“La violenza personale, fisica, di cui il regista Sebastiano Riso è stato vittima è un segno inquietante di censura contro la sua persona e le sue idee che il Sngci non può che respingere e denunciare con forza”
Anche il Sngci interviene tra le voci che stigmatizzano la violenza subita dal regista Sebastiano Riso, autore di “Una famiglia”, vittima di un attacco, anche fisico subìto in queste ore, con un’aggressione che apre una profonda riflessione sui temi delicati e la denuncia contenuta nel suo film. Con il suo lavoro, molto discusso a Venezia e ora nelle sale, Riso ha messo il dito in un sistema perverso e criminale che va oltre il legittimo desiderio di maternità e paternità anche omogenitoriale che il film affronta.
“L’aggressione di cui è stato vittima – sottolinea Laura Delli Colli, Presidente del Sngci a nome del Direttivo – non solo è inaccettabile per la violenza che esprime contro la libertà di pensiero, ma ha il sapore di una vera e propria censura che il Sngci respinge con forza, indipendentemente dalle valutazioni squisitamente critiche che hanno posto il tema di “Una famiglia” al centro di una polemica forte e certo, a questo punto, forse anche di campagne denigratorie che nulla hanno a che fare con qualsiasi valutazione critica del film e all’opera del regista”
I giornalisti cinematografici, esprimono solidarietà anche ai produttori e ai distributori del film, Indiana Production con Rai Cinema e Bim che condividono il dolore e l’amarezza del regista in un momento davvero terribile, oltre il film, oltre il cinema, oltre il pieno diritto alla libertà di espressione che è per tutti un principio irrinunciabile.