DAL 18 Maggio ANOTHER EARTH TUTTE LE CURIOSITA’

DAL 18 Maggio ANOTHER EARTH TUTTE LE CURIOSITA’

         Che cosa faresti se incontrassi un’altra versione di te? Coglieresti l’occasione di una vita diversa, in un altro posto? Saresti curioso o spaventato? E cosa, eventualmente, ti fermerebbe?

         ANOTHER EARTH, l’originale e provocatorio film di esordio alla regia di Mike Cahill, racconta la commovente storia di Rhoda Williams (Brit Marling), una brillante giovane donna che cerca di superare una terribile tragedia. Il suo mondo è come il nostro, con l’unica differenza che di notte, un misterioso pianeta del tutto simile alla Terra – denominato infatti Terra 2 – appare nel cielo ed incombe come uno specchio gigantesco sospeso sopra il nostro pianeta. 

         Per Rhoda, questo strano e ignoto pianeta – che secondo gli scienziati presenta una realtà parallela –  rappresenta la sua ultima speranza.  La donna, vittima di uno sconvolgente incidente che ha spezzato per sempre il suo sogno di diventare un’astrofisica, non vede più un senso nel futuro. Spinta solo dalla necessità di confrontarsi con il suo passato, Rhoda un giorno capita alla porta dell’uomo a cui ha cambiato inesorabilmente la vita:  il noto compositore John Burroughs (William Mapother). 

         Entrambi sconnessi, sfiduciati e incerti rispetto alla loro identità, queste due anime perse si avventurano in una storia d’amore  improbabile e rischiosa.  Ma quando a Rhoda verrà offerta l’incredibile possibilità di visitare la Terra 2, emergeranno le reciproche verità nascoste a cui farà seguito un grande quesito: e se il più grande mistero del mondo fossimo proprio noi? 

         ANOTHER EARTH, reduce da un grande successo al Sundance Film Festival di quest’anno, ha ricevuto l’Alfred P. Sloan Prize  per gli interessanti temi di scienza e tecnologia di cui tratta,  nonché il Premio Speciale della Giuria. 

         Fox Searchlight Pictures presenta ANOTHER EARTH, una produzione di Artists Public Domain. Il film è diretto da Mike Cahill e scritto da Cahill e Brit Marling. I produttori sono Hunter Gray, Cahill, Marling e Nicholas Shumaker.  I produttori esecutivi sono Tyler Brodie (PI) e Paul Mezey (HALF NELSON, MARIA FULL OF GRACE) mentre Phaedon Papadopoulos è il produttore associato.  Il film si avvale inoltre dei costumi di Aileen Diana, della scenografia di Darsi Monaco, della musica di by Fall on Your Sword,  del suono  di Ryan M. Price, della fotografia e del montaggio di Mike Cahill;  Liang Cai è l’assistente alla regia.

 

 

Il potere di una storia “filosofica”

 

            ANOTHER EARTH, che segna il debutto alla regia di Mike Cahill, esplora il regno della cosiddetta ‘fiction speculativa’ (che esplora argomenti di fantascienza, horror, soprannaturali e apocalittici) inoltrandoci nei meandri profondi e misteriosi del cuore umano. Sullo sfondo di una fantasiosa Terra alternativa e di una indagine nello spazio senza precedenti, assistiamo alla drammatica relazione di due persone proiettate in un viaggio più intimo e personale, che si confrontano con i sentimenti del rimorso, della rabbia, del perdono, della speranza e della pura meraviglia. 

         Cahill, che ha scritto la sceneggiatura insieme alla protagonista femminile del film, Brit Marling, racconta come tutto abbia avuto inizio dall’idea dei sosia, cioè di qualcuno che – da qualche parte nell’universo – è identico a noi ma che non necessariamente conduce la nostra stessa esistenza.  Da qui è nato l’impressionante concetto di una seconda Terra che appare nel nostro cielo, spazzando via per sempre il dubbio di essere gli unici abitanti dell’universo.  

“Tutto è iniziato con la domanda: cosa proverebbe qualcuno se incontrasse un altro se stesso?” si chiede Cahill.  “Cosa proverebbe vedendo esternati tutti i suoi sentimenti attraverso un altro essere che si materializza fisicamente di fronte a se stesso?  Vorrebbe conoscere quella persona?  Come si sentirebbe? Riuscirebbe a perdonare quella persona per tutto ciò che ha fatto? Questa era l’idea da cui siamo partiti, quindi l’abbiamo sviluppata, e il risultato finale è che un intero mondo è costretto a confrontarsi con un altro pianeta identico a sé”. 

Questa idea si intreccia con la vicenda più realistica e drammatica di una promettente giovane donna che fin da bambina sogna di diventare astrofisica ma la cui vita a un certo punto subisce un cambiamento radicale. Ma da quando Terra 2 è apparsa improvvisamente nel cielo, questa donna inizia a chiedersi se esiste forse un’alternativa di vita per lei, la possibilità di cancellare l’imperdonabile errore che le ha sconvolto l’esistenza.

 “Volevamo esplorare il concetto della possibilità di una seconda chance nella vita”, dice Cahill.  “Tutti noi attraversiamo momenti in cui ci chiediamo: cosa sarebbe accaduto se le cose fossero andate diversamente? Nel film la domanda è: cosa succederebbe se un vostro sosia seguisse una strada alternativa, forse quella ideale? Quanto sarebbe diversa quella persona? La sua vita sarebbe migliore della nostra?  Ci siamo resi conto che il sosia di qualcuno che conduce un’ideale vita alternativa non avrebbe avuto l’impatto che cercavamo. Le persone non sanno che tipo di vita conduce il proprio sosia nel film, non lo sanno fino al momento in cui non lo incontrano”.  

         Cahill e Marling avevano già collaborato in un documentario ma questa volta si trattava di una sfida completamente diversa, che li avrebbe spinti ad esplorare un campo del tutto nuovo.  Al posto di seguire schemi ormai superati, i due filmmakers si sono lasciati guidare dall’intuizione, dalla spontaneità e da uno stile asciutto e contenuto. 

         “E’ davvero un film unico”, dichiara Marling.  “La nostra intenzione era quella di stimolare la fantasia del pubblico, di incoraggiare il suo stupore.  Il film ci porta lontano dalla nostra vita ‘mondana’, catapultandoci in un mondo in cui tutto è possibile, compresa una realtà alternativa alla nostra. L’altra Terra diventa lo specchio di noi stessi, della nostra cultura, della nostra esistenza e ci costringe al confronto”. 

         Cahill è contento che nessuno possa realmente individuare che genere di film sia ANOTHER EARTH, perché uno dei suoi obiettivi era proprio quello di realizzare un film sul senso dell’immenso mistero dell’universo.

