John Carter (DAL 7 MARZO) CURIOSITA’ PB COMPETO

John Carter  (DAL 7 MARZO)  CURIOSITA’ PB COMPETO

“John Carter” il film del regista premio Oscar® Andrew Stanton uscirà nelle sale italiane il 7 marzo distribuito dalla Disney. Si tratta una storia emozionante e avventurosa ambientata nelle misteriose pianure del pianeta Barsoom (Marte). Tratto dal classico fantascientifico di Edgar Rice Burroughs, le cui immaginarie avventure hanno ispirato molti registi di ieri e di oggi, il film racconta la storia di John Carter (Taylor Kitsch), capitano dell’esercito stanco della guerra, che viene inspiegabilmente trasportato su Marte, dove si ritrova coinvolto in un conflitto di proporzioni epiche tra gli abitanti del pianeta tra i quali Tars Tarkas (Willem Dafoe) e l’affascinante principessa Dejah Thoris (Lynn Collins). In un mondo sull’orlo del collasso, Carter scopre che la sopravvivenza di Barsoom e della sua gente è nelle sue mani.

Cast: Taylor Kitsch, Lynn Collins, Samantha Morton, Mark Strong, Ciaran Hinds, Dominic West, James Purefoy, Daryl Sabara, Polly Walker, Bryan Cranston, with Thomas Hayden Church e Willem Dafoe

Regia: Andrew Stanton
Produttori: Jim Morris, Lindsey Collins, Colin Wilson
Sceneggiatura: Andrew Stanton & Mark Andrews
Tratto dal racconto “Sotto le lune di Marte” di:    Edgar Rice Burroughs
Data di uscita: 7 marzo

 

 

LA PRODUZIONE DI “JOHN CARTER”

Le riprese di “John Carter” sono iniziate in Inghilterra il 4 gennaio 2010. Circondato da un forte interesse e da un crescente numero di fan online che ne hanno seguito la lavorazione passo dopo passo, il film, al di là degli esterni che raffigurano la Terra, è stato principalmente girato presso gli Shepperton Studios a Londra e nei Longcross Studios a Chelburn, nel corso di quattro mesi.
Alla fine di aprile la produzione si è trasferita nello Utah per altre 12 settimane di lavorazione, girando a Moab, Lake Powell, nelle pianure di sale di Delta, Hanksville (dove l’agenzia spaziale statunitense NASA ha testato i veicoli robotici), e a Big Water, un vasto altopiano di ghiaia e pietrisco che si estende davanti alle imponenti scogliere rosse intorno al Grand Staircase National Monument.
Nonostante “John Carter” presenti una notevole quantità di effetti visivi, i filmmakers hanno voluto utilizzare paesaggi veri per filmare l’azione. Il produttore Jim Morris spiega perché: “Per quanto possibile abbiamo deciso di girare nei luoghi naturali, riducendo la quantità di set creati digitalmente, perché era importante che il pubblico avesse un’impressione di autenticità. Ci auguriamo che questo renda il film più realistico e credibile”.
“L’abbiamo definita ‘una piccola fetta di Marte”, dichiara il produttore Colin Wilson a proposito della location nello Utah, nonostante ‘piccolo’ non sia la parola migliore per descrivere un set cinematografico che si estende a perdita d’occhio. Sfruttando lo splendido sfondo naturale (e gli edifici costruiti appositamente in primo piano), le rovine della città marziana sono state ritoccate digitalmente in fase di post-produzione. “La nostra filosofia è quella di usare location pratiche con set e costruzioni reali che costituiscono la base del nostro mondo digitale”, spiega Wilson. “Traducendolo in realtà, gli edifici sono stati creati ad un unico livello ma nel film compaiono una serie di torri, l’una sopra l’altra”.
Sul set la mescolanza della cinematografia tradizionale con la magia generata al computer diventa una vera forma d’arte.
Secondo lo scenografo Nathan Crowley, creare il look delle tre diverse civiltà che appaiono nel film è stato il punto di partenza della scenografia. “Il film presenta tre diverse culture che vivono nel pianeta Barsoom: Zodanga, Helium e i Thark. In questo senso dovevamo rappresentare tre diversi tipi di architettura. Per le creature Thark, alte più di due metri, ho creato un ambiente moderno ma di ispirazione classica, esagerandone le caratteristiche. Mi sono ispirato ad un possibile sviluppo dell’architettura modernista degli anni ’60, esagerandola, e quindi ho distrutto gli edifici creando città piene di macerie. Quest’idea è nata quando abbiamo trovato le location, perché volevo sviluppare quest’architettura all’interno di un paesaggio vero”.
La costumista Mayes C. Rubeo, nell’ideare i costumi per “John Carter”, ha trovato la sua ispirazione proprio nel regista Andrew Stanton. Spiega: “La visione di Andrew sembra proprio uscita da Barsoom! Sembra che sia stato veramente su Barsoom e noi abbiamo dovuto cercare di scoprire tutto ciò che sa. Andrew è un autentico ‘visionario’, un ottimo collaboratore, perché comprende l’importanza di tutto ciò che fanno i suoi colleghi”.
Lavorare in un film fantasy ha dato a Mayes una grande libertà creativa. “Volevo creare un look antico in un film di fantascienza, che corrispondesse alla visione di Burroughs di cento anni fa. Doveva essere ricco di fantasia e colori. Il modo in cui i Barsoomiani indossano accessori, copricapi o i vari elementi dei loro costumi, ha un impatto importante sul film ed aiuta a diversificare le persone di queste due città. Ho svolto diverse ricerche e abbiamo ideato un look ben definito per le tribù, drammatico ed efficace”.
Al di là dei costumi, per portare in vita i personaggi, il regista e gli attori si sono avvalsi della maestria dei responsabili degli effetti visivi e dei maghi del trucco, che li hanno dotati delle caratteristiche individuali e tribali.
Taylor Kitsch e Lynn Collins, che sullo schermo appaiono nella forma umana, affermano che il procedimento è semplice ma estenuante dal punto di vista fisico. “E’ il ruolo più fisico che abbia mai fatto”, dice Kitsch rispetto a John Carter, il suo personaggio eroico che è stato liberato dalla costrizione fisica della gravità terrestre. “I salti, le acrobazie, i combattimenti con la spada… In quasi ogni scena che ha luogo su Marte sono legato con le corde”.
“In effetti ci hanno tenuti sospesi in ogni modo possibile e immaginabile”, aggiunge Lynn Collins, il cui personaggio unisce l’aspetto di una principessa all’energia di una guerriera. “Dopo questo film, penso di aver completamente superato la mia paura dell’altezza”.
Per gli attori che interpretano i marziani Thark, il procedimento è stato più complesso. Sullo schermo ad esempio, il personaggio di Willem Dafoe, Tars Tarkas, è un alieno alto due metri e mezzo con quattro braccia, che sovrasta completamente John Carter. Sul set, Dafoe riesce a raggiungere questa altezza, recitando sui trampoli. Il suo corpo è coperto da una tuta grigia con puntini neri che diventano i riferimenti con cui gli animatori ricreano i suoi movimenti digitalmente in post produzione. Allo stesso modo anche il suo volto è coperto da segni neri mentre due cineprese collocate su un casco registrano i suoi movimenti facciali.
“Il cast è entrato anima e corpo nei propri personaggi”, dice Wilson. “Quando abbiamo spiegato agli attori cosa dovevano fare per diventare Thark, si sono entusiasmati. Perché la cosa più importante di una storia è lo spessore dei personaggi. E un film del genere diventa un’occasione unica per un attore… l’occasione di raccontare una storia inedita e creare un mondo mai visto prima”.
Il regista Andrew Stanton è entusiasta di presentare questa storia con tutta la magia che lo ha catturato da bambino. “Il mio obiettivo è crederci”, dice. “Credere che quel mondo esista davvero nello spazio. Provare quella bellissima sensazione di quando si legge un libro fantasy e si pensa: e se davvero..?”

