Presentata la Stagione al Teatro Eliseo

c.s.

Ad aprire il cartellone sarà il Prologo di stagione, ricco di appuntamenti che faranno vivere contemporaneamente tutti gli spazi teatrali nei mesi di settembre e ottobre, lasciando poi il testimone alla stagione di prosa vera e propria.

In questa vibrante aria di festa sfileranno alcuni degli abiti storici indossati dai grandi protagonisti del teatro in una Mostra permanente della Sartoria Teatrale Farani.

Nel foyer di platea e balconata si susseguiranno otto spettacoli. Kamikaze napoletano scritto e interpretato da Arcangelo Iannace, regia di Francesco Frangipane; Ogni bellissima cosa di Duncan MacMillan e Jonny Donahoe con Carlo De Ruggieri diretto da Monica Nappo; L’ammore nun’è ammore di Dario Jacobelli diretto e interpretato da Lino Musella; Spregevole di Dario D’Amato con Edoardo Pesce per la regia di Gabriele Galli; Io lavoro per la morte testo e regia di Nicola Russo in scena con Sandra Toffolatti; Senza voce di e con Marco Vergani per la regia di Vinicio Marchioni; il reading del successo letterario Qualcosa di Chiara Gamberale, in scena con Emanuele Trevi e Marcello Spinetta diretti da Roberto Piana; Hamletas, originale versione dell’ Amleto tutto al femminile. Dieci le attrici sul palco dirette da Sarah Biacchi, tra cui Francesca Ciocchetti e Ludovica Modugno.

L’istallazione d’arte viaggiante Blink Circus di Lorenzo Mastroianni accoglierà dieci spettatori per volta alla scoperta del circo più piccolo del mondo, mentre torna a grande richiesta Medea per strada di Elena Cotugno e Fabrizio Sinisi, spettacolo itinerante per sette spettatori, a bordo di un furgone per la regia di Giampiero Borgia.

Al Piccolo infine si potrà assistere allo spettacolo musicale Note da Oscar della Rimbamband e alla premiazione dello spettacolo finalista del Premio Eliseo per la Scuola, in collaborazione con il MIUR e l’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio.

 

Nove i titoli con cui il Teatro Eliseo celebra la tradizione attraverso la lente di ‘illuminati’ adattamenti, regie contemporanee e interpreti prestigiosi. Alza il sipario il 30 ottobre la nostra prima produzione di stagione, Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand. Vi racconteremo il viaggio interiore alla ricerca della bellezza di due protagonisti che da rivali in amore si scoprono fratelli. In scena, accanto a me, Luca Barbareschi, Maurizio Lastrico e per la prima volta a teatro Valentina Bellè, nuovo talento del cinema italiano. L’adattamento è di Michele Santeramo e la regia di Nicoletta Robello Bracciforti.

Dopo il successo ottenuto al Teatro Greco di Siracusa, dal 27 novembre un classico di Aristofane, Le rane, interpretato da Ficarra e Picone diretti da Giorgio Barberio Corsetti. Una scommessa vinta per la coppia amatissima dal pubblico che riesce a far ridere con un testo di 2500 anni fa.

Da un altro tempio del teatro antico, il Teatro Grande di Pompei, giunge l’11 dicembre il capolavoro di Oscar Wilde: Salomè, simbolo eterno di amore e morte nell’adattamento e regia di Luca De Fusco. Protagonista un eccezionale interprete della scena, Eros Pagni, affiancato da Gaia Aprea e Anita Bartolucci.

Risate assicurate per le feste natalizie con un’altra nostra produzione! Dal 27 dicembre va in scena Miseria e nobiltà con Lello Arena, perfetto erede della maschera di Eduardo Scarpetta, diretto da Luciano Melchionna.

Michele Riondino, Anna Maria Guarnieri e Federica Rosellini daranno vita,dal 22 gennaio alle pirotecniche avventure del romanzo di Michail Bulgakov Il Maestro e Margherita, rivisitato dalla penna di Letizia Russo e dalla regia di Andrea Baracco.

Uno straordinario Glauco Mauri si misura con l’ultimo capolavoro di Fëdor Dostoevskij: I fratelli Karamazov. Accanto a lui, a scandagliare l’animo umano di questo classico della letteratura russa, il compagno d’arte di sempre Roberto Sturno. In scena dal 5 febbraio per la regia di Matteo Tarasco.

A quarant’anni dal suo debutto, torna a teatro lo spettacolo musicale di Luigi Magni La commedia di Gaetanaccio, nostra produzione in scena dal 19 febbraio. Nei ruoli dei protagonisti, Giorgio Tirabassi e Carlotta Proietti, in continuità con l’allestimento storico allora diretto e interpretato da Gigi Proietti.

