L’attore, nominato per il Premio Oscar© e vincitore del BAFTA, Gary Oldman offre una in L’Ora Più Buia – Darkest Hour, un emozionante racconto ispirato dalla vera esperienza delle prime settimane di Winston Churchill alla guida del proprio paese agli inizi della Seconda Guerra Mondiale. In quel momento le vite di oltre 200.000 soldati britannici aspettavano di essere salvate sulle spiagge di Dunkirk, in Francia.
L’Ora Più Buia – Darkest Hour ha messo alla prova anche un attore del livello di Oldman. Come spiega lui stesso, “Tutto ha avuto inizio con la voce. Mi sono dovuto convincere di essere in grado di recitare con la sua voce. Ho preso uno dei suoi discorsi, un registratore e ho iniziato a sperimentare.
“Poi ho iniziato a scavare il testo per capire al meglio l’uomo che ha affrontato un dittatore come Hitler. Ho tentato di comprendere la sua psicologia e il suo modo di pensare. Ho costruito il mio personaggio mattone per mattone.”
Oldman conferma, “Ho lavorato molto sulla voce e ho guardato moltissimo materiale video che mi ha rivelato l’immagine di un uomo di 65 anni pieno di energia e piglio.”
Oldman ha sentito rapidamente di essere riuscito a trovare una chiave per raccontarne le gesta, anche se l’aspetto fisico continuava a essere un freno. Ha anche temuto di non essere in grado di interpretarlo, almeno fino a quando “non fossi riuscito a sentirlo anche dal punto di vista di energia, nel modo in cui si muoveva nello spazio…e potermi così guardare allo specchio e riconoscerlo, almeno riconoscerne lo spirito.”
Il lavoro realizzato fra supporti, trucco e capelli ha richiesto grande creatività. Da subito tutti hanno condiviso la necessità di trovare “una soluzione ibrida, come per un’impollinazione,” spiega Oldman. “Dovevo diventare Churchill e rimanere Gary; la faccia doveva permettermi comunque di lavorare al meglio.”
Ci sono voluti sei mesi di sviluppo e prove per ottenere il giusto equilibrio, fra scolpire, applicare, aggiustare, aggiungere e togliere. Il processo si è anche evoluto in funzione delle revisioni della sceneggiatura da parte di McCarten e delle ricerche realizzate di Wright.
Tsuji ha preso i calchi di Oldman, fra vita, corpo intero e testa, “per poi arrivare a cinque test generali per il trucco giusto. Il regista per aiutarci deve avere uno sguardo molto abituato a valutare i risultati e Joe Wright ci ha dato un contributo importante in questo senso.”
Per migliorare il processo è stata chiamata anche una professionista del calibro di Ivana Primorac, sei volte nominata per i BAFTA Award e una fra le collaboratrici preferite di Wright. Sin dalle prime battute il regista l’ha convocata per occuparsi di L’Ora Più Buia – Darkest Hour e “del look di tutti”, da quanto racconta.
“La silhouette di Churchill è unica, che tutto il mondo la riconosce, e non c’è attore che lo possa interpretare senza averla. Gary ha dovuto necessariamente ricostruirla per impersonare la fisicità di Churchill nei discorsi e nei movimenti. Passo dopo passo, è iniziata la trasformazione e verificarla a ogni passaggio è stato straordinario. I risultati ottenuti da Kazu sono straordinari: non ho mai visto nulla di simile.”
I calchi hanno permesso di produrre una maschera, a sua volta lavorata a mano da Tsuji: guardando fotografie e video ha scolpito i tratti di Winston sul materiale dello stampo. Da questo stadio “si è passati al passaggio in silicone che è stato finalmente applicato sulla faccia di Gary. Abbiamo anche realizzato una parrucca che ha definitivamente portato alla trasformazione di Gary in Winston.”
Il supporto di silicone è stato lavorato con una sostanza che potesse renderlo anche più morbido, così da dare un’impressione simile alla pelle, soprattutto una volta applicato alla faccia di Oldman, anche per valorizzare al meglio i movimenti del suo viso e tutta la sua espressività.
Alcune aree del volto sono comunque stati tenuti liberi dalla maschera, in particolare la fronte e le labbra: le prove hanno infatti rivelato che per entrambi diventava complessa la lettura delle espressioni e danneggiare la performance. Per sincronizzare al meglio le espressioni del viso, la protesi non poteva essere neanche un millimetro fuori posto.
Tsuji ha anche sviluppato per Oldman “un’armatura di schiuma che nonostante la sua leggerezza si è rivelata fondamentale per cambiare la forma del suo corpo e la postura”.