 

 

Note di produzione:

Il filmmaker premio Oscar® Andrew Stanton presenta “John Carter”, un avvincente film d’azione e d’avventura ambientato nel misterioso ed esotico pianeta Barsoom (Marte). “John Carter” è basato su un romanzo classico di Edgar Rice Burroughs, le cui avventure fantasiose hanno ispirato e ispirano molti filmmakers.
Il film racconta la storia di John Carter (Taylor Kitsch), un ex capitano dell’esercito logorato dalla guerra, che viene trasportato su Marte dove resta suo malgrado coinvolto in un conflitto di proporzioni epiche fra gli abitanti del pianeta. In un mondo sull’orlo del collasso – in cui troviamo, fra gli altri, Tars Tarkas (Willem Dafoe) e l’affascinante principessa Dejah Thoris (Lynn Collins) – Carter riscopre la sua umanità quando si rende conto che la sopravvivenza di Barsoom e del suo popolo è nelle sue mani.

Walt Disney Pictures presenta il film epico d’azione e d’avventura “John Carter”, basato sul classico di Edgar Rice Burroughs, “A Princess of Mars” (La principessa di Marte), il primo romanzo del ciclo di Barsoom, pubblicato nel 1912.
Il 2012 è dunque l’anno del centenario del celebre personaggio di Burroughs, John Carter, l’eroe spaziale protagonista della serie, che ha entusiasmato intere generazioni con le sue avventure su Marte.
Nel corso degli anni John Carter è diventato l’emblema eroico della cultura pop, in tutte le sue forme. Dai romanzi ai fumetti, dai lavori artistici all’animazione, dalla televisione al cinema, il personaggio ha ispirato alcune delle menti più creative dello scorso secolo.
Fan della serie di Barsoom da quando era bambino, lo scrittore-regista premio Oscar® Andrew Stanton spiega ciò che lo ha ispirato a portare “John Carter” sul grande schermo, nel suo primo film di live action: “Ho letto questi libri quando ero piccolo, avevo circa dieci anni, e mi innamorai della storia in cui un essere umano ritrova se stesso su Marte, fra creature così diverse da lui, all’interno di un mondo strano e sconosciuto. Uno straniero in terra straniera. Mi sembrava un approccio molto romantico al genere avventuroso e fantascientifico. Ho sempre pensato che sarebbe stato bello vederlo sul grande schermo.
“‘John Carter’ è una grande avventura epica dai risvolti romantici, ricca d’azione e di intrighi politici”, continua Stanton. “Il soggetto, scritto molto tempo fa, ha letteralmente inaugurato sia il genere d’avventura che i fumetti”.
Andrew Stanton ha diretto e co-scritto la sceneggiatura di WALL‐E per Disney/Pixar, film che ha vinto l’Academy Award® e il Golden Globe® come Migliore Film Animato nel 2008. Stanton è stato nominato all’Oscar® per la sceneggiatura. Ha esordito nella regia con “Alla ricerca di Nemo” di Disney/Pixar, film nominato all’Academy Award per la Migliore Sceneggiatura Originale e vincitore dell’Oscar come Miglior Film Animato nel 2003. Il filmmaker ha lavorato come sceneggiatore e/o produttore esecutivo nei seguenti film di Disney/Pixar: “Toy Story”, “A Bug’s Life” (da lui anche co-diretto), “Toy Story 2”, “Monsters & Co.” “Ratatouille” e “Up”.
Willem Dafoe, che nel film interpreta Tars Tarkas, commenta la sua collaborazione con Stanton: “Avevo lavorato con Andrew in ‘Nemo’; ho notato che Stanton è estremamente accurato, anche per quanto riguarda il doppiaggio, e si occupa personalmente di ogni singola ripresa, di ogni fase del film: è incredibilmente versatile. Perciò quando mi ha parlato di questo progetto e di come avrebbe voluto affrontarlo, il suo entusiasmo mi ha contagiato. Perché sapevo che lui è il tipo di persona che sa affrontare questo genere di film senza cinismo, ma solo con passione, dato che ne adora la storia”.
Il cast di grandi stelle è composto da Taylor Kitsch (“Friday Night Lights” di NBC, “X‐Men le origini: Wolverine”) nel ruolo protagonista, Lynn Collins (“50 volte il primo bacio”, “X‐Men le origini: Wolverine”) nel ruolo della principessa guerriera Dejah Thoris e l’attore nominato all’Oscar® Willem Dafoe (“Spider‐Man”, “L’ombra del vampiro”) nella parte del marziano Tars Tarkas. Il cast comprende anche Thomas Haden Church (“Sideways – in viaggio con Jack”, “Spider‐Man 3”), Polly Walker ( “Scontro fra Titani”, “Giochi di potere”), Samantha Morton (“Elizabeth: The Golden Age”, “In America”), Mark Strong (“Sherlock Holmes”, “Nessuna verità”), Ciaran Hinds (“Munich”, “Il petroliere”), l’attore inglese Dominic West (“300”, “Chicago”), James Purefoy (“Vanity Fair”, “Resident Evil”) e Bryan Cranston (“Breaking Bad – relazioni collaterali”). Daryl Sabara (“A Christmas Carol”, “Spy Kids”) interpreta il nipote adolescente di John Carter, Edgar Rice Burroughs.
Producono “John Carter” Jim Morris (“Wall‐E”, “Ratatouille”), Colin Wilson (“Avatar”, “La guerra dei mondi”) e Lindsey Collins (“WALL‐E”); il libro è stato adattato per il grande schermo da Andrew Stanton & Mark Andrews e dallo scrittore vincitore del premio Pulitzer Michael Chabon.
La brillante squadra tecnica comprende lo scenografo nominato all’ Oscar® Nathan Crowley (“Nemico pubblico”, “Il cavaliere oscuro”, “Batman Begins”); la costumista Mayes C. Rubeo (“Avatar”, “Apocalypto”); il direttore della fotografia Dan Mindel, ASC, BSC (“Star Trek”, “Mission Impossible III”, “Spy Game”); Eamonn Butler (“Harry Potter e l’Ordine della Fenice”, “10000 A.C.”), i supervisori all’animazione Peter Chiang (“The Reader”, “The Bourne Ultimatum”) e Sue Rowe (“Prince of Persia: le sabbie del tempo”, “La bussola d’oro”), il supervisore effetti visivi ed Eric Brevig (“Men in Black”, “Pearl Harbor”, “Signs”), consulente effetti speciali.
IL CAST