Un inno al teatro quello di Gabriele Lavia, che dal 13 marzo dirige e interpreta con Federica Di Martino l’ultima opera incompiuta di Luigi Pirandello I giganti della montagna.

E a chiudere un monologo divenuto ‘cult’ della scena italiana: dal 2 aprile prosegue la rotta, come il transatlantico Virginian, Novecento di Alessandro Baricco, con Eugenio Allegri diretto da Gabriele Vacis.

 

Mentre gli spettacoli in scena al Teatro Eliseo rivisitano la tradizione, il palco del Piccolo Eliseo si apre ad un ventaglio di nuove proposte.

Il 25 ottobre debutta Il gatto dall’omonimo irriverente romanzo di Georges Simenon, adattato da Fabio Bussotti. Nel ruolo dei due coniugi uniti dall’odio Alvia Reale e Elia Schilton. Regia da Roberto Valerio.

Dal 15 novembre Silvio Peroni dirige un cast di sei giovani attori in Il giorno del mio compleanno di Luke Norris. Un testo divertente sul dolore, sui legami di amicizia e sulla paura di crescere.

Licia Maglietta firma drammaturgia, regia e scene di Amati enigmi da Clotilde Marghieri, una conversazione intima sulla ‘grande età’ in scena dal 6 dicembre.

Attesissimo ritorno di Carrozzeria Orfeo dal 3 gennaio. Dopo il successo delle precedenti stagioni, il collettivo formato da Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi si presenta al suo pubblico con la Trilogia completa: Cous Cous Klan, Animali da Bar, Thanks for Vaselina (quest’ultimo di prossima uscita anche in versione cinematografica, prodotto da Casanova Multimedia).

Una storia che sviscera uno degli ultimi grandi tabù dello sport, l’omosessualità.  Fuorigioco di John Donnelly, che debutta il 31 gennaio, vede in scena Edoardo Purgatori, Federico Lima Roque, Giorgia Salari, Gianluca Macrì. Regia di Maurizio Mario Pepe.

La straordinaria musicalità della lingua del Bardo in Shakespea Re di Napoli, testo composto e diretto da Ruggero Cappuccio che da più di vent’anni attraversa i palcoscenici dei teatri italiani ed esteri. Dal 21 febbraio, con Claudio Di Palma e Ciro Damiano.

Dopo il successo di Scannasurice, Carlo Cerciello torna al Piccolo Eliseo con un testo di Manlio Santanelli Regina madre. Autentico gioiello di drammaturgia contemporanea italiana, definito da Ionesco èxtraordinaire, vede impegnati Fausto Russo Alesi e Imma Villa dal 7 marzo.

Massimiliano Bruno è autore e protagonista di Zero, un giallo teatrale che diverte, un intrigo disperato e sarcastico per la regia di Furio Andreotti. Dal 21 marzo.

Dal 4 aprile un progetto che coinvolge diversi artisti. Francesco Di Leva e Pino Carbone si fanno portavoce di un omaggio al celebre pugile Muhammad Ali.

Autore amatissimo, dopo due stagioni di successo con Lacci interpretato da Silvio Orlando, questa volta in veste di produttore, Domenico Starnone ritorna con Autobiografia erotica. Un nuovo bellissimo testo tratto dall’omonimo romanzo sul linguaggio osceno dell’amore. Dal 3 maggio con Vanessa Scalera e Pier Giorgio Bellocchio, diretti da Andrea De Rosa.

In chiusura un altro lavoro dedicato allo sport. Spoglia-toy, undici monologhi, storie di calciatori/toys. Uno spettacolo di Luciano Melchionna, in scena dal 16 maggio

 

Nato lo scorso anno, l’Eliseo Off rappresenta il centro di produzione permanente del teatro dedicato alla nuova drammaturgia. Il piccolo spazio situato nel foyer di seconda balconata permette agli artisti di sperimentare soluzioni che possano far partecipare il pubblico sin dalla prima fase di creazione.

Tra i titoli della stagione, composta unicamente da novità assolute, troviamo: Cose così, scritto e diretto da Paola Ponti, con Carmen Giardina, Paolo Zuccari, Elodie Treccani, Stefano Quatrosi, Constance Ponti, Mario Russo; Diario di una casalinga disperata, liberamente ispirato al best seller di Sue Kauffman, adattato da Ferdinando Ceriani che dirige Carla Ferraro; Sunset Limited di Cormac McCarthy, interpretato da Cosimo Rega e Arcangelo Iannace per la regia di Francesco Frangipane; Shenzhen significa inferno, testo di Stefano Massini, con Barbara Chichiarelli diretta da Roberto Romei; Oleanna di David Mamet con Elisa Menchicchi e Francesco Rossini, regia di Elmiliano Bronzino; Judith di Jorge Palant tradotto e diretto da Anna Ceravolo per Silvana Bosi e Cristina Maccà.

