Red Sparrow parte benissimo poi crolla e nel finale (crudo e violento) sembra (quasi) riprendersi. Ma a parte i primi 30 minuti il film non convince del tutto.
Una ballerina tra le più amata viene arruolata per diventare una spia seducente e senza scrupoli, senza riserve di nessun tipo.
Parliamo di Jennifer Lawrence che da giovanissima ha vinto un premio Oscar e amata dalle teen ager per il suo ruolo in Hunger Games (storico il suo red carpet a Roma con l’esterno dell’auditorium mai così pieno).
Ha riprovato a bissare il successo sempre diretta da David O. Russell in “American Hustle” e “Joy” alternando i block buster ed arruolandosi tra gli X-Men. Ha anche partecipato al deludente “Mother” candidato ai Razzies (premia i “peggiori” film dell’anno).
Ma nonostante le sue scelte più o meno condivisibili, Jennifer Lawrence resta una grande attrice anche se per colpa delle sue scelte (sempre le stesse) è stata già sorpassata mediaticamente e artisticamente da molte altre vedi Margot Robbie (Tonya) o Emma Stone (La Battaglia dei Sessi) in fortissima ascesa e credibilità.
Red Sparrow è un film durissimo, non per tutti, che inizia regalando una suspense sorprendente ma che dopo 30 minuti ha un calo per poi riprendersi (il film dura troppo, quasi 2 ore e 20 minuti) in scene molto dure nel finale un po’ caotico.
E non basta lo Zio Vanya (giusto Matthias Schoenaerts ma potevano chiamarlo diversamente) e una piacevole conferma come Charlotte Rampling (top) o Jeremy Irons (che centra?) e Joel Edgerton (che arriva e scompare continuamente) per poter considerate “riuscito” un film che aspira ad essere un thriller mozzafiato. Più che un film poteva diventare una serie per Netflix sarebbe stata seguitissima, una sorta di Nikita – Dalla Russia senza amore.
Se siete appassionati del genere o siete suoi fan vedetelo, noi speravamo però in in film migliore. IMDB assegna 5.5, Rottentomatoes 6.3 per noi è un 6.