso che Thomas fosse il tipo di persona che sentiva che il compito reale della sua vita fosse quello di garantire che il figlio così intelligente diventasse un essere umano felice e contento e che potesse rendere il mondo il posto migliore in cui vivere,” afferma Hanks. “Dato che anche Thomas era cresciuto senza il padre, essere un buon padre per Oskar era la cosa che contava di più per lui. Amava inventare storie stravaganti per Oskar, come quella sul Sesto Distretto di New York che si era perso, ma le sue storie erano costruite scientemente per aiutare Oskar a cavarsela nel mondo e per farlo sentire al sicuro.”
Hanks si è basato in parte anche sulla sua esperienza di padre. “La parte emotiva per me ha voluto dire andare indietro nel tempo e ricordare cosa si provasse ad avere un figlio di 11 anni che sprizza vitalità da tutti i pori e vive la sua vita con entusiasmo,” afferma.
Anche se Hanks ritiene che Thomas sia bene a conoscenza del fatto che Oskar mostra spesso segni di comportamento che lasciano pensare sia affetto dalla Sindrome di Asperger, egli ritiene anche che Thomas accetti tranquillamente e addirittura si impersoni in molte delle stranezze e delle fobie del figlio, è questo non fa altro che avvicinarlo ancora di più al proprio ragazzo. “Penso che Thomas non fosse assolutamente disturbato dai comportamenti del figlio,” afferma. “Al contrario, l’uomo cerca di gestire la turbolenza di Oskar, le sue domande continue, i suoi voli di fantasia e le sue paure. E proprio per questo, quando non c’è più, la perdita per Oskar si fa sentire in modo ancora più forte.”
A differenza del padre di Oskar, la madre, Linda, ha sempre trovato difficile riuscire ad arrivare al proprio figlio, e questa sensazione sembra aumentare almeno di dieci volte quando non c’è più il marito a colmare la distanza. Nonostante ciò, anche se sembra perdersi nel proprio dolore, Linda si relaziona con Oskar in modi di cui il ragazzo non è neanche a conoscenza.
Daldry riteneva ci fosse un’empatia organica in Sandra Bullock che avrebbe permesso che la parte riuscisse bene. “Sandra è un’attrice di prima classe e si era presa molto a cuore quel ruolo,” afferma. “Era molto in sintonia con Thomas ed aveva creato un rapporto molto forte con lui, e questo appariva sullo schermo. È stata in grado di apportare molto spessore ma anche un vero e proprio fascino.”
Per la Bullock, la parte che la incuriosiva di più era quella di interpretare una madre che deve impegnarsi per costruire un legame con il figlio e che deve ridisegnare le proprie dinamiche sulla base del mondo del figlio, dopo la morte del padre. “Penso che quando era vivo Thomas, Linda si facesse sempre da parte per lasciare che Oskar e suo padre formassero una squadra perfetta,” osserva. “Ma ora che Oskar ha perso il suo compagno di giochi preferito, l’unica persona che lo faceva stare con i piedi per terra e che lo considerava suo pari dal punto di vista intellettuale, la donna non pensa di poter essere tutte queste cose per il figlio. Inoltre, anche lei sta soffrendo, quindi non ha molta energia per costruire quel legame che vorrebbe disperatamente avere con il figlio. Si deve impegnare per trovare una soluzione.”
Considerato il punto di vista soggettivo e in prima persona del film, anche la Bullock ha dovuto interpretare il suo personaggio nel modo in cui Oskar lo percepiva – e questo è stato particolarmente difficile in quanto Oskar non riesce a vedere la madre nella sua interezza. “Ho dovuto fare mia l’idea che il pubblico vede Linda sullo schermo solo attraverso il punto di vista di Oskar – e questo punto di vista non sempre è favorevole nei confronti della madre,” spiega. “In alcune scene, la donna sembra essere l’opposto delle madri accoglienti, in altre si capisce quello che le sta capitando. Comunque, ho dovuto comprendere che a volte non era una buona madre nei confronti del figlio che invece aveva veramente bisogno di lei. Una parte di ciò è nel fatto che Oskar vede il suo dolore, brutto ed imperfetto, ma anche molto vero. Quello che Oskar non sa è che la madre si preoccupa molto per lui e questo la spinge veramente a cercare di pensare nel modo in cui pensa il ragazzo.”
Per studiare in modo più approfondito l’esperienza di Linda Schell, la Bullock ha ascoltato le registrazioni delle telefonate e dei messaggi vocali lasciati da coloro che erano rimasti intrappolati nel World Trade Center che cercavano di lanciare un messaggio disperato alle proprie famiglie. “E’ stata molto dura per me,” racconta. “Ma quello che mi ha mosso era sentire le persone che cercavano di confortare coloro che stavano per lasciarle. Ti rendi conto che il dolore nell’ascoltare quei messaggi è qualcosa che non ti abbandonerà mai.”
Il ruolo più difficile per la scelta dell’attore era quello dello stesso Oskar, che, come molti bambini intelligenti, è pieno di contraddizioni. Il ragazzo riesce a essere nello stesso tempo ingenuo, ferito, un bambino ipersensibile schiacciato dagli stimoli sensori e impaurito dai rumori forti, dal telefono che squilla, dai ponti, dagli ascensori, dal trasporto pubblicò e dai palazzi alti. Ma nello stesso tempo, Oskar è anche un esploratore impavido, pronto ad attraversare i quartieri di New York ed a bussare alla porta di sconosciuti, alla ricerca di quella cosa da aprire in una città gigantesca con milioni di abitanti.
I cineasti si sono messi alla ricerca di un ragazzo che avesse un’intelligenza realmente fuori dal comune, e naturalmente un’attitudine naturale alla recitazione ed alla fine hanno scoperto Thomas Horn, un ragazzo di 13 anni, che ha partecipato al programma a quiz “Kids Jeopardy!” , e che parla quattro lingue. “Thomas è un ragazzo super intelligente, divertente ed impegnato, con la devozione e la tenacia di un adulto,” commenta Daldry. “Desiderava tantissimo apprendere il metodo della recitazione. E rispondeva veramente alla regola dell’azione e della reazione: ‘Capisco, allora se faccio questo, succederà quello.’ In breve tempo tutti i membri della troupe hanno avuto la sensazione che non si trattasse di un bambino attore. Era al contrario l’attore protagonista e si è dimostrato straordinario.”
Horn ammette che all’inizio non sapeva cosa aspettarsi. “Quando ho scoperto di aver ottenuto la parte, quasi mi veniva un colpo perché non avevo mai fatto nulla di simile prima,” racconta. “Ma era una cosa del tutto nuova, diversa ed emozionante.”
È riuscito immediatamente a calarsi nel modo in cui Oskar cerca di rendere gestibile il mondo attraverso episodi e numeri. “Penso che Oskar sia una persona molto logica a cui piace analizzare le cose, ma che si trova in una situazione di conflitto interiore quando le cose intorno a lui non hanno più senso,” afferma Horn. “Ecco perché spera di trovare qualcosa che dia un senso alla chiave di suo padre.”
Nonostante non avesse mai messo piede su un set cinematografico prima di allora, Horn afferma di non essersi mai sentito intimorito. “Stephen Daldry è il miglior regista con cui potessi lavorare. In realtà è il primo regista con cui io abbia mai lavorato, ma non posso immaginarne di migliori” afferma. “Mi ha sempre incoraggiato quando facevo qualcosa fatto bene, e in altre occasioni, con gentilezza, mi diceva che potevo fare meglio. Mi ha sempre stimolato e non mi sono mai sentito in errore perché mi ha sempre aiutato ad avere fiducia in me stesso.”
Ad Hanks è piaciuto in particolar modo di aver avuto l’opportunità di lavorare a stretto contatto con Horn nel suo primo ruolo cinematografico, ed ha creato con il ragazzo un rapporto padre-figlio simile ad un’amicizia profonda. “Thomas ha mostrato di avere grande talento ed era sempre molto concentrato,” commenta Hanks. “Infatti, è sempre riuscito a trovare quel qualcosa di particolare che riesce ad illuminare una scena, quel qualcosa che di solito aggiungono gli attori stagionati.”
Le scene di Horn con la Bullock hanno presentato qualche problema in più in quanto spesso erano cariche di emozioni. “Alcune delle scene in cui recitavamo insieme sono state difficili per me perché Oskar si arrabbia molto – ma mi sono molto emozionato a recitare con Sandy,” rivela Horn. “Era come una situazione vera perché lei era molto reattiva nei miei confronti, e questo influenzava il mio modo di sentire.”
La Bullock è stata commossa dalla complessità psicologica che Horn è riuscito a mettere in queste interazioni difficili. “Thomas si è immerso completamente nel personaggio di Oskar, senza paura,” racconta la Bullock. “È arrivato preparato, tenace, e la sua professionalità è stata sorprendente. Ed è molto intelligente. È stato bellissimo lavorare con lui e lo ammiro molto.”
