10 Curiosità sul Joker dei record

10 Curiosità sul Joker dei record

LA SCELTA DEL PAGLIACCIO

1. Todd Phillips e Scott Silver autori della sceneggiatura

“Nell’ottica della storia che stavamo raccontando, un uomo che cadeva in una vasca piena di acido non poteva funzionare, anche se la cosa la reputo interessante, quindi abbiamo provato a far passare tutto attraverso la lente del ‘mondo reale’ “, afferma. “Per dare un senso al mondo del nostro film, abbiamo pensato: ‘Beh, perché dovrebbe truccarsi quando diventa Joker? Dove ha preso questo trucco e perché ce l’ha? E se fosse un pagliaccio?”.
“Quindi, naturalmente, abbiamo dovuto chiederci perché avrebbe lavorato come pagliaccio”, continua, “e siamo arrivati alla conclusione che sua madre gli ha sempre detto di portare sorrisi e gioia nel mondo. Tutto è iniziato da qui”.
La verità di Arthur è complessa. Il suo sogno è diventare un comico, e si prepara guardando altri comici cercando di coglierne il tono e il tempismo e adottarli ai suoi, con la speranza che lui, come loro, riesca a catturare il pubblico con battute spiritose e trovi una forma ancora più ampia di accettazione nel loro applauso. “Sfortunatamente, come vede il mondo e, francamente, ciò che ritiene divertente non funziona”, aggiunge Phoenix. “Non capisce il loro tipo di umorismo e non è nemmeno in grado di imitarlo”.

2. Il lavoro sul personaggio. Partito dalla preparazione razionale, trasformandola in corporale

I passi, sia fisici che metaforici, sono fattori presenti regolarmente nel mondo di Arthur: da quelli che compie per salire le scale a quelli che gli servono per applicare il suo trucco da “Felice”. Entrambi sono solo indicatori dei molti altri passi che prenderà nella metamorfosi del suo vero io, nel corso del film.
Gran parte di quella costruzione del personaggio è avvenuta attraverso i preparativi di Phoenix per il ruolo, partendo da una preparazione razionale e trasformandola in corporale. Nel film, su consiglio della sua assistente sociale, Arthur tiene un diario che contiene scritti, disegni, e fantasie. Durante la pre-produzione, lo stesso Phoenix ha scritto diverse pagine. L’attore afferma: “Stavo scrivendo sul diario di Arthur quando Todd mi ha inviato una nota sulla serie di passaggi della storia. Questo mi ha ispirato a scrivere ‘passo dopo passo dopo passo’, riga per riga sulle pagine, e poi è diventato qualcosa che ci scrivevamo l’un l’altro”.
All’inizio del film, vediamo il modo affaticato di Arthur mentre sale le scale, basandosi su un’altra idea che Phillips ha impiantato a Phoenix, cioè che Arthur cammina con “scarpe pesanti”, portando con sé il peso del mondo. Quando in seguito le scende, tuttavia, vediamo non solo un Arthur molto diverso, ma un portamento completamente differente.
Indipendentemente dalla preparazione, osserva Phillips: “Tutta la preparazione scompare nell’interpretazione. Joaquin è così metodico al riguardo che non c’è un momento in cui lo vedi passare da Arthur a Joker, è tutto fatto con un ritmo molto misurato”.

3. I 25kg persi..

Un’altra parte dell’impegno dell’attore per la presentazione di Arthur è stata quella di perdere quasi 25 chili, mangiando poco più di una mela al giorno. Phillips confessa che è stata una sua idea, affermando: “Volevo che il personaggio sembrasse affamato e malsano, come un lupo malnutrito”.

4. Quando, pur essendo un attore apprezzato e noto, incontri il tuo mito, De Niro

Phoenix ricorda il loro primo giorno sul set, che prevedeva una lunga scena insieme. “Ti viene voglia di fargli mille domande perché, ovviamente, è Robert De Niro. Sei elettrizzato di fronte a questa opportunità, ma poi ti rendi conto di avere una scena di nove pagine e non c’è tempo e nessuna possibilità che tu possa chiedergli tutto quel che vorresti”.

5. New York…una Gotham che non è New York ma è il suo tessuto urbano oscuro, grintoso e duro, con radici nel nostro passato collettivo”

Individuare tutte le location necessarie per un film con una Gotham City degli anni ’70 / ’80 è stata una sfida, afferma Friedberg, perché “il mondo che stavamo cercando di rappresentare non è quello di oggi, poiché abbiamo lentamente trasformato le nostre città in grattacieli di vetro e centri commerciali. Per trovare la versione della città di cui avevamo bisogno, alla fine siamo andati a Newark, dove abbiamo costruito Gotham Square, e a Jersey City, nel New Jersey e nei quartieri circostanti”.