 “ANOTHER EARTH è un film di fantascienza? Un dramma dai risvolti romantici? O piuttosto una storia di redenzione personale? Anche se avete già letto qualcosa del film che vedrete, sicuramente vi renderete  conto di ciò che avete visto solo quando scorreranno i titoli di coda”, dichiara Cahill. 

 

Un modo diverso di fare un film

 

Sia Mike Cahill che Brit Marling hanno esordito nella scrittura e nel cinema seguendo un percorso non convenzionale. Entrambi hanno studiato economia presso la Georgetown University, anche se in momenti diversi.  Cahill in seguito è diventato coordinatore della produzione, direttore della fotografia e montatore per il National Geographic; quando è tornato a  Georgetown per seguire un festival di cinema, ha incontrato Marling, ed è rimasto colpito dalla sua passione per il cinema.  I due hanno iniziato a lavorare insieme creando documentari, fra cui BOXERS AND BALLERINAS, un film sui rapporti fra USA e Cuba raccontato dal punto di vista di quattro giovani, un pugile e una ballerina di Miami e un pugile e una ballerina di Cuba.

         I due filmmakers hanno quindi unito le forze con il loro tipico approccio iconoclasta, per dare vita ad ANOTHER EARTH.  In primo luogo hanno lavorato sul trattamento della storia scritta da Rhoda Williams e John Burroughs, concentrandosi sulla domanda che Marling riassume come segue:  “Quale tipo di persona avrebbe più bisogno di incontrare se stessa?”  Cahill e Marling hanno trascorso diversi mesi ad elaborare questa idea epica e fantascientifica che fa da sfondo ad un microdramma umano, e infine hanno creato un copione definitivo.

         Dice Cahill: “Dopo aver presentato il progetto, è stato riunito un incredibile cast di attori e un gruppo di produttori di grande talento per iniziare la produzione. Prima William Mapother, poi gli attori, i compositori e i maestri degli effetti speciali, hanno trasformato una piccola idea nel grande film che è diventato”. 

         Eppure Cahill sapeva di avventurarsi in un territorio quasi inesplorato.  “Abbiamo cercato di fondere un’idea avvincente con un film dalla mentalità indipendente,  intrecciando elementi di fantascienza ad un dramma puro, incentrato sul concetto di redenzione.  Eravamo estremamente consapevoli delle difficoltà di mantenere questo delicato equilibrio”, dice Cahill.

         Difficoltà che erano chiare anche ai produttori di Artists Public Domain (APD) – una società non-profit nata per sostenere la realizzazione di film creativi low-budget –che hanno assistito questo progetto. Il produttore di APD Hunter Gray ricorda il suo primo meeting con Cahill: “La storia ancora non era stata scritta. C’erano solo tre frasi su un pezzo di carta. Ma Mike ha l’abilità, quando parla, di coinvolgerti completamente. E’ riuscito a convincerci a lavorare in questo progetto e soprattutto a lavorare con lui”. 

         Un altro produttore di APD, Paul Mezey, ha collaborato al fianco di Cahill e Marling.  “Paul sa bene come sviluppare le storie e aiutare i nuovi filmmakers ad esplorare le loro idee concretamente”, dice Gray.  “Paul e Mike insieme hanno davvero tirato fuori il meglio l’uno dell’altro. E’ stato straordinario osservarli insieme”.

          Gray afferma che il risultato finale del film è quanto di meglio APD ambisse a raggiungere.  “Una delle cose che abbiamo sempre desiderato, nel dare vita a questa società non-profit, era trasmettere a persone con l’energia e le idee di Mike and Brit, il sostegno di cui hanno bisogno per mettersi in moto e fare un film. Abbiamo creato una struttura solida che ha consentito loro di esplorare la loro autonomia. Ed è stato bellissimo assistere al progetto che prendeva vita”.

         Alla fine, dalle poche scene iniziali si è giunti all’esperienza trascendentale a cui ha assistito il pubblico del Sundance.  “Penso che il risultato finale sia una vera e propria opera d’arte”, conclude Gray.  “E’ impossibile descrivere questo film.  Non è un vero film di fantascienza, anche se racconta dello spazio e dei pianeti. Non è una storia d’amore anche se c’è l’amore. E’ un film particolare, che rappresenta un viaggio dal quale il pubblico emergerà ponendosi mille domande”. 

 

 

Un’altra occasione: Rhoda Williams e John Burroughs

 

 

         La storia di ANOTHER EARTH è legata al destino di Rhoda Williams, una donna ambiziosa e intelligente che ha fatto un errore devastante e che è finita in prigione proprio nel momento in cui la Terra stava cambiando per sempre in seguito alla scoperta del pianeta chiamato Terra 2. Devastata dai rimpianti, Rhoda torna a casa quattro anni dopo; avendo ormai rinunciato al sogno di studiare astrofisica al Massachussets Insitute of Technology, la giovane donna accetta un lavoro come custode di una scuola, con la speranza di venire in qualche modo riabilitata, se non su questa terra, forse sull’altra. 

         La coproduttrice – nonché stella nascente del cinema – Brit Marling, che ha inoltre collaborato alla scrittura al fianco di Mike Cahill, si è calata  nei panni di Rhoda molto tempo prima che il copione venisse scritto. Ha imparato a conoscere il personaggio talmente bene che la sua performance, spesso silenziosa, è caratterizzata da una sinfonia di sfumature, piccoli gesti e tacite sensazioni che riescono abilmente a trasmettere i veri sentimenti che Rhoda spesso non riesce ad esprimere. 

         “Ho sempre pensato che Rhoda fosse un personaggio ambiguo e difficile”, spiega Marling a proposito del suo approccio viscerale.  “Il pubblico fin dall’inizio sa che Rhoda ha compiuto un’azione terribile e quindi ci siamo chiesti come costruire la personalità di una donna che sta cercando con tutta se stessa di superare quel che è accaduto, pur sapendo che nulla potrà mai cambiare ciò che è stato. Non volevo che si auto commiserasse o che sprofondasse nel dolore.  Rhoda è consapevole di aver compiuto un’azione imperdonabile ma deve comunque trovare tutta la forza e l’energia di un guerriero per riuscire a riprendersi, per vivere degnamente”.

Continua Marling: “Non ho mai perso di vista l’idea che prima che tutto cambiasse, Rhoda aveva una vita bella e luminosa. Ora la donna deve riemergere dalle ceneri e diventare più forte e più empatica di quanto non fosse prima”.  Rhoda pensa che questo sia possibile solo entrando in contatto con l’uomo a cui ha spezzato la vita, il compositore John Burroughs. Ma, durante il loro primo incontro, la donna non riesce a chiedergli perdono, così come pensava di fare: diventa invece la sua donna delle pulizie, cercando, nel modo più semplice e basilare, di riportare la luce e la vita nella sua tristissima casa. 