Tra le devastanti conseguenze del “Giorno peggiore,” una delle poche fonti di conforto per Oskar era rappresentata dalla sua nonna paterna, che viveva davanti casa sua ad un palazzo di distanza. I due hanno un rapporto molto stretto che si anima con le conversazioni notturne tramite walkie-talkie. È lei, e non la madre, la persona a cui Oskar si rivolge quando le cose diventano troppo pesanti.
Nel ruolo della nonna di Oskar troviamo la famosa attrice di teatro Zoe Caldwell, vincitrice per ben quattro volte del Tony Award. Per rendere più penetrante la sua performance, la Caldwell ha studiato approfonditamente la storia del personaggio nel romanzo, i cui dettagli vengono solo accennati nel film.
“La nonna di Oskar era tedesca, e viveva a Dresda al tempo dei bombardamenti,” spiega la Caldwell. “Era sposata, ma suo marito le aveva fatto promettere che non avrebbe mai messo al mondo un figlio. La donna ruppe la promessa e diede alla luce Thomas, che crebbe e diventò un uomo notevole e che, a sua volta divenne il padre di questo ragazzo altrettanto notevole.”
Essendo stato un grande ammiratore del lavoro svolto dall’attrice in teatro, Daldry sperava da molto tempo di poter lavorare con la Caldwell. “Zoe è un gigante del teatro americano e sono anni che la ammiro,” afferma. “Ha gradito molto la parte e si è divertita nel suo personaggio, stabilendo un rapporto fantastico con Thomas.”
Nonostante Oskar spesso si confidi con sua nonna, non può rischiare di raccontarle della sua missione di trovare quello che apre la chiave di suo padre. Ma una notte, alla ricerca dei suoi consigli, il ragazzo si trova invece di fronte ad un uomo enigmatico e silenzioso, conosciuto con il nome di “The Renter,” affittuario del suo appartamento. Il famoso attore Max von Sydow interpreta la parte del vecchio misterioso che riesce a comunicare solo attraverso degli scarabocchi su un blocchetto di appunti e che però diventa l’unico confidente di Oskar nella sua ricerca.
Von Sydow – la cui prodigiosa carriera cinematografica è iniziata negli anni ‘50 con il film di Ingmar Bergman “The Seventh Seal,” ed è proseguita con altri 10 film di Bergman e sessant’anni di ruoli memorabili che gli hanno fatto vincere numerosi premi – ha avuto una reazione emotiva molto forte nei confronti della storia di “Molto Forte Incredibilmente Vicino.”
“Mi sono molto emozionato leggendo il copione, e questo non capita molto spesso,” ha affermato von Sydow. “E mi è piaciuta l’idea di interpretare questa figura enigmatica, questo estraneo apparente che cerca di aiutare Oskar nella sua ricerca. È un’amicizia molto interessante quella che si sviluppa tra loro.”
Il personaggio rimane muto per tutto il film, e quindi l’attore si è impegnato molto per esprimere i momenti di angoscia, di curiosità e di stupore attraverso la mimica facciale e il linguaggio del corpo. Daldry racconta questa performance così insolita e muta: “Max ha interpretato un ruolo diverso da tutti quelli precedenti — e penso che sia il tipo di performance che avrebbe sempre voluto fare. Onestamente credo che abbia creato uno dei personaggi più straordinari della sua carriera; un personaggio pieno di sfumature, complicato, divertente e sensibile… il tutto senza pronunciare una parola.”
Man mano che Oskar progredisce nella sua missione, incontra anche centinaia di persone diverse in tutta la città che condividono una sola cosa: il nome Black. Le prime persone che Oskar incontra, che si dimostreranno fondamentali per la sua ricerca in modi imprevedibili, sono Abby e William Black, una coppia in procinto di divorziare interpretata da Viola Davis e Jeffrey Wright.
Wright racconta che la sceneggiatura ha prodotto un effetto immediato su di lui. “Ho finito di leggere il copione una sera, mentre stavo lavorando in teatro,” racconta. “Il regista è venuto nel mio camerino, mi ha visto molto commosso e mi ha chiesto se stessi bene. Gli ho risposto che stavo solo cercando di rimettere a posto i pezzi rotti del mio cuore e della mia testa dopo aver letto quella storia.”
E’ rimasto anche molto soddisfatto di aver lavorato con Daldry, un’esperienza che è andata oltre le sue aspettative. “Stephen viene dal teatro, come me,” fa notare Wright. “Ti permette di modellare il tuo personaggio, di entrare profondamente nella scena, e poi di rifinire il personaggio in un modo che è molto raro nel cinema.”
Anche il regista era molto interessato a lavorare con Wright. “Dall’inizio volevamo Jeffrey nel ruolo di William Black,” afferma Daldry. “È molto intelligente e sensibile e riesce a dare molto a questo ruolo. Lo ha interpretato in modo sublime, oltre ogni aspettativa.”
In Viola Davis, Daldry ha visto un’attrice con la capacità di far risaltare qualsiasi scena, anche se sono poche quelle in cui recita. “Viola è una delle mie attrici preferite al mondo,” fa notare. “È una delle attrici di maggior talento di oggi e siamo stati fortunati ad averla.”
La Davis ha approcciato il personaggio di Abby come una donna che stava passando una crisi matrimoniale e che trova un sollievo inaspettato nel suo strano incontro con Oskar. “Penso che il fatto che Oskar trovi una bellezza in Abby riesca a farle ritrovare la sua autostima proprio nel momento in cui la donna ne aveva bisogno,” spiega. “In un certo qual modo, Abby ed Oskar sono entrambi soli con il loro dolore, ma nonostante ciò quando si incontrano, provano dei sentimenti l’uno per l’altra e desiderano stare insieme per consolarsi.”
A completare il cast troviamo John Goodman nella parte di Stan il portiere, che controlla l’ingresso del palazzo dove abita Oskar e si diverte a punzecchiare il ragazzo ogni volta che entra o esce. “Stan sta sempre a dare fastidio a Oskar,” commenta Goodman. “Si prendono sempre in giro, ma penso che Stan apprezzi molto il ragazzo. E sa anche che Oskar è molto più intelligente di lui.”
Stan involontariamente fornisce ad Oskar il primo dei molti strumenti di cui il ragazzo ha bisogno per imbarcarsi nella sua ricerca: l’elenco del telefono dei cinque distretti di New York. “Stan è un personaggio piccolo ma determinante,” afferma Daldry, “ma John mi ha fatto capire che voleva far parte di questa storia e penso che l’attore sia riuscito ad aggiungere un aspetto comico, e ci mostra un altro lato di Oskar – un lato che solo Stan riesce vedere.”
ALLESTIRE LE SCENE
Dato che “Molto Forte Incredibilmente Vicino” porta Oskar Schell in contatto con una miriade di persone nei quartieri di Manhattan, Brooklyn, Bronx, Queens e Staten Island, la città di New York stessa interpreta un ruolo visivo molto importante– in un modo diverso rispetto alla maggior parte dei film ambientati in questa città.
“La New York di questo film è la New York vista con gli occhi di un bambino,” fa notare Stephen Daldry. “Abbiamo cercato di mettere in risalto ogni angolo e luogo nascosto della città che interesserebbero un bambino, piuttosto che i luoghi principali. Abbiamo cercato veramente di riproporre la versione della città con gli occhi di Oskar. Non si tratta dei soliti posti che le persone associano a New York, ma di quello che un bambino riesce a vedere o che lo interessa.”
Per mettere in risalto il punto di vista di Oskar in ogni aspetto delle immagini e dei suoni del film, Daldry ha collaborato con un team artistico di spessore che comprende il direttore della fotografia Chris Menges, la montatrice Claire Simpson, lo scenografo K.K. Barrett e la costumista Ann Roth. Successivamente ha proseguito il lavoro con il compositore Alexandre Desplat che ha inserito nella colonna sonora gli elementi lirici e stravaganti della storia di Oskar.
Le riprese non sono iniziate nelle strade, ma negli studi della JC Studios nel quartiere Midwood di Brooklyn. In questo posto, in uno studio che affonda le sue radici in questa città nell’anno 1907, il gruppo creativo del film ha ricreato l’appartamento di Manhattan degli Schell. La produzione poi si è spostata da qui alle strade, ai parchi, agli uffici, ai ponti, ai tunnel, ai viali e alle residenze della città.
“Abbiamo cercato delle location che mostrassero il modo in cui Oskar vede New York,” spiega K.K. Barrett. “Dovevamo anche trovare e, in molti casi, allestire, le case delle dozzine di personaggi che il ragazzo visita. Gli scambi di Oskar con questi personaggi di solito sono molto brevi, quindi il posto dove vivono spesso rappresenta l’indizio principale per far capire chi siano queste persone. Le loro case dovevano riflettere visivamente la vita degli abitanti in modo sottile ma ben definito.”