 

Migliaia le persone che hanno partecipato anche quest’anno agli immancabili eventi gratuiti di Eliseo Cultura a cura di Alessandro Vaccari. Scienza, letteratura, poesia e arte in trentasette appuntamenti programmati per interpretare la complessa attualità sociale e culturale del nostro Paese. Il fitto calendario di lezioni, presentazioni e approfondimenti si articola in cicli di incontri con cadenze mensili per tutta la stagione. Una delle novità, Il teatro civile, dedicato al centenario dell’Eliseo e al suo ruolo sociale e culturale svolto nel Paese nel corso del suo secolo di storia. Tra le sue quinte ad esempio è stato fondato Il Mondo, settimanale di politica e cultura creato da Mario Pannunzio, redattore capo Ennio Flaiano. Con un interessante testo di Pierluigi Battista, Eliseo Cultura dedica inoltre una serata evento a Boris Pasternak a sessant’anni dal conferimento del Premio Nobel mai ritirato per l’opposizione del regime.

Libertà, Giustizia, Economia e Informazione sono i temi centrali della serie Spiriti Liberi, appuntamenti realizzati in collaborazione con Massimo Bernardini e affrontati attraverso il confronto dei maggiori protagonisti italiani e stranieri.

Mario Sechi ci guiderà in un viaggio internazionale tra I grandi imperi che caratterizzano la politica mondiale: America, Russia, Cina, il mancato impero europeo e l’impero invisibile della finanza internazionale, il più potente di tutti.

Dopo il successo degli affollatissimi scontri letterari della scorsa stagione, continua la collaborazione con Valerio Magrelli e i Cultural Combat.

Ancora la letteratura sarà protagonista di una serie di incontri condotti da Annalena Benini, che porterà sul palco del Piccolo Eliseo Melania Mazzucco, Sandro Veronesi, Valeria Parrella, Alessandro Piperno e Walter Siti.

Anche quest’anno Giuseppe Di Giacomo non mancherà di stupire. In occasione del centenario accenderà un faro specifico sulle grandi opere che hanno fatto la storia del teatro attraverso una riflessione a tutto tondo.

Le nuove frontiere della scienza e dell’innovazione tecnologica, le novità nel campo della medicina e le rivoluzioni della fisica saranno di nuovo protagoniste della serie di successo La scienza e noi, a cura di Viviana Kasam, realizzata in collaborazione con Brain Circle Italia.

Un ritorno, quello di Luca Serianni che terrà tre incontri su Dante, il sommo poeta, visto tra le pieghe della sua opera.

 

Tre i titoli in programma per Eliseo ragazzi: Molto rumore per nulla di Shakespeare nell’adattamento e regia di Ilaria Testoni; Il codice del volo, scritto, diretto e interpretato da Flavio Albanese con la collaborazione artistica di Marinella Anaclerio.

E infine, una conferma, quella con Europa InCanto che ha coinvolto più di cinquantamila studenti in sette regioni d’Italia e più di cento attori in diversi cast. L’ambizioso progetto, ideato da Nunzia Nigro, porta l’opera lirica prima nelle scuole italiane e poi a teatro con lo scopo di formare giovani e preparati futuri spettatori.

 

Eliseo per la Scuola ha confermato la prolifica sinergia fra il Teatro Eliseo, il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e l’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio. Decine e decine le scuole coinvolte nelle nostre attività con laboratori, incontri (con il Cardinal Ravasi e con Tito Schipa), il Premio Eliseo per la Scuola, il Premio della Giornata Mondiale del Teatro e il progetto Alternanza Scuola-Lavoro. Il successo di tutte queste attività dall’alto valore didattico ci stimolano a proseguire.

 

Classica, jazz, pop e musica contemporanea si alterneranno per Eliseo Musica, stagione concertistica che, con una particolare sensibilità verso i giovani, vanta ormai diverse collaborazioni con alcune delle istituzioni musicali italiane più prestigiose.

 

Completa la Stagione del Centenario la sezione Eliseo Extra. Oltre alla mostra di abiti della Sartoria Farani, ospitiamo dal 4 al 14 ottobre il Festival del Teatro Patologico di Dario D’Ambrosi con il suo fitto calendario di spettacoli teatrali, mostre fotografiche, proiezioni, concerti e convegni per fare luce su tematiche importanti come i ‘Quarant’anni dalla 180’ o la ‘Teatro Terapia’.

