Sta arrivando “IT” – TUTTE LE CURIOSITÀ SUL FILM

 

Di cosa hai paura?

Che si tratti di un mostro sotto al letto, nascosto nell’ombra, o di una creatura in agguato nelle tenebre, non c’è modo di sfuggire alle vostre paure più grandi nel thriller horror, “IT”. A portare il famoso best seller di Stephen King sul grande schermo per la prima volta, il celebre regista Andy Muschietti, che afferma “La paura è universale, ci accomuna tutti. E cosa esiste di più terrificante di qualcosa che non attacca la vostra persona, ma le vostre paure più profonde?”

L’enigmatico e breve titolo del film è riferito al cattivo principale della storia, un antico muta forma che prende le sembianze delle paure più remote delle sue vittime e che esce dal suo stato di ibernazione ogni 27 anni, per nutrirsi dei residenti più vulnerabili della comunità di Derry, nel Maine: i bambini. Stavolta, sette giovani emarginati, che si autodefiniscono “il Club dei Perdenti”, fanno gruppo per combattere il misterioso essere che chiamano con un appellativo generico: It. Anche se in realtà un nome ce l’ha…un nome diventato icona dell’universo horror: Pennywise, il Clown Danzante. Pubblicato per la prima volta nel 1986, IT è diventato immediatamente un classico, il libro più venduto di quell’anno. Appassionando i lettori di oltre tre decenni, il best seller continua ad essere considerato il migliore lavoro dell’impareggiabile maestro dell’horror della letteratura, ispirando diversi film e progetti televisivi negli anni che hanno seguito la sua pubblicazione. Il regista del film afferma “Sono un grande fan di Stephen King, era il mio scrittore preferito durante gli anni della mia crescita, perciò dirigere ‘IT’ è stato come realizzare un sogno”, dichiara Muschietti. “Mi piace fare film che spaventano, sono sempre stato affascinato dalla paura e, probabilmente, il momento in cui si ha più paura è quando da ragazzini si assiste al primo film horror. Questa è una sensazione che non si proverà mai più per il resto della vita, quindi per me questa è diventata un po’ una sfida chimerica, quella di riportare le persone a provare quelle sensazioni. Questo mi aiuta molto nella creazione, perché credo che per spaventare lo spettatore devo raccontare quello che spaventa me”. C’è un altro aspetto della storia che rappresenta un segno distintivo di Stephen King. Senza dubbio non c’è scrittore migliore nella giustapposizione di un orrore assoluto con l’esperienza della crescita—e forse ancor di più in modo perfetto nel tenero racconto generazionale al cuore di “IT”. Il produttore Seth Graham-Smith enfatizza, “Sapevamo dall’inizio che ‘IT’ non sarebbe stato solo un racconto horror e il film ha dovuto riflettere i diversi toni del romanzo. È ambientato in un periodo in cui le vite di questi giovani personaggi stanno per cambiare, perciò volevamo che il film catturasse il fascino dei momenti vissuti dai personaggi, ma che fosse allo stesso tempo pietrificante”.