Continua Barrett: “In senso generale, volevamo mostrare una New York che fosse ancora un miscuglio di aspetti diversi con molti popoli diversi in aree geografiche differenti e interconnesse; la città della diversità, con livelli economici contrastanti, gruppi etnici diversi e attività di ogni sorta.”
Non essendo originario di New York, Barrett ha usato come linee guida le sue prime impressioni su ognuno dei cinque distretti. “In un certo senso, pensavo che non essere originario di New York mi desse un vantaggio nel comprendere a fondo il personaggio di Oskar,” spiega. “Anche se Oskar vive qui, i quartieri a margine della città, lontani dal suo quartiere, gli sono sconosciuti. Quindi, volevo approcciare la situazione nel modo in cui lui lo fa: uscire e scoprire posti che non conosco.”
La produzione si è spostata molto, da Far Rockaway fino ad Harlem e in molti altri luoghi tra questi due quartieri. La truppa ha filmato l’esitante passeggiata di Oskar sul Manhattan Bridge nel vento primaverile e sotto una pioggia leggera. Il suo progredire solitario attraverso Chinatown e la Lower East Side di Manhattan, spostandosi poi al famoso Barney Greengrass Deli nella Upper West Side. Quando Oskar in ultimo deve affrontare la sua paura nei confronti del trasporto pubblico, delle maschere antigas e di tutto il resto, la scena è stata girata su un binario chiuso della Grand Central Station.
La leggendaria costumista Ann Roth, che ha lavorato precedentemente con Daldry in “The Reader” e “The Hours,” è riuscita ad evidenziare ancora di più, con i suoi disegni, la diversità della città. Questo film è il più contemporaneo che ha realizzato in collaborazione con Daldry, ambientato solo dieci anni or sono. Racconta, “Ho effettuato gran parte della mia ricerca iniziale basandomi sulle fotografie delle numerose persone che arrivavano a Sixth Avenue e Chambers Street l’11 settembre. Il film si svolge dal 2001 al 2003, e noi abbiamo cercato di riprodurre le sottili differenze di stile per far capire che ci si trovava in un determinato anno o in un altro.”
La parte più interessante del lavoro della Roth è stata quella di creare i costumi per Oskar. “È un ragazzino a cui la madre compra i vestiti,” spiega. “Leggermente eccentrico, ha un gusto specifico riguardo all’abbigliamento, quindi, per esempio, indossa solo scarpe nere e i pantaloni di velluto che porta devono essere leggermente corti. Ma, anche se la madre gli compra un altro paio di scarpe o di pantaloni, Oskar preferisce indossare solo gli abiti in cui si sente comodo. Non volevo che i pantaloni fossero troppo corti in modo ridicolo, dovevano solo far capire che sono vecchi e che lui li indossa perché sono quelli che gli piacciono. Ecco come è Oskar. Non è un tipo da Abercrombie & Fitch.”
Quando inizia le sue ricerche, Oskar tiene la chiave di suo padre sempre attaccata al collo, per sicurezza. Inoltre porta con sé uno zaino pieno di oggetti che lui ritiene possano servire per la sua ricerca e per una sopravvivenza generale: una maschera antigas, un tamburello, un nastro adesivo, un binocolo, un diario di viaggio, la macchina fotografica di suo nonno, un fischietto di sicurezza, il libro A Brief History of Time di Stephen Hawking, il suo cellulare, biscotti e il messaggio scritto da suo padre di “non smettere di guardare”.
La madre di Oskar, d’altro canto, fa le cose in maniera molto semplice. “Volevamo che il personaggio di Sandy apparisse come una madre che lavora che si confonde tra la folla. Fare shopping non rappresenta una priorità per questa donna, non è una cosa importante nelle sue giornate o nelle sue settimane o nei suoi mesi,” afferma la Roth. “Le sue camice, le giacche, perfino i capelli, sono abbastanza anonimi e questo è difficile da fare con Sandy perché lei invece è una donna molto bella. Ma la mamma di Oskar è il tipo di donna a cui se chiedi “di chi è quella giacca”? non ti saprebbe rispondere. Ha altre cose a cui pensare.”
Per il personaggio di Max von Sydow, The Renter-l’affittuario, la Roth ha creato un cappotto di loden in stile tirolese, spesso, pesante, di lana impermeabile, come quelli prodotti inizialmente dai valligiani austriaci, che il personaggio indossa nelle sue escursioni con Oskar.
Il lavoro della Roth è stato apprezzato molto da Zoe Caldwell, la quale afferma di essere riuscita a carpire il personaggio nel momento stesso in cui si è vista in costume. “Dal copione, veniva descritta come una donna scompigliata, fuori tempo e fuori luogo,” ricorda la Caldwell. “Ed io sono diventata così quando ho indossato gli abiti che Ann Roth aveva preparato per me. Mi è bastato uno sguardo nello specchio ed ho pensato “fantastico, ecco la nonna.’”
“Sono stato fortunato a lavorare con Ann Roth in tre film,” riassume Daldry. “La cosa importante da sapere di Ann è che lei non disegna semplicemente i costumi; lei segue lo sviluppo non solo dei personaggi ma dell’intero film. È un membro fondamentale della troupe ed una forza di cui tenere conto, in quanto il suo approccio e la sua comprensione non riguardano soltanto ciò che indossano i personaggi ma il modo in cui il regista vede il film.”
Man mano che le riprese proseguivano per il viaggio di Oskar nei cinque distretti, Daldry era totalmente consapevole delle difficoltà insite nel girare nella città più popolata d’America. Nonostante ciò, si è reso conto che gli abitanti di New York hanno rappresentato una delle esperienze più piacevoli di questo film.
“Molte persone che incontravamo per strada conoscevano il libro,” racconta Daldry, “ed abbiamo utilizzato molte di queste persone nel nostro film. Non è solo l’architettura della città che dona a New York il suo carattere distintivo; sono le persone che ci abitano, e che rappresentano il filo conduttore del film. E la città è molto generosa e questo anche è un aspetto del film, come è un aspetto della storia di Oskar.”
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IL CAST
TOM HANKS (Thomas Schell) è un attore, produttore e regista che ha vinto numerosi premi. E’ uno dei due attori che hanno ricevuto due Academy Award® consecutivi come Miglior Attore: nel 1994 nel toccante ruolo dell’avvocato Andrew Beckett colpito dall’AIDS nel film di Jonathan Demme “Philadelphia”. L’anno successivo ha vinto il suo secondo Oscar® nel ruolo indimenticabile del protagonista del film di Robert Zemeckis, “Forrest Gump.” Inoltre, ha vinto anche i premi Golden Globe per questi due film, oltre ad uno Screen Actors Guild (SAG) Award® per il secondo.
Hanks è stato anche candidato all’Academy Award® per le sue performance nel film di Penny Marshall “Big,” nel film di Steven Spielberg “Salvate il soldato Ryan,” e nel film di Robert Zemeckis “Cast Away,” vincendo il Golden Globe per “Big” e “Cast Away.” Nel 2002, Hanks ha ricevuto il Lifetime Achievement Award dell’American Film Institute.
Attualmente sta recitando nel film epico “Cloud Atlas,” diretto dai Wachowski eda Tom Tykwer. Tra gli altri suoi lavori per il cinema troviamo il film d’avventura animato “The Polar Express,” di cui è stato anche produttore esecutivo e che lo ha visto lavorare nuovamente insieme al regista Robert Zemeckis; il film dei fratelli Coen “The Ladykillers”; i film di Steven Spielberg “The Terminal” e “Prova a prendermi”; il film di Sam Mendes “Era mio padre”; il film di Frank Darabont “Il miglio verde”; i film di Nora Ephron “C’è posta per te” e “Insonnia d’amore”; il film di Penny Marshall “A League of Their Own”; i film di Ron Howard “Apollo 13,” “Il Codice Da Vinci,” “Angeli & Demoni” e “Splash”; ed i blockbuster animati realizzati al computer “Cars,” “Toy Story,” “Toy Story 2” e “Toy Story 3.”
Il lavoro di Hanks sul grande schermo si è tradotto anche in successi sul piccolo schermo. A seguito di “Apollo 13,” è stato produttore esecutivo e conduttore dell’acclamata miniserie della HBO “From the Earth to the Moon,” dirigendone anche un episodio e scrivendone diversi altri. Il suo lavoro in questa miniserie gli ha fatto vincere i premi Emmy, Golden Globe e Producers Guild Awards, ed ottenere la candidatura all’Emmy come migliore regista.
La sua collaborazione con Steven Spielberg in “Salvate il soldato Ryan” ha portato i due ad essere produttori esecutivi della miniserie della HBO “Band of Brothers,” tratta dal libro di Stephen Ambrose. Hanks ha anche diretto un episodio e scritto un altro episodio di questa miniserie, che ha vinto i premi Emmy e Golden Globe come Migliore Miniserie. Inoltre, Hanks ha ottenuto un Emmy Award come Miglior Regista ed una candidatura all’Emmy per la Migliore scrittura ed ha ricevuto un altro premio Producers Guild Award per il suo lavoro in questo progetto.