TAYLOR KITSCH (John Carter) ha iniziato la sua carriera nel 2002, quando si è trasferito a New York per studiare con la nota insegnante di recitazione Sheila Grey. L’anno seguente ha ottenuto il suo primo film importante e da allora ha lavorato costantemente sia per il cinema che per la televisione.
Noto principalmente per la sua parte nell’apprezzata serie di NBC “Friday Night Lights”, Kitsch ha regalato emozione e vulnerabilità al ruolo di Tim Riggins, uno studente texano ripetente, che cerca in tutti i modi di trovare la propria identità e di placare i propri demoni con l’alcol.
Nel corso del primo intervallo estivo dello show, Taylor ha girato il film “Gospel Hill” al fianco di Julia Stiles, Danny Glover, Angela Bassett e Samuel L. Jackson. Diretto da Giancarlo Esposito, il film parla dell’ex sceriffo bigotto di una piccola città del sud, il cui destino incrocia quello di un operaio sostenitore dei diritti civili, essendo entrambi ancora perseguitati da eventi accaduti diversi anni prima.
Recentemente Kitsch ha recitato in “The Bang Bang Club” di Steven Silver, in cui interpreta Kevin Carter, il fotoreporter vincitore del Pulitzer che si è adoperato in Sudafrica a favore della caduta dell’ Apartheid.
Altri crediti cinematografici comprendono: il film horror di Renny Harlin “The Covenant”, il classico di Richard Ellis “Snakes on a Plane”, la commedia di Betty Thomas “John Tucker Must Die” (Il mio ragazzo è un bastardo) il film d’azione e fantascienza di Gavin Hood “X‐Men Origins: Wolverine” (X-Men le origini: Wolverine, 2009) in cui ha recitato il ruolo di Gambit al fianco di Hugh Jackman, e “John Carter” insieme a Lynn Collins.

LYNN COLLINS (Dejah Thoris) recentemente ha incarnato la parte di Kayla Silverfox nel blockbuster estivo di 20th Century Fox “X‐Men Origins: Wolverine” (X-Men le origini: Wolverine) con Hugh Jackman, Ryan Reynolds, Liev Schreiber e Dominic Monaghan. Ha inoltre avuto il ruolo fisso di Dawn Green, la cameriera innamorata di un vampiro nel grande successo di HBO, “True Blood”.
Nata e cresciuta nel Texas, Collins si è trasferita a New York quando è stata ammessa nella prestigiosa Juilliard School di Manhattan per studiare recitazione. Presso la Juilliard ha ricevuto due dei premi più importanti che vengono consegnati agli aspiranti attori: l’Houseman Award per l’Eccezionale Abilità nel Teatro Classico e la Padronanza del Linguaggio, e il Michael St. Denis Award, che viene conferito al membro della classe dell’ultimo anno che abbia raggiunto i risultati migliori sia da solo che in gruppo.
Dopo il diploma, Collins ha ottenuto il suo primo ruolo protagonista in teatro a New York, interpretando Ophelia al fianco di Liev Schreiber nella produzione di “Hamlet” al NYSF Public Theatre. I suoi successivi ruoli teatrali comprendono: Juliet in “Romeo and Juliet” di Sir Peter Hall, il ruolo protagonista in “The Women” di Scott Elliot, a Broadway, e l’apprezzata parte di Rosalind nella produzione del NYSF Public Theatre di “As You Like It”, in scena al Delacorte Theatre. Recentemente ha vestito i panni di Carolyn Goldenhersh in “A Very Common Practice”, rappresentato nel leggendario Lucille Lortel Theatre di New York, ottenendo ancora una volta critiche eccellenti per la sua performance.
Sul grande schermo, Collins ha dato prova di grande spessore e versatilità nei seguenti film: “Uncertainty”, un film basato sull’improvvisazione, diretto da Scott McGehee e David Siegel; “The Merchant of Venice” (Il mercante di Venezia), di Michael Radford in cui è stata la protagonista al fianco di Al Pacino, Jeremy Irons e Joseph Fiennes; “Towelhead” (Niente velo per Jasira) di Alan Ball, “The Number 23” di Joel Schumacher con Jim Carrey e Virginia Madsen, “Numb” con Matthew Perry e “Bug” di William Friedkin con Ashley Judd.
Collins recentemente ha ultimato le riprese di “Waska”, un film indipendente in cui ha recitato con Jeremy Piven.

La pluripremiata attrice inglese SAMANTHA MORTON (Sola) si è imposta al pubblico internazionale con il film di Carine Adle “Under the Skin”, nel 1997. Il ruolo le è valso unanime consenso da parte della critica vincendo il Boston Film Critics Award come Migliore Attrice.
Nel 1999 Woody Allen l’ha scritturata nella parte della muta Hattie in “Sweet and Lowdown” (Accordi e disaccordi) che le è valso nomination all’Academy Award® e al Golden Globe® come Migliore Attrice Non Protagonista. Morton è stata quindi la star del film di Lynne Ramsay “Morvern Callar” e ha recitato al fianco di Tom Cruise in “Minority Report” di Spielberg. Ha interpretato il ruolo di Maria Gonzales in “Code 46” di Michael Winterbottom e nel 2002 ha incarnato Sarah nel film di Jim Sheridan “In America” che le è valso la sua seconda nomination all’Academy Award come Migliore Attrice. L’anno seguente ha recitato con Daniel Craig in “Enduring Love” (L’amore fatale) di Roger Michell, per cui è stata candidata come Migliore Attrice ai British Independent Film Awards.
Nel 2007 Morton ha recitato al fianco di Jim Broadbent nel ruolo della famigerata assassina Myra Hindley, nel film di NBC/Channel 4 “Longford”. Grazie alla sua performance ha ricevuto il Golden Globe® come Migliore Attrice, una candidatura al BAFTA e all’Emmy®. Sul grande schermo è stata apprezzata per il ruolo di Deborah Curtis nel film pluripremiato di Anton Corbijn, “Control”, che le è valso un’ulteriore nomination al BAFTA.
Altri importanti crediti cinematografici comprendono: il film epico neozelandese “River Queen”; “The Libertine” al fianco di Johnny Depp; “The Golden Age” di Shekhar Kapur, in cui interpreta Maria la Regina di Scozia; “The Messenger”, con Woody Harrelson; e “Synecdoche, New York” di Charlie Kaufman, con Philip Seymour Hoffman.
Nel 2009 Morton ha esordito nella regia con “The Unloved”, un film che osserva la realtà degli orfanatrofi in Inghilterra attraverso gli occhi di una bambina di 11 anni. Il film ha vinto il BAFTA Television Award per la categoria Best Single Drama.