         Interpreta il ruolo di John, William Mapother, noto soprattutto per la parte di Ethan Rom nella serie TV “Lost” e per aver recitato come protagonista nel premiato film di Todd Field IN THE BEDROOM.  Mapother è rimasto immediatamente conquistato dall’originalità della storia, un racconto che apre la mente e che si svolge quasi interamente all’interno di una casa, raccontando il confronto fra un uomo e una donna. 

         Spiega Mapother: “E’ un’idea bellissima, in particolare perché accade solo fra un uomo e una donna.  Al posto di proiettare la storia in una vasta dimensione come normalmente succede, qui tutto si concentra su un unico rapporto. E in questo modo l’idea dell’altro pianeta diventa ancora più credibile”. 

         L’attore era inoltre interessato a penetrare la personalità di un uomo solitario come John Burroughs.  “John si è separato completamente dalla società, dall’interazione con gli altri. Allo stesso tempo penso che voglia essere aiutato ad andare oltre e a lasciarsi il dolore alle spalle, e questo è proprio quello che Rhoda inizia a fare”, osserva.  “Una delle domande più belle che il film si pone è proprio se Rhoda non sta per caso correndo un rischio incredibile a contatto con John o se è lui a correre un rischio involontario dal momento in cui deve interagire con  lei”. 

         Ma, più di tutto, Mapother ha amato gli inquietanti quesiti finali con cui il film lascia gli spettatori.  “Il pubblico uscirà dal cinema pieno di riflessioni e questo fa parte proprio del modo in cui è stato concepito il film”, spiega l’attore. “Tutto diventa parte della conversazione più ampia che il film genera”. 

 

 

Un altro genere di ‘prove’

 

         Quando William Mapother si è unito al progetto, Cahill ha dato vita ad una serie di prove ‘libere’ per costruire il rapporto cinematografico fra John e Rhoda.  “All’inizio ero preoccupato che saremmo diventati troppo intimi ancor prima di girare, rinunciando al mistero che avvolge l’incontro di due persone che ancora non si conoscono”, racconta Marling.  “Ma abbiamo deciso comunque di fare le prove perché era un modo di approfondire i temi del film ed estrapolare altri contenuti”.

         Marling dice: “Mike ed io andavamo a casa di William dove restavamo per 8-10 ore ad improvvisare. E’ stato un lavoro straordinario. Il rapporto che Rhoda e John sviluppano alla fine, e cioè quella sensazione di agio e di profonda comprensione reciproca, è proprio il frutto delle nostre prove. Poi abbiamo messo tutto da parte, per riscoprire questi sentimenti gradualmente, durante le riprese del film”.  

         Aggiunge Mapother: “Abbiamo sviluppato le varie sfumature fra i due protagonisti durante le prove.  Abbiamo avuto molto tempo per esplorare la loro personalità,  e alla fine abbiamo dovuto solo impersonarle”. 

         Marling afferma che il processo ha aiutato sia lei che Mike a raggiungere un nuovo livello di profondità.  “William ha un’energia senza limiti e si è coinvolto nel progetto in modo quasi totalizzante, proprio come me e Mike”, racconta.  “Eravamo ossessionati dal fatto che nessun momento del film potesse sembrare non autentico”.

         Prima di iniziare la vera e propria produzione, Cahill ha inoltre preso la decisione di girare la maggior parte del film in ordine cronologico, lasciando che i personaggi potessero evolversi in modo naturale, secondo ritmi temporali, consentendo al loro rapporto di crescere in modo organico, di diventare sempre più profondo, più misterioso, e di prendere un corso inaspettato. 

“Pensavo fosse importante girare la scena dell’incidente automobilistico proprio all’inizio del film”, spiega il regista.  “Abbiamo creato quella scena con tutta la traumatica violenza necessaria; Brit è arrivata sul set all’ultimo momento perché non volevo che vedesse la scena fino al momento in cui si accendevano le macchine da presa. Questo accorgimento ha creato una reazione autentica e viva in lei. E per il resto del film, Brit ha portato con sé il ricordo di quel momento, una situazione concreta a cui tornare con la mente”. 

         “Girare in modo cronologico significava anche che William e Brit all’inizio potevano mantenere una distanza fra loro per poi diventare sempre più intimi”, dice Cahill.  La decisione ha motivato gli attori.  “Ci ha aiutato a livello psicologico ed emotivo, è stata funzionale alla nostra performance e ha avuto un ottimo riscontro finale”, afferma William Mapother. 

Una caratteristica delle performance è stata la sobrietà.  “In una storia di questo tipo è facile scivolare nel melodramma”, spiega Marling.  “Ma sia nella vita che nel lavoro Mike è molto sensibile all’autenticità. Quando c’è qualcosa di forzato o di irreale, sul set, lui interrompe le riprese, e invita tutti noi a fare un passo indietro per cercare, tutti insieme, di ritrovare la verità.  Mike  ci ha spinto sempre a trattenere i sentimenti che provavamo dentro di noi, così eravamo costretti a indovinare ciò che provava l’altro”. 

         Una delle cose che Marling e Mapother hanno esplorato insieme sono le diverse reazioni che Rhoda e John hanno nei  confronti di Terra 2.  “John reagisce con paura mentre Rhoda prova un senso di speranza”, dice Mapother. “Questo genera una crisi nel loro rapporto”. 

         Una crisi che comunque li unisce.  “Nessuno dei due riesce a parlare del proprio passato.  Rhoda non può perché sa che dovrebbe mentire; John semplicemente non vuole.  Ma quando guardano insieme attraverso il telescopio si crea un legame fra loro, uno spazio comune”, racconta Marling.  “Rhoda vede Terra 2 come una via di fuga:  E se mi lasciassi tutto alle spalle per ricominciare daccapo?  E se decidessi di vivere un’esperienza epica  che possa cancellare tutto ciò che è successo prima? Penso che questa sua fantasia sia l’inizio della sua espiazione”. 

         Sia Marling che Mapother hanno analizzato approfonditamente la psiche e le passioni dei loro personaggi,  tutte quelle pulsioni che un tempo li guidavano, prima che la loro vita venisse sconvolta.  Marling parla della ricerca che ha effettuato:  “Leggevo e sognavo in modo ossessivo dello spazio. Penso che il fascino che Rhoda prova nei confronti del cosmo non riguardi solo la fisica e la matematica, ma riflette anche il suo bisogno di sognare e di esplorare.  Desidera con tutta se stessa dare risposte alle domande più difficili e toccare l’ignoto. Quindi mi sono concentrata su questo aspetto”. 

         Nel frattempo Mapother ha dovuto imparare a suonare la sega ad arco, uno degli strumenti atipici preferiti di John, il cui suono etereo e primitivo  accompagna il ritmo del film.  “Non è stato facile imparare a suonare questo strumento”, ammette Mapother.  “Quando lo tieni in mano, se non fai attenzione, puoi tagliarti il pollice. Non posso certo dire di essere portato, ma ho voluto imparare nel modo migliore per risultare credibile”. 