Nel 2008, Hanks è stato produttore esecutivo dell’acclamata miniserie della HBO “John Adams,” interpretata da Paul Giamatti, Laura Linney e Tom Wilkinson. La miniserie ha vinto 13 Premi Emmy, tra cui un Emmy come Migliore Miniserie ed un Golden Globe come Migliore Miniserie, nonché un premio PGA. Più recentemente, Hanks e Spielberg hanno lavorato insieme nuovamente nella miniserie della HBO vincitrice di premi, “The Pacific,” nella quale Hanks è stato di nuovo produttore esecutivo. Il programma in dieci parti ha vinto otto Emmy Award, tra cui quello come Migliore Miniserie ed ha fatto vincere ad Hanks il suo quarto premio PGA.
Nel 1996, Hanks ha debuttato con successo nella scrittura e nella regia con il film “Music Graffiti,” nel quale ha anche recitato. Hanks recentemente ha scritto, diretto ed interpretato “L’amore all’improvviso – Larry Crowne,” con Julia Roberts. Con il suo marchio Playtone, Hanks, insieme alla moglie, Rita Wilson, ed al suo socio, Gary Goetzman, ha prodotto la commedia romantica di grande successo del 2002 “Il mio grosso grasso matrimonio greco.” Tra gli altri suoi film come produttore troviamo “Nel paese delle creature selvagge,” “The Polar Express,” “Una vita da formica,” “La guerra di Charlie Wilson,” “Mamma Mia!,” “The Great Buck Howard,” “Il quiz dell’amore” e la serie della HBO “Big Love.”
SANDRA BULLOCK (Linda Schell) nel 2010 ha vinto un Academy Award® come “Migliore attrice” per la sua parte nel film del 2009 “The Blind Side”. La Bullock inoltre ha vinto un Critics’ Choice Award, un Golden Globe, ed uno Screen Actors Guild (SAG) Award® come “Migliore attrice” per la sua interpretazione nel ruolo di Leigh Anne Tuoy nel film che ha incassato oltre 309 milioni di dollari in tutto il mondo.
Lo stesso anno, la Bullock ha recitato nel film di grande successo “Ricatto d’amore,” insieme a Ryan Reynolds, che ha incassato oltre 317 milioni di dillari ai botteghini in tutto il mondo, e le ha fatto ottenere la candidatura al Golden Globe come Migliore attrice in un Film, Commedia o Musical. La Bullock prossimamente potrà essere ammirata in “Gravity,” insieme a George Clooney, diretto da Alfonso Cuaron.
Dopo diversi ruoli importanti in svariati film, il successo per la Bullock è arrivato nel 1994 con il blockbuster “Speed.” I suoi due film successivi, “Un amore tutto suo,” che le ha fatto ottenere la prima candidatura al Golden Globe e “The Net – Intrappolata nella rete,” sono stati entrambi acclamati dalla critica e dal pubblico. Con la sua casa di Produzione Fortis Films ha prodotto il film “Ricominciare a vivere,” nel quale ha anche recitato, che ha rappresentato il suo debutto alla produzione; “Amori e incantesimi,” “Gun Shy – Un revolver in analisi,” “Due settimane per innamorarsi”, insieme a Hugh Grant; “Miss Detective” per il quale ricevuto la sua seconda candidatura al Golden Globe ed il suo sequel, “Miss Detective 2: FBI Infiltrata speciale”.
E’ stata acclamata per le sue performance in film drammatici quali quello biografico di Truman Capote “Infamous – Una pessima reputazione” nel quale ha interpretato il ruolo di Harper Lee, ed il film vincitore del premio Oscar® nel 2004 come Miglior Film, “Crash”, diretto da Paul Haggis, per il quale ha condiviso il premio Screen Actors Guild (SAG) Award® per la Migliore Interpretazione di un Cast in un film. Tra gli altri lavori cinematografici della Bullock troviamo “A proposito di Steve”, “Premonition,” “La casa sul lago del tempo”, “Speed 2: senza limiti,” “Il momento di uccidere,” “In Love and War,” “Two if by Sea,” “The Vanishing- Scomparsa,” “Demolition Man,” “Ricordando Hemingway,” “Quella cosa chiamata amore,” “Piovuta dal cielo,” “28 giorni dopo,” il film animato “Il principe d’Egitto,” “I sublimi segreti delle Ya Ya Sisters” ed il thriller psicologico “Formula per un delitto,” di cui è stata anche produttore esecutivo.
La Bullock ha debuttato come sceneggiatrice/regista con il corto “Making Sandwiches,” nel quale ha anche recitato insieme a Matthew McConaughey e che ha debuttato al Sundance Film Festival del 1997. Recentemente, ha completato il suo incarico di produttore esecutivo del programma di grande successo “The George Lopez Show” che è stato trasmesso sulla ABC per sei stagioni.
Oltre ai premi Oscar®, Golden Globe e SAG®, la Bullock ha ricevuto molti premi ed ha ottenuto diverse candidature per il suo lavoro, tra cui due Blockbuster Entertainment Awards, quattro MTV Movie Awards, un American Comedy Award, otto Teen Choice Awards e quattro People’s Choice Awards for Favorite Female Movie Star. Inoltre, nel 2001 e nel 1996, è stata eletta “Female Star of the Year” dalla NATO/ShoWest.
THOMAS HORN (Oskar Schell) è un attore emergente la cui unica esperienza precedente nel campo della recitazione era stata quella della parte di una vecchia cavalletta nella rappresentazione effettuata alla scuola elementare di “James e la pesca gigante”. Il nuovo attore è stato notato durante la sua partecipazione vincente al programma di Kids Week “Jeopardy!”.
E’ nato nel 1997 a San Francisco, California. I suoi genitori sono medici ed ha un fratello più piccolo. Thomas trascorre la maggior parte del suo tempo libero a leggere e ad imparare lingue: sa parlare il croato, ha studiato lo spagnolo ed attualmente sta studiando il mandarino e tra le altre attività che preferisce troviamo lo sci, il karate, il tennis, il cross-country, suonare il pianoforte e viaggiare. Quando si trovava in prima media, Thomas ha partecipato alla competizione National Geographic Geography Bee conquistando il terzo posto nello stato. Ha gareggiato di nuovo nei due anni successivi e si è piazzato rispettivamente al quarto e al secondo. Attualmente sta frequentando il primo anno di scuola superiore.
MAX von SYDOW (The Renter-Affittuario) è un attore leggendario che ha ricevuto innumerevoli onorificenze dalla comunità cinematografica mondiale. È nel cinema da oltre sessant’anni, ed è conosciuto per la sua straordinaria collaborazione con il grande cineasta svedese, lo scomparso Ingmar Bergman. Tra gli undici film di Bergman in cui von Sydow ha recitato troviamo i classici “Il settimo sigillo,” “The Magician,” “La fontana della vergine,” “Through a Glass Darkly,” “L’ora del lupo” e “La vergogna.” Inoltre è apparso in diversi altri film svedesi tra cui “The Emigrants” e “The New Land – Il nuovo mondo”.
Nel 2007, von Sydow ha ricevuto le lodi a livello internazionale per la sua interpretazione nel ruolo di un padre addolorato nel film di Julian Schnabel “Lo scafandro e la farfalla.” E’ apparso in diversi film di successo tra cui “Pelle the Conquerer” per il quale è stato candidato all’Academy Award® come Miglior attore, “Hawaii,” nel film di William Friedkin “L’esorcista,” nel film di John Huston “Lettera al Kremlino,” nel film di Sydney Pollack “I tre giorni del condor,” nel film di Dave Thomas and Rick Moranis “La strana voglia”; nel film di Woody Allen “Hannah e le sue sorelle,” nel film di David Lynch “Dune,” in “DeathWatch – La trincea del male,” e in “La nave dei dannati”. Nel 1993, ha recitato nella parte del diavolo nel film di Fraser Heston tratto dal romanzo di Stephen King “Cose preziose” che lo ha reso l’unico attore al mondo ad aver interpretato Lucifero, un Esorcista e Gesù Cristo. Von Sydow ha recitato anche nel film di Scott Hicks “La neve cade sui cedri,” nel film di Steven Spielberg “Minority Report,” nel film di Paul Marcus “Heidi,” nel film di Eric Emmanuel Schmitt “Oscar and the Pink Lady,” nel film di Martin Scorsese “Shutter Island” e nel film di Ridley Scott “Robin Hood.”
Von Sydow ha debuttato nel cinema con il film svedese del 1949 “Only A Mother”, ed è apparso per la prima volta in un film di Hollywood interpretando Cristo nel film epico di George Stevens, “La più grande storia mai raccontata. Nel 1988, von Sidow ha diretto il film “Katinka”, tratto dal romanzo di Herman Bang, “Along the Highway”.