Il produttore David Katzenberg concorda. “Durante lo svolgimento del film, ci sono momenti in cui ognuno degli elementi vengono allo scoperto, creando un interessante equilibrio tra emozione e paura. Cogliere quegli aspetti nel modo giusto era importante per il ritmo del film e del racconto”. La sorella di Andy Muschietti e sua partner creativa, la produttrice Barbara Muschietti, rende merito agli sceneggiatori di aver trovato quell’equilibrio. “Chase Palmer, Cary Fukunaga e Gary Dauberman sono stati capaci di catturare gli aspetti toccanti dell’amicizia tra i membri del Club dei Perdenti, oltre ad aver accennato ai primi amori adolescenziali. Ma non cadete nell’errore: vi spaventerete a morte”, sorride. Il terrore di “IT” è incarnato dal maligno clown, Pennywise—divoratore di bambini e dispensatore di paure. Bill Skarsgård, interprete del ruolo, dice, “Conoscevo IT e il personaggio di Pennywise già dai tempi dell’adolescenza. Per come la vedo io, ha bisogno che i bambini credano in ciò che vedono e venirne spaventati per consumarsi, perché la paura ammorbidisce le loro carni. Per me, da bambino e anche ora, questo è il concetto più spaventoso di ogni altro”. Rappresentante del Club dei Perdenti, l’attore Jaeden Lieberher dice, “Si tratta fondamentalmente di sconfiggere la paura, perché se i ragazzini non avessero paura di Pennywise, avrebbero una possibilità di sconfiggerlo. Ma guardare le cose brutte che ci capitano è veramente spaventoso”. Lieberher interpreta ‘de facto’ il leader del gruppo, Bill Denbrough. L’insieme dei giovani attori che compongono il club sono: Finn Wolfhard nel ruolo di Richie Tozier; Sophia Lillis in quello di Beverly Marsh; Jack Dylan Grazer è Eddie Kaspbrak; Wyatt Oleff è Stanley Uris; Jeremy Ray Taylor nel ruolo di Ben Hanscom e Chosen Jacobs in quello di Mike Hanlon. Per sviluppare il progetto, il team di produttori—che include anche Roy Lee e Dan Lin— sapeva che per portare sullo schermo una storia così ricca, composta da oltre mille pagine, sarebbe stata un’impresa titanica, pertanto è stato deciso di concentrarsi sulla prima metà, quando il Club dei Perdenti era ancora composto da bambini…e prede principali di Pennywise. Ciò nonostante, Dauberman afferma, “La difficoltà maggiore nell’adattamento della prima metà di un romanzo amato come IT, è rappresentata dalla scelta tra i molti passaggi che ci hanno colpito già dalla prima volta che abbiamo letto il libro”. Grahame-Smith dice, “Tutti noi abbiamo sentito il peso della grande responsabilità di essere fedeli allo spirito del romanzo, perché è un libro molto caro ai fan di Stephen King— inclusi tutti coloro che hanno lavorato duramente per realizzarlo finalmente per il grande schermo”. “C’è voluta la collaborazione di tutti”, ricorda Dauberman, “e Andy era un vulcano di idee. Una delle cose più discusse sono stati i volti impauriti dei Perdenti, per poter definire al meglio i tratti dei loro caratteri. Ha ragionato a lungo su come avrebbero dovuto reagire, estrapolando il tutto, ovviamente, dai suggerimenti contenuti nel libro”. “Andy aveva una visione chiara del film”, afferma Katzenberg. “Non c’è dubbio che sappia cos’è l’orrore”, continua il produttore, riferendosi al lavoro di Muschietti nel fortunato film ‘Mama’, “ma ha anche centrato i toni contrastanti e come farli convivere in modo omogeneo. La scelta di affidare a lui questo progetto si è rivelata vincente”. C’è stato un altro cambiamento importante su cui i produttori sono stati concordi, nella stesura della sceneggiatura. Sebbene King avesse ambientato la prima parte del suo romanzo negli anni ‘50, è stato deciso di posporre la storia negli anni ‘80. Barbara Muschietti spiega, “gli anni `50 sono stati gli anni della formazione di Stephen King, quindi quella era la sua generazione e il libro riflette le paure durante gli anni della sua crescita. Stephen dice sempre, ‘Scrivete ciò di cui sapete’. Quindi volevamo fare il film su quello che sapevamo noi—cresciuti negli anni ‘80—e evocare il tipo di cose di cui avevamo paura all’epoca”. Andy Muschietti dice, “Negli anni `50, i bambini erano spaventati da cose diverse, come ad esempio dai mostri che vedevano nei film classici di quel periodo, e nella storia originale Pennywise prende la forma di alcuni di quei mostri. Le paure rivisitate in questo film sono diverse e profonde, e anche i fan del libro rimarranno sorpresi dai risvolti che vedranno nel film”. Lo scrittore Stephen King nota, “I produttori hanno scelto una direzione leggermente diversa dal romanzo, ma la cosa importante è che hanno mantenuto l’idea centrale e cioè che Pennywise si avvicina a questi ragazzini scoprendo cos’è che li spaventa e diventando quella cosa. Andy lo ha compreso in modo assoluto, rendendoci molto fieri del suo lavoro”.

 

Il thriller dell’orrore della New Line Cinema, “IT” diretto da Andy Muschietti (“Mama”), è tratto dal famosissimo romanzo omonimo di Stephen King, che da decenni terrorizza generazioni di lettori. Il film racconta la storia di sette giovani emarginati di Derry, Maine, che si autodefiniscono il Club dei Perdenti. Ognuno di loro è stato escluso dalla società per un motivo o l’altro; ognuno di loro è bersaglio di un branco di bulli del luogo… e tutti loro hanno visto materializzarsi le proprie paure inconsce sotto forma di un antico predatore muta forma, che non possono fare altro che chiamare It. Da quando esiste la loro città, Derry, è diventata terreno di caccia di questa entità, che emerge dalle fognature ogni 27 anni per cibarsi del terrore che scatena nelle prede scelte: i bambini di Derry. Facendo gruppo durante un’estate orribile ma felice, il Club dei Perdenti si compatta per riuscire a sconfiggere le proprie paure e fermare la serie di omicidi iniziata durante una giornata di pioggia, quando un bambino, nel tentativo di recuperare la sua barchetta di carta, viene risucchiato all’interno di un tombino… finendo dritto tra le braccia di Pennywise il Clown. Il romanzo di Stephen King IT, fu pubblicato per la prima volta nel 1986, diventando immediatamente un classico della letteratura. A tutt’oggi è considerato uno dei lavori migliori e più autorevoli dell’incontrastato maestro dell’horror della letteratura, ispirando nel corso degli anni numerosi progetti cinematografici e televisivi.

 

I PERDENTI Se restiamo uniti, vinceremo.

