di Paolo Calcagno
Una supereroina per i 6200 “Giffoners” provenienti da 52 Paesi che quest’anno hanno letteralmente fatto esplodere il Festival creato e diretto da Claudio Gubitosi. 33 anni di bionda graziadidio arrampicata su vertiginosi tacchi a spillo e inguainata in soffice chiffon bianco, Amber Heard, alias “Mera” nell’hit targato Warner Bros. “Aquaman” (incasso record di 1,4 miliardi di dollari in tutto il mondo), ha mandato in delirio i piccoli giurati del Giffoni Film Festival spaccando la colonnina di mercurio di qualsiasi gradimento, già durante il suo incandescente red carpet e, poi, nell’incontro nella storica sala Truffaut, dove ha ricevuto l’ambito Giffoni Experience Award.
“Per me, è un onore essere qui, a Giffoni, fra migliaia di giovani che si interessano al Cinema – ha osservato Amber Heard -. Facciamo questo mestiere per trasmettere emozioni con le nostre storie e chi meglio dei giovani, che hanno una sensibilità particolare, può dirci se un racconto è valido?”.
Ex moglie di Johnny Depp, insieme al quale ha arricchito gli avvocati di Hollywood in lunghe e burrascose vertenze giudiziarie, fidanzata con il miliardario Elon Musk, Amber Heard è diventata famosa come modella, prima di lanciarsi (versi i 20 anni) nel Cinema. Dotata da madre natura di evidente sex appeal, Amber non ha mai interpretato ruoli di suora, ne’ rappresentato angeliche ragazze “acqua e sapone”: seduttrici senza scrupoli, maliarde schizofreniche, sensualità a 360 gradi, segnano perlopiu’ i personaggi dei suoi numerosi film, fra i quali alcuni “cult”, quali “Benvenuti a Zombieland” con Bill Murray, Emma Stone e Woody Harrelson, “The Ward”, di Johnn Carpenter, “Machete Kills”, di Robert Rodriguez, “Rum Diary”, accanto a Johnny Depp, “The Danish Girl”, di Tom Hooper e assieme ai premi Oscar Eddie Redmayne e Alicia Vikander, fino ai più recenti “Justice League” e “Aquaman” che l’hanno consacrata star, almeno fra i più giovani.
In netto contrasto con la dubbia moralità di vari suoi personaggi, Amber Heard fin da giovanissima, a 17 anni, è impegnata attivista e filantropa nelle campagne dei diritti delle donne è più in generale in quelli umani: con The Art of Elysium ha sostenuto i bambini ospedalizzati, con Amnesty International ha collaborato all’assistenza umanitaria al confine con il Messico, con la Syrian American Medical Society ha portato aiuti ai rifugiati siriani in tutto il Medio Oriente, da lunga data affianca Me Too ed è una voce di primo piano nella comunità LGBTQ.
“Sono 16 anni che è iniziato il movimento Me Too, ma dei cambiamenti veri e propri ci sono stati solo recentemente e, comunque, a Hollywood ci sono ancora cachet differenti tra uomini e donne”, ha commentato l’attrice americana.
La Heard ha parlato anche di ineguaglianza delle leggi USA che fino a poco tempo fa penalizzavano le persone di colore:”C’era una legge orribile, in tribunale dovevano esserci almeno due testimoni di colore per un bianco, un solo testimone nero non bastava. E’ quello che accade oggi alle donne, prima di essere credute è necessaria una quantità infinita di altre testimonianze. E lo abbiamo visto proprio con il Me Too: nel principale scandalo che ha colpito Hollywood quante donne hanno dovuto esporsi e raccontare le loro disavventure? 20, 25? Contro un solo maschio che continuava a negare”.
L’attrice si è poi soffermata sui recenti scandali, come quelli quelli di R. Kelly e Bill Cosby , sottolineando che “Grazie ai social si possono condividere le proprie esperienze con tutti per partecipare al cambiamento. Abbiamo il potere per creare un motore alternativo, democratizzare e contribuire alla lotta per l’uguaglianza dei diritti. Sta a noi cambiare le cose.”, ha concluso Amber Heard, annunciando che sarà ancora Mera in “Aquaman 2″ e che lavorerà nella serie Tv con James Mardsen “L’Ombra dello scorpione” (“The Stand”), tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King.
Paolo Calcagno