La furia dei titani TUTTE LE CURIOSITA’ P.B.

La furia dei titani TUTTE LE CURIOSITA’ P.B.

 

Sam Worthington, Ralph Fiennes e Liam Neeson interpretano ancora una volta gli dei in guerra in “La furia dei Titani”, per la regia di Jonathan Liebesman. Una decina di anni dopo aver sconfitto il mostro Kraken, Perseo (Worthington) — il semidio figlio di Zeus (Neeson)—sta tentando di vivere la vita di un normale pescatore insieme al figlio di dieci anni, Elio. Nel frattempo, a sua insaputa, tra gli dei sta infuriando una battaglia per il potere che arriverà a minacciare la sua vita idilliaca. Indeboliti dalla mancanza di devozione degli uomini, gli dei stanno perdendo non solo la loro immortalità, ma anche il controllo dei Titani che avevano imprigionato e del loro feroce capo, Crono, che tanto tempo prima era stato spodestato dai figli Zeus, Ade (Fiennes) e Poseidone (Danny Huston) e condannato a marcire negli oscuri abissi del Tartaro. Perseo non può ignorare la richiesta d’aiuto del padre quando Ade, insieme all’altro figlio di Zeus, Ares (Edgar Ramírez), tradisce la vecchia alleanza e si accorda con Crono per catturare Zeus. Il potere dei Titani aumenta sempre di più, mentre quello di Zeus diminuisce, e sulla terra si scatena l’inferno. Insieme alla regina guerriera Andromeda (Rosamund Pike), ad Argenor (Toby Kebbell) il semidio figlio di Poseidone, e al dio caduto Efesto (Bill Nighy), Perseo affronterà coraggiosamente un viaggio nel Tartaro per salvare Zeus, sconfiggere i Titani e salvare il genere umano. Jonathan Liebesman dirige il film da una sceneggiatura di Dan Mazeau & David Leslie Johnson, su soggetto di Greg Berlanti & David Leslie Johnson & Dan Mazeau, basato sui personaggi creati da Beverley Cross. Il film è prodotto da Basil Iwanyk, che ha prodotto anche il primo “Scontro fra Titani”, e Polly Johnsen. I produttori esecutivi sono Thomas Tull, Jon Jashni, Callum McDougall, Kevin De La Noy e Louis Leterrier. Sam Worthington guida un cast internazionale che comprende Rosamund Pike, Bill Nighy, Edgar Ramírez, Toby Kebbell e Danny Huston, oltre ai candidati agli Oscar Ralph Fiennes (“Il paziente inglese”) e Liam Neeson (“Schindler’s List”). Tra i realizzatori, il direttore della fotografia Ben Davis; lo scenografo Charles Wood; il montatore premio Oscar Martin Walsh (“Chicago”); e la costumista Jany Temime. Le musiche sono del compositore candidato all’Oscar Javier Navarrete (“Pan’s Labyrinth”). “La furia dei Titani” riunisce anche molti talenti del primo film, tra cui il candidato agli Oscar® Nick Davis (“Il cavaliere oscuro”), supervisore degli effetti visivi; il candidato agli Oscar® Conor O’Sullivan (“Il cavaliere oscuro”, “Salvate il soldato Ryan”) supervisore della prostetica; e il premio Academy Award® Neil Corbould (“Il gladiatore”), supervisore degli effetti speciali e dell’animatronica.

 

 

 

LA FURIA

 

“La furia dei Titani” porta la battaglia nella mitica terra degli dei e dei mostri, in uno scontro di proporzioni catastrofiche, più grande e rischioso che mai. E per il nostro eroe, Perseo, questa volta è una questione personale. “E’ un’avventura sorprendente che porta Perseo in luoghi che mai nessun mortale ha visto prima e lo contrappone a nemici di cui gli uomini non hanno mai neppure immaginato l’esistenza”, afferma il regista Jonathan Liebesman, che ha accettato di lavorare in uno dei suoi generi preferiti, raccontando nel contempo una storia sul destino che ci si trova ad affrontare. “E’ qualcosa”, dice, “che tutti noi prima o poi facciamo, anche se non in modo così eroico come Perseo. Il motivo per cui la mitologia greca è senza tempo dipende dal suo essere ricca di archetipi classici, come la tragedia, la commedia, il tradimento, la vendetta, che fanno parte della nostra cultura comune. Tutti conoscono Zeus e Hades, tutti sanno cosa sono gli inferi”. Sopravvissuto al suo primo incontro con gli inferi nella tana di Medusa dieci anni prima, Perseo ha cercato di dimenticare i demoni del passato e vivere tranquillamente la vita del pescatore insieme al figlioletto. Ma non ha scelta quando la guerra lo raggiunge e, malgrado per anni abbia cercato di nascondere di essere un semidio, non può più negare la sua origine… o il suo posto nel campo di battaglia. “Nella sua prima avventura, Perseo ha perso tutto ciò cui teneva di più e cercava solo la vendetta, a un certo livello probabilmente non gli importava neppure di vivere o morire”, ricorda Sam Worthington, di nuovo nel ruolo dell’eroe. “Ma ora è maturato, ha un figlio che ama teneramente ed è appagato dalla vita che conduce. Vede il mondo in modo diverso, non vuole che cambi”. Ma un cambiamento ci sarà, in parte dovuto al senso del dovere nei confronti del padre, il sovrano di tutti gli dei, Zeus. Liam Neeson, che torna in questo ruolo, dice di essere stato entusiasta di poter esplorare i legami più profondi tra padri e figli e anche tra fratelli. “Jonathan e gli sceneggiatori hanno voluto analizzare la difficoltà dei rapporti tra Zeus e i figli, Perseo e Ares, e la complessità della storia sua e di Hades con il padre, Crono”, sottolinea l’attore. “Quello che mi ha attirato di più è stato il realismo all’interno di un fantasy, sono emozioni molto umane quelle che agitano questa storia che si svolge in un mondo mitico”. Ralph Fiennes, che torna nel ruolo di Hades, aggiunge: “Ho sempre pensato agli dei greci come a proiezioni delle brame del genere umano, dei suoi desideri, come quello dell’immortalità, della forza, della bellezza e del potere eterni. Sono cose che non possiamo avere, quindi creiamo questi personaggi straordinari e queste storie fantastiche”. Torna a lavorare in questa epica avventura anche il produttore Basil Iwanyk, eccitato all’idea di realizzare un altro film epico – mitologico, con mostri nuovi e ancora più grandi, per la regia di Jonathan Liebesman. “Jonathan adora l’argomento quanto me e ha pensato anche che sarebbe stato divertentissimo girare a Tenerife, nel Galles e nel Regno Unito, con battaglie su larga scala e combattimenti contro i mostri”, dice Iwanyk con un sorriso. “Il suo entusiasmo è stato contagioso e ha arricchito tutti quelli che lo circondavano, che quindi hanno dato il meglio di sé, sia gli attori che la troupe”. Ma prima di tutto bisognava scrivere la sceneggiatura e quindi Iwanyk e la produttrice Polly Johnsen si sono rivolti a Dan Mazeau, David Leslie Johnson e Greg Berlanti. “E’ stato un lavoro cui abbiamo collaborato con grande divertimento”, dice Mazeau. Dave, Greg ed io abbiamo lavorato parecchie ore al giorno, sia per le ricerche che per immaginare quello che avremmo voluto vedere sullo schermo, perché siamo tutti appassionati di questo genere”. Secondo Johnson, “Nella mitologia, le avventure di Perseo terminano con il salvataggio di Andromeda, che avviene nel primo film. Noi dovevamo quindi immaginare cosa sarebbe potuto succedere dopo, una nuova avventura, sostanzialmente creare un “mito perduto” che apparisse però perfettamente adeguato”. “I miti arcaici suonano familiari a tutti noi ed è questo il motivo per cui sono stati trasmessi attraverso i secoli”, osserva la produttrice Polly Johnsen. “Gli sceneggiatori ne hanno ideato uno che si adatta perfettamente, una storia importante e direttamente connessa a quel mondo, che affronta i temi universali dell’amore e dell’odio tra padri e figli e della rivalità tra fratelli. Poi Jonathan ha aggiunto il suo tocco deciso e realistico che, unito ai grandiosi elementi fantastici, secondo me ottiene il meglio dai due mondi”. “Abbiamo cercato di realizzare un film epico nel vero senso della parola, una storia coinvolgente con temi potenti, enormi creature, sequenze d’azione, ambientazioni spettacolari e personaggi indimenticabili interpretati da un cast di incredibile talento”, dice Liebesman.

 

 

