INFINITY WAR: L’INIZIO DELLA FINE
Il pubblico di tutto il mondo ha apprezzato molto il culmine del primo decennio dell’Universo Cinematografico Marvel, conducendo Avengers: Infinity War a registrare l’incasso d’apertura internazionale più alto di tutti i tempi. Secondo lo sceneggiatore Stephen McFeely gli incassi da record ottenuti dal film sono stati una grandissima ricompensa al duro lavoro svolto per dare vita all’Universo Cinematografico Marvel in questi ultimi anni.
“È stato uno dei momenti migliori della mia carriera e una grande vittoria”, afferma McFeely. “Mi sono commosso per un minuto e poi mi sono messo a ballare nella mia camera da letto. Durante il week-end siamo stati in diversi cinema per vedere il film con il pubblico, e mentre uscivamo dalla sala sono stato davvero entusiasta nel sentire che la gente citava alcune battute dei personaggi. È stato davvero surreale notare che il film stava diventando parte della cultura popolare: tutti parlavano del film e del finale”.
A proposito del finale…
In Avengers: Infinity War i fratelli Russo hanno scelto di percorrere una strada anticonvenzionale, creando un finale che ha dato vita a conversazioni interminabili fra gli spettatori. Il produttore esecutivo Louis D’Esposito spiega: “In questo genere di film non succede spesso che il cattivo ottenga una vittoria così schiacciante, riuscendo a sterminare metà dei supereroi e di tutti gli esseri viventi dell’universo. Non eravamo molto sicuri riguardo a questo finale e temevamo che gli spettatori si sarebbero rivoltati contro di noi. Alla fine è stata una scelta un po’ controversa e molti hanno amato e odiato questo finale al tempo stesso. Ogni spettatore ha avuto una reazione diversa, ma il risultato è stato lo stesso: tutto il pubblico ha avuto una grande reazione emotiva. Siamo andati in una direzione completamente diversa. Il cattivo vince. Gli eroi perdono. E ora che cosa accadrà?”.
“Alcune persone mi ha raccontato che, all’anteprima di Infinity War, il loro accompagnatore si è messo a piangere alla fine del film. All’inizio hanno pensato la cosa potesse metterli in una situazione imbarazzante di fronte agli altri spettatori. Ma poi si sono guardati intorno e hanno notato che anche tutti gli altri stavano piangendo”, aggiunge Kevin Feige. “Sono un cinefilo e quindi so che, quando un film ti coinvolge emotivamente, significa che sei stato completamente assorbito dalla storia. Mi hanno raccontato che, per consolarli, alcune persone hanno fatto notare ai loro figli o ai loro amici che era stato già annunciato un sequel. È stato un viaggio fantastico per i nostri fan e per le persone che amano andare al cinema. La loro reazione ci ha dimostrato che il mondo si era affezionato tantissimo a questi personaggi e questo è il più grande complimento che potessimo ricevere”.
Per i filmmaker, decidere quali personaggi sarebbero morti non è stato semplice, come spiega la produttrice esecutiva Trinh Tran. “Sapevamo di dover essere meticolosi nella scelta di quali personaggi sarebbero scomparsi”, afferma Tran. “Abbiamo effettuato una scelta scrupolosa per ciascun personaggio, anche nei riguardi di chi sarebbe rimasto in vita. Ma è stato anche un po’ spaventoso, specialmente quando si è trattato di eliminare personaggi che ci accompagnavano da diversi film”.
Tran prosegue: “È il primo film Marvel in cui il cattivo vince ed è stato davvero elettrizzante fare qualcosa di diverso. È dolceamaro e sconvolgente: è la prima volta che i nostri eroi vengono sconfitti ma è stata anche una cosa positiva perché nessuno se lo aspettava. Gli spettatori erano tristi ma anche contenti che avessimo deciso di correre quel rischio”.
Per il cast vedere Avengers: Infinity War per la prima volta è stata un’esperienza elettrizzante, che ha preparato la scacchiera per quello che sarebbe stato il film più atteso dell’Universo Cinematografico Marvel.
