Curiosità – per JOKER il protagonista ha perso 25 chili, mangiando poco più di una mela al giorno

Gran parte di quella costruzione del personaggio è avvenuta attraverso i preparativi di Phoenix per il ruolo, partendo da una preparazione razionale e trasformandola in corporale. Nel film, su consiglio della sua assistente sociale, Arthur tiene un diario che contiene scritti, disegni, e fantasie. Durante la pre-produzione, lo stesso Phoenix ha scritto diverse pagine. L’attore afferma: “Stavo scrivendo sul diario di Arthur quando Todd mi ha inviato una nota sulla serie di passaggi della storia. Questo mi ha ispirato a scrivere ‘passo dopo passo dopo passo’, riga per riga sulle pagine, e poi è diventato qualcosa che ci scrivevamo l’un l’altro”.

All’inizio del film, vediamo il modo affaticato di Arthur mentre sale le scale, basandosi su un’altra idea che Phillips ha impiantato a Phoenix, cioè che Arthur cammina con “scarpe pesanti”, portando con sé il peso del mondo. Quando in seguito le scende, tuttavia, vediamo non solo un Arthur molto diverso, ma un portamento completamente differente.

Indipendentemente dalla preparazione, osserva Phillips: “Tutta la preparazione scompare nell’interpretazione. Joaquin è così metodico al riguardo che non c’è un momento in cui lo vedi passare da Arthur a Joker, è tutto fatto con un ritmo molto misurato”.

Un’altra parte dell’impegno dell’attore per la presentazione di Arthur è stata quella di perdere quasi 25 chili, mangiando poco più di una mela al giorno. Phillips confessa che è stata una sua idea, affermando: “Volevo che il personaggio sembrasse affamato e malsano, come un lupo malnutrito”.

Phoenix e Phillips hanno sviluppato una stretta collaborazione durante le riprese mentre lavoravano per scoprire e definire i punti più sottili della duplice natura di Arthur. Con un’attenta considerazione nel corso della storia, e un narratore tradizionalmente incerto come Joker, che prepara la scena per emergere dalla crisalide di quest’ uomo socialmente imbarazzante e sempre più disperato, hanno lasciato aperta all’interpretazione la verità sulla storia di Arthur Fleck, così come la stessa esperienza di Arthur.

“Ci sono stati momenti in cui pensavo che Arthur si sarebbe divertito a cambiare la sua storia per vedere l’effetto che avrebbe avuto sugli altri, mentre altre volte pensavo che l’avrebbe cambiata perché lo voleva davvero”, aggiunge l’attore. “Di solito con i personaggi è frustrante, non capendo le loro motivazioni; ma con questo personaggio è stato liberatorio, perché poteva prendere qualsiasi direzione. Lavorando con Todd su una scena, se non avevamo trovato un modo sorprendente di approfondirla al momento, avevamo la sensazione che non la stessimo facendo bene”.

Tali confronti sono proseguiti per tutta la produzione e molto tempo dopo la fine delle riprese giornaliere. “Dopo aver terminato le riprese, ci chiamavamo o ci scrivevamo per ore, e parlavamo delle scene del giorno successivo, e nei fine settimana ci incontravamo e analizzavamo le scene che dovevamo girare nella settimana”, ricorda Phoenix. “Mi sono sentito molto vicino a lui durante tutto il processo; quando uno di noi non aveva la giusta ispirazione ci siamo incoraggiati, e questo è stato davvero soddisfacente”.

Arthur vive con la sua fragile madre Penny Fleck, e si prende cura di lei. Penny risiede nel loro piccolo appartamento, ma in realtà vive nel suo mondo, nonostante la compagnia del figlio. La sua attenzione si divide tra la TV e tutto ciò che non va a Gotham, scrivendo lettere a Thomas Wayne. Avendo lavorato per lui 30 anni prima, è certa che il ricco uomo d’affari in lizza per la sedia di sindaco l’avrebbe aiutata, se solo avesse saputo delle sue attuali condizioni.

La veterana attrice Frances Conroy, che interpreta questa donna tanto delicata, ha ammirato il devoto Phoenix, osservando: “È un tranquillo, è tutt’uno con il suo ruolo e con l’altro attore nella scena”. È quasi come se, aggiunge: “Avessi conosciuto solo Arthur, non Joaquin. È soltanto il suo personaggio, si lascia tutto alle spalle e vive unicamente nella realtà della scena”.

Cresciuto quasi esclusivamente dalla madre narcisista, Arthur fatica a mettersi in mostra ed è dolorosamente consapevole di essere invisibile alla maggior parte della gente, compresa sua madre che lo chiama ancora “Felice”, anche se probabilmente non lo è mai stato. Arthur desidera ardentemente relazionarsi con qualcuno, chiunque, ed avere un riconoscimento che porta alla accettazione. Insieme a Penny guardano ogni notte “Live with Murray Franklin”, e sogna di ottenere un posto nel programma. Un consenso di quell’uomo è la massima aspirazione e una garanzia per un comico di Gotham. Ma un professionista esperto come Murray è sempre solo alla ricerca di una risata… a spese di chiunque.

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