Von Sydow è nato a Lund, Svezia, ha frequentato la Acting Academy presso il Royal Dramatic Theater di Stoccolma dal 1948 al 1951, e nel 1957 è apparso in teatro nell’opera teatrale di Henrik Ibsen “Peer Gynt.” Tra le altre sue apparizioni, in tutto 82, troviamo le produzioni svedesi dell’opera di Luigi Pirandello “Enrico IV,” dell’opera di Tennessee Williams “La gatta sul tetto che scotta,” dell’opera teatrale di Jean Anouilh “Waltz of the Toreadors,” della commedia di Moliere “Il misantropo,” dell’opera di Jean-Paul Sartre “I sequestrati di Altona,” dell’opera teatrale di Ibsen “L’anitra selvatica”.
È apparso a Broadway in “Night of the Tribades” e “Duet for One” ed all’Old Vic Shakespeare di Londra in “La tempesta” nel ruolo di Prospero, che aveva interpretato precedentemente in Svezia.
Nel 2003 è diventato cittadino francese. Nel 2005 ha ricevuto l’onorificenza di Comandante dell’Ordine delle Arti e delle Lettere e nel 2011 di Cavaliere della Legione d’Onore. Vive a Parigi con la moglie Catherine, regista di documentari.
Viola Davis (Abby Black) è un’attrice molto acclamata che è stata candidata all’Academy Award, al Golden Globe ed allo Screen Actors Guild Award come Migliore attrice non protagonista per la sua performance nel film di John Patrick Shanley “Il dubbio,” tratto dalla sua opera ed interpretato da Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman ed Amy Adams. Inoltre ha ricevuto il premio Breakthrough Award del The National Board of Review ed il premio Virtuoso del Santa Barbara Film Festival.
La Davis recentemente è stata ammirata nell’adattamento di Tate Taylor del romanzo bestseller di Kathryn Stockett “The Help.” La Davis interpreta il ruolo di Aibileen e il film racconta la storia di tre donne straordinarie nel profondo sud agli inizi degli anni 60. Nel film recitano anche Emma Stone e Bryce Dallas Howard. La Davis prossimamente potrà essere ammirata insieme a Maggie Gillenhaal, Holy Hunter e Rosie Perez nel film “Won’t Back Down” del regista Daniel Barnz.
Tra gli altri suoi lavori per il cinema troviamo “5 giorni fuori,” conh Emma Roberts, Lauren Graham e Zach Galifianakis; “Eat Pray Love,” con Julia Roberts; “Innocenti bugie,” con Tom Cruise e Cameron Diaz; “Giustizia privata,” con Jamie Foxx e Gerard Butler; il film di George C. Wolfe “Come un uragano,” tratto dal romanzo di Nicholas Sparks ed interpretato da Diane Lane e Richard Gere; “Madea Goes to Jail”; “State of Play- Scopri la verità”; “Disturbia”; il film indipendente “The Architect”; il film di Jim Sheridan “Get Rich or Die Tryin’,” insieme a 50 Cent; il film di Stephen Gaghan “Syriana,” interpretato da George Clooney e prodotto da Steven Soderbergh; “Far from Heaven,” con Dennis Quaid e Julianne Moore; ed i film diretti da Soderbergh “Solaris,” “Traffic” e “Out of Sight.”
Per il piccolo schermo, la Davis recentemente è stata ammirata in sei episodi della serie di grande successo della Showtime “United States of Tara.” Prima di ciò, è apparsa insieme a Benjamin Bratt, Eric McCormack e Rick Schroeder nella miniserie “The Andromeda Strain.” I suoi numerosi lavori per la televisione comprendono un ruolo ricorrente in “Law & Order: SVU;” un ruolo ricorrente nella serie della CBS “Jesse Stone,” insieme a Tom Selleck; il ruolo della protagonista Diane Barrino nel programma della Lifetime “Life is Not a Fairytale: The Fantasia Barrino Story”; un ruolo da protagonista nel programma della ABC “Traveler,” l’Agente Jan Marlow; nel programma della CBS “Century City”; in “Lefty”; nella serie di Steven Bochco “City of Angels”; nel programma di Oprah Winfrey “Amy and Isabelle”; e nel programma della Hallmark Hall of Fame “Grace and Glorie.”
La Davis è una veterana anche in teatro. Nel 2010, è tornata a Broadway nel tanto atteso revival dell’opera di August Wilson “Fences,” insieme a Denzel Washington. La rappresentazione vincitrice nel 1987 del Pulitzer Prize e del Tony Award le ha permesso di vincere un Tony Award, un Drama Critics’ Circle Award, un Outer Critics Circle Award ed un Drama Desk Award. “Fences” inoltre ha ricevuto il Tony Award come Miglior Revival di Opera teatrale ed è stato la rappresentazione teatrale più proficua di quell’anno. Nel 2004, la Davis ha svolto una performance eccellente nella produzione del Roundabout Theatre Company dell’opera teatrale di Lynn Nottage, “Intimate Apparel” diretta dal regista vincitore del Tony Award, Daniel Sullivan. Ha poi ricevuto i più alti riconoscimenti per un’opera teatrale off-Broadway, tra cui il titolo di Migliore attrice con i premi Drama Desk, Obie e Audelco ed è stata candidata anche al Lucille Lortel Award. L’attrice ha poi ripreso quel ruolo al Mark Taper Forum di Los Angeles dove ha vinto i premi Ovation, Los Angeles Drama Critics e Garland. Nel 2001, la Davis ha vinto un Tony per la Migliore performance di un’attrice di cinema in un’opera teatrale per la sua interpretazione nel ruolo di Tonya in “King Hedley II.” La Davis ha ricevuto anche un Drama Desk Award in riconoscimento del suo lavoro.
La Davis si è diplomata alla The Julliard School ed ha un dottorato onorario in Belle arti ottenuto dalla sua alma mater, il Rhode Island College.
JOHN GOODMAN (Stan il portiere) è uno degli attori più apprezzati e rispettati dell’industria dello spettacolo. Ha ottenuto una candidatura al Golden Globe nel 1992 per la sua interpretazione da brivido nel film dei fratelli Coen “Barton Fink-E’ successo ad Hollywood,” dopo avere effettuato una performance indimenticabile nel film precedente dei fratelli Coen “Arizona junior.” Ha poi lavorato di nuovo con loro in “Il grande Lebowski” e in “Fratello, dove sei?”
Goodman attaulmente può essere ammirato nel film dello sceneggiatore/regista Michel Hazanavicius in omaggio al grande cinema muto di Hollywood, “The Artist,” e nel film indipendente di Kevin Smith, politico e dell’orrore, “Red State.” In televisione, può essere ammirato nella serie acclamata dalla critica “Damages” e “Treme,” e recentemente è apparso insieme ad Al Pacino nel film biografico di Jack Kevorkian vincitore di premi, “You Don’t Know Jack-Il dottor morte,” che gli ha fatto ottenere una candidatura come Miglior attore non protagonista in una miniserie o film. Precedentemente ha vinto un premio Emmy Come migliore Guest Actor in una serie drammatica per la sua interpretazione nel lavoro di Aaron Sorkin “Studio 60 on the Sunset Strip.”
Oltre al suo lavoro davanti alla macchina da presa, ha prestato la sua voce a numerosi personaggi animati in film quali “Monsters, Inc.,” “Cars,” “Le follie dell’imperatore” ed il seguito per il piccolo schermo, “A scuola con l’imperatore”, “Tales of the Rat Fink,” “Il libro della giungla 2,” “Bee Movie” e più di recente “The Princess and the Frog.” Inoltre ha prestato la sua voce ad uno dei personaggi principali della serie animata della NBC in primetime “Father of the Pride.”
Tra I numerosi lavori cinematografici di Goodman troviamo “Un’impresa da Dio,” “Death Sentence,” “Drunk Boat,” “I love shopping,” “L’occhio del ciclone,” “Gigantic,” “Speed Racer,” “Marilyn Hotchkiss’ Ballroom Dancing and Charm School,” “Beyond the Sea,” “Masked and Anonymous,” “Storytelling,” “Un corpo da reato,” “Le ragazze del Coyote Ugly,” “D ache pianeta vieni?,” “Al di là della vita,” “Ilcorridore/The Runner,” “Blues Brothers il mito continua,” “Fallen,” “I rubacchiotti,” “Confessione finale – Mother Night,” “Pie in the Sky,” “The Flintstones,” “Nata ieri – Born Yesterday,” “Matinee,” “The Babe – la leggenda,” “Sua maestà viene da Las Vegas,” “Arachnophobia,” “Stella,” “Always – per sempre,” “Seduzione pericolosa,” “Everybody’s All-American,” “Punchline-L’ultima battuta,” “The Wrong Guys,” “The Big Easy-Brivido seducente,” “Burglar,” “True Stories,” “Sweet Dreams,” “Maria’s Lovers,” “C.H.U.D.,” “La rivincita dei Nerds” ed “Eddie Macon’s Run.”