Novità per il nostro teatro, la decima edizione del format teatrale che cambia la Storia Personaggi e Protagonisti: incontri con la Storia® Colpevole o innocente di Elisa Greco ovvero La Storia a Processo! con quattro appuntamenti il 12 novembre, il 10 dicembre, l’11 febbraio e il 15 marzo.

 

Le emozioni che portiamo sul palco provengono dalle nuove energie che coltiviamo in sinergia con grandi partner. Un particolare ringraziamento lo voglio dare al Teatro Tor Bella Monaca, ad Alessandro Benvenuti e a Filippo D’Alessio con i quali portiamo avanti ormai per il terzo anno consecutivo il Progetto Periferie che ospita le nostre produzioni accogliendo calorosamente i nostri protagonisti.

 

 

30 ottobre – 25 novembre 2018

CYRANO DE BERGERAC

Di Edmond Rostand

 

Adattamento Michele Santeramo

 

 

Con Luca Barbareschi - Maurizio Lastrico - Valentina Bellè

 

Scene Matteo Soltanto

Costumi Silvia Bisconti

Musiche originali Arturo Annecchino

 

Regia Nicoletta Robello Bracciforti

 

Produzione Teatro Eliseo

Debutto nazionale Teatro Eliseo di Roma 30 ottobre 2018

 

Eccezionale figura, a metà fra storia e mito

 

 

 

 

La storia di Cyrano de Bergerac, fenomenale spadaccino, spirito libero e poeta che porta nel bel mezzo della faccia un naso che “di almeno un quarto d’ora sempre lo precede”, è entrata di diritto nell’immaginario popolare, tanto da essere stata tradotta, adattata e interpretata innumerevoli volte.

La storia è nota: innamorato senza poterlo rivelare di sua cugina Rossana, a sua volta stregata dalla bellezza di Cristiano, propone al giovane rivale un piano per conquistare l’inarrivabile fanciulla.

Tuttavia non tutti sanno che questo personaggio leggendario è ispirato alla figura storica di Savinien Cyrano de Bergerac, uno dei più eclettici scrittori del Seicento francese e precursore della letteratura fantascientifica. I suoi romanzi sono metafora di viaggi meravigliosi, realistici e visionari, verso la Luna e il Sole.  E un viaggio fantastico dentro la propria anima è proprio quello che compiono i due protagonisti che, da rivali si scoprono fratelli, alla ricerca di quella bellezza che pare essere il tema portante del racconto.

Cyrano è uno dei personaggi più conosciuti e amati del teatro: brutto ma bello nel suo essere temerario, che paga di persona per ogni atto di coraggiosa intransigenza; è straordinariamente moderno, un simbolo di coerenza e di libertà che continua a sorprenderci.

Le caratteristiche di questa figura eccezionale, a metà fra storia e mito, fanno peraltro sì che il testo abbia la peculiare caratteristica di attraversare i generi e pur restando una delle storie d’amore più intense e commoventi che siano mai state scritte si concede momenti di autentica forza politica. Il desiderio, morale e filosofico, di esprimere coraggio e passione in ogni azione della propria vita, è un atto profondamente politico e ci incatena al destino di Cyrano di Bergerac tanto da uscirne rinnovati, purificati.

Nicoletta Robello Bracciforti

 

 

 

 

 

 

27 novembre – 9 dicembre 2018

 

LE RANE

Di Aristofane

 

Traduzione Olimpia Imperio

 

Con Salvo Ficarra - Valentino Picone

 

Scene Massimo Troncanetti

Costumi Francesco Esposito

Musiche eseguite in scena SeiOttavi

 

Regia Giorgio Barberio Corsetti

 

Produzione INDA – Istituto Nazionale del Dramma Antico

Riallestimento Teatro Biondo Palermo, Teatro Stabile di Napoli, Fattore K

 

Riuscire a far ridere con un testo di 2500 anni fa, il senso della scommessa è tutto qui

 

 

 

 

Dopo lo straordinario successo dello scorso anno al Teatro Greco di Siracusa, tornano Le Rane di Aristofane con Ficarra e Picone, in una nuova edizione pensata per i teatri all’italiana.

Riuscire a far ridere con un testo di 2500 anni fa, il senso della scommessa è tutto qui. Prendere il testo di Aristofane, un vecchio pezzo d’argenteria teatrale, e lucidarlo fino a farlo splendere nuovamente, come se fosse appena forgiato.

Per ottenere questo risultato, la prima condizione è disporre di una coppia di comici di assoluta eccellenza. Ficarra e Picone, dunque: il duo che negli ultimi vent’anni ha incarnato il più autentico talento nel campo dell’umorismo. L’autorevole regia di Giorgio Barberio Corsetti abbatte definitivamente il discutibile confine che separa lo spettacolo “alto” dallo spettacolo “basso”, un po’ come aveva fatto Pasolini con Totò per Uccellacci e uccellini.