Nel 1979 WILLEM DAFOE (Tars Tarkas) ha ottenuto un piccolo ruolo nel film di Michael Cimino “Heaven’s Gate” (I cancelli del cielo) da cui fu licenziato dal regista per aver riso durante una scena in cui era necessario il massimo silenzio. Il suo primo ruolo in un film a soggetto arrivò subito dopo con “The Loveless” di Kathryn Bigelow. Da quel momento ha recitato in oltre sessanta film: a Hollywood (“Spiderman”, “The English Patient” – Il paziente inglese, “Finding Nemo” – Alla ricerca di Nemo, “Once Upon a Time in Mexico” – C’era una volta in Messico, “Clear and Present Danger” – Sotto il segno del pericolo, “White Sands” – Tracce nella sabbia, “Mississippi Burning”, “Streets On Fire”); nel cinema indipendente americano (“The Clearing” – In ostaggio, “Animal Factory”, “Basquiat”, “The Boondock Saints” – Giustizia finale, “American Psycho”); e all’estero (“Manderlay” di Von Trier, “Pavilion of Women” di Yim Ho, “Edges of the Lord” – L’ultimo treno di Yurek Bogayevicz, “Far Away So Close” – Così lontano così vicino di Wenders e “Tom & Viv” di Brian Gilbert).
Dafoe sceglie i suoi progetti in base alla varietà dei ruoli e all’opportunità di lavorare con registi dalla forte personalità. Ha recitato con West Anderson (“The Life Aquatic” – Le avventure acquatiche di Steve Zissou), Martin Scorsese (“The Aviator”, “The Last Temptation of Christ” – L’ultima tentazione di Cristo), Paul Schrader (“Auto Focus”, “Affliction”, “Light Sleeper” – Lo spacciatore, “The Walker”), David Cronenberg (“Existenz”), Abel Ferrara (“New Rose Hotel”), David Lynch (“Wild at Heart” – Cuore selvaggio), William Friedkin (“To Live and Die in LA” – Vivere e morire a Los Angeles), e Oliver Stone (“Born on the Fourth of July” – Nato il 4 luglio e “Platoon”).
E’ stato nominato due volte all’Academy Award® (“Platoon” e “Shadow of the Vampire”) e una volta al Golden Globe®. Ha ricevuto, fra l’altro, un LA Film Critics Award e un Independent Spirit Award.
I suoi progetti recenti comprendono: “Antichrist” di Lars Von Trier, “The Fantastic Mr. Fox” di Wes Anderson, “My Son My Son” di Werner Herzog, “The Vampire’s Assistant” (Aiuto vampiro) di Paul Weitz, “Anamorph”, “Mr. Bean’s Holiday”, “Adam Resurrected” di Paul Schrader, “Inside Man” di Spike Lee, “American Dreamz” di Paul Weitz, il segmento diretto da Nobuhiro Suwa di “Paris, Je T’aime” e “Before It Had a Name” (Black Widow) di Giada Colagrande (in cui Dafoe ha collaborato alla scrittura).
Film imminenti comprendono: “Fireflies in the Garden” (Un segreto fra di noi) con Julia Roberts, “Miral” di Julian Schnabel, “Farewell” di Christian Carion, “A Woman” di Giada Colagrande, “The Dust of Time” (La polvere del tempo) di Theo Angelopoulos e “Go Go Tales” di Abel Ferrara.
Dafoe è uno dei membri fondatori del Wooster Group, il gruppo di teatro sperimentale di New York, in cui ha recitato dal 1977 al 2005, sia negli Stati Uniti che all’estero.

DOMINIC WEST (Sab Than) vanta una brillante carriera sia in Inghilterra che negli Stati Uniti, con ruoli da protagonista nei film internazionali, nella televisione americana e nel teatro londinese. Dopo la laurea presso il Trinity College di Dublino e la Guildhall School of Music and Drama di Londra, West ha vinto lo Ian Charleson Award come Migliore Esordiente per la sua performance nella produzione di Sir Peter Hall, “The Seagull”.
A questo ha fatto seguito una ricca carriera cinematografica, in cui West si è aggiudicato ruoli protagonisti nei film dei grandi studios: “28 Days” (28 giorni) con Sandra Bullock, “Mona Lisa’s Smile” con Julia Roberts e “The Forgotten” con Julianne Moore. E’ stato Theron nel film di Warner Bros. “300”. Ulteriori crediti comprendono: “Chicago”, “A Midsummer Night’s Dream” (Sogno di una notte di mezza estate), “True Blue” (True Blue – l’anello mancante), “Hannibal Rising” (Hannibal Lecter – le origini del male), “Rock Star”, “The Phantom Menace”, “Surviving Picasso” e “Richard III”.
Nel 2000 ha ottenuto il ruolo di McNulty in “The Wire” di HBO, uno dei programmi televisivi di maggior successo negli Stati Uniti. Lo show è andato in onda per cinque stagioni, e West ha diretto una puntata nella stagione finale.
I suoi crediti teatrali comprendono la produzione di Peter Gill di Harley Granville Barker “The Voysey Inheritance” al Royal National Theatre, la produzione di David Lan in scena alla West End, “As You Like It”, in cui ha recitato al fianco di Helen McCrory, e la produzione diretta da Trevor Nunnon del play più recente di Tom Stoppard, “Rock N’ Roll”, che ha riscosso grandi consensi al Royal Court Theatre nell’estate del 2006.
Recentemente West ha interpretato Oliver Cromwell nella serie nominata al BAFTA di Channel 4 “The Devil’s Whore”. Ha terminato le repliche dello spettacolo teatrale “Life Is a Dream” di Pedro Calderon de la Barca, in scena al Donmar Warehouse di Londra, in cui era il protagonista, e presto lo vedremo nel film storico di Neil Marshall, “Centurion”.

MARK STRONG (Matai Shang) è considerato degli attori migliori della sua generazione. Dopo aver studiato Inglese e Arte Drammatica presso la London University, e quindi recitazione al Bristol Old Vic Theatre School, l’attore vanta ora una brillante carriera teatrale, televisiva e radiofonica, al fianco di registi del calibro di Danny Boyle, Ridley Scott, Guy Ritchie, Peter Weir e Roman Polanski.
I suoi crediti teatrali comprendono: “The Plantaganets” diretto da Adrian Noble, e “Hess Is Dead”, diretto da Danny Boyle per la Royal Shakespeare Company. “Richard III”, diretto da Richard Eyre, “King Lear” di Deborah Warner e “Death of a Salesman”, diretto da David Thacker al National Theatre, e “Twelfth Night” e “Uncle Vanya” per la regia di Sam Mendes alla Donmar Warehouse, per cui è stato nominato all’Olivier Award come Migliore Attore Non Protagonista.
Le sue apparizioni televisive comprendono: “The Long Firm”, che gli è valso la candidatura al BAFTA e il premio di Migliore Attore ai Broadcasting Press Guild Awards; “Henry VII” nel ruolo del Duca di Norfolk, “Prime Suspect” nel ruolo di Commander Hall, “Emma” nel ruolo di Mr Knightly, “Anna Karenina” nel ruolo di Oblonsky e il multi-premiato “Our Friends in the North”.
Strong vanta oltre trenta crediti cinematografici, i più recenti dei quali sono: “Body of Lies” (Nessuna verità) di Ridley Scott (che gli è valso la nomination come Migliore Attore ai London Critics Circle Film Awards) e “Robin Hood”, “Stardust” di Matthew Vaughn, “Kick Ass”, “Endgame” di Peter Travis, “The Young Victoria” di Jean Marc Vallee, “Rocknrolla” e “Sherlock Holmes” di Guy Ritchie. Strong è anche il protagonista di “The Way Back” di Peter Weir e “The Eagle of the Ninth” di Kevin Macdonald.