IL RITORNO DI UN EROE

“La furia dei Titani” non solo ha riunito Perseo con il padre, il divino Zeus, e l’ambiguo zio Hades, ma è stata l’occasione per riunire i tre grandi attori che li interpretano: Sam Worthington, Liam Neeson e Ralph Fiennes. “Non avrei potuto pensare a nessun altro per quei ruoli e quindi sono stato felice che siano tornati per continuare il racconto”, dice Liebesman. Worthington dice che lo interessava molto esplorare i cambiamenti del suo personaggio dopo dieci anni. “A differenza del passato, ora è restio a unirsi alla battaglia. Non è una decisione facile e la sua esitazione è determinata dal fatto che sta cercando di capire cosa è giusto: deve abbandonare il figlio per aiutare suo padre o restare accanto al bambino e lasciare il padre ad affrontare da solo i nemici?” “Nella mitologia greca”, fa notare Liebesman, “gli dei hanno sempre ignorato le loro famiglie umane. Sono molto egoisti. Perseo, malgrado sia un semidio, cerca di vivere in modo altruista come un mortale, impegnato a crescere il figlio”. La scelta iniziale di Perseo sembra la più facile: è un padre, non ha intenzione di andare da nessuna parte, non importa quanto il padre lo supplichi, non importa quanto Zeus ossessioni i suoi sogni. Ma è costretto a prendere una decisione quando lo scontro arriva letteralmente a casa sua, sotto forma di una terrificante Chimera a tre teste che attacca il suo villaggio. Ovviamente, quando combatte contro il mostro, appare chiaro a tutti—compreso il figlio—che Perseo non è un comune pescatore. Per quanto Perseo voglia tornare alla sua vita normale, è lampante che non sarà possibile—Zeus aveva ragione, il mondo sta cambiando. E’ il messaggio che il dio del tuono e delle saette sta cercando di comunicare anche al fratello Hades, ma le sue parole non vengono ascoltate. “Jonathan è stato molto attento a chiarire i rapporti tra gli dei, in particolare tra Hades e Zeus”, dice Fiennes. “I loro sono sempre stati rapporti conflittuali, ma questa volta sono arrivati al punto di rottura. I poteri degli dei stanno diminuendo perché il genere umano ha conquistato una sua autonomia di pensiero. Hades ha quindi deciso che l’unico modo per conservare il potere—che per lui significa immortalità—è scatenare la forza distruttiva del padre, Crono, imprigionato da tanto tempo. Zeus è contrario, perché sa bene che significherebbe una distruzione di massa, quindi i due fratelli sono in disaccordo fin dall’inizio”. “Zeus capisce che gli dei sono più deboli perché è il momento per gli umani di essere forti”, spiega Neeson. “Vede la giustezza della cosa, capisce questo nuovo ordine del mondo e lo accetta. Sfortunatamente non riesce a convincere Hades, e la sua benevolenza nei confronti dei mortali lo espone ai vecchi trucchi del fratello”. Anche se sullo schermo sono nemici, nella realtà Neeson e Fiennes sono molto affiatati e sono stati felici di poter lavorare di nuovo insieme. “Ralph è un caro amico ed è stato formidabile poter girare insieme tante scene”. Anche se qualche volta “Siamo scoppiati a ridere”, continua Neeson, “insomma ci vedevamo con quelle parrucche, la barba lunga e la corazza, io con i miei fulmini e lui con il suo tridente”. “Liam ed io interagiamo di più in questo film rispetto al primo e alcune scene sono molto intense, le abbiamo accolte con piacere e poi lavorare con un amico è sempre una bella cosa”, aggiunge Fiennes. Nel cast anche l’attore venezuelano Edgar Ramirez, nel ruolo di Ares, figlio di Zeus e dio della guerra, furioso e risentito per le attenzioni che il padre dedica al fratellastro Perseo. “Sono cresciuto guardando film fantasy e ho sempre desiderato poterci lavorare”, rivela l’attore. “Quindi interpretare Ares, uno degli dei più importanti dell’Olimpo e, per definizione, il guerriero più grande, era un’occasione che non potevo lasciarmi sfuggire. Ares adora combattere, il calore della battaglia per lui è vita. E’ violento e aggressivo, con un grande ego, ma nasconde delle fragilità—ad esempio si offende quando capisce che il padre preferisce Perseo, il figlio che non lo ha mai amato. Ares si sente escluso, così quando Hades gli offre la possibilità di vendicarsi l’afferra al volo”. “Edgar ha interpretato Ares in modo molto intenso. Ha espresso perfettamente la gelosia e la collera che ha covato per tanto tempo”, afferma Liebesman. Un altro rampollo degli dei è Agenor, il figlio a lungo perduto di Poseidone, che è diventato un malfattore. Ma Perseo ha bisogno della sua esperienza del mare e lo cerca, finché lo trova che marcisce nelle prigioni della regina Andromeda. Il ruolo di Agenor, che si dimostra un alleato non solo straordinariamente forte, ma in grado di portare un tocco di comicità a un’avventura tanto pericolosa, è interpretato da Toby Kebbell. “Toby è stato fantastico”, dice il regista. “Ha aggiunto al personaggio un umorismo pungente e lui e Sam interagiscono in modo formidabile. Anche se Agenor e Perseo non si sono mai incontrati prima della nostra storia, fra loro nasce subito un rapporto di famigliarità —dopo tutto sono parenti—quando li vediamo insieme”. “Il mio personaggio non è assolutamente interessato agli dei o al fatto di essere un semidio”, afferma Kebbell. “E’ stato abbandonato dal padre, quindi ha voltato le spalle a quel mondo. Perseo cerca di fargli capire che i poteri che possiedono li costringono a occuparsi del caos che si è scatenato, è una responsabilità della loro generazione. E poi ha un tremendo bisogno di lui, dei poteri che gli ha trasmesso il padre, Poseidone, per vincere la sua battaglia. Dentro di sé Agenor apprezza il rispetto che Perseo gli ha dimostrato, non l’aveva mai fatto nessun altro, tutti lo hanno sempre considerato solo un ladro, il che è divertente, perché è davvero un ladro”. L’attrice inglese Rosamund Pike interpreta la regina Andromeda, colei che ha catturato Agenor. Principessa di Argos nel film precedente, alla morte dei genitori Andromeda ha ereditato la corona e da allora è diventata una guerriera che difende il suo regno, anche se il mondo intorno a lei sta crollando. Il produttore Iwanyk ha sentito subito che la fisicità di Pike era “quella giusta— dura e decisa, ma regale nello stesso tempo. La sua leadership si sente, ma non perde mai la sua femminilità. E poi era perfetta insieme a Sam”. “Andromeda mi piace perché è un’eroina vera per le ragazze”, sostiene Pike. “I ragazzi hanno tanti eroi d’azione nei film come modelli, mentre i personaggi femminili sono pochissimi. E poi Andromeda è cambiata molto dalla fine del primo film, in cui era indifesa e aspettava di essere salvata. Ora è la regina del suo popolo e guida l’esercito in guerra. E’ una combattente e sicuramente non avrà bisogno di qualcuno che la porti in salvo”. Quando Perseo ha messo insieme le sue forze—Agenor, la regina Andromeda e alcuni dei soldati di lei—attraversa il mare, sotto la guida esperta di Agenor, per raggiungere la lontana isola dove vive Hephaestus. Hephaestus, che ha forgiato il fulmine di Zeus, il forcone di Hades e il tridente di Poseidone (chiamate tutte insieme Spear of Triam), ed è stato l’architetto della prigione dei Titani, il Tartaro, possiede delle conoscenze di vitale importanza per Perseo, se vuole salvare il padre e il mondo dalla furia di Crono. Un tempo sposato con la dea della bellezza, Afrodite, il dio caduto ora vive da solo, con alcuni giganteschi Ciclopi e il gufo meccanico Bubo, che torna in un altro memorabile cammeo. Hephaestus è interpretato con un senso di allegra follia da Bill Nighy, che ha scavato nel passato del fabbro degli dei per alimentare l’ira ironica del personaggio. “Ricordiamoci che Hephaestus è nato claudicante, è stato abbandonato dai genitori, buttato giù dal monte Olimpo ed è precipitato per sette giorni prima di atterrare in mezzo al nulla, mi pare che basti…”, dice Nighy. “E’ stato interessante interpretare questo tipo così bistrattato. Insomma, ha sposato la dea dell’amore, ma lei è andata a letto con tutti quelli che lui conosceva e non deve essere stato facile. Comunque se sei un attore e ti viene offerto il ruolo di un semidio con la barba e I capelli lunghi, zoppo, che deve inventarsi un amico, vuol dire che sei in forma, no?” “Bill ha creato un Hephaestus nuovo, e ha dato a tutto il set un senso di allegria e e vivacità”, dice la produttrice Johnsen. “Ha fatto tanto con il suo personaggio per esprimere humor anche in scene che altrimenti sarebbero state serie”. Con l’aiuto di Hephaestus, Perseo affronta quella che sa essere la battaglia più difficile della sua vita, dalla quale potrebbe non ritornare. E, come sempre, al primo posto nella sua mente ci sono la salvezza e il futuro del figlioletto, Helius. Proprio per l’importanza che Helius ha per Perseo, rimasti soli dopo la morte di Io, era chiaro ai realizzatori quanto fosse importante la scelta del giovane attore che doveva interpretarlo. “Il rapporto tra loro doveva apparire reale”, afferma Iwanyk “quindi anche Sam era coinvolto. Quando gli abbiamo presentato John, sono subito andati d’accordo. Anche se Sam non aveva mai interpretato il ruolo di padre sullo schermo, ha subito assunto un atteggiamento protettivo e ha passato molto tempo con il ragazzo, chiacchierando e scherzando, e questo ha fatto sentire John a suo agio”. “Mi piace molto John Bell”, dice Worthington. “E’ un ragazzo magnifico. Anche se il ruolo era difficile, perché è il cuore del film, e doveva impadronirsene in un tempo relativamente breve, ha fatto un lavoro grandioso”. Al giovane attore è piaciuto molto stare sul set—soprattutto quello dello scontro di Perseo con Chimera, cui assiste. “C’erano esplosioni dappertutto, io saltavo e urlavo e venivo scaraventato di qua e di là”, dice sorridendo. “Ho preso anche qualche ‘Clash rash,’ noi chiamiamo così quei colpi che ti gettano a terra e ti ritrovi inzaccherato, la parte migliore di un film!” Nel cast anche Danny Huston, ancora una volta nel ruolo di Poseidone, inizialmente l’unico alleato di Zeus; Lily James in quello di Korrina, l’ancella della regina Andromeda che si unisce al loro gruppo; e Sinéad Cusack che interpreta Clea, la donna cui Perseo si rivolge per istruire e seguire Helius quando lui deve partire.

 

L’INFERNO SULLA TERRA

 

Come indica il titolo, Perseo si trova ad affrontare la furia di mostri mitici e giganteschi: la Chimera dalle tante teste, tre Ciclopi con un unico occhio, un esercito di Makhai dal corpo doppio, e un potente e minaccioso Minotauro. Ma l’avversario più temibile è ovviamente Crono, un Titano gettato in prigione tanto tempo prima, e padre di Zeus, Hades e Poseidone, che sta per diventare libero e scatenare così l’inferno sulla terra. “C’è una grande varietà d’azione in questo film”, dice il supervisore degli effetti visivi e regista della seconda unità Nick Davis, che ha lavorato anche nel primo film. Il primo avversario che Perseo incontra è Chimera, un mostro che alita fuoco e ha teste di leone e di capra, ali da drago e una testa di serpente in cima alla coda. “Le due teste principali si muovono insieme, una lancia l’esca e l’altra innesca il fuoco”, dice Liebesman del mostro che attacca il villaggio di Perseo, una sorta di terrificante avvertimento di quello che succederà se lui non entrerà in azione. La creatura è stata prima prodotta in CG, ma i danni che provoca sono una combinazione di effetti visivi e speciali. Neil Corbould, supervisore degli effetti speciali sia in questo film che nel precedente, spiega: “Per far sì che il pubblico si chieda ‘E’ vero? E’ in CG?’ ho trovato che fosse meglio unire gli elementi computerizzati con quelli reali, per ottenere un risultato di continuità, senza tagli. Questo permette all’atmosfera che si ottiene—in questo caso ceneri e altri materiali leggeri—di interagire con gli attori. Così le rovine provocate da Chimera sono state ottenute sul set e poi accentuate in seguito dal team degli effetti visivi”. “Chimera piomba sul villaggio come una meteora e immediatamente comincia a a distruggerlo sistematicamente”, dice Davis. “C’è una grande attività pirotecnica, poi sul terreno si aprono delle crepe, quindi un’esplosione che serpeggia per tutto il villaggio fino a ad arrivare a un edificio che salta in aria”. L’arrivo di Chimera ha convinto Perseo a combattere per salvare Zeus e tutto il genere umano da Crono, e questo lo porta a cercare una strada per arrivare nel Tartaro, in sella a un vecchio amico: Pegasus, il cavallo alato che lo porta all’accampamento della regina Andromeda. Quindi Perseo, Andromeda e Agenor devono raggiungere l’isola dove vive Hephaestus, che è protetta da Ciclopi alti 30 piedi, le creature preferite di Liebesman. Il designer prostetico Conor O’Sullivan ha mostrato al regista circa 15 diverse maschere e 12 ha lavorato a stretto contatto con Davis per realizzare il corpo completo e l’aspetto finale dei Ciclopi. “La sfida più grande è stata quella di farli apparire il più realistici possibile a livello cinematografico, per quanto possa essere realistico un mostro alto 30 piedi e dotato di un unico occhio”, dice sorridendo Davis. I realizzatori hanno dovuto superare le stesse difficoltà con il Minotauro, reso ancor più terrificante dal fatto che può assumere le sembianze di qualsiasi persona o cosa, ma che è sia un mostro che un umano nello stesso tempo. “Abbiamo pensato che il nostro Minotauro fosse più un uomo deformato in modo da sembrare un toro”, sostiene Liebesman. “E’ il guardiano del labirinto, di cui lui stesso è prigioniero, e vive nell’oscurità da migliaia di anni, aspettando che qualcuno lo faccia uscire. E’ estremamente violento, alto sette piedi e mezzo e quando lo si vede alla luce è molto, molto più spaventoso di quanto si sarebbe potuto immaginare”. O’Sullivan dice che la definizione della creatura ha attraversato varie fasi. “Nick aveva preparato parte del lavoro negli Stati Uniti ed io avevo lavorato alle maquettes con alcuni scultori, tra cui Julian Murray, che ha realizzato una bella immagine di un Minotauro umanoide”. Poi è stato analizzato l’ambiente in cui vive per creare il look completo. “Vive in una prigione sotterranea e intorno a lui tutto è marcio. Lui stesso è sporco, i suoi abiti sono sudici e ripugnanti. In un certo senso è un incubo ed è esattamente questo che doveva rappresentare”. Per O’Sullivan il problema maggiore sono state le corna. “Dovevano essere vere e lui doveva lottare con le corna senza che cadessero a terra. Tenerle salde è stato piuttosto complicato”. Lo stuntman Spencer Wilding, che interpreta il mostro, è stato mascherato da capo a piedi. “Non si vedeva niente di lui”, continua O’Sullivan. “Gli abbiamo messo piedi, gambe, torso, testa, corna, mani, denti e perfino lenti a contatto, quindi era completamente ricoperto da una tuta di latex tradizionale in due pezzi”. Per annunciare il ritorno di Crono dalla lunga prigionia, legioni di Makhai con due tronchi si scatenano sul campo di battaglia, seminando morte e distruzione. Inventati dagli sceneggiatori, sono guerrieri confinati nel Tartaro e fusi insieme da Crono. “Si è creato un suo esercito fondendo le anime torturate di due guerrieri in uno solo, poi li ha inviati sulla terra per distruggerla”, dice Liebesman. 13 “C’è un’eruzione vulcanica, contro i soldati vengono scagliate sfere di fuoco e dall’impatto di queste sfere con il terreno emergono i Makhai, che attaccano il gruppo di Perseo”, spiega Corbould. “Sono sei guerrieri armati, alti otto piedi e con due teste, che possono correre e saltare con una forza superiore a quella di qualsiasi uomo”, dice Davis. “Ma sono solo il preludio di quello che succederà, la grande battaglia finale di Perseo, Zeus, Hades…”. La guerra arriva al culmine quando Crono si libera e inizia ad attaccare. “Crono ha creato il mondo dal caos e vuole farlo tornare a quello stato”, fa notare Liebesman. “Lo adoro, mi ricorda la bomba atomica—una enorme esplosione con tonnellate di detriti vulcanici che gli volteggiano attorno e lui che incendia tutto sul suo cammino”. Davis aggiunge: “Crono è sempre stato una forza instabile, capricciosa, che gli umani hanno subito e che ora erompe: le mura della prigione crollano e dal sottosuolo ribolle la lava”. Descrive poi il re dei Titani: “Ha proporzioni umane, ma è ricoperto di lava che sgorga dal suo corpo, è circondato da nubi piroclastiche che si gonfiano intorno a lui e quando si muove scaglia bombe di lava contro la gente”. Crono è stato realizzato completamente in CG, ma questo non è stato un problema per Sam Worthington, che è diventato un esperto nel lottare contro i mostri sul green screen. “E’ semplice: devi crederci. E’ la stessa cosa di quando il mio nipotino corre in giro per la casa facendo finta di combattere contro i mostri. Se ti impegni e ci credi, il pubblico ti starà accanto.