Il settetto di adolescenti che si autodefinisce il Club dei Perdenti, sono l’anima di “IT”. Individualmente, questi ragazzini non riescono neanche a cavarsela con i bulli che frequentano la loro scuola, figuriamoci contro un’entità potente e capace di trasformarsi. Ma insieme possiedono un coraggio speciale che deriva dalla loro amicizia e dalla determinazione di guardarsi le spalle l’un l’altro, e la loro città, affrontando una minaccia orribile che agisce indisturbata da secoli. Il regista afferma, “I Perdenti trovano la forza restando uniti, ed è interessante osservare come le dinamiche del gruppo cambiano nel corso del film—alternando ruoli di comando e posizioni di forza. Ognuno di loro ha il suo momento. È una storia bellissima e, specialmente nei momenti di avversità, si intuisce umanità, fiducia e amore che risalgono in superficie”. King rivela che c’è stato un motivo specifico per il quale ha scelto dei bambini come eroi del suo libro. “Esiste un confine, una zona, dove i ragazzini sono troppo grandi per credere a Babbo Natale e al Coniglio Pasquale, ma hanno ancora paura che ci possa essere qualcosa sotto il letto una volta spente le luci. Volevo mettere questi ragazzini nella situazione in cui sono gli unici a vedere questa creatura, perché credono ancora nei mostri. E al contempo, sono più grandi dei bambini che sono totalmente inermi, mentre loro riescono ad intraprendere una qualche reazione”. Per trovare gli attori che avrebbero interpretato i Perdenti, i produttori hanno condotto ricerche estenuanti, assistendo ai provini di centinaia di aspiranti attori. Muschietti dice, “Il casting di questo film è stato un processo lungo e abbiamo dovuto visionare tantissime persone. Ma è meraviglioso quando trovi l’attore che condivide il DNA di un personaggio. Per un regista è emozionante, perché mettere insieme il cast migliore è essenziale per dare vita a un personaggio”.

Il casting di questi personaggi così complessi, non si è limitato alla scelta dell’assemblaggio degli attori, ma ci siamo anche dovuti assicurare che possedessero l’alchimia necessaria per unirsi in un gruppo e sembrare una singola unità. “Il nostro direttore del casting, Rich Delia, ha fatto un lavoro eccellente”, dichiara Barbara Muschietti. “Ha portato ai provini tantissimi bambini davvero eccezionali ed è stato difficile fare una scrematura. Ci siamo divertiti a metterli insieme in gruppi, così da poter valutare la combinazione perfetta, e quando abbiamo visto l’affiatamento immediato degli attori scelti, è apparso chiaro che avevamo trovato quello che stavamo cercando”. Grahame-Smith racconta che il gruppo si è approcciato ai vari ruoli con dedizione e abilità, non comune per ragazzi della loro età. “Tutti si sono dimostrati concentrati, preparati e disposti a lavorare. Si mettevano ai posti stabiliti, ricordavano tutte le battute e hanno dato il meglio che potevano. Guardarli lavorare è stato incredibile”. Jaeden Lieberher interpreta il timido e balbettante Bill Denbrough, ossessionato dal ricordo del suo fratellino, George, interpretato dall’esordiente Jackson Robert Scott. Il brutale assassinio del ragazzino, che tutti chiamano Georgie, diventa il catalizzatore della storia e dell’avventura vissuta da Bill. Lieberher dice che la tragedia spinge il suo personaggio ad intraprendere una missione. “All’inizio del film, si vede il rapporto amorevole tra Bill e Georgie. Dopo la scomparsa di Georgie, Bill si sente colpevole perché era stato lui a lasciarlo libero di giocare all’aperto sotto la pioggia, con la sua nuova barca di carta. Dopo questo evento, la sua vita a casa diventa abbastanza dura. I genitori non lo aiutano—dalla morte di Georgie diventano distanti e freddi nei suoi confronti—perciò non gli rimangono che i suoi amici. Loro sono gli unici con cui può parlare”. Il migliore amico di Bill è Richie Tozier, un burlone dalla parlantina fluente nascosto dietro un paio di occhiali spessi come fondi di bottiglia. Finn Wolfhard, interprete del ruolo, dice, “Richie è un po’ imbranato, ama videogiochi e televisione e in questo mi somiglia. Cerca di essere il buffone del gruppo, solo che nessuno crede che sia così simpatico come lui si immagina. I suoi amici sono stufi dei suoi modi e quindi lo evitano. Dopo la scomparsa di Georgie, le cose si fanno più serie e Richie inizia ad accorgersi che a Derry c’è qualcosa che non va…qualcosa su cui non si può scherzare”.

