Speciali – Alladin – Location

Agrabah: una città affascinante e magica ~

Le riprese principali di Aladdin si sono svolte da agosto 2017 a gennaio 2018 nei teatri di posa dei Longcross Studios e degli Arborfield Studios, entrambi situati nel Regno Unito, oltre che in varie location della Giordania. La talentuosa squadra creativa diretta dal regista Guy Ritchie comprendeva il direttore della fotografia Alan Stewart, la scenografa Gemma Jackson, il montatore James Herbert, il costumista Michael Wilkinson, il coreografo Jamal Sims e il visual effects supervisor Chas Jarrett.

 

Aladdin è ambientato in Arabia e nella città portuale immaginaria di Agrabah, un centro di scambio situato sulla via della seta che rappresenta il punto di collegamento commerciale tra il mondo orientale e quello occidentale. La responsabilità di dare vita ad Agrabah è ricaduta sulle spalle della scenografa Gemma Jackson (Neverland – Un Sogno per la Vita), che è stata premiata con l’Emmy® grazie al lavoro svolto nella serie TV Il Trono di Spade, che dal punto di vista visivo era molto simile a ciò che i filmmaker desideravano per l’affollata città.

 

Hanno immaginato Agrabah come una sorta di portale multiculturale verso il mondo orientale, dotato di un’atmosfera internazionale e profondamente influenzato dall’Arabia e dalla cultura araba. “Fin da subito abbiamo preso la decisione di immergere questo mondo in una sorta di espressione della cultura mediorientale, che allo stesso tempo possedesse alcuni elementi dell’universo multiculturale contemporaneo”, afferma Ritchie. “La sfida era riuscire a ottenere l’equilibrio necessario a trasformarlo in un mondo autentico”.

 

Jackson è sempre stata affascinata dal Medio Oriente e dalla Persia e ha deciso di riempire Agrabah di un’ampia varietà di colori accesi, culture e suoni. Per i suoi design, si è ispirata principalmente all’architettura marocchina, persiana e turca, includendo anche elementi dalle culture dell’Arabia e delle regioni circostanti in modo affascinante ed elettrizzante.

 

Il gigantesco set di Agrabah è stato costruito su un’enorme superficie grande come due campi da football all’esterno dei Longcross Studios. Ci sono volute soltanto 15 settimane. Ogni elemento del set – le mura rosa simili a quelle di Marrakech, il cortile, le bancarelle, gli stretti vicoli e gli affollati tetti – sono stati progettati per ospitare le riprese dei numeri musicali “La Mia Vera Storia” e “Il Principe Alì”. Lin afferma: “C’era una logica ben precisa dietro al posizionamento di ogni singolo edificio, alla direzione di ogni strada e all’orientamento di ciascuna casa: il set doveva ospitare numeri musicali intricati e scene d’azione”.

 

Eirich è d’accordo e afferma: “Quando camminavamo per quel set, potevamo ammirare i tessuti e i colori e scoprire tanti tipi diversi di persone, linguaggi e animali… era un mondo semplicemente magico”.

 

Le decorazioni presenti sul set di Agrabah comprendevano tessuti, stoffe, legname di vari colori, metalli, frutta e verdura e un ulivo vecchio di 1000 anni. “C’era un intero mercato, un bazar, qualcuno che preparava lokum (dolciumi turchi), qualcun altro che vendeva lampade o realizzava sciarpe… era semplicemente folle”, afferma Mena Massoud.

 

Il set di Agrabah ha ospitato anche il numero musicale de “Il Principe Alì”, una gigantesca parata che ha luogo di fronte ai cancelli del palazzo del Sultano. La sequenza è una sontuosa parata influenzata dal carnevale e simile a un circo, in cui il Principe Alì arriva a palazzo. Fa il suo ingresso a bordo di un cammello alto 9 metri fatto di 37.000 teste di fiori, che è stato costruito da 15 modellisti nel corso di tre settimane.

 

La sequenza de “Il Principe Alì” è il numero più grande del film, con 250 ballerini e più di 200 comparse, ed è stata girata nell’arco di cinque giorni. Il direttore della fotografia Alan Stewart (Sherlock Holmes) e la sua squadra hanno utilizzato sette macchine da presa così da poter catturare tutti gli aspetti della parata.

 

Per la sequenza de “La Mia Vera Storia”, anch’essa ambientata per le strade di Agrabah, Stewart ha attaccato una telecamera GoPro alla vita di Mena Massoud per catturare alcune immagini dal punto di vista di Aladdin mentre correva e saltava attraverso gli stretti vicoli e sui tetti.