 

RITORNO A UN’ANTICA TERRA

 

Per ricreare l’antica Grecia, la produzione è tornata ai magnifici paesaggi dell’isola di Tenerife e ha girato negli Shepperton Studios, in Inghilterra e nelle cupe cave del Galles. “Le Canarie ci hanno fornito grandi contrasti, mare blu, paesaggi polverosi, ampie aree in cui era possibile ambientare una grande battaglia nel bel mezzo di un vulcano… Non avremmo potuto chiedere di più”, dice Liebesman. 14 Lo scenografo Charles Wood ha trovato che quell’area si adattasse perfettamente alla visione del regista. “Jonathan è un regista molto grafico e per me è stato bellissimo, perché riesce a comunicare la visione che ha in mente. Abbiamo discusso i colori di riferimento e messo insieme una gamma su cui lavorare. Lui ama le immagini forti, chiare e d è proprio questo che Tenerife offre”, afferma. Per costruire il primo set, quello del villaggio dove vivono Perseo e il figlio e che viene attaccato da Chimera, è stato scelto il resort di Abades. “Lo abbiamo scelto perché ha una bellissima vista sull’oceano, non è solo uno spazio piatto”, continua Wood. “Ci siamo ispirati ai villaggi afgani, del Nord Africa e del Medio Oriente, dove sono ancora presenti le antiche culture”. Basandosi sui disegni di Wood, il team degli effetti speciali, guidato da Neil Corbould, ha scolpito una serie di rocce di vari materiali per gli edifici, molti dei quali saranno poi fatti esplodere usando aria compressa e cariche pirotecniche. Liebesman ha apprezzato moltissimo le trasformazioni operate da Wood e dal suo team. “Perseo vive nei sobborghi di un povero villaggio greco e l’attenzione che Charlie ha avuto per ogni dettaglio è stato di grande ispirazione per me e ho voluto riprendere ogni angolo di quello che aveva creato prima che venisse fatto saltare”. A poca distanza da Abades, a Los Desriscaderos, sono stati create gli esterni dell’intricato labirinto che porta al Tartaro, molte scene sono state girate nel parco nazionale vulcanico di Mount Teide: l’accampamento della regina Andromeda a Minas de San Jose; e a Llano de Ucanca gli spettacolari esterni del Mount of Idols. Invece il Teno Rural Park, un monte di origine vulcanica che l’erosione ha modellato in scogliera, ha avuto un doppio uso nel film: nella scena iniziale ospita la tomba di Io, e poi è il luogo dove Perseus, Agenor, Andromeda e i soldati di lei salgono a bordo della Nomos. “La Nomos è apparsa anche nel primo film”, dice Wood, “ma ha subito delle modifiche per “La furia dei Titani”. Avevamo bisogno che fosse più lunga, quindi l’abbiamo tagliata a metà, abbiamo aggiunto quello che ci serviva e l’abbiamo ricomposta. C’è un ponte tutto nuovo, la prua è nuova, così come la poppa, e abbiamo costruito due alberature. La nave è stata costruita in Cornovaglia e poi ha viaggiato via terra e via mare fino a Tenerife”. Per la scena in cui la nave è in mare, il cast e la troupe sono saliti su varie barche ancorate di fronte alla scogliera di Los Gigantes, che offrivano uno sfondo 15 magnifico. “Los Gigantes hanno un’aura fantastica, misteriosa, perché si sono formate con le collate di lava”, continua Wood. “Non avevo mai visto niente di simile”. Prima di lasciare Tenerife, il team degli effetti visivi e una parte della seconda unità hanno effettuato parecchie riprese a Roque de Agando, vicino a La Gomera, una magnifica cupola vulcanica formatasi cinque milioni di anni fa, che sono state usate per ricreare gli sfondi CG delle sequenze della battaglia, e aggiunte a quelle girate in Galles. Il resto del film è stato girato nel Regno Unito e Redlands Wood, nel Surrey, è diventata l’isola di Kail, dove vivono Hephaestus e i suoi Ciclopi. La produzione era basata negli Shepperton Studios, dove si trovavano anche il dipartimento dei costumi, quello artistico, il laboratorio degli effetti visivi e la sala montaggio e dove in teatro sono stati costruiti i set del labirinto, il covo del Minotauro, la fucina di Hephaestus, gli interni del Tempio degli Idoli, la casupola di Perseo, la cella di Agenor e la prigione del Tartaro. Forse il set che presenta la miglior combinazione di effetti e realtà è il labirinto. “Il labirinto è stato un bel divertimento”, ricorda Wood. “E’ stato complicato, difficile, a causa di tutte quelle parti mobili e della necessità di dover apparire uno spazio infinito. Il team degli effetti speciali ha fatto un bel lavoro, operando sulla meccanica del set e aiutandoci a creare quei momenti in cui i personaggi attraversano dei ponti e vediamo cilindri che girano vorticosamente, corridoi comunicanti ed enormi massi di pietra che si muovono attorno a loro”. “Se c’è un elemento horror in questo film è proprio il labirinto”, indica Iwanyk, “dove vive il Minotauro”. Un altro sito inquietante è il Tartaro, dove Crono, che vi era rimasto incatenato per secoli, sta lentamente tornando libero assorbendo il potere di Zeus, grazie alla scellerata alleanza tra Hades e Ares. Liebesman, che si è ispirato ai dipinti dell’artista John Martin, che definisce turbolenti e surreali, aveva un’idea molto precisa di come dovesse apparire. “Per me gli Inferi sono sempre stati la rappresentazione dark dell’interno della terra. Immensi, con superfici arrotondate che sono la parte inferiore degli oceani e delle montagne—quasi un mondo a parte, con il Tartaro al centro. Credo che questa prospettiva ci abbia lasciato un grande spazio di manovra per il design”. Il supervisore VFX Nick Davis ha creato quella che definisce “una struttura bizzarra, contorta, alta 400 piedi, simile a una cattedrale, che è la prigione di pietra da cui Crono si libera nel corso del film”. La produzione si è poi trasferita nel Galles del Sud per le ultime due settimane di riprese e girare l’esplosiva scena della battaglia in cui l’uomo affronta i poteri degli Inferi. 16 L’accampamento di Andromeda ad Argos è stato ricostruito in una cava di argilla nei dintorni di Merthyr Tydfil, un tempo una grande città, che prende il nome da Santa Tydfil, figlia del re Brychan di Brycheiniog, martirizzata nel 480 d.C. “La battaglia finale è imponente”, sostiene Iwanyk. “Avevamo centinaia di soldati e di cavalli, trabocchi e frecce volanti. E’ lo scontro tra Crono e il suo esercito di mostri e gli eserciti umani—Spartani, Ateniesi, soldati di Argos—la battaglia decisiva, come quella delle Termopili o quella di Stalingrado. Se non si vince qui, la vita, così come la conosciamo, è finita”.

 

VESTIRE UN ESERCITO

 

Tutto il guardaroba necessario a un eroe, a dei caduti, ad antichi soldati greci, è stato creato dalla costumista Jany Temime. “La mitologia greca mi ha sempre interessato, ma non avevo mai lavorato su quel periodo, quindi sono stata molto felice di poter avere l’occasione perfetta per saperne di più”, dice. Temime ha iniziato dai cambiamenti che sono avvenuti da quando abbiamo visto Perseo e gli dei per l’ultima volta, circa dieci anni prima. “Quando inizia il nostro film gli dei non sono più così importanti, sono più deboli, perché gli uomini hanno smesso di pregare. Quindi ho voluto farli apparire in uno stato di decadimento, pur mantenendo le loro caratteristiche e il ricordo di come erano una volta”. Pr lei la chiave è stato il declino di Zeus. “Era il re di tutti gli dei ed ora sta perdendo tutto. Ho scelto una seta etnica, pesante, magnifica ma non glamour, che abbiamo stampato a mano con foglie d’oro. Poi l’abbiamo maltrattata il più possibile, lasciando però capire quanto doveva essere fantastica un tempo”. Avendo collaborato con lui in quattro film della serie di “Harry Potter”, Temime sapeva benissimo cosa avrebbe funzionato per Ralph Fiennes, e aveva idee molto chiare sul suo Hades. “Ralph indossa il mantello come nessuno altro”, dice. “Abbiamo scelto pelle morbida, opaca che non avesse riflettesse la luce. Ho trovato l’illustrazione di una superficie vulcanica, con dei buchi e l’ho usata per stamparla sul mantello”. Oltre a quella degli dei, la costumista ha dovuto occuparsi di altre trasformazioni. “Prendere una rosa inglese come Rosamund Pike e trasformarla in una guerriera greca è stata una vera sfida”, afferma. “Dovevo farla apparire forte e capace, senza però nascondere la sua femminilità e la sua bellezza”. Temime è partita quindi dall’armatura. “Ho trovato affascinante il modo in cui i Greci esaltavano i loro muscoli con le tuniche e ho pensato ‘Perchè un uomo può mostrare i muscoli dell’addome e una donna non può mostrare il profilo del seno?’ Quindi, partendo da questo dettaglio, ho esaltato i contorni del suo corpo, così appare molto bella e sexy, ma sempre forte. Poi abbiamo tinto a mano l’abito, che era di seta, che così appare assolutamente autentico”. Per Temime nessuno dettaglio era insignificante se faceva parte del personaggio. “Per Agenor, che incontriamo per la prima volta mentre è in prigione, abbiamo realizzato un mantello stampato con riproduzioni di antiche monete. Quindi anche se lui non possiede niente, il mantello rappresenta qualcosa di valore, come l’uomo stesso. Per Helius, che è ossessionato dagli dei e vuole diventare un eroe, abbiamo preparato una mini-armatura con due lastre di metallo, come avrebbe potuto fare qualsiasi bambino, che si accorda bene con la sua piccola spada di legno”. Per disegnare gli abiti del padre di Helius, l’eroe al centro della storia, Temime ha tenuto conto della personalità del personaggio e degli impegni fisici che doveva affrontare. “Sam è un attore molto fisico e il suo è un ruolo attivo, quindi era importante che avesse una grande libertà di movimento. Invece di un’armatura di metallo, con cui si sarebbe mosso con difficoltà, ne ho preparata una di pelle, inserendo elementi greci e giapponesi, per renderla diversa da tutte le altre. Ho usato seta grezza tinta e danneggiata, con una sfumatura di blu che evoca il colore del mare, lui è un pescatore”. Per quanto riguarda l’insieme del cast, Perseo compreso, Temime dice: “Jonathan ha voluto che tutti apparissero naturali e realistici. Chiedeva sempre più polvere e strappi, voleva mostrare la situazione dopo anni di guerra in un mondo dove gli dei non si occupano più dei mortali”. Per vestire l’esercito di Argos, Temime si è attenuta alle sue ricerche. “Ho dato loro il look di un vero esercito, con i mantelli rossi, che abbiamo ricavato da vecchi tappeti. Tutte le tuniche sono state stampate a mano, le armature, le cappe e gli elmi sono stati realizzati da noi per circa 300 soldati, e lo stesso è stato fatto per gli Ateniesi e gli Spartani, c’erano molti soldati greci, molti”, dice sorridendo. Liebesman ha apprezzato molto il lavoro di Temime. “L’interpretazione che ha dato Jany del periodo storico è stata brillante”, dice. “E’ stata un’impresa enorme e lei e il suo team hanno superato ogni mia aspettativa”.

