TORNARE di Cristina Comencini | Al cinema dal 12 marzo

SINOSSI

Napoli, anni Novanta. Alice (Giovanna Mezzogiorno), 40 anni, rientra dall’America dopo una lunga assenza. È morto il padre. Alice si ferma nella casa di famiglia, disabitata: con la sorella (Barbara Ronchi) hanno deciso di venderla, e occorre svuotarla degli oggetti di una vita, di tante vite. Ma, inaspettatamente, Alice scopre che la casa è abitata da una ragazza giovane e bellissima (Beatrice Grannò). Con lei inizia un dialogo intenso, come sembra promettente anche il legame che si crea con Marc (Vincenzo Amato), un uomo affascinante e gentile incontrato alla commemorazione del padre. Per Alice si schiude un mondo nuovo, intrigante e pericoloso, che apre squarci sul suo passato e sulla sua esistenza.

12 marzo “Tornare” di Cristina Comencini con Giovanna Mezzogiorno, Vincenzo Amato, Beatrice Grannò, Clelia Rossi Marcelli, Marco Valerio Montesano, Alessandro Acampora, Trevor White, Astrid Meloni, Tim Ahern, Barbara Ronchi – Vision Distribution 

 

 

NOTE DI REGIA 
Tornare è l’indagine di una donna, Alice, su quello che è accaduto prima della fuga dalla sua città, Napoli. Nel film il passato, il presente e il futuro agiscono contemporaneamente, come fosse possibile rivedere sé stessi in età diverse, e questi altri noi, lasciati indietro come le mute dei ragni, riprendessero vita e ci aiutassero a scoprire qualcosa che lo scorrere degli anni ha nascosto. Tornare è anche un thriller dell’inconscio e un film sul tempo, che non esiste come siamo abituati a pensarlo: basta uno spazio straordinario, una casa sugli scogli, un luogo fermo e sempre in movimento come il mare che la scuote, e gli eventi passati sembrano di nuovo tutti lì presenti. Gli oggetti, i luoghi e le persone appaiono e scompaiono come pezzi del rebus di una vita, misteriosi segni che la protagonista deve interpretare e risolvere. Ho avuto due interpreti perfetti, Giovanna Mezzogiorno e Vincenzo Amato, che sono diventati sei, per effetto della loro triplicazione a età diverse. Napoli è ricordata, deformata, angosciante e bellissima, luogo anche della mia memoria giovanile. Ho svuotato la scenografia e la città, le ho rese non naturalistiche né legate all’epoca, sono spazi senza tempo, depurati da elementi realistici, luoghi suscitati dal ricordo, dalla frammentazione e dalla ricostruzione di sé. Tornare è forse il film più libero che ho fatto ed è stata una bellissima esperienza di lavoro in comune con i produttori, le scrittrici, i collaboratori artistici.

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