Sophia Lillis interpreta l’unica ragazza del Club dei Perdenti, Beverly Marsh, che agisce ignara degli effetti che provoca sui suoi amici prepubescenti. Nonostante venga abusata in casa propria—o forse proprio a causa di ciò—Beverly è “una delle più forti e coraggiose tra tutti loro”, dichiara Lillis. “È indipendente e agisce come se non le importasse nulla del giudizio degli altri, mentre in realtà, vuole fare amicizia e essere parte di qualcosa. Vuole relazionarsi con gli altri, ma ha paura di finire tra le braccia di persone come suo padre. Perciò, fino ad ora ha mantenuto le distanze…per poi unirsi ai Perdenti, naturalmente”. Jack Dylan Grazer interpreta Eddie Kaspbrak, ipocondriaco in miniatura che porta sempre con sé un marsupio pieno di medicine, inalatori per l’asma e altre cose per l’igiene. “Eddie è un bambino nevrotico”, ammette Grazer. “Ha la paranoia dei germi per colpa di sua mamma e questo gli ha reso impossibile la vita sociale. Ma non è così debole come gli è stato raccontato per tutta la vita. Il confronto con Pennywise, assieme ai suoi amici, gli fa capire quanto sia forte in realtà”. Il ruolo di Stanley Uris, il più scettico tra i sette ragazzini, è interpretato da Wyatt Oleff, il quale nota, “Stan è affetto da Sindrome Ossessiva Compulsiva (OCD); non ama le situazioni ingarbugliate. Quello che gli gira in testa durante questa situazione, è una cosa più complicata di quanto possa permettersi di affrontare. Non è soltanto impaurito da Pennywise, ne è anche offeso…non riesce a comprendere che una cosa simile esista nella sua realtà, perché semplicemente non ha senso”. Vicino a compiere 13 anni, Stanley dovrebbe iniziare a studiare per il suo Bar Mitzvah; invece, un diverso rito di passaggio richiesto da Pennywise, è diventato la sua priorità per il dispiacere di suo padre, il Rabbino capo. Jeremy Ray Taylor interpreta Ben Hanscom, che conosce i Perdenti dopo essere stato attaccato brutalmente—non da Pennywise ma da una banda di bulli del luogo. Ben non ha il fisico in forma tipico dei ragazzi della sua età, ma Taylor è pronto ad elogiare altri suoi attributi. “Lui è quello più intelligente del gruppo, che ama passare il suo tempo in biblioteca…credo che lo si possa tranquillamente definire un secchione”, dice con una smorfia. “È Ben a svelare la terribile storia di assassinii e di gente scomparsa a Derry, riuscendo ad impressionare gli altri. Non ha mai avuto un amico ed è convinto che fare parte del Club dei Perdenti sia la cosa più bella del mondo”.

L’ultimo ad unirsi al Club è Mike Hanlon, interpretato da Chosen Jacobs. “Mike è una persona genuina e razionale”, racconta Jacobs. “Vive in un ambiente umile appena fuori città, dove è ancora forte il pregiudizio razziale e essendo afroamericano, si è sempre sentito bistrattato. Per Mike, fare parte del Club dei Perdenti significa molto perché sono gli unici amici veri che abbia mai avuto”. La solidarietà e l’amore sono le uniche armi in possesso dei Perdenti, per poter combattere contro Pennywise. Barbara Muschietti afferma, “L’unico modo che hanno per poter sopravvivere è quello di rimanere uniti e confrontarsi con i loro demoni, internamente e esternamente”. Gli attori hanno tenuto bene in mente quell’avvertimento—il legame formato tra i componenti del Club si è rispecchiato anche nella relazione formatasi tra gli attori che li interpretano. Prima dell’inizio delle riprese principali, la produzione ha organizzato una specie di campo scuola. Resosi conto che i giovani attori non erano neanche nati all’epoca in cui il film è ambientato, Grahame-Smith ha ricreato per loro una piccola ambientazione anni `80. “Ho creato un piccolo fascicolo contenente i film, le musiche, i videogiochi, l’abbigliamento e altre cose dell’epoca. Conteneva anche informazioni sul modo di parlare e sui telefoni in uso allora. Quello è stato il mio piccolo contributo al campo scuola”. Il tempo passato insieme, era volto alla costruzione di un legame tra i partecipanti del cast. Ma anche i produttori si sono meravigliati di come I ragazzi abbiano legato anche fuori dal set. Sono diventati inseparabili, si sono divertiti a dormire insieme, a vedere i film della sera e a farsi gli scherzi gli uni contro gli altri, per non parlare delle serate karaoke, alle quali spesso hanno preso parte anche i produttori e la troupe. “Sono diventati amici fraterni”, ricorda Grahame-Smith, “e penso che per Andy sia la riprova di avere visto in loro qualcosa di speciale durante la fase di casting. Era come osservare l’estate della sua giovinezza prendere vita davanti ai suoi occhi, sia sullo schermo che fuori”. Muschietti conferma, “Il loro legame era sincero e profondo e comunque vada a finire nel futuro, per loro questo è stato un momento speciale che credo non dimenticheranno mai. Sono molto grato a questi ragazzi; non potevano essere più bravi di quanto lo siano già”

Sebbene sia senza dubbio il più letale, Pennywise non è l’unico pericolo per i ragazzi di Derry. La Bowers Gang—la banda di teppisti violenti guidata da Henry Bowers—è sempre in caccia di persone da opprimere, preferibilmente i più deboli e vulnerabili tra i ragazzini. L’attore australiano Nicholas Hamilton, che interpreta Henry, definisce il suo personaggio “un idiota psicopatico, molto più che un semplice bullo; un essere maligno”. Suoi complici altrettanto privi di scrupoli sono Patrick Hockstetter, interpretato da Owen Teague; Victor Criss, interpretato da Logan Thompson e Belch Huggins, interpretato da Jake Sim. Nonostante i terribili pericoli che devono affrontare i loro figli, gli adulti di Derry appaiono poco disposti—o addirittura incapaci—di aiutarli, chiudendo un occhio nei confronti dei bulli, ed entrambi verso il mostro che flagella la loro città da tempo immemore. La loro apatia, perfino di fronte ad evidenti atti di violenza, è un raccapricciante promemoria dell’influenza spirituale che Pennywise ha sull’intera città. Grahame-Smith asserisce, “Lo si capisce dal fatto che gli adulti, che dovrebbero reagire con maggiore sollecitudine rispetto a quanto facciano, sembrano svanire lasciando accadere cose simili. Lo si capisce guardando i volantini dei bambini scomparsi che si accumulano uno sopra all’altro, senza che nessuno faccia niente al riguardo. Finché, ad un certo punto, i ragazzi capiscono che nessun adulto, nemmeno la loro mamma o il loro papà, potranno aiutarli; perciò saranno loro stessi a doversi occupare della faccenda. E quando si è ragazzini, questa è una delle cose più terrificanti che si possa immaginare”.