L’AZIONE E LE ARMI

“La furia dei Titani” prevede numerose ed epiche sequenze d’azione con centinaia di personaggi che combattono, con tutte le armi che hanno a loro disposizione. 18 Il coordinatore stunt Paul Jennings e il supervisore dell’armeria Nick Komornicki avevano già lavorato nel primo film e non hanno avuto problemi a riprendere in mano quello che avevano lasciato. “Ci sono mostri enormi e grandi combattimenti”, dice Jennings, “emozionante e molto divertente”. Jennings è stato felice di tornare a lavorare con Sam Worthington. “Sam è formidabile nell’azione e ama girare personalmente le scene pericolose, porta le sue idee e questo ci ha aiutato a ottenere sequenze davvero irresistibili”. Questa volta comunque, Perseo vive tranquillamente, senza combattere, e i realizzatori e Worthington hanno voluto farlo apparire un po’ come un ‘pistolero arrugginito’. “Non combatte da dieci anni, i suoi colpi non sono più così potenti come un tempo e anche nell’uso della spada ha perso smalto”, osserva l’attore. “Mi è piaciuto che dovesse riprendersi un po’, perché ha impresso una dinamica diversa ed è stato più divertente da interpretare”. “Sam è un attore di una fisicità straordinaria, che si lancia contro le rocce, ripresa dopo ripresa e non si lamenta mai”, dice Liebesman ridendo. “Sam vuole avere l’azione davanti a sé il più possibile”, conferma Iwanyk. “Più è dura, più lui è motivato e si sente. E’ pronto a tutto e questo non solo è stato un grande vantaggio per i realizzatori, ma ha dato uno stile al cast e alla troupe”. “Credo che il pubblico si aspetti questo oggi”, afferma Worthington, “ed io ho voluto che gli spettatori si sentissero al mio fianco e così ho cercato di fare il più possibile tutto io, senza farmi male”. Ma Perseo ha alcune armi cui può ricorrere, tra cui la spada usata nella prima avventura, e un piccolo pugnale di legno intagliato dal figlio, Helius, che porta con sé come portafortuna. Komornicki e il suo team hanno fornito ai soldati e agli dei oltre 1500 armi, di alluminio, di gomma o metallo intarsiato, oltre alle grandi macchine da guerra per la scena della battaglia finale. Per il dio della guerra è stata preparata una spada speciale. “Ha una lama molto tradizionale, dell’età greca del bronzo”, dice Komornicki. “Sull’impugnatura ci sono i simboli di Ares: l’aquila e il picchio, per il resto è piuttosto semplice, sembra che abbia affrontato innumerevoli battaglie”. Il dio impugna anche una mazza, chiamata ‘la mazza di guerra di Ares’”, con una parte superiore in pietra, un’asta di bronzo e un arpione nella parte inferiore”. 19 L’arma più importante del film è la mortale ‘Spear of Triam’, composta di tre parti che Hepaestus ha forgiato per gli dei, il fulmine di Zeus, il tridente di Poseidone e il forcone di Hades, l’unica che può sconfiggere Crono, e Perseo deve quindi rimettere insieme le tre parti per poter sperare di sconfiggere il Titano. “Per motivi di funzionalità”, dice Komornicki, “le tre armi possono essere ridotte alle dimensioni di un piccolo bastone se gli dei non sono in una situazione di pericolo”. Ogni arma ha le sue caratteristiche. “Il forcone di Hade non è lucido, ma deve apparire un po’ sporco e invecchiato; il tridente di Poseidone appare come se fosse rimasto in acqua per molto tempo; ma è stato il fulmine di Zeus il più complicato da realizzare, perché deve ricordare una saetta, ma deve anche apparire realistico”. Per esaltare le scene d’azione e i combattimenti, i realizzatori hanno scelto di usare il 3D. “Abbiamo concepito il film per il 3D, coreografando le riprese e consultando sempre il nostro stereografo di scena tra una ripresa e l’altra, per essere sicuri di aver usato la tecnologia al massimo”, dice Liebesman. “Siamo stati sempre attenti a prolungare la ripresa, a rendere più dinamico il movimento, a evitare tagli repentini”, dice il direttore della fotografia Ben Davis. “Con questo programma in mente e poiché convertivamo in post produzione, abbiamo potuto girare nello stile di Jonathan, con molti movimenti di macchina e macchina a spalla, cosa che non avremmo potuto fare se avessimo avuto macchine 3D”. Davis è stato felice anche di non girare in alta definizione. “Se si fosse trattato di un racconto contemporaneo, l’HD avrebbe funzionato, ma è mitologia greca, ed erano necessarie la texture e la sensibilità della pellicola”. “Tutte le scelte che abbiamo fatto nella sceneggiatura e nella pianificazione del lavoro hanno tenuto conto del 3D”, dice Polly Johnsen, “per poter regalare agli spettatori un’emozione continua”. “La gente va al cinema per essere trasportata nel mondo di cui hanno solo sognato”, dice Basil Iwanyk. “Penso che le nostre creature e le nostre scene d’azione, i mostri, il fuoco, la polvere e le ceneri vulcaniche creeranno un’atmosfera indimenticabile che conquisterà il pubblico. Sarà davvero divertente”. “Quando Crono appare sullo schermo, con lava e lapilli che gli volteggiano intorno, sembra che vi stia venendo addosso”, aggiunge Jonathan Liebesman. 20 “Nello stesso tempo il film affronta temi molto forti, che coinvolgono le emozioni più profonde, che parleranno al cuore degli spettatori, il tutto in mezzo a una epica battaglia tra uomini, dei e mostri”, conclude il regista.

 