“Gli ultimi otto minuti di Infinity War sono probabilmente gli otto minuti migliori nella storia dell’Universo Cinematografico Marvel”, esclama Robert Downey Jr. “È stato davvero divertente vedere ciascun personaggio coinvolto in uno scenario diverso. Ero felicissimo”.
“Sono rimasto sconvolto di fronte all’importanza culturale assunta da questo film”, aggiunge Mark Ruffalo. “L’ho visto con mio figlio e i suoi amici in una piccola cittadina post-industriale del Connecticut. Non ho mai visto una reazione del genere al finale di un film. La gente urlava e gridava. Un ragazzino si è tolto la maglietta e ha iniziato a saltare sulle poltrone gridando ‘È una vera stronzata!’. Alcune persone discutevano riguardo al significato del finale e altre piangevano. È stato un momento molto profondo. Penso sia grandioso far parte di una cosa del genere: non capita spesso di partecipare a un’opera capace di sconvolgere i fan in questo modo”.
Secondo Scarlett Johansson la conclusione è stata altrettanto drammatica anche sul set sia per lei che per i suoi colleghi attori. “La devastazione provata dagli spettatori in sala è stata altrettanto palpabile anche sul set: è per questo motivo che il finale risulta così sconvolgente”, afferma l’attrice. “Vedendo quella sequenza sul grande schermo si percepisce il peso e l’importanza che riveste, non soltanto per la storia ma anche per le nostre vite: è un capitolo della vostra vita che giunge al culmine, proprio come accade nel film”.
Secondo il regista Anthony Russo, il rischio corso è stato ampiamente ricompensato. “Sapevamo che era una grande scommessa perché si trattava di un finale molto difficile”, afferma Russo. “Sapevamo che, per continuare a sorprendere noi stessi e condurre i personaggi in luoghi che il pubblico non si sarebbe aspettato, avremmo dovuto prendere delle decisioni difficili e fare una sorta di salto nel buio con la storia. Non eravamo sicuri che il pubblico avrebbe accettato questo finale. Fortunatamente, gli spettatori hanno compreso il valore e il significato del finale proprio come speravamo. Da un certo punto di vista è stato sorprendente per noi, perché non si può mai essere sicuri di ottenere la reazione sperata. Ma guardando la situazione da un altro punto di vista, non è stato affatto sorprendente che gli spettatori abbiano avuto la nostra stessa reazione”.
L’unico microscopico bagliore di speranza per i fan è presente dopo i titoli di coda del film, in una scena che anticipa l’arrivo di Captain Marvel nella squadra degli Avengers in Avengers: Endgame e fornisce agli spettatori un piccolo sollievo dalla loro rabbia. “Quando abbiamo effettuato le prime proiezioni di prova, la scena dopo i titoli di coda non era ancora presente: per questo motivo il finale del film era davvero difficile da digerire”, afferma Louis D’Esposito. “Non potevamo lasciare la sala nel silenzio, privando gli spettatori di qualsiasi speranza dopo la devastante sconfitta degli Avengers da parte di Thanos. Inoltre rappresentava l’introduzione perfetta per Captain Marvel, in cui la scena dei titoli di coda viene spiegata in modo perfetto e utilizzata per preparare la scacchiera per Endgame”.
ENDGAME: LA FINE FA PARTE DEL VIAGGIO
Mentre gli spettatori si riunivano per processare la scomparsa di metà degli amati personaggi dell’Universo Cinematografico Marvel, i filmmaker erano impegnati a creare il nuovo attesissimo capitolo della saga, Avengers: Endgame. Fin dall’inizio i filmmaker hanno deciso di rendere le storie dei due film indipendenti l’una dall’altra.
“Abbiamo deciso fin da subito che non volevamo girare un film molto lungo e dividerlo in due”, afferma Feige. “Volevamo realizzare due film molto diversi dotati di storie uniche e autonome, ed è per questo motivo che abbiamo eliminato la dicitura ‘parte 1’ e ‘parte 2’ che avevamo annunciato all’inizio. Volevamo che gli spettatori vivessero un’esperienza completa con ciascun film. Alcuni potrebbero affermare che Infinity War avesse un finale in sospeso, perché tutti gli spettatori amavano questi personaggi e sapevano che ci sarebbe stato un altro film. Ovviamente capiamo questo punto di vista, ma non la vediamo allo stesso modo”.
