IL 30 MARZO SI TORNA A RIDERE…..E PER TUTTI SARA’ UNA “Buona giornata”

IL 30 MARZO SI TORNA A RIDERE…..E PER TUTTI SARA’ UNA “Buona giornata”

FOTO , NOTE DI REGIA E DETTAGLI SUI PERSONAGGI….

DIEGO ABATANTUONO,LINO BANFI,TERESA MANNINO,MAURIZIO MATTIOLI,VINCENZO SALEMME,CHRISTIAN DE SICA

soggetto e sceneggiatura
ENRICO e CARLO VANZINA

Note di Enrico Vanzina

“Buona Giornata!” è una commedia italiana. Nel senso che racconta le storie di alcuni personaggi italiani nel corso di una giornata italiana, da un’alba all’alba successiva.

Come tutte le commedie italiane, descrive i vizi e le poche virtù di questi “tipi topici” che vivono nel nostro paese. Lo fa senza moralismo, cercando di farci sorridere. Non assolve i vizi, ma neppure li stigmatizza. Li accetta, quasi fossero un contrappeso inevitabile alle durezze dei tempi. Durezze sociologiche ed antropologiche, che in Italia non cambiano mai: siamo sempre dalle parti dell’ “arrangiantevi”.

Il film (nelle intenzioni pragmatiche di chi lo ha scritto) vuole anche essere un contenitore buffo nel quale alcuni grandi mattatori del nostro cinema ci regalano momenti classici del loro repetorio comico. Ma non usando la struttura classica del film a sketch; sono storie incrociate, scandite dalla progressione temporale del film, che alla fine chiudono il senso e la piccola morale delle avventure (o disavventure) narrate.

E’ un film semplice. Forse un po’ meno ingenuo di quello che sembra. Perché si nutre di attualità, di topos del teatro popolare e di qualche sussurrato rimando ad alcuni modelli del cinema italiano.

Enrico Vanzina

 

 

SINOSSI

Sinossi

Questo film racconta la cronaca di una giornata, in Italia.
Una sola giornata. Una giornata vissuta da personaggi dell’Italia di oggi, una fotografia degli italiani, con i loro vizi ed i loro difetti. Ma contrariamente a quello che ci raccontano quotidianamente i giornali e le Tv (tragedie, catastrofi, omicidi, furti, truffe), il film racconta gli italiani spiritosi, buffi, comici. Quelli che, ogni giorno, affrontano i loro problemi veri, usando l’ottimismo e il buonumore.
Nel film ci sposteremo da Milano a Roma, poi a Napoli, poi a Verona, Firenze, Bari, Potenza e così via, cercando di cogliere non solo il lato allegro delle situazioni ma anche il carattere regionale, linguistico e comportamentale delle varie “etnie” italiche.
In breve le storie dei personaggi più importanti che nel corso del film si alterneranno e si incroceranno durante le diverse ore della giornata.
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Ascanio Gaetani Cavallini (Christian De Sica) è un principe romano in disgrazia. Per mantenere il suo antico e nobile palazzo è costretto ad affittarlo alla troupe delle fiction. Ma non basta: lo sfratto è ormai imminente.
Ascanio però non se ne cura più di tanto. Continua a vivere da principe sciagurato ed effimero. Lo seguiamo nel suo girovagare mondano: un funerale, una inaugurazione, una cena in un locale alla moda.
E’ la giornata buffa di un nullafacente cronico.
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Luigi Pinardi (Vincenzo Salemme) è un facoltoso notaio napoletano dalla vita monotona: fino a quando il suo domestico Rorito non parte per le Filippine. Improvvisamente la vita della famiglia Pinardi si complica. A complicarla maggiormente arriva Svetlana: una prostituta “raccomandata” a Pinardi da un cliente amico.
Quando la moglie di Pinardi lo scopre con Svetlana, Pinardi le inventa che è la figlia avuta da una relazione giovanile e di cui non sapeva l’esistenza fino a quel momento.
Ma da qui si scatenano una serie di comici guai.
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Poi c’è Cecco (Paolo Conticini), uno scaramantico tifoso della Fiorentina. Parte in trasferta per Verona con la sua fidanzata per seguire la squadra del cuore.
Ma la trasferta è un vero incubo. L’anno prima la Fiorentina aveva vinto e lui era presente. Ora pretende di non cambiare una virgola di quello che aveva fatto l’altra volta. Stesso percorso, stesso albergo, stesso ristorante. Ed è proprio lì che si consuma la tragedia. Cecco e la fidanzata ritrovano un cliente del ristorante che era là anche l’anno prima e con il quale avevano fatto amicizia. Ma ritrovandosi Cecco scopre che, mentre lui era allo stadio a tifare Fiorentina, la sua fidanzata ed il tizio erano andati a letto insieme. Che guaio! La Fiorentina aveva vinto e ora, schiavo della sua superstizione, Cecco è costretto a chiedere ai due di rifargli le corna.
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Leonardo Lo Bianco (Lino Banfi) è un senatore. Oggi per lui è un giorno molto importante: al Senato dovranno decidere se accettare o respingere l’autorizzazione a procedere contro di lui di cui è stato chiesto l’arresto dal Tribunale di Napoli per corruzione e abuso d’ufficio….
Ma il voto è in bilico perché maggioranza e opposizione sono quasi alla pari. Basterebbe una sola defezione per rovinare tutto. Infatti il margine di vantaggio è di un solo voto. Per fortuna però i suoi sono tutti presenti a Roma.
Mentre Lo Bianco si avvia al Senato gli arriva una drammatica telefonata: uno dei suoi colleghi è morto d’infarto mentre s’intratteneva con un trans brasiliano. Adesso la maggioranza al Senato non ci sarà più… Come fare?…
Anche qui il risvolto sarà tragicamente buffo.
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Alberto Dominici (Maurizio Mattioli) è un facoltoso imprenditore romano che vive nel lusso e che ha costruito questo lusso evadendo il fisco.
Gli arriva una soffiata: la Guardia di Finanza lo controlla e prima o poi arriverà una perquisizione.
Dominici fa una corsa contro il tempo: nascondere tutto…dai quadri, all’oro, dallo yacht alle carte contabili alle macchine di lusso.
Me se il Dio vuole la Guardia di Finanza riuscirà a beccarlo in maniera esilarante.
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Rosaria Miccichè (Teresa Mannino) è una manager siciliana trapiantata a Milano.
La sua è una giornata in treno: deve andare a Roma per un lavoro. Ma le succede un grande guaio. Durante la sosta a Bologna, mentre è scesa a fare stretching, il treno riparte senza di lei.
Rosaria si ritrova sul marciapiede senza la sua “tecnologia”: computer, cellulare, carte di credito. Tutta la vita è lì dentro e ora che le viene a mancare non ha più identità.
La sua tragicomica giornata finirà in maniera paradossale.

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Romeo Telleschi (Diego Abatantuono) è un milanese sposato con una pugliese e trapiantato con tutta la famiglia in Puglia.
La vita di Romeo non va certo a gonfie vele: la Sua ditta che vende prodotti di domotica è quasi in fallimento, il rapporto con moglie ma soprattutto con i figli è disastroso.
Un giorno Romeo decide di tentare un riavvicinamento con i figli: Melissa, Noemi e Lello. Il tentativo è fallimentare…i figli lo chiamano ‘o tremone che in dialetto pugliese significa “coglione” e non lo degnano di nessuna considerazione.
Tenta qualsiasi cosa ma prende solo “schiaffi”…l’epilogo è una vera e propria tragedia della commedia…

 

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