 

PENNYWISE

Una pacchia per Pennywise. La paura sale, lo spavento è reale…

I produttori erano convinti che l’attore scelto per interpretare Pennywise, avrebbe virtualmente avuto un impatto significativo per ogni aspetto del film. Dopo una lunga ricerca, Bill Skarsgård è approdato all’ambito ruolo. “Ciò che abbiamo trovato in Bill”, dice Barbara Muschietti, “è stato che i suoi istinti erano perfettamente allineati a quelli immaginati da Andy per Pennywise”. Il regista conferma, “Inizialmente sono rimasto affascinato dalla sua performance nel provino e da quel momento, è stato come scoprire un nuovo regalo giorno dopo giorno. Non solo ha aggiunto mistero e qualità intriganti al personaggio, ma ha anche avuto il coraggio di esplorare la folle teatralità di Pennywise. C’era pazzia nel suo aspetto e il suo linguaggio del corpo era totalmente inquietante. Alcune esigenze fisiche di questo ruolo sono risultate faticose, ma devo ammettere che l’energia di Bill era sempre al massimo”. Da parte sua, Skarsgård dice di essersi affidato ai consigli di Muschietti e di aver apprezzato la fiducia che il regista ha riposto in lui. “Andy si fidava di me e io di lui. Sapevo di essere in buone mani e così mi sono espresso al meglio, e lui ha apprezzato i miei sforzi. Tra noi c’è stata grande collaborazione”. Grahame-Smith afferma, “Non esagero dicendo che Bill ha aggiunto al suo personaggio fisicità, atteggiamento ed espressioni”. In particolare, l’attore è riuscito a fare un’espressione cogliendo il regista di sorpresa. Muschietti racconta, “Lo strabismo di Pennywise era qualcosa che avevo in mente già dall’inizio—Volevo che avesse questo aspetto folle in cui gli occhi si rivolgono in direzioni diverse. Ho suggerito questo a Bill come una particolarità del personaggio, pensando che lo avremmo realizzato in fase di post produzione. Ma lui ha detto, ‘Beh, posso farlo io’ e così l’ha fatto proprio lì sul set. E mi ha spaventato! Lo vedrete nel film; è una cosa terrificante. Una cosa che Bill proprio non poteva fare era trasformare i suoi occhi blu in gialli—così lo abbiamo fatto in post produzione—ma lo strabismo è una cosa tutta sua”. Visto l’appetito di Pennywise per i bambini, Muschietti ha immaginato per il personaggio un viso in qualche modo fanciullesco, con occhi grandi, il naso da folletto, capelli sottili e guance rosate. “Ho sempre pensato che dargli quell’aspetto lo avrebbe reso più inquietante, grazie al contrasto tra un qualcuno dall’aspetto dolce e innocente ma capace di fare cose orribili”. Gli specialisti del trucco, Alec Gillis e Tom Woodruff, hanno progettato e costruito un cranio ingrandito che sembrava, come dice Gillis, “un gigantesco melone spaccato. In genere progettiamo le cose partendo da zero, ma Andy mi ha fatto avere un disegno che era praticamente già fatto, con l’obbligo di rendere l’aspetto del personaggio quasi come fosse un bambino. Ci ho messo tutto me stesso”. A completare il volto di Pennywise ci sono dei grandi denti affilati, che spesso sono bagnati dalla saliva.

Per il vestito del personaggio, la costumista Janie Bryant ha pensato ad elementi medievali, rinascimentali ed Elisabettiani, a suggerire il fatto che Pennywise tormenta Derry da centinaia di anni. Ha anche aggiunto delle pieghe, sulle quali la Bryant nota, “Le pieghe intricate si aggiungono alle qualità organiche e rettili del costume di Pennywise”. Oltre alle caratteristiche fisiche, Skarsgård si è impegnato a creare la voce particolare di Pennywise e la sua risata maniacale. Per la voce, ha optato per una che definisce “un tono scoppiettante e stridulo”. Una volta completata l’incarnazione del mitico personaggio da parte di Skarsgård, la produzione ha deciso di nascondere Pennywise alla vista dei sette attori che formano il Club dei Perdenti, almeno inizialmente, per non rovinare la loro prima reazione. Katzenberg afferma, “Abbiamo evitato che i ragazzi vedessero Pennywise, fino a quando non sarebbe arrivato il momento di girare la scena in cui appare. Credo che questo abbia aggiunto un ulteriore elemento rispetto al momento in cui fanno la sua conoscenza ed esserne veramente spaventati”. Muschietti ha pensato a lungo su come rivelare Pennywise sullo schermo per la prima volta. “Nel libro questo è un momento iconico e credo che il pubblico non veda l’ora di scoprirlo”, riconosce il regista. “La scena è ipnotica; la prima apparizione di Pennywise è intrigante e carismatica, ma allo stesso tempo, si capisce che in lui c’è qualcosa di sbagliato. Ma è anche avvolto da un’aura magica che è veramente inquietante”. Questa sensazione ha colpito anche Barbara Muschietti. “Sicuramente, la prima volta che vediamo Pennywise, è una scena importantissima e, per quanto mi riguarda, qualcosa di indimenticabile. Dopo aver letto il libro la prima volta, per me è sempre stato difficile guardare un tombino durante la pioggia e non pensare a Pennywise nascosto al suo interno”, sorride. “Volevamo creare un’immagine indimenticabile”.