Le Rane, sfrondato dagli anacronismi, dimostra che per il genere comico può esistere una manifattura a lunga conservazione, che consenta di ridere anche oggi, e consapevolmente, di un testo classico.

Dioniso, il dio del teatro, si reca nell’oltretomba per riportare alla vita Euripide. Ma questi è assorto in un furioso litigio con Eschilo per stabilire chi dei due sia il più grande poeta tragico.

Dioniso si fa giudice e, scegliendo di anteporre il senso della giustizia e il bene dei cittadini alle proprie preferenze personali, finisce per dare la palma della vittoria ad Eschilo, che dovrà salvare Atene dalla situazione disastrosa in cui si trova. Eschilo accetta di tornare tra i vivi lasciando a Sofocle il trono alla destra di Plutone, a patto che non lo ceda mai a Euripide.



 

 

 

 

 

1123 dicembre 2018

 

SALOMè

Di Oscar Wilde

 

Traduzione Gianni Garrera

 

Adattamento e regia Luca De Fusco

 

Con Eros Pagni - Gaia Aprea - Anita Bartolucci

Alessandro Balletta - Silvia Biancalana - Paolo Cresta - Luca Iervolino - Gianluca Musiu

Alessandra Pacifico Griffini - Giacinto Palmarini - Carlo Sciaccaluga - Paolo Serra - Enzo Turrin

 

Scene e costumi Marta Crisolini Malatesta

Disegno luci Gigi Saccomandi

Musiche originali Ran Bagno

Coreografie e aiuto regia Alessandra Panzavolta

 

Produzione Teatro Stabile DI Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Genova, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Verona

Debutto nazionale Teatro Grande di Pompei 21 giugno 2018

 

 

Un grande archetipo, un simbolo eterno di amore e morte

 

Poche volte si verifica un caso di un titolo tanto noto quanto poco rappresentato. Salomè è un grande archetipo, un simbolo eterno di amore e morte ma la sua versione lirica è comunemente rappresentata mentre il capolavoro di Wilde sembra destinato più alla lettura che alla rappresentazione. In effetti i registri che Wilde usa oscillano tra il drammatico, l’ironico, l’erotico in una miscela che è effettivamente molto ambigua e di difficile rappresentazione proprio per i suoi meriti, ovvero per la sua originalità che la fa solo in apparenza somigliare ad una tragedia greca mentre in realtà ci troviamo di fronte ad una sorta di poemetto teatrale.

Perché allora affrontare una sfida così difficile? Innanzitutto per il gusto delle sfide. Uno dei modi di innovare il repertorio teatrale è anche quello di rimettere in circolazione testi che ne sono usciti per pigrizia mentale, per abitudine, per poco coraggio, di registi e Teatri.

Salomè è inoltre perfetta per il Teatro Grande di Pompei, essendo ambientata in epoca romana e non greca, come la maggior parte dei testi che rappresenteremo nel triennio che ci aspetta.

È poi nota la mia passione sulle contaminazioni tra teatro, danza, musica, cinema. Salomè, con la sua luna piena incombente e allucinata, con la sua danza dei sette veli, sembra quindi un testo ideale per questo teatro “spurio” che prediligo da molto tempo.

Ma affrontiamo la sfida anche perché ci basiamo su un trio di attori di eccezione come Eros Pagni, Gaia Aprea e Anita Bartolucci, che incarneranno rispettivamente i ruoli di Erode, Salomè e Erodiade.

Questo progetto apre un ciclo di collaborazioni tra i teatri Stabili di Napoli e di Genova che vede coinvolti Marco Sciaccaluga e il sottoscritto come registi per il prossimo triennio.

Luca De Fusco

 



 

 

 

 

 

27 dicembre 2018 – 20 gennaio 2019

 

MISERIA E NOBILTÀ

Di Eduardo Scarpetta

 

Con Lello Arena

 

Regia Luciano Melchionna

 

Coproduzione Teatro Eliseo, Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro in collaborazione con Tunnel Produzioni

 

Debutto nazionale Teatro Eliseo di Roma 27 dicembre 2018

 

 

Ombre si dice siano, queste maschere, ombre potenti

 

 

 

Miseria “o” nobiltà? Domanda retorica. Eppure il mondo ancora oggi si divide tra queste due categorie che poco hanno a che fare con la giustizia e l’ingiustizia, con la morale e la più spietata immoralità, ma riguardano la strage di valori e di cultura da un lato e la messa in campo della creatività, del sano istinto di sopravvivenza, della capacità di adattamento dall’altro.