 

La sequenza è stata girata sia in slow motion che in fast motion per rendere l’azione innovativa e originale. “Non è una sequenza ambientata in tempo reale”, spiega Ritchie. “Abbiamo girato alcune inquadrature a 36 fotogrammi al secondo [slow motion] e altre a 18 fotogrammi al secondo [fast motion]. Dopodiché Mena doveva cantare in sincronizzazione con il playback, facendo apparire la scena in slow motion e viceversa. Normalmente, un film viene girato a 24 fotogrammi al secondo.

 

Il colossale palazzo del Sultano è situato ai confini della città e per Jackson era molto importante che questo luogo fosse in netto contrasto con il resto di Agrabah. Per mettere in luce le differenze tra questi due mondi, ha impiegato una gamma cromatica e una varietà di tessuti diversa per ciascuna ambientazione. “Non volevo essere costretta a realizzare il classico castello”, afferma Jackson, “e dato che avevo l’opportunità di reinventare questo mondo, ho creato un luogo estremamente opulento che rappresenta le meraviglie dell’Oriente”.

 

Gli interni del palazzo, tra cui il gigantesco salone e la sontuosa sala del trono, comprendono magnifici pavimenti di marmo, bellissimi passaggi a volta, incisioni in legno riccamente decorate e giganteschi arazzi. I tessuti, le porte e le piastrelle accumulate da Jackson nel corso delle sue ricerche sono visibili in tutto il palazzo come decorazioni del set.

 

L’enclave e la camera da letto di Jasmine sono dei luoghi dall’aspetto femminile ed erudito al tempo stesso, ideati per mettere luce l’intelligenza e la forza del personaggio: queste stanze sono state riempite di libri, mappe, arazzi sfarzosi e opere d’arte. Le dimensioni del letto sono state raddoppiate per ospitare sia la Principessa sia la sua tigre Raja. Il copriletto supplementare è stato ricamato a mano in Pakistan per onorare il regno della compianta madre di Jasmine: Shehrabad, situato in Asia meridionale.

 

Il panorama mozzafiato della Giordania ~

Alla fine di novembre la produzione si è spostata nel Regno Hascemita di Giordania per girare alcune sequenze nei meravigliosi panorami desertici del Wadi Rum e del Wadi Disi. “È sempre grandioso girare in location reali: hai l’opportunità di immergerti realmente in quello spazio e questo fornisce un livello di autenticità in più alle interpretazioni”, afferma Will Smith. “E credo che il contrasto tra la terra reale e gli effetti visivi sarà davvero speciale”.

 

“Sono nato al Cairo e ci sono tornato diverse volte per vedere il deserto e le piramidi”, afferma Mena Massoud, “ed è davvero speciale tornare in un luogo a cui ti senti legato”.

 

La Royal Film Commission della Giordania ha offerto un prezioso aiuto alla produzione nel corso delle riprese, fornendo tutti i servizi necessari, facilitando la gestione degli aspetti logistici con le autorità locali, assicurando i permessi necessari a girare in determinati luoghi e ingaggiando 150 abitanti locali per arricchire la squadra britannica già esistente.

 

“La Giordania non ha fornito soltanto il meraviglioso paesaggio in cui ambientare una storia così bella, ma anche tutto il sostegno necessario a rendere il film un successo”, afferma la principessa Rym al-Ali, direttrice amministrativa ad interim della Royal Film Commission della Giordania. “La Royal Film Commission si impegna ad aiutare le belle storie a materializzarsi sullo schermo. E questo non si limita soltanto a fornire i servizi necessari alla produzione. Ci sono numerose squadre di professionisti locali a disposizione. Ci impegniamo a formare i nostri professionisti e costruire un pubblico che sappia apprezzare il cinema di qualità”.

 

Dan Lin, Jonathan Eirich, Guy Ritchie e il produttore Kevin De La Noy hanno preso in considerazione diversi Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa prima di scegliere la Giordania. Questa scelta è stata influenzata principalmente dalla bellezza estetica della regione e dai benefici garantiti alla produzione attraverso la Royal Film Commission. “La Giordania era semplicemente bellissima e abbiamo ricevuto un’accoglienza spettacolare dalla Famiglia Reale”, afferma Smith. “In quei deserti sono avvenuti moltissimi eventi storici meravigliosi… riuscivamo a percepirli nelle sfumature della luce e delle rocce”.

 

“Si respira un’atmosfera epica e penso che l’aggettivo ‘epico’ sia applicabile al cinema più che a qualsiasi altro medium”, afferma Ritchie, “e non esiste un luogo più epico di questo. Il più importante film epico di tutti i tempi, Lawrence d’Arabia, è stato girato proprio in questi luoghi”.

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