LA COSTRUZIONE DI DERRY

Tutte le cose brutte che succedono in questa città, sono causate da una cosa sola. Una cosa malvagia.

Come concepita originalmente da Stephen King, Derry è basata sulla città di Bangor, luogo di residenza dell’autore nello stato del Maine. Per avere un’idea dell’ambientazione, Muschietti ha visitato Bangor e ha scoperto che fare le riprese lì non era possibile per questioni logistiche. Al suo posto, la produzione ha scelto di passare il confine, creando la loro Derry nel villaggio di Port Hope, Ontario, Canada. Il fatto che molte delle scene al cardiopalma riprese a Derry si svolgono alla piena luce del sole, ha rappresentato per il direttore della fotografia Chung-Hoon Chung una continua sfida dovuta ai continui cambiamenti di illuminazione—evocando un pervasivo senso di terrore in una città pittoresca e solare. Un’area boschiva nei pressi di Port Hope, è diventata il campo incolto nei sobborghi di Derry chiamato Barrens. “Era incredibilmente simile ai Barrens descritti nel libro”, dice Muschietti. Alcuni dei luoghi caratteristici all’interno del racconto, sono stati scoperti o ricostruiti in altre parti dell’Ontario, tra cui la casa proibita situata all’indirizzo molto noto ai fan del libro— 29 Neibolt Street. La decrepita e abbandonata casa, ha richiesto la combinazione di due strutture: un esterno disastrato costruito appositamente e un interno dove sono state effettuate le riprese in una casa esistente, scoperta, neanche a farlo apposta, in una strada chiamata Bleak Street (Bleak : Squallido N.d.T). Lo scenografo Claude Paré ricorda, “Con il permesso del proprietario di casa, abbiamo potuto creare tutto quanto necessario, quindi abbiamo riportato la casa al suo stato originale, portando alla luce alcuni bellissimi dettagli Vittoriani che abbiamo provveduto ad enfatizzare. Poi abbiamo arredato la casa, con stucchi pendenti dalle mura, foglie morte che si infiltravano dalle crepe nelle finestre e polvere ovunque. Abbiamo coperto il resto delle finestre, con giornali di epoca Vittoriana che abbiamo realizzato fronte, con la luce che illuminava la parte esterna delle stampe”. Per costruire la facciata esteriore, Paré racconta, “Abbiamo invecchiato il legno nuovo— lo abbiamo bruciato e lavato a pressione per farlo sembrare grigio argenteo e usato in maniera credibile—poi lo abbiamo verniciato di grigio argento con macchie scure a ricordare la presenza di persiane che esistevano anni prima”. Lo scenografo era convinto che fosse importante livellare visualmente l’esterno della casa con il suo interno, usando sottili dettagli per dare corpo a quell’idea. dice, “Abbiamo aggiunto dei rampicanti alle finestre del portico anteriore, poi all’interno ho usato gli stessi rampicanti che dalle finestre arrivavano fino al soffitto e pendevano nel salotto della casa”. La produzione si è servita anche di tre enormi teatri di posa dei Pinewood Studios di Toronto. In uno di questi, il team di Paré ha costruito un’enorme cisterna che è servita per riprodurre la grottesca tana sotterranea di Pennywise, realizzata con un mix di giocattoli e tessuti uniti per dare un senso di morte e degrado. Al suo centro, a catturare lo sguardo, un orribile montagna di giocattoli, molti dei quali vecchi di centinaia di anni. Tutti quei giocattoli appartenevano alle vittime di Pennywise. Paré spiega, “Il fondo della pila è putrido e scuro perchè costituio da giocattoli che sono lì da secoli. Più si trovano in alto e più i giocattoli sono nuovi”. Inoltre, i teatri di posa hanno ospitato il labirinto di tunnel tortuosi e le fognature, al cui interno i Perdenti si addentrano coraggiosamente. Paré ha lavorato a stretto contatto con il team delle costruzioni, per realizzare materiali che dessero l’impressione di essere stati costruiti molti anni prima. Il tombino da cui si affaccia Pennywise per la prima volta, è stato girato in esterni in due location: una esterna, quando vediamo Georgie indossare il memorabile impermeabile giallo, che insegue la sua barchetta di carta mentre sfugge navigando sui rivoli d’acqua delle strade di Derry. La conversazione del bambino con Pennywise e il suo epilogo scioccante, sono stati girati in seguito in un teatro di posa, usando una piattaforma sollevata dalla quale Pennywise scruta Georgie. Altri set costruiti nei teatri di posa, includono un bagno squallido in un appartamento fatiscente, in cui Beverly viene ricoperta da un repellente getto di sangue che sgorga da un lavandino, e un seminterrato inondato dove Pennywise schizza fuori come una molla dall’ acqua torbida. In questo set, pronuncia le parole maledette “Galleggerete anche voi”…rivelando immediatamente la presenza di una minaccia. Tra tutte le rappresentazioni dell’iconografia di Pennywise, una ha avuto un eco che si è trasmesso per generazioni: il palloncino rosso. “Semplicemente non si può fare ‘IT’ senza I palloncini”, dichiara Andy Muschietti. “La prima volta che lo vediamo tenerne uno in mano, se si osserva più da vicino si noterà che sono di una forma irregolare, perché I palloncini non sono reali. È lui che li crea. Lui è un mutaforma e i palloncini sono un prolungamento del suo corpo. Perciò vedere qualcosa di così familiare presentato in quella strana forma, è veramente surreale e inquietante”.