Feige spiega: “Consideriamo Infinity War un film autoconclusivo in cui Thanos vince. Ecco perché il film non si conclude con la scena in cui gli Avengers vengono sconfitti e Cap esclama ‘Oddio!’. Le ultime immagini del film ci mostrano Thanos che ha affrontato le pene dell’inferno ma è soddisfatto di aver portato a termine il proprio obiettivo. Il film era una storia autoconclusiva incentrata sul viaggio di Thanos”.
“Kevin Feige voleva a tutti costi far sì che questi due film fossero molto diversi tra loro sia nella storia sia nei toni”, prosegue la produttrice esecutiva Trinh Tran. “Uno dei motivi dietro a questa scelta risiede nel fatto che non tutti conoscono davvero le storie dei fumetti e in ogni caso noi non stiamo realizzando trasposizioni fedeli dei fumetti. Non volevamo creare una storia e interromperla a metà. Volevamo che Infinity War ed Endgame apparissero collegati ma allo stesso tempo molto differenti tra loro. Infinity War era un film d’azione rapido in cui l’obiettivo era trafugare alcuni oggetti di valore, dotato di emozioni amplificate e di un finale tragico. Con Endgame volevamo affrontare un genere diverso e impiegare toni differenti”.
Anche se questi due film sono dotati di un inizio e di una fine ben distinti, per i filmmaker una delle più grandi sfide è stata dover concepire e girare Avengers: Endgame diversi mesi prima del completamento e dell’uscita nelle sale di Avengers: Infinity War.
“Solitamente portiamo a termine le riprese di un film e poi, dopo averne smaltito gli effetti, decidiamo come andare avanti”, spiega Anthony Russo. “Stavolta il processo è stato molto diverso. Sostanzialmente abbiamo dovuto concepire entrambi i film nello stesso momento. Anche se li abbiamo sempre considerati due film distinti, nel quadro completo erano anche un’unica espressione coerente del nostro pensiero. A mio parere tutti i film dell’Universo Cinematografico Marvel sono imparentati tra loro: c’è un senso di continuità tra The Winter Soldier e Civil War, che a sua volta è anche interconnesso con Infinity War”.
Prosegue: “È stato molto complicato realizzare questi due film simultaneamente. Solo una squadra esperta come quella che abbiamo in Marvel e nel nostro team produttivo poteva essere in grado di fare una cosa del genere. Le storie sono estremamente complesse e la scala produttiva è enorme. Serviva una macchina ben oliata per gestire simultaneamente due film di questo tipo”.
I filmmaker non sapevano assolutamente come il pubblico avrebbe reagito di fronte al finale di Infinity War: secondo Joe Russo questa incertezza ha rappresentato uno degli ostacoli più grandi per la realizzazione di Endgame. “Una delle sfide più grandi che abbiamo dovuto affrontare era l’impossibilità di sapere come i fan avrebbero reagito a Infinity War: quando lo abbiamo saputo, avevamo già girato il 90% di Endgame”, afferma Joe Russo. “La reazione del pubblico ci ha permesso di modificare soltanto in minima parte la storia, che ormai era stata già girata. Non ci aspettavamo che il finale di Infinity War avrebbe scatenato una reazione emotiva così grande negli spettatori”.
Il regista racconta: “C’è un ricordo che conservo di una cosa avvenuta nel corso della sessione di Q&A svoltasi dopo la prima proiezione. La prima domanda c’è stata rivolta da un bambino di 10 anni in lacrime, che ci chiedeva perché avessimo ucciso Spider-Man. Questa reazione non ha riguardato soltanto i bambini di 10 anni: per questo sapevamo che Endgame avrebbe avuto una posta in gioco mai vista prima nell’Universo Cinematografico Marvel”.
