Si apre nel segno della memoria la 29a edizione del Noir in Festival in programma a Como e Milano dal 6 al 12 dicembre

Si apre nel segno della memoria la 29a edizione del Noir in Festival in programma a
Como e Milano dal 6 al 12 dicembre con la direzione di Giorgio Gosetti, Marina
Fabbri e Gianni Canova (delegato IULM): il festival ricorda gli
80 anni di Batman, cavaliere nero nato dalla graphic novel e diventato icona
cinematografica, grazie al tratto di Lorenzo De Felici che firma l’immagine
dell’anno e poi svela i segreti di un classico anomalo del genere come The
Third Man di Carol Reed con Joseph Cotten, Alida Valli e Orson Welles che 70 anni
fa vinceva il Grand Prix al Festival di Cannes. Sono due estremi del genere, da
un lato il fantasy, dall’altro la scena storica tra spionaggio, corruzione e
guerra fredda che indicano bene come il campo d’azione del genere debba
essere guardato con occhi diversi, nell’ottica dell’ibridazione e del
rinnovamento.
“A quest’idea – dicono Marina Fabbri e Giorgio Gosetti – si ispira tutto il
programma dell’anno, costruito sulla doppia suggestione della tradizione e degli
sconfinamenti, con un legame più forte di sempre tra cinema e letteratura, storia
e cronaca, a cominciare dal vincitore del Raymond Chandler Award, Jonathan
Lethem, nuova stella della letteratura post-moderna americana, premiato a Como la
sera del 7 dicembre e poi protagonista di un incontro con i lettori domenica 8
dicembre a Milano”.
I sei film in concorso per il cinema, giudicati da una giuria tutta al femminile
composta dall’attrice Lucia Mascino, dalla regista Patricia Mazuy e dalla
produttrice/festival manager Mira Staleva portano in primo piano la “nuova
onda” del cinema sudamericano con il cileno “Araña” di Andrés Wood, il
brasiliano “Bacurau” di Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles, l’argentino
“4X4” di Mariano Cohn. Insieme a questi “Dear Agnes” di Daniel Alfredson,
l’ultimo film della trilogia svedese di “Intrigo” ideata da Håkan Nesser (ospite
d’onore per la letteratura), il coreano “The Beast” di Lee Jeong-ho (remake di un
classico del polar come “36 Quai des Orfèvres”), il sorprendente cinese “Il lago
delle oche selvatiche” di Diao Yinan, rivelazione all’ultimo festival di Cannes.

I commenti sono chiusi.