 AVETE SENTITO?

Se mai dovesse tornare, torneremo anche noi…

Il sonoro e le musiche sono stati elementi essenziali per definire e innalzare il pathos, l’emozione e, naturalmente, la tensione. Stretti collaboratori di Andy Muschietti, i fonici di missaggio Chris Jenkins e Michael Keller, il supervisore al montaggio suono Victor Ray Ennis e il programmatore suono Paul Hackner, hanno creato un ambiente sonoro coinvolgente per aiutare lo spettatore a vivere l’orribile esperienza che sta andando in scena a Derry. Ironicamente, il silenzio era spesso la regola da seguire per il team del sonoro. Keller spiega: in “‘IT’ ci sono molte scene in cui c’è quasi silenzio e poi, inaspettatamente, esplode la paura. Il nostro obiettivo era di moderare il suono per evitare preannunciare quei momenti spaventosi”. In modo simile, sono stati incorporati elementi sottili quanto potenti per l’effetto atmosferico del film. Ad esempio, rumori raccapriccianti d’ambiente pervadono la casa di Neibolt Street, e anche ogni tunnel le fognatura di Derry hanno il loro proprio “rumore” aurale”, per dirla come Keller. “Per un tunnel piccolo abbiamo scelto il suono mono, ma nell’enorme cisterna di Pennywise ci sono molte riverberazioni e suoni tutto intorno”, spiega in dettaglio. Il team del sonoro è riuscito anche ad intervenire sulla risata che Skarsgård aveva creato per il suo personaggio, inserendo diverse modulazioni agli schiamazzi del clown nel corso del film, per creare basse frequenze e, in alcune situazioni, vocalizzazioni subliminali che si materializzano in qualcosa di inaspettato. Il tocco finale del film è stata la musica, composta da Benjamin Wallfisch, che, riflettendo l’epoca della storia, ha preso come riferimento le sinfonie classiche dei film di avventura degli anni ‘80. Ad ogni modo, sapeva che la musica doveva esprimere qualcosa di unico. “Creare una colonna sonora, per raccontare la storia di una creatura cambia forma di crudeltà inimmaginabile—un’entità che può essere sconfitta soltanto da un gruppo di individui che agiscono come una persona sola—ha richiesto temi metamorfici ed estremi di irriverenza sonora e calma tranquilla e, soprattutto, un linguaggio musicale che si sforza di essere costantemente suggerito dalla profonda verità emotiva che guida il film”, dice. Anche se esistono temi diversi per Pennywise, i Perdenti, Georgie e perfino per Derry stessa, Wallfisch ha cercato la sinergia fra tutti loro, “per rimarcare l’idea che Pennywise influenza ogni cosa intorno a lui”, spiega. In particolare, il tema di Pennywise è una canzone per bambini del 17mo secolo, “Oranges and Lemons”, che alcuni storici pensano sia legata al sacrificio di bambini. “Il testo finale della canzone, che abbiamo usato una volta nel film, ‘Here comes a candle to light you to bed / And here comes a chopper to chop off your head!’” (Ecco una candela per portarti a letto/ Ed ecco un coltellaccio per tagliarti la testa) nota Wallfisch. “La canzone è curiosamente gioiosa ed innocua in superficie, ma con un retrogusto oscuro e maligno, molto simile al nostro antagonista. Viene usata ogni volta che Pennywise viene attaccato o sta pensando di aggredire le sue vittime”. Muschietti nota che la musica di Wallfisch è anche perfetta per commentare la “magia e il mistero della straordinaria estate dei Perdenti”. Stephen King riflette, “I film horror sono potenti. Alla gente piace essere spaventata nei cinema perché è un ambiente sicuro, assaporando emozioni che non potrebbero mai vivere nella vita reale. ‘IT’ fa molto più di questo; questo film ci da la possibilità, come adulti, di rivivere le forti emozioni provate da bambini. Questa è una delle ragioni per cui penso che il film funziona quanto il romanzo”. Muschietti conclude, “Volevo che ‘IT’ fosse terrificante, ma anche emozionante. È un film horror, ma anche un film sull’amicizia, l’amore e il potere unificante della fede. Vogliamo condurre lo spettatore in un’avventura emotiva…ma anche spaventosa!”

