Kinuyo Tanaka, attrice e regista
Sarà dedicata per la prima volta a un’autrice donna, la regista e interprete Kinuyo Tanaka (1909 –1977), la Retrospettiva della 73a edizione del Locarno Film Festival (5 – 15 agosto 2020). Attraverso la presentazione integrale della sua filmografia da regista e una selezione tra gli oltre 250 film da lei interpretati come attrice, si proverà a far luce su “uno dei segreti meglio preservati” della storia del cinema giapponese. Ovvero, l’inedito sguardo autoriale di una diva che ha attraversato 50 anni di storia del Giappone, collaborando con i più grandi maestri dell’età d’oro del cinema nipponico e proponendo un nuovo sguardo come cineasta donna.
Lili Hinstin, Direttrice artistica del Locarno Film Festival: “È la prima volta in 73 anni che il Festival dedica la sua retrospettiva al lavoro di una regista. È indubbiamente un segno della straordinaria consapevolezza collettiva che si sta manifestando negli ultimi due anni – la questione della rappresentazione delle donne ha assunto ormai un valore economico e culturale – ma è soprattutto un’occasione per chiedersi perché un’opera così originale e appassionante come quella di Tanaka sia stata finora mostrata e studiata così poco. Sulla base dei sei film realizzati da Kinuyo Tanaka come regista, l’obiettivo è quello di approfondire l’esperienza di un altro sguardo, sia esso femminile, femminista o semplicemente personale”.
Kinuyo Tanaka è stata sin da giovanissima un’attrice molto popolare in Giappone, capace di rappresentare con i suoi ruoli l’evoluzione della società e della condizione femminile tra gli anni Venti e gli anni Settanta del secolo scorso. Dapprima, sotto contratto come nome di punta della Shochiku – uno dei maggiori studi giapponesi il cui dipartimento Cinema festeggia proprio questo anno il centenario – ha lavorato con i più noti registi “modernisti”, come Heinosuke Gosho, Yasujiro Ozu e Hiroshi Shimizu. In seguito, nel dopoguerra e negli anni Cinquanta, ha segnato con la sua straordinaria presenza molte delle opere maggiori dei registi dell’età d’oro del cinema giapponese quali, Keisuke Kinoshita, Mikio Naruse, Kaneto Shindo e di nuovo lo stesso Ozu, ma soprattutto Kenji Mizoguchi, con cui ha lavorato in 15 film, dando vita a un affascinante sodalizio artistico culminato con il capolavoro Saikaku ichidai onna (The Life of Oharu, 1952). Nello stesso periodo, l’attrice ha scelto di diventare un’artista indipendente, affiancando alla recitazione l’attività di regista con diversi studi. Vera e propria pioniera della settima arte – sarà la seconda donna a girare un film in Giappone –, svilupperà il proprio percorso in direzione analoga a Ida Lupino, attrice hollywoodiana che nello stesso momento si avvicinava alla regia. A differenza di quest’ultima, l’opera di Tanaka, che include sei pellicole capaci di dipingere in maniera innovativa la condizione e il ruolo della donna nei cambiamenti sociali del Giappone moderno, è tuttora da riscoprire. La Retrospettiva intende quindi far conoscere il sorprendente e appassionato lavoro di Tanaka come attrice e cineasta, raccontandone l’evoluzione, dal muto alla “golden age”, affiancando grandi classici a opere rare e poco viste, rivelatrici di uno sguardo personale e precursore.