Dal momento in cui è iniziata la produzione del film nell’autunno del 2016 l’applicazione giornaliera è diventata una scienza esatta, per un percorso che portava fino a tre ore e mezzo, portando le giornate di lavoro di Oldman arrivare fino a 18-20 ore totali. “Arrivavo sul set alle 3 del mattino per iniziare a truccarmi,” ricorda. “La parte dei costumi prendeva un’altra mezz’ora, fino a quando la troupe non arrivava alle 7.”
Ci sarebbe voluto anche molto di più se Oldman non avesse preso la decisione radicale di rasarsi completamente così da eliminare l’impaccio dei capelli.
Come lui stesso sottolinea, “David Malinowski e Lucy Sibbick hanno lavorato al mio fianco ogni giorno, seguendo nel dettaglio le istruzioni di Kazu. Che squadra incredibile!”
Il duo ha applicato alla faccia di Oldman dei marcatori naturali che permettessero di guidarli ogni giorno nel sovrapporre perfettamente la protesi su collo, occhi e bocca, trasformandola di fatto in una mappa da consultare ogni giorno.
“Il materiale era molto leggero,” Malinowski spiega. “Come una calza che provi a mettere sulla faccia, in cui ogni piccolo dettaglio può creare una piega o un’increspatura.”
Oldman ha riposto grande fede nella seduta generale, perché una volta completata gli ha permesso di potersi completamente concentrare sulla propria performance. Alla fine, Primorac e la sua squadra hanno deciso di ridurre al minimo gli ultimi controlli, ben consapevoli che il protagonista si stesse sobbarcando un carico equivalente alla metà del proprio peso.
Anche la rimozione del trucco prendeva quasi due ore al giorno: purtroppo non poteva essere rimossa velocemente per evitare danni alla pelle di Oldman.
Wright confessa, “Durante le riprese tutto mi appariva totalmente reale. Sono arrivato a dimenticarmi che Gary stesse indossando costumi, protesi e trucco.”
La pelle della protesi ha avuto bisogno comunque di frequenti interventi da parte di Malinowski, per curare il rossore rubicondo delle guance di Winston. La base del silicone è diventata una tela su cui ricreare ogni volta i giusti toni, facendo comunque attenzione ai contorni scolpiti del viso. Anche ogni piccolo neo di Winston è stato delicatamente disegnato ogni volta…Una volta che i toni della pelle e i nei venivano aggiunti, Malinowski chiudeva il lavoro con il più delicato dei propri pennelli per disegnare le vene rossastre del viso.
Questi sforzi avevano la necessità di rispondere anche alle esigenze di scena, che fosse ambientata di giorno o di notte, o considerando lo stato fisico di Winston in funzione della scena in questione, senza trascurare neanche il minimo errore di rasatura.
Malinowski nota. “Abbiamo lavorato duramente per creare un personaggio con le stesse sembianze. Volevamo assolutamente evitare che il pubblico vedesse nello schermo l’intervento del trucco. Con la tecnologia digitale ormai la macchina da presa riesce a cogliere ogni dettaglio, per cui ti devi preoccupare che tutto funzioni al meglio.”
I 54 giorni di riprese non hanno previsto neanche una singola volta che Oldman non affrontasse la seduta di trucco, per un coinvolgimento totale di tutte le figure impegnate.
Tsuji ha sorvolato più volte l’Atlantico per visitare il set. Come lui stesso racconta “non sono venuto tanto per guardare Gary, ma piuttosto per ascoltare la voce di Gary durante la sua interpretazione. È stato eccezionale poterne vedere la sua trasformazione e poi ascoltarne la voce.”
Urbanski esprime tutta la propria meraviglia, “Gary ha mostrato tutta la propria grandezza interpretando Winston. Pur essendo due figure nettamente differenti, è riuscito a farmi pensare a George C. Scott in Patton, Generale d’Acciaio – Patton. Ti lascia letteralmente a bocca aperta.
“Il dono di Gary è di aver mostrato un’eccezionale capacità di concentrazione, presentandosi tutti i giorni sul set con più energia di qualsiasi altra persona; avrebbe avuto il diritto di essere il più stanco, invece è riuscito a motivare tutti gli altri.”
“Senza ombra di dubbio,” conclude Oldman, “si è trattato del lavoro più difficile della mia vita professionale.”
“Nonostante ciò, l’ho trovata anche un’esperienza liberatoria. Non vedevo l’ora di lavorare e ritornare a essere Winston. Mi svegliavo ogni giorno e pensavo “Quanto sono fortunato a fare quello che mi piace.””
Ha iniziato a registrarsi mentre interpretava uno dei discorsi, nel corridoio di casa, così da trovare un’acustica funzionale. Ho avuto da subito la sensazione di ascoltare Churchill.
“Non era ancora una completa interpretazione. Gary ha lavorato per arrivare a ogni sfumatura espressa nelle parole di Winston.”