IL CAST SAM WORTHINGTON (Perseo), uno degli attori più richiesti del momento, riprende il ruolo interpretato nel 2010 in “Scontro fra Titani”. Recentemente è stato protagonista del thriller “Man on a Ledge”. Tra i suoi film in uscita “Thunder Run”, di Simon West, con Gerard Butler, sulla guerra in Iraq, e l’australiano “Drift”. Worthington è diventato famoso con la sua performance nel blockbuster del 2009 “Avatar” di James Cameron, che lo ha voluto per il ruolo di Jake Scully. Il film ha incassato oltre 2.7 miliardi di dollari in tutto il mondo, diventando la pellicola di maggior incasso di tutti i tempi. Nato in Australia, Worthington si è diplomato al prestigioso National Institute of Dramatic Art (NIDA) di Sydney nel 1998 e ha iniziato la sua carriera in teatro, apparendo in produzioni di “Judas Kiss”, per la regia di Neil Armfield per Company B al Belvoir Street Theatre. Nel 2000 ha esordito nel cinema con il film australiano “Bootmen”, con cui ha ottenuto una candidatura agli Australian Film Institute (AFI) come miglior attore. Sempre in Australia ha girato poi “Dirty Deeds-Le regole del gioco”, con John Goodman, Toni Collette e Sam Neill, che gli ha portato una candidatura come miglior attore non protagonista del Film Critics Circle of Australia (FCCA), e “Gettin’ Square”, con David Wenham. E’ apparso anche nel film sulla Seconda guerra mondiale “Sotto corte marziale”, con Bruce Willis. Ma è stata la sua performance nel successo del 2004 di Cate Shortland “Somersault” che lo ha fatto conoscere a livello internazionale e gli ha fatto vincere un AFI Award come miglior attore e una seconda candidatura ai FCCA. Quell’anno il film ha fatto incetta di premi AFI, infatti ha vinto in tutte le 13 categorie, per la prima volta nella storia del premio. Nel 2006 Worthington è stato protagonista dell’adattamento contemporaneo di Geoffrey Wright della tragedia di Shakespeare “Macbeth” e dell’action thriller di McG “Terminator Salvation”, con Christian Bale. Tra i suoi film ricordiamo poi “The Great Raid-Un pugno di eroi”, di John Dahl, l’indipendente “Il debito”, di John Madden e “Last night”, con Keira Knightley. 22 Fra i suoi lavori televisivi ricordiamo alcune delle più famose produzioni australiane: “Love My Way”, che ha vinto un AFI per la miglior serie drammatica, e “The Surgeon”, candidata agli AFI come miglior miniserie. E’ stato protagonista anche di “Delivery Man”, uno degli episodi della serie “Two Twisted” prodotta da Bryan Brown. RALPH FIENNES (Ade) è apparso la scorsa estate in “Harry Potter e i doni della morte– Parte II” nel ruolo del malvagio Lord Voldemort, uno dei cattivi più terrificanti della letteratura moderna e del cinema. Ha interpretato per la prima volta Voldemort in “Harry Potter e il calice di fuoco” del 2005, poi nel blockbuster “Harry Potter e l’Ordine della Fenice” del 2007 e, più recentemente, in “Harry Potter e i doni della morte – Parte 1.” Presto lo vedremo nell’adattamento di Mike Newell di “Great Expectations” di Charles Dickens, con Helena Bonham Carter e Jeremy Irvine, e in “Skyfall”, il prossimo film della serie di James Bond, per la regia di Sam Mendes. Recentemente Fiennes ha esordito nella regia con una versione moderna del “Coriolano” di Shakespeare, di cui è stato anche protagonista con Gerard Butler e Vanessa Redgrave. Nel 2010 Fiennes ha interpretato “Scontro fra Titani”, con Liam Neeson e Sam Worthington. Fiennes ha ricevuto due candidature agli Academy Award® , la prima nel 1994 per la sua performance in “Schindler’s List” di Steven Spielberg, premio Oscar come miglior film. Il ruolo del comandante nazista Amon Goeth gli ha portato una candidatura ai Golden Globe e un BAFTA Award, oltre ai premi come miglior attore non protagonista di numerose associazioni di critici, come la National Society of Film Critics, e quelle di New York, Chicago, Boston e Londra. Quattro anni dopo, Fiennes ha ricevuto una seconda candidatura agli Oscar®, come miglior attore, in un altro film vincitore come miglior film, “Il paziente inglese” di Anthony Minghella. Ha ricevuto inoltre candidature ai Golden Globe e ai BAFTA Award, oltre a due nomination agli Screen Actors Guild (SAG) Award® , una come miglior attore e una condivisa con tutto il cast. Nel 2005 Fiennes ha vinto un British Independent Film Award, un Evening Standard British Film Award e un London Film Critics Circle Award, oltre a ottenere una candidature ai BAFTA Award, per il suo lavoro in “The Constant Gardener-La cospirazione”, di Fernando Meirelles. Nel 2008 ha ricevuto una doppia candidatura ai British Independent Film Award, tutte e due come miglior attore non protagonista, per la sua performance in “La duchessa”, che gli ha portato anche una nomination ai Golden Globe, e “In Bruges-La coscienza dell’assassino”. Inoltre ha ricevuto candidature agli 23 Emmy, ai Golden Globe e ai SAG Award® per il film di HBO “Bernard and Doris”, con Susan Sarandon. Tra i suoi tanti film ricordiamo “The Reader-A voce alta”, con Kate Winslet; il premio Oscar di Kathryn Bigelow “The Hurt Locker”; “La contessa bianca” di James Ivory; il film di animazione premio Oscar “Wallace & Gromit in The Curse of the Were- Rabbit”, di Aardman; “Red Dragon”; i film di Neil Jordan “Fine di una storia” e “Triplo gioco”; “Spider” di David Cronenberg; “Chromophobia” e “Onegin” di Martha Fiennes; “Sunshine” di Istvan Szabo; “Un amore a 5 stelle”; il cartone animato “Il principe d’Egitto”; “The Avengers-Agenti speciali”; “Oscar and Lucinda”; “Strange Days” di Kathryn Bigelow; “Quiz Show” di Robert Redford; e “Cime tempestose”, che ha segnato il suo esordio nel cinema. Diplomato alla Royal Academy of Dramatic Art, Fiennes ha iniziato la sua carriera nei teatri di Londra, e ha lavorato per due stagioni con la Royal Shakespeare Company (RSC). Nel 1995 è stato Amleto in una produzione di Jonathan Kent del dramma di Shakespeare, con cui ha vinto un Tony Award quando la produzione è arrivata a Broadway. Citiamo poi “Ivanov”, ancora per la regia di Kent; “Riccardo II” e “Coriolano” di Shakespeare; “The Talking Cure” di Christopher Hampton, nel ruolo di Carl Jung; “Brand” di Ibsen, con la RSC; e “Giulio Cesare”, nel ruolo di Marcantonio. Nel 2006 è tornato a lavorare con Jonathan Kent per “Faith Healer”, di Brian Friel, rappresentata a Dublino e poi a Broadway, dove Fiennes ha ricevuto una candidatura ai Tony per la sua performance. Nel 2008 Fiennes ha interpretato al West End il lavoro di Yasmina Reza “The God of Carnage” e, sempre quell’anno, una produzione di Kent di “Oedipus”, al National Theatre di Londra. Fiennes è tornato al West End nell’agosto del 2011 per interpretare “La tempesta” di Shakespeare, per la regia di Trevor Nunn. LIAM NEESON (Zeus) è un attore che ha ricevuto premi per il suo lavoro sia in film di grandi major che indipendenti, in particolare per la sua interpretazione di tre personaggi molto diversi. Nel 1993 Neeson ha ricevuto candidature agli Academy Award®, ai Golden Globe e ai BAFTA per il ruolo di Oskar Schindler nel film premio Oscar di Steven Spielberg “Schindler’s List”. Tre anni dopo è stato protagonista del biopic di Neil Jordan “Michael Collins”, ottenendo un’altra candidatura ai Golden Globe e vincendo un Evening Standard British Film Award e la Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia per il suo ritratto dell’eroe repubblicano irlandese. Nel 2004 Neeson 24 ha interpretato il controverso dottor Alfred Kinsey in “Kinsey”, di Bill Condon, che gli ha portato la terza candidatura ai Golden Globe e una nomination agli Independent Spirit Award, oltre al premio della Los Angeles Film Critics. Lo vedremo presto in “Battleship” di Peter Berg e nell’action thriller di Christopher Nolan “The Dark Knight Rises”. All’inizio dell’anno è stato protagonista del thriller di Joe Carnahan “The Grey”, campione di incassi nel primo weekend di uscita. Tra i suoi lavori più recenti ricordiamo il thriller di Jaume Collet-Serra “Unkown”; il thriller romantico di Paul Haggis “The Next Three Days”; il film d’azione “ A-Team”; il mitologico “Scontro tra Titani”; e il thriller “Io vi troverò”, oltre agli indipendenti “Chloe-Tra seduzione e inganno”, di Atom Egoyan, e “After.Life”. Neeson è famoso anche per il suo lavoro in due serie di enorme successo, per il ruolo del maestro Jedi Qui-Gon Jinn in “Star Wars: Episodio 1 – La minaccia fantasma” e per quello dell’enigmatico Henri Ducard in “Batman Begins” di Christopher Nolan. Inoltre Neeson ha prestato la sua inconfondibile voce al personaggio di Aslan nei film di “Le cronache di Narnia”, “Il leone, la strega e l’armadio”, “Il principe Caspian” e “Il viaggio del veliero.” Nato in Irlanda, Neeson ha iniziato a recitare nel 1976 con il Lyric Players Theatre a Belfast, e ha esordito professionalmente con “The Risen People”, di Joseph Plunkett. Dopo due anni si è unito alla compagnia Abbey Theatre di Dublino ed è apparso in una loro produzione di “Translations” di Brian Friel. In seguito ha vinto un premio come miglior attore per la sua performance in “The Plough and the Stars” di Sean O’Casey al Royal Exchange Theatre di Manchester, Inghilterra. Nel 1980 il regista John Boorman lo ha visto recitare nel ruolo di Lennie in “Uomini e topi” di John Steinbeck e lo ha voluto per l’epico “Excalibur”. In quegli anni Neeson ha interpretato un’ampia gamma di personaggi in film come “Il Bounty” di Roger Donaldson; “Mission” di Roland Joffe; “Lamb”; “Duet for One” di Andrei Konchalovsky; “Una preghiera per morire”; “Suspect” di Peter Yates; “The Good Mother”; e “High Spirits-Fantasmi da legare”, il suo primo film con il regista Neil Jordan. Tra i film di Neeson citiamo “Darkman” di Sam Raimi; “Crossing the Line”; “Innocenza colposa”; “Mariti e mogli” di Woody Allen; “Ethan Frome-La storia di un amore proibito”, di John Madden; “Nell” di Michael Apted, con Jodie Foster e Natasha Richardson; “Rob Roy”; “Prima e dopo”, di Barbet Schroeder, con Meryl Streep; “I Miserabili”; “K-19” di Kathryn Bigelow; “Gangs of New York” di Martin Scorsese; 25 “L’amore davvero” di Richard Curtis; “Le crociate” di Ridley Scott; e “Breakfast on Pluto”, di Neil Jordan. Nel corso della sua carriera Neeson è sempre tornato al teatro. Nel 1993 ha esordito a Broadway nel revival di “Anna Christie” di Eugene O’Neill, che gli ha portato una candidatura ai Tony Award. Nel 1998 ha interpretato Oscar Wilde in “The Judas Kiss”, di David Hare, rappresentato prima al West End di Londra e poi a Broadway. L’attore è tornato a Broadway nel 2002 per interpretare il ruolo di Proctor nella produzione di Sir Richard Eyre di “The Crucible” di Arthur Miller, con Laura Linney, e ha ricevuto una seconda candidatura ai Tony Award e una ai Drama Desk. Nel 2008 è stato protagonista al Lincoln Center Festival di “Eh Joe”, di Samuel Beckett, per la regia di Atom Egoyan, prodotto dal Gate Theatre di Dublino. ROSAMUND PIKE (Andromeda) è una delle attrici emergenti più interessanti e ha attirato l’attenzione internazionale per il suo lavoro in teatro e per il cinema. L’attrice ha da poco completato le riprese di “One Shot”, di Christopher McQuarrie, con Tom Cruise. Recentemente è stata protagonista di “Barney’s Version”, con Paul Giamatti e Dustin Hoffman. Il film, presentato alla Mostra del cinema di Venezia e al Toronto International Film Festival con grande successo, è la storia d’amore lunga 30 anni tra il politicamente scorretto e irascibile Barney Panofsky (Giamatti) e la donna che ha amato per tutta la vita. Con questo film Pike ha vinto il premio di attrice inglese dell’anno del London Critics’ Circle Award. Recentemente Pike ha completato le riprese della commedia “Johnny English Reborn”, un sequel del film di grande successo del 2003, con Rowan Atkinson, Gillian Anderson e Dominic West, per la regia di Oliver Parker, e della commedia di David Frankel “The Big Year”, con Owen Wilson, Jack Black e Steve Martin. Inoltre ha girato il film della BBC “Women in Love”. Nel 2010 Pike è stata protagonista di “Made in Dagenham”, con Sally Hawkins, Miranda Richardson e Bob Hoskins, basato sullo sciopero del 1968 alla Ford Dagenham, e con questo ruolo ha ottenuto una candidatura ai London Critics’ Circle Award come miglior attrice inglese non protagonista. Pike è apparsa poi in “Barney’s Version”, con Paul Giamatti e Dustin Hoffman, presentato con grande successo al Festival del Cinema di Venezia e al Toronto International Film Festival, che le ha portato il premio del London Critics’ Circle come attrice inglese dell’anno. Recentemente l’abbiamo vista anche nel film della BBC “Women in Love”. 