         L’attore ha inoltre appreso il processo creativo dei compositori.  “La cosa interessante è che all’inizio del film la musica non fa più veramente parte della vita di John, quindi si è trattato di una specie di processo parallelo, in cui lui torna verso la musica ed io inizio a scoprirla da zero”, spiega. 

Nonostante Cahill si aspettasse molto dalla sue due star, le performance dei due attori lo hanno comunque sbalordito.  “Brit riesce ad esprimere simultaneamente la paura ed il coraggio di Rhoda.  Vorrebbe rivelarsi a  John ma non riesce a farlo e questo rende la sua interpretazione carica di suspense.  William possiede una formidabile energia sul set che in questo film acquista una nuova prospettiva.  E’ molto intenso ed intelligente, cosa molto importante per il personaggio di John, ma allo stesso tempo possiede fascino e calore. Il modo in cui ci mostra l’esperienza che compie il suo personaggio è davvero straordinario”. 

Una delle scene preferite di Cahill  è una fra le più intime e tranquille, in cui Rhoda racconta a John l’avvincente storia di un cosmonauta russo vittima di un esaurimento nervoso nello spazio: una storia, che come la sua, riflette una trasformazione interiore.  “Quando Brit racconta la storia, il modo in cui reagisce William rivela proprio il momento in cui il suo personaggio – John – si innamora di lei, in cui si rende conto di nutrire una forte passione per questa donna affascinante”, conclude Cahill.  “Il loro rapporto si fonda proprio sulla reciproca riscoperta della passione”. 

 

Una nuova visione del cosmo:

Dr. Richard Berendzen è la voce narrante

 

 

         Le emozioni sono senza dubbio il cuore di ANOTHER EARTH, ma la storia è anche incentrata sulle grandi domande che accendono la ricerca spirituale, filosofica e scientifica:  Da dove veniamo?  Qual è la natura dell’universo? Cosa c’è di possibile nel cosmo? Per Mike Cahill, un grande amante di letture scientifiche, questo era un aspetto fondamentale per creare la particolare atmosfera del film.  Voleva che il suono e le immagini del film si fondessero in modo tale da evocare non solo la reciproca curiosità personale di Rhoda e John ma anche la più vasta e grandiosa curiosità che da sempre spinge l’umanità a cercare il senso della vita, dell’esistenza e dell’intera realtà cosmica. 

         “Adoro leggere libri che parlano del cosiddetto ‘multiverso’, di come funziona lo spazio, della nascita delle stelle”, dichiara Cahill.  “La scienza di cui si parla nel film si basa su tutto ciò che mi affascina.  In pratica ho distorto un po’ la mia passione e il mio entusiasmo per l’astrofisica per farne una metafora”.

Quando Cahill e Marling hanno iniziato a parlare del trattamento per la sceneggiatura, Cahill era impegnato ad ascoltare le audiocassette di un libro dal titolo Pulp Physics, un corso di scienza cosmica scritto e narrato da Dr. Richard Berendzen, un rinomato astrofisico che è stato assistente di Carl Sagan e che ora è il direttore dello Space Grant Consortium della NASA.  Le cassette hanno avuto una grande influenza sul film, dato che Berendzen espone idee affascinanti e poetiche come quella che gli elementi del nostro corpo in realtà sono nati diversi eoni fa, nelle stelle più remote.  Persino il timbro di voce di Berendzen, che evoca la grandiosa architettura del cosmo, ha colpito la fantasia di Cahill. 

“Mi piaceva guidare per le strade di Los Angeles, ascoltando le cassette di Dr. Berendzen. Adoro la sua voce”, racconta Cahill.  “Dopo averlo incontrato, lui mi ha raccontato che uno dei suoi studenti gli aveva suggerito, scherzando, che la sua voce sembrava una via di mezzo fra quella di Darth Vader di Guerre Stellari e Dio, ma per quanto sembri assurdo, secondo me c’è qualcosa di vero in questo!  E’ una voce carismatica ed esaltante”.

Mentre il film iniziava a prendere forma, Cahill ha scritto allo scienziato una lettera piena di entusiasmo e quando si sono incontrati, è nata fra loro una stretta collaborazione.  Berendzen è diventato non solo il consulente di Cahill ma anche il non convenzionale narratore del film, nonché il personaggio che introduce la fantascientifica premessa centrale del film:  la “teoria dello specchio rotto”, secondo la quale quando due terre parallele si accorgono l’una dell’altra, la loro sincronicità si spezza . . . e il destino degli abitanti della Terra 2 cambia, rispetto a quello della Terra. 

“Quando ho incontrato Mike sono rimasto colpito dalla sua personalità: è un uomo brillante e originale. Sapeva davvero tutto ciò che c’è da sapere e aveva riflettuto a lungo sul suo progetto”, racconta Berendzen.  “Aveva ascoltato le mie cassette e aveva sviluppato una sua idea personale sull’amore e sulla bellezza dell’universo, e sulla straordinaria storia che questo racconta.  Lui e Brit non avevano ancora un copione ma questo non ha fatto altro che accrescere il mio rispetto per loro.  Non erano imprigionati in concetti precostituiti. Stavano creando dal nulla”. 

Lo scienziato si è identificato nel personaggio centrale del film, con cui condivide il sogno di diventare astrofisico.  “Sono cresciuto in Texas”, racconta, “dove c’è una canzone che fa: ‘The stars are big and bright late at night’… Da bambino spesso mi sdraiavo su un prato con i miei amici, a guardare quei puntini luminosi nel cielo e a contemplarne la maestosità. Rhoda subisce lo stesso fascino, così come succedeva ai greci migliaia di anni fa, quando osservavano il cielo per la prima volta e volevano saperne di più”. 

Berendzen racconta che mentre Cahill gli parlava della storia, lui si rendeva conto che forse una cosa del genere non era mai stata vista al cinema.  “E’ un film sull’umano senso di meraviglia, che secondo me è così importante”, dice.  “E’ vitale in ogni cosa che faccio, sia come scienziato che come insegnante: tutto ha inizio dalla meraviglia che si prova nei confronti dell’universo.  Cosa nasconde la sua immensità? Cosa può insegnarci?  Mike esplora una storia drammatica attraverso la vicenda personale di due persone soltanto, che diventa la metafora della condizione umana”. 

All’inizio Cahill e Berendzen hanno discusso principalmente delle loro idee ma presto Cahill ha iniziato a registrare Berendzen mentre parlava di come funziona l’universo e dell’umano desiderio di conoscere le stelle, mentre rifletteva sui temi filosofici di identità e possibilità, con la sua caratteristica passione e meraviglia.  In seguito Cahill univa i momenti selezionati di queste registrazioni, inserendoli nel film, spesso allo scopo di creare un contrappunto alle intime emozioni di Rhoda e John. 