Originario di St. Louis, Goodman ha studiato alla Southwest Missouri State, laureandosi nel 1975 in Teatro. Tra i suoi lavori per il teatro trociamo le produzioni regionali di “Enrico IV, Parti I e II,” “Antonio e Cleopatra” e “As You Like It.” Ha recitato nella produzione itinerante di “The Robber Bridegroom” e nelle produzioni a Broadway di “Aspettando Godot” nel 2009; in “The Resistible Rise of Arturo Ui” nel 2002; “Big River” nel 1985, per il quale ha ottenuto la candidatura al Drama Desk Award e “Loose Ends” nel 1979. Nel 2001, ha recitato con Meryl Streep e Kevin Kline nella produzione dello Shakespeare in the Park de “Il gabbiano.”
Jeffrey Wright (William Black) è un attore acclamato dalla critica che spinge continuamente i limiti della propria arte con performance sempre molto apprezzate e profonde in una carriera che abbraccia il mondo del teatro, del cinema e della televisione. Wright attualmente può essere ammirato in “Le idi di Marzo,” diretto e co-interpretato da George Clooney ed è nella produzione di “Broken City”, nel quale recita insieme a Mark Wahlberg e Russel Crowe per la regia di Allen Hughes.
Wright, talentuoso attore di teatro, recentemente è stato ammirato in teatro nel ruolo del protagonista dell’opera teatrale di John Guare “A Free Man of Color” al Lincoln Center, diretta da George C. Wolfe, con cui collabora di frequente. Nel 2001 e nel 2002, rispettivamente, ha ottenuto la candidatura ai premi Obie e Tony per il suo lavoro nell’opera teatrale “Topdog/Underdog.” Wright ha vinto il premio Tony nel 1994 per la sua recitazione nel lavoro epico di Tony Kushner vincitore del premio Pulitzer ‘Angels in America’, diretto da George C. Wolfe. Wright ha poi ripreso il ruolo interpretato in Angels nella miniserie della HBO del 2003 che è stata un adattamento dell’opera teatrale, vincendo sia un Golden Globe che un Emmy per la sua eccellente performance.
Nel cinema, Wright ha interpretato una serie sorprendente di icone e iconoclasti. La brillante interpretazione di Wright del famoso e controverso “graffitaro”, Jean Michel Basquiat, nel film del 1996 “Basquiat” ha ricevuto lodi e clamori unanimi e ha fatto ottenere all’attore la candidatura all’Independent Spirit Award. Nel 2006 e nel 2008, Wright ha recitato nei film di James Bond, “Agente 007 – Casino Royale” e “Agente 007 – Quantum of Solace,” e sempre nel 2008, ha interpretato la parte di Muddy Waters in “Cadillac Records,” e di Colin Powell nel film di Oliver Stone “W.” Nel 2005, ha recitato nel film vincitore di premi “Syriana”. Tra gli altri suoi lavori troviamo il remake di Jonathan Demme di “The Manchurian Candidate”; il film di Jim Jarmusch “Broken Flowers,” che gli ha fatto ottenere un’altra candidatura all’Independent Spirit Award; il film di Ang Lee “Cavalcando con il diavolo,” e “Shaft.” Per la sua interpretazione nella parte del Rev. Martin Luther King Jr. nel film della HBO “Il capitano Boycott,” ha ricevuto nel 2001 il premio AFI.
Oltre a recitare, Wright è fondatore e vice presidente del Taia Lion Resources e cofondatore e presidente della Taia Peace Foundation. Queste due organizzazioni collaborano per portare uno sviluppo economico in Sierra Leone basato sulle risorse naturali. In questo paese Wright è molto attivo finn dai tempi del suo primo viaggio, nel 2001. Nel 2011 Wright è stato eletto dal Governo della Sierra Leone Ambasciatore ‘Peace by Piece’ in occasione del 50º anniversario dell’indipendenza di tale paese. Inoltre Wright fa parte del consiglio di amministrazione del Tribeca Film Institute and Resolve ed è membro della giunta della Saint Albans School for Boys
Nato a Washington, D.C., Wright si è laureato all’Amherst College in scienze politiche nel 1987 ed ha preso un dottorato in lettere umane dalla sua alma mater nel 2004.
Zoe Caldwell (Nonna di Oskar) è una delle attrici più rispettate del teatro. Ha ottenuto quattro Tony Awards per ilsuo lavoro a Broadway, tre dei quali come Migliore attrice in un’opera teatrale per “Master Class,” “Medea” e “The Prime of Miss Jean Brodie”, ed uno come Migliore Featured in un’opera teatrale per “Slapstick Tragedy.” Le sue performance le hanno fatto ottenere anche tre Drama Desk Awards, tra cui quello come Migliore attrice per “Master Class” e “Medea,” e Migliore performance per “Colette.” Inoltre ha ottenuto un Theatre World Award per “Slapstick Tragedy.” Ha anche diretto le opera teatrali “An Almost Perfect Person” e “Park Your Car in Harvard Yard.”
La Caldwell è nata nel 1933 a Melbourne, Australia dove è diventata un’attrice professionale interpretando la parte di Slightly Soiled in “Peter Pan.”
Ha trascorso l’ultima metà secolo ad affinare la propria arte nelle maggiori compagnie del mondo e di recente ha scritto il libro I Will Be Cleopatra: an actress’s journey, pubblicato dalla W.W. Norton.
Nel 1970, la Caldwell è stata eletta membro dell’Ordine dell’Impero Inglese (OBE) ed il preside della Melbourne University le ha conferito la laurea ad honorem in Giurisprudenza.
I CINEASTI
STEPHEN DALDRY (Regista) è regista sia nel cinema e nel teatro ed ha vinto numerosi premi. Il suo primo film, “Billy Elliot,” ha vinto più di 40 premi in tutto il mondo ed ha ottenuto tre candidature all’Oscar®, tra cui quella per la Migliore regia. Anche il suo secondo film, “The Hours,” ha vinto innumerevoli premi a livello internazionale, tra cui un Golden Globe come Miglior Film ed ha ricevuto 9 candidature all’Oscar® ed 11 ai BAFTA. Il suo film più recente, “The Reader – A voce alta,” ha ottenuto cinque candidature all’Oscar® tra cui quella per la Migliore regia e come Miglior film.
Daldry ha al suo attivo numerosi lavori teatrali tra cui “Billy Elliot the Musical”, “A Number, Far Away”, “Via Dolorosa”, “Rat in the Skull,” “Body Talk,” “The Kitchen,” “The Editing Process”, “Search and Destroy,” “An Inspector Calls”; “Machinal,” “Damned for Despair,” “The Fleisser Plays” e “Figaro GetsDivorced.” Tra gli altri suoi lavori in teatro troviamo molte produzioni allo Sheffield Crucible Theatre, dove ha iniziato la sua carriera sotto la direzione della compianta Clare Venables. Ha allestito produzioni teatrali negli U.S.A., UK a Broadway, al National Theatre, all’Albery Theatre, al New York Theatre Workshop, al Duchess Theatre, al Manchester Library Theatre, alla Liverpool Playhouse, Stratford East, Oxford Stage, Brighton ed Edinburgh Fringe Festival. Daldry è stato direttore artistico al Royal Court Theatre dal 1992 al 1998, al Gate Theatre dal 1989 al 1992 ed alla Metro Theatre Company dal 1984 al 1986. Ha vinto molti premi per il suo lavoro in teatro sia nel RU che negli U.S.A.
I lavori di Daldry per il cinema e la televisione comprendono la produzione di due programmi di “Omnibus” per la BBC2.
SCOTT RUDIN (Produttore) – ha al suo attivo molti film tra cui “Millennium – Uomini che Odiano le Donne”; “L’arte di vincere – Moneyball”; “Moonrise Kingdom”; “The Social Network”; “Il grinta”; “Lo stravagante mondo Greenberg”; “È complicato”; “Fantastic Mr. Fox”; “Julie & Julia”; “Il dubbio”; “Non è un paese per vecchi”; “Il petroliere”; “Reprise”; “La regina”; “Il matrimonio di mia sorella”; “Diario di uno scandalo”; “Venus”; “Closer”; “Team America”; “I Heart Huckabees – Le strane coincidenze della vita”; “School of Rock”; “The Hours”; “Iris – Un amore vero”; “I Tenenbaum”; “Zoolander”; “Il mistero di Sleepy Hollow”; “Wonder Boys”; “Al di là della vita”; “South Park: Il film – Più grosso, Più lungo e tutto intero”; “The Truman Show”; “In & Out”; “Ransom – Il riscatto”; “Il club delle prime mogli”; “Ragazze a Beverly Hills”; “La vita a modo mio”; “The Firm”; “In cerca di Bobby Fischer”; “Sister Act – Una svitata in abito da suora”; e “La famiglia Addams.”