26 Pike ha interpretato poi il film di Lone Scherfig candidato agli Oscar “An Education”, con Peter Sarsgaard e Carey Mulligan. Ben accolto al Sundance Film Festival del 2009, “An Education” ha continuato a mietere successo e ha ottenuto candidature agli Academy Award®, ai Golden Globe, ai BAFTA, e ha vinto come miglior film straniero gli Independent Spirit Awards. Nel 2004 Pike ha iniziato a lavorare alla versione cinematografica di Laurence Dunmore di “The Libertine”, con Johnny Depp, John Malkovich e Samantha Morton, nel ruolo della moglie di Earl of Rochester (Depp), e la sua performance è stata premiata nel 2005 con il British Independent Film Award per la miglior attrice non protagonista. Pike ha poi interpretato con Kiera Knightley, Brenda Blethyn e Dame Judi Dench l’adattamento cinematografico del romanzo di Jane Austen “Orgoglio e pregiudizio”, diretto da Joe Wright, nel ruolo di Jane Bennett, che le ha fatto vincere nel 2006 un London Film Critics Circle Award. Nel 2007 Pike è apparsa con Ryan Gosling e Anthony Hopkins nel legal thriller “Fracture”, diretto da Gregory Hoblit, e nell’indipendente “Fugitive Pieces” di Jeremy Podeswa, presentato nel 2007 al Toronto Film Festival. Pike ha interpretato “Surrogates”, con Bruce Willis, e un altro film indipendente, “Burning Palms”, scritto e diretto da Christopher Landon. A 21 anni Pike è stata scelta per interpretare una Bond girl in “007 La morte può attendere”, con Halle Berry e Pierce Brosnan. L’attrice continua a lavorare anche in teatro a Londra, dove ha recitato in “Gaslight” all’Old Vic Theater, nel thriller vittoriano di Patrick Hamilton “Madame de Sade”, con Judi Dench, e in una produzione del The Royal Court Theatre di “Hitchcock Blonde”, per la regia di Terry Johnson, che ha avuto un enorme successo ed è stata ospitata al Lyric Theater nel West End. Nel 2010 Pike è stata protagonista anche di una produzione di “Hedda Gabler” e la sua performance è stata molto apprezzata dalla critica. BILL NIGHY (Efesto) annovera tra i suoi film più recenti il blockbuster “Harry Potter e i doni della morte-Parte 1”, nel ruolo del ministro della magia Rufus Scrimgeour. In precedenza Nighy aveva vinto un BAFTA, un London Film Critics Circle Award e un Evening Standard British Film Award per la sua performance di una rock star invecchiata nella commedia del 2003 di Richard Curtis “L’amore davvero”, con cui ha vinto anche un Los Angeles Film Critics Award. Tra i suoi tanti film ricordiamo “Wild Target”, con Rupert Grint e Emily Blunt, 27 “Pirate Radio”, che lo riportato a lavorre con Richard Curtis, “Operazione Valchiria”, di Bryan Singer, con Tom Cruise, “Diario di uno scandalo” di Richard Eyre, che gli ha portato una candidatura ai London Film Critics Circle Award, “Underworld” e “Underworld: Evolution”, “The Constant Gardener-La cospirazione”, di Fernando Meirelles, con cui ha conquistato una candidatura ai British Independent Film (BIF), “Lawless Heart”, un’altra candidatura ai BIF, e “Still Crazy”, con cui ha vinto un Evening Standard British Film Award. E’ stato il capitano Davy Jones in “Pirati dei Caraibi: Dead Man’s Chest” e “Pirati dei Caraibi: At World’s End” e ha prestato la sua voce a parecchi film d’animazione, tra cui “Flushed Away”. Ben conosciuto per il suo lavoro in televisione, recentemente Nighy ha ottenuto una candidatura ai Golden Globe come miglior attore per la sua performance nel telefilm della BBC “Page Eight”, per la regia di David Hare e prodotto dal produttore di “Harry Potter”, David Heyman. Nighy ha lavorato spesso con il regista David Yates, tra cui il progetto della BBC “State of Play”, che gli ha portato un BAFTA come miglior attore, il telefilm sempre della BBC “The Young Visiters” e “The Girl in the Café” di HBO, con cui ha ottenuto una candidatura ai Golden Globe, premio che ha vinto con il telefilm “Gideon’s Daughter”. Sempre per la televisione ha interpretato tanti ruoli in vari progetti, tra cui “The Men’s Room”, con cui ha attirato l’attenzione. Nato in Inghilterra, Nighy ha iniziato la sua carriera in teatro e tra le sue performance ricordiamo “The Vertical Hour” di David Hare, “Map of the World” e “Pravda”. Ha interpretato lavori di Tom Stoppard, Harold Pinter, Brian Friel, Anton Chekhov e Peter Gill e ha ricevuto una candidatura agli Olivier Award come miglior attore per “Blue/Orange” di Joe Penhall. Nel 2006 a Broadway ha interpretato la premiere di “The Vertical Hour” di David Hare, per la regia di Sam Mendez. EDGAR RAMIREZ (Ares) ha interpretato recentemente “Carlos” di Olivier Assayas, una miniserie in tre parti andata in onda su Sundance Channel. Il ritratto che ha fatto del rivoluzionario venezuelano Ilich Ramirez Sanchez gli hha portato candidature agli Emmy, ai Golden Globe e ai SAG come miglior attore in una miniserie televisiva. Altre candidature sono state quella come miglior attore del Los Angeles Film Critics Circle e del London Film Critics Circle e della National Society of Film Critics. Ramirez ha poi vinto un Cesar Award come miglior promessa. 28 Attualmente l’attore sta girando il thriller di Kathryn Bigelow sulla caccia a Osama Bin Laden, e tra i suoi film in uscita citiamo il film francese “A Monkey on My Shoulder”, con Juliette Binoche. Ramirez ha interpretato il biopic su Ernesto ‘Che’ Guevara “Che l’argentino”, con Benicio Del Toro, scritto e diretto da Stephen Soderbergh, che è stato presentato al Festival di Cannes del 2008. Ramirez è apparso anche nel thriller politico “Prospettive di un delitto”, “The Bourne Ultimatum”, di Paul Greengrass, con Matt Damon, e “Cyrano Fernandez”, una produzione ispano-venezuelana tratta da “Cyrano de Bergerac”, che gli ha portato il premio come miglior attore all’Amien International Film Festival e al Malaga Film Festival, dove il film ha vinto anche il premio del pubblico. Nato in Venezuela, Ramirez ha esordito negli Stati Uniti con “Domino”, di Tony Scott, con Keira Knightley e Mickey Rourke, seguito da “Elipsis”, “El Don (The Boss)”; il corto “La Hora Cero (The Magic Hour)”; “El Nudo (The Knot)”; “Yotama se va Volando (Yotama Flies Away)”; “Punto Y Raya; e “Anonimo (Anonymous)”. Nato a Caracas, Venezuela, Ramirez è cresciuto in giro per il mondo poiché suo padre era attaché militare, ed essendo vissuto in Austria, Canada, Colombia, Italia e Messico, parla correntemente tedesco, inglese, francese, italiano e spagnolo. Grazie a questi viaggi, Ramirez ha sviluppato un grande amore per la comunicazione interculturale e si è laureato in giornalismo, specializzandosi in comunicazione politica perché inizialmente pensava di dedicarsi alla carriera diplomatica. Nel 2000, prima di dedicarsi a tempo pieno alla recitazione, Ramirez è stato dirigente di Dale Al Voto, una organizzazione venezuelana simile a Rock the Vote. Recentemente Ramirez è stato nominato Goodwill Ambassador per l’UNICEF, ed è la prima celebrità di sesso maschile ad essere portavoce di Senosalud.com, una grande organizzazione che in Venezuela è impegnata nella lotta contro il cancro al seno. TOBY KEBBELL (Argenor) è apparso di recente in “War Horse” di Steven Spielberg e presto lo vedremo nell’action thriller “The East”, con Ellen Page e Alexander Skarsgard. Nel 2010 Kebbel ha interpretato tre film molto diversi: l’epico “Prince of Persia” di Mike Newell, con Jake Gyllenhaal, “L’apprendista stregone” di Jon Turteltaub, con Nicolas Cage, e il dramma storico di Robert Redford “The Consirator”, in cui interpreta l’assassino del presidente Lincoln, John Wilkes Booth. 29 Nel 2007 ha interpretato il ruolo di ‘Rob Gretton’, il manager di Joy Division, nel biopic di Anton Corbijn “Control” (2007), diretto da Ian Curtis, con cui ha vinto il premio come miglior attore non protagonista ai British Independent Film Awards (BIF). L’anno seguente è apparso in “RocknRolla” di Guy Ritchie, con Gerard Butler, Idris Elba, Tom Wilkinson e Thandie Newton, con cui ha conquistato candidature ai BAFTA e agli Empire Award. Tra i suoi film ricordiamo “Wilderness”, “Match Point” di Woody Allen, “Alexander” di Oliver Stone e “Dead Man’s Shoes”, di Shane Meadows, con cui ha esordito nel cinema e che gli ha portato una candidatura ai BIFA come miglior esordiente. Per la televisione inglese Kebbell ha interpretato “Black Mirror”, “The Commander-Windowsof the Soul” e il segmanto “Macbeth” della serie “Shakespeare Re- Told”, oltre a episodi delle serie “The Street” e “Peak Practice”. In teatro Kebbell è apparso all’Almeida in “Enemies”, per la regia di Michael Attenborough, e al Playhouse nel classico di R.C. Sherriff “Journey’s End”, diretto da David Grindley. DANNY HUSTON (Poseidone) è un attore conosciuto per la sua versatilità e la sua presenza scenica. Conosciuto anche come che ha espresso il suo talento anche come autore, regista e produttore. Huston ha attirato l’attenzione dirigendo “Mr. North”, con Anthony Edwards, Robert Mitchum e sua sorella, Anjelica Huston. Nel 2003, con la sua performance nel film indipendente “Ivansxtc”, ha ottenuto una candidatura come miglior attore agli Independent Spirit Awards, e da allora non ha mai smesso di lavorare. Tra i film di Huston ricordiamo “Silver City”, di John Sayles; “Birth”, di Jonathan Glazer, con Nicole Kidman; e “The Aviator” di Martin Scorsese, con Leonardo DiCaprio e Alec Baldwin, con cui nel 2004 tutto il cast del film ha condiviso una candidatura ai SAG Award®. L’anno seguente Huston ha vinto il Golden Satellite Award come miglior attore non protagonista per la sua performance nel ruolo di Sandy Woodrow in “The Constant Gardener-La cospirazione”, di Fernando Meirelles, e ha interpretato il western australiano “La proposta”, di John Hillcoat. E’ apparso poi in “Marie Antoinette”, di Sofia Coppola; “I figli degli uomini”, di Alfonso Cuarón; “Fade to Black”, in cui ha interpretato Orson Welles, per la regia di Oliver Parker; “The Number 23”, di Joel Schumacher; “The Kingdom”, di Peter 30 Berg; “30 giorni al buio” di David Slade; “The Kreutzer Sonata” di Bernard Rose; “Se non ci sei non esisti”, di Robert Weide; il blockbuster “X-Men Le origini: Wolverine” e la miniserie di HBO “John Adams”. Tra i suoi film del 2010 il thriller di Martin Campbell “Fuori controllo”, con Mel Gibson; “Robin Hood” di Ridley Scott, con Russell Crowe e Cate Blanchett; il fantasy di Sngmoo Lee “The Warrior’s Way”, con Kate Bosworth e Geoffrey Rush; e “You Don’t Know Jack”, di Barry Levinson per HBO, un biopic basato sulla vita di Jack Kevorkian, in cui ha interpretato Geoffrey Feiger, l’avvocato di Kevorkian, con Al Pacino. Nel 2011 è apparso in “The Conspirator” di Robert Redford, con James McAvoy, Robin Wright e Kevin Kline; “A Monster in Paris”, un film d’animazione diretto da Bibo Bergeron; e “Playoff”, di Eran Riklis, basato sulla vita del famoso allenatore israeliano di basket, che gli ha fatto vincere il premio come miglior attore al Montreal Film Festival. Presto lo vedremo in “Two Jack” di Bernard Rose, con Sienna Miller e il nipote Jack Huston, in “The Congress” di Ari Folman, con Harvey Keitel e Robin Wright, e in “Stolen”, di Simon West, con Nicolas Cage. Huston ha appena completato la produzione della sua prima serie televisiva, di Mitch Glazer per STARZ, “Magic City”. JOHN BELL (Helius) è apparso per la prima volta sul grande schermo in “A Shine of Rainbows” di Vic Sarin, con Aidan Quinn e Connie Nielsen, che gli ha portato il premio come miglior attore al Newport Beach Film Festival, mentre il film ha vinto premi al Chicago International Children’s Film Festival e all’Heartland Film Festival. Presto lo vedremo nel film d’azione “Battleship”, di Peter Berg, e in “The Hobbit: An Unexpected Journey”, che sta attualmente girando in Nuova Zelanda per la regia di Peter Jackson. Bell è apparso per la prima volta in televisione con David Tennant nella popolare serie “Doctor Who”, dopo aver vinto una competizione nazionale, ed ha interpretato “Life of Riley” della BBC e il telefilm “Hattie”. Ha un ruolo nella serie della BBC “Tracy Beaker Returns” e presto lo vedremo nella miniserie di History Channel “Hatfields and McCoy”, con Kevin Costner, Bill Paxton e Tom Berenger, diretta da Kevin Reynolds. Bell è nato a Paisley, Scozia, e studia recitazione da quando aveva sei anni. Ora ne ha quattordici e frequenta il Royal Conservatoire of Scotland. 