THOMAS HADEN CHURCH (Tal Hajus) ha attratto l’attenzione della scena internazionale quando è stato nominato all’ Academy Award® per il ruolo di Jack, al fianco di Paul Giamatti in “Sideways” (Sideways – in viaggio con Jack). Il film di Alexander Payne è stato presentato al Toronto International Film Festival e ha vinto numerosi premi fra cui il Golden Globe® come Best Comedy Picture, il Broadcast Film Critics Award come Miglior Film, uno Screen Actors Guild/SAG® Award come Best Ensemble Cast e sei Independent Spirit Awards. Church è stato anche premiato dai Broadcast Film Critics e dagli Independent Spirit Awards come Migliore Attore Non Protagonista.
In televisione è noto per il suo ruolo del meccanico un po’ tonto Lowell Mather, nella serie NBC “Wings”, e per il ruolo protagonista della serie di FOX “Ned and Stacey”, in cui interpreta il presuntuoso Ned Dorsey. Nel 1997, Time Magazine ha proclamato Ned Dorsey “uno dei sei motivi per guardare la televisione”
Tra i numerosi film di Church per il cinema, ricordiamo il blockbuster “George of the Jungle” con Brendan Fraser e “Free Money” (In fuga col malloppo) con Marlon Brando. Nel 2007 ha vinto un Emmy® Award ed è stato nominato al Golden Globe® e allo Screen Actors Guild® per il suo ruolo nell’epica western di Walter Hill “Broken Trail”, in cui ha recitato al fianco di Robert Duvall.
Nel 2006 Church ha doppiato due personaggi: la mucca di “Over the Hedge” (La gang del bosco) di Dreamworks e il corvo Brooks nel remake del classico “Charlotte’s Web” (La tela di Carlotta).
Altri recenti crediti cinematografici di Church comprendono: “Imagine That” (Immagina che) al fianco di Eddie Murphy, “Don McKay” con Elisabeth Shue e Melissa Leo e “All About Steve” (A proposito di Steve) con Sandra Bullock e Bradley Cooper. Ha recitato con Dennis Quaid e Sarah Jessica Parker nel film d’autore della Miramax “Smart People” (2008), in “Easy A” (Easy Girl), una commedia diretta da Will Gluck e nel ruolo del malvagio Uomo Sabbia in “Spider‐Man 3”, campione di incassi nel 2007 per Sony Pictures.
Church ha scritto e diretto il film “Rolling Kansas”, presentato in concorso ufficiale al Sundance Film Festival 2003.

CIARÁN HINDS (Tardos Mors) ha esordito al Glasgow Citizens Theatre ed è stato membro della compagnia per diversi anni. In Irlanda ha lavorato al Lyric Theatre Belfast, al Druid Theatre Galway, al Project e alla Abbey di Dublino dove ultimamente ha vestito i panni di Cuchulain in “The Yeats Cycle”. Per il Gate Theatre, è recentemente apparso in “The Birds” di Conor McPherso, nella versione di Field Day Company di “Antigone”, in “The School for Wives” e di “The Yalta Game” di Brian Friel.
Ha girato il mondo con lo spettacolo “The Mahabharata” di Peter Brook ed è stato protagonista delle rappresentazioni della Royal Shakespeare Company, del Royal Court, della Donmar Warehouse e del National Theatre, dove è apparso in “Burnt by the Sun”; ha interpretato Larry in “Closer” di Patrick Marber, in scena a Broadway, in cui è apparso anche in “The Seafarer” di Conor McPherson.
In televisione Hinds recentemente ha interpretato DCI Langton in “Above Suspicion” di Linda La Plante, e Giulio Cesare nella co-produzione BBC/HBO di “Rome”. I suoi numerosi crediti televisivi comprendono ruoli protagonisti in “The Mayor of Casterbridge”, “Jane Eyre”, “Jason and the Argonauts”, “Seaforth”, “Ivanhoe”, “Rules of Engagement”, “Sherlock Holmes”, “Soldier, Soldier”, “Prime Suspect 3” e nel premiato “Persuasion”, basato sul romanzo di Jane Austen, in cui recitava la parte del Capitano Wentworth.
Il suo ampio curriculum cinematografico comprende: “The Cook, the Thief, His Wife and Her Lover” (Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante) di Peter Greenaway, “December Bride”, “Circle of Friends” (Amiche) “Titanic Town”, “Some Mother’s Son” (Una scelta d’amore), “Oscar and Lucinda,” “The Lost Son” (Il figlio perduto), “The Weight of Water” (Il mistero dell’acqua), “Mary Reilly”, “The Road to Perdition” (Era mio padre) di Sam Mendes, “The Sum of All Fears” (Al vertice della tensione) “Mickybo and Me”, “Calendar Girls”, “Lara Croft: The Cradle of Life” (Lara Croft: la culla della vita) “The Statement” (Caccia all’uomo) “Veronica Guerin” e “The Phantom of the Opera” (Il fantasma dell’opera) entrambi di Joel Schumacher, “Miami Vice” di Michael Mann e “Munich” di Steven Spielberg; “Amazing Grace” di Michael Apted, “Nativity” di Catherine Hardwicke, “Hallam Foe”, “A Tiger’s Tail”, “Margot at the Wedding” (Il matrimonio di mia sorella) di Noah Baumbach, “There Will Be Blood” (Il petroliere) di Paul Thomas Anderson, “Stop Loss” di Kimberly Pearce, “In Bruges” di Martin McDonagh, “The Tale of Desperaux” (Le avventure del topino Despereaux), “Miss Pettigrew Lives For a Day” (Miss Pettigrew) “Cash”, “Race to Witch Mountain” (Corsa a Witch Mountain), “The Eclipse” per cui ha vinto come Migliore Attore al Tribeca Film Festival, “Life During Wartime” (Perdona e dimentica) “The Debt” (Il debito) e “Harry Potter and the Deathly Hallows” (Harry Potter e i doni della morte).

Nato e cresciuto nel Somerset, in Inghilterra, JAMES PUREFOY (Kantos Kahn) ha studiato nella prestigiosa Central School of Speech and Drama di Londra.  Quando ha vestito i panni di Enrico V, nell’ultimo anno di scuola, è stato notato dal casting director della Royal Shakespeare Company (RSC) a cui è stato invitato ad unirsi, a Stratford. Ha recitato in otto produzioni, collaborando con i registi Nicholas Hytner, Roger Michell e Gene Saks.
Oggi Purefoy vanta una brillante carriera cinematografica, televisia e teatrale. A teatro ha lavorato con Katie Mitchell in “Women of Troy” al Gate, con Matthew Warchus, Ken Stott e Jude Law in “Death of a Salesman” al West Yorkshire Playhouse, con Iain Glen in “Hamlet” al Bristol Old Vic, con Bill Alexander in una serie di spettacoli a Birmingham: “The Servant”, “The Way of the World” e “Macbeth” e con Simon Callow, Helen McCrory, Rupert Graves e Joseph Fiennes in “Les Enfants Du Paradis” ancora per la Royal Shakespeare Company. Ha inoltre recitato nella produzione di Trevor Nunn di “The Relapse” al National Theatre.
Apparizioni televisive comprendono un ruolo protagonista nella miniserie di ITV “Metropolis” e nel film TV “The Mayor of Casterbridge” e per BBC, le fiction “Blackbeard” e “Beau Brummell: This Charming Man”, in cui ha interpretato il ruolo protagonista. Ha recitato nel premiato film di Channel 4 “A Dance to the Music of Time”. Nel 2004 Purefoy ha recitato Mark Antony nell’epica serie TV di HBO “Rome”. Diretta da Michael Apted, la saga si concentra sugli ultimi anni del regno di Cesare. Recentemente Purefoy ha recitato nelle miniserie canadesi “The Summit” e “Diamonds” ed è stato il protagonista della serie TV di NBC “The Philanthropist”.
Presenza costante sul grande schermo, i primi crediti di Purefoy comprendono: “Feast of July” (Festa di luglio) di Merchant Ivory, la commedia romantica “Jilting Joe” (Il giorno del matrimonio), “Bedrooms and Hallways” di Rose Tronche e “Blink” di Channel 4.
Nel 2000 è stato il protagonista Tom Bertram in “Mansfield Park” di Jane Austen, con Harold Pinter, Jonny Lee Miller e Francis O’Connor, seguito da “Maybe Baby” di Ben Elton, con Joely Richardson.
Altri film comprendono: “Women Talking Dirty” per Rocket Pictures, “Domani” per New Line Film e “A Knight’s Tale” (Il destino di un cavaliere) con Heath Ledger, per Columbia Pictures. E’ apparso nel film di Paul Wes Anderson “Resident Evil”, con Reese Witherspoon in “Vanity Fair” (La fierà della vanità) di Mira Nair, nel ruolo protagonista di “Solomon Kane” di Michael J. Bassett e recentemente ha vestito i panni di un cavaliere dei Templari in “Ironclad” di Jonathan English che sarà distribuito quest’anno.