 

 

CAST ARTISTICO E TECNICO 
Nel film è protagonista Bill Skarsgård (“Allegiant”, “Hemlock Grove” per la TV) nel ruolo del cattivo della storia, Pennywise. Inoltre è presente un cast di giovani attori, tra cui Jaeden Lieberher (“Midnight Special”), Jeremy Ray Taylor (“Alvin and the Chipmunks: The Road Chip”), Sophia Lillis (“37”), Finn Wolfhard (“Stranger Things” per la TV), Wyatt Oleff (“Guardians of the Galaxy”), Chosen Jacobs (l’imminente “Cops and Robbers”), Jack Dylan Grazer (“Tales of Halloween”), Nicholas Hamilton (“Captain Fantastic”) e Jackson Robert Scott, al debutto nella recitazione. Muschietti ha diretto “IT” da una sceneggiatura di Chase Palmer & Cary Fukunaga e Gary Dauberman, tratta dal romanzo di King. Roy Lee, Dan Lin, Seth Grahame-Smith, David Katzenberg e Barbara Muschietti hanno prodotto il film, con Dave Neustadter, Walter Hamada, Richard Brener, Toby Emmerich, Marty P. Ewing, Doug Davison, Jon Silk e Niija Kuykendall come produttori esecutivi. Il team creativo dietro la cinepresa include il direttore della fotografia, Chung-Hoon Chung (“Me and Earl and the Dying Girl”, “Oldboy”), lo scenografo Claude Paré (“Rise of the Planet of the Apes”), il montatore Jason Ballantine (“Mad Max: Fury Road”) e la costumista Janie Bryant (“Mad Men”per la TV). Le musiche sono state composte da Benjamin Wallfisch (“Annabelle: Creation”). La New Line Cinema presenta una produzione Vertigo Entertainment/Lin Pictures/Katzsmith, “IT”. Il film sarà nelle sale a partire dal 19 Ottobre 2017 e sarà distribuito dalla Warner Bros. Pictures, una compagnia della Warner Bros. Entertainment.

 

 BILL SKARSGÅRD (Pennywise) ha già accumulato una notevole quantità di ruoli diversi, dando prova di essere uno dei talenti più richiesti di Hollywood, sia per il cinema che per la televisione. 20 Skarsgård è attualmente impegnato in “Castle Rock”, imminente serie drammatica di horror psicologico per la Hulu, da un’idea di J.J. Abrams e Stephen King. Ambientato nell’ipotetica città di Castle Rock, Maine, la serie combina il tema mitologico e il racconto intimo del personaggio del più amato fra i racconti di Stephen King. La serie vede anche protagonisti André Holland, Sissy Spacek, Melanie Lynskey e Jane Levy. Lo abbiamo ammirato di recente nel thriller di azione, “Atomic Blonde” nel quale è protagonista accanto a Charlize Theron e James McAvoy per la regia di David Leitch. Ultimamente ha terminato le riprese del film, “Assassination Nation” dello sceneggiatore/regista Sam Levinson. Skarsgård ha recitato al fianco di Shailene Woodley, Theo James e Miles Teller nel film di Robert Schwentke, “Allegiant” terzo episodio della saga di “Divergent”. Nel 2015, ha lavorato in “Battlecreek” accanto a Paula Malcomson. Per il piccolo schermo, Skarsgård ha avuto un ruolo regolare nella serie horror thriller della Netflix, “Hemlock Grove”. La fortunata serie ha completato la sua terza ed ultima stagione nel 2015

 

ANDY MUSCHIETTI (Regista) ha esordito con il fortunato horror, “Mama” tratto dal suo stesso cortometraggio omonimo. Muschietti ha diretto il film da una sceneggiatura scritta assieme a sua sorella, la produttrice Barbara Muschietti, e a Neil Gross. Il film, con protagonista Jessica Chastain e Guillermo del Toro come produttore esecutivo, è diventato uno dei maggiori incassi del 2013. Ha ricevuto i premi come Migliore Film e Migliore Regia al Fantasporto Film Festival, ed ha vinto i premi Migliore Film e Audience Award al Gérardmer Film Festival. Muschietti è stato anche nominato Regista da del Futuro al Palm Springs International Film Festival. Il suo cortometraggio, “Mama” ha partecipato a numerosi altri festival cinematografici. Muschietti ha iniziato la carriera come regista di spot pubblicitari a Buenos Aires, con l’iconica compagnia di produzione, Cuatro Cabezas. A seguito del suo trasferimento in Europa, Muschietti, assieme alla sua collaboratrice creativa, Barbara, ha dato vita alla Toma 78, una compagnia di produzione cinematografica e pubblicitaria con sedi a Barcellona e Madrid. Muschietti ha diretto centinaia di spot pubblicitari per clienti conosciuti in tutto il mondo, come ad esempio Coca Cola, Mercedes e Ford, ed ha ricevuto numerose menzioni in tutto il mondo, tra cui un leone d’Oro a Cannes per il lavoro svolto al Buenos Aires Festival of International Cinema (BAFICI). Muschietti ha studiato alla prestigiosa FUC di Buenos Aires, dove ha diretto tre apprezzati cortometraggi, “Rosendo”, “Fierro Chifle” e “Nostalgia en la mesa 8” conquistando numerose onorificenze in festival come L’Avana, Bilbao e Biarritz. Ha anche lavorato in Argentina come illustratore, un impegno che condivide con quello di sceneggiatore.

 

 

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