31 I REALIZZATORI JONATHAN LIEBESMAN (regia) ha diretto recentemente il fantascientifico “Battle Los Angeles” e “The Killing Room”, con Timothy Hutton, Chloe Sevigny, Peter Stormare e Nick Cannon, che è stato presentato al Sundance Film Festival e poi al Deauville Film Festival. Il suo primo film è stato “Al calar delle tenebre”, che è stato al primo posto degli incassi, e “Non aprite quella porta: L’inizio”, per il produttore Michael Bay. Liebesman ha iniziato la sua carriera scrivendo e dirigendo un corto, “Genesis and Catastophe”, basato su un racconto di Roald Dahl, che è stato presentato a numerosi festival e suscitato molto interesse. Infatti ha vinto il premio Young Filmaker Award all’Hollywod Film Festival e quello per il miglior corto di uno studente all’Austin Film Festival. Poi ha diretto il corto “Rings”, che ha fatto da ponte tra “The Ring” e “The Ring 2”. Nato e cresciuto a Johannesburg, Sudafrica, ha frequentato la South African School of Film and Drama prima di trasferirsi negli Stati Uniti e studiare alla Tisch School of the Arts della New York University. DAN MAZEAU (sceneggiatura) è cresciuto a Santa Rosa, CA, e si è laureato alla UC Berkley prima di entrare nel corso di sceneggiatura MFA dell’UCLA. Nel 2008 Mazeau è stato inserito da Variety “tra i 10 sceneggiatori da tenere d’occhio”. “La furia dei Titani” è la sua prima sceneggiatura. Attualmente sta scrivendo sceneggiature per alcuni progetti in fase di sviluppo, tra cui “Jonny Quest” e “The Flash”. DAVID LESLIE JOHNSON (sceneggiatura) recentemente ha scritto due episodi della famosa serie horror di AMC “The Walking Dead”. In precedenza ha scritto il thriller fantasy di Catherine Hardwicke “Cappuccetto rosso sangue”. L’horror thriller “Orphan”, diretto da Jaume Collet-Serra, con Vera Farmiga e Peter Sarsgaard, è stata la sua prima sceneggiatura a diventare un film. Johnson ha frequentato la Ohio State University a Columbus, Ohio, si è laureato in cinematografia e ha iniziato la sua carriera come assistente di produzione nel film di Frank Darabont “Le ali della libertà”, girato proprio nella città natale di Johnson, Mansfield, Ohio, nello storico Mansfield Reformatory, dove il bisnonno era stato guardia 32 carceraria. Johnson ha lavorato per cinque anni come assistente di Darabont, sfruttando l’opportunità per affinare le sue capacità di sceneggiatore. GREG BERLANTI (soggetto) recentemente ha scritto e prodotto il film d’azione “Lanterna verde”, con Ryan Reynolds e Blake Lively. Berlanti ha esordito nella regia nel 2000, con l’indipendente “Il club dei cuori infranti”. Nel 2010 ha diretto la commedia romantica “Tre all’improvviso”, con Katherine Heigl e Josh Duhamel, che ha incassato oltre 100 milioni di dollari in tutto il mondo. Come autore, regista e produttore, Berlanti ha determinato il successo di serie televisive di grande successo, tra cui “Everwood”, “Brothers & Sisters”, “Dawson’s Creek”“, “Jack & Bobby” e “Eli Stone”, che gli ha portato una candidatura ai Writers Guild of America Award. Attualmente Berlanti sta producendo quattro pilot, “Guilty” per Fox, “Arrow” per CW, “Golden Boy” per Warner Bros., e una commedia ancora senza titolo per CBS, e sta scrivendo e dirigendo la serie “Political Animals”, con Sigourney Weaver. BASIL IWANYK (produttore) recentemente ha prodotto “The Town”, diretto e interpretato da Ben Affleck, con Jeremy Renner e Jon Hamm. Il film è stato inserito dall’American Film Institute e dalla National Board of Review tra i 10 film migliori dell’anno e ha ricevuto candidature a molti premi, tra cui quello della Producers Guild, della Writers Guild e della Critics’ Choice. Il film è stato importante anche per Renner, che ha ottenuto candidature agli Oscar e ai Golden Globe per la sua performance. Iwanyk ha prodotto parecchi progetti con la sua compagnia, Thunder Road Pictures, tra cui l’epico “Scontro fra Titani”, uno dei maggiori successi del 2010, che ha incassato 494 milioni di dollari in tutto il mondo. Tra i progetti più recenti di Thunder Road il grande successo dell’estate “I mercenary-The Expendables”, diretto e interpretato da Sylvester Stallone, con Jet Li, Jason Statham e Bruce Willis; “Brooklyn’s Finest”, di Antoine Fuqua, con Richard Gere e Don Cheadle; “I mercenari 2”, di McG; e il thriller “Firewall-Accesso negato”, di Richard Loncraine, con Harrison Ford. Thunder Road è impegnata nello sviluppo di altri film, tra cui “Seventh Son”, un fantasy con Jeff Bridges, e “The Expendables 2”, per la regia di Simon West. Iwanyk ha iniziato la sua carriera come agente alla United Talent Agency, poi nel 1995 è entrato nella Warner Bros. Pictures come creative executive e due anni dopo è 33 stato promosso Vice Presidente di produzione. In quel periodo Iwanyk è stato impegnato nello sviluppo e nella produzione di “Training Day” di Antoine Fuqua, con Denzel Washington che ha vinto un Oscar® con la sua performance; “Ocean’s Eleven” di Steven Soderbergh e il thriller “Insomnia” di Christopher Nolan. Nel 2000 Iwanyk è diventato Presidente della produzione internazionale di Intermedia Films, e ha seguito molti progetti, tra cui “K-19”, “Terminator 3: Le macchine ribelli”, il premio Oscar® “Il ladro di orchidee” di Spike Jonze e il candidato all’Oscar® “The Quiet American”, di Phillip Noyce. Iwanyk ha fondato Thunder Road Pictures nel 2004. POLLY JOHNSEN (produttrice) ha un accordo di prelazione di tre anni con Warner Bros., con cui ha prodotto di recente “Cani e gatti la vendetta di Kitty 3D” e “Poliziotti fuori-Due sbirri a piede libero”, di Kevin Smith, con Bruce Willis e Tracy Morgan, e l’indipendente “Ceremony”, con Uma Thurman, presentato al Toronto Film Festival nel 2010. Prima di fondare la sua compagnia, Johnsen è stata presidente di Warner Independent Pictures (WIP) dal 2006 al 2008 ed è stata responsabile della produzione, del marketing e della distribuzione di film come “Il velo dipinto”, “A Scanner Darkly- Un oscuro scrutare”, “For Your Consideration”, “Nella valle di Elah” e dell’ultimo film di Warner Independent Pictures, “The Millionaire”, che ha vinto otto Academy Awards®, tra cui quello per la miglior regia e quello per il miglior film. Prima di entrare in WIP, Johnsen ha lavorato quasi un decennio per Warner Bros. Pictures, in cui era entrata nel 1997 come creative executive. Nel 2006 è stata nominata executive vice presidente di produzione e in quegli anni si è occupata dei primi quattro film della serie di “Harry Potter”, di “Superman Returns”, di “Blood Diamond- Diamanti di sangue”, “Io sono leggenda”, “P.S. I Love You”, “Scooby Doo 1 & 2”, “Starsky & Hutch”, “La tempesta perfetta” e di “Three Kings”. Johnsen ha iniziato la sua carriera nel cinema alla Jersey Films, dove si è occupata di film come “Out of Sight” e “Erin Brokovich”, dopo essersi laureata in lingua e letteratura cinese alla University of California di San Diego e aver vissuto e lavorato nel Sud Est asiatico. Johnsen ha preso un MFA alla University of Southern California, con il Peter Stark Producing Program. 34 THOMAS TULL (produttore esecutivo) è Chairman e CEO di Legendary Pictures e ha raggiunto il successo co-producendo e co-finanziando tanti film. Fin dalla sua fondazione nel 2004, Legendary Pictures ha fatto squadra con Warner Bros. Pictures per film come “Superman Returns”, di Bryan Singer; “300”, “Watchmen” e “Sucker Punch” di Zack Snyder; “Batman Begins” e il fenomenale “Il cavaliere oscuro” di Christopher Nolan, che ha incassato oltre 1 miliardo di dollari in tutto il mondo. Recentemente la partnership ha prodotto blockbuster come “The Town” di Ben Affleck; “Inception” di Christopher Nolan; il successo internazionale “Scontro fra Titani”; “Una notte da leoni” e “Una notte da leoni 2” di Todd Phillips, la commedia vietata ai minori di maggior incassi di tutti i tempi. Tra le prossime uscite di Legendary “Pacific Rim” di Guillermo del Toro, “The Dark Knight Rises” di Nolan, “Jack the Giant Killer” di Brian Singer e “Man of Steel” diretto da Zack Snyder. Legendary sta anche sviluppando progetti come “Seventh Son”, il biopic di Jackie Robinson “42”, “Godzilla”, “Gravel”, e il sequel di “300”. Prima di fondare Legendary, Tull è stato Presidente di Convex Group, una compagnia con base ad Atlanta. Tull è anche nel comitato direttivo dell’American Film Institute (AFI), dell’Hamilton College, la sua università, della Carnegie Mellon University, del San Diego Zoo ed è socio di minoranza dei Pittsburgh Steelers. JON JASHNI (produttore esecutivo) controlla lo sviluppo e la produzione di tutti i progetti di Legendary, ed è presidente e Chief Creative Officer di Legendary Entertainment. È stato produttore esecutivo di “Scontro fra Titani”, di Louis Leterrier, della commedia di grande successo “Una notte da leoni”, di Todd Phillips, e di “The Town” di Ben Affleck. Inoltre Jashni sta producendo i film di Legendary “Pacific Rim” ed è produttore esecutivo di “The Seventh Son”, “Jack the Giant Killer”, “42” e il sequel di “300”. Prima della Legendary, Jashni è stato presidente di Hyde Park Entertainment, società di produzione e finanziamento che aveva accordi con 20th Century Fox, Disney e MGM. In quel periodo ha supervisionato lo sviluppo di “Shopgirl”, “Dreamer”, “A testa alta” e “Premonition”. Prima di entrare alla Hyde Park, Jashni ha prodotto la commedia romantica di Andy Tennant “Tutta colpa dell’amore”. La collaborazione di Jashni con Tennant è iniziata con il film fantastico “La leggenda di un amore-Cinderella”, di cui Jashni ha curato lo sviluppo come senior production executive alla 20th Century Fox. 35 Jashni ha anche coprodotto due film candidati agli Academy Award®: il film drammatico “The Hurricane”, che ha portato a Denzel Washington il premio come miglior attore; e la versione non musicale di “Anna and the King”, con Jodie Foster, che ha ricevuto due candidature agli Oscar®. Jashni è membro dell’American Film Institute e della Producers Guild of America. Ha conseguito un BS alla University of Southern California e un MBA