Tra le ceneri della miseria – “quantità insufficiente, inadeguata ai bisogni o per sé stessa troppo scarsa” – e gli stenti, fa capolino la resilienza e con essa la misura delle proprie forze, il sorriso, la gioia di sentirsi vivi, l’umanità più profonda che non trascende il peggio dell’essere umano ma ne nobilita il meglio… Dunque non ci resta che la nobiltà di sentimenti perché quella blasonata è morta da tempo e al suo posto la nuova borghesia ha trovato pane per i suoi denti nel consumismo e nella globalizzazione…non ci resta che ridere. E qui Lello Arena giunge perfetto erede di quella maschera tra le maschere che appartenne ad Eduardo e ai suoi epigoni. Non ci resta che ridere, dunque, con una maschera oggi più che contemporanea: ridere, riderci su, in attesa del miracolo.

E cos’è il teatro se non il luogo dove il miracolo può manifestarsi? I personaggi sono già tutti presenti, come fantasmi affamati o come statue classiche fatiscenti, armature o sarcofagi nei quali hanno proliferato come parassiti i ricchi, sempre più ricchi ma sempre più inconsistenti. Tutto vive di nuovo, tutti ci sciogliamo in mille risate, il miracolo accade ancora una volta, e chissà che il sogno presto diventi realtà per tutti noi. Intanto, signore e signori, godiamoci le gesta goffe ed esilaranti di una ‘nobilissima miseria’ che ancora oggi sa giocare con la Vita.

Luciano Melchionna

 

 

 

 

 

22 gennaio – 3 febbraio 2019

 

IL MAESTRO E MARGHERITA

Di Michail Bulgakov

 

Drammaturgia Letizia Russo

 

Con Michele Riondino - Anna Maria Guarnieri - Federica Rosellini
e (in ordine alfabetico) Giordano Agrusta - Carolina Balucani - Francesco Bolo Rossini

Caterina Fiocchetti - Dario Iubatti - Michele Nani - Diego Sepe - Oskar Winiarski

 

Scene e costumi Marta Crisolini Malatesta

Musiche originali Giacomo Vezzani

 

Regia Andrea Baracco

 

Produzione Teatro Stabile dell’Umbria

 

Debutto nazionale Teatro Cucinelli di Solomeo 5 settembre 2018

 

“I manoscritti non bruciano” Woland (Satana)

 

Il Maestro e Margherita è un romanzo pieno di colori potenti e assoluti, tutti febbrilmente accesi, quasi allucinanti. Un eterogeneo gruppo di attori che va da Anna Maria Guarnieri a Michele Riondino, dà vita alle straordinarie, magiche e perturbanti pagine di Michail Bulgakov. La regia è di Andrea Baracco, che spiega: Si passa in un attimo dal registro comico alla tirata tragica, dal varietà più spinto all’interrogarsi su quale sia la natura dell’uomo e dell’amore. Basso e alto convivono costantemente creando un gioco quasi funambolico, pirotecnico, in cui ci si muove sempre sulla soglia dell’impossibile, del grottesco, della miseria e del sublime. Faremo palpitare i nostri cuori dando corpo ad una delle più strazianti e straordinarie storie d’amore della letteratura, quella tra il Maestro e Margherita e quel loro rimanere fatalmente impigliati, imprigionati quasi, l’uno nel corpo e nella mente dell’altra.

Spiega Letizia Russo: Quello che rende l’uomo veramente diverso da qualsiasi altro animale è la sua capacità di immaginare e credere in cose che non esistono. Divinità, valori, ideologie, saldano i rapporti tra gli uomini e danno forma alle società, permettendo a milioni di persone di muoversi nella stessa direzione. Condividere questi pilastri immateriali è un atto di fede involontario che garantisce la sopravvivenza delle comunità umane… Ma cosa succede se qualcosa, o qualcuno, arriva ad inoculare i semi del caos nelle maglie di una struttura umana formata e solida? Succede che la natura del singolo e la struttura sociale rivelano le loro parti più nascoste, le loro possibilità inaspettate, le loro contraddizioni impresentabili. Il Maestro e Margherita ci parla anche di questo, di come l’immaginazione umana sia un’arma potente e fragile, in grado di erigere strutture grandiose ma incapace di contenere davvero il Mistero. In questa versione teatrale le tre linee narrative su cui si muove il racconto di Bulgakov (l’irruzione a Mosca del Diavolo, la tormentata storia d’amore tra il Maestro e Margherita, e la vicenda umana del governatore di Palestina, Ponzio Pilato) saranno lette e restituite attraverso un meccanismo di moltiplicazione dei registri e dei ruoli, facendo dell’evocazione e dell’immaginazione le chiavi per immergersi in un racconto complesso e tragicomico come la vita.



