Curiosità – per JOKER scelto Phoenix per la sua imprevedibilità, perfetta per il personaggio

Phillips non solo ha scelto Phoenix, ma ha scritto la parte pensando proprio a lui. “Il lavoro passato di Joaquin mi ha sempre colpito, ma quel che più apprezzo di lui è il suo stile e la sua imprevedibilità, cose che ritenevamo si adattassero molto a questo personaggio”, afferma Phillips. “Mentre gli altri fanno calcoli, Joaquin suona jazz. È solo uno dei più grandi, un impavido; il suo lavoro è coraggioso e vulnerabile e ho pensato che se avessimo potuto coinvolgerlo, avremmo dato vita a qualcosa di veramente speciale”.

Anche se in passato ha resistito a qualsiasi tipo di progetto del genere, l’attore è rimasto affascinato da questa sceneggiatura. “L’ho ritenuta audace e complessa, qualcosa che non avevo mai letto prima. Todd ha un modo unico di vedere le cose, davvero perfetto, credo, per questo film”, osserva Phoenix. “Nel lavorare con un regista, prediligo chi ha una visione singolare del materiale, e nessuno avrebbe potuto fare questo film a parte Todd”.

La verità di Arthur è complessa. Il suo sogno è diventare un comico, e si prepara guardando altri comici cercando di coglierne il tono e il tempismo e adottarli ai suoi, con la speranza che lui, come loro, riesca a catturare il pubblico con battute spiritose e trovi una forma ancora più ampia di accettazione nel loro applauso. “Sfortunatamente, come vede il mondo e, francamente, ciò che ritiene divertente non funziona”, aggiunge Phoenix. “Non capisce il loro tipo di umorismo e non è nemmeno in grado di imitarlo”.

Al servizio della profezia dell’appellativo “Felice” che gli ha dato sua madre, e molto prima che Arthur raccolga il coraggio di cimentarsi sul palcoscenico della commedia, di giorno lavora come pagliaccio tramite un servizio chiamato Ha-Ha’s. Questo impegno lo porta in varie parti della città, ma ovunque si rechi, la strada verso casa comporta inevitabilmente la salita su una lunga rampa di scale.

I passi, sia fisici che metaforici, sono fattori presenti regolarmente nel mondo di Arthur: da quelli che compie per salire le scale a quelli che gli servono per applicare il suo trucco da “Felice”. Entrambi sono solo indicatori dei molti altri passi che prenderà nella metamorfosi del suo vero io, nel corso del film.

 

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