ZOOM – Michael Emerson (“Person of Interest”), prima di “Lost” sbarcava il lunario da illustratore del “New York Times”!
di Leopoldo Damerini
Sarà per la sua aurea carismatica conquistata in “Lost” ma Michael Emerson è, tra i “sopravvissuti” del serial cult di J.J. Abrams, colui che sembra reggere meglio la popolarità del dopo-Isola. Pochi sanno però che l’attuale protagonista di “Person of Interest” dello stesso Abrams nei panni del misterioso Mr. Finch (su Premium Crime ogni venerdì in prima serata), agli inizi di carriera ha sbarcato il lunario come illustratore freelance del “New York Times” e del “Boston Globe”. La scelta di diventare attore professionista è giunta relativamente tardi, a 40 anni. “Non so perchè generalmente mi facciano interpretare personaggi misteriosi - ha commentato ironicamente Emerson di recente -ma quando mi chiedono di essere solo me stesso sul set, mi viene il dubbio che sia io a incutere terrore…!“.
PRESS CORNER
- “Quando il produttore J.J. Abrams mette il suo nome su un nuovo telefilm, l’attesa è sempre alta.Soprattutto poi se a lavorare con lui ci sono uno sceneggiatore come Jonathan Nolan (che con il fratello regista Christopher ha lavorato a Memento e alla livida saga di Batman nei diversi episodi de Il cavaliere oscuro) e un attore come Michael Emerson, l’imperscrutabile Ben Linus di «Lost». La curiosità per la nuova serie che li vede protagonisti, «Person of interest», era dunque tanta (prima puntata, venerdì ore 21.15 su Premium Crime e in chiaro su Italia 2). Bisogna subito dire che la trama è piuttosto intricata, tanto che lo stesso Abrams ha definito la serie «molto cerebrale». La serie è interessante proprio per questa sua struttura a incastro, marchio di fabbrica di Abrams, ma soprattutto perché prova a dare forma narrativa ad alcune ossessioni che hanno segnato profondamente l’America dopo gli attacchi alle Torri Gemelle, come la videosorveglianza e la necessità di rinunciare ad alcuni spazi di privacy e libertà per garantire la sicurezza comune“. (Aldo Grasso, “Corriere della Sera”)
- “L’idea di controllo sociale è al centro di ‘Person of Interest’. La serie inquieta non poco: con la tecnologia che abbiamo a disposizione è davvero possibile mappare ogni nostro movimento? Qual è il limite? Chi ha diritto di controllare chi? Siamo disposti a cedere parte della nostra libertà per un mondo migliore? Ancora una volta un telefilm si fa dibattito sul presente“. (Stefania Carini, “Europa”)