Fondamentale per Oldman nella costruzione del personaggio è stato “lavorare con i costumi. È un aspetto personale che aiuta l’attore con il contatto.”
Per dare un senso alle protesi e alla voce è stato necessario iniziare a coinvolgere i responsabili dei costumi: la vincitrice del Premio Oscar© Jacqueline Durran, veterana dei film di Wright, è tornata a occuparsi di vestire Oldman dopo il film della Working Title La Talpa - Tinker, Tailor, Soldier, Spy, dove aveva una fisicità totalmente diversa.
“Mi fido completamente di lei ed è un piacere lavorarci insieme,” dice Oldman. Aggiunge Wright, “Jacqueline, che Dio la benedica, ha approcciato L’Ora Più Buia - Darkest Hour con la passione e l’entusiasmo che ha mostrato su tutti i nostri film precedenti – anche se in questo caso si è dovuta occupare principalmente di uomini in giacca e cravatta!”
Di fatto, Durran ha dedicato tempo extra per lavorare con Oldman, Wright e Kazuhiro Tsuji, impegnando addirittura sei mesi prima dell’inizio delle riprese.
Durran conferma, “Quando si è presentata la possibilità di vestire Winston Churchill, ho capito che la chiave di volta era di studiare attentamente i suoi vestiti e cercare poi di replicarli accuratamente.
“Mi è stato chiesto di dare a Gary gli strumenti per diventare il Winston che voleva, raggiungendo contestualmente gli obiettivi di Joe.”
Oldman ricorda, “Ci sono alcuni elementi molto specifici: il sigaro, l’orologio, l’anello, gli occhiali e i cappelli – era un uomo tipicamente da cappello.”
I cappelli di Churchill sono sempre stati prodotti e forniti esclusivamente da Lock & Co. Hatters, il più vecchio negozio di cappelli al mondo. Fondato nel 1676, ha adornato le teste di tutti, da Lord Nelson a David Beckham. La produzione è andata direttamente alla fonte: “È stato come fare una passeggiata nella storia,” spiega Oldman.
Durran conferma, “Gary ha lavorato molto con i cappelli per la costruzione del personaggio. Ha usato un Homburg, un Cambridge, un cilindro. C’erano anche un cappello da ammiraglio e un fez, ma abbiamo stabilito di non utilizzarli.”
Per gli abiti, la produzione si è rivolta alla sartoria originale che riforniva Churchill. Fondata nel 1806, Henry Poole & Co. Tailors of Savile Row “ha realizzato tutti i suoi abiti. Poterli indossare mi ha dato un contatto fisico con la persona che interpretavo,” nota Oldman.
Continuando a cercare tutti gli elementi giusti per vestire Churchill, i sigari erano Cohiba Siglos e l’orologio da tasca era prodotto di Montres Breguet. Le scarpe, invece, sono l’unica eccezione alla regola; è stato necessario farle su misura, in quanto il fornitore originale non era più in attività.
Oldman sorride, “È stata un’esperienza equivalente alla preparazione di un pugile prima di salire sul ring, con tutti i rituali che precedono la battaglia. Una volta che la faccia è stata applicata, gli abiti e gli accessori sono stati indossati, a quel punto c’eravamo: sono diventato Winnie.”
Per tutti è stato straordinario assistere a quanto lontano potesse arrivare un attore: la prima cartina tornasole è stato il giudizio di chi lavorava sul set.
Sul set, Lisa Bruce dice di “aver avuto i brividi. Ogni momento ho avuto l’impressione di trovarmi di fronte al vero Winston. Quello che Gary è stato in grado di dare all’interpretazione, attraverso gli occhi, la postura, i movimenti del corpo – ha ricreato perfettamente Winston.
“Il trucco e le protesi hanno dato un contributo insostituibile, ma poi è lo stesso Gary Oldman a fare il miracolo.”
Wright ha imparato negli anni a creare un legame forte con i propri protagonisti. È lo stesso regista ad affermarlo, “Su L’Ora Più Buia – Darkest Hour, Gary è diventato il mio primo punto di riferimento. In quanto regista – Niente Per Bocca – Nil by Mouth è un piccolo capolavoro – ho potuto confrontarmi con lui su ogni scelta, anche registica, in un modo che solitamente non faccio con gli altri attori.
“Ho titubato, anche pensando che ognuno si dovesse occupare del proprio ruolo. Ma Gary è un collaboratore eccezionale, che vuole discutere e contribuire alle scelte prese. Lavorare insieme per L’Ora Più Buia – Darkest Hour è stato veramente eccitante.”