DARYL SABARA (Edgar Rice Burroughs) è noto per aver interpretato Juni Cortez nella trilogia d’azione e d’avventura di Robert Rodriguez, “Spy Kids”, al fianco di Antonio Banderas.
Recentemente è apparso in teatro insieme a Robin Williams in “World’s Greatest Dad”, in cui è stato apprezzato nel ruolo di Kyle, e nel film di Robert Zemeckis “A Christmas Carol” per la Disney.
Ha ritrovato Robert Rodriguez, per recitare in un film corale dal titolo “Machete” insieme a Robert De Niro, Jessica Alba e Lindsey Lohan.

POLLY WALKER (Sarkoja) ha conquistato il pubblico statunitense ed estero grazie alle sue accattivanti performance. Nata in Inghilterra, Walker ha iniziato la sua carriera come danzatrice ma presto ha rivolto la sua attenzione alla recitazione, passando dal Drama Centre di Londra alla Royal Shakespeare Company.
Il lavoro televisivo di Walker comprende il suo efficace ritratto della malvagia Ottavia dei Giulii nella serie di HBO “Rome”, che le è valsa una nomination come Migliore Performance di un’Attrice in una serie Televisiva ai Golden Globe® Awards 2006, nonché una nomination per il Saturn Award.
Inoltre Walker ha recitato nella serie di CBS “Cane” al fianco di Jimmy Smits e Hector Elizondo, e nella miniserie di BBC “State of Play”. E’ stata anche la protagonista dei TV movies “Lorna Doone”, “A Dangerous Man: Lawrence After Arabia” con Ralph Fiennes e “Jeffrey Archer: The Truth” al fianco di Damien Lewis. Recentemente si è unita al cast della nuova serie “Caprica”, l’atteso spin‐off del recente successo internazionale “Battlestar Galactica”, ambientato 50 anni prima degli eventi della prima serie.
Nel film Walker si è imposta all’attenzione della critica nel ruolo del determinato membro inglese del gruppo terroristico irlandese del film di Phillip Noyce “Patriot Games”, al fianco di Harrison Ford. Si è fatta notare in “8 1/2 Women” (8 donne e mezzo) di Peter Greenaway, in “Restoration” di Michael Hoffman con Robert Downey Jr. e Sam Neill, e “Enchanted April” (Incantevole Aprile) di Mike Newell.
Walker recentemente è apparsa sul grande schermo in “Clash of the Titans” (Scontro fra Titani) di Louis Leterrier, al fianco di Sam Worthington, Liam Neeson e Ralph Fiennes.

BRYAN CRANSTON (Powell) ha ottenuto un Primetime Emmy® Award come Migliore Attore Protagonista in una Serie Drammatica per il suo ritratto di Walter White in “Breaking Bad”. In precedenza è stato nominato a tre Emmy® e al Golden Globe® per la sua performance di Hal nel programma FOX “Malcolm in the Middle”.
Altri crediti televisivi di Cranston comprendono un ruolo fisso in “Seinfeld”, “From the Earth to the Moon” di HBO e nella miniserie “I Know My First Name Is Steven”. E’ stato guest‐star dei programmi “Chicago Hope”, “Touched by an Angel”, “The X‐Files”.
I crediti cinematografici di Cranston comprendono “Saving Private Ryan” (Salvate il soldato Ryan) di Steven Spielberg, “Little Miss Sunshine”, “Seeing Other People”, “That Thing You Do” (Music Graffiti), “Clean Slate” (Colpo di spugna) e “Kissing Miranda”.
Nato in una famiglia attiva nello show‐business e cresciuto nella Carolina del Sud, Cranston ha esordito all’età di otto anni recitando in una pubblicità della United Way. Tuttavia, non ha preso seriamente in considerazione la recitazione fino a quando non ha terminato il college. Durante una gita cross‐country in motocicletta con suo fratello, ha scoperto una comunità teatrale e ha iniziato ad esplorare tutti i vari aspetti del teatro. Subito dopo è stato scritturato in una compagnia teatrale che organizzava rappresentazioni estive.
Cranston è tornato a Los Angeles dove ha ottenuto un ruolo nel film TV “Love Without End” in seguito al quale è entrato a far parte del cast originale di “Loving” di ABC.
Continua a coltivare il suo interesse per il teatro a cui si dedica quando gli è possibile. I suoi crediti teatrali comprendono ruoli protagonisti in “The God of Hell”, “Chapter Two”, “The Taming of the Shrew”, “A Doll’s House”, “Eastern Standard”, “Wrestlers”, “Barefoot in the Park” e “The Steven Weed Show” che gli è valso un Drama‐Logue Award.
Cranston è inoltre sceneggiatore e regista. Per il compleanno di sua moglie ha scritto il dramma romantico “Last Chance” di cui è anche regista ed interprete. Inoltre Cranston ha diretto diverse puntate di “Malcolm”, il pilota di Comedy Central “Special Unit” ed alcune puntate di “Breaking Bad”.
Cranston ha prodotto un DVD dal titolo KidSmartz, che ha lo scopo di educare le famiglie a prevenire i rapimenti dei bambini e i predatori su Internet. KidSmartz raccoglie fondi per il National Center for Missing & Exploited Children, a cui dona metà dei proventi generati dalle vendite.

I FILMMAKERS

Il pluripremiato scrittore-regista ANDREW STANTON (Regista / Co‐sceneggiatore) ha esordito nella regia con “Finding Nemo” (Alla ricerca di Nemo), di cui ha scritto in parte anche la storia. Il film ha ricevuto due nomination all’Academy Award® (Migliore Sceneggiatura Originale e Miglior Film Animato), aggiudicandosi l’Oscar® come Miglior Film Animato del 2006, la prima volta in cui i Pixar Animation Studios hanno ricevuto un tale onore per un lungometraggio.
Nel 2009, Stanton è stato premiato con un Academy Award® per “WALL•E” (Miglior Film d’Animazione), per cui è stato nominato anche per la Migliore Sceneggiatura Originale. “WALL•E” è stato il film più apprezzato dell’anno e ha vinto tutti i maggiori premi cinematografici.
Oltre al suo lavoro di scrittore-regista, Stanton, dal 1990, è una forza creativa dei Pixar Animation Studios e ha avuto l’onore di entrare a far parte dell’èlite della società, composta da poche personalità di spicco. In veste di vice presidente del settore creativo, Stanton supervisiona lo sviluppo dei lungometraggi e cortometraggi per lo studio .
Stanton è stato uno dei quattro sceneggiatori ad essere stato nominato all’Oscar® nel 1996 per il suo contributo a “Toy Story” e in seguito è stato premiato come sceneggiatore per altri film Pixar: “A Bug’s Life”, “Toy Story 2”, “Monsters, Inc.” (Monsters & Co.) e “Finding Nemo” (Alla ricerca di Nemo). Inoltre è stato co-regista di “A Bug’s Life” e produttore esecutivo di “Up”, “Monsters, Inc.” (Monsters & Co.) e del film premio Oscar® 2006, “Ratatouille”.
Nato a Rockport, nel Massachusetts, Stanton si è laureato in Belle Arti e in Animazione dei Personaggi presso il California Institute of the Arts (Cal Arts). Negli anni ’80 ha inaugurato la sua carriera professionale a Los Angeles, lavorando come animatore presso lo studio di Bill Kroyer, la Kroyer Films, e come scrittore per la produzione di Ralph Bakshi di “Mighty Mouse, The New Adventures” (1987).