 

 

 

 

 

517 febbraio

2019

 

I FRATELLI KARAMAZOV

Di Fëdor Dostoevskij

 

 

Con Glauco Mauri - Roberto Sturno

e cast in via di definizione

 

Regia Matteo Tarasco

 

Produzione Compagnia Mauri Sturno, Fondazione Teatro della Toscana

 

Debutto nazionale Firenze Teatro della Pergola 29 gennaio 2019

 

 

Dostoevskij è un grande poeta dell’animo umano e anche da una terribile storia riesce a donarci bellezza e poesia

 

 

Per ben due volte la nostra compagnia ha raccontato Dostoevskij. Due assoluti capolavori: L’idiota e Delitto e castigo. Dostoevskij, Shakespeare e Beckett sono stati i tre grandi autori che mi hanno aiutato a tentare di capire la vita: la immensa tavolozza dei colori dell’animo umano di Shakespeare, la tragedia del vivere che diventa farsa e la farsa del vivere che diventa tragedia di Beckett e Dostoevskij che mi ha fatto capire la magnifica responsabilità che ha l’uomo di comprendere l’uomo.

Dostoevskij non giudica mai: racconta la vita anche nei suoi aspetti più negativi con sempre una grande pietà per quell’essere meraviglioso e a volte orrendo che è l’essere umano.

La famiglia Karamazov devastata da litigi, violenze, incomprensioni, da un odio che può giungere al delitto, oggi come oggi appare, purtroppo, un esempio di questa nostra società così incline all’incapacità di comprendersi e di aiutarsi. Anche il sentimento dell’amore spesso viene distorto in un desiderio insensato di violenza.

Così sono i Karamazov – Così siamo noi?

Ma Dostoevskij è un grande poeta dell’animo umano e anche da una terribile storia riesce a donarci bellezza e poesia. 

Glauco Mauri

 

I fratelli Karamazov’ è un romanzo cupo e disperato, che oscilla pericolosamente nell’incerto territorio in cui danzano avvinghiati Eros e Thanatos; è una storia assoluta, spietata, estrema, senza margini di riscatto, senza limiti, un duello tra uomini completamente sopraffatti dai nervi e avvinghiati in un ineludibile legame economico.

Con il rigore di un giudice istruttore, lo scrupolo di uno scienziato e l’insistenza di un investigatore, Fëdor Dostoevskij ci conduce in un viaggio negli abissi oscuri dell’animo umano, descrivendo un mondo che perde i suoi referenti culturali e svilisce i valori etici più profondi, un mondo ove l’interesse personale diviene la mozione primaria d’ogni atto, ove trionfa il soddisfacimento sfrenato del desiderio.

Matteo Tarasco

 



 

 

 

 

 

19 febbraio – 10 marzo 2019

 

LA COMMEDIA DI GAETANACCIO

Di Luigi Magni

 

Con Giorgio Tirabassi - Carlotta Proietti

 

Regia Giancarlo Fares


Produzione Teatro eliseo

 

 

Debutto nazionale Teatro Eliseo di Roma 19 febbraio 2019

 

 

Il capolavoro di Luigi Magni a quarant’anni dalla famosa versione di Gigi Proietti

 

 

 

 

La commedia di Gaetanaccio è un capolavoro di Luigi Magni che torna in scena dopo quarant’anni esatti dal suo debutto.

Gaetanaccio, burattinaio, patisce la fame perché il potere vieta ogni tipo di rappresentazione teatrale.

Nella prima battuta il prologo recita: “Vengono soppresse tutte quelle attività culturali le quali che, quando va bene, non servono a gnente.” Ed ecco, come spesso accade con Luigi Magni, che i temi affrontati si mostrano in tutta la loro sconvolgente attualità.

Una commedia musicale che con ironia e leggerezza racconta le vicende di Gaetanaccio e della comunità di teatranti che, costretti a inventarsi la vita per sperare di sopravvivere, si trovano davanti al bivio del compromesso.

L’amore, rappresentato da Nina, anche lei attrice, è l’ideale amoroso puro e irraggiungibile che si mostra nella sua poetica fragilità capace di essere forte e concreta quando la vita lo richiede.

La presenza di Giorgio Tirabassi e Carlotta Proietti nei ruoli protagonisti vogliono rappresentare una continuità con l’allestimento storico dello spettacolo, allora diretto e interpretato da Gigi Proietti. Accanto a loro un cast di giovani attori che, con entusiasmo e professionalità, arricchiranno lo spettacolo di dirompente energia.