Il compito di scrivere Avengers: Endgame è ricaduto sulle esperte spalle di Christopher Markus e Stephen McFeely, che grazie alla loro lunga storia con Marvel Studios e i fratelli Russo sono riusciti a semplificare il processo di scrittura.
“È da quattro anni che lavoriamo a questi due film”, afferma Kevin Feige. “Durante le riprese di Civil War, Christopher Markus, Stephen McFeely, Joe Russo, Anthony Russo e Trinh Tran stavano parlando di questo film in una sala conferenze ad Atlanta. Il processo è andato avanti per tutto il periodo trascorso tra l’uscita di Civil War e l’inizio delle riprese di Infinity War. Il tempo trascorso in quella stanza, dotata di un’energia creativa straordinaria, è stato uno dei periodi più belli che io abbia mai vissuto presso Marvel Studios: si trattava del culmine di una storia che andava avanti da 20 film, una serie cinematografica senza precedenti. Stavo lavorando con delle persone che in questi ultimi anni hanno svolto un lavoro straordinario per noi. Christopher e Stephen hanno iniziato a collaborare con noi nel primo film di Captain America, mentre Joe e Anthony Russo sono con noi fin dal secondo film di Captain America. Amano queste storie e non hanno paura di correre dei rischi”.
“Gli anni che abbiamo trascorso in trincea con Markus e McFeely si sono dimostrati inestimabili”, afferma Anthony Russo. “Siamo come una band musicale ben affiatata che suona insieme da anni: possiamo inventare nuove idee e improvvisare con grande facilità. Questa è la chiave della nostra collaborazione. Siamo immersi in queste storie e in questi personaggi da moltissimi anni ormai. E la storia che abbiamo vissuto insieme dà i suoi frutti in Endgame. Tutto il lavoro creativo e le esplorazioni che avevamo svolto nel corso degli anni hanno avuto un grande impatto sulla realizzazione di questa sceneggiatura, pur non avendo trovato spazio nei film precedenti. Abbiamo potuto fare affidamento su un grande calderone creativo pieno di idee ed esplorazioni che andavano avanti fin dal 2012”.
“Markus e McFeely sono stati dei collaboratori incredibili in tutti i nostri quattro film: hanno sceneggiato più film di chiunque altro per l’Universo Cinematografico Marvel”, afferma Joe Russo. “Possiedono una conoscenza enciclopedica di questi personaggi. Man mano che l’Universo Cinematografico Marvel prosegue, il lavoro di noi registi diventa sempre più complesso. A volte bisogna volare a 40.000 piedi per osservare il quadro completo. In Endgame stavano volando a 70.000 piedi e di conseguenza avevamo bisogno di un’incredibile squadra di collaboratori che ci consentissero di focalizzarci. Con Markus, McFeely e il resto della talentuosa squadra creativa al nostro fianco, siamo riusciti a concentrarci sul quadro completo e ricevere informazioni da tutti i lati dell’Universo Cinematografico Marvel”.
Secondo lo sceneggiatore Stephen McFeely il processo creativo con i fratelli Russo è sempre stato estremamente collaborativo. “Joe e Anthony sono due persone fantastiche”, afferma McFeely. “Ognuno di loro ha dei pregi diversi. Joe è come il coniglietto delle batterie Duracell: non si ferma mai, ha sempre nuove idee. Anthony è molto più metodico e preciso nelle proprie scelte. Nei nostri meeting le conversazioni sono sempre molto simili: Joe ci incoraggia mentre Anthony mostra sempre un po’ più di resistenza. Anche Chris Markus e io abbiamo una dinamica simile: Chris è più simile a Anthony mentre io sono un po’ più come Joe, ma alla fine della fiera si tratta soltanto di trovare l’idea migliore. Abbiamo continuamente moltissime idee ma alla fine scegliamo sempre la direzione più giusta. Questo processo ha portato degli ottimi risultati fin dal nostro primo incontro nel 2012”.