 “Non sapevo ciò che avrebbe utilizzato ma osservavo le reazioni di Mike e quando iniziava ad alzarsi dalla sedia allora capivo di dover insistere su quell’argomento in particolare”, racconta Berendzen.  “Devo dire che mi è piaciuta molto questa fase così libera, e Mike mi ha ispirato moltissimo ad esprimere tutte le mie idee. Quando alla fine ho visto il film, ho capito che aveva mescolato le mie parole alle espressioni del viso di Brit, come nella coreografia di un balletto”.   

Berendzen riconosce che la descrizione, nel film, di una seconda Terra così vicina alla nostra, è un elemento fantastico che va al di là dei fondamenti scientifici, ma l’autore sottolinea anche che esistono  certamente pianeti che presentano le condizioni terrestri ma che si trovano a 10 anni luce da noi e che sono quindi ancora troppo lontani dalle nostre attuali possibilità. 

“Questo film è conforme alle prove scientifiche su cui si basa la nostra attuale conoscenza scientifica?  No.  Ma non credo che questo sia importante”, dice.  “Molti dei film migliori mai realizzati sono il frutto della pura fantasia.  Questo film è incentrato sul senso della scoperta.  Non è una storia di fantascienza con effetti speciali o battaglie aliene. Questo è un film che si chiede ‘cosa accadrebbe se?’ Tutti questi ‘se’ fanno molto pensare e potrebbero addirittura ispirare qualcuno a prendere un telescopio e a leggere libri di scienza.  Dopo aver visto il film per la prima volta mi sono seduto in macchina a lungo, nel parcheggio, sopraffatto dai pensieri. Non ci sono molti film in grado di suscitare queste reazioni”.  

Cahill è stato gratificato dall’atteggiamento di Berendzen, per cui non era un problema mescolare scienza e fiction.  “Sicuramente è convinto che una storia del genere possa incoraggiare la gente a sviluppare  un interesse nei confronti delle stelle, della fisica e della scienza, e questo, per lui, non ha prezzo”, spiega Cahill. 

La teoria scientifica rielaborata da Cahill in ANOTHER EARTH si basa sulla fisica quantistica – la teoria del multiverso, secondo la quale il nostro universo potrebbe essere solo uno dei tanti possibili universi che esistono all’interno di dimensioni interpenetranti, una goccia nell’infinito mare di realtà che si generano continuamente.  Mentre l’esistenza di universi paralleli non può, a questo punto, né essere confermata né negata dagli scienziati, questa idea ha acceso non solo l’interesse dei fisici ma anche la fantasia dei filmmakers, generando film come IL MAGO DI OZ a RITORNO AL FUTURO a STAR TREK.  Con la creazione di Terra 2, Cahill aggiunge il suo tocco personale alla tradizione delle storie che indagano sulla possibilità della vita umana in un’altra dimensione.  

Oltre ad aver lavorato con Berendzen, Cahill ha letto le pubblicazioni del popolare fisico Brian Greene, che studia argomenti quali la teoria delle stringhe, le dimensioni nascoste, la meccanica dei quanti, il tessuto di spazio e tempo, nonché la possibile esistenza di universi paralleli. Nel suo bestseller Hidden Reality: Parallel Universes and the Deep Laws of the Cosmos, Greene scrive: In fondo, la definizione di universo parallelo è soltanto un’espressione linguistica. Ciò che conta, il cuore dell’argomento, riguarda la possibilità o meno che esistano regni che sfidano la convenzione, suggerendo che ciò che abbiamo a lungo considerato l’universo, altro non è  che la porzione di una realtà molto più vasta e per lo più nascosta”.  

         I progressi scientifici all’interno di queste realtà nascoste sono ancora lontani ma più la gente è incuriosita da ciò che si trova nell’universo, dice Berendzen, meglio è, e lo scienziato si augura che un film come ANOTHER EARTH possa diventare una fonte di ispirazione.  Conclude:  “ANOTHER EARTH è un film che in realtà si basa sul concetto di pentimento e rinnovamento. Qualsiasi film riesca ad unire le due idee attraverso la meraviglia dell’astronomia e susciti un impeto di speranza – secondo me è un film importante”. 

 

 

Un altro mondo: le riprese, il design e la musica

 

         Le grandi fantasie sullo spazio e un budget ridotto non sembrano andare molto d’accordo, ma Mike Cahill aveva in mente uno stile sobrio, essenziale, quasi informale per ANOTHER EARTH, tutto basato sull’atmosfera e sulle emozioni, al posto di vistosi effetti speciali.  Cahill ha girato e montato il film tutto da solo, usando le stesse cineprese e l’attrezzatura che utilizza quando gira i documentari, ottenendo in questo modo un’atmosfera “live” e la possibilità di evidenziare anche i minimi dettagli e i momenti più intimi e nascosti dell’animo umano.  Come forse si conviene a un film realizzato da due ex esperti di economia, Cahill e Marling hanno cercato di sfruttare al massimo le loro risorse, puntando sulla sobrietà e sull’essenziale. 

         Ad esempio, in una delle prime scene, Rhoda torna dalla prigione ed entra nella stanza di quando era ragazza, dove passa in rassegna sul muro tutte le fotografie della sua precedente vita felice, e si sofferma su un vasetto di paillettes.  “E’ un momento semplice e intenso”, dice Cahill.  “Quelle paillettes luminose evocano lo spazio, l’ignoto, un microcosmo nel cosmo.  Quando Brit affonda il dito nelle paillettes in un certo senso sembra catturare l’innocenza della gioventù e rivela in parte il suo carattere”. 

         Persino l’immagine della Terra 2 è molto semplice, quasi austera nel suo puro riflesso del nostro pianeta blu, sospesa nel nostro cielo come se fosse sempre stata lì.  “Voglio che il pubblico abbia la sensazione che la seconda terra si trovi davvero lì, e che gli abitanti della Terra possano vederla e riflettere sulla sua esistenza”, dice.  “Non c’è ricerca di stile, perché tutto doveva essere estremamente autentico. Doveva sembrare una storia possibile”. 

Nel corso delle riprese, il design cambia, per descrivere i cambiamenti del mondo interiore di Rhoda e John.  “La prima metà del film crea la premessa del film e ne stabilisce il tono”, dice Cahill.  “Il paesaggio mostrato ha un look semi-industriale, ricorda la East Coast e ha molte sfumature di blu.  La tavolozza è grigia e fredda. Ma mentre i personaggi si avvicinano l’uno all’altro e la visione dell’altra Terra si fa sempre più nitida e vicina, anche i toni cromatici si scaldano”. 

Cahill si è sentito particolarmente libero e rilassato, durante le riprese, perché il film è stato girato per lo più nei luoghi della sua infanzia, nelle case della sua famiglia e dei suoi amici.  Non ha mai considerato il piccolo budget come un  limite, al contrario: “Le limitazioni non mi costringono, anzi aumentano la mia creatività”, afferma. 