JIM MORRIS (Produttore) ha lavorato come produttore e produttore esecutivo nell’industria del cinema per molti anni. Dopo aver prodotto il film Pixar “WALL‐E”, Morris è stato Direttore Generale e Vice Presidente Esecutivo di Produzione, nonché Direttore di Produzione di tutti i film Pixar, fra cui “Up”, “Toy Story 3”, “Cars 2” e “Brave”.
Prima di far parte della Pixar, Morris ha lavorato per la Lucasfilm e le sue divisioni per diciassette anni; è stato presidente di Lucas Digital Ltd per undici anni, dove è stato responsabile di Industrial Light and Magic (ILM), Lucasfilm Animation e Skywalker Sound. Contemporaneamente Morris è stato direttore generale di ILM, in cui ha supervisionato uno staff di oltre 1400 artisti e tecnici e ha guidato la più grande struttura di effetti visivi dell’industria dello spettacolo. Sotto la leadership di Morris, ILM ha creato gli incredibili effetti visivi premiati con l’Academy Award® di “Jurassic Park”, “Death Becomes Her” (La morte ti fa bella) “Forrest Gump” e di altri centocinquanta film.
Morris è entrato a far parte della ILM nel 1987 come produttore di effetti visivi e di spot commerciali, curando, fra l’altro, gli effetti di “The Abyss” per Jim Cameron, che ha vinto un Oscar® per gli Effetti Visivi, e “Always” di Steven Spielberg. Morris è stato responsabile della produzione presso la ILM. Fra le decine di progetti cinematografici da lui supervisionati: “Terminator 2: Judgment Day” (Terminator: il giorno del giudizio) che ha vinto un Oscar® per gli Effetti Visivi in “Hook”, “Star Trek VI”, “The Rocketeer”, “Backdraft” (Fuoco assassino) e “Die Hard 2” (58 minuti per morire – Die Harder).
In passato, Morris è stato produttore esecutivo della Arnold & Associates, dove ha prodotto spot commerciali per clienti quali Atari e Chevron. E’ stato produttore esecutivo di One Pass Video, dove ha diretto il dipartimento di produzione commerciale. Ha inoltre lavorato nei dipartimenti di produzione di J. Walter Thompson and Foote, Cone and Belding di San Francisco. In precedenza Morris è stato produttore-regista del network PBS, in cui si è occupato di documentari e di programmi istruttivi. Ha inaugurato la sua carriera come cameraman e montatore presso la sede NBC di Syracuse, New York.
Jim Morris si è laureato in cinema presso la Newhouse School della Syracuse University dove si è anche specializzato in radio e televisione. E’ stato presidente della San Francisco Film Commission e presidente fondatore della Visual Effects Society (VES).

COLIN WILSON (Produttore) è nato e cresciuto nel nord di Londra e ha iniziato a lavorare nell’industria cinematografica da giovanissimo, come apprendista montatore nel film “Superman”. Dopo aver lavorato per qualche tempo come montatore associato nei film “Raiders of the Lost Ark” (I predatori dell’arca perduta), “Empire of the Sun” (L’impero del sole) e “Who Framed Roger Rabbit” (Chi ha incastrato Roger Rabbit?) Wilson è passato alla produzione cinematografica. Produce film da 14 anni e si è occupato sia di classici che di blockbuster con effetti visivi all’avanguardia. I suoi crediti comprendono: “Casper”, “Jurassic Park: Lost World” (Jurassic Park: il mondo perduto), “Amistad”, “Troy”, “War of the Worlds” (La guerra dei mondi), “Munich” e di recente, “Avatar”.

LINDSEY COLLINS (Produttore) si è unita ai Pixar Animation Studios nel maggio 1997 svolgendo diverse mansioni, in numerosi film della società fra cui: “A Bug’s Life”, “Toy Story 2”, il film premio Oscar® “Finding Nemo” (Alla ricerca di Nemo, diretto da Andrew Stanton) e “Rataouille”. Collins ha inoltre doppiato il personaggio di Mia nel film Pixar 2006 “Cars”.
In “John Carter” Collins ritrova il produttore Jim Morris e il regista Andrew Stanton dopo aver coprodotto “WALL‐E”, premiato nel 2008 con il Golden Globe® e l’Oscar®.
Prima di unirsi alla Pixar, ha lavorato nella Disney Feature Animation per tre anni, dirigendo la squadre creativa di “Pocahontas”, “The Hunchback of Notre Dame” (Il gobbo di Notre Dame) e “Hercules”.

MARK ANDREWS (Co‐sceneggiatore) si è laureato in studi cinematografici presso il California Institute of the Arts nel 1993. Ha frequentato il programma Disney per gli stagisti sotto la guida di Glen Kean, Ed Gombert e Steve Huston. Dopo aver ultimato il programma Disney, ha iniziato la sua carriera nell’industria dell’animazione lavorando nel settore dello sviluppo per la Chuck Jones Film Productions e in televisione, dove ha curato lo storyboard di cinque puntate di “The New Adventures of Jonny Quest”.
Andrews ha curato gli storyboard di “Quest for Camelot”, il primo progetto animato di Warner Brothers, a cui è seguito l’apprezzato “Iron Giant” (Il gigante di ferro) che gli è valso un ANNIE Award per lo storyboarding.
Poco dopo Andrews è diventato capo della storia in “Osmosis Jones”. Ha iniziato ad occuparsi di storyboarding nel genere live action, lavorando nel blockbuster “Spiderman”. E’ tornato all’animazione unendosi a Brad Bird dei Pixar Animation Studios, come capo della storia per “The Incredibles” (Gli incredibili).
In questo periodo Andrews ha continuato a lavorare come freelance nell’animazione televisiva, occupandosi di “Samurai Jack” e “Star Wars: Clone Wars” (Star Wars: la guerra dei cloni) che gli è valso un Emmy®. Andrews ha ricevuto una candidatura all’Oscar® per il suo cortometraggio d’animazione “One Man Band”, che precedeva il film “Cars”. Lui e Bird si sono ritrovati per la storia di “Ratatouille”. Succesivamente, Andrews ha iniziato a collaborare con la Pixar, apportando le proprie idee.
Andrews vive a Oakland con sua moglie, quattro bambini, tre cani e un gatto. Nel tempo libero (anche se non ne ha molto!), lavora sui fumetti e pratica varie forme di combattimento con le spade.

