Remotti de Papel en el Instituto Italiano de Cultura de Lima

Remotti de Papel en el Instituto Italiano de Cultura de Lima

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REMOTTI DI CARTA di Gianluca Marziani LʹIstituto Italiano di Cultura presenta al pubblico peruviano alcune opere di Remo Remotti che mostrano, grazie alla tecnica del fumetto, un lato intimo dellʹartista: una sorta di diario, un viaggio attraverso le lettere, i disegni, i colori, le storie illustrate e gli schizzi della vita di Lima, tra verità e (anti) finzione, di Remo Remotti. I fumetti (realizzati negli anni ʹ50 durante il suo soggiorno in Perù) raccontano una parte del viaggio artistico come una sorta di diario irregolare – ma non troppo – un grande progetto cartaceo che solo oggi, dopo un necessario lavoro di compilazione, trova un ordine narrativo e concettuale. La narrazione di Remotti fluiva dolcemente, nutrita da un potere silenzioso e dalla grande ironia che lo contraddistingueva. Ha così disegnato una lunga storia in cui intimità e rivelazione diventano elementi narrativi di una felice capacità biografica. Tra ironia caustica ed elegante satira, Remo Remotti ci ha regalato la sua ʺmascheraʺ come artista del disegno, mescolando vizi pubblici e privati, famiglia e società, politica e cultura. Il suo design e la sua tecnica erano unʹeredità della società del dopoguerra, periodo raccontato con la giusta dose di ironia. Tale ironia è una sua caratteristica ancora molto attuale e riconoscibile dal suo pubblico, che lo ha sempre seguito in tutte le sue espressioni artistihe con grande stupore e attenzione. In questo caso particolare, le storie peruviane sono state raccontate dalla bocca e dalla penna di Remo. Sappiamo del viaggio sulla nave che lo ha portato in Perù, la sua compagnia di taxi, i suoi incontri… I fumetti peruviani si aggiungono alle biografie esistenti, evocando suggestioni e realismo magico, anche perché il suo punto di vista mescolava verità e finzione con un delicato mimetismo, con lʹobiettivo di entrare nel gioco surrealista della pittura, nellʹassurdità con cui il nemico veniva ʺuccisoʺ con un abbraccio. Il risultato è più significativo se pensiamo alla distanza tra la sua condizione in quel momento e quella di unʹItalia in grande ascesa, nei temi ideologici dellʹepoca, nei legami di parentela con una cultura borghese che lui, un uomo di alta estrazione, bacchettò senza umiliarla. Il Perù fu per lui la prova del fuoco, della sua intimità, il passaggio allʹetà adulta, un viaggio di formazione umana e deformazione figurativa. Ogni foglio divenne una rappresentazione teatrale ideale, come se il disegno diventasse lo schizzo di unʹazione urbana. Remo Remotti era così: amava sempre confondere i piani, giocare tra il reale e lʹimmaginario, fare una scelta inaspettata, reinventare la stessa invenzione. La mostra si concentra sul percorso artistico e riunisce il legame tra parola e immagine, pensiero militante e autobiografia spontanea che siamo orgogliosi di poter mostrare in una delle città che ha amato di più.

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