La creatività è stata la chiave anche della colonna sonora, affidata a Fall On Your Sword, un gruppo rock di Brooklyn noto soprattutto per i suoi show audio-visivi e i successi su youtube come “Shatner of the Mount” e “Tangerine”. Cahill è rimasto conquistato dal loro sound audace, giocoso e moderno e ha voluto amalgamare la loro musica alla meraviglia, all’atmosfera e alle emozioni della storia e delle performance. 

“Prima di metterci al lavoro abbiamo parlato con Mike della storia e di come doveva essere raccontata dalla musica. Mike voleva che la colonna sonora sottolineasse gli aspetti umani della storia, alludendo sottilmente alla vicenda fantascientifica, così come accade nel film”, raccontano Will Bates e Phil Mossman di Fall On Your Sword.

“Mike è un regista esaltante con cui lavorare e ci ha dato completa fiducia. La prima volta che abbiamo suonato un brano per lui, non faceva altro che saltellare su e giù per lo studio, totalmente entusiasta. E il suo entusiasmo ha spronato la nostra creatività. Ma Mike è molto deciso e sa esattamente quando qualcosa funziona o meno, e questo per noi compositori è stato di grande aiuto”.

Per riflettere il tono del film, minimalista e autentico, eppure veicolo di grandi idee, il duo ha creato una musica che si intreccia con le atmosfere del film senza dominarle.  “Abbiamo usato strumenti reali quali il violoncello, la viola e il pianoforte, e strumenti elettronici: il segreto era proprio quello di amalgamare con arte queste due tecniche. I  sintetizzatori sono stati usati con gli amplificatori, utilizzando microfoni da una stanza all’altra per un effetto più organico. Abbiamo voluto conservare molte imperfezioni, i rumori di fondo come i fruscii, cercando allo stesso tempo di evitare una stratificazione del suono  che tende ad avere il sopravvento sulla scena. In questo modo la colonna sonora resta melodica e consente lo sviluppo dei vari temi musicali.  Gli strumenti ad arco rappresentano Rhoda mentre il pianoforte rappresenta John, e questo è giusto dato che lui è il compositore del film”, spiegano Bates e Mossman.

”Mentre componevamo la colonna sonora, abbiamo ascoltato molta dubstep inglese che ha influenzato la nostra musica in termini di atmosfera, di utilizzo dello spazio e di toni subarmonici.  Anche le prime composizioni di Vangelis, Brian Eno e Giorgio Moroder sono stati una fonte di ispirazione così come Rachmaniov, Philip Glass e Wendy Carlos”, concludono Bates e Mossman.

“Abbiamo trascorso quattro mesi a lavorare con Fall On Your Sword”, ricorda il produttore Hunter Gray, “e la loro musica si fonde con le immagini del film creando qualcosa di davvero unico”. 

Ogni piccolo momento arricchisce i sorprendenti secondi finali del film, che – spiega  Cahill – restano appositamente aperti a varie interpretazioni affinché il pubblico si interroghi anche quando il film è finito. 

“E’ uno splendido passaggio di consegne”, riassume il regista “Voglio dire che prima ci si chiede cosa pensa Rhoda, ma la vera domanda è: cosa pensate voi?” 

        

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IL CAST E FILMMAKERS

 

BRIT MARLING (Scrittrice, Produttrice, Attrice nel ruolo di Rhoda Williams) è un’attrice emergente, nonché scrittrice e produttrice, il cui talento ha lasciato un segno indelebile al Sundance Film Festival 2011, in cui ha presentato ben due film nella sezione ‘Premiere’.

Marling apparirà presto in SOUND OF MY VOICE, presentato al Sundance nella categoria Next e al SXSW nella categoria Festival Favorites. Il film è diretto da Zal Batmanglij, al suo esordio in un film a soggetto e ancora una volta Marling non ha solo recitato, ma ha anche collaborato alla scrittura e alla coproduzione del film. SOUND OF MY VOICE segue le vicende di una giovane coppia che si infiltrano in una setta religiosa guidata da Maggie (interpretato da Marling). I due ragazzi restano ammaliati da Maggie, mettendo alla  prova la loro relazione nonché il loro senso della realtà. Il film verrà distribuito quest’anno da Fox Searchlight.

Marling di recente ha iniziato la produzione di ARBITRAGE, un thriller sul mondo della finanza diretto da Nicholas Jarecki, in cui l’attrice recita al fianco di Richard Gere, Susan Sarandon e Laetitia Casta. Il film segue le vicende di un magnate del settore dei fondi di investimento  (Gere), che cerca disperatamente di vendere il suo impero prima che qualcuno scopra che è un truffatore. Un grave errore lo costringe a rivolgersi ad un improbabile alleato in cerca di aiuto.

L’esperienza di Marling nel cinema è iniziata durante gli anni del college alla Georgetown University, in cui scriveva e interpretava progetti insieme ai suoi amici. A un certo punto Marling ha preso un periodo di pausa dalla scuola, e si è trasferita a Cuba per co-dirigere il documentario BOXERS AND BALLERINAS, incentrato sulla vita di giovani artisti e atleti nel paese comunista. Marling si è laureata con il massimo dei voti a Georgetown, dopo aver studiato economia e arti figurative. La sua esperienza professionale comprende anche un lavoro come analista nel settore degli investimenti bancari presso Goldman Sachs.

Rendendosi conto che la recitazione e la cinematografia erano ciò che trovava più stimolante, Marling ha assecondato la sua passione  e si è trasferita a Los Angeles, dove vive attualmente.

 

WILLIAM MAPOTHER (John Burroughs) è apparso in oltre cinquanta film e programmi televisivi. I suoi recenti lavori comprendono: A WARRIORS HEART, EDWIN BOYD, e la commedia FDR: AMERICAN BADASS.  Ha girato inoltre il film nominato all’Oscar IN THE BEDROOM, WORLD TRADE CENTER, THE GRUDGE, LORDS OF DOGTOWN, THE BURROWERS, WITHOUT LIMITS (No limits), SWORDFISH (Codice: Swordfish) e MISSION: IMPOSSIBLE 2.  In televisione ha recitato in “Lost” (nel ruolo di Ethan Rom), “Prison Break”, “CSI, Criminal Minds”, “Human Target”, “Law and Order: Special Victims Unit”, “Law and Order: Criminal Intent”, “Threshold” e “NCIS: Naval Criminal Investigation Service”.

L’attore è uno dei co-fondatori di Slated, una società di finanziamenti, tecnologia e di elaborazione dati al servizio dell’industria cinematografica.  Slated gestisce il  mercato online per il finanziamento di film mentre il servizio su internet Festival Genius gestisce il programma di oltre sessanta festival, fra cui il Sundance.

La voce di Mapother è apparsa nei film di animazione, nei  video games, negli annunci pubblici e nei documentari; attualmente sta scrivendo e producendo un film basato su una puntata di This American Life.