Lo scenografo Mark Friedberg come il regista e sceneggiatore Phillips, è cresciuto a New York e conosceva molto bene la tavolozza dei colori ricercata dal regista. “Mark ha visionato delle vecchie foto di New York per trovare la giusta quantità di graffiti, di spazzatura e le auto desiderate. La sua attenzione ai dettagli è stata smisurata”, osserva.
“Quel che ho trovato toccante della Gotham immaginata da Todd e Scott, è che è un mondo che capisco, un mondo difficile, un mondo duro con persone per le quali la vita non è facile”, afferma Friedberg. “La disfunzionalità, il distaccamento dei poteri forti … questa è la New York della mia giovinezza. Era sporca, molte agenzie di servizi cittadini erano in sciopero a un certo punto, e quelle che non lo erano, erano corrotte. Questo è ciò che a mio avviso ha reso questo pezzo così sorprendente quando l’ho letto per la prima volta, ed è qui che è iniziata la nostra conversazione su questo mondo di “Joker”, una Gotham che non è New York ma è il suo tessuto urbano oscuro, grintoso e duro, con radici nel nostro passato collettivo”
La produzione ha anche girato sequenze a Brooklyn presso il leggendario Kings Theatre. Il palazzo del cinema originariamente aperto nel 1929, è stato recentemente rinnovato e nel film rappresenta la Wayne Hall. I distretti popolari del Bronx di Highbridge e Kingsbridge hanno rappresentato il quartiere in cui Arthur vive in un appartamento con sua madre Penny e la vicina di cui è innamorato, Sophie

6. MURALES

Per aiutare a rivestire Gotham Square a Newark, è stato assunto un giovane artista locale, Malcolm A. Rolling, per dipingere murales sui lati degli edifici lungo le strade in cui i cineasti stavano girando in esterni. I murales riflettevano i temi rappresentati nel film, e alcuni erano lunghi quasi un isolato.

7. LE SCALE

Un’ambientazione nelle vicinanze del Bronx che appare più volte nel film, è una lunga scalinata che Arthur percorre più e più volte per andare a casa, che simboleggia la fatica al suo rientro. “L’idea di Todd era quella di collocare Arthur nel collinoso South Bronx, costringendolo ad arrampicarsi su scale pubbliche e vicoli, non in strade a griglia, confondendo il suo mondo in un modo che funziona davvero per questa storia”, afferma Friedberg. “Le persone non abbinano le colline a New York, la pensano in modo piatto, quindi qui abbiamo una topografia inaspettata e uno stile visivo specifico”. Questo stile visivo è stato delineato assieme al direttore della fotografia Lawrence Sher. “Larry è probabilmente il mio partner creativo più fidato, abbiamo girato il mondo insieme realizzando film”, afferma il regista

8. LA METRO

Durante la produzione sono stati utilizzati anche dei vagoni della metropolitana degli anni ‘70- ‘80, ottenuti dal New York City Transit Museum e gestiti da personale certificato della Metropolitan Transit Authority (MTA). Le riprese si sono svolte su tratte a Brooklyn e nel Bronx, in profondità nei tunnel, su binari sopraelevati e su piattaforme, molte delle quali erano aperte al pubblico, quindi gli attori si sono esibiti mentre i veri passeggeri scendevano e salivano a bordo dei vagoni.

9. COSTUMI

Phoenix è molto dimagrito quando sono iniziate le riprese.
Il costumista Mark Bridges racconta : “abbiamo iniziato le prove costumi sei mesi prima delle riprese, quindi mi sono dovuto dedicare a lui non solo per cucirgli gli abiti ma anche adattarli man mano al suo fisico”.

10. JOAQUIN PHOENIX che aveva annunizato il suo ritiro alle scene 11 anni fa ha iniziato a recitare all’età di otto anni, apparendo in diversi episodi di serie televisive

JOAQUIN PHOENIX (Arthur Fleck) è un attore nominato tre volte all’Oscar, che ha ottenuto la sua prima nomination nel 2000 nella categoria Miglior Attore Non Protagonista al fianco di Russell Crowe, nel film premio Oscar per Miglior Film di Ridley Scott, “Il Gladiatore”.
Phoenix è nato a Porto Rico ed ha iniziato a recitare all’età di otto anni, apparendo in diversi episodi di serie televisive, per poi approdare ad un ruolo fisso nel 1986 in una serie CBS, prima di giungere al suo primo ruolo cinematografico in “Spacecamp – Gravità Zero”. L’anno successivo ha recitato in “Mamma ho acchiappato un russo”, al fianco della sorella Summer e di Carole King. Due anni dopo, il regista Ron Howard lo ha scelto per interpretare il figlio adolescente di Dianne Wiest, nella popolare serie televisiva “Parenti, amici e tanti guai”.

Il 27 ottobre del 2008, Phoenix ha annunciato il suo ritiro dal cinema per concentrarsi sulla musica rap, ma l’annuncio si è poi rivelato essere parte del progetto mockumentary cui stava prendendo parte, “Io sono qui”, diretto da Casey Affleck. Il film è stato presentato nel 2010, sia al Festival del Cinema di Venezia che al Festival Internazionale del Cinema di Toronto. È tornato alla recitazione nel 2011, con “The Master”.

Attivista impegnato nel sociale, Phoenix, ha supportato molteplici enti di beneficenza e organizzazioni umanitarie, tra cui il River Phoenix Center for Peacebuilding, PETA, Amnesty nternational, The Art of Elysium, e siede nel consiglio d’amministrazione di The Lunchbox Fund. È stato anche la voce narrante del film “Earthlings” per la Nation Earth, un progetto che indagava sugli abusi sugli animali negli allevamenti, nell’industria alimentare e nella ricerca.

Phoenix ha anche diretto diversi video musicali, per Ringside, She Wants Revenge, People in Planes, Arckid, Albert Hammond Jr. e the Silversun Pickups.

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