To Rome With Love …Si doveva chiamare Bop Decameron

Si doveva chiamare Bop Decameron. Poi Woody Allen si è reso conto che pochi in Italia conoscono Boccaccio e il titolo del film …..

DI ANTONELLA AMENDOLA (estratto dell’articolo in edicola  con OGGI)

Si doveva chiamare Bop Decameron. Poi Woody Allen si è reso conto che pochi in Italia conoscono Boccaccio e il titolo del film ha puntato sull’intrigante, con un Nero fiddled, che si traduce, più o meno, Nerone ingarbugliato. Ma alla fine, siccome il vecchio detto vuole che tutte le strade portino a Roma il film, in 4 episodi (in uscita il 20 aprile) sarà To Rome with love.

 

Evviva, giovani e vecchi, belli e brutti, ricchi e poveri, italiani e americani,nella Città eterna, mossi dall’amore che crea abbagli, scompigli, come in un caravanserraglio di Federico Fellini. Interpreti eccellenti, oltre allo stesso Woody Allen, Alec Baldwin, Roberto Benigni, Penelope Cruz, Judy Davis, Jesse Eisemberg, Greta Gerwig, Ellen Page, Alison Pill e una schiera di italiani tra cui Flavio Parenti, Allessandro Tiberi, Alessandra Mastronardi, il tenore Fabio Armiliato, Antonio Albanese, Ornella Muti, Riccardo Scamarcio e ancora tanti nomi per poco più di una comparsata.
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Ma sentiamo i protagonisti dei due episodi gremiti di attori italianni, Flavio Parenti e Alessandro Tiberi. Momento d’oro per Flavio che sta girando la fiction di Pupi Avati Un matrimonio e ha lavorato con il carismatico e visionario Peter Greenaway in Goltzius and the pelican company, storia di una compagnia di attori che mettono in scena 6 episodi biblici. Parenti, talento multiforme che crea, produce e recita storie seriali per il web, parla bene inglese e in America si rivelò con Io sono l’amore di Guadagnino, molto apprezzato da critica e pubblico. «Woody Allen mi ha detto che aveva visto il film e che gli era piaciuto», ricorda. «Aveva quindi una buona opinione di me e sapeva che recitavo senza problemi nella sua lingua madre. Ho fatto il provino che è stato inviato al regista in America e dopo una settimana ho saputo che mi prendeva. Ho provato un’emozione fortissima». Flavio è Michelangelo, un avvocato colto e poliglotta, che ama difendere i poveri e fa su e giù con New York. A zonzo per Roma incontra Haley, interpretata da Alison Pill, la classica americanina bionda, e attacca discorso con la scusa dei viaggi oltreoceano. I due si innamorano ed ecco che dagli States arrivano i genitori di lei, interpretati da Woody Allen e Judy Davis. «L’episodio, girato in inglese», commenta Parenti, «sviluppa in modo raffinato e divertente un’idea geniale, quasi l’uovo di Colombo. Io, povero Michelangelo, quando presento a mio papà, intepretato dal tenore Fabio Armiliato, il futuro suocero americano, produttore musicale, mi rendo conto di essere precipitato in un grande pasticcio perché tra le due famiglie nascono subito diatribe, malintesi e la tensione travolge persino noi fidanzati che finiamo per litigare». Si sa a Roma l’amore è stuzzicarello ma poi, sempre, si rimettono insieme i cocci e torna il sorriso. «Chi l’avrebbe mai detto che mi sarei accapigliato con Woody Allen», scherza Parenti. «Se lui come regista ti blinda in una sceneggiatura perfetta, ma anche ti concede d’improvvisare, come attore è un portento. Prende fuoco come una scintilla, diventa una scheggia impazzita. E’ ancora bravissimo e carico di energia. Quando me lo ritrovavo davanti come regista non mi meravigliavo più di tanto, ma recitando insieme ero strabiliato perché proprio va a ruota libera, crea quei giochi di parole, quei non sense ironici che lo hanno reso celebre. E allora mi pigliava la tremarella, capivo che era Woody Allen, il Cinema come io l’ho sempre amato».
…….. continua in edicola…

 

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