Alice nella città con Amelio e i Dardenne

ROSETTA di JEAN-PIERRE E LUC DARDENNE (Belgio, Francia 1999, 95’) restauro: Cinematek

 

Il restauro di Rosetta a vent’anni esatti dalla presentazione dell’opera che ha permesso a Jean-Pierre e Luc Dardenne di conquistare la loro prima Palma d’oro come miglior film, anche grazie alla strepitosa prova della debuttante protagonista Émilie Dequenne, a sua volta premiata con il riconoscimento per la migliore interpretazione femminile del Festival di Cannes 1999, ci permette di riavviare la riflessione su cosa vuol dire dare nuova vita a un film del passato. Fare sì che sia presente oggi sullo schermo. Rosetta è un’adolescente che vive in una roulotte insieme alla madre alcolizzata e che vede peggiorare ulteriormente la propria vita a causa di un inaspettato licenziamento; la ragazza comincia così una strenua battaglia per trovare un posto di lavoro serio e stabile che permetta un miglioramento della sua condizione e di quella della madre, che si ritrova a prostituirsi per sbarcare il lunario. Con una regia pulita e sobria, fatta di lenti inseguimenti con macchina a spalla, i fratelli Dardenne ci mostrano la straziante esistenza della protagonista, in perenne lotta contro un sistema che non fa nulla per tutelarla e contro un destino che sembra volerla ricacciare continuamente con la testa sott’acqua ogni volta che sale a galla per respirare. Ingabbiata in una società in cui ad andare avanti sono gli imbroglioni o i privilegiati, Rosetta viene costretta a venire meno ai propri principi e a commettere una scorrettezza per sopravvivere, per poi subirne le conseguenze e pentirsene amaramente.

 

La proiezione sarà accompagnata da un incontro con JEAN-PIERRE E LUC DARDENNE aperto al pubblico.

 

 

LA FINE DEL GIOCO Di GIANNI AMELIO (Italia, 1970, 58’- B/N) restauro: Alice nella città, Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio, Fondazione Cassa di risparmio di Calabria e di Lucania in collaborazione con Teche Rai e Studio Emme

Il recupero dell’innocenza di uno sguardo non innocente, che rianima gli stereotipi con cui guardiamo la realtà.

 

Nato per i programmi Sperimentali della Rai-tv, La fine del gioco (1970), oltre ad essere l’esordio alla regia e l’unico film Ad oggi, La fine del gioco, è l’unico film che Gianni Amelio abbia finora ambientato, nella sua città, è anche un film-chiave per capire l’opera di Amelio perché esprime con chiarezza assoluta il suo credo di autore e costituisce una sorta di “prefazione” alla sua attività futura, dove già si mostra tutta l’attenzione per il mondo minorile. La fine del gioco è un film quasi profetico, perché anticipa Il ladro di bambini per il tema del viaggio e della prova fra adulto e adolescente e che disvela tutto il suo carattere di riflessione meta-cinematografica, in cui Amelio si interroga sul metodo, sulle responsabilità e soprattutto sulla possibilità di fare televisione verità, sottolineando e valorizzando i limiti e le inadeguatezze della macchina del cinema. Sarà anche l’occasione per ricordare Ugo Gregoretti un altro grande inventore e maestro del cinema che nel film interpreta un giornalista televisivo che conduce un’inchiesta sulle condizioni dei giovani ospiti di una casa di correzione del sud Italia.

 

L’incontro con l’Autore sarà condotto da Emiliano Morreale, giornalista e critico cinematografico.

 

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