Poesia e ironia le parole chiave capaci di raccontare questo nuovo allestimento che vuole riportare La commedia di Gaetanaccio ai primi posti dei classici della tradizione popolare, dove merita di essere.

 

 

 

 

 

 

 

 


 

1331 marzo 2019

 

I GIGANTI DELLA MONTAGNA

Di Luigi Pirandello

 

Con Gabriele Lavia - Federica Di Martino

e cast in via di definizione

 

Scene Alessandro Camera

Costumi Andrea Viotti

Musiche Antonio Di Pofi

 

Regia Gabriele Lavia

Produzione Fondazione Teatro della Toscana

in coproduzione con Teatro Stabile di Torino

 

 

La vita è vento, la vita è mare, la vita è fuoco. Non la terra che s’incrosta e assume forma. Ogni forma è la morte.

 

 

 

Una compagnia di teatranti guidata dalla contessa Ilse arriva alla villa detta Scalogna dove vive uno “strano” mago che dà loro rifugio. Ma chi è Cotrone?

Lo sanno tutti, è lo stesso Luigi Pirandello scrive Gabriele Lavia nelle note di regia. Ma Cotrone è anche qualcosa di più. È colui che vive rifugiato o emarginato nella propria illusione che il Teatro possa essere il Luogo Assoluto. Fuori da ogni contaminazione. Lontano da quei Giganti, da quelle “forze brute”, da quegli uomini (forse noi stessi!) che mettono paura solo a sentirli passare al galoppo!

I Giganti sono uomini che hanno dimenticato la coscienza della loro origine. Snaturati dal non voler conoscere se stessi. E dunque non possono far altro che continuare a uccidere la “poesia originaria” nata come specchio dell’uomo… uccidere il Teatro.

Nel nostro spettacolo, ancora tutto da fare, cioè nel “teatro della mente del regista”, tutta l’azione dovrebbe accadere dentro un “teatro distrutto”. “Pare vogliano costruirci qualcos’altro”. Uno stadio? Un cinema? (Ma ormai è improbabile) … Un centro commerciale? Forse uffici? … È qui che si vorrebbe rappresentare ‘I Giganti della Montagna’ dell’amatissimo Pirandello.

Ma il finale “non scritto” vorrei che fosse una speranza, meglio, una certezza laica, che “la poesia non può morire”. E allora i giovani attori che faranno il ruolo dei Fantocci nella “stanza delle apparizioni” e che sono i “fantocci-personaggi” de ‘La favola del figlio cambiato’, alla fine, sul proscenio di assi sconnesse, davanti a un povero sipario strappato, reciteranno tutta (sia pur ridottissima) ‘La favola del figlio cambiato’.

Per “fede nel teatro” … che… fateci pace! … non morirà mai… “finché il sole risplenderà sulle sciagure umane”.



 


 

 

 

 

 

2 – 18 aprile 2019

 

NOVECENTO

Di Alessandro Baricco

 

Con Eugenio Allegri

 

 

 

Scenografia e luci Roberto Tarasco

 

Costumi Elena Gaudio

 

 

 

Regia Gabriele Vacis

 

 

Produzione Art Quarium

con la collaborazione produttiva del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale

 

 

Oltre 500 repliche e più di 200 mila spettatori per un monologo divenuto un “cult” della scena italiana

 

 

 

Dopo il debutto avvenuto al Festival di Asti 16, il 27 giugno del 1994, sono ormai oltre 500 le repliche e più di 200 mila gli spettatori per un monologo divenuto un “cult” della scena italiana. Questi i numeri di Novecento, che prosegue la sua rotta, come il transatlantico Virginian, attraccando nei porti di piccole e grandi città, in piccoli e grandi teatri. Lo spettacolo riparte dagli andamenti musicali della parola, dai gesti surreali, dalle evocazioni magnetiche che lo resero, al debutto, apprezzato dalla critica e amato dal grande pubblico. Il 2018/2019 sarà, per Novecento, “la Stagione dei 25 anni” e tornerà per l’occasione ad essere riallestito e coprodotto da Art Quarium e dal prestigioso Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale con repliche al Teatro Gobetti di Torino dal 16 al 28 ottobre 2018.

 

Ed è insolitamente emozionante la prova di Eugenio Allegri, che in qualche modo, per via indiretta, riesce a dar vita a due personaggi diversi – lo stupito narratore e lo stesso Novecento – pur interpretandone uno solo, e dai risvolti di un’intonazione sostanzialmente comico- grottesca sa cavare una tensione persino lancinante

Renato Palazzi, Il Sole 24 Ore, Torino, 3 luglio 1994

 

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