Per trovare il punto di partenza e sviluppare la storia di Avengers: Endgame, lo sceneggiatore Christopher Markus aveva un asso nella manica che è stato utilizzato come punto di riferimento. “Avevamo il vantaggio di sapere fin da subito che Infinity War sarebbe terminato con lo schiocco delle dita: in questo modo avremmo potuto sviluppare Endgame con un po’ più di libertà. Non era un seguito diretto di quegli eventi, ma ne mostrava le conseguenze. Non volevamo un film diviso in due parti e mentre sviluppavamo la storia dei due film ci siamo accorti che Endgame possedeva una struttura e delle atmosfere molto diverse”.
Lo sceneggiatore prosegue: “Infinity War era principalmente il film di Thanos. È strutturato attorno al suo arco narrativo e termina con il suo successo. In Endgame torniamo a concentrarci sugli Avengers, sui loro punti di vista e sulle loro emozioni dopo che metà del genere umano è stato spazzato via. Dal punto di vista strutturale Endgame ha un percorso più tortuoso: non mi spingerei a definirlo filosofico, ma a differenza del primo film non è costruito attorno alla minaccia imminente di Thanos e di conseguenza ha più spazio per respirare”.
Dopo aver eliminato metà della popolazione del mondo, Thanos ha portato a termine la propria missione facendo qualcosa di impensabile e questo avrà delle conseguenze per il geniale villain. “Nei limiti del possibile, volevamo dare a Thanos una ragione logica per commettere un genocidio di massa”, afferma Joe Russo. “Ma volevamo che questo avesse anche una risonanza emotiva. Infinity War era strutturato attorno a lui: in un certo senso era l’eroe del film e gli eroi devono affrontare delle prove e fare dei sacrifici per ottenere ciò che desiderano. Quando per ottenere ciò che vuole deve uccidere Gamora, l’unica persona che abbia mai amato, lo spettatore non può fare a meno di soffrire per lui: sa che è una persona cattiva, ma sa anche che per lui è stato incredibilmente difficile uccidere sua figlia. Siamo tristi per lui. È per questo che è un cattivo così riuscito: non crede di essere cattivo”.
In Avengers: Endgame gli Avengers sopravvissuti sono completamente disperati e devono gestire la propria sconfitta. “Thanos ha portato a termine il proprio obiettivo e questa è una delle ragioni per cui non consideriamo Infinity War un film con un finale in sospeso”, afferma Kevin Feige. “Alla fine del film Thanos si trova su un altro pianeta ed è seduto a osservare un panorama talmente idilliaco da essere scioccante. Ha avuto successo ed è soddisfatto. Non credo che sia preoccupato riguardo agli Avengers sopravvissuti e pensa che ormai non possano fare più nulla per contrastarlo”.
“Abbiamo deciso di mantenere vivi determinati personaggi alla fine di Infinity War perché il nostro obiettivo era mostrare gli Avengers originali che affrontavano e gestivano ciò che era appena successo”, aggiunge Trinh Tran. “Gli Avengers originali hanno fatto questo viaggio insieme a noi negli ultimi 10 anni e dunque volevamo esplorare il loro stato mentale dopo le azioni compiute da Thanos”.
All’inizio di Avengers: Endgame, gli Avengers che sono ancora sulla Terra si ritrovano di nuovo insieme per provare a scendere a patti con ciò a cui stanno assistendo. “Gli Avengers non riescono in nessun modo a razionalizzare ciò che è appena successo. Si trovano in una situazione in cui tutte le qualità che li rendevano degli eroi, ossia i loro superpoteri e la loro determinazione, sono completamente inutili. Non possono rimediare in alcun modo”, spiega Christopher Markus. “È una situazione affascinante da cui far partire il nostro film. È il modo più sincero per dare inizio a una nuova storia ed esplorare questi personaggi come mai prima d’ora”.
“Credo che ciascun eroe sopravvissuto gestisca gli eventi alla fine di Infinity War in modo diverso”, precisa Kevin Feige. “Tutti loro sono abituati a gestire traumi diversi, ma nessuno di loro aveva mai vissuto una sconfitta così schiacciante da parte di un singolo antagonista. Dunque devono riunire la squadra rimasta e decidere se c’è qualcosa che possano fare per aiutare il mondo ancora una volta”.