Mapother è il Direttore Nazionale dello Screen Actors Guild, uno dei co-fondatori del Flyover Film Festival di Louisville, nel Kentucky, nonché il portavoce di Awareness of Elder Abuse.  Prima di dedicarsi alla recitazione, Mapother ha insegnato a East Los Angeles presso il Los Angeles Unified School District.  E’ cresciuto a Louisville, nel Kentucky, e si è laureato in letteratura presso la University of Notre Dame. Vive a Los Angeles.

 

MIKE CAHILL (Scrittore, Regista, Produttore, Direttore della Fotografia e Montatore) è nato il 5 luglio 1979 a New Haven, nel Connecticut. Fin da giovanissimo ha mostrato interesse per il cinema, sperimentando con un camcorder VHS.  Mentre studiava economia a Georgetown, comprò una telecamera Hi8 da una agenzia di pegni, imparando da solo a montare su Adobe Premiere.  Al posto di continuare la sua carriera economica, Cahill ha iniziato a lavorare per il National Geographic, dapprima come stagista, ma nel giro di qualche mese è diventato il più giovane coordinatore della produzione, montatore e direttore della fotografia dello staff.  Dopo aver trascorso diversi anni a riprendere squali, tartarughe e altre forme di vita marina per la serie “Crittercam”, Cahill si è trasferito a Cuba per un anno, per realizzare un apprezzato documentario dal titolo BOXERS AND BALLERINAS.  In seguito si è trasferito a Los Angeles dove ha lavorato in vari documentari fra cui LEONARD COHEN: I’M YOUR MAN (Sundance 2006) e EVERYONE STARE: THE POLICE INSIDE OUT.  Ha inoltre prodotto e diretto diverse puntate della serie MTV vincitrice dell’Emmy, dal titolo “True Life”.  Inoltre Cahill crea video artistici con lo pseudonimo di Day Old Teeth, e ha diretto l’installazione “Hand of God” presentata nel marzo 2009 nel Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles. 

Cahill sta attualmente sviluppando diversi progetti cinematografici, uno dei quali riguarda la rincarnazione mentre un altro racconta di uno stilista che vive in fondo al mare. Attualmente Mike vive a Brooklyn, New York.

 

HUNTER GRAY (Produttore) è il co-fondatore di Artists Public Domain, una organizzazione non-profit che sviluppa, finanzia e produce film di nicchia. Gray recentemente ha prodotto TERRI di Azazel Jacobs, di imminente distribuzione. E’ attualmente il produttore esecutivo di THE LONELIEST PLANET, con Gael Garcia Bernal, e del nuovo film di Joshua Marston, THE FORGIVENESS OF BLOOD (La faida). I credits di Gray comprendono HALF NELSON, MOMMA’S MAN di Azazel Jacobs, VOY A EXPLOTAR di Gerardo Naranjo, ZERO BRIDGE di Tariq Tapa e il cortometraggio di Natalie Portman dal titolo EVE.

 

NICHOLAS SHUMAKER (Produttore) si è laureato a Georgetown e ha iniziato la sua carriera collaborando con il giornalista vincitore dell’ Emmy Award, Mike Cerre, ad un progetto di scambio, finanziato dal Dipartimento di Stato, fra Stati Uniti e Medio Oriente. Shumaker si è quindi trasferito a Cuba con Mike Cahill e Brit Marling per produrre il premiato documentario BOXERS AND BALLERINAS. Dopo un incarico dirigenziale presso il fondo di finanziamento cinematografico White Buffalo Entertainment, Shumaker ha svolto un ruolo determinante nello sviluppo, nella produzione e nella strategia di vendita dei seguenti film: WHICH WAY HOME nominato all’Oscar nel 2010; THEATER OF WAR presentato al Tribeca Film Festival 2008 e in onda su Sundance Channel; LOVELY, STILL con gli attori premio Oscar Martin Landau e Ellen Burstyn, presentato al Toronto International Film Festival 2008, e il film vincitore del Tribeca Film Festival RACING DREAMS, diretto dal regista nominato all’Academy Award, Marshall Curry.  Shumaker attualmente trascorre il suo tempo fra Parigi e New York City, lavorando con la società francese Memento Films International.

 

TYLER BRODIE (Produttore Esecutivo) di recente ha prodotto TERRI e THE FORGIVENESS OF BLOOD (La faida).  In passato ha prodotto PI (Il teorema del delirio), THE BALLAD OF RAMBLIN’ JACK, YOU SEE ME LAUGHIN’, MEMORIAL DAY, VOY A EXPLOTAR, ZERO BRIDGE e MOMMA’S MAN. Tyler è uno dei soci fondatori della società di produzione di New York Verisimilitude e delle etichette discografiche What’s Your Rupture e DFA Records.  Tyler ha inoltre co-fondato Artists Public Domain.

 

PAUL MEZEY (Produttore Esecutivo) è un produttore indipendente di New York, fondatore di Journeyman Pictures.  Mezey ha prodotto diversi film apprezzati e premiati, fra cui MARIA FULL OF GRACE, che ha ricevuto una candidatura all’Academy Award 2005 per la Migliore Attrice Protagonista  e HALF NELSON, con Ryan Gosling, che è valso al protagonista una nomination all’Oscar nel 2007.  I suoi progetti futuri comprendono:  THE GIRL di David Riker con Abbie Cornish, BEASTS OF THE SOUTHERN WILD di Benh Zeitlin e THE FORGIVENESS OF BLOOD (La faida) di Joshua Marston, che lo scorso febbraio ha vinto l’Orso d’Argento al Festival di Berlino per la Migliore Sceneggiatura.   Altri film prodotti da Mezey comprendono il film sul baseball di Ryan Fleck & Anna Boden SUGAR; l’esordio alla regia di Sophie Barthes COLD SOULS  con Paul Giamatti, Emily Watson e David Strathairn; MOMMA MAN di Azazel Jacobs; ANGEL RODRIGUEZ, EVERYDAY PEOPLE, e OUR SONG  di Jim Mckay;SPRING FORWARD diTom Gilroy con Ned Beatty e Liev Schreiber; THE CITY (LA CUIDAD) di David Riker; il documentario di Mandy Stein sul Blues del Mississippi YOU SEE ME LAUGHIN’ e THE BALLAD OF RAMBLIN’ JACK per la regia di Aiyana Elliott, vincitore dell’ Artistic Achievement Award al Sundance Film Festival 2000. 

 

PHAEDON PAPADOPOULOS (Produttore Associato) ha iniziato la sua carriera nel cinema con il cortometraggio di Natalie Portman EVE, presentato al Festival di Venezia.  Papadopoulos è stato di recente produttore associato del film TERRI.  Oltre a dedicare il suo tempo ad Artists Public Domain, Papadopoulos è   un executive di Verisimilitude, in cui supervisiona lo sviluppo e la produzione cinematografica, e con cui è attualmente impegnato nello sviluppo delle future produzioni di Hunter Gray e Bonnie Hlinomaz.

