IL PRIMO RE – LOCATION E SCENOGRAFIA

La scelta delle location riveste un ruolo di primaria importanza per la realizzazione di questo film. L’ambientazione naturale è fortemente caratterizzante: paesaggi incontaminati e selvaggi sono lo scenario principale in cui si svolgono le vicende raccontate.

È stata spontanea la scelta di guardare al Lazio come area di ricerca principale, dove storicamente si è svolta la vicenda. E proprio in questa regione sono state individuate tutte le tipologie di paesaggi in cui si muovono i personaggi del film: zone paludose, greti di fiumi, montagne rocciose, foreste e boschi mediterranei, spiagge, saline, zone termali e sulfuree. Aree naturali protette che ci riportano a quella tipologia di ambienti incontaminati in cui l’intervento dell’uomo e le costruzioni moderne sono assenti o occultabili.

Il paesaggio non è solo la cornice delle vicende ma è un elemento imprescindibile con cui i personaggi devono confrontarsi, a tal punto da diventare personaggio esso stesso: complice, nemico o divinità a seconda delle circostanze.

Il legame che c’è tra gli ambienti naturali e le popolazioni del tempo, basato sulla necessità terrena della sopravvivenza, è così forte che coinvolge anche tutta la sfera spirituale e diventa elemento fondante delle religioni pagane dominanti. Anche la mitologia e i simboli chiave della leggenda della nascita di Roma non prescindono dalla natura, siano essi il fuoco sacro di Vesta, il fico ruminale, la lupa o il Tevere, per citare i più noti.

Proprio il fiume e le zone paludose dove esso esonda sono la culla della storia e punto nevralgico in cui essa si articola.

La natura è fonte di cibo e sopravvivenza, rifugio ma anche ostacolo da superare e piegare alle proprie esigenze. Le intemperie si abbattono sui corpi spesso malconci dei protagonisti come nuovi colpi che causano ferite. Lo sporco, la fatica, il fango e il sudore sono onnipresenti.

Per quanto riguarda gli scenari montuosi e boschivi sono stati individuati luoghi di straordinaria bellezza nel parco regionale dei Monti Simbruini (ricchi per altro di piccole cascate e laghetti), nel parco dei monti Lucretili, il monte Cavo con la sua via sacra che già nell’VIII secolo a.C. veniva usata per raggiungere il tempio di Giove, il monte Ceraso, nel parco di Veio.

L’Aniene e tutta la riserva naturale annessa ci riportano a quello che poteva essere l’aspetto del Tevere al tempo della fondazione della città capitolina.

Paesaggi marittimi incontaminati si trovano invece nella riserva di Decima Malafede e del Circeo con la selva di Circe e il lago dei Monaci. Unica, suggestiva e variegata è la Riserva di Tor Caldara, vicino ad Anzio.

 

L’archeologia è la fonte usata per la ricostruzione dei villaggi e degli edifici presenti nel film.

Gli insediamenti urbani precedenti alla fondazione di Roma sono piccoli agglomerati di capanne di fango con tetti di paglia, circondati solo da trincee e montarozzi di terra per difendersi da attacchi improvvisi. Capanne ovali al di fuori delle quali si potevano incontrare strumenti e oggetti di un artigianato piuttosto primitivo utili per compiere le attività principali quali la coltivazione del farro e l’allevamento delle pecore.

 

Città più strutturate, quali Alba Longa, sono poco più che un insieme di abitazioni, questa volta però più solide, in muratura come le mura che le circondano. I luoghi di culto sono separati dalle città e facilmente raggiungibili attraverso le strade esistenti all’epoca. Come la via Sacra che conduce al santuario di Giove Latiaris vicino ad Alba, la Salaria porterà invece al santuario di Vesta, che Romolo farà costruire fuori dalle mura capitoline, accanto alla capanna regia. Templi simili alle strutture abitative dell’epoca, ancora molto diversi da quelli marmorei greci

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