Oldman aggiunge, “Ci sono stati film in cui ho lavorato dove non ho incontrato né parlato con il regista prima di arrivare sul set. Per questo è stato splendido poter lavorare con Joe, che è totalmente coinvolto, dalla scrittura della sceneggiatura alla creazione della giusta atmosfera sul set. Joe ha messo in gioco tutto sé stesso per realizzare L’Ora Più Buia – Darkest Hour.”
BIOGRAFIA
GARY OLDMAN (Winston Churchill)
Acclamata figura del grande schermo da ben 30 anni, Gary Oldman è considerato uno dei migliori attori della propria generazione.
Oldman è conosciuto da milioni di spettatori per interpretazioni iconiche come Sirius Black (il padrino di Harry Potter), il Commissario Jim Gordon (Batman/Bruce Wayne partner nella lotta al crimine di Batman/Bruce Wayne), Dracula, Beethoven, Ponzio Pilato, Lee Harvey Oswald, Joe Orton, Sid Vicious, e George Smiley. Per una delle ultime interpretazioni, per Tomas Alfredson in La Talpa - Tinker, Tailor, Soldier, Spy, gli ha portato riconoscimenti in tutto il mondo come il BAFTA Award, il British Independent Film Award, l’European Film Award, e una nomination per il Premio Oscar© come Migliore Attore.
Nel 2011, avuto l’onore di ricevere l’Empire Awards’ Icon Award per la carriera e un tributo dal Gotham Independent Film Awards. Nel 2014 ai London Critics’ Circle Film Awards, ha ritirato il Dilys Powell Award for Excellence in Film.
Nato nel Regno Unito, ha recitato in 13 film che hanno aperto al primo posto al botteghino. Ha fatto parte a due delle saghe più importanti nella storia del cinema, come Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban – Harry Potter and the Prisoner of Azkaban, Harry Potter e il calice di fuoco – Harry Potter and the Goblet of Fire, Harry Potter e l’Ordine della Fenice – Harry Potter and the Order of the Phoenix, e Harry Potter e i doni della morte Parte 2 – Harry Potter and the Deathly Hallows Part 2, diretti rispettivamente da Alfonso Cuarón, Mike Newell, e David Yates; e Batman Begins, Il Cavaliere Oscuro – The Dark Knight, e Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno - The Dark Knight Rises di Christopher Nolan.
La carriera nella recitazione per Oldman comincia nel 1979 e per diversi anni ha lavorato esclusivamente a teatro; dal 1985 al 1989 ha alternato i primi passi nel cinema con il lavoro sul palco del Royal Court Theatre a Londra. Fra le sue prime apparizioni televisive ci sono Meantime di Mike Leigh e il successivo The Firm di Alan Clarke.
Fra i tanti film a cui ha partecipato si possono ricordare Sid e Nancy di Alex Cox; Prick Up – L’Importanza di essere Joe – Prick Up Your Ears di Stephen Frears; Rosencrantz e Guildenstern sono morti – Rosencrantz & Guildenstern Are Dead di Tom Stoppard; Stato di Grazia – State of Grace di Phil Joanou; JFK – Un Caso Ancora Aperto di Oliver Stone; Dracula di Bram Stoker – Stoker’s Dracula di Francis Ford Coppola; Una Vita al Massimo – True Romance di Tony Scott; Amata Immortale – Immortal Beloved di Bernard Rose; Lèon – The Professional e Il Quinto Elemento – The Fifth Element di Luc Besson; Air Force One di Wolfgang Petersen; Hannibal di Ridley Scott; Codice Genesi – The Book of Eli di Albert e Allen Hughes; Child 44 – Il Bambino n. 44 di Daniel Espinosa e Apes Revolution – Il Pianeta delle Scimmie – Dawn of the Planet of the Apes di Matt Reeves.
Con Douglas Urbanski, Oldman ha prodotto il lungometraggio Niente Per Bocca – Nil by Mouth. Il film ha segnato il suo debutto tanto come sceneggiatore che regista ed è stato selezionato per la sua prima mondiale come film di apertura della cinquantesima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Cannes, con Kathy Burke premiata come Miglior Attrice. Il film ha avuto altri premi come il Channel Four Director’s Prize, all’Edinburgh International Film Festival, sei nominations ai British Independent Film Award (BIFA), di cui tre assegnati alla Burke, a Ray Winstone e Laila Morse; il BAFTA Award per Miglior Sceneggiatura Originale e il BAFTA’s Alexander Korda Award per Miglior Film Britannico dell’Anno.
Fra gli altri film prodotti insieme c’è The Contender di Rod Lurie, con Joan Allen e Jeff Bridges. Il film ha ricevuto due Premi Oscar©, due Golden Globe Award, e tre nomination agli Screen Actors Guild Award, inclusa una per Miglior Attore non Protagonista a Oldman e tutto il cast tecnico e creativo è stato omaggiato con il Broadcast Film Critics Association’s Alan J. Pakula Award.