 

Dopo una carriera nel mondo della finanza ed essersi dedicata ai suoi due figli, AILEEN DIANA (Costumi) si è diplomata presso la Scuola di Design di Parigi, nel 2008.   A New York City, Diana ha inaugurato  una nuova carriera, lavorando con vari filmmakers provenienti dalla Columbia Film School, NYU Film School, e dalla New York Film Academy, occupandosi del guardaroba, dei costumi e della scenografia di film, video musicali e serie online.  Diversi film in cui ha lavorato hanno ottenuto premi e riconoscimenti, fra cui HERE COMES THE BRIDE, A CONSCIENCE WILL KILL YOU, in concorso al Rotterdam Film Festival, e  il gioco online interattivo “Deleted– The Game”, vincitore del Webby Award come Best Experimental Web Series.

Diana è inoltre una stilista e ha lavorato come assistente al guardaroba a teatro.  I suoi credits teatrali comprendono: Be Careful! The Shark Will Eat You, un one man show sulla fuga di una famiglia da Cuba, e Beckett, in scena al New York Public Theater.

 

DARSI MONACO (Scenografia) è una scenografa, scrittrice e produttrice che lavora principalmente nei film indipendenti, cortometraggi, video musicali e film artistici all’interno di installazioni nelle gallerie d’arte.

Il suo lavoro come scenografa comprende i seguenti film: JACOBIAN, NECROMANTIC, TWO OTHER DREAMS, ROSENCRANTZ AND GUILDENSTERN ARE UNDEAD, THE DINNER PARTY e RED ANGEL.
         Monaco ha fondato Psycho Kitty Films, una società di produzione dedicata allo sviluppo dei film e video creati da donne e che sovvertono i tradizionali stereotipi sessuali.

Nel 2009 Monaco è stata nominata al prestigioso premio del Strasbourg International Film Festival come “Best Production Design for Feature Film”; attualmente studia per diventare avvocato nell’ambito dell’industria dell’intrattenimento.

 

FALL ON YOUR SWORD (Musica) è una band formata da Will Bates e Phil Mossman.  Nonostante siano originari di Londra, Bates e Mossman si sono incontrati a Brooklyn dove attualmente vivono e lavorano.  Il duo ha ottenuto un grande successo per le colonne sonore dei film, per i suoi brani musicali e per i suoi popolarissimi video. 

Will Bates ha studiato presso la University of Westminster e la Royal Academy of Music, dove ha studiato composizione musicale e sassofono jazz.  Come sassofonista Bates ha collaborato con una varietà di artisti leggendari fra cui Roy Ayers, Paul McCartney, Steve Hackett, Marc Almond, Lulu, e Marshall Jefferson.  Come solista multi-strumentale Bates ha inciso dischi con il suo gruppo neo punk The Rinse, e ha collaborato con il frontman di Electric Six, Dick Valentine con lo pseudonimo di The Evil Cowards.  Il primo lavoro di Bates come compositore cinematografico è stato apprezzato in YOU WON’T MISS ME, presentato al Sundance e vincitore del Gotham Award for Best Movie Not Playing at a Cinema Near You; subito dopo l’artista ha composto la musica di PLAY, di David Kaplan, che ha vinto il Premio come Migliore Cortometraggio al Puchon International Fantastic Film Festival,  e di CHOSIN, un documentario sulla guerra coreana. Nel 2009 Bates ha creato il primo dei mitici di  Fall On Your Sword, che sono diventati la colonna portante dei live show del gruppo; il più noto di questi video è “Shatner of The Mount” che vanta circa 1,5 milioni di spettatori su  YouTube.

Philip Mossman ha raggiunto la notorietà durante il periodo inglese post-rave, quando faceva parte del visionario gruppo dark di  Andrew Weatherall, The Sabres of Paradise.  Mossman in seguito si è unito a David Holmes per collaborare con artisti del calibro di U2, Manic Street Preachers e Jon Spencer Blues Explosion. Le influenze cinematografiche di Holmes hanno presto catturato l’attenzione delle personalità più influenti di Hollywood, e al duo è stata commissionata la colonna sonora del film di Stephen Soderburgh OUT OF SIGHT e di OCEAN’S ELEVEN.   Nel 1999 Mossman ha inciso “Xtrmntr” di Primal Scream, che ha raggiunto il terzo posto del NME, e “Bow Down To The Exit Sign” di David Holmes, presso i Plantain Studios di Manhattan, ora sede dell’etichetta newyorkese DFA.  Quando Mossman ha scelto di vivere a New York nel 2001, James Murphy lo ha prontamente invitato a far parte del gruppo innovativo  LCD Soundsystem.  Dopo cinque anni con LCD, Mossman ha preso la difficile decisione di lasciare il gruppo ma di recente è stato invitato a partecipare agli ultimi spettacoli della band  presso il Terminal 5,  con un leggendario finale al Madison Square Garden.

Bates e Mossman si sono incontrati nel 2008, quando hanno collaborato ad una pubblicità per una marca di scarpe da calcio, che è stata premiata con il Leone d’Oro a Cannes nel 2008 e un Gold Clio Award 2009.  Nel 2010 è stata ultimata la costruzione dei Fall On Your Sword Studios, in cui sono già state composte le colonne sonore di ben cinque lungometraggi, fra cui AARDVARK diretto da Kitau Sakurai, THE NORMALS diretto da Kevin Connors, GENERATION UM diretto da Mark Mann e A SWEET LITTLE BULLET FROM A PRETTY BLUE GUN diretto da Matt Ross.  I FOYS distribuiscono la colonna sonora di ANOTHER EARTH attraverso Milan e DFA records, e sono stati nominati al Clio Award per la musica da loro composta per l’animazione dei titoli di testa di “OFF”.  

 

         RYAN M. PRICE (Suono) si occupa di missaggio, montaggio e design sonoro e ha lavorato con i filmmakers Madeleine Sackler, Alex Gibney, Kanye West, Derek Cianfrance, e Zimbalist Brothers.

             I suoi lavori comprendono film indipendenti e documentari fra cui: HABIBI, WEAKNESS, FAMILY: THE FIRST CIRCLE;  THE TWO ESCOBARS; THE LOTTERY, 2012: TIME FOR CHANGE; BLUE VALENTINE; BARKING WATER; INTO TEMPTATION; 2B, IBID e FROZEN RIVER.  

            I credits televisivi di Price comprendono “History Detectives” di PBS, lo special della NBC “Truth in Motion”, “How Bruce Lee Changed the World” di History Channel, “Biography” di  A&E e “Table for Twelve” di TLC.

Ha frequentato il college di SUNY Fredonia dove si è laureato in Sound Recording Technology.

 

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