all’UCLA’s Anderson School of Management. CALLUM McDOUGALL (produttore esecutivo) è socio di Eighth Wonder Pictures, che sta sviluppando una serie di progetti, tra cui la versione cinematografica della serie televisiva inglese “The Professionals”. McDougall è anche produttore esecutivo del film della serie di James Bond “Skyfall”, diretto da Sam Mendes, presto sugli schermi, dopo esserlo stato anche per “Casino Royale” e “Quantum of Solace”. E’ stato anche produttore esecutivo del terzo film della serie di Harry Potter, “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”. McDougall è entrato nell’industria del cinema nel 1979, come tuttofare, poi ha lavorato come terzo aiuto regista in vari film, tra cui due della serie della “Pantera rosa” e “Monty Python-Il senso della vita”. E’ stato secondo aiuto regista in oltre venti produzioni, tra cui i film di James Bond “007 zona pericolo” e “Licenza di uccidere”, “Air America”, “Gothic”, “Festa in casa Muppet”, “The Witches” e tre stagioni della serie televisiva di Lucasfilms “Le avventure del giovane Indiana Jones”, di cui è stato direttore di produzione. E’ stato direttore di produzione di “007 Goldeneye”, “Creature selvagge”, “La carica dei 101”, “007 il domani non muore mai” e del corto “Alien Love Triangle”. Per DNA Films è stato executive incaricato della produzione di “Beautiful Creatures”, “Strictly Sinatra” e “The Final Curtain”. Callum ha iniziato la sua carriera come coproduttore di “The Beach” e “0o07-La morte può attendere” e ha prodotto la commedia “The Parole Officer”. KEVIN DE LA NOY (produttore esecutivo) è stato produttore esecutivo di “Scontro tra Titani” e del blockbuster di Christopher Nolan “Il cavaliere oscuro”, e ha coprodotto “Nemico pubblico”, di Michael Mann, con Johnny Depp nel ruolo del leggendario gangster John Dillinger. Attualmente è produttore esecutivo di “The Dark Knight Rises”, l’ultimo film di Nolan della trilogia di Batman, presto sugli schermi. 36 De La Noy è stato produttore esecutivo di “Blood Diamond-Diamanti di sangue”, con Leonardo DiCaprio, Jennifer Connelly e Djimon Hounsou, per la regia di Edward Zwick, con cui aveva già collaborato come direttore di produzione per “L’ultimo samurai”. De La Noy ha inoltre co-prodotto il thriller fantascientifico di Richard Donner “Timeline” ed è stato produttore associato del film di Steven Spielberg “Salvate il soldato Ryan”. E’ stato direttore di produzione di successi come “Ali”, “Titanic”, “Braveheart”, “Mission: Impossible” e “Mission impossibile-Protocollo fantasma”, supervisore di produzione di “La forza del singolo”, ispettore di produzione di “Spiriti nelle tenebre”, “Black Beauty”, “Il giardino segreto” e “1492: la scoperta del paradiso”, e aiuto regista di tanti altri progetti. LOUIS LETERRIER (produttore esecutivo) è impegnato attualmente nella regia del thriller “Now You See Me”, con Woody Harrelson, Isla Fisher, Jesse Eisenberg e Morgan Freeman. Recentemente ha diretto “Scontro fra Titani”, con Sam Worthington, Liam Neeson e Ralph Fiennes, che ha incassato oltre 493 milioni di dollari in tutto il mondo. In precedenza aveva diretto “L’incredibile Hulk”, basato sui fumetti della Marvel, con Edward Norton, Tim Roth, Liv Tyler e William Hurt; il film d’azione “Transporter” e “Transporter 2”, scritto e prodotto da Luc Besson, con Jason Statham e “Danny the dog”, con Jet Li, Morgan Freeman e Bob Hoskins. Nato a Parigi, Leterrier ha sviluppato fin da giovanissimo un grande amore per il cinema e, dopo aver vinto parecchi premi con i suoi corti, a 18 anni ha lasciato la Francia per studiare alla prestigiosa Tisch School of the Arts della New York University. Ha lavorato come assistente di produzione o secondo aiuto regista in film come “Alien: la clonazione”, diretto dal connazionale Jean-Pierre Jeunet; “Giovanna d’Arco di Luc Besson”, di Luc Besson; e “Asterix & Obelix: missione Cleopatra”, di Alain Chabat. BEN DAVIS (direttore della fotografia) è stato direttore della fotografia in film come “Il rito” di Mikael Håfström, “Tamara Drewe-Tradimenti all’inglese” di Stephen Frears, “Kick Ass” di Matthew Vaughn, “Franklyn” di Gerald McMorrow, “Senza apparente motivo” di Sharon Maquire e “Hannibal Lecter – Le origini del male” di Peter Webber. Il lavoro di Davis si può vedere anche nel corto “The Tonto Woman”, candidato nel 2008 agli Academy Award®. 37 Davis sta lavorando a “The Best Exotic Marigold Hotel”, di John Madden, la sua seconda collaborazione con il regista, dopo “Il debito”. CHARLES WOOD (scenografie) ha iniziato a lavorare nell’industria del cinema nel 1991 come direttore artistico degli effetti visivi per progetti come “Il fuggitivo”, “Fearless-Senza paura” di Peter Weir, “Trappola in alto mare” e “L’armata delle tenebre”. Come scenografo ha lavorato per “A Team” di Joe Carnahan; “Fool’s Gold” di Andy Tennant; “Amazing Grace” di Michael Apted; “Giovani aquile-Flyboys”, di Tony Bill; “Laws of Attraction-Matrimonio in appello”; “The Italian Job”, di F. Gary Gray; “La vendetta di Carter” e “Mortal Kombat: Distruzione totale”. Nel 2000 Wood ha ricevuto una candidatura agli Emmy Award per il telefilm “Geppetto” e nel 2007 una candidatura ai Satellite Award per “Amazing Grace”. MARTIN WALSH (montaggio) ha vinto un Academy Award® e un American Cinema Editors Eddie Award nel 2002 per il suo lavoro nell’adattamento cinematografico del musical di Broadway “Chicago”, diretto Rob Marshall, con Renée Zellweger, Catherine Zeta-Jones e Richard Gere. Nel 2010 Walsh ha lavorato a due film ambientati nel passato: “Prince of Persia: Le sabbie del tempo”, diretto da Mike Newell e prodotto da Jerry Bruckheimer, e “Scontro fra Titani” di Louis Letellier. Walsh ha collaborato tre volte con il regista Iain Softley, per “Inkheart-La leggenda di cuore d’inchiostro”, con Brendan Fraser e Helen Mirren; “Hackers”, che ha segnato il debutto di Angelina Jolie e il biopic sui Beatles “Backbeat-Tutti hanno bisogno d’amore”. Walsh ha anche montato tre film per il regista Peter Chelsom: “Basta guardare il cielo”, “Il commediante” e “Il mistero di Jo Locke, il sosia e Miss Britannia 1958”. Fra i suoi film ricordiamo l’action thriller di James McTeigue “V for Vendetta”, prodotto dai fratelli Wachowski; “Un giorno per sbaglio” di Julian Fellowes; “Thunderbirds”; “Iris”, per la regia di Richard Eyre; “Strictly Sinatra”; “Il diario di Bridget Jones”; “Mansfield Park”; “Hilary and Jackie”; “Welcome to Woop Woop”; “For Roseanna”; e “Due mariti per un matrimonio”. JANY TEMIME (costumi) ha ideato i costumi per “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”; “Harry Potter e il calice di fuoco”; “Harry Potter e l’Ordine della Fenice”, per il quale ha ottenuto una candidatura ai Costume Designers Guild Award; “Harry Potter e il 38 principe mezzosangue”; “Harry Potter e i doni della morte – Parte 1”; e “Harry Potter e i doni della morte – Parte 2”. Temime ha curato i costumi di due film che arriveranno presto sugli schermi, “Skyfall” della serie di James Bond, diretto da Sam Mendes, con Daniel Craig, Ralph Fiennes e Javier Bardem; e il thriller fantascientifico di Alfonso Cuaron “Gravity”, con Sandra Bullock e George Clooney. Temime ha ricevuto una candidatura ai British Independent Film Award per i costumi di “High Heels and Low Lifes”, con Minnie Driver. In precedenza aveva vinto un BAFTA Cymru Award con “House of America” di Marc Evans, e nel 1995 un Golden Calf all’Utrecht Film Festival per il film premio Oscar “Antonia’s Line” di Marleen Gorris. Fra i suoi ultimi film ricordiamo “In Bruges-La coscienza dell’assassino” di Martin McDonagh, con Ralph Fiennes, Colin Farrell e Brendan Gleeson; “I figli degli uomini” di Alfonso Cuarón, con Clive Owen; “Io e Beethoven” di Agnieszka Holland, con Ed Harris; e “Che pasticcio Bridget Jones” di Beeban Kidron, con Renée Zellweger, “Invincibile” di Werner Herzog, con Tim Roth; “Resistance” di Todd Komarnicki; “The Luzhin Defense” di Marleen Gorris; “Gangster No. 1” di Paul McGuigan; “Rancid Aluminum” di Edward Thomas; “The Character” di Mike van Diem, Oscar® nel 1998 come miglior film straniero; “The Ball” di Danny Deprez; “The Commissioner” e “Crimetime” di George Sluizer; “All Men Are Mortal” di Ate de Jong e “The Last Call” di Frans Weisz. NICK DAVIS (regia seconda unità/ supervisore effetti speciali) ha ottenuto una candidatura gli Academy Award® e una ai BAFTA nel 2008 per il suo lavoro nel film di grande successo “Il cavaliere oscuro”, di Christopher Nolan. Davis ha anche ricevuto candidature ai BAFTA per gli effetti visivi di “La fabbrica di cioccolato” di Tim Burton, per “Harry Potter e la pietra filosofale” e “Harry Potter e la camera dei segreti”. Davis è stato supervisore degli effetti visivi di “Scontro fra Titani”, del film epico di Wolfgang Petersen “Troy”, di “Entrapment” di Jon Amiel e di “The Avengers” di Jeremiah Chechnik, e supervisore degli effetti visivi in postproduzione per iI film di Joel Schumacher “Batman & Robin” e “Batman Forever”, e per “Reazione a catena” di Andrew Davis. Ha lavorato con il regista Davis come produttore degli effetti visivi in altri due film, “Il fuggitivo” e come supervisore tecnico per “Trappola in alto mare”. Ha anche curato gli effetti visivi di “A New Nightmare” di Wes Craven e “L’armata delle tenebre” di 39 Sam Raimi. È stato anche supervisore tecnico del film di Peter Weir “Fearless-Senza paura”. Davis si è laureato in lettere alla Oxford Brooks University. É membro della Academy of Motion Picture Arts and Sciences e del BAFTA e ha partecipato alla Commissione per le candidature agli effetti visivi dei BAFTA. NEIL CORBOULD (supervisore effetti speciali) ha vinto un Oscar® con “Il gladiatore”, di Ridley Scott, che gli ha portato anche una candidatura ai BAFTA. Ha ottenuto candidature agli Oscar e ai BAFTA anche per gli effetti speciali di “Superman Returns” di Bryan Singer. Corbould ha ricevuto la sua settima candidatura ai BAFTA come supervisore degli effetti speciali per “War Horse”, di Steven Spielberg. Ha vinto un BAFTA per “Salvate il soldato Ryan” di Steven Spielberg e “The Day After Tomorrow” e ha ricevuto candidature per “Vertical Limit” e “Il quinto elemento”. Tra i suo film in uscita “Snow White and the Huntsman” e “Gravity”. E’ stato supervisore degli effetti speciali per “Blood Diamond-Diamanti di sangue”, “Defiance”, “Il mistero delle pagine perdute”, “Kingdom of Heaven”, “The Mummy Returns”, “Black Hawk Down” e “Entrapment”. Corbould non aveva ancora vent’anni quando ha iniziato la suo carriera negli effetti speciali con “Superman” di Richard Donner e lavorando con Martin Gutteridge in film come “Elephant Man”, “Un lupo mannaro americano a Londra”, “Superman III”, “La piccola bottega degli orrori” e “Amadeus”. Ha lavorato per tre film della serie di James Bond: “007 bersaglio mobile”, “007 zona pericolo” e “Licenza di uccidere”. JAVIER NAVARRETE (compositore) è stato candidato agli Academy Award® e ai Grammy Award per la colonna sonora del fantasy “Pan’s Labyrinth”, di Guillermo del Toro. Tra i suoi film più recenti il western fantasy “The Warrior’s Way”; l’esordio nella regia di Jordan Scott “Cracks”; l’horror thriller di Joe Dante “The Hole”; e il fantasy di Iain Softley “Inkheart”, con Brendan Fraser e Helen Mirren. Ricordiamo poi l’horror “Mirrors” di Alexandre Aja, con Kiefer Sutherland; “His Majesty Minor”, di Jean-Jacques Annaud; “The Devil’s Backbone”, di Guillermo del Toro; 40 e il romantico “Dot the I”, con Gael Garcia Bernal. Navarrete ha composto la colonna sonora di oltre 40 film, documentari e telefilm in Spagna, dove è nato.

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