Tra i suoi lavori in teatro troviamo “Passion”; “Amleto”; “Seven Guitars”; “A Funny Thing Happened On The Way to The Forum”; “Skylight”; “The Chairs”; “The Blue Room”; “Closer”; “Amy’s View”; “Copenhagen”; “The Designated Mourner”; “The Goat, or Who is Sylvia?”; “Caroline, or Change”; “The Normal Heart”; “Chi ha paura di Virginia Woolf?”; “Doubt”; “Faith Healer”; “The History Boys”; “Shining City”; “Stuff Happens”; “The Vertical Hour”; “The Year of Magical Thinking”; “Gypsy”; “God of Carnage”; “Fences”; “The House of Blue Leaves”; “Jerusalem”; “The Motherf**ker with the Hat”; “The Book of Mormon.”
ERIC ROTH (Sceneggiatore) ha vinto un Academy Award® ed uno Writers Guild of America Award (WGA) per la sua sceneggiatura del film vincitore del premio Oscar®-come Miglior Film “Forrest Gump,” diretto da Robert Zemeckis ed interpretato da Tom Hanks. Inoltre ha ottenuto le candidature al Golden Globe ed al BAFTA Award per il suo lavoro in tale film. Roth ha ricevuto la sua seconda candidatura ai premi Oscar®, Golden Globe e WGA per la sceneggiatura del film candidato come Miglior Film “The Insider,” diretto da Michael Mann ed interpretato da Russell Crowe, Al Pacino e Christopher Plummer, per il quale Roth ha vinto il premio onorario della WGA, il Paul Selvin Award, ed un Humanitas Prize. Ha ottenuto le candidature sia all’Oscar® che al Golden Globe per la sceneggiatura del film drammatico di Steven Spielberg “Munich,” e più di recente per il film di David Fincher “Il curioso caso di Benjamin Button,” interpretato da Brad Pitt e Cate Blanchett. Tratta dal romanzo breve di F. Scott Fitzgerald, questa sceneggiatura gli ha permesso di ottenere un’altra candidatura al Golden Globe ed al BAFTA.
Roth Ha frequentato la University of California a Santa Barbara presso la quale ha vinto un Distinguished Alumni Award e la UCLA dove ha vinto il prestigioso Samuel Goldwyn Writing Award nel 1970. Nel 2008 ha ricevuto il Distinguished Achievement in Screenwriting Award dalla UCLA School of Theater, Film and Television.
I primi lavori di Roth comprendono film quali “The Drowning Pool,” con Paul Newman, “Wolfen,” con Albert Finney, e “The Onion Field.” La sua prima sceneggiatura prodotta è stata quella del film di Robert Mulligan “Il mediatore,” trasmesso in anteprima al Festival del cinema di Cannes del 1974. I suoi lavori successivi comprendono “Suspect – Presunto colpevole,” diretto da Peter Yates ed interpretato da Cher, Dennis Quaid e Liam Neeson; il film di Mike Figgis “Mr. Jones,” con Richard Gere; “L’uomo che sussurrava ai cavalli,” diretto e interpretato da Robert Redford; il film di Michael Mann “Ali,” diretto da Michael Mann ed interpretato da Will Smith nel ruolo del protagonista; e “The Good Shepherd – L’ombra del potere” diretto da DeNiro con Matt Damon, Angelina Jolie e Robert DeNiro stesso. Uno dei lavori di cui Roth va più orgoglioso è quello di aver scritto per il leggendario regista Akira Kurosawa, per uno degli ultimi film di Kurosawa, “Rhapsody in August” del 1991.
Roth attualmente sta lavorando ad un film sullo spazio ed è coproduttore esecutivo del prossimo film drammatico di David Milch per la HBO “Luck,” con Dustin Hoffman e Nick Nolte.
Celia Costas (Produttore esecutivo) è Produttore esecutivo e Produttore sia per il cinema che per la televisione. Tra i suoi lavori per il cinema troviamo il film di Oliver Stone “Wall Street – Il denaro non dorme mai”, il film di Ang Lee ,“Motel Woodstock”, il film di John Patrick Shanley “Il dubbio”, i film di Mike Nichols “Charlie Wilson’s War” e “Closer”, il film di Ben Stiller “Zoolander”, “28 giorni” e “Private Parts” di Betty Thomas, e “Ti presento Joe Black – Joe Black” del regista Martin Brest.
Ha prodotto diversi film televisivi per la HBO tra cui “Angels in America” di Mike Nichols, e “F.D. Roosevelt: un uomo, un presidente” di Joe Sargent, e “Nel braccio della morte” di Joe Sargent, di cui tutti hanno vinto il premio Emmy come Miglior film per la televisione o Migliore miniserie nei vari anni in cui sono usciti. Attualmente è produttore esecutivo del film “The Corrections” per la HBO, tratto dal romanzo di Jonathan Franzen.
I suoi lavori come unit production manager comprendono film quali “Il rapporto Pelican” del regista Alan J. Pakula, “Americani” di James Foley, “A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar” di Beeban Kidron, e “Prove apparenti” di Sidney Lumet. Come Location Manager, i suoi lavori comprendono il film originale “Wall Street” di Oliver Stone, “Sweet Liberty – La dolce indipendenza” di Alan Alda, “Cotton Club” di Francis Ford Coppola, e “Orphans”, “La scelta di Sophie” e “Roll Over” di Alan J. Pakula.
Mark Roybal (Produttore esecutivo) è Presidente della produzione alla Indian Paintbrush, dove supervisiona tutti gli aspetti creativi che riguardano lo sviluppo e la produzione dei film nonché le acquisizioni.
La Indian Paintbrush attualmente è in fase di post produzione del film di Wes Anderson “Moonrise Kingdom,” un progetto senza titolo di Drake Doremus; un progetto senza titolo di David Chase, il film di Park ChanWook “Stoker” ed il film di Danny Boyle “Trance”.
Attualmente è in uscita la storia d’amore di Drake Doremus “Like Crazy,” che ha vinto il Grand Jury Prize for Drama ed uno Special Jury Prize come Migliore attrice per Felicity Jones al Sundance Film Festival del 2011. Nel film recitano Anton Yelchin, Felicity Jones, e la candidata all’Academy Award®, Jennifer Lawrence. In attesa per l’uscita troviamo il film di Lorene Scafaria “Seeking A Friend for the End of the World,” interpretato da Steve Carell e Keira Knightley ed il film di Jay e Mark Duplass “Jeff who lives at home”, interpretato da Jason Segel e Ed Helms.
Prima di entrare a far parte della Indian Paintbrush nel 2010, Roybal è stato Presidente della Scott Rudin Productions dove ha lavorato con il produttore vincitore dell’Academy Award® dal 1996. È stato produttore esecutivo del film dei fratelli Joel e Ethan Coen “Non è un paese per vecchi”. Il film ha vinto quattro Academy Award® nel 2008, quello come Miglior film, Miglior attore non protagonista per Javier Bardem, Migliore regia e Migliore sceneggiatura adattata. Roybal inoltre ha prodotto il film di Kim Peirce “Stop-Loss,” ed il film di John Patrick Shanley “Il dubbio”.
Originario di San Francisco, Roybal attualmente risiede a Los Angeles con la sua famiglia.
NORA SKINNER (Produttore esecutivo)ha lavorato in film quali quellodiJohn Patrick Shanley “Il dubbio” e quello di Daldry “The Reader – A voce alta,” nei quali è stata produttore associato. Precedentemente è stata Senior Vice President del settore Sviluppo allaScott Rudin Productions e ancora prima Direttore alla Tribeca Theatrical Productions di Jane Rosenthal e Robert De Niro.
La Skinner ha studiato al Boston College, dove si è laureata in Inglese, ed alla Rutgers University, dove si è laureata con un Master in Inglese (ABD).
JONATHAN SAFRAN FOER (Autore) ha visto pubblicato il suo primo romanzo, Everything is Illuminated, nel 2002, quando aveva appena 25 anni. Una sintesi di tale romanzo è stata pubblicata nel numero dedicato ai romanzi emergenti del The New Yorker ed il libro in breve tempo è diventato un bestseller internazionale. L’edizione in paperback è uscita nel 2003 ed è ormai alla 32° ristampa. Il film tratto dal libro è uscito nel 2005, interpretato da Elijah Wood e diretto da Liev Schreiber.
Il romanzo successivo di Foer, Molto Forte Incredibilmente Vicino, da cui è stato tratto questo film, è stato pubblicato nel 2005 ed immediatamente è entrato nella classifica dei bestseller internazionali. Nel 2007, l’autore è stato scelto da Granta per essere incluso nella loro lista dei Migliori romanzieri americani emergenti e nel 2010 è stato inserito dal The New Yorker nella classifica dei “20 con meno di 40” che comprende i migliori scrittori emergenti degli Stati Uniti.