Il vincitore del premio Pulitzer MICHAEL CHABON (Co‐sceneggiatore) è stato definito da LA Times “autore di una fiction assolutamente perfetta”. Il primo romanzo di Chabon, “The Mysteries of Pittsburgh” (I misteri di Pittsburgh) risale al 1988 ed è stato scritto originariamente per la sua tesi di laurea presso la U.C. Irvine, diventando un bestseller del New York Times. “Wonder Boys” (1995) è stato il suo secondo lavoro, tradotto in un film di grande successo, interpretato da Michael Douglas e Tobey Maguire.
Chabon ha vinto il Pulitzer nel 2001 con “The Amazing Adventures of Kavalier & Clay” (Le fantastiche avventure di Kavalier & Clay); ha inoltre ricevuto il premio dell’American Library Association come uno dei Notable Books del 2000, il New York Society Library Prize per la Fiction, il premio Bay Area Book Reviewers Award, e la Commonwealth Club Gold Medal. Nel 2004 Chabon ha scritto “The Final Solution” (Soluzione finale), che gli è valso il National Jewish Book Award 2005 e l’Aga Khan Prize for Fiction 2003 da parte di The Paris Review. Nel 2008, il bestseller del New York Times “The Yiddish Policemen’s Union” (Il sindacato dei poliziotti yiddish) ha vinto il Nebula Award e lo Hugo Award come Miglior Romanzo. Recentemente ha distribuito una raccolta di saggi dal titolo “Manhood for Amateurs: The Pleasures and Regrets of a Husband, Father, and Son” che il New York Times ha definito “splendide perle di saggezza”.

Nato in Sudafrica, DAN MINDEL, ASC, BSC (Direttore della Fotografia) ha studiato in Australia e in Inghilterra prima di esplodere sulla scena sotto l’egida di Tony e di Ridley Scott. Ha lavorato come operaio e cameraman della seconda unità nei film “Thelma and Louise” e “Crimson Tide” (Allarme rosso); in seguito gli è stato affidato l’action thriller “Enemy of the State” (Nemico pubblico) con Will Smith. La partnership fra Mindel e Tony è continuata in “Spy Game” e in “Domino” in cui la creatività è al servizio del regista e della storia, in una continua sperimentazione di una vasta tavolozza cinematografica. Il duo ha unito l’utilizzo di tradizionali cineprese a manovella, pellicole invertibili e cineprese ad alta definizione che, utilizzate in luoghi quasi impossibili da illuminare, hanno contribuito a creare un look unico ed estremamente dinamico.
La professionalità di Mindel, stimato a livello internazionale per la sua conoscenza di una tecnologia in costante evoluzione, gli ha meritato il lavoro nel film di Tom Cruise “Mission: Impossible III”. Recentemente ha fotografato “Star Trek” di Paramount, che costituisce la sua seconda collaborazione con il regista J.J. Abrams, il co‐creatore e produttore della nota serie di ABC “Lost”.
Altri crediti importanti comprendono il film interpretato da Jackie Chan “Shanghai Noon” (Pallottole cinesi), “Stuck on You” (Fratelli per la pelle) diretto da Farrelly Brothers e “The Skeleton Key” di Iain Softley.

Il pluripremiato NATHAN CROWLEY (Scenografia) è stato onorato diverse volte per le sue collaborazioni con il regista Christopher Nolan. Ha ottenuto una nomination all’Academy Award® per i suoi disegni nel drammatico “The Prestige” e ha ricevuto una precedente nomination al BAFTA Award per “Batman Begins”. Inoltre Crowley è stato candidato all’Art Directors Guild Award per entrambi i film. Ha collaborato con Nolan nel thriller “Insomnia”, con Al Pacino, Robin Williams e Hilary Swank.
Altri crediti di Crowley comprendono il dramma romantico “The Lake House” (La casa sul lago del tempo), il film biografico “Veronica Guerin” diretto da Joel Schumacher, il dramma di guerra “Behind Enemy Lines” (Behind Enemy Lines – dietro le linee nemiche) e la commedia di Barry Levinson ambientata in Irlanda dal titolo “An Everlasting Peace”.
In precedenza è stato direttore artistico nei film “Mission: Impossible II” diretto da John Woo, “Assassins” di Richard Donner, “The Devil’s Own” (L’ombra del diavolo) di Alan J. Pakula, e “Braveheart” di Mel Gibson.
Al di là del cinema, Crowley è stato lo scenografo della serie televisiva di BBC “The Ambassador”.

Nata in Messico, MAYES C. RUBEO (Costumi) è una dei talenti più creativi dell’industria degli odierni costumi cinematografici.
Figlia del fotoreporter Silvio Castillero e di Esperanza Botello, casalinga e madre di dodici figli, Mayes ha ricevuto un’educazione particolare che le ha trasmesso i valori e il coraggio necessari per riuscire a realizzare le sue ambizioni nella vita.
Dopo aver ultimato i suoi studi in ‘costume design’ presso la Los Angeles Trade Tech, ed aver conseguito una laurea in arte presso la UCLA, Mayes ha studiato storia dell’arte presso l’Istituto Statale d’Arte in Italia. All’inizio della sua carriera il costumista e scenografo Enrico Sabbatini è stato il suo mentore. Mayes ha lavorato come assistente e supervisore per stilisti del calibro di Shay Cunliffe, Erica Phillips ed Ellen Mirojnick.
Rubeo vanta collaborazioni con i registi più noti fra cui Oliver Stone (“Nato il 4 luglio”) e Paul Verhoven (“Atto di forza”), con filmmakers indipendenti quali John Sayles e Maggie Renzi (“Angeli armati”, “La costa del sole” e “Casa De Los Babys”) che ha ispirato profondamente Mayes, trasmettendole una preziosa lezione: l’arte di fare film di qualità con pochissime risorse finanziarie.
Nel 2002, Rubeo è stata nominata al Costume Designers Guild Award per il TV movie “Fidel” con Gael Garcia Bernal. Il film, che copre un lungo arco storico del ‘900, presenta abiti dagli anni ’30 agli anni ’90, dalle divise dei soldati in guerra, agli abiti da sera delle feste dell’alta società alle danze Mambo nei nightclub dell’Avana.
Recentemente ha lavorato per “Apocalypto” di Mel Gibson, “Avatar” di James Cameron (che le è valso la nomination ad un altro CDG Award) e “Dragonball” di James Wong.

EAMONN BUTLER (Supervisore Animazione) ha trascorso dieci anni presso la Walt Disney Feature Animation, dove ha lavorato in numerose produzioni, fra cui “Fantasia 2000”, “Dinosaur” e “Reign of Fire”.
Nel 2006 Butler si è unito alla Double Negative, una società inglese di effetti visivi e computer animation situata a Londra e ha lavorato come supervisore all’animazione per “Harry Potter and the Order of the Phoenix” (Harry Potter e l’Ordine della Fenice), “Hellboy II: The Golden Army” e “10,000 BC.” (10000 A.C). Nel 2008 Butler è stato capo del dipartimento di animazione alla Double Negative.
Negli ultimi 12 mesi  Butler ha lavorato con la sua squadra in diversi progetti: “The Sorcerer’s Apprentice” (L’apprendista stregone) “Paul”, “Prince of Persia: The Sands of Time” (Prince of Persia: le sabbie del tempo) “The Wolf Man” (L’uomo lupo), “Kick‐Ass”, “Sherlock Holmes”, “The Green Zone”, “Angels & Demons” (Angeli e demoni), “Harry Potter and the Half Blood Prince” (Harry Potter e il principe mezzo sangue), “The Boat that Rocked” (I love radio rock), “Fast & Furious” e “Harry Potter and the Deathly Hallows” (Harry Potter e i doni della morte).
Attualmente sta seguendo la produzione di “John Carter” e “Attack the Block”.

 

 

Un pensiero su “John Carter (DAL 7 MARZO) CURIOSITA’ PB COMPETO

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