In tutta la sua carriera, Foer ha pubblicato anche altre storie nel The New Yorker, in The Paris Review ed in Conjunctions. E’ curatore di un’antologia ispirata ai curiosi nidi per uccelli di Joseph Cornell, A Convergence of Birds, che ha vinto il premio V&A Illustration Award nel 2007. Il libretto di Foer, “Seven Attempted Escapes from Silence,” è stato messo in scena al Teatro dell’Opera di Berlino nel settembre del 2005. Inoltre, ha collaborato ad un libro intitolato Joe con Hiroshi Sugimoto e Richard Serra.
L’ultimo lavoro di Foer è il nonfiction Eating Animals. Pubblicato nel 2009, è entrato immediatamente nella classifica dei bestseller internazionali del New York Times sia in hardback che in paperback. Il suo prossimo libro si intitolerà The New American Haggadah, ed uscirà nel febbraio del 2012, ed attualmente sta scrivendo un altro romanzo.
CHRIS MENGES (Direttore della fotografia) ha vinto un Academy Award® per Achievement in Cinematography per il film “Urla del Silenzio” e per “The Mission,” entrambi diretti da Roland Joffe. Inoltre ha vinto un BAFTA Award per “Urla del Silenzio.” Menges ha lavorato precedentemente con Stephen Daldry in “The Reader – A Voce Alta,” per il quale ricevuto una candidatura all’Oscar® ed all’American Society of Cinematographers (ASC) Award. Di recente ha vinto il premio prestigioso ASC International.
Ha ricevuto la candidatura all’Academy Award® per il film di Neil Jordan “Michael Collins,” ed ha collaborato ancora con Jordan in “Triplo Gioco” e “Angel,” per il quale ha vinto un Evening Standard Award. Inoltre ha vinto un Evening Standard Award per il film di Bill Forsythe “Local Hero.”
Menges è stato candidato all’European Film Academy Award come Miglior cineasta europeo per la fotografia nel film di Stephen Frears “Piccoli Affari Sporchi” e all’Independent Spirit Award e British Society of Cinematographer’s Golden Frog per il film di Tommy Lee Jones “Le Tre Sepolture.”
Recentemente, ha lavorato di nuovo con Ken Loach in “L’altra Verità,” dopo aver girato con lui “Tickets” e “Kes,” che ha rappresentato il debutto nel cinema di Menges.
Tra gli altri film di Menges troviamo quello di William Monahan “London Boulevard,” il film di Udayan Prasad “Yellow Handkerchief,” il film di Kimberly Pierce “Stop-Loss,” il film di Richard Eyre “Diario di uno Scandalo,” il film di Niki Caro “North Country – Storia di Josey,” il film di Gregory Jacobs “Criminal,” il film di Sean Penn “La Promessa”, il film di Jim Sheridan “The Boxer,” il film di Andrei Konchalovsky “I Diffidenti,” ed il film di Roger Donaldson “Marie.”
K.K. BARRETT (Scenografo) è stato candidato al BAFTA Award per il suo lavoro nel film drammatico-biografico di Sofia Coppola “Marie Antoinette.” Ha collaborato con la Coppola anche nel film vincitore del premio Oscar® “Lost in Translation – L’amore tradotto,” che gli ha fatto ottenere la sua prima candidatura per Eccellenza nella Scenografia dalla Art Directors Guild. Ha lavorato anche con il regista David O. Russell nella commedia “I Heart Huckabees – Le strane coincidenze della vita,” e con Michel Gondry nel suo film “Human Nature.”
Barrett ha collaborato tre volte con il regista Spike Jonze, nei film acclamati dalla critica “Essere John Malkovich,” “Il ladro di orchidee” e “Nel paese delle creature selvagge,” e con quest’ultimo ha ottenuto la sua seconda menzione dall’ Art Directors Guild. E’ stato scenografo di Jonze anche in molti video musicali.
Barrett ha ricevuto per ben due volte l’MTV Video Music Award per la Migliore direzione artistica: per “New Pollution” di Beck nel 1996 e per “Tonight, Tonight” degli Smashing Pumpkins’ nel 1997. Barrett ha codiretto, insieme a Lance Bangs, il film concerto del gruppo musicale Yeah Yeah Yeahs intitolato “IsIs.”
Il suo lavoro più recente è un’opera che ha co-creato e disegnato insieme a Karen O, intitolata “Stop the Virgens” che ha debuttato sulla scena mondiale a New York nell’autunno 2011.
CLAIRE SIMPSON (Montatrice) ha vinto numerosi premi tra cui un Academy Award® ed un BAFTA Award nonchè un Eddie per il suo lavoro nel film drammatico di guerra di Oliver Stone “Platoon.” Inoltre ha vinto un BAFTA ed è stata candidata ai premi Oscar® ed Eddie per “The Constant Gardner,” diretto da Fernando Meirelles.
L’elenco incredibile dei lavori della Simpson comprende film del calibro di “Nine” di Rob Marshall; il film di Stephen Daldry “The Reader-A voce alta”; il film di Kimberly Peirce “Stop-Loss”; il film di Neil LaBute “Possession”; i film di Robert Towne “Without Limits” e “Tequila Sunrise”; il film di Arne Glimcher “The Mambo Kings”; i film di Oliver Stone “Wall Street” e “Salvador”; ed il film di Ridley Scott “Chi protegge il testimone.”
Ann Roth (Costumista) è una costumista vincitrice di premi sia per il cinema che per il teatro. E’ stata candidata quattro volte all’Academy Award®, vincendone uno per il suo lavoro in “Il paziente inglese,” e tre volte al premio BAFTA, vincendone uno per “Il giorno della locusta.”
La Roth è stata costumista in più di 100 film per il cinema tra cui “La vita privata di Henry Orient,” “Un uomo da marciapiede,” “Una squillo per l’ispettore Klute,” “The Goodbye Girl,” “Hair,” “Le stagioni del cuore,” “Sweet Dreams,” “Working Girl – Una donna in carriera,” “Piume di struzzo,” “L’insostenibile leggerezza dell’essere,” “I colori della vittoria,” “The Hours-Le ore,” “Angels in America,” “Ritorno a Cold Mountain,” “The Village,” “Closer,” “The Good Shepherd – L’ombra del potere,” “Mamma Mia!,” “The Reader-A voce alta” e “Julie & Julia.”
Per il suo lavoro in televisione, la Roth ha ottenuto tre candidature all’Emmy Award, tra cui una per i suoi costumi nella miniserie della HBO acclamata dalla critica “Mildred Pierce.”
Ha ricevuto quattro candidature al Drama Desk e tre al Tony Award, ed è stata candidata di recente ad entrambi i premi per il suo lavoro nel grande successo di Broadway “The Book of Mormon.” I suoi numerosi lavori in teatro comprendono produzioni a Broadway, Lincoln Center, The Kennedy Center, the San Francisco Opera, the American Conservatory Theatre, the Manhattan Theatre Club ed il Circle in the Square.
ALEXANDRE DESPLAT (Compositore), è stato candidato quattro volte all’Academy Award®, e di recente ha composto le musiche per il film di George Clooney “Le idi di marzo,” per il film di Roman Polanski “Carnage,” e per i blockbuster “Harry Potter e i doni della morte – Parte 1 e 2,” gli ultimi due film di questa serie di grande successo.
Desplat ha ricevuto la sua ultima candidatura al premio Oscar® per le musiche del film vincitore del premio come Miglior Film “Il discorso del re,” per il quale ha vinto anche un premio BAFTA ed è stato candidato al Golden Globe. Precedentemente è stato candidato al premio Oscar® ed al BAFTA per le musiche del film animato “Fantastic Mr. Fox”; ha ricevuto la candidatura ai premi Oscar®, Golden Globe e BAFTA per il film di David Fincher “Il curioso caso di Benjamin Button”; ed è stato candidato ai premi Oscar® e BAFTA per il film di Stephen Frears’ “La regina.”
Inoltre, Desplat ha vinto un premio Golden Globe per il film di John Curran “Il velo dipinto,” ed è stato candidato al Golden Globe per le musiche del film di Stephen Gaghan “Syriana” e del film di Peter Webber “La ragazza con l’orecchino di perla.” Nel suo paese d’origine, la Francia, Desplat ha vinto un César Award per la musica di “The Beat That My Heart Skipped,” che gli ha fatto vincere anche un Orso d’argento al Festival del cinema di Berlino del 2005. Inoltre ha ricevuto quattro ulteriori candidature al César Award di cui l’ultima per il suo lavoro nel film francese candidato al premio Oscar® nel 2009 “A Prophet.”
I suoi lavori recenti comprendono il film di Terrence Malick “L’albero della vita”; il film di Stephen Frears “Tamara Drewe”; il film di Roman Polanski “The Ghost Writer”; ed i film del regista Chris Weitz “A Better Life,” “The Twilight Saga: New Moon” e “La bussola d’oro”; il film di Nora Ephron “Julie & Julia”; “Coco avant Chanel-L’amore prima del mito”; ed il film di Ang Lee “Lust, Caution.”
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